SEDUTA DI MARTEDÌ 13 MARZO 2007

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1 52 SEDUTA DI MARTEDÌ 13 MARZO 2007 PRESIDENZA DEL ALBERTONI INDI DEL VICE CIPRIANO INDI DEL VICE LUCCHINI INDI DEL VICE CIPRIANO INDI DEL VICE LUCCHINI INDI DEL VICE CIPRIANO INDI DEL VICE LUCCHINI INDICE Congedi... 1 Comunicazioni del Presidente... 1

2 Risposte scritte ad interpellanze ed interrogazioni (annunzio)... 2 Progetti di legge (annunzio)... 4 Approvazione dei processi verbali delle sedute precedenti... 4 ITR/1037 e ITL/5078 Svolgimento Giovanni Rossoni - Assessore... 5 Luciano Muhlbauer... 6 Progetto di legge n. 198 Disposizioni in materia di opere pubbliche e di edilizia residenziale - Collegato, d iniziativa della Giunta regionale (LCR n BURL n. 12, I SO del 23 marzo LR n. 6 del 22 marzo 2007). Discussione generale Giulio De Capitani - Relatore... 8 Franco Mirabelli Francesco Prina Luciano Muhlbauer Mario Scotti - Assessore Ordini del giorno n. 953 (DCR VIII/347) e n. 954 concernenti il progetto di legge n Annunzio Illustrazione Franco Mirabelli Luciano Muhlbauer Discussione e votazione dei singoli articoli Dichiarazioni di voto di ordini del giorno Franco Mirabelli Francesco Prina Mario Scotti - Assessore Votazioni ordini del giorno Dichiarazioni di voto Luciano Muhlbauer Franco Mirabelli Francesco Prina Carlo Monguzzi Stefano Galli Votazione finale Ordine dei lavori Mario Agostinelli... 28

3 Carlo Monguzzi Progetto di legge n. 56 Istituzione del parco naturale dei Colli di Bergamo, d iniziativa della Giunta regionale (LCR n BURL n. 13, I SO del 30 marzo LR n. 7 del 27 marzo 2007). Discussione generale Marcello Raimondi - Relatore Giuseppe Benigni Carlo Monguzzi Battista Bonfanti Mario Agostinelli Marcello Saponaro Discussione e votazione dei singoli articoli Votazione finale Progetto di legge n. 217 Modifica dei termini dell articolo 12 della lr 3 marzo 2006, n. 6, Norme per l insediamento e la gestione dei centri di telefonia in sede fissa, d iniziativa dei Consiglieri Squassina Arturo, Muhlbauer, Oriani, Monguzzi, Civati, Squassina Osvaldo, Fabrizio, Tosi, Viotto, Saponaro, Agostinelli e Sarfatti (DCR VIII/350 di non passaggio all esame dei singoli articoli). Proposta di deliberazione Annunzio Dibattito Carlo Saffioti - Relatore Arturo Squassina Maria Grazia Fabrizio Enio Moretti Osvaldo Squassina Pier Gianni Prosperini - Assessore Marcello Saponaro Silvia Ferretto Clementi Ardemia Oriani Luciano Muhlbauer Roberto Alboni Carlo Monguzzi Mario Agostinelli Giosuè Frosio Stefano Zamponi Stefano Galli Pier Gianni Prosperini - Assessore... 61

4 Esame e votazione dell emendamento Dichiarazioni di voto Giuseppe Civati Guido Galperti Osvaldo Squassina Davide Boni - Assessore Votazione Proposta di atto amministrativo n. 64 Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (articolo 4, comma 1, lr 11 marzo 2005, n. 12) (DCR VIII/351). Dibattito Gianmarco Quadrini - Relatore Ordine del giorno n. 952 concernente la proposta di atto amministrativo n. 64. Annunzio Illustrazione Mario Agostinelli Esame e votazione degli emendamenti Votazione di ordine del giorno Dichiarazioni di voto Carlo Monguzzi Francesco Prina Marcello Raimondi Votazione Proposta di atto amministrativo n. 84 Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale, ai sensi dell articolo 3, comma 1, della legge regionale 23 luglio 1999, n. 14 (DCR VIII/352). Dibattito Giulio De Capitani - Relatore Stefano Tosi Ordine del giorno n. 951 concernente la proposta di atto amministrativo n. 84. Annunzio Illustrazione Stefano Tosi Esame e votazione degli emendamenti Votazione di ordine del giorno Dichiarazioni di voto Francesco Prina Carlo Monguzzi... 86

5 Davide Boni - Assessore Votazione Proposta di atto amministrativo n. 94 Parere del Consiglio regionale avente ad oggetto Richiesta del Comune di Roncello (MI) di adesione alla Provincia di Monza e Brianza, ai sensi dell articolo 133, primo comma, della Costituzione e dell articolo 21 della legge regionale15 dicembre 2006, n. 29 (DCR VIII/353). Dibattito Roberto Alboni - Relatore Votazione Proposta di atto amministrativo n. 109 Piano annuale di attività 2007 dell Istituto regionale lombardo di formazione per l amministrazione pubblica - IReF (DCR VIII/354). Dibattito Roberto Alboni - Relatore Votazione Proposta di atto amministrativo n. 86 Istituzione della riserva naturale Valsolda - articoli 12 e 13 della lr n. 86/1983 (DCR VIII/355). Dibattito Giulio De Capitani - Relatore Carlo Monguzzi Mario Agostinelli Votazione Proposta di nomina n. 122 Nomina di un componente nel Consiglio di amministrazione dell Azienda lombarda per l edilizia residenziale (ALER) di Brescia, in sostituzione di dimissionario (DCR VIII/356) Interrogazioni, interpellanze e mozioni (annunzio) Allegati Interrogazioni annunziate Interpellanze annunziate Mozioni annunziate Interpellanze ed interrogazioni e relative risposte scritte Programma e calendario per i lavori del Consiglio e delle Commissioni Progetto di legge n Progetto di legge n Proposta di deliberazione di non passaggio all esame dei singoli articoli del progetto di legge n Emendamento alla proposta di deliberazione di non passaggio all esame dei singoli articoli del progetto di legge n Proposta di atto amministrativo n

6 Emendamenti alla proposta di atto amministrativo n Proposta di atto amministrativo n Proposta di atto amministrativo n Proposta di atto amministrativo n Proposta di atto amministrativo n Ordine del giorno approvato Ordini del giorno respinti Verbali di votazione

7 1 (La seduta inizia alle ore 10.51) Dichiaro aperta la seduta. Signori Consiglieri buongiorno, prego prendere posto. Cominciamo la seduta secondo il nuovo calendario che è stato concordato con l inizio alle ore Congedi Comunico che sono pervenute richieste di congedo per la seduta consiliare odierna da parte dei Consiglieri Cattaneo, Cè, Fatuzzo, Formigoni, Giammario, Guarischi e Nicoli Cristiani. Se non vi sono opposizioni, i congedi si intendono concessi ai sensi dell articolo 52 del Regolamento interno del Consiglio. Comunicazioni del Presidente del Consiglio (Argomento n. 1 all ordine del giorno) Nella seduta di insediamento della Commissione speciale Statuto del 5 marzo 2007 è stato eletto l Ufficio di Presidenza, che risulta così composto: Presidente Vice Presidenti Consiglieri Segretari Giuseppe Adamoli Roberto Alboni Lorenzo Demartini Mario Agostinelli Gianmarco Quadrini Il Governo della Repubblica ha promosso la questione di legittimità costituzionale degli articoli 13 (commi 1, 2 e 3), 22 e 27 della legge regionale 11 dicembre 2006, n. 24 Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell ambiente. Il Consigliere Silvia Ferretto Clementi, con nota 9 marzo 2007, ha comunicato il ritiro delle sottoelencate mozioni:

8 2 - MOZ/0005, in data 4 maggio 2005, a firma del Consigliere Ferretto Clementi, concernente l introduzione del Patto di integrità nelle gare d appalto e l adozione di misure idonee a garantire la massima trasparenza dell attività contrattuale della Regione; (Il testo è reperibile nel verbale della seduta del 6 giugno 2005) - MOZ/0019, in data 4 maggio 2005, a firma del Consigliere Ferretto Clementi, concernente il fenomeno dell abbandono degli animali lungo le strade; (Il testo è reperibile nel verbale della seduta del 6 giugno 2005) - MOZ/0072, in data 16 settembre 2005, a firma dei Consiglieri Ferretto Clementi, Monguzzi, Saponaro, Fatuzzo, Prina, Fabrizio, Spreafico, Alboni, Quadrini, Muhlbauer e Concordati, concernente la valorizzazione e lo sviluppo della mobilità ciclistica; (Il testo è reperibile nel verbale della seduta del 27 settembre 2005) - MOZ/0099, in data 24 gennaio 2006, a firma dei Consiglieri Ferretto Clementi, Zamponi, Belotti, Rizzi, Oriani, Prina, Fabrizio, Spreafico, Macconi, Saffioti, Agostinelli, Storti, Fatuzzo, Sarfatti e Saponaro, concernente i metodi di allevamento degli animali da pelliccia praticati in Cina e l introduzione di restrizioni alle importazioni. (Il testo è reperibile nel verbale della seduta del 24 gennaio 2006) L Istituto regionale lombardo di formazione per l amministrazione pubblica (IReF), ai sensi della normativa vigente, ha trasmesso alla Presidenza le deliberazioni dal n. 1/07 al n. 4/07, approvate il 26 gennaio Annunzio di risposte scritte ad interpellanze ed interrogazioni La Giunta regionale ha dato risposta alle sottoelencate interpellanze ed interrogazioni tramite gli Assessori indicati. Interpellanze: &A n. 5067, in data 30 ottobre 2006, a firma del Consigliere Benigni, concernente la costruzione del nuovo ospedale di Piario (BG), ha dato risposta l Assessore alla Sanità, Alessandro Cè; &A n. 5074, in data 17 gennaio 2007, a firma del Consigliere Saponaro, concernente il disagio ambientale subito dagli abitanti del complesso residenziale denominato L8 causato dalla Fonderia Fondor SpA - Fonderie Officine Riunite di Gorle (BG), ha dato risposta l Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli; Interrogazioni: &A22002 n. 1061, in data 4 ottobre 2006, a firma dei Consiglieri Mirabelli e Valmaggi, concernente lo stato dell arte dei contratti di quartiere finanziati dal programma regionale per l edilizia residenziale pubblica , ha dato risposta l Assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti;

9 3 &A n. 1063, in data 6 novembre 2006, a firma del Consigliere Mirabelli, concernente la mancata attuazione dei contratti di quartiere relativamente alla città di Milano; ha dato risposta l Assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti; &A n. 1068, in data 21 dicembre 2006, a firma del Consigliere Monguzzi, concernente l installazione di un antenna per telefonia inferiore a 300 watt nel centro sportivo del Comune di Desio, ha dato risposta l Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli; &A n. 2103, in data 13 giugno 2006, a firma del Consigliere Squassina Osvaldo, concernente il modello organizzativo dell ARPA con particolare riguardo ai dipartimenti di Brescia, ha dato risposta l Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli; &A n. 2104, in data 14 giugno 2006, a firma dei Consiglieri Saponaro e Monguzzi, concernente il nuovo decreto per le guardie ecologiche volontarie emanato dalla Provincia di Brescia (presunto contrasto con la vigente normativa regionale), ha dato risposta l Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli; &A n. 2132, in data 27 ottobre 2006, a firma dei Consiglieri Agostinelli, Squassina Osvaldo e Muhlbauer, concernente l esternalizzazione a soggetti privati della gestione delle cartelle cliniche, del servizio informativo aziendale e del servizio cucina dell Ospedale Maggiore di Crema, ha dato risposta l Assessore alla Sanità, Alessandro Cè; &A n. 2133, in data 27 ottobre 2006, a firma dei Consiglieri Agostinelli, Squassina Osvaldo e Muhlbauer, concernente la riduzione del servizio emergenza/urgenza dell ospedale di Lecco, ha dato risposta l Assessore alla Sanità, Alessandro Cè; &A n. 2136, in data 9 novembre 2006, a firma dei Consiglieri Fabrizio e Prina, concernente la destinazione di pazienti gravi trasportati con il servizio 118 nell area del magentino, legnanese e basso varesotto, ha dato risposta l Assessore alla Sanità, Alessandro Cè; &A n. 2148, in data 22 dicembre 2006, a firma del Consigliere Belotti, concernente l autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata alla Società Lafarge Adriasebina Srl di Tavernola Bergamasca, ha dato risposta l Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli; &A n. 2154, in data 18 gennaio 2007, a firma del Consigliere Rizzi, concernente il mancato invito di esponenti politici regionali al Workshop Una Regione per i Giovani organizzato dalla D.G. Giovani, Sport e Promozione attività Turistica a Brescia, ha dato risposta l Assessore ai Giovani, Sport, Promozione attività turistica, Pier Gianni Prosperini. (I relativi testi sono pubblicati in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna) Informo che la riunione ex art. 13/bis del Regolamento, tenutasi in data 27 febbraio 2007, ha assunto le seguenti decisioni in ordine alla programmazione dei lavori consiliari. (Il testo è riportato in allegato)

10 4 Invito quindi il Consiglio ad approvare, con votazione per alzata di mano, le suddette determinazioni. (Il Consiglio approva) Annunzio di progetti di legge Comunico che, ai sensi dell articolo 71 del Regolamento interno, sono stati presentati e assegnati alle competenti Commissioni consiliari i seguenti provvedimenti: - PDL/0216 Modifiche alla legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 Legge per il governo del territorio, di iniziativa dei Consiglieri regionali Cipriano, Mirabelli, Tosi, Concordati, Adamoli e Prina, assegnato alla Commissione consiliare V; - PDL/0217 Modifica dei termini dell articolo 12 della lr 3 marzo 2006 n. 6 Norme per l insediamento e la gestione di centri di telefonia in sede fissa, di iniziativa dei Consiglieri regionali Squassina Osvaldo, Muhlbauer, Oriani, Monguzzi, Civati, Squassina Arturo, Fabrizio, Tosi, Viotto, Saponaro, Agostinelli e Sarfatti, assegnato alla Commissione consiliare IV. Approvazione dei processi verbali delle sedute precedenti (Argomento n. 2 all ordine del giorno) Non essendo pervenute osservazioni, il processo verbale relativo alla seduta del 24 gennaio 2006, iscritto al n. 2 dell ordine del giorno, si intende approvato ai sensi del terzo comma dell articolo 49 del Regolamento interno. Svolgimento di interrogazioni e di interpellanze L Assessore Rossoni ha dato la propria disponibilità a rispondere ai seguenti documenti: &A ITR/1037, in data 3 febbraio 2006, a firma del Consigliere Storti, concernente la situazione occupazionale delle sedi lombarde della WIND. (Il testo è reperibile nel verbale della seduta del 7 febbraio 2006)

11 5 &A ITL/5078, in data 29 gennaio 2007, a firma dei Consiglieri Muhlbauer, Agostinelli, Squassina O- svaldo, Storti, Spreafico, Prina, Gaffuri, Galperti, Oriani, Civati, Squassina Arturo, Valmaggi, Saponaro e Monguzzi, concernente la cessione del call center di WIND telecomunicazioni SpA di Sesto San Giovanni (MI) a Omnia service center Srl. (Il testo è reperibile nel verbale della seduta del 13 febbraio 2006) Iniziamo con l interrogazione n La parola all'assessore Rossoni. ROSSONI Giovanni Chiedevo a lei, Presidente, di poter rispondere con un unico intervento all interrogazione n ed anche all interpellanza n. 5078, perché hanno un contenuto analogo. Se non ci sono preclusioni da parte dei presentatori, per me va bene. Prego Assessore Rossoni. ROSSONI Giovanni Per quanto riguarda la WIND, azienda che opera nel campo delle telecomunicazioni, la situazione è questa. L azienda WIND Telecomunicazioni SpA svolge prevalentemente la propria attività di servizi, di telefonia fissa e mobile, mediante cinque call center, ubicati a: Sesto San Giovanni, Ivrea, Pozzuoli, Roma e Palermo. Il numero complessivo di dipendenti è di 7 mila e 456 unità. L azienda, il 12 gennaio 2007, in un incontro con le organizzazioni sindacali, ha comunicato la volontà di esternalizzare il call center di Sesto San Giovanni, che occupa 275 dipendenti, non ritenendolo più strategico per i suoi obiettivi. WIND ha quindi stipulato, successivamente... Scusi, Assessore Rossoni, la pregherei un momento di interrompere perché c è troppo brusio in aula. Prego.

12 6 ROSSONI Giovanni WIND ha quindi stipulato un accordo con Omnia Service Center, società specializzata nella gestione e fornitura di servizi ICT, per la cessione del ramo d azienda, con decorrenza primo marzo 2007, e ha ufficialmente avviato la procedura di consultazione, cioè di negoziazione per detta cessione. Ricordo che, in relazione alla problematica in questione, le organizzazioni sindacali e la RSU di WIND, call center di Sesto San Giovanni, nello scorso mese di febbraio hanno avuto anche un audizione nella IV Commissione. Dal primo marzo i dipendenti del call center di Sesto San Giovanni hanno ricevuto le lettere con cui venne ufficializzato il passaggio da WIND a Omnia Service Net. Il 5 marzo si è inoltre conclusa a Roma una prima trattativa con i Ministeri Lavoro, Sviluppo economico e telecomunicazioni, con WIND e Omnia Service e con le organizzazioni sindacali. E stata data la disponibilità dei tre Ministeri suddetti a una riapertura di un tavolo con i Sindacati per giungere ad un accordo su quale contratto applicare agli ex dipendenti WIND, che è un comparto Telecomunicazioni, e con un minimo di garanzia rispetto al periodo di applicazione dello stesso, cioè i dipendenti WIND hanno oggi un contratto sulle telecomunicazioni, Omnia Service, la società che è subentrata, garantirebbe per cinque anni, anche se è una società del commercio, lo stesso contratto di telecomunicazioni. I Ministeri si farebbero garanti per l applicazione del contratto, a condizione che venga superata una contrapposizione interna ad una sigla sindacale, le cui componenti nazionali e territoriali non hanno assunto la stessa posizione nei confronti dell azienda WIND. Posso dirlo, perché la cosa è nota, la sigla sindacale è la CGIL, che sta opponendosi a questa soluzione di cessione di ramo d azienda, pur con un contratto di cinque anni, che è un contratto di telecomunicazioni. Se questa soluzione - lo dico subito - che oggi ci porterebbe ad una situazione di cessione di ramo d azienda, con assunzione di tutti i dipendenti, non si riuscisse a renderla operativa in modo condiviso, potremmo trovarci nella condizione di avere una crisi aziendale, e quindi una crisi occupazionale. Questo lo dico a futura memoria, poi ognuno fa il mestiere che gli è più consono e gli è proprio. Per il 14, domani, è prevista una convocazione a Roma con i Ministeri per riaprire un confronto e giungere ad un accordo tra società e organizzazioni sindacali. Siamo disponibili, come è stato detto anche in Commissione, ad attivarci, a prendere contatti con i Ministeri interessati, per fare in modo che la riunione di domani possa dare i risultati sperati, cioè a mantenere l occupazione al call center di Sesto San Giovanni pur in presenza della cessione di un ramo d azienda, con un contratto di cinque anni, ancora di telecomunicazioni, ripeto, con l assunzione di tutti i dipendenti, ecco, noi ci attiviamo con i Ministeri per questa soluzione, che mi pare essere una soluzione sicuramente migliore di quella che potrebbe crearsi allorquando non si trovasse un accordo tra le parti sociali, sindacali e le società. La parola al Consigliere Muhlbauer. MUHLBAUER Luciano Presidente, ringrazio l Assessore perché in tempi non biblici, come succede altre volte, bensì in

13 7 tempi quasi brevi, ha affrontato la questione della crisi del call center della WIND di Sesto San Giovanni. Tuttavia non posso considerarmi del tutto soddisfatto della risposta, nella misura in cui, almeno per chi conosce la questione e la segue, abbiamo avuto un semplice riepilogo di quello che è successo. L interpellanza nostra poneva invece domande più precise rispetto a ciò che, l Assessore in questo caso, intendeva fare di concreto, cioè se intendeva agire. Dunque, oggi ha agito già di concerto con i Ministeri e con gli Enti locali interessati, come Sesto San Giovanni e Provincia di Milano? Che passi intendeva adottare rispetto alla WIND per cercare di aiutare una soluzione positiva? E infine anche la richiesta, se riteneva opportuno, incontrare le organizzazioni sindacali, che hanno appunto sollecitato già tempo addietro la questione. Quindi, su questi punti concreti non abbiamo sentito risposte e francamente vorrei socializzare, perché sicuramente l Assessore lo sa o, se non lo sa, vorrei ripeterlo: il problema non è che c è una delle organizzazioni sindacali che si oppone ad una data soluzione, poiché c è un mandato preciso della totalità dei lavoratori, delle lavoratrici interessati, che ha dato il mandato di non trattare una cessione di azienda, ritenuta non legittima e sbagliata. In secondo luogo: non vi è solo un problema di contratti nazionali di riferimento, vi è anche un problema di localizzazione del sito produttivo, ovvero che nei piani della WIND questo potrebbe implicare, nel passaggio a Omnia, anche lo spostamento da Sesto San Giovanni verso altri luoghi non ben definiti, anche da questo punto di vista, non abbiamo sentito risposte. Dunque l invito è che l Assessorato risponda nel merito dell interpellanza, perché va bene ricordarci la cronistoria, però, francamente, la conosciamo già. A nome dell intero Consiglio, saluto le due classi della scuola media Guido Rossa di Brembio, che sono in visita al Consiglio regionale, accompagnati dai loro insegnanti e dal Sindaco del Comune di Brembio, Dottor Giuseppe Sozzi. Facciamo un applauso di saluto agli studenti che seguono i lavori. (Applausi in aula) &A Progetto di legge n. 198 Disposizioni in materia di opere pubbliche e di edilizia residenziale - Collegato, d iniziativa della Giunta regionale. (Argomento n. 4 all ordine del giorno) Discussione generale A norma dell art. 40 dello Statuto, invito il Consiglio a procedere alla discussione generale del pro-

14 8 getto di legge n. 198 di cui all oggetto, facendo presente che il medesimo è stato esaminato dalla quinta Commissione consiliare. La parola al Relatore, Consigliere De Capitani. DE CAPITANI Giulio Presidente, lei ha già annunciato il titolo di questo progetto di legge, numerato con il numero 198. E composto da due articoli, che intervengono essenzialmente, per quanto riguarda il primo articolo, sulle opere pubbliche, per quanto riguarda il secondo articolo sull edilizia residenziale pubblica. Questo progetto di legge, all articolo 1, che riguarda le opere pubbliche, detta disposizioni in materia appunto di opere pubbliche, modificando due leggi regionali, la 12 del 1983 e la 1 del Con il comma 1 si modificano tre commi della lr 1/2000: vengono elevati gli importi minimi dei progetti per la sottopposizione a parere da parte degli organi consultivi regionali in materia di lavori pubblici, in un ottica di sussidiarietà e semplificazione amministrativa, ed a seguito dell evoluzione normativa statale in materia di lavori pubblici, con l affermarsi della figura del cosiddetto responsabile unico del procedimento, che prima non era prevista, e la creazione dello strumento della validazione dei progetti, altro strumento che è stato introdotto dalle legislazioni recenti. I lavori pubblici sussidiati sono quei lavori eseguiti da Enti pubblici o da privati - eccettuati i lavori di edilizia residenziale pubblica - che beneficiano di finanziamento regionale o di altri contributi pubblici, assegnati in attuazione di piani e programmi approvati dalla Regione, di importo pari o superiore al 50% dell importo progettuale. La proposta di modifica, di cui alla lettera a) del comma 1, che sto esponendo, detta una disciplina diversificata a seconda dell importo dei lavori sussidiati, eseguiti da privati. Prevede praticamente due soglie. Per i lavori di importo compreso fra i 300 mila e un milione di euro si applica la normativa vigente in tema di lavori pubblici, per quanto riguarda la redazione del progetto e la contabilizzazione dei lavori; in questo modo rimangono libere, ad esempio, le modalità di affidamento dei lavori. Per la seconda tranche, cioè per i lavori di importo superiore ad un milione di euro, si applica invece la normativa vigente in tema di lavori pubblici, ad esempio, per gli studi di fattibilità e le varianti in corso d opera, che devono seguire un iter più dettagliato rispetto allo scaglione che prima ho illustrato. In entrambi i casi comunque la Regione procede all approvazione degli elaborati, previo parere degli organi consultivi regionali. A tale riguardo è utile considerare che gli organi consultivi regionali, in materia di lavori pubblici, attualmente identificati dalla lr 1/2000, sono il Consiglio regionale dei lavori pubblici e le strutture tecniche regionali periferiche, e che tale materia, quanto a organi, funzioni e competenze, è stata oggetto di ridefinizione nel Collegato ordinamentale, approvato recentemente dal Consiglio regionale. In base alla proposta ivi contenuta, soppresso il Consiglio regionale dei lavori pubblici, la competenza per il parere preventivo regionale è stata ripartita per valore fra le strutture tecniche regionali periferiche e un nuovo organismo, l unità tecnica lavori pubblici, istituito in seno al nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Coerentemente con tale finalità, alla lettera b), sempre dell articolo 1, inerente le opere pubbliche, si adeguano gli importi previsti dall articolo 98 bis della lr 1/2000, prevedendo che per i lavori con finanziamento regionale, anche eseguiti da privati, di importo inferiore a 300 mila euro, compete al responsabile del procedimento, o a un tecnico incaricato, se si tratti di lavori in questo caso eseguiti da privati, attestare che i progetti e i lavori siano conformi sotto il profilo tecnico e amministrativo alle disposizioni previste dai piani e programmi regionali. La lettera c), siamo sempre all articolo 1, demanda la medesima attestazione ancora al responsabile del procedimento o a un tecnico incaricato, anche nel caso di lavori eseguiti da soggetti pubblici o pri-

15 9 vati, che beneficiano di finanziamenti regionali o contributi pubblici, che siano inferiore al 50% dell importo progettuale. Sono esclusi i lavori, anche in questo caso, come ho detto prima, di edilizia residenziale pubblica. Con l articolo 1, al comma 2 in questo caso, si modifica un articolo della lr n. 31/1985, in tema di opere pubbliche di interesse regionale, al fine di evitare ulteriori aggravi di costi alle stazioni appaltanti, laddove abbiano già un collaudo statico, eseguito secondo la normativa statale vigente, possano redigere il certificato di regolare esecuzione, in sostituzione del collaudo tecnico amministrativo, con e- videnti vantaggi anche economici da parte degli Enti appaltanti, che in pratica non devono fare due collaudi. Inoltre si pone in essere un intervento modificativo dell articolo 38, che consente, secondo il principio di sussidiarietà, ai soggetti attuatori, che realizzano opere pubbliche con finanziamento regionale, in questo caso superiore al 50%, di procedere direttamente alla nomina dei collaudatori, scegliendoli comunque fra gli iscritti all Albo regionale. E qui si chiude l articolo 1, quello che riguarda le opere pubbliche, all interno del progetto di legge n Passiamo al secondo articolo, quello che riguarda l edilizia residenziale pubblica. Il comma 1 prevede la soppressione del Comitato Tecnico, costituito in seno alle Aler, quale organo consultivo permanente per l espletamento dell ordinaria attività istruttoria, in quanto non più coerente con il nuovo ordinamento che, a partire dal decreto legislativo 29 del 1993, responsabilizza in questo caso la dirigenza delle Aler. Con il comma 2 dell articolo 2 si introduce la possibilità di vendita degli alloggi ERP, liberi da inquilini, di proprietà delle ALER o dei Comuni. Questo è stato l argomento più dibattuto in Commissione. In un caso la norma intende progressivamente eliminare le situazioni di minoranza nei condomini, che sono causa di spese non programmate dalle ALERe spesso volute da maggioranze condominiali, caratterizzate da obiettivi di gestione che sono estranei e diversi da quelli dell edilizia residenziale pubblica; nell altro la norma intende ottimizzare il patrimonio di ERP di pregio storico ed architettonico, che ha spesso bisogno di interventi economici particolarmente onerosi, a fronte di una limitata utilità in termini di alloggi per bisognosi. Allo stesso tempo, la possibilità di vendita di tali alloggi, il cui valore commerciale è considerevole, permette di introitare risorse da destinare ad un significativo incremento del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica. Limitare la vendita agli alloggi vuoti consente poi un intervento che non produce problematiche sociali, perché evidentemente non ci sono inquilini o persone da far uscire dagli immobili. Inoltre l ultimo comma del nuovo articolo 11 bis della lr 31/85, concernente la cessione in proprietà degli alloggi Aler, prevede due modalità per ovviare a casi di inutilizzazione del patrimonio ERP e inserire nuove categorie sociali in quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica, cioè di ristrutturare, destinando a canone moderato, e di alienare. Si introducono elementi per garantire la correttezza della vendita sotto il profilo dell interesse pubblico perseguito. Questi elementi sono: il primo, il metodo dell asta pubblica per la vendita; il secondo, la base d asta, pari al valore di mercato dell alloggio libero, risultante da una perizia; il terzo, l autorizzazione della Giunta regionale per i piani di vendita; il quarto elemento, introdotto per garantire la correttezza della vendita, è il piano di reimpiego dei proventi per finalità di incremento e recupero del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica. Inoltre, l ultimo comma del nuovo articolo 11 bis, della 31/85, concernente la cessione in proprietà degli alloggi Aler, prevede due modalità per ovviare a casi di inutilizzazione del patrimonio ERP e inserire nuove categorie sociali in quartieri sempre di Edilizia Residenziale Pubblica, cioè quella di ristrutturare l alloggio per poi locarlo a canone moderato, ovvero quello di alienarlo a terzi. Sempre all articolo 2, con i commi 3 e 4, si provvede al riassetto delle competenze riguardo al fondo sociale delle Aler, fra le aziende ed il Comune, con responsabilizzazione del Comune in relazione

16 10 all espletamento dei vari servizi alla persona, da esercitarsi in maniera integrata ed efficiente. Inoltre è abrogata la disposizione sul Consorzio degli IACP, che del resto era già stato soppresso da più di un decennio. Si dispone inoltre, in via di prima applicazione, che l Ente gestore provveda ad aggiornare la Commissione relativa al fondo di cui all articolo 31, della lr 91/1983. L ultimo comma, il quinto, dell articolo 2, apporta alcune modifiche alla lr 1/2000, che vado ad e- lencare concludendo. Si abrogano le norme - sono tre norme dell articolo 3 - che non hanno avuto alcuna attuazione, la Consulta regionale per la casa, prevista dalla lr 13/1996 è già stata abrogata da un articolo della lr 15 del 2002, mentre gli strumenti informatici, adottati a supporto della programmazione, che erano previsti dall altra legge, hanno superato il modello, o meglio, sono stati superati dal modello prospettato dalla legge. Si inserisce il comma 51 ter all articolo 3, per cui si prevede, nel rispetto dell autonomia che la Costituzione attribuisce ai Comuni, una procedura di intervento in caso di inerzia dei Comuni, che da un lato ignora il bisogno degli aspiranti ad alloggi, che restano vuoti, e dall altro invece causa inefficienze e ritardi nell utilizzo stesso degli alloggi. Si modifica, e concludo veramente, il comma 52 bis dell articolo 3, con la finalità di rendere operativo il fondo di rotazione anche per le somme di PRERP, che non siano state trasferite dallo Stato e che comunque siano state destinate ad Edilizia Residenziale Pubblica. Sono stati presentati 13 emendamenti ed è stato preannunciato che l Assessore ne presenterà tre a modifica. Presidenza del Vice Presidente Cipriano Grazie a lei, Consigliere De Capitani. Sono iscritti a parlare i Consiglieri Mirabelli, Prina e Muhlbauer. Se ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire li invito a comunicarlo alla Presidenza nel corso degli interventi. La parola al Consigliere Mirabelli. MIRABELLI Franco Oggi stiamo votando un altra norma che ha in sé delle scelte importanti su un tema decisivo come quello della casa. Vorrei cogliere l occasione per fare alcune considerazioni. Rivolgendomi all Assessore, ho già detto che abbiamo riconosciuto il fatto che l Assessore ha impresso al lavoro dell Assessorato uno spirito, una modalità e anche un lavoro che si colloca in discontinuità con il passato e che appare essere molto più in coerenza con l emergenza, che in molte realtà di questa Regione vivono i cittadini proprio sul problema della casa. Detto questo però vorrei fare due considerazioni. La prima è: io penso, Assessore, che noi dobbiamo chiudere con una fase in cui sul tema della casa si interviene a spizzichi e bocconi, si interviene in maniera frammentata, si interviene inserendo in questo o in quel provvedimento norme, che comunque vanno a governare il problema della casa nella nostra Regione.

17 11 La seconda considerazione è che, proprio perché la questione della casa è importante ed è una competenza importante della, ma soprattutto la domanda abitativa in Lombardia è una domanda in molte realtà inevasa, e c è bisogno di un azione politica forte da parte delle istituzioni, io credo che noi abbiamo bisogno con urgenza di definire un quadro normativa concreto e certo sul tema. Questo vuol dire, credo, almeno tre cose. Oltre alle cose già fatte ci debbano essere norme chiare rispetto alla vendita del patrimonio, degli alloggi agli inquilini che ne facessero richiesta nei Condomini misti, o dove c è una prevalenza all acquisto, quindi mi riferisco al tema delle vendite. Credo ci sia bisogno di una profonda riforma dei canoni che, senza pesare sugli affitti, metta gli Enti gestori nelle condizioni di garantire le manutenzioni ordinarie del patrimonio pubblico, questione urgente perché il degrado del patrimonio pubblico, soprattutto in realtà come quella milanese, è sotto gli occhi di tutti. Terza considerazione. Credo che questo Consiglio si debba porre, con grande determinazione, il tema delle riforme delle Aler, non solo dei Consigli di Amministrazione, non solo dei criteri di efficienza ma della riforma delle Aler. Di fronte ad un quadro normativo cambiato si deve ragionare su quale ruolo, quale funzione nuova devono assolvere le Aler. Detto questo, è evidente quindi che noi avremmo preferito affrontare la discussione di un quadro normativo complessivo per arrivare a definire un quadro normativo certo sulle questioni della casa. Avremmo preferito affrontare non solo la questione delle vendite degli alloggi vuoti nei Condomini misti e nel patrimonio pregiato dei Comuni e dell Edilizia Residenziale Pubblica; avremmo preferito ragionare da subito su un progetto di legge che ragionasse sulle vendite in generale, anche agli inquilini che ne facessero richiesta nei quartieri dove c è già una presenza di inquilini proprietari e dove c è una forte domanda maggioritaria di acquisto delle case in cui si vive; e avremmo preferito anche affrontare la questione del fondo sociale insieme alle questioni più generali, che riguardano i canoni. Detto questo, ragioniamo su questo progetto di legge e nel merito farò alcune osservazioni e ovviamente noi sceglieremo l atteggiamento da tenere in sede di votazione sulla base delle risposte che avremo dall Assessore e sulla base dell accoglimento o meno degli emendamenti e degli ordini del giorno che abbiamo presentato. C è tutta una parte di questo provvedimento che norma la questione della vendita degli alloggi vuoti; non ci sfugge. C è una richiesta forte, che viene anche dai Comuni, che chiedono di poter valorizzare il loro patrimonio. Su questo voglio fare tre rapide considerazioni rispetto al progetto di legge. La prima è: noi abbiamo presentato un emendamento che chiede che sia chiarissimo il fatto che tutte le risorse ricavate da queste vendite devono essere destinate ad accrescere il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica, e devono essere quindi investite nel patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica. Seconda osservazione. Assessore, l articolo 3 e l articolo 7, il comma 3 e il comma 7 di quell articolo, rischiano di ingenerare un equivoco. Credo sia utile chiarire, o con un emendamento o mettendo a verbale una dichiarazione dell Assessore, che stiamo parlando soltanto di vendite di alloggi vuoti, e non stiamo parlando, in questo progetto di legge, di nient altro se non delle vendite di alloggi vuoti, perché altrimenti l articolo 7 potrebbe evocare scelte, come quella della mobilità forzosa, che credo non possano essere evocate in questo provvedimento. Su questo occorre che ci sia chiarezza per sgombrare il campo da ogni equivoco. Terza osservazione. Noi pensiamo che, mentre sia giusto porsi concretamente l obiettivo che tutti ci siamo detti, cioè quello di costruire nei quartieri popolari un mix sociale, che consenta di diversificare i ceti sociali, le presenze nei quartieri popolari per evitare che i quartieri diventino quartieri di emarginazione, di povertà, e solo di disagio, e noi condividiamo questo obiettivo, ma questo obiettivo non può essere perseguito sacrificando una parte del patrimonio oggi destinato al canone sociale, sostituendolo con il canone moderato.

18 12 Credo che occorra trovare altre strade da questo punto di vista, non credo che si possa diminuire il patrimonio destinato ai canoni sociali per trasferirlo sul canone moderato, anche in presenza di un giusto principio, di un giusto obiettivo. Le altre due rapide valutazioni sul progetto di legge sono queste: la parte sul fondo sociale, l ho già detto in Commissione, così come è prevista nel progetto di legge rischia di deresponsabilizzare la Regione rispetto ad una parte del fondo sociale, e quindi su questo abbiamo proposto un emendamento che rimette le cose a posto e ritorna a considerare la Regione uno dei soggetti che devono farsi carico di tutti gli aspetti, che lei nel suo progetto di legge enumera, che devono comporre il fondo sociale. Altro aspetto. Nell ultima parte della legge noi consideriamo sbagliata la scelta di togliere competenze agli Enti locali, ai Comuni e alle Province, con il rischio di accentrare sulla Regione e sugli Enti un altra ulteriore parte di funzioni relative alla casa. Noi abbiamo tradotto queste criticità in emendamenti e in un ordine del giorno che chiede di fare rapidamente ciò che questo Consiglio ha già deciso di fare, votando un ordine del giorno che impegnava la Giunta a presentare al più presto un progetto di legge che regolasse le vendite agli inquilini. Siccome avremmo voluto discuterne oggi, insistiamo su questo e per questo presentiamo un ordine del giorno che chiede di fare rapidamente, ripeto, ciò che questo Consiglio ha già deciso di fare. Ecco, sulla base delle risposte che avremo dall Assessore e dalla maggioranza, sceglieremo l atteggiamento da tenere in sede di voto. La parola al Consigliere Prina. PRINA Francesco Presidente, questa è una opportunità per ribadire quanto in questa aula abbiamo già avuto occasione di approfondire, rispetto al problema dell abitare, della qualità dell abitare. Abbiamo affrontato, sia in questa aula sia nella Commissione competente, questo tema che sta diventando, ed è sotto gli occhi di tutti, drammatico, soprattutto nelle grandi città e per quanto riguarda i ceti meno abbienti, coloro che non hanno accesso a questo bene: la casa, ma non a quel tipo di casa che ci eravamo abituati a pensare negli anni della ricostruzione e negli anni del boom economico, la casa popolare relegata in ghetti, nei cosiddetti casermoni di periferia. Il problema dell abitare sta insieme e non può essere scisso dalla qualità dell abitare, quindi noi, in questa aula, sono due anni che troviamo provvedimenti che riguardano la programmazione urbanistica e invece la programmazione di questo problema, che sta diventando sempre più drammatico, è assunto in modo sempre parziale, tratteggiato, e mai con una linea chiara, strategica, che porti questo tema ad essere uno dei temi più rilevanti di questa ricca e opulenta Regione. Ecco, manca un disegno complessivo, che definisca la strategia dell abitare e fissi gli obiettivi nel quadro dell abitare come servizio. Mi rivolgo soprattutto all Assessore, all attuale Assessore, che sta dimostrando, con una propria discontinuità, una concertazione con le parti sociali e con le minoranze, affinché questo problema sia affrontato come dovrebbe essere affrontato: un problema super partes, un problema che coinvolga davvero tutti, perché la soluzione di questo problema è davvero dare una risposta alla povera gente, a quella povera gente che esiste ancora, di lapiriana memoria, che noi qui vogliamo sottolineare.

19 13 Allora non stiamo parlando di qualche problema sovrastrutturale, o che fa riferimento a una parte politica e debba diventare per forza strumentale, ma è un problema che tocca il quotidiano delle nostre famiglie più bisognose. Mi rivolgo all Assessore perché questo grandissimo e drammatico problema non può che portarci a una riflessione sul patrimonio pubblico, su quello che già abbiamo di fronte come istituzione, nella gestione più corretta e nella gestione più efficiente possibile. Caro Assessore, penso che è davanti a noi un grande compito, quello di prendere in mano definitivamente e in modo concreto quella che è stata una gestione non efficiente e una gestione che ha portato al degrado dei nostri quartieri popolari, una gestione che non si può descrivere come una gestione attenta del patrimonio, una gestione affidata alle Aler. Quindi ci dà l opportunità di dire in questa aula che è giunta l ora di mettere mano ad una seria riforma della gestione del patrimonio pubblico, perché questi istituti non sanno svolgere in pieno il loro mandato. Allora, affrontare questo problema in modo organico significa, nel quadro complessivo di una legge sull abitare, che non c è e che noi vorremmo diventasse invece un caposaldo della riforma del welfare di questa Regione, porre attenzione a questo modello, e anche il provvedimento, che andiamo a votare quest oggi, porta la visione di un modello neo centrista regionale, porta ancora la rilevanza regionale alla gestione, invece di riportare la gestione ad altri livelli. E qui vorrei davvero confrontarmi e porre una riflessione molto semplice, quella che molti dei Comuni della Lombardia chiedono all istituto regionale: quella di delegare la gestione, la manutenzione e tutto quello che va dall assegnazione al mantenimento del patrimonio sempre più a livello comunale, sempre più a quel livello dove le attenzioni del decoro, della dignità, del patrimonio, possa esprimere quello che non ha espresso fino adesso, nel degrado e nell incuria, che purtroppo noi vediamo in questi patrimoni di edilizia pubblica, che purtroppo non esprimono quello che invece dovrebbero esprimere, quello che in tutta Europa sono esempio di buona Amministrazione. Detto questo, vorrei - come diceva prima Mirabelli - la conferma che il provvedimento sottopostoci sia davvero un articolato che riguardi esclusivamente gli alloggi vuoti e non sia un modo invece per poter dare la possibilità alle ALER di fare cassa, intervenendo su tutto il patrimonio. Abbiamo visto, in Commissione, l obiettivo, che era quello di mettere in vendita quei condomini di proprietà mista, per cercare di rispondere ai bisogni dei Comuni e degli stessi proprietari di minoranza dei condomini. E questo, a livello generale, non ci sembra una operazione da osteggiare, però vorremmo delle garanzie, vorremmo sapere davvero se l obiettivo è quello di alienare i soli alloggi vuoti; vorremmo una conferma da lei perché penso che questo sia il crinale della nostra decisione di voto. Vorremmo poi capire se le risorse ottenute dalle vendite di questi alloggi rimangono a beneficio del patrimonio pubblico. Per patrimonio pubblico noi intendiamo il patrimonio dell edilizia sociale. E risaputo che lo sforzo di questa Regione, anche con il nostro contributo, è quello di aprire nuovi canali e nuove opportunità per i nuovi soggetti che hanno questo bisogno, mi riferisco alle giovani coppie, agli anziani, mi riferisco ai canoni moderati, che introducono nuovi elementi nella politica del welfare di questa Regione. Però vorrei una risposta chiara perché mi sembra di capire che le risorse ottenute dall alienazione di alloggi sociali possono venire utilizzati per realizzare alloggi da assegnare in canone moderato. Questa non mi sembra un operazione del tutto legittima e auspicabile. Qualche funzionario mi ha spiegato che le risorse ottenute dall alienazione del patrimonio di edilizia sociale vengono utilizzate per il canone moderato ma solo nella quota eccedente. Vorrei una conferma da questo punto di vista perché è un altro punto che determina evidentemente il voto che daremo a questo provvedimento. E poi, l ultima delle domande: rispetto allo sforzo che abbiamo compiuto come forze politiche di minoranza, rispetto al provvedimento, è quella di capire se la volontà dell Assessorato è di rispondere con una delibera di Giunta nei prossimi 60 giorni, per quanto riguarda le modalità di alienazione di questo patrimonio di edilizia sociale pubblica, perché rammento che questo argomento è stato affrontato il 5 dicembre dell anno scorso e non abbiamo avuto alcun provvedimento, o alcuno sforzo, in que-

20 14 sto senso. Mi rendo conto della complessità e della drammaticità di questo problema; mi rendo conto anche dello sforzo del nuovo Assessore nell affrontare nel modo più concertato possibile questo problema. Ecco, però cominciamo a porre delle domande anche precise e vorremmo avere delle risposte precise in questa Assemblea affinché insieme si possa concertare una soluzione unitaria, strategica e molto più complessiva per il problema più generale dell abitare, che dovrà diventare, nel disegno di legge che presenteremo in futuro, una visione di un diritto sociale di tutte le famiglie della nostra Regione, in particolare di quelle che ne hanno più bisogno. La parola al Consigliere Muhlbauer. MUHLBAUER Luciano Presidente, in questo caso, come in altri casi, quando si parla di un tema importante e delicato, come quello della politica pubblica di questa Regione sul tema della casa, in particolare l Edilizia Residenziale Pubblica, occorre sempre chiedersi: ma a che cosa serve questo provvedimento? Non è una domanda di lana caprina o una domanda demagogica, o una domanda che si fa tanto per fare, perché come hanno già denunciato i Consiglieri Mirabelli e Prina, che sono intervenuti prima, come tutta l Unione ha ribadito in tutte le sedute di Commissione, come le parti sociali hanno ripetutamente fatto sapere all Assessore e alla Giunta, questo procedere per spizzichi e bocconi, per parti scollegate tra di loro, rende difficile cogliere la ratio, il disegno, la strategia che vi è dietro. Credo che oggi sia forse una delle poche Regioni italiane che non dispone di un disegno organico, aggiornato, riformato, se vogliamo dirlo, di politica residenziale pubblica; si procede invece con una riforma a pezzettini. Allora, due possono essere le ipotesi per spiegare questo modo di procedere: o non si dispone di una strategia, di una politica, di un idea, oppure si ha questa idea, questa strategia, questa politica, ma non la si vuol far conoscere ai cittadini; cioè si vuole cercare di mascherarla dietro provvedimenti che appaiano parziali. Allora anche noi vogliamo ribadire con forza la richiesta, come hanno già fatto i Colleghi Mirabelli e Prina prima, non solo all Assessore ma a tutta la Giunta, di presentare al Consiglio, ai Consiglieri, un disegno organico, unico, di riforma della politica residenziale pubblica. Da questo punto di vista ci sarà anche un ordine del giorno che noi presentiamo, che speriamo possa essere accolto, perché indica un problema di metodo, anche se in questo caso il metodo si fa merito. Un secondo punto che ci ha preoccupati rispetto al percorso di questo progetto di legge è il fatto che si sia arrivati alla votazione di questo testo in Commissione alcune ore dopo la rottura del dialogo, del confronto con le parti sociali. Credo che non sia un dato marginale, comunque la pensiamo, arrivare ad un provvedimento di tale importanza dopo una rottura con tutte le organizzazioni sindacali degli inquilini. Credo che anche questa sia una questione di metodo che si fa merito, e dovrebbe far riflettere. Terzo elemento che ci preoccupa. Sono stati sollevati da più parti anche dubbi di legittimità rispetto ad alcune parti dell articolato.

21 15 Si può essere d accordo o non si può essere d accordo, nessuno di noi è la Corte costituzionale ovviamente, però almeno entrare nel merito, prendere sul serio, affrontare quelli che sono dei dubbi seri, non campati per aria; non si è voluto nemmeno affrontare questo. Alcune misure sono di competenza concorrente tra Stato e Regione e quando viene sollevato un dubbio fondato perlomeno occorrerebbe affrontarlo, semplicemente per non incorrere nel rischio di fare qualche provvedimento che dopo qualche mese o qualche tempo non è attuabile, se non in parte, perché poi da qualche parte passa un ricorso che si rivela fondato. Allora, questa lunga premessa già spiega perché noi, come Rifondazione Comunista, in Commissione abbiamo votato contro. Non perché pensiamo che tutto debba sempre rimanere uguale a se stesso, anzi noi auspichiamo grandissime trasformazioni per il futuro, ma probabilmente in una direzione diversa, e saremmo anche disponibili a discutere di casi di vendita, perché non c è nulla di più folle che pensare che una casa non possa essere venduta quando non serve più e quando i fondi possono servire da un altra parte. Ci sarebbe piaciuto fare questa discussione in questi termini, ma così com è, a spizzichi e bocconi, con la rottura delle relazioni sindacali con i sindacati inquilini, e con un merito che francamente lascia aperti molti interrogativi, non solo di legittimità ma anche di efficacia, rispetto ad obiettivi della politica dell Edilizia Residenziale Pubblica, francamente noi abbiamo dovuto votare contro. Adesso vorrei però entrare nel merito per spiegare perché non è pregiudiziale la nostra posizione, bensì di merito. Il provvedimento dice che bisogna fare questi provvedimenti di vendita come misura di razionalizzazione ed economicità di gestione del patrimonio dei Comuni e dell Aler. Obiettivo condivisibilissimo fino in fondo, però ciò che arriva dopo, a nostro modo di vedere, va ben oltre questi criteri di razionalizzazione ed economicità delle misure. Esaminiamo alcuni punti. Gli alloggi liberi da inquilini. Lo si afferma, alloggi liberi da inquilini, come se fosse la cosa più normale del mondo che ci siano alloggi popolari liberi da inquilini. Tutta la ratio della politica sulle case popolari, e anche la normativa, dice che l alloggio libero da inquilini è un eccezione, è estremamente limitato nel tempo. Quando c è l alloggio libero lo si deve segnalare al Comune, che poi può attingere a proprie graduatorie e farlo occupare. Quindi è un eccezione, è un anomalia, una disfunzione, oppure una scelta nel caso dei contratti di quartiere, dove devi spostare degli inquilini in caso di ristrutturazioni e devi dunque avere liberi degli alloggi, oppure devi avere liberi degli alloggi per i casi di sfratti, ma è tutto ben circoscritto. Iniziare ad introdurre, in questi termini, la categoria dell alloggio libero, già pone un problema di funzionamento e di efficacia, di quello che oggi sono le graduatorie e quello che è la politica di assegnazione degli alloggi liberi. Poi si dice aree di pregio. Cosa vuol dire aree di pregio? Sarebbe forse stato meglio introdurre un altro concetto: ipotizzare possibilità di vendita in quelle porzioni di territorio, dove non c è pressione abitativa e grandissima richiesta di case popolari, dove magari c è una proprietà ma che non ti serve rispetto al territorio. Potresti vendere lì per investire da un altra parte dove serve. Dire aree di pregio non ha alcun senso, perché prima giustamente il Consigliere Prina ha ricordato che finire nelle periferie, nei ghetti, cioè fare i ghetti degli sfigati è un non senso. Avere delle case popolari da assegnare anche in un altra zona, potrebbe magari favorire il mix sociale. Invece no, tutto ciò che c è è considerato di pregio e vendibile. Condomini misti. Su questo è evidente che laddove c è una quota di minoranza dell ALER o dei Comuni c è un problema, ce ne rendiamo conto, però non si può eludere la questione della destinazione di un alloggio pubblico, non si può vendere magari una cosa che era a canone sociale dentro un condominio misto, perché poi quello che verrà fatto sarà magari a canone moderato oppure sarà semplicemente venduto al privato, perché poi viene a mancare uno strumento del canone sociale. Credo che ci sia un problema di destinazione che questa normativa non risolve, lascia nel dubbio. Poi ci sono gli alloggi liberi da ristrutturare; ho notato che è arrivato un emendamento dall Assessore, che - prima di intervenire - ho visto velocemente. Credo che l emendamento dell As-

22 16 sessore, sia nella giusta direzione anche se ovviamente non risolutivo. Anche in questo caso c è comunque un altra possibilità di vendita, o di cambio di destinazione d uso possibile, l emendamento, qualora accolto, sarebbe più limitativo. Allora cosa significa tutto questo messo insieme? Senza vincoli sufficienti per la destinazione, ovvero per il mantenimento della quantità complessiva di alloggi a canone sociale disponibili, vi è dunque la possibilità concreta di riduzione della quantità di alloggi a canone sociale, che è la cosa più delicata. Ovvero: con una disciplina del genere nascerà, ne siamo sicuri, un interesse estraneo a quella che è la logica dell ERP, interessi che possono sfociare anche nella speculazione, adesso senza entrare nel codice penale, semplicemente per capirci. Si può ipotizzare che in tal luogo, in tal stabile, lavoro perché rimangano liberi, poi io riesco ad a- vere un guadagno in termini di economicità; forse mi conviene lavorare perché rimangono liberi. Se applichiamo questo modello all insieme tenendo conto della penuria di risposta pubblica in questo momento, dato che una percentuale insignificante di coloro che sono iscritti in graduatoria, poi hanno una risposta positiva da parte del pubblico, finiamo, con un provvedimento del genere, in una riduzione ulteriore delle disponibilità con azioni, con linee guida, da parte dei gestori, che sono estranei a quelle che sono le funzioni, definite anche dalla legge nazionale, per quanto riguarda l ERP. Appunto, noi vediamo questo nel provvedimento, e lo vediamo fuori da un disegno complessivo, che non c è, o magari c è nella testa di qualcuno, ma non è esplicitato, non è in discussione, non è a disposizione dei cittadini, dei Consiglieri. Allora dov è che si vuole arrivare con questa parte? E poi arriverà un altro pezzo, la riforma dei canoni, arriverà un altro pezzo della vendita agli inquilini, poi arriverà un altro pezzo ancora. Qual è il disegno che viene fuori? O si esplicita il disegno, facciamo una discussione seria, quello che noi chiediamo, su una politica organica, e dunque una normativa organica sulla Edilizia Residenziale Pubblica, altrimenti non ci rimane che interpretare i singoli atti e inserirli noi in un disegno che noi vediamo. E noi vediamo questo disegno in atto: una specie di fuga. Di fronte ad una difficoltà, che non dipende semplicemente dall Assessore, e nemmeno da tutta la, di risorse da investire nella politica di Edilizia Residenziale Pubblica, si dà la risposta più semplice: si scappa, si cerca di tirare fuori il pubblico da quella partita, si cerca di vendere un po, si cerca di aumentare un po gli affitti, si riducono gli investimenti, come si è fatto nell ultimo PRERP, si introducono criteri aziendalistici laddove non si introduce direttamente il privato. Ma che politica è questa? E come si relaziona con l emergenza casa che sta bussando alla porta. Anzi ormai è già entrata in casa l emergenza casa - scusate il giro di parole. Ma questa è la realtà. Dunque, io ribadisco che, come Rifondazione Comunista, non possiamo che riconfermare il nostro giudizio negativo sul metodo e sul merito di questo provvedimento. Ma il problema di fondo è che si tratta di un pezzettino, che dovrebbe essere parte di una strategia di insieme che non c è, anzi non c è nemmeno una discussione su questo. Quindi richiediamo ancora una volta che si torni ad un metodo serio di interlocuzione con le parti sociali e si discuta di un disegno organico sull Edilizia Residenziale Pubblica e che la si smetta con la politica della fuga dal problema. Presidenza del Vice Presidente Lucchini La parola all Assessore Scotti.

23 17 SCOTTI Mario Voglio ringraziare il Relatore, il Presidente della Commissione e la Commissione tutta per il lavoro svolto su questo provvedimento. Vorrei consigliare ai Consiglieri di leggere attentamente la legge 9 del 2007 per vedere che competenze il Governo prima e il Parlamento poi hanno dato alle Regioni: la competenza di passacarte. Quindi assolutamente non si può fare nessuna programmazione con quella legge approvata dal Parlamento che stanzia 30 milioni di euro per la casa per tutto il Paese! Noi,, per il sostegno affitti, abbiamo - con il nostro bilancio - messo a disposizione 34 milioni di euro. Quindi, vedete, si può parlare di programmazione, si possono avere idee strategiche, si può fare una nuova legge, ma, e questo esce dal confronto che stiamo facendo con tutte le Regioni, lo Stato deve cambiare rotta, perché non si può programmare senza risorse. Però ritengo che questo è un problema che nasce dai Comuni. Mi dispiace, Consigliere Muhlbauer, ma sono i Comuni che non hanno assegnato le case rimaste vuote, sono i Comuni che devono assegnare, e la richiesta di poter alienare questo patrimonio, perché è un patrimonio inagibile, oppure perché è un patrimonio che ha più di 50 anni, oppure perché è vincolato dalla sopraintendenza e non è possibile ristrutturare, cambiare la destinazione, o modificare, viene dai Comuni. Quindi la Regione ha sentito le proposte, le ha discusse e le ha accettate. Non si può dire che non c è il confronto con le Associazioni; ieri abbiamo fatto il confronto con l ANCI, le Associazioni di inquilini e con i Sindacati, quindi c è un confronto in atto, un confronto in atto per altri provvedimenti. Io ritengo invece di sottolineare che questo progetto è nato perché i Comuni non possono assegnare queste case e noi abbiamo accolto la richiesta della vendita di appartamenti vuoti, farò poi un piccolo emendamento anche per chiarire. Gli appartamenti devono essere venduti al prezzo di mercato, con a- sta pubblica, e con il ricavato devono essere costruiti appartamenti per l edilizia sociale, pari a quelli venduti, e se vi è un eccedenza si possono costruire anche appartamenti a canone moderato, ma solo con le eccedenze. Allora io credo che non si può chiedere l autonomia per Comuni, parlare della sussidiarietà e poi, quando i Comuni chiedono, non accogliere le loro istanze. Noi abbiamo concesso la vendita, però abbiamo posto dei vincoli, abbiamo vincolato il ricavato delle vendite al patrimonio pubblico. Ho visto che ci sono, nonostante abbiamo discusso in Commissione, degli emendamenti; alcuni emendamenti chiedono l abrogazione di interi articoli o di commi, a questi non si può aggiungere altro. Mi sono permesso di presentare tre emendamenti, che vanno a chiarire i dubbi evidenziati anche dal dibattito. L emendamento che viene accettato, tra quelli presentati, è il numero 1, è una precisazione, sostituisce finalizzati a destinati. Gli altri emendamenti vengono respinti, ma i tre emendamenti presentati dal sottoscritto vanno a chiarire soprattutto l emendamento 3, che cosa intendiamo per fondo sociale. Quindi credo che questa precisazione, che era già stata fatta in Commissione, tolga ogni dubbio o possibili equivoci. Canone moderato, nel mio intervento l ho specificato: si può costruire a canone moderato se ci sono risorse in più. Si va prima ad impegnare le risorse per il canone sociale e poi, se ci sono altre risorse e se c è l esigenza di fare alloggi a canone moderato, si può costruire anche a canone moderato. Questo è chiarito con il mio emendamento numero 15. L emendamento numero 16 chiarisce che cosa vuol dire commissariamento, proprio per accogliere quanto è emerso dal dibattito in aula. Nel caso di inadempienze nell assegnazione e solo al fine di evitare danni erariali - perché avere alloggi non assegnati procura anche danni erariali - si provvede alla nomina di un commissario ad acta.

24 18 Per quanto riguarda l Osservatorio abbiamo discusso a lungo con i Comuni, con le Aler, con le Province e non riteniamo che quell Osservatorio sia di grande necessità perché c è un gran collegamento tra noi e i Comuni direttamente con le ALER, e quindi questo osservatorio riteniamo appunto di eliminarlo. Con l emendamento n. 17, siccome da più parti si è detto che non era chiara la formulazione del settimo comma, si prevede di aggiungere per chiarezza dopo alloggi, vuoti. Così siamo tutti contenti e sappiamo che tutta la legge, tutto l impianto è predisposto per vendere all asta pubblica questi appartamenti vuoti. Poi ho visto che sono stati presentati due ordini del giorno. Il n. 953 viene accolto facendo sul problema della vendita di alloggi per inquilini, per il canone... qui ci dà 60 giorni, io accetto i 60 giorni però 60 giorni dall approvazione della delibera di Giunta, non posso accettare i 60 giorni dall approvazione del provvedimento, perché sta alle Commissioni poi discutere, sta poi al Consiglio discutere. Io credo che entro 60 giorni il provvedimento andrà in Giunta perché, come dicevo prima, le discussioni con le organizzazioni sindacali e con l ANCI sono - vorrei dire - già avanti, adesso abbiamo un appuntamento ancora fra 10 giorni, però io credo che i 60 giorni per l approvazione mentre il n. 954 sicuramente fa riferimento al 198, che è il provvedimento di oggi, non lo posso accettare. Presidenza del Vice Presidente Cipriano Annunzio e illustrazione di ordini del giorno Conclusa la discussione generale, comunico che in merito all argomento in discussione sono stati presentati gli ordini del giorno nn. 953 e 954. La parola al Consigliere Mirabelli per illustrare l ordine del giorno n MIRABELLI Franco Mi pare che abbiamo già chiarito il senso di questo ordine del giorno. Noi avremmo preferito oggi discutere un provvedimento complessivo sulle vendite; abbiamo chiesto all Assessore in Commissione di creare un canale che consentisse di discutere parallelamente i due provvedimenti, questo e quello sulle vendite degli alloggi agli inquilini. Non si è potuto fare, chiediamo che venga definita una scansione temporale corretta, urgente, rispetto a ciò che il Consiglio regionale ha già impegnato l Assessore a fare, cioè un provvedimento sulle vendite. Passiamo all illustrazione dell ordine del giorno n La parola al Consigliere Muhlbauer.

25 19 MUHLBAUER Luciano Ovviamente anche questo è già stato esposto nell intervento generale. Vorrei solo fare riferimento a quanto detto dall Assessore, cioè che l ordine del giorno non può essere accolto perché fa riferimento al provvedimento all esame del Consiglio. Francamente confesso di non aver capito come un ordine del giorno al progetto di legge n. 198 possa non fare riferimento al progetto di legge n Credo che se il problema è quello lo si risolve, se c è una condivisione del merito, cioè che d ora in poi, invece di procedere a spizzichi e bocconi, si mettano sul tavolo tutte le carte in una maniera organica, in modo tale che ci sia una discussione organica e non scollegata. Discussione e votazione dei singoli articoli Pongo pertanto in discussione ed in successiva votazione, articolo per articolo, il progetto di legge n. 198, nel testo formulato dalla quinta Commissione consiliare e tenuto conto degli emendamenti presentati. (Il testo dei singoli articoli è riportato in allegato, mentre il testo degli emendamenti è reperibile presso l archivio del Consiglio regionale atti n. 6075) All art. 1 non sono stati presentati emendamenti. E aperta la discussione sull art. 1. (Nessuno chiede la parola) Pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 1. (Il Consiglio approva) All articolo 2 sono stati presentati gli emendamenti nn. 7, 10, 11, 1, 2, 15, 8, 13, 3, 14, 12, 4, 9, 5, 6, 16 e 17. L emendamento n. 2 è stato ritirato dai proponenti. Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 7. Il primo firmatario è il Consigliere Zamponi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 10. Il primo firmatario è il Consigliere Muhlbauer. (Il Consiglio non approva)

26 20 Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 11. Il primo firmatario è il Consigliere Muhlbauer. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 1. Il primo firmatario è il Consigliere Mirabelli. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 15. Il primo firmatario è l Assessore Scotti. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 8. Il primo firmatario è il Consigliere Zamponi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 13. Il primo firmatario è il Consigliere Muhlbauer. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 3. Il primo firmatario è il Consigliere Mirabelli. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 14. Il primo firmatario è l Assessore Scotti. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 12. Il primo firmatario è il Consigliere Muhlbauer. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 4. Il primo firmatario è il Consigliere Mirabelli. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 9. Il primo firmatario è il Consigliere Zamponi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 5. Il primo firmatario è il Consigliere Mirabelli. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 6. Il primo firmatario è il Consigliere Mirabelli. (Il Consiglio non approva)

27 21 Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 16. Il primo firmatario è l Assessore Scotti. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 17. Il primo firmatario è l Assessore Scotti. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 2 come emendato. (Il Consiglio approva) Dichiarazioni di voto e votazioni di ordini del giorno Ultimato l esame dei singoli articoli, passiamo alla votazione degli ordini del giorno precedentemente illustrati. Pongo in votazione, per alzata di mano, lo: &A ODG/0953, in data 9 marzo 2007, a firma dei Consiglieri Mirabelli, Cipriano, Tosi, Concordati, Sarfatti, Adamoli e Monguzzi, concernente la razionalizzazione, lo sviluppo e la valorizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica (ERP), in merito al progetto di legge n (Il Consiglio approva) (Il testo è riportato in allegato) Passiamo all ordine del giorno n La parola al Consigliere Mirabelli per dichiarazione di voto. MIRABELLI Franco Una rapidissima dichiarazione di voto e voglio interloquire anche con l Assessore. Francamente questo ordine del giorno chiede una cosa che abbiamo chiesto tutti in questa discussione, cioè che venga fatta una discussione organica su tutta la materia della casa. Non mi pare che metta in discussione il 198 o altro. Noi votiamo a favore. La parola al Consigliere Prina, per dichiarazione di voto.

28 22 PRINA Francesco Presidente, la mia dichiarazione è per soffermarmi pochi secondi, ma per chiedere a questa aula e chiedere all Assessore, che ha dimostrato una grande buona volontà, di affrontare in modo concertativo e anche in modo settoriale il problema. Il voto della mia parte politica è a favore anche di questo ordine del giorno, però va nella direzione di chiedere espressamente all aula, all Assessore, alla Giunta, di prendere in considerazione questo tema, se dal punto di vista nazionale si hanno delle risorse limitate, non vuol dire che la non possa fare eccellenza anche su questo argomento, cioè coordinare il lavoro delle Regioni, fare le pressioni opportune affinché questo problema, che è un problema tipicamente delle grandi città e delle aree metropolitane come la nostra, diventi davvero un problema affrontato in modo organico e complessivo. Ecco, vorrei che l Assessore si esprimesse su questo, e soprattutto che votasse a favore di questo ordine del giorno per queste motivazioni. La parola all Assessore Scotti. SCOTTI Mario Ho già detto nell intervento cosa penso. Però siccome per fare una programmazione seria sulla casa occorrono sì le idee ma occorrono anche le risorse, perché se noi andiamo a sollecitare, come è scritto nella legge, tutti i Comuni per fare una programmazione, e la Regione manda questa programmazione ai vari Ministeri e non ci sono adeguate risorse, poi questa aula, magari fra qualche mese, fra qualche anno, ci dice: avete fatto i bei programmi però non ci sono risorse. Allora, impegniamoci tutti ai vari livelli e chiediamo soltanto di rispettare le norme attuali e le competenze attuali delle Regioni per la programmazione, non chiediamo e non vogliamo sicuramente fare il passacarta. Quindi chiediamo a tutte le forze politiche rappresentate in questo Consiglio questo impegno. Perché non accetto questo ordine del giorno? Non accetto questo ordine del giorno perché si continua a dire che non c è il confronto con le parti sociali, che si è portato in aula questo provvedimento senza sentire le parti sociali. Siccome questo non è vero perché le parti sociali, sindacali, con l ANCI, hanno cittadinanza presso l Assessorato... Scusi Assessore... SCOTTI Mario Quindi io ritengo che questo ordine del giorno non lo posso accettare.

29 23 Scusate, volevo interromperla perché io sento un brusio davvero insopportabile. Io fra l altro ho visto che è stata anticipata la notizia dalla Consigliera Ferretto, vorrei informare l aula che noi stiamo provvedendo alla messa su Internet delle trasmissioni in diretta delle sedute del Consiglio. Quindi, visto che questo mi sembra l argomento a cui tutti quanti noi siamo molto sensibili, dell immagine di ciascuno di noi, di questa aula, invito i componenti di questa aula a mantenere un comportamento consono, anche rispetto a quelli che poi eventualmente si metteranno a seguire, non solo dal pubblico, non solo per chi è presente in aula, i lavori di questo Consiglio. Quindi chiederei a tutti un comportamento adeguato, grazie. Mi scusi, Assessore. Pongo in votazione, per alzata di mano, lo: &A ODG/0954, in data 9 marzo 2007, a firma dei Consiglieri Muhlbauer, Agostinelli, Squassina O- svaldo, Saponaro, Monguzzi e Storti, concernente l attuazione di una normativa organica dell ERP di concerto con le rappresentanze sindacali degli inquilini, in merito al progetto di legge n. 198 (Il Consiglio non approva) (Il testo è riportato in allegato) Dichiarazioni di voto E terminato l esame degli ordini del giorno. Passiamo alle dichiarazioni di voto in merito al progetto di legge n La parola al Consigliere Muhlbauer. MUHLBAUER Luciano Presidente, molto brevemente perché non intendiamo ripetere quanto detto nell intervento in discussione generale. Non riteniamo che gli emendamenti proposti dall Assessore e approvati abbiano cambiato sostanzialmente il provvedimento e risposto alle obiezioni che abbiamo sollevato; riteniamo che sia stato respinto un ordine del giorno di buon senso e di buon governo e che questo sia un pessimo segnale. Non possiamo dunque che riconfermare il voto già espresso in Commissione, cioè voto negativo, perché ci pare che sia ora di affrontare il problema complessivamente, organicamente, e smetterla con gli spizzichi e bocconi e con i provvedimenti di fuga delle istituzioni pubbliche dai problemi, pensando che sia il mercato, il privato, a poter fare quello che la Regione non fa. Per questo motivo ancora una volta ribadiamo il nostro voto contrario.

30 24 La parola al Consigliere Mirabelli, per dichiarazione di voto. MIRABELLI Franco Assessore, a me spiace per quest ultima votazione perché non c era ragione, nel senso che lei fa bene a rivendicare, se lo pensa, il fatto di concertare, ma non credo che questo giustifichi un voto contrario ad un ordine del giorno che di concertazione non parlava e impegnava solo questo Consiglio a ragionare organicamente sulla questione della casa. Le faccio i complimenti spesso, Assessore, però non si metta anche lei a fare propaganda antigovernativa, come ha fatto prima nella relazione, perché io riconosco che lei ieri ha sbloccato venti milioni per rispondere agli impegni che questa Regione aveva preso per i fondi sociali; le ricordo anche che quei soldi mancavano perché non sono stati dati dal Governo Berlusconi a questo Consiglio regionale. Siccome su questa questione stiamo lavorando, spesso collaborando, anche se su posizioni diverse però si cerca di dialogare, evitiamo di introdurre la propaganda, ogni volta che affrontiamo in aula consiliare una questione di merito, su quello che si deve fare e chi lo deve fare, perché questa cosa di scaricare le responsabilità sempre sugli altri non è bellissima. Dopodiché prendo atto positivamente del fatto che con i suoi emendamenti si sono risolte positivamente due delle questioni che avevamo posto. Mi pare che si sia chiarito che in nessun caso può essere sostituito il canone moderato al canone sociale, ma si parla di piani dei Comuni, che comunque devono integrare anche la disponibilità di alloggi a canone sociale. Prendo atto, e la ringrazio, del chiarimento sul fatto che tutta la legge parla solo ed esclusivamente degli alloggi vuoti, e prendo atto dell impegno a portare al più presto, cosa per noi dirimente, in Consiglio, in Giunta, in Commissione, il progetto di legge sulle vendite. Restano due questioni, che continuiamo a non condividere. Mi pare che l idea di togliere, da parte della Regione, a Province e Comuni funzioni e, allo stesso tempo togliersi una parte delle responsabilità rispetto al fondo sociale, non siano state una scelta giusta. Per queste ragioni noi ci asteniamo. La parola al Consigliere Prina, per dichiarazione di voto. PRINA Francesco Anch io vorrei interloquire con l Assessore perché la motivazione sostenuta circa i 30 milioni, mi riporta a considerare quella che è stata, o meglio quello che non è stata, la politica per la casa del Governo precedente, nel senso che la materia è sì arrivata in capo alla Regione però è arrivata in capo della Regione con un solo trasferimento di risorse, quelle risorse che i lavoratori avevano accumulato con i fondi Gescal; dopodiché sappiamo tutti che i trasferimenti dello Stato per cinque anni sono stati meno che zero, forse un ruolo, una funzione demandata alle Regioni - alla faccia delle devolution - ma senza trasferimento di risorse.

31 25 Allora, non soffermiamoci su quello che è stato, guardiamo in avanti, guardiamo la possibilità di produrre una legge nuova sull abitare, come servizio per poter - l ho detto già una volta in questa aula - intrecciare sinergicamente quelle che sono le potenzialità programmatorie urbanistiche a quelle che sono le poche risorse in capo alle Regioni, perché solo così si possono moltiplicare le poche risorse e farle diventare risorse significative e non insignificanti come le attuali. Su questo, mi permetta, c è bisogno di una grande riflessione da fare in questo Consiglio. Quando sento dire che gli emendamenti, che noi abbiamo proposto e che lei ha sintetizzato, sono ancora insufficienti, da un certo punto di vista mi trovo d accordo, da un altro punto di vista mi trovo d accordo nella responsabilità di governo che lei ha su questo problema delicato e drammatico, per cui l urgenza dell amministrare mi fa scegliere l astensione per darle ancora credito per lo stile e il comportamento che lei ha nell affrontare l emergenza di questo problema. Penso che votare contro a questi emendamenti non è sensato e non è saggio, perché dopo aver fatto l Amministratore pubblico locale capisco che anche i Sindaci, anche gli amministratori locali chiedono di poter sciogliere dei nodi irrisolvibili rispetto alla manutenzione, rispetto al degrado di numeroso patrimonio di edilizia sociale pubblica, e questo può essere un aiuto in questo senso. Però, e chiudo la dichiarazione, vorrei che l impegno dell Assessore fosse quello che prima ho auspicato, quello di prendere seriamente anche una riflessione sul ruolo e sul funzionamento delle A- LER, cioè di quegli istituti che sono demandati alla gestione di questo patrimonio. Forse davvero è giunta l ora di porsi anche questa domanda, perché una Regione come la nostra non può avere degli istituti che non sanno svolgere il loro ruolo per numerosi motivi burocratici, di i- nefficienza e di non rispondenza a quelle che sono le basilari norme della gestione efficiente di un patrimonio. Ecco, di tutto questo bisogna prendere coscienza, caro Assessore, affinché divenga motivo di discussione, di approfondimento e di un quadro legislativo davvero unitario ed organico. Mi sembra di capire che questo è stato un po il suo intendimento, e per questo motivo dichiaro l astensione su questo provvedimento. Scusate, sono incuriosito dall Assessore Corsaro, che sta catalizzando l attenzione dei suoi Colleghi. Potrebbe renderci edotti di ciò che catalizza l attenzione? Chiedevo qual era l argomento che catalizza l attenzione dei suoi Colleghi, se poteva socializzare. Grazie. Andiamo avanti con le dichiarazioni di voto. La parola al Presidente Monguzzi. MONGUZZI Carlo La ringrazio, Presidente. Anch io ho notato una piccola caduta di stile dell Assessore Scotti, quando ha attaccato il Governo, non tanto perché abbia attaccato il Governo quanto perché io sarei per sognare una democrazia compiuta, in cui i Ministri fanno i Ministri, gli Assessori fanno gli Assessori, il

32 26 Sindaco di Milano fa il Sindaco di Milano, e ognuno cerca di fare le cose per cui è stato eletto, e non che uno attacca quell altro o attacca quell altro ancora. Ma, a parte questa piccola caduta di stile, che sarebbe meglio non ripetere, bisogna dare atto, nel solco di quello che hanno detto i compagni Prina e Mirabelli, dello sforzo che ha fatto l Assessore per arrivare a destinare sempre più fondi alle case popolari. E evidente che questo provvedimento non è: case popolari per tutti coloro che ne hanno bisogno, siamo ancora lontani da questo, però il nostro voto è di astensione proprio per questo sforzo. Smettila di attaccare il Governo e andiamo avanti a lavorare. Per l ultima dichiarazione di voto, la parola al Presidente Galli. GALLI Stefano Presidente, non mi posso esimere dalla dichiarazione di voto se non altro dettata da altre considerazioni che vorrei svolgere, e non solo di carattere squisitamente tecnico, all interno ovviamente del provvedimento che andiamo ad approvare. Credo che molte delle osservazioni fatte dai Colleghi, e soprattutto dai Colleghi dell opposizione, mi inducono anche ad alcune riflessioni, che brevemente vorrei svolgere. Si è rimarcato molto l aspetto economico di questa legge. Certo, se avessimo più risorse saremmo i primi ad attivare tutte le procedure, e in primis ne sarebbe molto felice l Assessore Scotti, di questo credo che ne sarà e ne è conscio. Però muovere delle critiche, come ho sentito in alcuni casi, così gratuite, sapendo di avere anche un po la coda di paglia, la cosa mi dà leggermente fastidio. Torno a bomba, un problema, e poi entrerò comunque nel merito del provvedimento, mi dà fastidio il fatto che alcuni Colleghi non tengano conto delle malefatte di questo Governo. Si viene a dire che la non ha fondi sufficienti per una serie di iniziative di questo tipo, e noi siamo qui solo per chiedere al Governo che ci venga dato anche il giusto da parte dello Stato nei nostri confronti. Poi veniamo a sapere che per un operazione di facciata, ma che non lo è più di tanto, Regioni come la Regione Lazio vengono aiutate dal Governo a fronte di un buco di 11 miliardi di euro, disavanzo che possono aver creato numerosi Presidenti, non do la colpa esclusivamente all ultimo, al penultimo, al terzultimo, però è ovvio che la deve fare i conti anche con queste situazioni: pagare anche per le malefatte altrui o per la mal gestione altrui. E voi che siete qui a raccontare a noi la vostra tiritera, non vi vergognate di queste situazioni, non vi vergognate, da lombardi, non dovreste neanche essere lombardi, o identificati come tali. Allora, detto questo, Presidente, io credo...(interruzione fuori microfono del Consigliere Muhlbauer)... Ma guarda, già col cognome che hai di lombardo hai ben poco. Scusate...(Voci dall aula)

33 27 Sì, io richiamo il Presidente Galli ad attenersi al tema. Assessore Prosperini... (Confusione in aula) Presidente si sieda, Consigliere Muhlbauer torni al suo posto! Presidente Galli, la invito a concludere la dichiarazione di voto, attenendosi al tema. GALLI Stefano Sì. Dico che nel provvedimento è corretto, dal nostro punto di vista, però evidenziare le particolari caratteristiche di questo provvedimento. Credo che sia da valutare con grande interesse il metodo dell asta pubblica per la vendita; credo che sia da valutare anche la base d asta pari al valore di mercato dell alloggio libero, risultante da perizia, l autorizzazione della Giunta regionale per i piani di vendita, e credo che il piano di reimpiego dei proventi per finalità di incremento e recupero del patrimonio sia - credo - l eccellenza. Credo che non siano sfuggite a nessuno anche alcune anomalie, che abbiamo ovviamente introdotto, che è quella di abrogare la disposizione sul Consorzio degli ACP, che ormai era già soppresso da molto molto tempo. Penso che nessuno ha l arroganza di giudicare un provvedimento come la panacea miracolistica, però abbiamo la presunzione di dire che in questo caso la si sta muovendo bene, nelle ristrettezze economiche che ha e soprattutto senza prendere in giro molti cittadini rispetto ad altre forze politiche che siedono su questi banchi. Votazione finale Pongo in votazione finale, per alzata di mano, il progetto di legge n. 198 quale risulta dai singoli articoli dianzi approvati dal Consiglio. (Il Consiglio approva) Ordine dei lavori (Il Consigliere Agostinelli chiede la parola) Presidente Agostinelli, su cosa chiede la parola?

34 28 AGOSTINELLI Mario Intervengo come Presidente, quindi con una funzione istituzionale. Non ho insistito prima perché era chiaramente una forma di provocazione ed era più importante concentrare la nostra attenzione sul merito del provvedimento che si andava a votare; noi abbiamo votato contro e quindi in una fase di confronto democratico ci siamo espressi. Adesso invece pongo una questione che non intendo lasciare passare sotto silenzio. Io ho un cognome magari tollerabile, però mi chiedo: se avessi un cognome che non è vagliato da Galli, o dai suoi amici, come un cognome che ha la titolarità a sedere qui, io avrei meno diritti? Lo chiedo al Presidente, io non lascio passare questa affermazione sotto silenzio, probabilmente è stata una affermazione goliardica, però o sanzioniamo che è stato un atto goliardico altrimenti io esigo le scuse ora, in aula. Credo che dovremmo evitare in questa aula di dare giudizi sui cognomi di ciascuno dei componenti di questa aula, anche perché, come è noto, i cognomi non si scelgono ma i cognomi fanno parte dell eredità di ciascuno. Quindi è evidente che il richiamo è a mantenersi ad un confronto che riguarda i temi in discussione di questa aula, che non siano sui giudizi e sulle valutazioni, sui tipi di cognomi che ciascuno di noi ha, e quindi è evidente che io richiamo tutti i componenti dell aula a mantenere un comportamento corretto e rispettoso nei confronti di tutti quanti. Possiamo procedere. Prego Presidente Monguzzi. MONGUZZI Carlo Scusi Presidente, lei può fare ciò che vuole, però richiamare tutti i componenti dell aula ad un maggior rispetto, io ho sempre rispettato tutti, che rispetto devo avere? Mi faccia continuare. Il Presidente Agostinelli è intervenuto su un offesa ricevuta dal Collega Galli; perché lei deve richiamare tutti i componenti dell aula? Io di cognome mi chiamo Monguzzi, come alcuni di voi sanno, mia nonna si chiamava Oronza Dorotea Tardio, nome bellissimo, bellissimo, Oronza Dorotea Tardio, nonna di cui io vado orgoglioso. Non offendo il collega Storti perché si chiama Storti, né il collega Saponaro perché si chiama Saponaro, neanche il collega Corsaro, che ha un cognome magari più divertente. Per cui io la prego, se lei deve richiamare qualcuno non richiami tutta l aula perché io ho sempre rispettato tutti e quasi tutti ci siamo sempre rispettati tutti, richiami il responsabile dell infrazione, se giudica un infrazione quello che ha detto il Consigliere Galli, ma non faccia urbi et orbi un richiamo che io veramente non mi sento di ricevere. Guardi, Presidente, come al solito credo che ognuno debba rispondere innanzitutto alla sua coscienza e il richiamo è evidente a chi è stato fatto. Siccome mi riferivo all intervento che è avvenuto esattamente cinque secondi prima, quindi credo che problemi di memoria, almeno nei componenti di

35 29 questa aula, non vi siano, il richiamo era esplicito all intervento del Presidente Galli. Quindi, se non era chiaro, il richiamo a tutti era riguardo al fatto di chi aveva prodotto quel tipo di intervento. Poi se qualcun altro si sente chiamato in causa risponde di se stesso alla propria coscienza. Grazie, passiamo al successivo punto all ordine del giorno. &A Progetto di legge n. 56 Istituzione del parco naturale dei Colli di Bergamo, d iniziativa della Giunta regionale. (Argomento n. 5 all ordine del giorno) Discussione generale A norma dell art. 40 dello Statuto, invito il Consiglio a procedere alla discussione generale del progetto di legge n. 56 di cui all oggetto, facendo presente che il medesimo è stato esaminato dalla sesta Commissione consiliare. La parola al Relatore, Consigliere Raimondi. RAIMONDI Marcello Presidente, spero che le bellezze naturali di cui parlerò adesso riportino serenità nell aula. La legge regionale 86 del 1983 prevede che all interno dei confini dei parchi regionali siano individuati i parchi naturali, che consistono nelle aree caratterizzate dai più elevati livelli di naturalità e destinate a funzioni di conservazione e ripristino dei caratteri naturali. L individuazione delle aree a parco naturale avviene con legge regionale. Sempre la legge regionale n. 86 del 1983 prevede che il piano territoriale di coordinamento disciplini le aree a parco naturale. Il parco di interesse regionale dei Colli di Bergamo è stato istituito con la legge regionale 18 agosto 77, numero 36. Il piano regionale di coordinamento è stato approvato con legge regionale del 13 aprile 91, numero 8, ma non presentava ancora la proposta di perimetrazione del parco naturale. Il progetto di legge in discussione ha pertanto il compito di individuare le zone suddette e di istituire il parco naturale. Il territorio del parco naturale individuato interessa i Comuni di Bergamo, Ponteranica, Sorisole, Villa d Almè, nonché l Amministrazione della Provincia di Bergamo. La superficie del parco naturale è di 940,5 ettari, pari al 20 per cento della superficie complessiva del parco regionale. Ricostruisco l iter. L Ente gestore del parco regionale ha convocato, nel giugno 2004, una conferenza programmatica con tutti i Comuni facenti parte del parco e la Provincia di Bergamo per effettuare un analisi preliminare dell area, l individuazione degli obiettivi da realizzare, la valutazione degli

36 30 effetti ottenuti e la perimetrazione del parco naturale. Successivamente l Ente gestore del parco ha adottato la variante al piano territoriale di coordinamento del parco regionale per individuare il perimetro del parco naturale. Quindi, dopo aver ricevuto osservazioni, che ha puntualmente controdedotto, ha trasmesso alla Regione la proposta di variante con l individuazione delle zone di parco naturale e la richiesta di istituzione del parco naturale. La Giunta regionale, nel febbraio 2005, ha quindi provveduto all approvazione della variante del piano territoriale di coordinamento. All interno del territorio del parco regionale sono state individuate quattro aree, due delle quali di forte urbanizzazione, che hanno mantenuto caratteri di elevata naturalità per la presenza di valori ambientali peculiari e per le caratteristiche geologiche e forestali faunistiche. Mi spiace che non sia presente il Consigliere Monguzzi, che è sempre molto attento; adesso parleremo anche della sua piscina. Le zone individuate sono, nello specifico: l area del Canto Alto e della Valle del Giongo - ecco il Consigliere Monguzzi, mi raccomando perché sa, Consigliere, quanto siano importanti queste zone - l area della Maresana, l area dei Boschi di Astino, dell Allegrezza e la Valmarina. Se poi qualche Consigliere vorrà posso anche diffondermi nella descrizione dettagliata di ciascuna di queste località, che, consentitemi, sono tra le località più belle della. Le finalità delle aree proposte a parco naturale sono quelle indicate dalla legge quadro, e in particolare: conservare specie animali e vegetali; applicare metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare un integrazione tra uomo e ambiente naturale; promuovere attività di educazione, di formazione, di ricerca scientifica; concorrere al recupero delle architetture vegetali e degli alberi monumentali; difendere e ricostituire gli equilibri idraulici ed idrogeologici; promuovere e concorrere, con i Comuni e gli Enti gestori di aree protette limitrofe all individuazione di un sistema integrato di corridoi ecologici. Tali finalità costituiscono al contempo gli obiettivi primari da perseguire anche in relazione all elevata vulnerabilità delle aree stesse. La gestione del parco naturale è affidata al Consorzio, già preposto alla gestione del parco regionale dei Colli di Bergamo; sono puntualmente definite le norme di salvaguardia, in vigore dall istituzione del parco naturale, che garantiscono il perseguimento delle finalità, con particolare riguardo alla flora, alla fauna, alle specie protette, ai rispettivi habitat, elaborate facendo riferimento all articolo 11, comma 3, della legge 6 dicembre 91, numero 394. La parola al Presidente Benigni. BENIGNI Giuseppe La ringrazio Presidente. Solo per dichiarare il mio voto favorevole alla formazione di questo parco naturale, in una zona estremamente importante - lo ricordava il Relatore - per la Bergamasca, in quanto il parco si situa nelle immediate vicinanze, a nord della città, in zona collinare, presenta zone di indubbio valore naturalistico e anche faunistico, come il Canto Alto. Aspettavamo l approvazione di

37 31 questo parco naturale, ho chiesto infatti anche al Relatore di poterlo mettere in votazione perché così scattano anche le norme di tutela in esso contenute. Per cui dichiaro appunto il mio voto a favore e rimarco l importanza dell istituzione di questo parco naturale dei Colli. La parola al Presidente Monguzzi. MONGUZZI Carlo Noi accogliamo sempre senza grande entusiasmo la nascita di un parco naturale perché avviene all interno di un parco regionale, e in genere la costituzione di un parco naturale può significare l inizio di un progressivo smembramento e abbandono del parco regionale, e cioè: la aveva un territorio tutelato a parco per il 20 per cento, con questa sagace idea dell istituzione dei parchi naturali questa area tutelata si restringe sempre di più; dal punto di vista della comunicazione si fa finta di fare dei nuovi parchi, in realtà sono dei restringimenti di parchi esistenti. Quindi tendenzialmente l Unione, in Commissione e in Consiglio, si è sempre astenuta su questi parchi naturali. Il parco dei colli di Bergamo ha una particolarità di essere venuto fuori con grande sforzo, con grande partecipazione, quindi alcune differenziazioni di voto sono assolutamente legittime. A noi lasciano perplessi due commi dell articolo 5, il comma 3 e il comma 4. Il comma 3 parla di eventuali deroghe ai divieti dei parchi naturali. Specificamente i parchi naturali sono tutelati dalla caccia, a meno che non ci siano problemi di intervenire con prelievi selettivi. Il comma 4 parla invece delle deroghe per usi civici. Allora, per quanto riguarda la questione della caccia, noi avremmo preferito che all interno della legge di istituzione di questo parco naturale fossero contenute le deroghe come sono scritte nella legge 394 del 1991, che sono molto più precise, molto più chiare, sia per quanto riguarda la caccia, sia per quanto riguarda il comma 4, che riguarda le deroghe per usi civici. L uso civico è una cosa molto affascinante perché viene dal Medioevo, quando uno come Squassina, che nel Medioevo era sicuramente nella parte più bassa della scala sociale, quasi a servo della gleba, poteva però andare a fare legna nel bosco vicino o portare le pecore, rubate al Consigliere Tosi, a pascolare. Quindi sono delle cose assolutamente normali e naturali, però, ripeto, avremmo preferito che questa deroga per usi civici fosse quella regolamentata dalla legge n. 394 del Quindi il voto mio personale è di astensione, nella scia di quello che abbiamo fatto negli ultimi due o tre anni. Rassicuro il Collega Raimondi, che ho seguito con assoluta attenzione la sua relazione, che era come al solito esauriente e ricca, e soprattutto per il cognome che porta, che è notoriamente di derivazione vietnamita. La ringrazio. La parola al Consigliere Segretario Bonfanti.

38 32 BONFANTI Battista Presidente, intervengo, se si vuole, anche per un motivo affettivo. Tra le responsabilità che ho avuto nella mia esperienza politica c è anche quella di aver presieduto per un quinquennio il Consorzio di questo parco, proprio nel momento in cui abbiamo varato il piano territoriale, che poi passò in Regione e venne approvato dal Consiglio regionale di allora. Quindi posso dire di conoscere bene questo parco e bene ha fatto il Relatore Raimondi a sottolineare l eccezionalità di questo parco perché è un parco che, visto dall alto, dall aereo, diciamo così, appare proprio come un polmone verde dentro un area fittamente urbanizzata e dove l espansione della grande Bergamo minaccia in modo visibile le pendici del Canto Alto, della Maresana, ma soprattutto i formidabili Colli di Bergamo, che sono in parte di grande valenza naturalistica e in parte sono edificati con una edilizia di alto pregio, che risale appunto alla fine dell ottocento, ai primi del Novecento, quando le famiglie borghesi di Bergamo Bassa andavano, durante i mesi estivi, appunto sui Colli. Detto questo, voglio approfittare di questo intervento per dare atto ai promotori di questo parco, che sono stati i Consiglieri regionali della II, III legislatura, dall Ingegner Parigi all Assessore Ruffini ed altri, che attraverso l istituzione di questo parco hanno impedito quello che sarebbe avvenuto, cioè una vera e propria distruzione di tutto quanto il territorio e degli spazi verdi attorno alla città. E quindi per dire che a volte la politica fa anche delle scelte giuste e anticipatrici rispetto a quelli che sono i problemi e le sensibilità correnti, e dare atto appunto ai predecessori di aver visto lungo, di aver proiettato la loro capacità di intervento verso il futuro. Il passaggio, che avviene su tutti i parchi regionali, e cioè della delimitazione delle aree a forte pregio naturalistico, indubbiamente possono prestarsi alla polemica che il Collega Monguzzi, ad ogni passaggio in aula di un parco, ripete, perché effettivamente è una riduzione dell area a protezione totale, diciamo così, un ampliamento delle aree non a protezione totale. Però io credo che la vera protezione da fare su questo parco sia quella appunto di bloccare l espansione urbana, l espansione edilizia. E su questo posso rassicurare il Collega Monguzzi, che nel piano territoriale questo blocco alla urbanizzazione strisciante c è, occorre solo applicarlo, farlo rispettare e aiutare i Comuni in quella azione di prevenzione e di battaglia contro l abusivismo, che purtroppo anche dalle nostre parti, soprattutto nelle aree pregiate, è un fenomeno che ancora è presente. La parola al Presidente Agostinelli. AGOSTINELLI Mario Anche per la provenienza da una lunga gestazione a noi sembrava che l aspetto preminente fosse sbloccare la situazione, quindi sostenere l istituzione del parco, anche essendo a conoscenza delle riserve che sono state espresse da Monguzzi. La nostra valutazione è che l urgenza dell istituzione e l attenzione che si è creata attorno al parco, tra l altro in una zona quasi urbana, meriti un sostegno e semmai di trasferire su un atteggiamento di vigilanza quelle che sono le obiezioni che potremmo mantenere. Quindi noi votiamo a favore dell istituzione del parco.

39 33 La parola al Consigliere Saponaro. SAPONARO Marcello Presidente, condivido integralmente le cose che ha detto il Presidente del mio Gruppo, Carlo Monguzzi, e la riflessione che faceva adesso anche il Consigliere Segretario Bonfanti, credo che dovrebbe essere fatta propria da una riflessione complessiva di tutta l aula sulla modalità di finanziamento, di sostegno ed anche e soprattutto di limitazione dell urbanizzazione dei parchi regionali. I parchi naturali dovrebbero essere fatti per dare esclusivamente maggiori tutele a quelle che già ci sono, invece diventano spesso la delimitazione reale, finale, della zona tutelata e che gode di benefici, perché gode da quel momento di finanziamenti anche statali, di cui altrimenti non potrebbe godere. Questo da parte nostra, e quindi questo l intervento del Presidente Monguzzi, anche in riferimento a tutte le altre discussioni su precedenti istituzioni di parchi naturali, è una denuncia anche dell abbandono a cui vengono relegati i parchi regionali, della politica di queste ultime amministrazioni regionali, nel taglio dei fondi e nel taglio dell attenzione a queste istituzioni di tutela del territorio lombardo. Però per la prima volta, e mi auguro ma ne sono convinto, per l ultima, mi differenzierò nel voto su questo progetto di legge per la particolarità del parco dei Colli di Bergamo, pur condividendo quanto ho richiamato e quanto ha detto il Presidente Monguzzi, perché ritengo che quel 20 per cento in cui adesso viene racchiuso il parco naturale dei Colli di Bergamo, con la sua capacità che avrà di attirare finanziamenti statali, appunto a sostegno del parco, sia predominante nella scelta del mio voto questa mattina. Per questa ragione confermo il voto a favore, richiamando però ulteriormente l aula anche ad avviare una riflessione sui parchi regionali, perché troppo spesso l istituzione dei parchi naturali significa invece dimenticarsi, anche nei finanziamenti, di quelli che principalmente dovrebbero meritare la nostra attenzione. Non ho altri iscritti a parlare, mi sembra di interpretare che, nel corso della discussione generale, abbiamo svolto anche le dichiarazioni di voto. Discussione e votazione dei singoli articoli Pongo in discussione ed in successiva votazione, articolo per articolo, il progetto di legge n. 56, nel testo formulato dalla sesta Commissione consiliare e al quale non sono stati presentati emendamenti. (Il testo dei singoli articoli è riportato in allegato) Nessuno ha chiesto la parola sui singoli articoli.

40 34 Pertanto pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 1 nel testo proposto dalla Commissione. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 2 nel testo proposto dalla Commissione. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 3 nel testo proposto dalla Commissione. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 4 nel testo proposto dalla Commissione. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 5 nel testo proposto dalla Commissione. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 6 nel testo proposto dalla Commissione. (Il Consiglio approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l art. 7 nel testo proposto dalla Commissione. (Il Consiglio approva) Votazione finale Pongo in votazione finale, per alzata di mano, il progetto di legge n. 56, quale risulta dai singoli articoli dianzi approvati dal Consiglio. (Il Consiglio approva) Sospendo la seduta come indicato nella lettera di convocazione. Durante la pausa è convocata la seconda Commissione, nei locali del Consiglio. I lavori riprenderanno alle 14,30. (La seduta viene sospesa alle ore e riprende alle ore 15.12)

41 35 Presidenza del Vice Presidente Lucchini Diamo inizio ai lavori pomeridiani. &A Progetto di legge n. 217 Modifica dei termini dell articolo 12 della lr 3 marzo 2006, n. 6, Norme per l insediamento e la gestione dei centri di telefonia in sede fissa, d iniziativa dei Consiglieri Squassina Arturo, Muhlbauer, Oriani, Monguzzi, Civati, Squassina Osvaldo, Fabrizio, Tosi, Viotto, Saponaro, Agostinelli e Sarfatti. (Argomento n. 6 all ordine del giorno) Annunzio di proposta di deliberazione Comunico che in merito al progetto di legge n. 217 la quarta Commissione consiliare ha proposto il non passaggio all esame degli articoli. Dibattito E aperto il dibattito in merito alla proposta di deliberazione di non passaggio all esame degli articoli del progetto di legge n (Il testo è riportato in allegato) La parola al Relatore, Consigliere Saffioti. SAFFIOTI Carlo Signor Presidente e Colleghi Consiglieri, la lr 3 marzo 2006, n. 6 Norme per l insediamento e la gestione di centri di telefonia in sede fissa, intese intervenire in maniera innovativa per qualificare e dare regolamentazione ad un settore che era cresciuto disordinatamente, in assenza di qualsiasi previsione normativa.

42 36 Prego Colleghi di seguire i lavori in silenzio. SAFFIOTI Carlo Qualcosa aveva creato gravi problemi, non solo di ordine pubblico, aveva creato resistenze forti in diverse contrade delle nostre città e si era arrivati al punto che le stesse associazioni di gestori di phone center avevano, se non sollecitato, certamente ben accolta la regolamentazione prevista dalla legge. Ricordo che allora ci fu un dibattito articolato, ricordo anche che allora si fu, in maniera quasi unanime, determinati nel ribadire la necessità di dare ordine, di definire requisiti precisi, di ordine igienico sanitario, nel rendere cioè questi phone center delle strutture che servissero a chi aveva bisogno di comunicare ma in maniera tale che non si trasformassero in qualcosa di diverso, perché era questo qualche cosa di diverso che aveva provocato disagio, malessere, proteste, nei cittadini. Nel progetto di legge erano chiaramente indicati i termini previsti per il raggiungimento dei requisiti, che erano ben specificati, e nessuno allora ebbe a ridire sulla qualità e quantità dei requisiti richiesti. Il progetto di legge, che è stato presentato dai Colleghi del Centrosinistra, chiede la proroga di un anno riguardo al raggiungimento di questi requisiti. La Commissione, dopo un ampio dibattito, ha ritenuto, a maggioranza, non doversi addivenire a questo, e ha ritenuto che dovesse essere affermato il principio che la legge è uguale per tutti, la legge va rispettata e, soprattutto in un settore come questo, dov era evidente anche l intenzione politica di dare un segnale che le leggi vanno rispettate e che la comunità civile ha delle esigenze che devono essere tenute nella giusta considerazione, ha ritenuto di non accettare questo progetto di legge. Durante gli incontri, che il sottoscritto, in qualità di Relatore, ha avuto con le associazioni, sono stati evidenziati, oltre al problema della richiesta di proroga, anche altre problematicità e altre difficoltà interpretative della legge. E per questo motivo che l Assessore ha presentato, in accordo con il sottoscritto, un emendamento all articolato col quale si propone di deliberare il non passaggio all esame degli articoli del progetto di legge n Ecco, un emendamento nel quale viene richiamata l opportunità... Scusi Presidente, sono costretto a chiedere gentilmente agli addetti dell informatica di lasciare l aula. I lavori d aula si svolgono solo con i Consiglieri in aula. Grazie. Prego Presidente. SAFFIOTI Carlo Dicevo, l emendamento. Dopo aver ricordato, e comunque sottolineato il rapporto che c è stato tra le istituzioni interessate e la collaborazione che c è stata tra gli Assessorati competenti della Regione,

43 37 con le istituzioni coinvolte, e nel riconoscere che nei phone center vengono svolte attività tipo il moneytransfer, e che vengono svolte in quanto ritenute complementari, si richiede alla Giunta di intervenire presso il Governo, perché venga comunque svolta un attività forte di controllo nei confronti di e- ventuali derive verso fenomeni di riciclaggio, di evasione e di altri illeciti, affinché venga vigilato che non avvengano trasmissioni di immagini e di informazioni a carattere pedo pornografico, e si impegna la Giunta ad emanare quelle disposizioni interpretative, di supporto all applicazione delle norme contenute nella legge regionale 6 del 2006, così da chiarire ad Enti locali e a operatori, alcuni aspetti problematici e critici, che erano stati da loro stessi avanzati in maniera tale, almeno per quel che riguarda questo aspetto, da superare incomprensioni e difficoltà. Detto questo, nella convinzione che si prende una decisione per certi aspetti giusta, e siamo comunque consapevoli che può presentare anche qualche aspetto, che può sembrare forse essere non del tutto equo (però vedremo in futuro l esatta portata di quelle che sono state le argomentazioni e le rappresentazioni della situazione, che ci sono state fatte, cioè sicuramente la disponibilità di esaminare il complesso della legge) la proposta è quella, sulla base del parere espresso a maggioranza dalla Commissione, di non passare all esame degli articoli del progetto di legge n. 217 e di integrare, con l emendamento presentato dall Assessore, la proposta stessa. La parola al Consigliere Arturo Squassina. SQUASSINA Arturo Presidente, farò un grande sforzo per non entrare nel merito di questioni che toccano sensibilità molto forti, presenti all interno e all esterno dell aula, anche se alcune affermazioni, che sono presenti in questo emendamento, mi pongono proprio in una condizione di non affrontarle perché altrimenti, soprattutto per alcune affermazioni, rischierei di perdere il senno della ragione, visto che sono affermazioni pesantissime. Non voglio aprire una polemica sul problema della pedofilia e così via. Come Unione, presentando quel disegno di legge, ci siamo posti su un terreno non ideologico, ci siamo posti su un terreno di grande saggezza, alla luce di quella che è la situazione concreta per quanto riguarda la questione phone center. Non siamo entrati nel merito della legge, abbiamo chiesto, alla luce di quella che è la situazione concreta nella nostra Regione, di prorogare per un anno l applicazione di quella legge, per due motivi fondamentali. Il primo è che evidentemente questi mesi non sono bastati per mettere in campo quelle opere di ristrutturazione, che erano necessarie per quanto riguarda quello che imponeva la legge. L altro aspetto però, sul quale sarebbe molto ma molto significativo discuterne, è che l articolo 7 di quella legge poneva ai Comuni il compito di affrontare il piano dei servizi per essere in grado di avere delle proposte in campo per quei phone center che non avevano i requisiti che la legge prevede. Non stando a notizie del KGB, ma stando a notizie dell ANCI, risulta che la percentuale dei Comuni lombardi che si sono adeguati a questo articolo 7 è tra il 12 e il 15 per cento. Vorrei sottolineare a tutti che il più grande Comune della Lombardia, il Comune di Milano, non ha affrontato, neanche nella Commissione urbanistica, il tema della pianificazione per quanto riguarda la proposta di come dislocare questi servizi nella città.

44 38 Quindi, non solo non si è stati in grado di ottemperare a una parte dell articolo 7, ma badate bene che quell articolo 7, al terzo comma, dice che se anche questo piano dei servizi non è fatto, scaduta la legge, si chiudono i phone center. Quindi si assumono precise responsabilità sia per quanto riguarda la stessa convivenza civile ma anche su due questioni di fondo...(interruzione) voi potete chiedere che non si passi alla discussione di questo progetto di legge ma tutti dovranno mettere la propria faccia per decidere queste cose. Badate bene che voi farete mancare tutta una serie di servizi per i migranti e toglierete loro la possibilità di mettersi in contatto con la famiglia; e allora avete sollevato un polverone sulla questione dei Dico, che minerebbero il matrimonio e la famiglia naturale, ma voi, portando avanti con acredine questo tipo di posizione, mettete nelle condizioni molti migranti di non poter entrare in contatto con i loro familiari. C è di più, ma credo sia anche responsabilità del Centrosinistra che attualmente governa, sapete che io non risparmio critiche anche alla politica del Centrosinistra. La Legge Bossi-Fini non è stata modificata. Sapete che attraverso la Legge Bossi-Fini il permesso di soggiorno è legato alla questione del lavoro. Se si procede in questa logica, noi avremo imprenditori che perderanno la possibilità di esercitare (alla faccia di favorire l imprenditoria!) ma anche i lavoratori migranti che lavorano nei phone center perderanno l occupazione. Ma c è ancora di più: venerdì c è stata una sentenza del Tar di Brescia, che ha giurisdizione non solo su Brescia ma anche su altre città della Lombardia, che dà ragione ai migranti, che hanno protestato e hanno avviato la causa al Tar, per due motivi fondamentali. Il problema dei tempi: voi su tutto siete disposti ad allargare i tempi, ad esempio sulla questione dei macelli proroghiamo di altri tre anni; lo scorso Consiglio regionale abbiamo discusso del tema dell illuminazione per quanto riguarda i Comuni e il termine dal 2001 è stato spostato al 2012, invece per i phone center vige il termine perentorio, nonostante l inadempienza dei Comuni, il termine per la chiusura dei phone center è perentorio. Dicevo, il Tar, che dà ragione ai dieci proprietari di phone center, solleva due problemi, poi vedremo la sentenza martedì: il tema del tempo messo a disposizione di cui ho già detto e il fatto che alcune questioni che sono presenti in questa legge sono discrezionali, perché per i phone center si esigono una serie di servizi, addirittura la sala d aspetto, che invece per altre attività commerciali non sono assolutamente richieste. Quindi il mio buon senso mi spinge a non entrare nell ordine di una disquisizione ideologica. So benissimo con chi sto e da che parte sto, ma non è questo all ordine del giorno oggi; all ordine del giorno oggi ci sarebbero innanzitutto due questioni di saggezza. Spero che quando metteremo mano allo Statuto e al Regolamento non assisteremo più a queste pantomime, e cioè che progetti di legge presentati dall opposizione o restano anni persi nei meandri delle Commissioni o, se arrivano in aula, si chiede di non passare all esame degli articoli, però la Giunta può presentare un proprio emendamento. Quindi mi auguro che, visto che metteremo mano alla questione del Regolamento e dello Statuto, anche su queste questioni si trovino delle soluzioni che favoriscano il lavoro e la volontà di interagire anche da parte dell opposizione. E allora vi chiederei quanto meno questo atto di trasparenza: si entri nel merito del progetto di legge e si discuta non in ordine ideologico. Vi ribadisco che, alla luce ancora di quello che ha definito la sentenza del Tar di Brescia venerdì, buon senso vorrebbe che prorogassimo di un anno l entrata in vigore di questa legge e ci prendessimo questo anno per entrare nel merito delle questioni che la Corte costituzionale - non una Commissione di poco conto, perché il Tar ha rinviato alla Corte costituzionale il fatto di chiarire che su alcune questioni in quanto per il Tar esistono problemi di costituzionalità - dovrà affrontare. Quindi faccio appello non alla pancia e alla pelle, faccio appello all intelligenza di questa Assemblea, a maggior ragione dopo la sentenza del Tar. Mi pongo su una situazione di saggezza e di buon senso, non rispondo alle provocazioni che sono avvenute in tanti altri settori, vi richiamo a questa saggezza, che può permettere non solo ai Comuni di fare quello che dovevano fare ma che permette anche

45 39 di entrare nel merito dei problemi che il Tar di Brescia ha sollevato: la questione del tempo e la questione dell incostituzionalità di alcuni articoli di questa legge. Se agissimo a favore della collettività, e in questa collettività ci metto a pieno diritto i lavoratori e le lavoratrici migranti, che insieme ai doveri hanno anche i loro diritti, e quindi vi chiederei: uno, una scelta politica, di ritirare la proposta di non passare alla discussione del progetto di legge, e vi chiederei di acconsentire a questa proroga in modo di dare anche un esempio che non ci si muove su un terreno ideologico e di rabbia verso altre etnie, ma ci si muove su un terreno di diritti e di doveri. Quindi vi chiedo sommessamente quanto meno di aspettare quelle che saranno le motivazioni della Corte costituzionale rispetto alle questioni che sono state sollevate al Tar. A me questo sembra buon senso; se voi vi sentite di rispondere a questo buon senso, andando avanti sulla proposta che faceva Saffioti, cioè di non entrare nel merito di questo progetto di legge, cosa volete che vi dica? Ognuno si assume la propria responsabilità. Sappiate che da stamattina sono già cominciati gli scioperi della fame, che questi scioperi della fame continueranno in tutte le città, ma sappiate anche che già alcuni Comuni hanno fatto proprie le motivazioni del Tar, e che quindi saranno loro a creare le condizioni perché non si superi il grande disagio e la contraddizione con la democrazia. E noi ci appelleremo allora con forza a tutti i Comuni, Centrodestra e Centrosinistra, perché facciano loro un operazione di buon senso, come già han fatto alcuni Comuni, visto che noi non abbiamo voluto fare ciò che avremmo potuto fare. La parola al Consigliere Fabrizio. FABRIZIO Maria Grazia Mi trovo in una certa difficoltà ad intervenire su questo argomento, posto che una parte consistente della mia vita l ho dedicata alla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, e oggi, in questo intervento, devo preoccuparmi anche di chi sta dall altra parte della barricata, e cioè di chi fa l imprenditore, di chi costruisce lavoro per gli altri. Stiamo parlando di una legge che abbiamo approvato in questa aula non molto tempo fa, con molte difficoltà, e tra l altro con molti interventi che paventavano quello che poi di fatto sta succedendo. Una legge che cercava di regolamentare un settore sul quale si erano concentrate una serie di problematicità, che sarebbe sbagliato nascondersi, alcune anche di ordine pubblico, alcune anche legate al tipo di utenza che questi esercizi in qualche modo concentravano al proprio interno. Non vi è dubbio che l aver deliberato una legge che va a porre ordine e a stabilire le competenze faccia parte di ciò che normalmente un aula consiliare come questa ha il compito di fare. Non vi è dubbio però che quando si fa una legge ci si aspetta che questa legge sia quanto meno applicabile e che metta in condizione tutti i soggetti che devono intervenire, proprio perché la legge sia applicabile, abbiano l opportunità di farlo. A noi pare che i termini posti per gli adeguamenti, per le strutture che già esistono, stiano creando una serie di problemi che ci vengono sottoposti da più parti, e magari non da quelli che si considerano coloro che danno più fastidio, e cioè i fruitori di queste attività e di questi servizi. E io comincio a trovare una sorta di incongruenza tra ciò che fa questa maggioranza su alcune cose rispetto ad altre. Noi, in III Commissione, stiamo discutendo una serie di provvedimenti che vanno nell ottica della

46 40 deregolamentazione degli iter autorizzativi, per di più su settori delicatissimi, che sono quelli di carattere sanitario e sociale, prestazioni cioè che devono essere erogate a persone, e rispetto alle quali la maggioranza ci propone iter autorizzativi molto veloci, anzi in alcuni casi nessun iter autorizzativo se non controlli successivi. E qui trovo delle incongruenze perché in questo caso invece si ha una sorta di smania di attenzione quasi morbosa a che questo iter di adeguamento sia fatto in tempi decisamente non praticabili. A noi arrivano segnalazioni, ed è strano che arrivino solo a noi e non a voi, da parte dei Comuni per le competenze che sono state loro destinate da questa legge, ma soprattutto ci arrivano le segnalazioni di grande difficoltà da parte delle associazioni imprenditoriali, le quali ci fanno sapere che esistono grossi problemi perché le loro attività possano svolgersi senza la vessazione pesantissima sui tempi di realizzazione degli adeguamenti. La domanda che ci si pone, e che poniamo, e alla quale io spero la Giunta voglia dare una risposta diversa da quella del non dare risposte, e quindi di non prendere nemmeno in considerazione la proposta di legge, la domanda che noi poniamo è: non è che su questo settore ci sia confusione tra quello che è il libero esercizio imprenditoriale e quelli che sono i soggetti che utilizzano il frutto di questa libera imprenditoria? In altre parole: non è che si colpiscono gli imprenditori per colpire coloro che usufruiscono del servizio perché non piacciono o perché danno particolarmente fastidio? Credo che a questa domanda si debba rispondere, perché non è del tutto positivo che un Assemblea legislativa si metta sull onda di un atteggiamento discriminatorio nei confronti degli imprenditori per colpire gli utenti, credo che questo sia un atteggiamento che un Assemblea legislativa non si possa e non si debba permettere; credo che l aver accettato una normazione su questo settore sia un atto di responsabilità da parte di tutti e che se oggi ci si pone il problema del non riuscire ad essere nei tempi per gli adeguamenti, significa che si vuole essere all interno della legge, ma se allora si vuole essere all interno della legge perché questa Assemblea legislativa non consente che si possa essere all interno di questa legge? Ma davvero l antipatia per i fruitori di questi servizi porta a stabilire un principio, a mio modo di vedere, sbagliato, che è quello di condannare molti imprenditori ad uscire dalla legge? Credo che su questo ci possa essere un richiamo forte affinché la Giunta, la maggioranza, tenga in considerazione che quello che si propone non è altro che un tentativo di poter rendere applicabile ciò che oggi applicabile non è; se però anche questo tentativo dovesse andare a vuoto, io credo che rimanga sul campo una non risposta alla domanda che ho fatto precedentemente. La parola al Consigliere Moretti. MORETTI Enio Presidente, intervengo per sgomberare il campo da tutti i dubbi, perché vorrei che fosse chiaro che, per quanto mi riguarda, io non sono né razzista e non ho nemmeno pregiudizi nei confronti di nessuno, tanto meno per simpatia e antipatia, perché vedo che ogni volta che parliamo di temi di questo genere si va sempre a finire su quell argomento, sembra che l unica vostra ragione per attaccarci, per attaccare questa parte politica, sia quella del pregiudizio razziale. Io non ne ho, sia chiaro, non ne ho; mio figlio sul comodino dorme con la fotografia di due fratelli-

47 41 ni di colore e li chiama i miei fratellini. Questo non l ha imparato da solo, gliel ha insegnato qualcuno, forse i suoi genitori, forse. Io credo che sia ora di finirla con questo argomento. La sentenza del Tar, che è stata nominata, non è altro che una sentenza vergognosa; io spero che il Presidente della si appelli alla Corte costituzionale affinché imponga ai Giudici di applicare la legge esistente, perché dopo che un istituzione ha legiferato in materia credo che i Giudici, come dice l articolo 101 della Costituzione, sono soggetti solo alla legge, lo siano e applichino la legge, non si nominino loro legislatori. Rimane nel loro diritto chiedere alla Corte costituzionale di verificare la dubbia costituzionalità, ma nel frattempo una legge, signor Giudice, la dovrebbe applicare, perché questo è un metodo della Sinistra, che fa un pochino schifo, perché arriva da Roma anche, con le circolari ministeriali, che tenderebbero a smantellare la legge Bossi-Fini, tipo quella del Ministro Amato, che impone ai Sindaci di iscrivere nelle liste anagrafiche anche gli immigrati, che non sono in possesso del permesso di soggiorno ma che ne abbiano fatto richiesta. La legge Bossi-Fini è una legge votata dal Parlamento, e dice il contrario, e io faccio un plauso a quei Sindaci che non hanno applicato fino ad oggi questa circolare ministeriale, e invito chi non l ha ancora fatto a non farlo perché è una vergogna, perché la legge, votata da un Parlamento, si modifica e si cambia in Parlamento, non un Ministro che predica in giro per le piazze, che partecipa alle manifestazioni, e poi con un decreto vuole smantellare una legge. Questo non deve avvenire. Il fatto che questi imprenditori abbiano avuto il tempo per mettersi in regola, è certo, perché ci sono dei phone center che si sono messi in regola e che hanno chiesto di poter aprire. Hanno comunicato agli Enti locali che si sono messi in regola, chiedono un sopralluogo per poter riaprire i loro phone center, quindi vuol dire che il tempo c è stato; se per qualcuno non c è stato probabilmente non vi è stata la volontà di adeguarsi a quanto prevede la norma. E questi non sono luoghi che ci sono antipatici, perché lo dicono i signori qui fuori, nel loro volantino, dicono: i nostri luoghi di phone center non solo fanno un servizio ma sono anche luoghi di incontro. Quindi, Consigliere Squassina, non si scandalizzi se noi prevediamo che per questi luoghi di incontro ci sia anche una sala d aspetto. Questi requisiti vengono richiesti in base alla tipologia dell attività che si svolge, commerciale, artigianale, di servizio, come vogliamo chiamarla. E chiaro che non viene chiesta una cucina ad uno che vende le mutande, ma una sala d aspetto ad un esercizio che diventa anche un luogo di ritrovo, e lo dichiarano loro, mi sembra lecito e legale richiederlo. Credo sia giusto proseguire con la legge già votata e non rimettere in discussione nulla affinché tutti si mettano in regola. Questo è un Paese civile e la Lombardia ne è l esempio. La parola al Consigliere Osvaldo Squassina. SQUASSINA Osvaldo Credo che noi dovremmo tentare di dare una risposta ad una domanda di proroga dei tempi di applicazione della lr 6/2006. Oggi non riprendiamo la discussione che abbiamo fatto un anno fa, abbiamo presentato una proposta di legge regionale che si articola su un punto: viene chiesta una proroga di dodici mesi. Questa proroga parte da una prima considerazione: cerchiamo di evitare di rimuovere il merito, perché quando si rimuove il merito di una proposta si rischia soltanto di dare una risposta sbagliata, ripeto, ai problemi che vengono posti.

48 42 Poiché oltre l 85% delle amministrazioni comunali della non ha ottemperato ad una disposizione che la legge regionale prevedeva, il famoso articolo 7, che chiedeva praticamente ai Comuni di individuare le aree nelle quali poter esercitare l attività di phone center, dicevo, di fronte quindi alla considerazione che l 85% delle Amministrazioni comunali non ha ottemperato a questa disposizione, la prima domanda che ognuno di noi deve porsi è la seguente: possiamo pensare di accettare che di fronte ad un ritardo dei Comuni si scaricano le responsabilità sui gestori dei phone center? Se l obiettivo della legge, mettiamola pure in termini interlocutori, cioè se l obiettivo della legge, quello non dichiarato, quello che sta nell intimità dei Consiglieri della Lega, se l obiettivo non era quello di raggiungere la chiusura delle attività dei phone center, di fronte ad una situazione oggettiva, dove la stragrande maggioranza dei Comuni è inadempiente la mia domanda è pertinente. Seconda questione. Stiamo parlando di un attività che coinvolge circa duemila esercizi, che a loro volta coinvolgono qualcosa come settemila addetti; stiamo parlando di attività di telefonia fissa, avviate rispettando le leggi dello Stato, rispettando le leggi della Regione, perché non siamo di fronte - altro richiamo che vorrei fare a tutta l aula - ad attività illegali, siamo di fronte al fatto che sono state avviate attività rispettando la legge. Terzo problema: chi sono queste persone? Veniva ricordato prima dal Consigliere della Margherita, con un esempio abbastanza eclatante, perché io posso anche capire un atteggiamento rigorista, di coloro che varano una legge e poi dicono: una volta fatta la legge, indipendentemente da qualsiasi fatto, la legge viene applicata e rispettata nelle scadenze fissate. Ma scusate, se parliamo di norme igienico-sanitarie (non la voglio usare in modo strumentale, perché quando si parla di problemi seri evitiamo la strumentalità perché non aiuta la loro soluzione) però che se parliamo di problemi di natura igienico-sanitaria, basta vedere la rassegna stampa della Regione, dove molti dei presenti in questa aula si sono posti il problema vero, non finto, di andare a prevedere una possibile proroga per quanto riguarda le norme igienico sanitario per le macellerie, e stiamo parlando di un campo abbastanza delicato dal punto di vista igienico sanitario, perché, nonostante le nostre opinioni, mai è successo che un telefono abbia prodotto malattie particolari. Quindi è evidente che la prima osservazione che volevo fare è questa: come mai di alcune norme si chiede la proroga e invece su altre si è perentori? Si è chiesta la proroga di una direttiva europea varata nel 2004, per non parlare di un altra direttiva europea, che riguarda gli agricoltori, soprattutto delle Province di Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona, mi riferisco alla direttiva sui nitrati, che è già entrata in vigore dal 1991 e, se viene applicata rigorosamente alle sue scadenze, noi potremmo avere problemi seri sul 50 per cento degli agricoltori. Quindi voglio dire che se si vuole essere dei rigoristi si applica questo rigore a tutto. Lo capisco, non lo condivido perché la gestione di una norma di legge dovrebbe essere fatta con il buon senso, però sarebbe più corretto. Terza considerazione: chi sono gli addetti? Credo che al di là del quadrettino dei due bambini di colore, che ricordava il Consigliere Moretti, sarebbe importante iniziare a far entrare in questa aula i nomi e i cognomi delle persone di cui discutiamo. Io sono uscito con altri questa mattina alla manifestazione che è in corso, al fatto che sei persone hanno deciso lo sciopero della fame che, come ognuno di noi sa, è una forma di protesta estrema. Queste persone si chiamano Chion Rosa Elena, che ha 49 anni, del Perù; Paola Frau, che ha 30 anni, un italiana; Omar, 36 anni, del Marocco; Eros Saffi, 29 anni, del Marocco; Mohamed, che ha 43 anni, del Marocco; e Maniovi, 42 anni, del Marocco. Di queste sei persone vi è una donna, e vi invito a non sorridere, vi è una donna che è stata visitata dal medico della Croce Bianca, questa donna è stata sconsigliata a proseguire lo sciopero della fame perché affetta da un tumore. Quindi è evidente che se quest aula - lo dico in questo modo...(interruzione) C è una ragione: queste sono persone ex operai metalmeccanici, ex operai edili, che svolgevano un attività di servizio, fatta tutta la trafila del lavoro, hanno avviato un attività commerciale - dicevo prima - rispettando le norme di legge e soprattutto dedicando parte importante del proprio risparmio, dell indennità di liquidazione percepita nelle fabbriche della Lombardia. Quindi l osservazione finale che vorrei fare per poi arrivare ad una proposta è quella che noi ci troviamo di fronte a delle persone in carne ed ossa, che hanno rispettato la legge esistente e che si trovano

49 43 oggi a dover rischiare la chiusura se non viene prorogato un termine previsto dalla legge regionale del marzo dello scorso anno, solo per un atteggiamento di grande rigore ma che ha evidentemente fa a pugni con il buon senso. Quali sono i due fatti importanti che sono avvenuti? Voglio citarlo, perché anche il pensiero di altri può essere utile in questa discussione. Durante l intervallo di questa riunione, una persona, non certamente della Sinistra, nel commentare questa cosa, mi faceva un esempio: di fronte ad un incrocio, se succedono incidenti perché il semaforo non viene rispettato, noi pensiamo di risolvere il problema e- liminando il semaforo. Ma non è così! Questo vale anche per un aula come questa, anziché eliminare i phone center sarebbe utile gestire questo passaggio con serietà e con delicatezza, perché sono avvenuti due fatti importanti. Io ricordavo prima: la nostra è una proposta di buon senso, è una proposta di serietà, e al buon senso e alla serietà, e lo dico all Assessore, non si risponde con le provocazioni, perché decidere di non procedere all esame degli articoli è un modo debole per evitare la discussione, ma è ancora più grave il fatto che con l emendamento, a firma dell Assessore, si faccia un accostamento tra la gestione dei phone center e la vicenda del riciclaggio del denaro sporco, oppure con la vicenda della pornografia, perché se ci sono degli illeciti già oggi le leggi in Italia e in Regione permettono di intervenire. Quali sono i due fatti importanti? E mi avvio alla conclusione. Il primo è questo: siamo di fronte ad una sentenza di un Tar, che è il Tribunale amministrativo della Lombardia, che ha deciso di inviare alla Corte costituzionale proprio per le stesse ragioni di cui stiamo discutendo oggi. Se si va a vedere la sentenza, si leggerà che il Tar si rivolge alla Corte costituzionale perché viene a mancare il tempo necessario per poter ottemperare a quanto prevede la legge. Questa è la prima considerazione. La seconda considerazione, noi non ce la caviamo...(interruzione) Moretti, abbi la pazienza di ascoltare, evita di fare anche qui quello che interrompe, quello che provoca. La seconda questione è il fatto che noi non ce la caviamo con un voto sul non procedere all esame e con la bocciatura della proposta di legge, perché, al di là del non voto, i problemi che abbiamo di fronte e fuori da questa aula restano tutti. Restano per i Comuni, e non è un caso ad esempio che il Comune di Bresso abbia già deliberato che non applicherà questa disposizione; la seconda questione è evidente che aspetteremo l esito della sentenza eventuale della Corte costituzionale. Nel frattempo comunque questa legge nei fatti sarà inapplicabile. Per quel che ci riguarda noi vi invitiamo nuovamente a rivedere la vostra posizione e andare verso una strada che dia la possibilità di affrontare il problema di buon senso, perché la cosa che non è accettabile è che di fronte al fatto che l 85 per cento delle Amministrazioni comunali non hanno rispettato un obbligo prescritto dalla legge, noi, con un atteggiamento davvero persecutorio, andiamo a decidere di far chiudere le attività di queste persone. I problemi li abbiamo in questa aula ma li avremo soprattutto fuori da questa aula, ed è evidente che se va avanti lo sciopero della fame che è stato deciso questa mattina, a queste persone non va soltanto la nostra solidarietà ma anche il nostro sostegno, perché queste persone decidono di mettere a repentaglio la propria salute e la propria vita per una giusta causa, lo ricordavo prima, sono ex operai meccanici, che si sono indebitati per aprire un phone center e il loro permesso di permanenza in Italia è legato a questa attività, nel momento in cui questa attività viene chiusa rischiano non solo di avere i debiti ma anche di essere espulsi dal nostro Paese. Penso che nessuna persona con un minimo di sensibilità ed altruismo può ignorare questa realtà, che noi abbiamo cercato oggi di descrivere. La parola all Assessore Prosperini.

50 44 PROSPERINI Pier Gianni Giustamente è un intervento di mediazione, Presidente. Sarò brevissimo. Il Tar è quello che è, da tempo sappiamo che questo è il Tar di Riad; ovunque e comunque quando può interviene per danneggiare la. Giustamente il Consigliere di prima ha detto: la legge va applicata. Il Tar deve applicare la legge, non discutere secondo le sue ovvie politiche, perché allora faccia politica, non faccia il Giudice o il Magistrato, non fa altro che cambiare lavoro. Si candida, e siccome siamo sicuri che prenderà un sacco di voti, lo vedremo in aula e ne parleremo. Allora, questo per quanto riguarda il Tar, e prima ci toglieremo il Tar di torno e prima ci sarà un Tar, che è un Tribunale amministrativo e non un Tribunale politico, meglio sarà, perché poche volte il Tar ha dimostrato una equidistanza da quello che doveva fare: l applicazione della legge. Piaccia o non piaccia, questo è un Magistrato e un Giudice. Poi andrà dai politici, dai parlamentari, dai legislatori suoi amici e solidali, e compagnucci di merende e non, a chiedere di cambiare la legge. Ma è la legge che determina, non le ovvie e le inclinazioni politiche. A parte questo, mi spiace molto per questa gente che sta facendo lo sciopero della fame; io ho iniziato uno sciopero della fame contro Prodi e ho già perso venti chili, non ho ricevuto nessuna indicazione terapeutica al momento di smettere, anzi gli amici mi dicono di continuare. Ma non si può fare lo sciopero della fame per ogni cosa, altrimenti spiegatemi perché non avete fatto lo sciopero contro Prodi quando ha regalato l Alfa Romeo e ventisette mila operai hanno perso il lavoro ad Arese. Troppo comodo, signor Presidente, venire qui a menare il torrone! Vada là, lo vada a dire a 27 mila famiglie che non hanno più lavoro perché il suo mortadellone li ha messi sulla strada per regalare, svendere e cedere alla Fiat l Alfa Romeo. E vogliamo scherzare! Allora, con tutto il rispetto, poveretti, mi dispiace, ma vorrei dire che non dobbiamo cedere su tutto solo perché vogliono fare lo sciopero della fame. Abbiamo sentito termini indecenti, come imprenditori. Ma voi sapete cos è un imprenditore? E un altra cosa l imprenditore. L applicazione del termine imprenditore deve avere una connotazione di base minima se no è imprenditore anche quello che vende i fiammiferi. Allora, questi signori non hanno capito che in Italia ci sono delle leggi che vanno seguite, devono sapere che il call center non è una cabina telefonica, non è una cabina del telefono come erano un tempo, e allora nel posto telefonico - chi di voi ha la mia età se lo ricorda - è del tutto evidente che c era solo un telefono o due, col numero, che ti chiamavano e basta. Adesso, a detta loro, e vostra soprattutto, sono dei luoghi di ritrovo, che la Magistratura ha bene individuato che tipo di ritrovi e con che finalità. Se dovessimo essere giusti li dovremmo chiudere. A cosa servono? Io prendo il telefonino e telefono. A cosa serve il call center? Che senso ha? Che motivazione ha? Se non quella di aggregare troppo spesso chi sarebbe meglio che aggregato non fosse? Se non quella di mettere in circolo persone di particolare pericolosità, come la Magistratura più volte ha trovato? Sono sicuro che ci sono anche quelli in buona fede, ma ditemi l utilità dei call center per la società, ci sono 35 mila 257 tipi di telefonini. E bibing e bibong e Tre, sette, cinque, Tim, Vodafone, di tutto. Allora mi chiedo, signori: se il senso di questa legge era normare l abbiamo normato, abbiamo dato il tempo perché si mettessero a norma. Chiunque di noi, se invece di chiamarsi Ahmed Moustafa, Ali Babaluc, si fossero chiamati Carlo, Giovanni, Antonio, li avreste già ghigliottinati, avreste già chiesto che fossero messi in mezzo ad una strada, li avresti già voluti in ceppi, come è nella vostra tradizione migliore, magari elettrificati per farli soffrire. Ma siccome non si chiamano Giovanni e Giuseppe allora, nonostante sia stato dato tutto il tempo possibile volete prorogare i tempi. Alla fine cosa si chiedeva? Un po di pulizia, una stanza, un cessetto o due, dipende dalla grandezza, niente di che, non è che abbiamo chiesto che fossero trasformati in cattedrali. Ciononostante questo non è avvenuto. Ma come mai siete così pieni di livore difensivo quando non si tratta del popolo italiano? Siete pure ricorsi contro il Tar afghano, contro la legge meravigliosa che avevamo fatto sulle case, Assessore Boni, dicendo che chi risiede in Lombardia da dieci anni, vivaddio, sacro cuore di Gesù, sarà ben giusto che abbia un minimo di privilegio, indipendentemente dal colore, dalla religione. Siete ricorsi! Qui ricorrete.

51 45 Ma diventate un minuto nella vostra vita cittadini italiani e lombardi, basta un minuto alla settimana. Ecco, l indicazione terapeutica del Dottore è: un minuto alla settimana, per un minuto alla settimana sentitevi lombardi. Grazie. Grazie, Assessore Prosperini. E iscritto a parlare, ne ha facoltà, il Consigliere Saponaro. Prego Consigliere. SAPONARO Marcello La ringrazio Presidente. Devo dire che ho l imbarazzo della scelta. Non so se l Assessore Prosperini, a cui do la mia solidarietà, ma veramente non ce ne eravamo accorti dello sciopero della fame, dicevo, non so se si ascolta quando interviene, non so neanche se quest aula merita di sentirsi chiedere perché un imprenditore desidera pagare un centesimo al minuto invece di 50 centesimi al minuto una telefonata. Non so, non credo che veramente sia degno di questa aula porsi queste domande o chiedere che il Tar vada in giro per le strade della Lombardia ad applicare la legge. Signori, c è un po di confusione, non stiamo parlando degli sceriffi, ma del Tribunale amministrativo regionale, a cui un imprenditore ha diritto di ricorrere se ritiene l atto amministrativo lesivo di un suo diritto. Stiamo parlando del Tar, Assessore Prosperini e Consigliere Moretti, non stiamo parlando degli sceriffi o delle guardie padane. Voi invece ce le mettete in bocca le parole. Vi lamentate che vediamo il razzismo in ogni dove, ma voi lo gridate ai quattro venti nelle aule istituzionali di questo Consiglio regionale il vostro razzismo. E come facciamo noi a non leggerlo e a non denunciarlo? A volte, oltre ad essere razzisti, alcuni Consiglieri regionali sono anche bugiardi e a volte un po codardi, perché non hanno il coraggio di ripetere, nei comunicati stampa, quali sono le loro idee e quali idee hanno espresso, e allora dicono che nell intervento si riferivano alla divisione dei bagni tra uomini e donne, che per forza di cose ai cittadini musulmani bisogna garantire. Nell intervento che in IV Commissione io ho denunciato, uomini e donne non veniva neppure enunciato. Il Consigliere Frosio, io credo che debba rimanere agli atti di questo Consiglio regionale, ha testualmente detto: Andiamo sempre a parlare di extracomunitari o quant altro; io vi dico una cosa: sotto il profilo sanitario sono contentissimo che ci siano i vincoli non di due o di tre bagni, cinque. Sapete che loro hanno un modo diverso di rapportarsi al bagno? Io non vorrei mai entrare in un bagno frequentato da un egiziano o da un arabo, perché non è nel mio stile di vita, fortunatamente. Con tre uno lo riservi ad un povero cristo come me, che usa ancora il bagno tradizionalmente. Questo è l intervento del Consigliere Frosio, che è tanto difficile mettere nel verbale della IV Commissione e che il Presidente della IV Commissione si è rifiutato di censurare in aula, e io credo che invece bisogna andare a dire, a chi usa terminologie, frasi, e fa propaganda razzista, che sta facendo propaganda razzista, altrimenti questo diventerà un germe che si espande sempre di più in questa Regione, e non è cosa utile per un cittadino di Sinistra come me, non dovrebbe esserlo neanche per un cittadino di Destra, che vuole regolare le materie imprenditoriali con la giusta severità, efficacia, ma senza discriminazioni di ordine razziale. Perché è assolutamente chiaro, nell intervento del Consigliere Frosio, in IV Commissione, che il pretesto dei bagni era fatto con un implicita richiesta di segregazione dei cittadini nei cessi, sulla base della religione e dell origine geografica delle persone.

52 46 Credo che questo non possa essere accettato, come non può essere accettato il richiamo al cognome fatto dal Consigliere Agostinelli. Credo che sulla base di questa misura il Presidente non avrebbe neanche voluto che io prendessi la parola. Allora mi chiedo: cosa ci sta a fare l Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, che voi tanto vi piccate di chiamare Parlamento della Lombardia, se non a censurare anche il linguaggio razzista e comportamenti razzisti? E come fate a lamentarvi se poi noi, da opposizione di questo Consiglio regionale, cerchiamo di denunciare queste cose, aggiungendo oggi anche i comportamenti bugiardi e un po codardi, perché poi bisogna anche avere il coraggio di ripetere le proprie parole e non negare palesemente il falso alle agenzie di stampa, come è stato fatto dal Consigliere Frosio nella giornata di venerdì. Nessuno ha parlato di apartheid, ho fatto riferimento al fatto che ci troviamo di fronte a culture diverse, che la legge sui phone center intende rispettare. Mentre per la nostra cultura il bagno unico in molti esercizi pubblici non dà luogo a problemi di fronte ad altre culture, penso ad esempio a quella musulmana, è inevitabile prevedere servizi separati per uomini e donne. Cinque bagni: sapete che loro hanno un modo diverso di rapportarsi al bagno, io non vorrei mai entrare in un bagno frequentato da un egiziano o da un arabo : probabilmente il Consigliere Frosio ha bisogno di un interprete ufficiale di se stesso, ma è esattamente l opposto di quanto aveva dichiarato, non c entrava niente la suddivisione dei sessi, c entrava invece la suddivisione dei cittadini di Sant Omobono Terme probabilmente da quelli dell Egitto e di tutta la Regione araba. Non mi interessa, non so, perché io sono stato costretto ad abbandonare l aula, le altre dichiarazioni che ha rilasciato il Consigliere Frosio nel suo intervento, può anche darsi che abbia fatto riferimento a questo aspetto, sollecitato da qualcuno che magari si era accorto che aveva sbrodolato un po troppo. E come se Adolf Hitler, dopo aver scritto Mein Kampf, si fosse giustificato dicendo: ma ho scritto anche un trattato sullo stucco veneziano. Va benissimo, ma hai scritto anche il Mein Kampf e ti prendi le responsabilità per quello; puoi essere anche il migliore artigiano dello stucco veneziano ma ti prendi le responsabilità per quello che hai detto prima. Io credo che i Consiglieri della, che fanno cultura, che fanno politica, poi vedremo a quale livello, debbano anche prendersi le responsabilità per quello che dicono, e soprattutto avere il coraggio di confermarlo anche alle agenzie di stampa e nelle altre sedi. La parola al Presidente Ferretto Clementi. FERRETTO CLEMENTI Silvia Non credo che con la legge che è stata votata da questo Consiglio regionale venga messo in discussione, così come è stato detto, il diritto, o meglio, il sacrosanto diritto di ogni cittadino e di ogni immigrato di poter telefonare e comunicare con chi desidera, anche perché, come è già stato ricordato, esistono non solo i telefonini, i cui costi sarebbero certamente proibitivi, ma anche delle carte telefoniche che vengono vendute ovunque e sono accessibili a chiunque, che si possono utilizzare con qualsiasi telefono per chiamare ovunque. Ciò significa che, a prescindere dai phone center, chiunque voglia chiamare qualsiasi luogo del mondo lo può fare a costi bassissimi, acquistando questo tipo di carte. Non è quindi attraverso i call center che si garantisce il diritto di comunicare - questo credo sia ab-

53 47 bastanza chiaro e assolutamente innegabile - così come è innegabile il fatto che la, nei confronti di questo settore, abbia assunto una maggiore rigidità. E vero, c è una maggiore rigidità e credo che nessuno si possa nascondere dietro un dito. Ma forse, io credo, è anche la diretta conseguenza di una situazione che era sfuggita totalmente di mano. Vigeva una totale anarchia, mancavano totalmente i controlli, c erano enormi problemi di ordine pubblico e la mancanza di norme di regolamentazione consentiva loro di operare anche in settori delicatissimi, come quelli del trasferimento di denaro. L aver introdotto delle norme più rigide non significa assolutamente prendersela con gli immigrati; io credo che chi muove questo tipo di accuse, oltre ad insultare il Consiglio regionale, compia anche un opera assolutamente scorretta nei confronti di chi quella legge l ha votata, proprio perché il solo pensare che con quella legge abbiamo voluto limitare i diritti di essere umani è assolutamente ingiusto, e, aggiungo, anche offensivo. Credo che i diritti degli immigrati vengano invece messi in discussione e minacciati da quelli che io definisco gli imprenditori politici della demagogia, e che, forse, in questo settore hanno illuso e fatto credere a molte persone che questa legge poteva essere aggirata, che ci sarebbe stata sicuramente una proroga, che era una legge fasulla perché tanto sarebbe stata bocciata. La realtà dei fatti, invece, è che quel provvedimento è diventato legge e, come tutte le leggi, deve essere rispettata. Il fatto, dunque, come è stato ricordato, che taluni imprenditori abbiano fatto le cose in regola e nel rispetto della legge, non credo debba essere visto come un merito ma piuttosto un preciso dovere, proprio perché è preciso dovere di tutti rispettare la legge. I diritti degli immigrati non vengono dunque né compromessi né minacciati da una legge di questo tipo, ma piuttosto dagli imprenditori politici della demagogia, che magari alimentano anche il flusso della clandestinità nel nostro Paese, fregandosene poi delle conseguenze che si ripercuotono contro gli immigrati stessi. Le conseguenze sono tante, le conseguenze - e non sono certamente io a dirlo perché ci vengono ricordate quotidianamente, a volte forse non proprio quotidianamente - per quelle migliaia, o meglio, milioni di uomini, che hanno creduto di trovare nel nostro Paese e negli altri Paesi europei l Eldorado, e che invece l Eldorado non l hanno assolutamente trovato perché sono finiti nelle mani di coloro che li stanno sfruttando e li sfrutteranno, come la criminalità, perché sono finiti e finiranno nelle mani di imprenditori assolutamente senza scrupoli, perché sono finiti e finiranno essere oggetto di violenze e di soprusi, violenze e soprusi che, essendo queste persone in uno stato di totale clandestinità, non possono permettersi nemmeno di denunciare, e che quindi devono spesso limitarsi a subire. Credo che sia la politica demagogica, che è stata fatta per anni e che ancora continua a venir fatta, quella che crea il maggior numero di danni alle persone che sperano di trovare un mondo migliore e che invece trovano situazioni non migliori di quelle che hanno lasciato. La parola al Consigliere Oriani. ORIANI Ardemia Penso che in questo Consiglio regionale si stanno in qualche modo mescolando diversi livelli di ra-

54 48 gionamento. In alcuni interventi in qualche modo si parla di politiche di immigrazione, e noi, come Consiglio regionale, abbiamo bisogno di parlare di politica dell immigrazione vista la presenza nella nostra Regione di un alto numero di migranti, ormai cittadini residenti nella nostra Regione da diversi anni. Si mescola, nella discussione che noi stiamo facendo, il tema della legalità. Noi dobbiamo garantire legalità e sicurezza nella nostra Regione e lo ritengo un elemento significativo, però si mescola a questo il tema di fondo per il quale noi oggi stiamo ragionando della proroga di un anno per trovare una localizzazione ad un impresa di carattere commerciale. Allora io voglio dire che non mi sembra non solo corretto ma utile che il nostro Consiglio regionale metta assieme questi tre elementi e non miri invece a quella che è la questione vera, il merito del contendere, come si suol dire, perché noi abbiamo lavorato attorno alla necessità di una regolamentazione di un settore commerciale, e abbiamo lavorato - io mi ricordo tutta la discussione fatta in Commissione e poi in aula lo scorso anno - per far sì che si definissero regole chiare che potevano normare un settore di carattere commerciale, che rispondeva ad un bisogno, che era quello di telefonare, di persone che non erano in possesso né di telefono né di cellulare. Allora, questo sforzo di regolamentazione penso debba essere l obiettivo principale di tutto il Consiglio regionale, e se questo è l obiettivo non dobbiamo sovrapporre altri livelli di ragionamento, io davvero non comprendo perché non si accetti di ragionare attorno ad una possibilità di proroga, che è legata non alla non volontà di imprenditori, che hanno scelto di investire in questa attività, che non si vogliono mettere in regola, ma di imprenditori che hanno, per mettersi in regola, la necessità di avere, da parte delle Amministrazioni comunali, i cosiddetti piani dei servizi e il tempo necessario per poter avere tutte le autorizzazioni. Di questo stiamo parlando! Quindi la proroga non è finalizzata a dare un ulteriore spazio di tempo a chi assolutamente non vuole saperne delle leggi italiane o delle leggi regionali, ma viene chiesta per persone che hanno dichiarato di volersi regolarizzare, ma per poterlo fare hanno bisogno di tempo. Vorrei anche sottolineare che noi stiamo parlando di un settore commerciale che si sta associando, dove ormai ci sono associazioni di imprenditori, che quindi si organizzano e che stiamo parlando in particolar modo anche di una associazione che è aggregata all Unione del commercio. Ora, l Unione del commercio non mi sembra che possa essere definita imprenditori politici della demagogia, mi sembra che sia un associazione che tutela e organizza commercianti in questo caso, perché stiamo parlando di commercianti. Allora, se il problema è questo, la proroga serve a questo, e da questo punto di vista io penso anche che noi dovremmo essere coerenti, infatti non si comprende perché su questo settore non sia possibile deroga alcuna e su altri sì. Quindi, coerenza vorrebbe che se noi diciamo che i tempi dati non possono essere prorogati debbano essere prorogati per nessuno e per nessun tipo di attività, altrimenti non è possibile capire perché su questo settore non c è possibilità di deroghe e su altri sì. Quindi, vorrei riportare la discussione che noi stiamo facendo su binari che possano essere comprensibili anche all esterno del Consiglio regionale. Se vogliamo discutere di politiche di immigrazioni io dico: Facciamolo, possiamo anche dedicare una seduta intera del Consiglio, e forse sarebbe davvero utile, anche per comprendere che cosa sta avvenendo nella nostra Regione e quali sono le politiche necessarie; se vogliamo parlare di legalità e sicurezza anche; ma io penso che quando abbiamo iniziato a ragionare di regolamentazione di questo settore tutti abbiamo detto che il punto di partenza era la legalità, e questo lo sanno benissimo i commercianti che operano in questo settore, lo sanno benissimo le loro associazioni, lo sanno le associazioni a cui loro aderiscono. Quindi, noi stiamo parlando di regolamentazione di un libero e legale commercio, così è stato definito anche nella discussione che abbiamo fatto in Commissione, mi sembra. Da questo punto di vista io ritengo che davvero noi una soluzione dobbiamo trovarla, le strade mi sembrano abbastanza semplici. Dobbiamo mettere da parte, o fare un passo indietro rispetto alle posizioni di carattere teorico, ideologico, o di parte, se volete, parliamo di regolamentazione di un settore commerciale e diamo una risposta in positivo, altrimenti, siccome la scadenza è il 22 di marzo, io penso che il problema non l abbiamo risolto, il problema è che se non troviamo una soluzione positiva in

55 49 quest aula, il giorno dopo il 22 di marzo ci troviamo problemi di carattere sociale e tensioni, che sinceramente non sono utili a nessuno. Posso anche capire che il mio è un invito che cadrà nel vuoto, però io mi sento di ribadire ancora una volta che va trovata una soluzione positiva. Questo conviene a tutti e non capisco - questo lo devo dire in modo chiaro - la posizione della Giunta regionale, non capisco perché una Giunta regionale, che governa una Regione come la Lombardia, che si pone il problema di una rappresentanza dell insieme dei cittadini, delle imprese e del commercio, non trovi le strade necessarie per riuscire a risolvere un problema che è sinceramente risolvibile in modo molto semplice e molto chiaro. La parola al Consigliere Muhlbauer. MUHLBAUER Luciano Presidente, ascoltando la discussione e gli interventi dei Colleghi e delle Colleghe, mi venivano in mente le parole del Presidente Albertoni, che oggi purtroppo non è presente come in altri momenti, che ha, in diverse occasioni, richiamato quest aula ai suoi alti compiti. Non sempre condivido i suoi richiami, credo che siano troppo alti per questa aula, però ricordiamocene: fase costituente, Parlamento lombardo, III Assemblea legislativa del Paese. Se noi ascoltiamo, e lo dico di cuore oltre che di testa, il dibattito che si è finora svolto sulla questione della proroga, o meglio sul rifiuto a discutere della proroga, altro che rinascita della Lombardia, siamo al termidoro della Lombardia; ma non siamo al termidoro perché io assegno alla questione della proroga, o alla questione della legge sui phone center un valore talmente alto, lo dico per quello che rappresenta questa discussione, per la modalità con la quale si discute, per la strumentalità e l abuso che si fa, non solo di uno strumento legislativo ma anche degli effetti concreti su delle persone in carne ed ossa, pur di portare a casa una piccola bandiera politica da sventolare nei prossimi mesi. Su questo dovremmo interrogarci tutti. Vedete, tutti i Gruppi dell opposizione non hanno chiesto la luna, non hanno nemmeno chiesto di stravolgere la legge, anche se noi, come Rifondazione, siamo profondamente convinti che qualche ragione, il Tribunale amministrativo della Lombardia ce l ha a sollevare dei dubbi di costituzionalità. Crediamo che quella legge avrebbe bisogno di un po di manutenzione, onde rendere applicabile il principio richiamato dal Presidente Saffioti, cioè la legge è uguale per tutti, e quindi non una legge per il fiorista, una legge per i phone center, una legge per i macellai, una legge per il venditore di automobili. Insomma, di qualche manutenzione ci sarebbe bisogno, però noi abbiamo posto un altro problema oggi. Con grande ragionevolezza, con grande moderazione, abbiamo detto: prendiamo atto di una realtà, se quella legge venisse applicata rigorosamente, il 22 marzo, chiuderebbero tra l 80 e il 90 per cento dei phone center esistenti sul territorio lombardo. Seconda cosa che abbiamo detto, e che ridiciamo: la legge non prevedeva soltanto che dovessero adeguarsi i gestori dei phone center, ma anche i Comuni della Lombardia dovevano produrre degli atti. L ANCI ci dice che uno su dieci Comuni si è adeguato. Allora, faccio un esempio concreto: Milano - io non sono di Brescia, sono di Milano, e anche a Milano ci sono i phone center - molti phone center sono stati aperti, rispettando le regole e le leggi allora esistenti, in luoghi ristretti. Adesso arriva una legge che dà indicazioni diverse: devi rispettare una certa metratura per la sala d aspetto, perché è un luogo di incontro, come ci è stato ricordato; devi mettere

56 50 l altro bagno perché se no il Consigliere Frosio non può andare in bagno; devi fare questo, devi fare quest altro. Insomma, visto che non tutti possono prendere il martello e buttare giù il muro e entrare in casa del vicino, molti, per potersi adeguare, dovrebbero rilocalizzarsi. Ebbene, il Comune di Milano quegli atti di PGT non li ha fatti, e la legge regionale dice che, in assenza di quegli atti di PGT, non solo sono vietate le nuove aperture ma anche le rilocalizzazioni. Ovvero, se il Comune di Milano è inadempiente cosa diciamo noi? La III Assemblea legislativa del Paese dice: chiudiamo i phone center. Ma c è un principio di equità e di ragionevolezza? Presidente Saffioti, la legge è uguale per tutti, ma si sta dicendo che c è una legge per gli uni e c è una legge per gli altri. Non stiamo proponendo di riscrivere quella legge, stiamo dicendo: prendiamo atto della realtà. Quella legge oggi non è applicabile, non bisogna essere dei profeti per sapere che nella realtà dei fatti, quella legge non verrà applicata, anzi verrà fatto di peggio in qualche luogo, cioè per dimostrare che la bandierina politica sventola si va a chiudere qualche phone center e nel resto della Lombardia tutti se ne fregano, a partire da voi, se quella legge è applicata o no. Peggio, molto peggio, perché la legge non è uguale per tutti e il contrario dell uguale per tutti è l arbitrarietà. E quella cosa che voi adesso state avviando, se votate il non passaggio agli articoli. Questo è grave, questo è il termidoro della Lombardia, altro che rinascita della Lombardia, altro che fase costituente. Parole vuote, i fatti concreti sono questi. Sono contento che il figlio del Consigliere Moretti abbia appeso due fotografie di due bambini, che lui chiama di colore ; sono felice, gli dà un po di colore alla casa. Ma quello che fa la differenza tra il razzismo e l uguaglianza è qualcos altro è l assenza di parole come quelle pronunciate in IV Commissione, vergognose, vergognose e inaccettabili per un Assemblea democratica. La differenza tra il razzismo e l uguaglianza è quella di stabilire che le leggi sono uguali per tutti, non una legge per i bianchi e un altra legge per i neri, queste sono le questioni. E ciò che mi fa più male e mi preoccupa di più è che nella maggioranza, dalla quale ci divide un a- bisso, noi sappiamo che ci sono anche dei moderati, non tutti sono estremisti, non tutti sono demagoghi. Abbiamo opinioni diverse, ma sappiamo che anche la grande maggioranza dei Consiglieri, al di là delle frontiere di Partito, ritengono che la democrazia sia un valore, che la decenza sia un valore, che la dignità di questo luogo sia un valore. Ebbene, questi moderati dove sono? Lo chiedo ai Consiglieri e al Gruppo di Forza Italia. Dove siete? Cosa fate? Siete d accordo che vanno chiusi decine se non centinaia di phone center solo per accontentare la demagogia, il razzismo della Lega Nord? E a questo che vi siete ridotti? Chiedo che se c è ancora un po di dignità, che la mostriate, oppure... (Confusione in aula) Per favore, silenzio! MUHLBAUER Luciano... siete d accordo con il Consigliere Frosio che bisogna fare i bagni per i neri e i bagni per i bianchi?

57 51 Consigliere Muhlbauer, si rivolga alla Presidenza. (Interruzione) Consigliere Moretti, la prego, non ha la parola. La parola al Presidente Alboni. (Confusione in aula) ALBONI Roberto Posso? Chiedo ai Colleghi: posso? Io attendo. Prego Presidente Alboni. Consigliere Moretti, la prego di recuperare un atteggiamento consono all aula. E previsto l intervento del suo Capogruppo che avrà modo di chiarire che lei non è e che, soprattutto la Lega, non è quello che ha detto il Collega. Prego Presidente Alboni. ALBONI Roberto Grazie Presidente, vorrei partire proprio da qui, perché nei primi interventi che ci sono stati oggi ho sentito parlare, mio malgrado, nostro malgrado, di provocazioni, e ci siamo un po sentiti anche lezioni da parte della Sinistra contro le provocazioni - sto parlando dei primi interventi che ho sentito. Però vedo che negli ultimi interventi la provocazione è diventata una parola d ordine, a me dispiace moltissimo, perché a volte la peggior provocazione è la reazione ad un altra provocazione, se non sbaglio, perché potrebbe anche essere non tanto più incisiva ma peggiore, anche nei toni. Però, per l amor di Dio, non voglio provocare nessuno e sono solo dispiaciuto e rammaricato che oggi si sia assegnata una data, secondo Alleanza Nazionale, un po strana, ma significativa. Mi rivolgo al Collega Muhlbauer in questo modo. Dal tuo intervento, Muhlbauer, si può evincere probabilmente che esistono due modi diversi di applicare la legge. Prima hai detto una cosa gravissima, secondo me, e l hai detta ad un Assemblea importante qual è la nostra: esistono leggi per i bianchi, esistono leggi per i neri. Io sono convinto che le leggi per gli italiani sono sempre esistite, lo Stato le ha sempre fatte applicare, la giustizia anche; sembrerebbe invece che con questo polverone che volete sollevare debbano esserci delle leggi un po diverse per coloro che oggi, immigrati, vengono difesi da voi e devono essere legittimati con più liberalizzazione e con più capacità di interpretazione delle loro esigenze. Allora, in questo senso, la legge la state chiedendo diversa voi, non la stiamo facendo diversa noi, questa è la mia interpretazione. Oltretutto credo che i phone center, come categoria, siano i primi figli della Bersani. Fu la Bersani a liberalizzare esageratamente il commercio, creando scompiglio tra le file, in un settore così impor-

58 52 tante, quale quello del commercio, anni addietro, e creando, anziché una libera concorrenza, grosse difficoltà per i commercianti storici, vista l entrata di nuovi commercianti improvvisati, o imprenditori improvvisati, che non hanno certo dato la possibilità di aumentare la qualità del prodotto nell offerta ma hanno squalificato spesso e volentieri le categorie. Questa è figlia della Bersani. Se poi penso che la stessa Bersani è figlia dello stesso Ministro che nei confronti dei commercianti vuole applicare delle restrizioni, perché ha voluto rispolverare in piena Finanziaria, anzi prima della Finanziaria, non tanto le agevolazioni per i commercianti ma quanto le penalizzazioni per i commercianti, ha voluto rispolverare una vecchia brutta cosa del 1997, della serie: io vi sguinzaglio la Guardia di Finanza e se per la terza volta vi trovo che non avete emesso lo scontrino vi faccio chiudere. Credo che questa potrebbe essere sicuramente attività della Guardia di Finanza, non certamente l unica e men che meno la soluzione per far decollare il commercio italiano. Perché dico questo? Perché abbiamo anche assistito, e a noi dispiace molto, ad altre invasioni di campo, grazie a segnalazioni che sono arrivate sempre nel settore commerciale e imprenditoriale da parte dell ASL, da parte dei Vigili del Fuoco, e spesso e volentieri abbiamo visto piombare costoro - sto dicendo giustificatamente, ci mancherebbe altro - giustificatamente, per esempio in locali come le discoteche, o altri locali, vedere che qualcosa non funziona e far chiudere. Allora io dico: se esistono questi presupposti, se esiste la legge per gli italiani, non capisco perché non debba essere la stessa anche per gli stranieri che si accingono a diventare commercianti e piccoli imprenditori, non capisco cosa ci sia di strano, anzi secondo me la legge sui phone center, che viene raccolta genericamente, perché poi vorrei aprire un attimo il discorso phone center solo con questo termine, secondo me diventa una prevenzione, non diventa più un attacco. Secondo me sarebbe stato peggio, Colleghi del Centrosinistra, vedere chiunque andare a chiedere di scagliare ASL, Forze dell Ordine, Vigili del Fuoco, nei confronti di costoro per tentare di farli chiudere, sarebbe stato il gesto peggiore, questo sì; invece con una legge, con dei punti ben definiti, cose che vengono richieste a tutti, della serie: signori, sappiate che comunque questi sono i contenuti, e se con la Bersani avete a- perto in un bugigattolo di quattro metri per quattro non va bene, vi dovete adeguare. Questa, secondo me, è prevenzione, non è repressione, questo significa aiutare il commercio, italiano e non italiano. E quando ci permettiamo di dire, Squassina, nelle righe dell emendamento, che purtroppo nel settore dei phone center si sono verificati spesso e volentieri movimenti anomali, criminali, di malviventi, e sono sotto gli occhi di tutti, quando parliamo dei money transfer magari chiediamo di applicare una legge che sia un po impostata nei canoni del settore del cambio italiano; quando chiediamo, se possibile, di sopprimere, io sono per la soppressione degli 899, che sono autofinanziamento che non si sa dove va, sono il primo a dire Sì, facciamolo ; quando ci permettiamo di scrivere in un emendamento, anzi lo scrive l Assessore Boni, e fa bene a scriverlo, che c è il rischio fortissimo di aumentare o lasciar proseguire quel fenomeno della pedopornografia, che anche quello non l abbiamo certamente inventato noi in un ordine del giorno ma sono le fiamme gialle che l hanno verificato, sono delle richieste che la stessa maggioranza e la Giunta va a fare al Governo, della serie: dateci una mano per avallare i contenuti di questa legge, perché non devono essere repressivi, anche perché poi fino a prova contraria queste cose non è che le va a controllare la, è la stessa che lo chiede al Governo di poterle applicare. Quindi non c è niente di strano, siete voi che avete strumentalmente voluto mettere insieme una sorta di razzismo in questa legge, quando di razzismo è vietato parlare in questa legge, perché - perdonatemi - ma quale credibilità può avere Alleanza Nazionale nei vostri confronti, che vi vede presentare un progetto di legge, guarda caso, quindici giorni prima della scadenza naturale, del 22, cosa che potevate fare un anno fa e sareste stati molto più credibili. Invece no, all ultimo momento. E voi pensate che io, Roberto Alboni, e Alleanza Nazionale, si possa fidare di una proroga per poi dopo non trovarci la sorpresina ancora tra dodici mesi, all ultimo momento? Sì, io la penso così, mi dispiace dirlo ma la penso così. Non mi fido, perché quando si vuole risolvere qualcosa non si aspetta l ultimo giorno per poterlo fare, lo si affronta prima. E oltretutto vorrei anche ricordare che coloro che si sono scagliati contro la sono stati alcuni, fortunatamente pochi, rappresentanti dei phone center, perché mi ricordo, Saponaro, mi ricordo delle dichiarazioni che hanno fatto costoro durante la prima manifestazione, che era stata fatta fuori dal palazzo, e mi ricordo una frase secondo me pesantissima, della serie: se la non cambierà noi piegheremo la Regione.

59 53 Ma stiamo scherzando? Sono parole dei rappresentanti dei phone center di Brescia, sono riportate dalle agenzie di stampa. Per dire comunque come la penso io, come la pensa il mio Partito e come vogliamo tutelare tutti, tutti vogliamo tutelare. Allora io direi questo: niente di strano perché molti si sono già adeguati, e quindi vuol dire che erano in grado di farlo, l hanno fatto nei tempi previsti dalla nostra legge. Mi dispiace se non ci sono stati Sindaci e Comandanti di Polizia che non l hanno applicata nell immediatezza, lo hanno fatto all ultimo momento, o addirittura non l hanno fatto. Infatti, se si va a leggere l ultima parte dell emendamento si capisce l impegno che la Giunta regionale prende nei confronti delle Amministrazioni locali, va incontro alle Amministrazioni locali, non va contro di loro. Almeno questo! Visto che sapete leggere perfettamente bene anche tra le righe, ammettetelo: non si va contro, si va incontro ad una necessità. E chiudo, Presidente. E inammissibile che oggi si veda un Centrosinistra in difendere solo una categoria. Perché, guardate che quando sono stati vessati, e ancora oggi lo sono, i commercianti di tutta Italia, voi non avete mai alzato le barricate, perché non ha mai fatto parte della vostra politica, in genere, nazionale, non parlo di quella della, perché il commerciante era comunque il soggetto tipo che doveva essere tassato, perché comunque era un evasore. Allora mi sa che questi sono evasori pure loro, perché è così...(interruzione) Eh sì, Mirabelli, è così. Sta di fatto che il commerciante è un evasore per eccellenza. Oggi però difendete solo ed esclusivamente...(interruzione) io dico quello che penso e ne sono convinto. E io dico che comunque non è giusto difendere una categoria che ha squalificato coloro che invece avevano aperto per un nobile motivo. Ma vi ricordate quali erano i primi centri di telefonia di vent anni fa? I centri della Sip? Dove si andava a telefonare con il gettone? Ma vi ricordate come erano impostati questi centri? Erano fatti con cognizione di causa, non erano dei bugigattoli, che hanno portato le vie di grandi metropoli e di piccole città a diventare delle casbah. Ma non nel senso - attenzione, perché rischio di cadere anche io nel razzismo - nel senso della mancanza di controllo, di pulizia, perché in dieci metri quadri come potete giustificare voi, proprio voi, che si possa telefonare, mangiare, andare in bagno e somministrare le bevande e gli alimenti? Secondo me questo va contro tutte le logiche dell ASL e contro tutte le normative della 626. Chiudo, chiudo per il semplice motivo che fortunatamente, Alleanza Nazionale, e non solo, con voto favorevole all emendamento dell Assessore Boni, sarà certamente convinta di approvare il non passaggio agli esami degli articoli del progetto di legge chiamato in causa oggi. La parola al Presidente Monguzzi. MONGUZZI Carlo Presidente, dedico questo mio intervento agli amanti del bipartisan e all Assessore Boni. Credo, per gli amanti del bipartisan, che ci sia un modo diverso di affrontare i problemi tra Centrodestra e Centrosinistra, che sono diversi. Quando ci viene chiesto: ma quali sono le differenze tra voi e il Centrodestra? Io credo che il Centrosinistra cerchi di governare i problemi, il Centrodestra li rimuove, li sposta, li condisce via con una battuta. E rispondo immediatamente ad Alboni, e anche all intervento del Consigliere Ferretto: non è questione né di demagogia né di sensibilità, è questione di cercare di risolvere i problemi. Noi su questa

60 54 legge ci siamo astenuti perché giudicavamo giusto regolamentare un esercizio come quello dei phone center, come è giusto regolamentare tutti gli esercizi che ci sono nel nostro Paese. Perché abbiamo presentato questo provvedimento a venti giorni dalla scadenza? Perché, banalmente, Collega Alboni, ci siamo resi conto, come si sono resi conto tutti, che la stragrande maggioranza dei gestori dei phone center non è riuscita a mettersi in regola. E allora chiediamo semplicemente non la delinquenza minorile, non la pedofilia, non lo spaccio di chissà cosa, chiediamo semplicemente più tempo per i gestori di questi servizi di mettersi in regola, chiediamo semplicemente più tempo per i gestori di questi servizi che hanno dimostrato di aver voglia di mettersi in regola e di potersi mettere in regola. Noi stiamo in una Regione, l ha ricordato il Collega Squassina, nella versione Arturo, che ha una legge sull inquinamento luminoso, che è stata prorogata dal 2000 al 2009, che è stata prorogata di nove anni. E noi chiediamo qualche mese di tempo per i phone center rispetto ad una legge che è stata prorogata di nove anni. Stiamo lavorando su un Collegato Sanità, che c è in Commissione Sanità, in cui si liberalizza tutto, in cui si liberalizzano persino le macellerie islamiche, perché questo è il senso di quel progetto di legge, in cui non si deve dare più neanche l autorizzazione ad uno che mette su un reparto di chirurgia, basta la dichiarazione di inizio attività. Questo si può fare, perché si va verso la liberalizzazione, ma per i phone center no. Nove anni per i Comuni, che sono in ritardo sull inquinamento luminoso, che basta mettere le lampade rivolte verso il basso, zero per chi vuole mettere a posto il proprio phone center. Allora la sfida che noi vi facciamo è questa: massima severità con i delinquenti, massima severità con gli spacciatori. Io ho trovato grottesco quello che è successo ieri sera a Milano. A Milano ci sono, come dappertutto, luoghi di spaccio, fatti anche e soprattutto da extracomunitari, senegalesi, alcuni senegalesi sono dei delinquenti. Hanno conquistato un posto storico di Milano, come la stecca degli artigiani all isola, dove ci sono ancora degli artigiani. Hanno emarginato gli artigiani, le associazioni di volontariato che c erano lì e hanno instaurato un vero e proprio centro di spaccio. Noi l abbiamo denunciato, è un anno che chiediamo l intervento della Questura. Ieri è intervenuta la Polizia ed è scappata. Come diavolo si fa in un Paese civile, la Polizia interviene per arrestare degli spacciatori, non degli extracomunitari, attenzione, sono anche extracomunitari ma sono degli spacciatori, quindi dei delinquenti. Arrivano lì, questi si chiudono in una stanza e la Polizia se ne va via, scappa. Allora, massima severità con gli spacciatori, ma massima giustizia verso chi viene nel nostro Paese a chiedere aiuto, sono due cose completamente diverse, attenzione. Noi non chiediamo pietà, noi non chiediamo comprensione, non chiediamo buonismo, noi chiediamo giustizia, un Assemblea legislativa deve fare cose giuste, non deve fare cose né su spinta emotiva da una parte, né su spinta emotiva dall altra. Non dobbiamo essere buoni, noi dobbiamo essere giusti. Per questo credo profondamente sbagliato l emendamento di Davide Boni. Davide Boni è uomo di altissime qualità, lo sa benissimo che io penso questa cosa, però quando vede nero è come quando il toro vede rosso: scaglia la sua intelligenza e la sua potenza contro un bersaglio sbagliato, come fece, per riprendere un episodio successo alcuni anni fa, Aiace Telamonio. Aiace Telamonio era un grande guerriero greco, ben descritto da Omero; c erano dei grandi guerrieri greci, c era Diomede, c era persino Agamennone, era un grande condottiero; c era Achille, che era un grande guerriero, ma di cattivo carattere, e ha fatto una brutta fine; poi c erano due altri grandi guerrieri, Aiace Telamonio e Ulisse. Aiace Telamonio era solito scagliarsi a testa bassa, con grande valore, contro l avversario, e Ulisse era solito anche ragionare. Aiace Telamonio è stato sconfitto, Ulisse ha vinto, è tornato a casa sua e, caro Boni, nel viaggio, Omero lo descrive in un certo modo ma la lettura che noi diamo è che è riuscito anche a baciarsi con le più belle donne del Mediterraneo, che non è una cosa completamente sbagliata. Allora noi chiediamo il ritiro di questo emendamento e l accoglimento della nostra richiesta; noi chiediamo un anno, facciamo sei mesi, qualche mese di proroga a queste persone che sono venute in

61 55 Italia a lavorare, che stanno lavorando, che hanno il permesso di soggiorno, che stanno facendo un attività imprenditoriale di servizio agli altri. Certo, in alcuni phone center ci potrà essere sicuramente spaccio, delinquenza. E la Polizia cosa diavolo ci sta a fare? Controlliamoli, controlliamoli ma facciamoli vivere. Ci sono immigrati che arrivano in Italia, ci chiedono giustizia e noi li cacciamo via a pedate. Guardate, la cosa successa domenica scorsa, a Milano, in viale Forlanini: quando un eritreo si è impiccato non è un eritreo che per caso si è impiccato. La comunità di eritrei, che è venuta in Italia ed è scappata da un regime, che la ma anche quel gruppo di spiriti allegri che c è al Governo di questo Paese, non ci siamo ancora resi conto che il Governo eritreo è un Governo dittatoriale e che la gente, piuttosto che finire in galera, torturata da quel Governo, scappa...(interruzione) Ci arrivo, ci arrivo, ci arrivo. Sono venuti via perché non vogliono fare il militare, non vogliono sparare ai propri cittadini e ai propri confratelli, e noi li abbiamo messi, gli eritrei, in una topaia in via Forlanini, perché questo è l asilo politico che noi diamo alla gente che viene da noi. Uno si è ammazzato per disperazione, e non è il primo che si ammazza. Negli ultimi mesi nella comunità eritrea si sono ammazzate cinque persone. Allora, credo che a questa gente, che viene a cercare lavoro, che viene a cercare aiuto nel nostro Paese, noi si debba dare aiuto. Noi dobbiamo essere assolutamente severi con i delinquenti ma dobbiamo essere giusti con coloro che vengono a chiederci aiuto, che vengono a chiederci di poter lavorare nel nostro Paese, che vengono a chiederci di poter stare nel nostro Paese rispettando le nostre leggi. La parola al Presidente Agostinelli. AGOSTINELLI Mario Mi rendo conto che lo sforzo anche che stiamo facendo è uno sforzo difficile, però non mi esime dal chiedere al Consiglio di farsi carico non del messaggio che i singoli Gruppi potranno gestire fuori di qui, ma del ruolo che in una fase estremamente delicata, anche dello sviluppo della coscienza civile della Lombardia, assume un Assemblea come questa. Vorrei rivolgermi proprio a quelli che adesso si mostrano disattenti, per riflettere sul fatto che l obbligo di chiusura, perché di questo alla fine si tratta, nei confronti di centri di straordinario valore, dal punto di vista anche dell integrazione e della funzione che svolgono verso comunità spesso isolate, significa probabilmente un effetto, sul piano dell ordine pubblico e della tensione che si crea, che noi qui dobbiamo tutti responsabilmente avere presente adesso non dopo. Mi dispiace che ci sia una certa disattenzione, ma non crediate che questa passerà semplicemente come una disputa all interno dei Gruppi che qui si stanno confrontando. Vorrei che tutti capissero che fuori di qui è chiaro che l azione di accanimento nei confronti dei phone center non è abitudinaria o estesa a qualsiasi altra attività: è un accanimento mirato, che ha un significato, se non lo si comprende fino in fondo, che potrebbe ritorcersi contro, anche sul piano delle relazioni che noi creiamo verso gli immigrati. Faccio due osservazioni che mi sembrano importanti: la prima è che in un dibattito come questo l assenza del Presidente, insisto, l assenza del Presidente Formigoni, è un fatto estremamente inquietante. Non si può, su una questione di questo rilievo, che riguarda anche la connotazione della società lombarda, essere totalmente assenti.

62 56 Credo che sottovalutare la portata delle decisioni che prendiamo adesso non sia all altezza della funzione che questo Consiglio si dà e nemmeno dello sforzo straordinario che sta facendo l opposizione. L opposizione sta fornendo delle vie d uscita che non riguardano solo la sua funzione. A me sembra ormai che una certa dose di integralismo sia così contraria al buon senso da non far aleggiare più il buon senso e le soluzioni possibili in Consiglio. Faccio una prima valutazione: lo spirito costituzionale in Lombardia non va così per la maggiore. Guardate che il Tar è incaricato di questo rispetto e l esito di un intervento della Magistratura va lasciato alla Magistratura, non interpretata politicamente. Il fatto che il Tar abbia espresso, sulla questione di cui discutiamo adesso, una valutazione opposta al provvedimento di Giunta obbliga, anche quelli che subiranno le decisioni qui, cioè gli immigrati, a pensare che ci sono due giustizie: quella del Tar, che in fondo gli ha dato uno spazio, e una ragione, e quella politica, che si accanisce contro di loro. Noi ovviamente non vogliamo essere corresponsabili di questo, però vogliamo che riflettiate ancora un momento, anche quelli che tacciono in questa discussione. L impressione è che si voglia sentire il bisogno di ribadire che i diritti degli italiani vengano lesi. Non è così: sono i diritti degli immigrati che vengono lesi. Ma dove sono lesi i diritti degli italiani? Sono i diritti dei cittadini immigrati che sono lesi, i loro diritti a fare gli imprenditori, come li fanno tutti gli altri e questo forse dà fastidio. Non siamo di fronte soltanto a gente che si deve nascondere, siamo di fronte a gente che usa le migliori tecnologie, la loro intelligenza, la loro solidarietà e volontà di integrarsi alla pari. Ma è difficile fare gli imprenditori per un phone center, caspita se è difficile! Bisogna usare il software migliore, le tecnologie più elevate, avere rapporti con tutti i grandi provider che si occupano di queste cose e fare una lotta sui costi, per quanto riguarda il servizio che viene offerto, che spesso gli italiani non se la sentono di fare. Sono accordi spesso con i provider locali, del Senegal, del Pakistan. E voi avete il coraggio di dire che di fronte alla possibilità che legalmente si integrino nella nostra società, e addirittura lo facciano al livello non solo del lavoratore magari al nero, sfruttato, ma lo facciano al livello dell imprenditore, anziché confortarci vi infastidisce. E la richiesta di proroga non è una richiesta di illegalità: è la richiesta che loro legalizzino fino in fondo non solo la loro posizione ma la loro funzione all interno di una società che deve legalmente aprirsi alla multiculturalità. E qui volevo chiedervi una cosa: ma chi li sostituisce questi phone center? Ma il giorno in cui li si chiudono cosa succede per chi li utilizza? Come parlo io con casa mia? Come mantengo le relazioni, come tengo in piedi il modello di relazione con il lavoro, con il riavvicinamento della famiglia, con l evoluzione anche del rapporto complessivo con la società che si instaura qui? Credo che noi dobbiamo favorire queste relazioni, non possiamo calare una mannaia che le interrompe. Noi abbiamo bisogno che nella comunità e nella legalità questo spazio venga mantenuto aperto; stiamo chiedendo questo. So che non ci si vuole ascoltare, però io voglio responsabilizzarvi su quello che succede. Noi non solo abbiamo fatto una proposta ma non vogliamo la responsabilità su mantenere in piedi degli atteggiamenti che sono non solo persecutori ma sono forieri di disordine. Ho un ultima valutazione da fare. Lo diceva prima Monguzzi, per favore, dateci una volta ascolto. Allora, in Commissione III ho fatto di tutto per bloccare l idea che la salute dei cittadini di questa Regione non venga esposta all arbitrio di chi mette in piedi, che so, un centro di diagnostica e non ha l autorizzazione della ASL. Ci chiedete di andare al di là della legge, di non applicarla più, di fare una deroga, e invece a questi immigrati chiedete quanti bagni, quante toilettes hanno. E perché? Perché sono gli extracomunitari che usano i phone center, mentre invece sono gli imprenditori amici della Giunta - diciamola così - che mettono in piedi le attività remunerative e private della Sanità. Ci ragioniamo una volta, ci responsabilizziamo politicamente degli atti, anche di disordine, di disturbo, di mancanza di integrazione e di capacità di convivenza e, contemporaneamente, di deregolamentazione che si favoriscono in questa società che dovrebbe essere avanzata? Se non lo facciamo credo che compiamo, nei confronti non solo degli immigrati ma anche di noi stessi, un operazione assolutamente avventata. Voteremo contro e saremo a disposizione di tutte le forme di resistenza, non violenta, a questo sopruso.

63 57 Grazie, Presidente Agostinelli. La parola al Consigliere Frosio. FROSIO Giosuè Per i sogni rimando Saponaro, che è molto capace. Buonasera a tutti, Presidente grazie di avermi dato la parola. Sarò breve, solo per rispondere a chi parla di codardia. Mi auguro che il sito di Saponaro sia aggiornato all oggi, visto che nella storia politica annuale dei Verdi han due momenti: uno è quello della caccia e l altro è quello dell aria. Purtroppo la bella legge dell aria l hanno fatta, la caccia arriverà a giugno, giustamente il nostro Consigliere Saponaro ha pensato di studiare quello che gira nella testa del Consigliere Frosio, perché io assolutamente non ho mai parlato di bagni per bianchi o neri, perché fra l altro sono cosciente, come diceva giustamente Agostinelli, sono bagni frequentati dagli extracomunitari. Commentavo con il Consigliere Squassina su quelle che sono le culture e i modo d uso dei bagni, e che mi sia permesso anche di dire che io magari per i miei bisogni fisiologici non debba dipendere da Monguzzi o da Saponaro, scusatemi, ma abbiamo la libera scelta. Però, al di là di questo, ci tengo a precisare, siccome probabilmente abbiamo dei momenti che la stampa riesce anche a cogliere dove vogliamo essere presenti, però non accetto che Muhlbauer parli di una Lega razzista, piuttosto si dovrebbe vergognare chi al Governo oggi ha portato quelli che una volta erano brigatisti, anche se hanno pagato, li avete lì voi a lavorare, vergognatevi voi di questo, non dare del razzista alla Lega, voi avete al Governo ex brigatisti! Sulla legge io ero intervenuto con l idea di dare un contributo, però l amico Saponaro che cosa ha fatto? Ha preso lo spunto, poi è scappato negli uffici, probabilmente in quella giornata l ho visto anche molto esaltato, non so, probabilmente aveva dei problemi suoi, mi auguro che non siano gravi, ed è andato subito a fare i comunicati stampa senza vedere che cos era poi l argomentare e che cosa volevo sottolineare, perché nessuno fa comunque della demagogia. Sapete tutti che comunque i musulmani hanno bisogno di due bagni per donna e uomo, io non ho parlato di bianchi e neri...(interruzione) No no, scusami, ti posso riprendere? Io lo facevo sul ragionamento dove l ASL in alcuni casi tollera...(interruzione) Scusa, poi replichi, per l amor di Dio. L ASL in alcuni casi tollera un bagno più grande e ci possono entrare tre figure: l uomo, la donna e l handicappato, e questo ve lo dico da Sindaco...(Interruzione) No, uomo, donna e handicappato, questo lo dico per quanto riguarda... Non cercare di mettermi in bocca quello che vuoi tu! Prego i Colleghi di non interloquire tra di loro. Grazie. FROSIO Giosuè Comunque non è un problema se mi disturbano, lo sanno fare molto bene. Però continuo a ripetere: io non ho mai parlato di bagni per bianchi o neri; probabilmente il razzista sei tu, Muhlbauer, perché

64 58 conosci bene quelle situazioni, come le avete fatte anche negli ex Paesi comunisti, dove mettevate alla gogna chi non aveva il vostro pensiero. Allora, caro Saponaro, nelle occasioni che ci dev essere non c è, per darmi almeno la soddisfazione d ascoltarmi, ma probabilmente è già corso agli uffici stampa a lanciare qualche notizia. Comunque ripeto, caro Saponaro, io non ho mai detto né bianchi né neri, e ripeto anche questo, le parole del codardo: non paragoniamo l immigrazione bergamasca a quella che arriva adesso, caro Saponaro, coi volantini. Noi abbiamo esportato fior di manodopera, abbiamo insegnato agli svizzeri, ai tedeschi, ai francesi a lavorare; questi che arrivano hanno bisogno di insegnamenti, e non dobbiamo nasconderlo, tant è vero che ci sono dei problemi all interno delle fabbriche, perché purtroppo italiani che sanno lavorare devono fare di tutto e insegnare ad ognuno di questi. Ma non paragoniamo quelli che sono gli emigranti, caro Saponaro, tu non l hai neanche saputo e non hai mai visto che cosa sono gli emigranti bergamaschi! Grazie. Grazie, Consigliere Frosio. La parola al Presidente Zamponi. ZAMPONI Stefano Presidente, volevo proporre all emendamento dell Assessore Boni - non lo vedo - due subemendamenti: uno, laddove si invita la Giunta ad attivarsi presso il Governo della Repubblica, per l adozione delle più efficaci costanti misure di controllo, per proibire la vendita delle rose ai semafori, attività notoriamente pericolosa ed effettuata da individui che svolgono attività di terrorismo internazionale; l altra per richiedere che venga inserito un invito alla Giunta regionale ad istituire servizi separati per individui di colore, affinché non venga turbata la sensibilità, non razzista ovviamente, di coloro che potrebbero scandalizzarsi nell utilizzare bagni in comune con soggetti di etnie diverse. Vorrei ricordare a Prosperini, che non vedo, anche perché probabilmente quando ha iniziato lo sciopero della fame non si è reso conto che le conseguenze più dannose sono quelle meno visibili, perché la carenza di cibo comincia ad operare non solo sul grasso cutaneo ma anche sulle cellule cerebrali, dicevo volevo ricordare all Assessore Prosperini che non è vero che bisogna chiamarsi Ahmed per violare la legge; se invece di chiamarsi Ahmed uno si chiama Cesare, va non solo al Parlamento ma ci resta con una condanna a sei anni definitivi. Invece al Collega Frosio vorrei ricordare che c è un senatore, condannato per banda armata, che si chiama Marcello De Angelis, che è stato eletto nelle file di AN. Credo che una volta che uno ha scontato la pena stia alla sensibilità del Partito che lo candida presentarlo o meno al Parlamento, l Italia dei Valori non lo avrebbe presentato. Però ex condannati per banda armata ce ne sono, credo, in diversi Partiti. Un ultima considerazione sulla pedopornografia. Credo che ieri sera le iene, che sostituiscono un pochino la coscienza civile, hanno mostrato un servizio su un pedopornografo, condannato da quei Tribunali, che tanto sono invisi ad alcuni di questi Consiglieri, forse perché ogni tanto beccano anche qualche criminale italiano, è stato condannato a 14 anni per pedopornografia. Era un cittadino veneto, Assessore Prosperini, non si chiamava Ahmed, si chiamava anche lui Cesare, credo, e andava a - non posso usare il termine perché resterebbe agli atti - ad avere rapporti ses-

65 59 suali con bambine di dieci, dodici anni, all estero. Questi sono i pedopornografi. Un ultima considerazione per quanto riguarda l emendamento Boni. Ritengo che sia inammissibile, se non si passa all esame degli articoli, non si passa agli articoli, punto. Credo anche che l Assessore Boni abbia il dovere di dedicarsi all applicazione pratica della lr 12/2005. Noi stiamo aspettando ancora dei provvedimenti attuativi che dovevano essere emanati entro termini, mi pare, di sei mesi. Non sono ancora pronti, non so se vorrà raccontarci il perché. Però, invece di dedicarsi a fare gli emendamenti, invitando il Governo nazionale a fare cose strane, forse farebbe meglio a lavorare di più sui compiti di quello che deve fare lui. Ultima considerazione. Qualcuno diceva che abbiamo assistito a ragionamenti su piani diversi; io non credo che siano ragionamenti, semplicemente c è la trasformazione in provvedimento legislativo di un desiderio, quello di sanzionare, attraverso lo strumento di una legge, apparentemente e formalmente corretta, alcune iniziative, così da scoraggiare i cittadini, che si dedicano a queste iniziative, dall attuarle. Vorrei ricordare che per esempio la legge sul nulla osta per la prevenzione incendi è stata prorogata per anni, anni e anni. Vorrei ricordare a quelle verginelle, che si scandalizzano perché qualcuno ha parlato di leggi che non vengono puntualmente applicate, che almeno la metà delle scuole di Milano non sono a norma. Vorrei vedere...(interruzione) Assessore, lasciamo svolgere al Presidente Zamponi il proprio intervento. Come ha avuto la possibilità lei, anche il Presidente Zamponi ha diritto di svolgere il suo intervento. Prego Presidente, continui. ZAMPONI Stefano Concludo, perché è totalmente inutile, con due considerazioni. La prima: questa legge è stata fatta male, richiede dei requisiti. Io non ho firmato il progetto di legge perché ritengo che non sia possibile adeguarsi a queste norme per la maggior parte degli esercizi; sono altrettanto convinto che così come la Magistratura, che non è asservita - per fortuna nostra - a nessun potere, e lo ha dimostrato in diverse occasioni, ha... Presidente, se non è consentito intervenire, aspetto. Prego, continui, continui, è consentito, lei ha tutto il mio consenso. Prego. ZAMPONI Stefano Diventa però difficile anche con un peripatetico che gira per l aula seguire il filo del discorso.

66 60 Lei continui pure che è ascoltato e anche capito. ZAMPONI Stefano Dicevo che la Magistratura farà giustizia, e se - come credo, come ho detto in altre circostanze - queste norme non sono conformi alla nostra Carta costituzionale, avremo fatto guadagnare gli Avvocati; ci sono stati precedenti. Concludo con l affermazione che Albert Einstein, quando, fuggendo dalla Germania nazista e razzista, e entrando negli Stati Uniti, all addetto alla dogana che gli chiese Razza?, rispose Umana. Grazie. Grazie Presidente. (Voci dall aula) Ha chiesto la parola, Presidente Prosperini, ma è già intervenuto. Non è iscritto. Per fatto personale, il Regolamento prevede che si intervenga alla fine del dibattito sull argomento. (Confusione in aula consiliare) Lei penso che vorrà intervenire per dichiarazione di voto. Grazie, Assessore, è come al solito molto comprensivo. La parola al Presidente Galli. GALLI Stefano Grazie Presidente. (Interruzione) Sì, io non ho fretta. Pensavo, Presidente, all inizio di questo dibattito su un non passaggio all esame degli articoli, ripeto, avevo ipotizzato che questa discussione nascesse già con uno scoop, perché per la prima volta - credo - nella storia di questo Paese ho sentito il Collega Squassina dichiarare, per la prima volta nella storia, che Rifondazione prendeva le difese degli imprenditori. Mai successo nella storia di questo Paese, e quindi credevo che questo all inizio fosse lo scoop. Poi ho cercato di capire il perché di questa affermazione, e ho capito anche quale imprenditoria. Squassina e Rifondazione Comunista difendono. Non è una imprenditoria tradizionale, è una imprenditoria di cittadini extracomunitari, che assumono altri cittadini extracomunitari, e quindi è la nuova categoria da difendere - in quanto i lavoratori tradi-

67 61 zionali di questo Paese li stanno abbandonando perché traditi dal Sindacato - il loro nuovo serbatoio di consenso e di voto. Allora capite bene che questa è la vera manovra, a cui si è prestata anche una parte del Centrosinistra. Personalmente, Presidente, a fronte anche di alcune affermazioni di solidarietà, fatte a chi avrebbe iniziato uno sciopero della fame, non sono solidale. Non sono solidale con coloro che hanno iniziato uno sciopero della fame, sono invece solidale nei confronti di coloro che si sono adoperati in questo anno a normare il proprio esercizio e a rispettare le regole che si è data la. La solidarietà io la do alle persone che hanno la volontà di stare alle regole e di restare nella legalità. Quello che ci divide, Colleghi della Sinistra, è il concetto nostro di legalità e giustizia contro la vostra illegalità e ingiustizia. E lo dico anche perché lo si evince in tutte le vostre animate manifestazioni. Non si è sentito, nelle manifestazioni del Centrodestra dieci, cento, mille Nassiriya. Vergogna! Vergogna! E un altra cultura che ci divide, quella di stare dalla parte di chi vuole il rispetto delle leggi, di chi non si adopera a sostegno di azioni illegali e sostenendo l illegalità nel Paese. Andate a vedere in tutte quelle realtà, dove vi sono phone center già illegali - e lo sapete che sono illegali - che problemi creano alla collettività all interno dei loro quartieri! Di questo non dite nulla. Siete per il rispetto della illegalità, e la grande mente pensante del Centrosinistra è stata quella che ha elaborato un progetto di legge dove si dice: prorogare al Alle elementari le pensano queste cose, alle elementari...(interruzione) Eh forse sì, ma avresti dovuto imparare bene. Quindi mi rendo conto che dà fastidio, perché hanno perso la partita, e quindi non ce n è per nessuno, ma che si presentino, facciano loro i paladini, presentino loro il ricorso a chi vogliono loro, non ce ne importa nulla. Ribadisco: nulla. Per quanto ci riguarda, noi sosteniamo l iniziativa fatta a suo tempo da questa Giunta, non riteniamo che si debba ancora cincischiare e perdere tempo per queste banalità, e quindi, nel votare a favore di questo provvedimento, non votiamo a favore di un provvedimento qualunque, votiamo un provvedimento di onestà, di giustizia e di legalità, cosa non conforme nel DNA del Centrosinistra. Con questo intervento si è concluso il dibattito, quindi do la possibilità all Assessore Prosperini di esercitare i diritti previsti dall articolo 60 del Regolamento: fatto personale. Prego. (Voci dall aula) PROSPERINI Pier Gianni Si interviene alla fine del dibattito e non alla fine di tutti i lavori. A parte questo, brevissimamente volevo comunicare al Consigliere Zamponi che, per dimostrargli che nonostante la perdita del peso non sono diminuito di vigore né nella mente né nel corpo, sono a sua disposizione. Grazie Assessore.

68 62 PROSPERINI Pier Gianni E comunque io mi muovo, Consigliere Zamponi, con grande veemenza e con grande vigore. Pertanto alla scuola peripatetica appartiene qualcun altro. Esame e votazione dell emendamento Si deve procedere ora alla votazione della proposta di non passaggio all esame degli articoli, con la precisazione che è stato presentato l emendamento n. 1 a firma dell Assessore Boni, che è stato distribuito. (Il testo è riportato in allegato) L emendamento è ammissibile perché è un integrazione alla proposta di deliberazione, non è quindi un emendamento agli articoli del progetto di legge, e quindi va considerato ammissibile. La parola al Consigliere Squassina Osvaldo. SQUASSINA Osvaldo No, si trattava di sapere se siamo già in procedura di voto. Sì, se nessuno interviene per la dichiarazione di voto. La parola al Presidente Zamponi. ZAMPONI Stefano Ritengo inammissibile che si possa emendare la richiesta di non passaggio all esame degli articoli. L emendamento n. 1, presentato dall Assessore Boni, oggi non ha la possibilità di essere discusso, anche perché non è previsto dall articolo 74 che sia la Commissione a disporre il non passaggio agli articoli ma deve essere un ordine del giorno apposito, che dev essere fatto da qualcuno, credo il Presidente Saffioti, a titolo personale o a titolo di Forza Italia. Aggiungo che, per essere ammesso, questo emendamento, essendo stato presentato durante la votazione, o giù di lì, deve essere sottoscritto dal rappresentante della Giunta, cioè vorrei che fosse chiarito e messo a verbale che non è una iniziativa personale dell Assessore Boni ma che la facoltà di presentare emendamenti è del rappresentante della Giunta, cioè questo emendamento viene presentato anche a nome di Forza Italia, di AN e dell UDC. Vorrei che fosse verbalizzato.

69 63 Grazie Presidente. Aveva chiesto la parola il Relatore, Consigliere Saffioti. SAFFIOTI Carlo Signor Presidente, nel ribadire quella che a me sembra essere la piena legittimità dell emendamento presentato dall Assessore, voglio sottolineare ai Colleghi che l obiettivo di questo emendamento è di permettere alla Giunta e di supportare la Giunta nell emanazione di circolari interpretative, che possono risolvere alcuni dei problemi che sono stati avanzati - non quello di cui si parla che fa riferimento ai requisiti - rispetto ai quali questo emendamento può dare la possibilità alla Giunta di venire incontro su alcuni problemi che sono stati avanzati dai rappresentanti dei phone center. Prima di passare alle dichiarazioni di voto si mette in votazione l emendamento 1, poi passiamo alle dichiarazioni di voto, e quindi alla votazione della delibera di non passaggio all esame degli articoli. La parola al Consigliere Civati. CIVATI Giuseppe Volevo chiedere a nome mio, del Presidente Agostinelli, del Presidente Sarfatti, del Presidente Monguzzi, del Presidente Benigni, la votazione a scrutinio segreto. Come richiesto, ai sensi dell articolo 69 del Regolamento interno, pongo in votazione con procedura elettronica a scrutinio segreto l emendamento n. 1. Ultimata la votazione, ne comunico l esito: Congedi n. 7 Quorum funzionale n. 37 Presenti e Votanti n. 65 Maggioranza richiesta n. 33 Voti a favore n. 36 Voti contrari n. 29 Astenuti n. --

70 64 do atto che il Consiglio approva l emendamento n. 1. (Il verbale di votazione n. 1 è riportato in allegato) Dichiarazioni di voto Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha facoltà di parola il Consigliere Civati. Prego Consigliere. CIVATI Giuseppe Con qualche imbarazzo che registro, che nei bagni dei phone center, sia per questo dibattito, per questa Regione, è in gioco il punto di vista sulla globalizzazione, sui fenomeni migratori, e non mi riferisco alle peppole ma alle persone, a quelle intere popolazioni che si trasferiscono verso il nostro Paese; che nei bagni dei phone center sia finito il tema decisivo dell integrazione tra le persone che vivono, convivono nella nostra Regione è sicuramente imbarazzante. Penso ad un esperienza, che è personale, che so altri Colleghi hanno condiviso, forse i più giovani, che hanno vissuto e studiato all estero, forse anche qualche esponente di Alleanza Nazionale ricorderà episodi nei quali le comunità all estero, su cui tanta enfasi è stata spesa, si rivolgevano a phone center per fare la stessa cosa che fanno gli stranieri residenti in Italia: mettersi in contatto con le loro famiglie, per non fare nient altro che telefonare o scrivere via Internet, via Skype, alla propria morosa, alla propria fidanzata, al proprio marito. O forse tutto questo è un mondo che non vogliamo neanche conoscere, non vogliamo neanche affrontare e non vogliamo nemmeno interpretare. Chiudere i phone center, o sottovalutare la chiusura del 90 per cento del totale di essi, come venne minacciata dagli stessi operatori ai loro fruitori, è una soluzione per questo molto facile, me ne rendo conto. Siamo arrivati fino alla retorica della minzione in questo dibattito, ed è un fatto disdicevole, credo, difficile da raccontare qui fuori. E una soluzione facile ma nello stesso, io credo, irresponsabile, perché il problema che abbiamo di fronte, a meno che non vogliamo banalizzarlo ancora, è che noi non riusciamo ad avere gli strumenti in questa aula per interpretare una sfida così complessa, come quella che richiamavo, dell immigrazione, delle culture che convivono nel nostro Paese, delle identità, proprio quelle identità che spesso vengono evocate in questa aula, un po a sproposito devo dire, perché appena le identità si cambiano non vanno più bene. Esiste il pericolo del comunitarismo, che sento anch io personalmente, che sentono i DS, il rischio cioè che ogni comunità si organizzi per i fatti propri, che non ci sia quella capacità di mettersi in relazione con gli altri, che vengono da Paesi diversi; di una società complessa e ricca, che ha una piccola metafora nel phone center, perché è uno scambio, un luogo di relazione. Noi dovremmo interrogarci su un fatto: per alcune popolazioni il phone center è l unico luogo che la offre per trovarsi, per scambiarsi le esperienze di vita, per raccontarsi la giornata di lavoro, perché le persone che vanno nei phone center lavorano nella loro stragrande maggioranza. Allora, noi crediamo che, di fronte alla sproporzione tra l enfasi di alcuni interventi e la realtà della questione, e il pericolo però, dall altra parte ancora, di un problema che non riusciamo a risolvere che anzi, facendo finta di risolvere alcuni problemi, li moltiplichiamo, ecco, di fronte a questo noi dobbiamo appellarci a tutte quelle coscienze, quelle sensibilità, che io non voglio credere non esistano nel

71 65 Centrodestra, perché io non sono fatto così, non penso che da questa parte ci sia la cultura democratica e di lì no; non penso che ci siano i razzisti e quelli che non lo sono; non penso che ci siano i tiranni e quelli che hanno a cuore la partecipazione democratica; io penso che la realtà sia un po più sfumata. Allora, credo sia giusto che questa sera gli esponenti del Centrodestra, che so essere espressione di cultura e di sensibilità diversa da quella che abbiamo ascoltato, molto tronfia e molto orgogliosa, con molta sicumera fino ad oggi, possono fare un tentativo: venire incontro ad una richiesta, che è da scuole elementari, talmente elementare che mi verrebbe da aggiungere Watson, per cui si prende un anno per consentire di risolvere davvero quel problema che ci siamo posti, se siamo seri, se non c erano lo scorso anno i retropensieri ideologici di cui abbiamo parlato. Un rinvio, una proroga, che non vuole saltare il passaggio della legalità, ma che vuole consentire che questi phone center vengano messi in regola. E allora io credo davvero che questo appello sia rivolto a tutti, a qualcuno in particolare, ma che sia rivolto a tutte le forze politiche presenti in questa aula, perché non si banalizzi un tema complesso e perché si voglia risolvere un problema nel rispetto dei lavoratori, dei fruitori di questi servizi, nella consapevolezza che i fenomeni che riguardano la sicurezza e la quiete sociale, come è stato richiamato dal Consigliere Monguzzi, vadano affrontati, ma che si faccia banalmente una scelta di civiltà. Per questo purtroppo dovremo chiedere, lo faccio fin d ora, la votazione segreta, perché magari l appartenenza di Partito crea qualche sospetto, e lo faccio a nome dei Consiglieri che ho richiamato prima, dei Presidenti dei Gruppi dell Unione, Mario Agostinelli, Riccardo Sarfatti, Carlo Monguzzi, ma aggiungiamo anche Giuseppe Benigni e Guido Galperti, perché no? Grazie, Consigliere Civati. Prego Presidente Galperti, ha la parola. GALPERTI Guido Grazie Presidente, sarò davvero telegrafico. A me sembra che oggi abbiamo sentito ripetere parte della discussione che avevamo già fatto quando questa legge è stata approvata. La legge riguarda tutti quelli che intendano come attività esercitare un phone center, e non c è scritto di che nazionalità devono essere, è una legge che riguarda tutti gli operatori del nostro territorio. Quindi io lascerei perdere il dibattito ideologico, perché ognuno può avere le proprie opinioni, il mio appello è un invito al buon senso e ve lo propone chi la legge l ha votata, perché io l ho votata, ma la rivoterei anche domani mattina, perché forse quando si va ad intervenire su una questione che ha debordato - perché oggettivamente ha debordato - non voglio riaprire io il dibattito, però avevamo sottolineato che quella legge interveniva a regolamentare un settore, che onestamente aveva debordato rispetto alla tenuta di un tessuto sociale ed economico. Quindi, ripeto, l appello lo fa chi la legge l ha votata, però se i Comuni, che dovevano a loro volta predisporre gli strumenti, ci chiedono una proroga, perché il colmo è questo, che la proroga che noi neghiamo all operatore economico di qualunque nazionalità, sesso, razza, attitudine sessuale esso sia, la concediamo ai Comuni, a tutti i Comuni, perché io immagino che vi siano anche bravi amministratori, e anche bravi amministratori della Lega, i quali bravi amministratori della Lega probabilmente non hanno provveduto non per mancanza di volontà, ma molto probabilmente perché la questione è complessa, riguarda gli strumenti urbanistici, riguarda i piani dei servizi, tant è vero che la Regione Lombardia, così impietosa nei confronti degli operatori, dice all 85 o 90 per cento delle Amministrazioni comunali: quando sarete pronti, ce lo direte.

72 66 Quindi, siccome siamo stati d accordo in larghissima maggioranza su questa legge in questo Consiglio regionale, e io sono anche d accordo che bisogna evitare un razzismo al contrario, perché è vero che molte volte ci sono casi di grandi deroghe e di grandi proroghe, ma vi sono anche casi in cui operatori sono stati messi in condizioni di dover realizzare bagni, infinità di servizi, infinità di infrastrutture in tempi brevi, sono d accordo su questo, per cui un anno è un buon termine, poi deciderà la Corte costituzionale se il provvedimento e la misura in cui interviene anche sulle situazioni già esistenti viola o non viola i principi costituzionali di eguaglianza, ma non entriamo in questo; ripeto, sicuramente un anno era un buon termine. Però, di fronte anche a chi vi ha chiesto la disponibilità votando la legge di una proroga di un anno, riduciamola a nove mesi, dieci mesi, ma un Consiglio regionale perché deve uscire diviso su questo tema, divisione che sarebbe mal interpretata e mal interpretabile da chiunque, quando noi sappiamo bene che anche nell esuberanza dei comportamenti di qualche Consigliere non si nasconde certo un attitudine né alla separazione né alla segregazione, perché poi i toni polemici vanno al di là di quelli che sono gli effettivi sentimenti, perché tanta gente, che ha lavorato, che lavora, come il Collega Frosio, può scappargli un po la mano, ma conosce anche la realtà dura di chi deve iniziare un impresa, però giustamente deve iniziarla come tutti gli altri cittadini, anche se è extracomunitario, osservando le regole di questo Paese. Allora io dico: non mi sembra che su un tema come questo sia tanto grave concedere un rinvio; un rinvio non si è mai negato a nessuno, soprattutto a chi è più potente, soprattutto alle lobby economiche e finanziarie, per cui non credo che faremmo un grande strappo se dicessimo: insomma, mettetevi a posto, vi diamo otto, nove mesi in più, con il buon senso lombardo, che questa aula sa, nei momenti decisivi, a mio avviso, trovare. Questo è il mio appello alla disponibilità per votare insieme un rinvio, che abbia le caratteristiche solo del buon senso e non del venir meno di quel precetto di inderogabilità che c è nella norma, perché su questo non saremmo d accordo neanche noi che la legge l abbiamo votata. La parola al Consigliere Squassina Osvaldo. SQUASSINA Osvaldo Il Gruppo di Rifondazione, del resto è parte anche della storia personale di ognuno di noi, della nostra attività professionale, ha sempre considerato la categoria degli imprenditori una categoria sociale della quale bisogna sempre tener conto nell affrontare i temi sociali, politici ed economici, anche perché in Lombardia, in una realtà dove operano più di ottocentomila imprese, non parlare del mondo delle imprese davvero significa essere fuori dalla realtà. Il senso però della mia dichiarazione di voto è quello che veniva ricordato anche da Guido Galperti adesso, partendo però da una considerazione; noi non arriviamo oggi, a distanza di dodici mesi, a chiedere la proroga, perché se ricordiamo per un attimo - è presente il Relatore della legge approvata lo scorso anno, Rossoni - in Commissione noi discutemmo molto sul fatto che i dodici mesi previsti erano insufficienti per dare il tempo necessario ad applicare la legge, a tal punto che in quella discussione tutti convenivano sul fatto che il tempo previsto era troppo breve, e che quindi era un problema che avremmo dovuto affrontare. Seconda considerazione: la proposta di proroga avanzata parte davvero dal buon senso.

73 67 Non volevamo, e non vogliamo, riaprire una discussione che abbiamo già fatto; a suo tempo ci siamo distinti per quanto riguarda il giudizio su quella legge, non a caso soltanto due Gruppi in Consiglio avevano espresso un dissenso su quella legge, quindi la proposta di proroga nasce da un punto di vista puramente di buon senso, di tener conto della realtà. All invito rivolto a tutti di rivedere la propria posizione, vorrei aggiungere un dato. Nei giorni scorsi l Osservatorio della ha fornito i dati sull immigrazione, ottocentomila persone, distribuito tra l altro sulle categorie professionali: quanti operai, quanti manovali, quante persone che operano nel sociale, quanti nel mondo della cultura, quanti medici e così via. Sono dati davvero interessanti, che dimostrano che per la nostra realtà lombarda l immigrazione non è costituita da delinquenza o da criminalità, questo è un problema che purtroppo è in noi, riguarda diverse categorie sociali, indipendentemente dalla provenienza. Il dato che mi ha colpito è questo: ogni centomila lavoratori immigrati in Lombardia, che versano contributi all INPS, per un salario lordo di mille e 400 euro, che vuol dire un guadagno netto mensile intorno agli 800 euro, dicevo, ogni centomila lavoratori immigrati, che versano regolarmente - sono dati dell INPS regionale - i contributi permettono in Lombardia di pagare 140 mila pensioni minime, pari ad un valore mensile di 471 euro mensili, che sono pensioni, come sapete, per gli anziani non in grado di avere una vita decorosa. Con questi dati, sarebbe interessante che dal Consiglio regionale venisse un gesto davvero di riconoscimento anche dei diritti: chi viola la legge va perseguito ma chi lavora onestamente e con serietà va in questo caso davvero tenuto in dovuta considerazione. Concludendo, mi associo quindi alla richiesta per quanto riguarda il voto segreto. La parola allora l Assessore Boni per dichiarazione di voto. BONI Davide Sinceramente devo dire che oggi mi aspettavo di parlare di leggi, ho sentito dire di tutto, devo dire che io peccherò in tante cose ma il punto della coerenza, secondo me, è fondamentale. La legge prevedeva il 23 marzo: dura lex sed lex. Posso io non premiare il 15 per cento dei Comuni lombardi che invece si sono dati da fare? E perché qualcuno non si è attivato oppure, essendo magari anche della mia coalizione politica, non è riuscito a portare a casa il risultato? Posso io non premiare quegli operatori che hanno fatto quello che dovevano fare? E questo il dilemma. Allora io, siccome faccio il legislatore, sto dalla parte della legalità. Può piacere o non piacere, è una scelta politica. Io faccio l Assessore e faccio leggi, possono piacere o non piacere queste leggi, però io faccio parte di una maggioranza che, al di là di tutto, è stata eletta in questo Parlamento regionale. Come non mi piacciono leggi magari che vengono fatte dal Governo centrale in questo momento, ma sta di fatto che mi tocca obbedire a queste leggi, perché le leggi sono quelle. E io, più che Aiace Telamonio, a me, non per una questione di martirio, piace di più Leonida, perché magari pensava un po meno però agiva (Interruzione) lo so, però sai, l idealità è un fattore molto forte nella mia persona e nel Movimento che rappresento...(interruzione) ho capito, saranno trecento, però si sono sacrificati, evidentemente qualcosa hanno fatto. Evidentemente la coerenza non è da tutti. Io devo darti atto, caro Monguzzi, che in te ho trovato un avversario, con il quale ci si scontra, ma molto leale rispetto alle cose, e questo non lo trovo in tanti altri, e ogni tanto io mi ingegno e faccio il novello scrittore, scrivo a qualche Collega del Consiglio re-

74 68 gionale e mi ripreparerò a scrivere ancora a qualche Consigliere regionale, che qua dice una cosa mentre a Roma ne fanno sicuramente un altra. Per cui, siccome si avvicinano momenti di votazione a Roma, dove bisogna essere coerenti, scriverò ancora. Il buon senso e la serietà. Penso che, al di là della maggioranza e della minoranza, tutti siano dotati di buon senso, ma soprattutto io credo che nessun Consigliere non sia serio, perché nel bene o nel male è stato delegato da cittadini; può piacere o non piacere ma sono come le regole del gioco del pallone. Io domenica non ho vinto il derby, ho sentito gli sfottò dei Colleghi dell altra squadra, però sta nelle regole del gioco, no? Oggi, in, se ci fosse un derby, molto probabilmente Casa delle Libertà 2, Unione 1, e quel gesto famoso di Totti, che a me piace tantissimo, di quel famoso 4 a zero, della Roma alla Juventus, che Totti, mentre si allontana e guarda Del Piero, gli fa così e gli fa questo gesto, eh il gesto che purtroppo, sentendo alcune sciocchezze, che oggi con interesse ho sentito, perché mi sono beccato del razzista, c è stato uno scivolone magari di un mio Collega Consigliere in Commissione, che oltretutto si è autocastrato perché lui vuole un bagno per sé. Questo sarà un bel problema introdurlo nella norma, dire Fate un bagno solo per Giosuè Frosio, e non so quanto sia frequentatore di call center o phone center il Collega di Bergamo, molto probabilmente instaurerà un lavoro totalmente diverso. Detto questo, e vado a chiudere (Interruzione) Ho perso un voto? No, di Giosuè Frosio, ma è un amico, Frosio è un amico, per l amor di Dio. Vedete, io non riesco ad essere solidale con chi fa lo sciopero della fame contro una norma, perché di solito chi ha poco rispetto per se stesso molto probabilmente non lo ha neanche per gli altri, questo è il senso. Detto questo, io chiedo all aula di votare il non passaggio all esame degli articoli di questo progetto di legge. Grazie Assessore, questa era la dichiarazione conclusiva. Votazione Come richiesto dal Consigliere Civati, anche a nome dei Consiglieri Agostinelli, Monguzzi, Sarfatti e Benigni, ai sensi dell articolo 69 del Regolamento interno, pongo in votazione con procedura elettronica a scrutinio segreto la proposta, come modificata dall emendamento n. 1, di non passaggio all esame del progetto di legge n Ultimata la votazione, ne comunico l esito: Congedi n. 7 Quorum funzionale n. 37 Presenti n. 63 Votanti n. 61

75 69 Non votanti n. 2 Maggioranza richiesta n. 31 Voti a favore n. 33 Voti contrari n. 27 Astenuti n. 1 do atto che il Consiglio approva il non passaggio all esame dell articolo unico del progetto di legge n (Il verbale di votazione n. 2 è riportato in allegato) Presidenza del Vice Presidente Cipriano &A Proposta di atto amministrativo n. 64 Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (articolo 4, comma 1, lr 11 marzo 2005, n. 12). (Argomento n. 7 all ordine del giorno) Dibattito Pongo in discussione la proposta di atto amministrativo n. 64, facendo presente che la medesima è stata esaminata dalla quinta Commissione consiliare. La parola al Relatore, Consigliere Quadrini. QUADRINI Gianmarco Presidente, cari Colleghi, la legge regionale per il governo del territorio, la numero 12 dell 11 marzo 2005, è supportata da tre strumenti fondamentali: il sistema informativo territoriale integrato; l osservatorio permanente della programmazione territoriale; la valutazione ambientale dei piani, articolo 4, disciplinata dalla direttiva comunitaria numero 42 del La direttiva, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente, persegue l introduzione delle tematiche ambientali all interno dei processi pianificatori e programmatori. L obiettivo della direttiva è quello di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione delle considerazioni ambientali all atto dell elaborazione dei singoli strumenti di pianificazione e programmazione, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile.

76 70 Ne consegue pertanto che ogni piano o programma deve prevedere al proprio interno anche strategie, obiettivi e azioni ambientali. Due sono le possibili opzioni: stabilire un nuovo procedimento specifico per la valutazione ambientale strategica, oppure integrare la valutazione ambientale strategica nei procedimenti già esistenti. La ha optato per l integrazione del nuovo strumento di valutazione nell ambito del procedimento di piano o di programma, e quindi fin dalle sue prime fasi di elaborazione, sulla base del convincimento che l individuazione di strategie, obiettivi e azioni ambientali risulta efficace soltanto se avviene nella fase iniziale del processo di pianificazione. In assenza del recepimento statale, l articolo 4 della legge regionale 12 del 2005 costituisce la dichiarazione di volontà, da parte della, di procedere all attuazione della direttiva 42 del L articolo 4 della legge regionale 12 del 2005 affida al Consiglio regionale il compito di definire gli indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e di programmi e alla Giunta regionale gli ulteriori adempimenti di disciplina. La proposta di indirizzi generali è stata approvata dalla Giunta regionale, con decreto n , del 22 dicembre 2005, ed è stata trasmessa al Consiglio regionale per la sua approvazione. Gli indirizzi generali forniscono indicazioni sull integrazione tra percorso di formazione del piano e attività di valutazione. Il percorso delineato prevede una stretta collaborazione tra chi elabora il piano e chi si occupa della valutazione per costruire uno strumento di pianificazione partecipato e valutato in ogni sua fase, valorizzando la positiva esperienza già realizzata nell ambito di uno specifico progetto europeo. L ambito di applicazione della valutazione ambientale sono considerati i piani di livello regionale, piano territoriale regionale e i piani d area, ma anche piani di settore, quali energetico, rifiuti ed acque; piani di livello provinciale, come il piano territoriale di coordinamento provinciale e i piani di settore; e i piani di livello comunale, come il documento di piano ed altri piani, se in variante al documento di piano. Tutti questi dovranno essere accompagnati dalla valutazione ambientale strategica nella loro formazione. Sono previste indicazioni per il percorso procedurale metodologico, che è stato definito un percorso che razionalizza le diverse azioni già previste dagli strumenti di piano ed individua i soggetti competenti in materia ambientale, da coinvolgere fin dall inizio del percorso. Per quanto riguarda il processo di partecipazione dei cittadini, la costruzione di piani e programmi è accompagnata da modalità definite di consultazione, comunicazione ed informazione, articolati per le varie fasi. Il raccordo con altre procedure, valutazione di impatto ambientale - la VIA - e valutazione di incidenza su zone di protezione speciale - le ZPS - e siti di importanza comunitaria - i SIC -, sono coordinate nel quadro di una ottimizzazione e semplificazione dei procedimenti. Vengo al sistema informativo lombardo per la valutazione ambientale di piani e di programmi. Sarà sviluppato un portale dello strumento valutazione ambientale strategica, in cui raccogliere le informazioni legislative metodologiche e le buone pratiche, ma anche i riferimenti e le notizie di uso comune. La metodologia evidenzia in particolare l integrazione tra processo di piano e processo di valutazione, individuando le rispettive responsabilità. Gli indirizzi costituiscono uno strumento importante per far fare un salto di qualità alla pianificazione territoriale, senza un significativo appesantimento delle procedure in essere e senza rilevanti costi aggiuntivi. Altra importante novità prevista nella direttiva è l obbligo del monitoraggio del piano, o del programma durante la sua fase di attuazione sulla base di indicatori di qualità, che saranno individuati dalla Giunta regionale negli ulteriori adempimenti di disciplina.

77 71 Particolare attenzione vengono riservate dagli indirizzi anche al tema del raccordo tra alcuni strumenti di valutazione, quali la valutazione ambientale dei piani e dei programmi, la valutazione di impatto ambientale dei progetti e la valutazione di incidenza. Le esperienze in corso confermano l efficacia del nuovo strumento della valutazione ambientale, soprattutto se viene dato ampio spazio al processo di partecipazione e consultazione. E ora quindi compito della Giunta regionale precisare i processi metodologici procedurali e organizzativi delle singole tipologie di piano, nonché costruire un quadro di riferimento strategico territoriale, inerente alle criticità e alle potenzialità ambientali. Rispetto al testo presentato dalla Giunta sono state introdotte modifiche migliorative, sulla base delle osservazioni pervenute a seguito delle consultazioni effettuate e sulla base dei risultati del confronto Regioni-Ministero dell Ambiente per la revisione del decreto legislativo 152 del Si è trattato di un lavoro lungo e difficile, ma il risultato conseguito è davvero soddisfacente. La, dal canto suo, ha dato un apporto determinante per superare alcuni nodi strategici, che avevano bloccato l iter del provvedimento, e ha contribuito ad approdare ad un testo, che rappresenta una vera e propria rivoluzione in tema di sviluppo sostenibile e difesa dell ambiente. Dichiaro chiuso il dibattito. Annunzio e illustrazione di ordine del giorno Comunico che in merito all argomento in discussione è stato presentato il seguente documento: &A ODG/0952, in data 12 marzo 2007, a firma dei Consiglieri Muhlbauer, Agostinelli e Squassina O- svaldo, concernente specifici programmi di formazione indirizzati a tutti i soggetti coinvolti nella valutazione ambientale. La parola al Consigliere Agostinelli, per l illustrazione. AGOSTINELLI Mario Vista l ora sarò sintetico. Si tratta della richiesta di fornire di dotazione finanziaria, soprattutto per la formazione, il decreto che riguarda la valutazione ambientale strategica.

78 72 Esame e votazione degli emendamenti Alla proposta di atto amministrativo n. 64 sono stati presentati sei emendamenti. Passiamo quindi all esame e alla successiva votazione degli stessi. (Il testo degli emendamenti è riportato in allegato) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 1. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 3. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 2. (Il Consiglio non approva) Passiamo all emendamento n. 4. La parola al Consigliere Monguzzi. MONGUZZI Carlo E un emendamento tranquillo, nel senso che chiede di sviluppare la partecipazione del pubblico attraverso la pubblicazione dei documenti a disposizione. La parola al Relatore, Consigliere Quadrini. QUADRINI Gianmarco Esprimo parere contrario, perché è di difficile attuazione.

79 73 Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 4. (Il Consiglio non approva) Emendamento n. 5. La parola al Presidente Monguzzi. MONGUZZI Carlo L emendamento n. 5 è relativo all allegato A. Chiede di stralciare nell ultima colonna se variante al documento di piano in quanto non può costituire variante al documento di piano. La parola al Relatore, Consigliere Quadrini. QUADRINI Gianmarco Esprimo parere contrario. Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 5. (Il Consiglio non approva) Emendamento n. 6. La parola al Presidente Monguzzi. MONGUZZI Carlo E più o meno la stessa cosa di prima, si riferisce al punto n. 7: Piano delle Regole, mentre l altro emendamento si riferiva al Piano dei servizi.

80 74 La parola al Relatore, Consigliere Quadrini. QUADRINI Gianmarco Esprimo parere contrario. Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 6. (Il Consiglio non approva) Votazione ordine del giorno Concluso l esame degli emendamenti, non avendo iscritti per dichiarazione di voto, pongo in votazione, per alzata di mano, l ordine del giorno n (Il Consiglio non approva) (Il testo è riportato in allegato) Dichiarazioni di voto Passiamo alle dichiarazioni di voto in merito alla proposta di atto amministrativo n. 64. La parola al Consigliere Monguzzi. MONGUZZI Carlo Una dichiarazione di voto velocissima. Questi indirizzi generali sono l attuazione della lr 12/2005 e dovevano essere emessi dalla Giunta sei mesi dopo la legge. Sono invece passati due anni. Il Collega

81 75 dice: meglio che niente. Certo, il problema è che, una volta approvati in Consiglio, la Giunta dovrà emanare i cosiddetti indicatori di qualità, speriamo non ci metta altri due anni. E meglio che niente perché finalmente i Comuni avranno almeno un metodo da seguire e ognuno non farà di capocchia propria. Per cui il nostro voto è di astensione. La parola al Consigliere Prina. PRINA Francesco Annuncio anch io, come Ulivo, il voto di astensione, ribadendo il fatto che questo è un atto importante per le amministrazioni comunali, per tutte le Amministrazioni, per la valutazione, finalmente, di impatto ambientale, soprattutto per quanto riguarda la VAS; uno strumento importante per applicare anche la legge urbanistica, che fa della provvisorietà ormai l ordinarietà. Quindi i Comuni hanno finalmente un indicazione, ma bisogna ancora aspettare del tempo affinché la Giunta regionale possa determinare in dettaglio l applicazione. L astensione è giustificata dal fatto che riteniamo che finalmente si è raggiunto un obiettivo: quello di affrontare seriamente e concretamente il tema della valutazione di impatto ambientale e di darla come acquisita. Con la nostra astensione desideriamo impegnare la Giunta e la maggioranza di questa Regione affinché i tempi vengano abbattuti e vengano forniti alle amministrazioni locali tutti gli elementi per applicare la normativa di impatto ambientale. La parola al Presidente Raimondi. RAIMONDI Marcello Mi permetto di intervenire per sottolineare l importanza di questa votazione e ringraziare il Relatore che ha svolto un lavoro molto lungo e molto approfondito, su una proposta che è arrivata dalla Giunta in Commissione diversi mesi fa, ma che, proprio grazie al lavoro di Commissione e al lavoro che la Giunta regionale ha svolto nel confronto con lo Stato, è stata significativamente migliorata. Spiace che questo provvedimento cada in un momento in cui l attenzione non è massima, però si tratta di un passaggio essenziale della riforma urbanistica, che la ha avviato con la lr 12/2005. E un passaggio fondamentale, che non va sottovalutato. Va anche detto che, quando si sente dire che la legge urbanistica della Lombardia, dando ai Comuni poteri importanti, avvia un processo di non governo del territorio, di espansione incontrollata, non si tiene presente che la legge della

82 76 introduce norme, come la valutazione ambientale strategica, che sono essenziali per l attuazione della legge stessa, quindi che configurano un ipotesi di sviluppo del nostro territorio assolutamente controllato e governato. Credo che quello di oggi sia un passaggio essenziale e fra l altro molto atteso dagli operatori e dalle comunità locali, e quindi un approvazione corale da parte di questo Consiglio costituirà un elemento importante. Votazione Terminate le dichiarazioni di voto, pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di atto amministrativo n. 64. (Il Consiglio approva) (Il testo è riportato in allegato) &A Proposta di atto amministrativo n. 84 Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale, ai sensi dell articolo 3, comma 1, della legge regionale 23 luglio 1999, n. 14. (Argomento n. 8 all ordine del giorno) Dibattito Pongo in discussione la proposta di atto amministrativo n. 84, facendo presente che la medesima è stata esaminata dalla quinta Commissione consiliare. La parola al Relatore, Consigliere De Capitani. DE CAPITANI Giulio Presidente, chiedo anch io, come del resto ha fatto il Presidente Raimondi, che si presti un po di attenzione a questo argomento, visto che abbiamo utilizzato più di tre ore per parlare, seppure per un settore molto ristretto, di commercio, e, dato che il titolo di questa proposta di atto amministrativo riguarda addirittura gli indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale,

83 77 quindi si parla di tutto quanto attiene al settore commerciale e anche alle ricadute di carattere non solo economico ma anche urbanistico, penso di dover utilizzare un tempo congruo, anche se non eccessivo, perché l argomento è di estremo interesse non solo per le categorie economiche ma anche per la tutela del nostro territorio, come si evincerà poi in alcuni passaggi della relazione che ho approntato, accorpando alcuni concetti che sono all interno di questa proposta. E un provvedimento, quello che relaziona e che è dettato a norma di un articolo della Legge 14 del 1999, e questa disposizione stabilisce che il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, approvi gli indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale. Gli indirizzi in questione traggono loro origine dalle disposizioni della Legge urbanistica, dal programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale 2006/2008, dal piano regionale di sviluppo e dal documento di programmazione economica e finanziaria della Regione. La proposta di questa deliberazione pertanto esamina i nuovi strumenti di pianificazione della lr 12/2005, in relazione - lo dicevamo - al settore commerciale e si occupa di indirizzi orientativi generali per le politiche commerciali locali. Veniamo a esporre quelle che sono le indicazioni nei vari titoli diciamo della programmazione, partendo dal piano territoriale regionale, che deve fornire indicazioni ed opzioni generali di riferimento per le politiche territoriali regionali ed infraregionali e per l equilibrato sviluppo del settore commerciale nelle diverse zone della Lombardia. Il piano territoriale di coordinamento provinciale invece, quindi il piano redatto dalle Province, è lo strumento con il quale la Provincia promuove lo sviluppo e la tutela del proprio territorio, con carattere di indirizzo della programmazione socio-economica, e con l efficacia anche di carattere paesaggistico ambientale. Per quanto attiene al settore commerciale, sempre all interno del piano territoriale di coordinamento provinciale, in particolare alle problematiche legate alla localizzazione delle grandi strutture di vendita, fra i contenuti previsti dalla lr 12/2005, per il piano territoriale di coordinamento medesimo, hanno particolare importanza - vado per capitoli - l individuazione, tra le aree territoriali e sovracomunali, dei poli e degli assi commerciali esistenti, da riqualificare; il PTCP dovrà anche proporre obiettivi ed elementi qualitativi di riferimento per l attuazione delle politiche urbanistiche comunali, in particolare attinenti alle priorità di insediamento della grande distribuzione; l individuazione degli elementi di valutazione preventiva; poi la definizione delle misure di razionalizzazione e coordinamento dello sviluppo degli insediamenti di grande distribuzione; la determinazione degli indirizzi volti ad assicurare la competitività a scala sovracomunale delle previsioni di sviluppo commerciale - questo è un passaggio che di fatto raccoglie uno degli emendamenti che era stato presentato. Prevede, sempre il PTCP, orientamenti per il raccordo con i sistemi della mobilità e dispone elementi puntuali, di carattere urbanistico ed ambientale ed eventuali modalità di compensazione per favorire l ottimale inserimento territoriale ed ambientale di singoli insediamenti. Il nuovo strumento di pianificazione comunale, quindi il piano di governo del territorio si configura come strumento articolato in tre distinte componenti. Il primo dei documenti, il più importante del piano di governo del territorio, ovvero nel documento di piano, è quello che costruisce il quadro conoscitivo del territorio comunale, nell ambito del quale deve essere evidenziata la strutturazione esistente del settore commerciale. Risulta importante che al momento della definizione delle nuove scelte urbanistiche si valuti adeguatamente l insieme degli effetti generati dagli esercizi con superficie di vendita di maggiore estensione rispetto alle diverse componenti commerciali, urbanistiche, infrastrutturali ed ambientali, accertando così, in via preliminare, la loro congruenza generale rispetto agli obiettivi di corretto sviluppo degli insediamenti richiamati in questo documento. Il secondo, il piano dei servizi e il terzo, il piano delle regole - entrambi componenti del PGT - integrano le politiche commerciali e rendono coerenti le politiche commerciali rispetto al documento di piano. Gli strumenti attuativi di pianificazione comunale, nonché gli atti di programmazione negoziata,

84 78 con valenza territoriale, previsti dall articolo 6 della lr 12/2005, si occupano - parliamo sempre nel campo commerciale - degli aspetti di concreto inserimento territoriale, paesistico ed ambientale della progettazione dei nuovi insediamenti e l eventuale valutazione di impatto ambientale. Nel documento di piano, sottolineo e vedo poi di sintetizzare tutto il resto, pertanto deve essere garantita specifica attenzione al sistema commerciale locale, ed in particolare alla funzionalità complessiva della rete commerciale; alla consistenza della rete commerciale nei nuclei di antica formazione, evidenziando l eventuale presenza di esercizi storici e di aree urbane a specifica funzionalità commerciale da valorizzare. Le politiche di intervento per il settore commerciale devono essere finalizzate ai seguenti obiettivi generali della politica regionale per il commercio: forte disincentivazione all apertura di grandi strutture di vendita mediante la creazione di superfici di vendita aggiuntiva; riqualificazione di parti del tessuto urbano e di situazioni di degrado, in sinergia con le politiche di altri settori economici; rivitalizzazione e sostegno della funzione commerciale dei centri storici e dei nuclei urbani centrali, nonché di quella dei piccoli Comuni e dei Comuni montani; corretta distribuzione urbana dell attività commerciale, in stretta coerenza con le previsioni del piano dei servizi, così da garantire un idonea disponibilità comunale. Le previsioni di insediamento di attività commerciali, contenute in strumenti di pianificazioni precedenti e non ancora attuate, devono essere rigorosamente valutate ai fini di verificarne l ammissibilità di inserimento nei nuovi piani di governo del territorio, in termini di congruità e sostenibilità rispetto agli obiettivi sopra richiamati, nonché verificate in ordine agli effetti generati sul territorio, sotto il profilo commerciale, urbanistico, paesistico ed ambientale, compreso anche il sistema della viabilità. Per quanto riguarda il piano dei servizi, particolare attenzione deve essere dedicata nei centri storici all allocazione di attività, di iniziative, che funzionino anche da elemento di attrazione, e quindi potenziamento degli esercizi commerciali di vicinato e di media e piccola distribuzione. E quindi all interno del piano delle regole che deve essere ricercato il corretto dimensionamento e posizionamento delle attività commerciali, in rapporto all assetto urbano consolidato, considerandole una risorsa importante, a disposizione della pianificazione e ai fini del raggiungimento di obiettivi generali di riqualificazione di parti di città e di tessuto urbano, di risanamento e rivitalizzazione dei centri storici, di recupero, di integrazione urbana di ambiti degradati, compromessi od abbandonati. Gli strumenti di programmazione negoziata - ricordo i programmi integrati di intervento e gli accordi di programma - previsti dalla legislazione regionale, hanno introdotto una nuova modalità di o- perare sul territorio. L azione dei singoli Comuni deve essere responsabilmente esercitata con l applicazione di idonee modalità di valutazione del contesto urbanistico locale e di norma anche intercomunale, prestando massima attenzione: alla congruità dell insediamento commerciale, alle caratteristiche di accessibilità e di funzionalità dell ambito urbano interessato dall insediamento, al riutilizzo di aree degradate; alla presenza di funzioni diverse da quella commerciale; all equilibrato rapporto tra le reti viarie e l insediamento commerciale; all inserimento del manufatto nel contesto territoriale e paesaggistico ed ambientale; alla possibilità di articolazione tipologica delle attività di vendita. Nel provvedimento che sto esponendo c è una parte conclusiva, che è quella che riguarda gli indirizzi orientativi generali per le politiche commerciali locali. E qui vengono ripresi ancora i livelli di governo del territorio, seppure come indirizzi di carattere generale, ma è la parte conclusiva, quindi me la caverò in un paio di minuti. Il provvedimento passa quindi a dettare gli indirizzi orientativi generali per le politiche commerciali locali. I piani di governo del territorio devono elaborare le strategie, le azioni e le nuove previsioni urbanistiche relative al settore commerciale, in coerenza con i contenuti dei piani territoriali di coordinamento provinciale nonché con gli indirizzi generali indicati in questo documento. Ai fini della definizione delle politiche urbanistiche territoriali, nei nuovi documenti di piano devo-

85 79 no essere inoltre assunti i seguenti indirizzi generali: il primo, la congruenza delle previsioni con il livello di gerarchia urbana che contraddistingue il Comune. Cosa vuol dire? Vuol dire che le nuove previsioni devono avere uno stretto raccordo con le dimensioni demografiche locali e la capacità di attrazione del bacino di utenza. Si riconosce quindi un preciso orientamento regionale nel disincentivare la localizzazione di nuove grandi strutture di vendita nei piccoli Comuni privi di capacità di attrazione sovracomunale. Secondo indirizzo: la salvaguardia dell equilibrio tra le diverse tipologie distributive, quindi disincentivando lo sviluppo disarticolato della grande distribuzione, qualora si configuri come fattore di squilibrio fra le diverse forme distributive sul territorio e causa di fenomeni di desertificazione commerciale. Deve, viceversa, essere incentivata l attività commerciale di vicinato, eminentemente nei centri storici e nelle aree densamente abitate. Come avrete sentito, la rivitalizzazione dei centri storici e il potenziamento dei negozi di vicinato sono richiamati sia nei vari passaggi all interno della programmazione urbanistica sia all interno degli indirizzi generali che occupano questa parte conclusiva. Pertanto la nuova previsione di grandi strutture di vendita deve essere verificata in rapporto alla dotazione della rete distributiva nel bacino di gravitazione interessato all esistenza di situazioni di squilibrio dal lato della domanda e di strutture commerciali, all impatto sulla media e piccola distribuzione a livello locale. Le nuove previsioni di grandi strutture di vendita devono generare condizioni di miglioramento nell integrazione con il tessuto commerciale esistente, anche attraverso l adozione di meccanismo di sostegno e incentivo economico agli esercizi di prossimità nei centri storici, ovvero in ambiti periferici densamente abitati. Ai fini della corretta individuazione delle aree idonee ad ospitare insediamenti di carattere commerciale e delle relative tipologie di vendita, si ritiene necessario verificarne la rispondenza rispetto agli ulteriori seguenti indirizzi di politica territoriale: la minimizzazione del consumo del suolo e la competitività ambientale. Il rapporto tra il nuovo insediamento ed il contesto circostante deve pertanto essere attentamente considerato, non solo al fine di dimostrare la non compromissione con ambiti tutelati, o con la presenza di elementi storici, artistici, culturali, ambientali ed ecologici da salvaguardare, ma anche al fine di assicurare una qualità progettuale elevata, che operi nella ricerca di un rapporto chiaro e rispettoso dei caratteri formali e costruttivi del contesto, al fine di garantire l ottimale inserimento ambientale, minimizzando l alterazione dell equilibrio territoriale complessivo. La corretta localizzazione del nuovo insediamento deve essere attentamente valutata infine sotto il profilo dei possibili impatti negativi, generati sul contesto territoriale limitrofo in termini di inquinamento acustico, atmosferico e di gestione dei rifiuti. E la compensazione che viene richiamata in alcuni emendamenti che non sono stati accettati, anche perché i concetti sono già stati inclusi all interno dell articolato che sto concludendo di riassumere. Il grado di accessibilità deve essere valutato non solo sotto l aspetto del mezzo di trasporto privato ma anche e soprattutto di quello pubblico, in rapporto al modello insediativo circostante ed al bacino di gravitazione, cui fa riferimento l insediamento in questione. Analogamente - ed ho finito - deve essere valutata la congrua dotazione di servizi accessori indispensabili per l ottimale attivazione, funzionalità e fruizione della struttura commerciale, in primo luogo la dotazione di parcheggi ma anche di ulteriori attrezzature di interesse pubblico e privato. Ricordo che sono stati presentati degli emendamenti. I concetti di molti degli emendamenti sono già all interno dell articolato. Ho verificato, anche con gli uffici, che i concetti fossero già presenti. Per cui concludo la mia relazione e lascio spazio a chi deve intervenire anche, eventualmente, per illustrare gli emendamenti, ma quello lo farà il Presidente, e rispondere, se è il caso, su ogni titolo specifico. Grazie.

86 80 Grazie a lei. E iscritto a parlare il Consigliere Tosi. Prego, ne ha facoltà. TOSI Stefano Presidente, l atto è stato esaminato sia in Commissione Attività Produttive sia in Commissione Territorio perché è previsto dalla lr n. 14/1999, che regola il settore commerciale e prevede sostanzialmente due adempimenti di programmazione. Il primo riguarda il piano triennale di sviluppo del settore commerciale e il secondo appunto gli indirizzi urbanistici, che riguardano sempre lo stesso settore. Perché nel 1999 si diede questa indicazione? Perché, da una parte, occorre programmare lo sviluppo dal punto di vista economico del settore; dall altra parte, perché le trasformazioni urbane che coinvolgevano il settore del commercio stavano creando delle criticità urbane, territoriali e ambientali, occorre perciò andare costantemente ad una revisione degli strumenti di programmazione urbanistica e territoriale. Certo si ipotizzava un intervento più determinato, nella capacità di programmare il settore, soprattutto per quanto riguarda la risoluzione di alcune criticità territoriali, che sono sotto gli occhi di tutti. Noi abbiamo alcune aste viarie, che ormai sono assolutamente impercorribili; abbiamo alcuni interventi che creano costantemente criticità e abbiamo alcune partite aperte, per quanto riguarda la programmazione del settore commerciale. Noi abbiamo presentato una serie di emendamenti sia in Commissione IV sia in Commissione V per cercare da una parte di ricollegare in maniera, secondo noi, più compiuta gli strumenti di programmazione territoriale urbanistica; dall altra parte di intervenire su alcuni temi che sono aperti e la cui risoluzione non ci ha convinto allo stato dei fatti, cioè ci sembra poco stringente, su alcune questioni critiche, che rischiamo di ritrovare nei prossimi anni. Per semplificare, e passo anche alla presentazione degli emendamenti. I primi emendamenti tendono ad incidere sulla coerenza logica degli strumenti, e cioè il piano territoriale regionale, piani d area, che in questo caso non sono coerentemente legati. Voi sapete, anche a seguito della discussione che abbiamo fatto in occasione di una delle modifiche della 12/2005, che la possibilità di approvare piani territoriali d area, prima del piano territoriale regionale, crea sicuramente una non consequenzialità negli strumenti di programmazione territoriale. E lo stesso per quanto riguarda lo strumento di programmazione e di sviluppo del commercio. E questo riguarda i primi emendamenti. Lo stesso per quanto riguarda il piano territoriale di coordinamento provinciale. E previsto uno strumento di programmazione provinciale del commercio, che molto spesso non è cogente, cioè non determina lo sviluppo del piano territoriale di coordinamento provinciale; questa è una delle lacune della lr 12/2005 sul territorio. Molto spesso i PTCP non incidono sostanzialmente sui nodi dello sviluppo e non incidono sulla coerenza. Per cui abbiamo piccoli Comuni che ospitano grandi centri commerciali a fianco di aste e di aree, che vengono costantemente rese inutilizzabili per la percorrenza per la quale sono state progettate. Questo è un tema forte, su cui occorrerà soffermarsi successivamente. Voglio soffermarmi specificamente su alcuni emendamenti, che riprendo in questa presentazione generale. All emendamento 6 riprendiamo una riflessione che abbiamo già fatto nella discussione sullo strumento di programmazione triennale del settore del commercio, che riguarda le autorizzazioni commerciali in essere e non utilizzate, che riguarda una volumetria rilevantissima di sviluppo del set-

87 81 tore commerciale. Alla faccia della dichiarazione di voler bloccare lo sviluppo della grande distribuzione! Questa è una mina sotto lo sviluppo del settore commerciale. Noi riprendiamo, anche in questa occasione, la stessa tematica per risottolineare che queste licenze non attivate devono essere rivalutate per l impatto urbano e territoriale che hanno. Non è pensabile che una licenza, magari assegnata qualche anno fa e non attivata, adesso possa essere tenuta in riserva senza essere rivalutata in base allo sviluppo urbano che si è determinato nel contempo. E una illogicità quando si parla di indirizzi di sviluppo urbanistico. L emendamento 7 sottolinea un incoerenza negli strumenti che abbiamo adottato. In particolar modo, nell emendamento 7, si va a sottolineare una frase, inserita in questo strumento amministrativo, che valorizza lo strumento della programmazione negoziata come elemento di governo della trasformazione territoriale. Voi vi ricordate che con la legge sulla competitività, portata in discussione dall Assessore Corsaro e approvata, si è introdotto il famoso articolo 7 sul riutilizzo delle aree dismesse, che introduce uno strumento ulteriore rispetto a quello previsto dalla lr n. 3 del 2003 sulla programmazione negoziata. Perché? Perché la riflessione di fondo era questa: quegli strumenti di programmazione negoziata in realtà non avevano dato buoni risultati per la trasformazione urbana delle aree dismesse. Nel documento che noi andiamo a discutere e che la maggioranza propone di approvare in realtà c è un giudizio positivo. Allora c è un incoerenza negli strumenti che si vanno a predisporre: o è inutile l articolo 7 della legge sulla competitività o è sbagliato questo giudizio positivo sulla programmazione negoziata. Perciò occorre andare ad una valutazione più misurata e più compiuta sulle trasformazioni territoriali che sono avvenute in, anche per mettere a punto gli strumenti più convincenti, cioè per non rifare un elencazione, come noi abbiamo trovato in questo documento, delle potenzialità in essere, senza alcuna valutazione critica strumento per strumento e senza rivedere la connessione logica fra gli strumenti che noi abbiamo approvato nel corso degli anni. Da ultimo, e mi soffermo sull emendamento 10, soprattutto per quanto riguarda la collocazione di grandi strutture di vendita nei piccoli Comuni. Noi sappiamo tutti che questo è avvenuto in maniera molto frequente in Regione e continua ad avvenire, è quindi necessario definire più compiutamente la disincentivazione delle localizzazioni di nuove grandi strutture di vendita, soprattutto sul sedime dei piccoli Comuni, perché altrimenti - ripeto - la nostra Regione risentirà costantemente dell impossibilità di programmare uno sviluppo territoriale che sia minimamente coerente. Dichiaro chiuso il dibattito. Annunzio e illustrazione di ordine del giorno Comunico che in merito all argomento in discussione è stato presentato l ordine del giorno n La parola al Consigliere Tosi.

88 82 TOSI Stefano L ordine del giorno riprende anche la necessità di ripuntualizzare gli adempimenti che devono seguire gli atti che noi andiamo ad approvare. Abbiamo approvato, qualche settimana fa, il programma triennale per lo sviluppo del settore commerciale 2006/2008, per la verità un po in ritardo rispetto al periodo di programmazione. Bisogna ora far seguire una serie di atti e noi, con questo ordine del giorno, sottolineiamo la necessità che vengano emessi. In particolar modo: i criteri di valutazione per l apertura dei nuovi insediamenti commerciali e uno specifico provvedimento per i criteri di valorizzazione e qualificazione commerciale degli insediamenti urbani, come previsto negli indirizzi che andremo a discutere e a votare in questa seduta. Per cui vogliamo sottolineare che, di fronte ad alcune decisioni prese dal Consiglio, bisogna approvare i criteri previsti in quegli strumenti altrimenti quegli strumenti di fatto sono inutili. Esame e votazione degli emendamenti Passiamo all esame degli emendamenti presentati alla proposta di atto amministrativo n. 84. (Il testo degli emendamenti è reperibile presso l archivio del Consiglio regionale atti n. 5257) Essendo assenti i Consiglieri Segretari, chiamo a fungere da Segretari provvisori i Consigliere Gaffuri e Cecchetti. Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 1. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 3. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 2. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 4. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 5. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Emendamento n. 6. La parola al Relatore, Consigliere De Capitani.

89 83 DE CAPITANI Giulio Il parere è contrario, ma volevo chiarire, Presidente, che molti degli argomenti che vengono richiesti o delle puntualizzazioni che vengono fatte sono già all interno del testo. La gran parte degli emendamenti non sono stati accettati per non creare confusione all interno del testo. Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 6. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 7. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 8. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Emendamento n. 9. La parola al Relatore, Consigliere De Capitani. DE CAPITANI Giulio Sull emendamento n. 9 esprimo parere contrario, perché la concertazione sovracomunale racchiude già il concetto sia della perequazione sia della compensazione, in più parti dell articolato. Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 9. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Emendamento n. 10. La parola al Relatore, Consigliere De Capitani.

90 84 DE CAPITANI Giulio Il parere è contrario, perché viene richiesto l inserimento della disincentivazione della localizzazione di nuove grandi strutture di vendita nei piccoli Comuni, anche in questo caso è già prevista tre righe sopra. Grazie è molto cortese ma è sufficiente il parere, senza l argomentazione. DE CAPITANI Giulio Va bene, lo facevo per correttezza. Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 10. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 11. Il primo firmatario è il Consigliere Tosi. (Il Consiglio non approva) Pongo in votazione, per alzata di mano, l emendamento n. 12. Il primo firmatario è l Assessore Boni. (Il Consiglio approva) Votazione di ordine del giorno Ultimato l esame degli emendamenti e non essendovi dichiarazioni di voto, pongo in votazione, per alzata di mano, lo: &A ODG/0951, in data 13 marzo 2007, a firma dei Consiglieri Tosi, Cipriano e Mirabelli, concernente

91 85 i criteri per l apertura di nuovi insediamenti commerciali e la qualificazione commerciale degli insediamenti urbani, in merito alla proposta di atto amministrativo n. 84, precedentemente illustrato. (Il Consiglio non approva) (Il testo è riportato in allegato) Dichiarazioni di voto Passiamo ora alle dichiarazioni di voto in merito alla proposta di atto amministrativo n. 84. La parola al Consigliere Prina. PRINA Francesco Io vorrei fare una dichiarazione, evidentemente motivando il voto contrario a questo provvedimento, però nel fare la dichiarazione vorrei chiedere al Consigliere De Capitani, Relatore, di rispondere in modo dettagliato ad una domanda che porrò nel mio breve intervento di cinque minuti. Chiedo una risposta a questa domanda perché sotto questo provvedimento, c è lo sforzo del legislatore regionale di intrecciare, di correlare lo sviluppo dell attività commerciale all interno della pianificazione urbanistica. Questo è evidentissimo ed è apprezzabile lo sforzo di correlare questi due aspetti. Ma vi sono delle contraddizioni estremamente forti, per cui non possiamo accettare questo provvedimento: innanzitutto la contraddizione di prevedere questo nel piano territoriale regionale ma non nei piani d area, o comunque questa contraddizione non è risolta con questo provvedimento. Secondo: l aspetto dei piani territoriali di coordinamento provinciali. Ancora siamo nella non attribuzione del valore dovuto a questo strumento, che dovrebbe essere quello più incisivo e più vicino al coordinamento dei Comuni, perché il dramma dello sviluppo sconsiderato dei grandi centri commerciali avviene soprattutto nei piccoli Comuni, o all interno di quei territori dove le multinazionali o le grandi catene commerciali vedono molto facile la realizzazione di queste strutture, che poi sconvolgono l equilibrio del territorio. Ancora una volta non sono attribuiti, al piano territoriale di coordinamento provinciale, aspetti vincolanti o comunque di determinazione più precisa. Devo ammettere che invece, a livello di piano di governo del territorio, vi è una apprezzabile coerenza, che non vedo invece nel piano territoriale di coordinamento, e concludo appunto con la domanda, concludo perché ho ancora due minuti, Presidente, quindi posso continuare nella mia dichiarazione. Con l emendamento numero 6, emendamento bocciato dall aula, era evidente lo sforzo di porre in questa aula un interrogativo che tutti conoscono, compresa anche la maggioranza di questa aula, ma che non si vuole affrontare. Non si è voluto affrontare nel piano triennale del commercio e non si vuole affrontare con questo provvedimento, che è di programmazione urbanistica. Intendo perciò chiedere al Relatore: le autorizzazioni commerciali concesse, ma non ancora attivate

92 86 - perché questo argomento è davvero una bomba ad orologeria innescata sul territorio lombardo, sappiamo benissimo di che cosa si tratta, si tratta di più di trecentomila metri quadrati concessi ma non ancora attivati - dicevo, le autorizzazioni commerciali concesse, che riguardano migliaia e migliaia di metri quadrati, che possono determinare delle rendite economiche stratosferiche sul nostro territorio, che fine fanno? Bene, ancora una volta e a questo punto va detto, il legislatore regionale abdica al mercato, al grande mercato la soluzione di un problema transitorio, che non si vuole prendere in considerazione e che si vuol dare in pasto ai poteri forti di questa Regione. Per questo motivo - ho ancora trenta secondi - il nostro voto è contrario a questo provvedimento, perché ancora una volta non risolve in modo organico e definitivo questa correlazione, questo intreccio tra urbanistica, programmazione del territorio, e quelle che sono le prospettive di sviluppo commerciale, deregolarizzate ancora e lasciate al libero mercato e ai poteri forti. La parola al Presidente Monguzzi per dichiarazione di voto. MONGUZZI Carlo No, le chiedevo gentilmente, vista la potenza muscolare con cui la maggioranza ha respinto tutti i nostri emendamenti, se c è anche la potenza numerica. Quindi, a nome del Consigliere Agostinelli... Aspetti che non siamo ancora in fase di votazione. L Assessore Boni ha chiesto la parola. Prego, Assessore Boni. BONI Davide Prima di tutto volevo ringraziare il Relatore per il lavoro che ha fatto. Mi dispiace solamente che non tutti abbiano potuto apprezzare l azione che è stata fatta dal Collega De Capitani, che è stata puntuale rispetto a tutte le parti di questo provvedimento. D altra parte, Prina, non si può confondere il PTR con i piani d area. Noi abbiamo appena approvato, non più tardi di sei mesi fa, una seconda variante alla 12, dove sganciavamo i piani d area dal PTR, dove davamo la possibilità alla Giunta e al Consiglio regionale di poter intervenire su piani d area rispetto al piano territoriale regionale. Rispetto all emendamento numero 6: non è competenza di questo Assessorato, e questo Assessorato non ha questa delega rispetto al settore commerciale, che riguarda un altro Collega di Giunta, comunque noi non siamo sicuramente asserviti alle grandi distribuzioni o a tutte queste cose. Tant è che il Collega Consigliere Relatore ha ribadito più volte che era già inserito il fatto che la grande distribuzione veniva ad essere disincentivata, partendo dai principi fondamentali insiti nel provvedimento in

93 87 discussione, perciò capiamo bene che allora delle due l una. Questo è il punto! D altronde non perdo tempo a cercare di convincerla, Prina, perché se uno dice: voto contro, ma vi faccio una domanda, mi sembra che mi stia prendendo in giro, per cui, ringraziando ancora una volta il Collega Relatore, il Presidente e i Commissari della quinta Commissione per lo splendido lavoro fatto, spero, ma non ho dubbi, che la quinta Commissione, così come ha lavorato bene su questo provvedimento proceda in egual modo rispetto al resto della 12. Scusate, desidero ringraziare anche tutti i funzionari della V Commissione, nonché i miei funzionari di Assessorato, che sono stati più dell Assessore disponibili. Votazione Bene, adesso il Presidente Monguzzi può fare la sua richiesta, essendo concluse le dichiarazioni di voto e dovendo passare alla votazione del provvedimento. MONGUZZI Carlo Sì, banalmente, anche a nome di Agostinelli e Muhlbauer chiedo una piccola verifica del numero legale, assolutamente indolore. Accolgo la richiesta e invito il Consiglio a procedere alla verifica del numero legale con procedura elettronica. Ultimata la verifica, ne comunico l esito: Congedi n. 7 Quorum funzionale n. 37 Votanti n. 35 do atto che manca il numero legale. (Il verbale di votazione n. 3 è riportato in allegato) Ai sensi dell articolo 48 del Regolamento interno, sospendo la seduta per due minuti. (La seduta viene sospesa alle ore e riprende alle ore 18.53)

94 88 Presidenza del Vice Presidente Lucchini Trascorso il tempo di sospensione, riprendiamo i lavori da dove eravamo rimasti. Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di atto amministrativo n. 84 come emendata. (Il Consiglio approva) (Il testo è riportato in allegato) &A Proposta di atto amministrativo n. 94 Parere del Consiglio regionale avente ad oggetto Richiesta del Comune di Roncello (MI) di adesione alla Provincia di Monza e Brianza, ai sensi dell articolo 133, primo comma, della Costituzione e dell articolo 21 della legge regionale 15 dicembre 2006, n. 29. (Argomento n. 10 all ordine del giorno) Dibattito Pongo in discussione la proposta di atto amministrativo n. 94, facendo presente che la medesima è stata esaminata dalla seconda Commissione consiliare. La parola al Relatore, Consigliere Alboni. ALBONI Roberto Mi rimetto agli atti, Presidente, e ne chiedo l approvazione. E io chiedo la vostra approvazione a perdonare l inversione che ho involontariamente fatto, perché ho messo in discussione la proposta di atto amministrativo n. 94, prima della proposta di atto amministrativo n. 109, Piano annuale di attività dell Istituto regionale Lombardo. Se il perdono è concesso, procedo con la votazione. Le scuse sono accettate e pertanto dichiaro chiuso il dibattito.

95 89 Votazione Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di atto amministrativo n. 94. (Il Consiglio approva) (Il testo è riportato in allegato) &A Proposta di atto amministrativo n. 109 Piano annuale di attività 2007 dell Istituto regionale lombardo di formazione per l amministrazione pubblica - IReF. (Argomento n. 9 all ordine del giorno) Dibattito Pongo in discussione la proposta di atto amministrativo n. 109, facendo presente che la medesima è stata esaminata dalla seconda Commissione consiliare. La parola al Relatore, Consigliere Alboni. ALBONI Roberto Mi rimetto agli atti e chiedo all aula di esprimere parere favorevole. Votazione Non ho altri iscritti. Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di atto amministrativo n (Il Consiglio approva) (Il testo è riportato in allegato)

96 90 &A Proposta di atto amministrativo n. 86 Istituzione della riserva naturale Valsolda - articoli 12 e 13 della lr n. 86/1983. (Argomento n. 11 all ordine del giorno) Dibattito Pongo in discussione la proposta di atto amministrativo n. 86, facendo presente che la medesima è stata esaminata dalla sesta Commissione consiliare. La parola al Relatore, Consigliere De Capitani. DE CAPITANI Giulio La mia sarà una relazione molto breve, però, dato che si tratta della prima riserva naturale integrale della, mi sembra improprio non utilizzare almeno due o tre minuti per illustrare di cosa si tratta; lo ritengo doveroso anche per il ruolo che occupo e per il ruolo che mi è stato assegnato anche come Relatore. I confini della riserva sono individuati in una tavola che è stata allegata; si tratta di oltre trecento ettari. E una riserva naturale, che è classificata, ai sensi della lr 86/1983, come riserva naturale integrale e in parte come riserva naturale orientata. Le aree sono segnate nell allegato grafico che accompagna questa delibera e sono divisi da sentieri che vengono definiti, quindi vi risparmio la definizione. La gestione di questa riserva è affidata ai sensi della lr 86/1983 all Ente regionale per i servizi all Agricoltura e alle Foreste, cioè all ERSAF, che entro novanta giorni dalla data di pubblicazione del presente atto dovrà individuare, nell ambito del proprio regolamento, la modalità di coinvolgimento del Comune di Valsolda, e ne trasmetterà copia per conoscenza alla Giunta regionale. Per quanto riguarda la pianificazione, il piano della riserva naturale è adottato dall Ente gestore entro dodici mesi dalla data di pubblicazione della presente deliberazione. Il piano dovrà essere preceduto da uno studio interdisciplinare, basato sull analisi delle componenti dell ecosistema. Il piano della riserva avrà i contenuti della lr 86/1983, in particolare esso dovrà prevedere le norme per la regolamentazione delle eventuali attività antropiche in atto nel territorio della riserva. Ci sono una serie di divieti, di limiti alle attività antropiche, che sono divisi a seconda che si tratti dei divieti, dei limiti più restrittivi, all interno della zona di riserva integrale. Questi sono 22. Visto che c è molta attesa che io concluda questa relazione, vi rimando alla lettura integrale dell atto, e spero che venga fatto; sottolineo che è la prima riserva naturale in tutta la storia della Regione, quindi forse se qualcuno stesse un po più attento sarebbe una buona cosa. Sono anche di più, sono 23, i divieti di limiti che sono enumerati nel testo allegato, anche per quanto riguarda la riserva orientata, come dicevo, sono più stretti i vincoli all interno della prima delle due riserve rispetto naturalmente alla seconda, anche se sostanzialmente ripercorrono gli stessi temi. I divieti, questo lo sottolineo, che sono contenuti nell allegato, prevalgono su eventuali previsioni di forme e contenuti negli strumenti urbanistici del Comune di Valsolda.

97 91 Per questa area il piano regolatore, PGT, è quello che viene contenuto all interno di questa normativa. E demandata ad apposito regolamento, approvato dall Ente gestore, la definizione della modalità di accesso e della ricerca scientifica. L Ente gestore, relativamente al finanziamento, provvede alla realizzazione del piano e alla gestione della riserva con i contributi assegnati dalla Regione, in base al riparto previsto dalla lr 86/1983. Ho finito, anche se non ho potuto puntualizzare dovutamente, come avrei voluto, l importanza della naturalità, che è all interno di almeno il 50 per cento di questa area. La parola al Presidente Monguzzi. MONGUZZI Carlo Siamo soddisfatti e votiamo a favore. Nella nostra memoria c è la relazione che il Consigliere De Capitani ha svolto in Commissione e l atteggiamento che ha tenuto, che sono assolutamente encomiabili. Grazie. La parola al Presidente Agostinelli. AGOSTINELLI Mario Dichiaro il voto favorevole del mio Gruppo. Votazione Non ho altri iscritti. Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di atto amministrativo n. 86. (Il Consiglio approva) (Il testo è riportato in allegato)

98 92 &A Proposta di nomina n. 122 Nomina di un componente nel Consiglio di amministrazione dell Azienda lombarda per l edilizia residenziale (ALER) di Brescia, in sostituzione di dimissionario. (Argomento n. 12 all ordine del giorno) Vista la legge regionale 10 giugno 1996, n. 13 Norme per il riordino degli enti di edilizia residenziale pubblica ed istituzione delle aziende lombarde per l edilizia residenziale (ALER), così come modificata dalla legge regionale 22 luglio 2002, n. 14 e dalla legge regionale 5 agosto 2002, n. 17; visto, in particolare, l art. 8 del testo vigente della lr n. 13/96, che attribuisce al Consiglio regionale la nomina di cinque componenti, tra cui il Presidente, nel Consiglio di amministrazione delle ALER; vista la legge regionale 6 aprile 1995, n. 14 Norme per le nomine e designazioni di competenza della Regione ; richiamate: la deliberazione della Giunta regionale n. VII/10741 del 25 ottobre 2002 Presa d atto delle proposte di candidatura pervenute per la nomina di cinque componenti, tra cui il Presidente, nei Consigli di amministrazione delle Aziende Lombarde per l Edilizia Residenziale (ALER), in rappresentanza della ; la deliberazione della Giunta regionale n. VII/12075 del 14 febbraio 2003 Presa d atto delle proposte di candidatura pervenute per la nomina di cinque componenti, tra cui il Presidente, nei Consigli di amministrazione delle Aziende Lombarde per l Edilizia Residenziale (ALER), in rappresentanza della, a seguito del comunicato pubblicato sul BURL n. 1 del 2 gennaio 2003 ; la deliberazione della Giunta regionale n. VII/12275 del 4 marzo 2003 Proposta di nomina di cinque componenti, tra cui il Presidente, nel Consiglio di amministrazione dell Azienda Lombarda per l Edilizia Residenziale (ALER) di Brescia ; vista la deliberazione del Consiglio regionale n. 736 del 4 marzo 2003 Nomina di cinque componenti, tra cui il Presidente, nel Consiglio di amministrazione dell Azienda Lombarda per l Edilizia Residenziale (ALER) di Brescia, con la quale sono stati nominati i signori: Isacchini Emidio Ettore (in qualità di Presidente); Della Torre Corrado; Gambaretti Augusto; Ligasacchi Vanni; Faini Marco (a garanzia delle minoranze); visto il conseguente decreto del Presidente n. VII/3975 del 10 marzo 2003 Costituzione del Consiglio di amministrazione dell Azienda Lombarda per l Edilizia Residenziale (ALER) di Brescia ; preso atto della nota del 12 ottobre 2006, pervenuta al Consiglio regionale il 16 ottobre 2006, con la quale il signor Marco Faini comunica le proprie dimissioni dalla carica di membro del predetto Consiglio di amministrazione, a far tempo dal 12 ottobre 2006; considerato che il Consiglio regionale deve procedere alla sostituzione del dimissionario nel consesso di che trattasi;

99 93 preso atto delle candidature pervenute a seguito del comunicato pubblicato sul BURL n. 51 del 18 dicembre 2006; vista la deliberazione della Giunta regionale n. VIII/4044 del 2 febbraio 2007 Presa d atto delle proposte di candidatura pervenute per la nomina di un componente, nel Consiglio di amministrazione dell Azienda Lombarda per l Edilizia Residenziale (ALER) di Brescia, in sostituzione di dimissionario ; acquisito il parere del Comitato tecnico di valutazione previsto dall art. 8 della legge regionale n. 14/95, espresso nella seduta del 7 febbraio 2007; vista la deliberazione della Giunta regionale n. VIII/4163 del 21 febbraio 2007 Proposta di nomina di un componente nel Consiglio di amministrazione dell Azienda Lombarda per l Edilizia Residenziale (ALER) di Brescia, in sostituzione di dimissionario, con la quale si propone il signor Marco Lombardi; verificato che la nomina di un componente nel Consiglio di amministrazione dell Azienda Lombarda per l Edilizia Residenziale (ALER) di Brescia, in sostituzione di dimissionario, è assimilabile alle nomine e designazioni contemplate nell elenco di cui alla Tabella A allegata alla lr n. 14/95; richiamato in particolare quanto previsto dagli artt. 9 e 20 della legge regionale n. 14/95; ritenuto necessario provvedere alla nomina, al fine di garantire la piena funzionalità dell organo; invito il Consiglio a nominare, con votazione per alzata di mano, quale componente del Consiglio di amministrazione dell ALER di Brescia, a garanzia delle minoranze, il signor Marco Lombardi, nato a Brescia il 22 aprile 1950, in sostituzione del signor Marco Faini, dimissionario. (Il Consiglio approva) Annunzio di interrogazioni, di interpellanze e di mozioni Comunico le interrogazione, le interpellanze e le mozioni pervenute in questi giorni alla Presidenza. Interrogazioni: - n. 1074, in data 27 febbraio 2007, a firma del Consigliere Zamponi, concernente l istituzione della Provincia di Monza e Brianza e le competenze del Distretto ASL 3; - n. 1075, in data 28 febbraio 2007, a firma del Consigliere Cecchetti, concernente lo Stato della sicurezza nelle strutture ospedaliere e in particolare del nosocomio di Corso Europa a Rho (MI); - n. 1076, in data 28 febbraio 2007, a firma dei Consiglieri Agostinelli, Squassina Osvaldo, Muhlbauer, Monguzzi e Storti, concernente l ipotesi di trasferimento dell Istituto dei Tumori di Milano in una nuova sede; - n. 1077, in data 8 marzo 2007, a firma del Consigliere Cecchetti, concernente la tutela della sicurezza dei cittadini lombardi a seguito dei crescenti episodi di violenza; - n. 2165, in data 21 febbraio 2007, a firma del Consigliere Agostinelli, concernente l esternalizzazione dei servizi Core approvata dal Cda dell Azienda servizi alla persona (ASP) Villa Carpaneda di Rodigo - Mantova (viene richiesta risposta scritta);

100 94 - n. 2166, in data 27 febbraio 2007, a firma dei Consiglieri Fabrizio, Bonfanti e Prina, concernente l esclusione o no dalle limitazioni al traffico per gli autoveicoli (immatricolati prima della lr 24/2006) adibiti al trasporto specifico di materiali da fiera per spettacoli viaggianti (viene richiesta risposta scritta); - n. 2167, in data 27 febbraio 2007, a firma del Consigliere Galli, concernente la verifica della corretta erogazione delle prestazioni sanitarie in (viene richiesta risposta scritta); - n. 2168, in data 1 marzo 2007, a firma del Consigliere Prina, concernente il programma di edilizia economica popolare nel Comune di Legnano (viene richiesta risposta scritta); - n. 2169, in data 4 marzo 2007, a firma dei Consiglieri Saponaro e Monguzzi, concernente il problema del comodato d uso delle biciclette assegnate dal Comune di Milano alla Regione Lombardia (viene richiesta risposta scritta); - n. 2170, in data 6 marzo 2007, a firma del Consigliere Prina, concernente le iniziative intraprese dalla Giunta regionale in applicazione dell ordine del giorno n. 837 concernente la valorizzazione e lo sviluppo della mobilità ciclistica (viene richiesta risposta scritta); - n. 2171, in data 7 marzo 2007, a firma del Consigliere Agostinelli, concernente gli adeguamenti impiantistici e strutturali per l accreditamento per i presidi ospedalieri di Asola e Bozzolo (viene richiesta risposta scritta). Interpellanze: - n. 4037, in data 9 marzo 2007, a firma del Consigliere Monguzzi, concernente la vicenda tra il Comitato della popolazione di Pieve Porto Morone (PV) e la Ditta Metalli Colombo; - n. 5079, in data 27 febbraio 2007, a firma del Consigliere Muhlbauer, concernente la ricollocazione del personale licenziato dell ENFAP e l applicazione dell art. 41 della lr 95/80 (viene richiesta risposta scritta); - n. 5080, in data 7 marzo 2007, a firma del Consigliere Saffioti, concernente la mancata informazione alla Commissione consiliare competente in merito alle regole di spesa del Fondo sanitario regionale (viene richiesta risposta scritta); - n. 5081, in data 11 marzo 2007, a firma del Consigliere Zamponi, concernente il controllo sulle prescrizioni dei medici di medicina generale (viene richiesta risposta scritta). Mozioni: - n. 0169, in data 23 febbraio 2007, a firma del Consigliere Zamponi, concernente la lotta all inquinamento atmosferico incentivando l uso e la produzione di biocarburanti; - n. 0170, in data 12 marzo 2007, a firma dei Consiglieri Fabrizio, Oriani, Porcari, Valmaggi, Agostinelli, Storti, Monguzzi, Sarfatti, Concordati e Fatuzzo, concernente il controllo sulle prescrizioni dei medici di medicina generale; - n. 0171, in data 12 marzo 2007, a firma dei Consiglieri Benigni, Squassina Arturo, Porcari, Tosi, Pizzetti, Mirabelli, Bonfanti, Saponaro, Storti e Agostinelli, concernente la realizzazione di un nuovo centro commerciale ad Ambivere (BG). (I relativi testi sono riportati in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna)

101 95 Data l ora e considerato che i Capigruppo chiedono il rinvio dei successivi punti all ordine del giorno, dichiaro chiusa la seduta. Ricordo che il Consiglio sarà convocato a domicilio. (La seduta termina alle ore 19.01)

102 96 ALLEGATI Interrogazioni annunziate «Il sottoscritto Consigliere regionale, premesso che a partire dal 2009 verrà ufficialmente istituita la Provincia di Monza e Brianza; atteso che tale circostanza comporterà una serie di problemi in ordine alle competenze sanitarie che attualmente ricadono sul distretto ASL 3 sotto il quale risiedono comuni che entreranno a far parte della futura Provincia di Monza e Brianza mentre altri dovrebbero restare nella Provincia di Milano; constatato che tale situazione riveste carattere di notevole urgenza, abbisognando di tempi tecnici certamente di non breve durata; interroga la Giunta regionale e l Assessore competente per sapere: 1. quali siano gli orientamenti, gli intendimenti e le posizioni che si intenderanno assumere ed a- dottare per far fronte a tale situazione; 2. quali siano, allo stato attuale, le misure e i provvedimenti che sono stati a riguardo già predisposti e definiti e quali i soggetti già interpellati e coinvolti». (1074) Zamponi «Premesso che: - dalla cronaca di questi giorni si apprende che un giornalista ha compiuto un blitz notturno presso il nosocomio di corso Europa a Rho; - in particolare, il giornalista sarebbe entrato indisturbato (è necessario usare il condizionale) superando l ingresso principale dell ospedale per poi recarsi nei locali lavanderia, nei sotterranei, vicino ai laboratori analisi nonché nelle adiacenze delle sale operatorie; - nell articolo di giornale (apparso su Settegiorni del 23 febbraio 2007) si legge, inoltre, che l incursore avrebbe potuto sottrarre medicinali, nuocere alla salute dei degenti dell ospedale o addirittura manomettere apparecchiatura creando notevoli danni anche di carattere economico; - l episodio in questione è la riedizione di una esperienza già tentata esattamente l anno prima, da parte degli stessi giornalisti, ma sopratutto prenderebbe spunto da alcune affermazioni degli stessi operatori sanitari dell ospedale che si sarebbero lamentati della sicurezza (in particolare nelle ore notturne) in alcuni punti precisi della struttura ospedaliera (spogliatoio, parcheggio interno) aggravata anche per la presenza di persone estranee al personale ospedaliero; - tale situazione sarebbe confermata dalle denuncie, negli ultimi mesi, di furto avvenute nei reparti e negli spogliatoi del personale; ricordato che: - l Azienda ospedaliera ha personalità giuridica pubblica, autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica; - dunque, vi è una precisa responsabilità da parte della dirigenza sia nel garantire elevati standard di salute per i degenti ma anche nel garantire la qualità del lavoro e la sicurezza di tutti gli operatori sanitari presenti nella struttura ospedaliera; - in particolare vi è l esigenza di implementare il servizio di sorveglianza all interno della struttura che risulta oggi un bisogno crescente dei dipendenti (pur comprendendo che la struttura è di note-

103 97 voli dimensioni e quindi questa operazione potrebbe richiedere, almeno in una prima fase, interventi complessi); per tali motivi l interrogante chiede: 1. se è intenzione dell assessorato acquisire una relazione da parte dell Azienda in questione, circa lo stato della sicurezza e sugli interventi che la dirigenza intende intraprende anche alla luce dei fatti narrati; 2. se l assessorato ritiene opportuno sollecitare, rispettando l autonomia decisionale delle Aziende, le strutture ospedaliere ad implementare la sicurezza per meglio tutelare gli operatori ed i degenti». (1075) Cecchetti «I sottoscritti Consiglieri regionali, ricordato che l Istituto dei Tumori di Milano è la più importante struttura pubblica della Lombardia per lo studio e la cura del cancro tanto che è stato riconosciuto Istituto a carattere scientifico nel 1939 e confermato nel 1981; ricordato in particolare che: ogni anno vengono condotte all interno dell Istituto parecchie decine di indagini di laboratorio e o- tre 100 studi clinici, spesso in collaborazione con i migliori centri oncologici nazionali ed esteri e che nessun altro centro oncologico nazionale, pubblico o privato, firma un numero di pubblicazioni scientifiche pari a quelle prodotte dall Istituto dei Tumori di Milano; oltre il 40% dei pazienti proviene da tutta Italia in considerazione delle elevate competenze, talvolta esclusive, dell Istituto; considerato che: l Istituto Nazionale dei Tumori è reduce di una lunga fase di incertezza, con 13 anni di commissari straordinari e che la recente trasformazione in Fondazione regionale ha avviato una nuova fase che necessità di essere consolidata garantendo le competenze e la missione; la struttura ove risiede l Istituto è punto di riferimento riconosciuto a livello nazionale e sono tuttora in corso interventi di ristrutturazione e di nuovi acquisti (ristrutturazione Cascina Rosa che ospita le strutture di prevenzione e ricerca epidemiologica; acquisto di un immobile in via Amedeo per ospitare i Iaboratori della ricerca; liberazione e ristrutturazione di spazi per almeno tre ulteriori reparti di degenza); tutti gli interventi effettuati e quelli in corso sono costati milioni di euro che rischiano di essere sprecati in caso di dismissione dell attuale sede; considerato inoltre che: il nuovo Presidente dell Istituto, Carlo Borsani, non ha finora proposto alcun piano per il miglioramento dell assistenza e neppure ha richiesto che si avviasse una discussione con la rappresentanza sindacale unitaria, con le rappresentanze territoriali e degli utenti; il Presidente ha semplicemente annunciato il trasferimento dell Istituto, senza dare assicurazioni circa la qualità e la quantità dell assistenza e della ricerca e sulle condizioni logistiche per pazienti e addetti, rispondendo...si vedrà, per ora ne sappiamo quanto voi... ; l investimento per una nuova struttura è rilevante e le risorse provenienti dall Inail sarebbero convogliate su una operazione immobiliare e non a investimenti diretti a migliorare lo studio e la cura dei tumori, tanto da far temere un ennesimo sperpero di risorse pubbliche; considerato infine che:

104 98 nessun coinvolgimento è stato finora previsto, in ragione della rilevanza del problema, del Consiglio regionale e della competente Commissione consiliare; interrogano la Giunta per sapere: - se esiste un progetto definito che prevede il trasferimento dell Istituto dei Tumori di Milano come è stato annunciato dalla stampa e dal Presidente Carlo Borsani; - se non ritenga necessario prendere in considerazione le prevedibili conseguenze negative a seguito del trasferimento ipotizzato; - se non ritenga necessario ridiscutere le ipotesi in campo, sottoponendo il progetto ad un confronto con le forze politiche, a partire da un apposita audizione nella Commissione consiliare competente; - se non ritenga opportuno operare per assicurare il coinvolgimento, che finora non c è stato, della rappresentanza sindacale unitaria, e delle rappresentanze territoriali e degli utenti; - se non ritenga in definitiva più utile considerare una pianificazione degli investimenti che valorizzi maggiormente le finalità di miglioramento dell assistenza e della ricerca, ponendo in subordine i soli aspetti immobiliari». (1076) Agostinelli - Squassina Osvaldo - Muhlbauer - Monguzzi - Storti «Premesso che: la tutela della sicurezza dei cittadini e, in particolare, l incolumità personale, nonché quella delle loro proprietà, non deve essere solo un principio ma deve trovare concreta applicazione nella quotidianità di ogni giorno, con un impegno preciso di ogni Istituzione nell ambito delle proprie competenze; dalla cronaca di questi giorni apprendiamo l ennesimo fatto di violenza, grave, nei confronti di una donna; nello specifico, si presume cinque extracomunitari (albanesi), hanno aggredito e stuprato due donne che gestivano un bar-tabaccheria a Magnago, nella provincia di Milano; questo fatto di cronaca nera è successivo, purtroppo, ad altri episodi di violenza accaduti recentemente, in particolare, a Caravaggio una donna è stata strangolata nel bagno del colorificio dove lavorava; sempre a Magnago, peraltro nello stesso bar, vi sono stati in precedenza episodi di rapina e la cittadinanza locale è preoccupata dai crescenti episodi di violenza; la stessa Amministrazione cittadina denuncia che il Comune sta diventando una sorta di paesedormitorio (Corriere della Sera 8 marzo 2007); sul territorio circola liberamente una banda feroce ; per tali motivi l interrogante chiede: quali iniziative l Assessore alla sicurezza intende intraprendere affinché non si ripetano tali fatti sul nostro territorio; quali indicazioni sono state prese affinché le forze dell ordine locali garantiscano la massima sicurezza personale dei nostri cittadini per evitare il ripetersi di quanto indicato in narrativa; quali azioni di sostegno si intendono adottare nei confronti delle vittime delle recenti aggressione». (1077) Cecchetti

105 99 «Il sottoscritto Consigliere regionale, premesso che: - il CdA dell Azienda Servizi alla Persona (ASP) Villa Carpaneda di Rodigo (MN), con delibera n. 62 in data 6 dicembre 2006 ha aggiudicato in via definitiva al Raggruppamento di Imprese con capogruppo il Consorzio delle Cooperative di Produzione e Lavoro di Ravenna il contratto di appalto per l affidamento della gestione dei servizi core e no core e della costruzione della nuova struttura; - l oggetto dell appalto prevedeva originariamente soltanto i lavori di costruzione della nuova struttura per un importo pari a ,00 da corrispondere al soggetto attuatore attraverso un corrispettivo pari a ,00 per 35 anni; la gestione dei servizi no core (ristorazione, pulizie, lavanderia, magazzino ecc.) per un corrispettivo di ,00 all anno; - successivamente, il CdA dell ASP di Rodigo, con delibera n. 49 del 6 novembre 2006, ha approvato il testo del contratto da sottoporre alla firma dell aggiudicataria comprendente anche l impegno dell aggiudicataria alla gestione dei servizi core (servizi di assistenza vera e propria); - effettivamente il contratto di appalto prevede all articolo 1 anche la gestione dei servizi core e all articolo 5 ne stabilisce anche il corrispettivo pari a (pari ai costi sostenuti dall Azienda nell anno precedente alla firma del presente contratto) per la gestione della RSA (193 posti letto) e del Centro Diurno Integrato (20 posti); considerato che: - tale scelta ha comportato la legittima e fondata preoccupazione espressa a mezzo stampa dalle organizzazioni sindacali di una gestione esterna di tutti i servizi dell ASP di Rodigo; - tali preoccupazioni derivano dall incertezza del Contratto di Lavoro che verrà applicato dal soggetto gestore e dal rischio che si possa determinare un eventuale diminuzione della qualità del servizio ; interroga la Giunta e l Assessore competente per sapere: 1. se non ritenga di approfondire le motivazioni che hanno portato l ASP di Rodigo ad estendere l oggetto dell appalto anche ai servizi core ; 2. se ritenga legittima la scelta dell ASP di Rodigo di estendere l oggetto dell appalto anche ai servizi core in contrasto con le decisioni originariamente assunte e sulla base delle quali era stato predisposto il bando di gara; 3. se non ritenga di condividere le preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali relative alla eccessiva indeterminatezza delle condizioni contrattuali che verranno applicate ai lavoratori impiegati nei servizi core ; 4. se non ritenga che le scelte in materia di personale abbiano una ricaduta immediata anche sulla qualità dei servizi erogati agli ospiti delle RSA e dei CDI». (2165) Agostinelli «Vista la Legge regionale 11 dicembre 2006, n. 24 Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera e tutela della salute e dell ambiente che definisce le misure prioritarie, tra cui la limitazione alla circolazione di determinate categorie di veicoli inquinanti; preso atto che il comma 2, dell art. 13, Capo II, Trasporti su Strada, della succitata legge regionale, affida alla Giunta, nel rispetto delle direttive comunitarie, il compito di determinare con proprio atto le misure di limitazione alla circolazione e all utilizzo dei veicoli, tenendo altresì conto del carico di e- missioni inquinanti prodotte; tenuto conto che:

106 100 - nel territorio lombardo sono presenti circa 1000 veicoli definiti nella Carta di circolazione come veicoli per uso speciale con carrozzeria attrezzata per trasporto specifico di materiali da fiera per spettacoli viaggianti; - detti autoveicoli non rientrano nel campo d applicazione della legge 298/ art. 30 punto D; - detti autoveicoli sono esclusi dall uso del cronotachigrafo ed hanno modalità assicurative agevolate a fronte di una percorrenza chilometrica molto limitata (1.000/1.500 chilometri annui sul territorio nazionale); - l adattamento di detti autoveicoli è particolarmente oneroso ma indispensabile per l attività svolta dai proprietari; interrogano l Assessore competente: - per sapere se ritiene gli autoveicoli immatricolati prima dell uscita della legge regionale 24/2006 adibiti ad uso speciale per trasporto specifico di materiali da fiera per spettacoli viaggianti così come risultanti nella carta di circolazione, rientranti nelle categorie di veicoli esclusi dalle limitazioni al traffico perché definiti dal comma 4 della succitata legge, in particolare alla lettera R) come altre tipologie di veicoli in relazione a particolari caratteristiche costruttive ; - per sapere come ritiene di rispondere fin da ora alle legittime necessità di spostamento per lo svolgimento delle attività lavorative, molto limitate nella durata ma calendarizzate in modo non derogabile o rinviabile, stanti le autorizzazioni stabilite con una programmazione molto anticipata e non modificabile». (2166) Fabrizio - Bonfanti - Prina «Premesso che: - da più parti e da più autorevoli e qualificati interlocutori, sia politici che tecnici, si sostiene che la Sanità lombarda sia da ritenersi fra le migliori su tutto il territorio nazionale; - è stato recentemente approvato dal Consiglio regionale della Lombardia il Piano Socio- Sanitario Regionale , in cui si difende con orgoglio il principio della corresponsabilità regionale in tema sanitario, auspicando un federalismo sanitario sempre più evoluto; - nel suddetto documento si rimarca l esigenza di far coincidere il livello di risposta sanitaria e sociale con quello del bisogno espresso e persino inespresso del cittadino; considerato che: fra i benefici della devoluzione sanitaria, da noi sempre propugnata e sostenuta con profonda convinzione, si sostiene esservi il vantaggio di un maggior adeguamento delle politiche e degli interventi sanitari alle specifiche esigenze di territori e di cittadini con bisogni diversificati e mutevoli; in particolare nella realtà regionale della Lombardia si sono individuate nuove dinamiche e nuovi scenari sociodemografici, fra cui, non ultimo, l incrementale invecchiamento della popolazione; rilevato che: - nell introduzione del già citato PSSR si ricorda che, secondo l OMS, il sistema sanitario ha come compito quello di dare più anni alla vita e più vita agli anni, per cui, si dice, diventa fondamentale passare dalla gestione della sanità con prevalenti aspetti curativi alla gestione della salute con attenzione alle condizioni di benessere complessivo ; - sempre nello stesso documento si dice essere universalmente riconosciuto che alla base del buon funzionamento di un sistema sanitario debba esserci, fra i vari principi fondamentali, anche quello del rispetto della dignità umana;

107 101 - nella scheda di presentazione del PSSR a firma dell Assessorato alla Sanità sul versante della domanda, si ribadisce la centralità del cittadino come fondamentale valore a difesa del principio della dignità umana; sempre nella succitata scheda, si considera azione strategica importante per il prossimo triennio programmatico l ulteriore semplificazione dei procedimenti, che regolano l accesso degli utenti alle prestazioni, al fare di migliorare l accessibilità del servizio ; - presa visione di una segnalazione (che si ritiene utile allegare in copia, in quanto poco sintetizzabile, se non usando il termine ormai troppo noto ma estremamente generico di malasanità ) inerente un caso specifico occorso in un noto ospedale milanese (Gaetano Pini), sede oltretutto di Università, in cui quindi al dovere di un corretto trattamento clinico deve associarsi anche l impegno di una finalità didattica; - paventando che un simile atteggiamento possa venire liquidato semplicisticamente come un singolo e raro caso isolato, mentre si ha ragione di temere che isolata sia solo la denuncia di una ormai quasi consolidata malpractice ; - nell intento di evitare che il nostro lavoro legislativo di Consiglieri regionali finisca col condividere la nomea delle famose grida di manzoniana memoria, note per la loro reiterata ampollosità verbale quanto per la loro inutile e mai attuata applicazione pratica; l interrogante, fermamente convinto della saggezza contenuta in un antico proverbio degli Indiani Apaches, che sostiene essere meglio avere alcuni fulmini nella mano che molti tuoni nella bocca, chiede di sapere come l Assessorato competente intenda intervenire per colmare il divario purtroppo assai palese fra legislazione programmatica e pratica quotidiana. Breve diario di un ricovero per caduta di un anziana donna di 99 anni. 29 Gennaio 2007 Porto mia madre di 99 anni al Pronto soccorso per una caduta. Dopo tre ore di attesa la visitano e dicono che non ha niente. Fanno la radiografia, per la radiografia fanno entrare anche me, per aiutare l addetto. Per la prima radiografia mi dicono che devo nascondermi dai raggi, per le successive mi lasciano esposta ai raggi per tenere la paziente in una certa posizione. Alla mia domanda, come mai prima mi dovevo nascondere e poi no, mi rispondono: è vero. Mi fanno indossare un camice per proteggermi. Assurdo???? Al termine mi dicono che non ha niente e che posso riportarla a casa; ma poi ci ripensano mi richiamano e dicono che deve essere operata perché c è una incrinatura all anca. Portano mia madre al V piano, V divisione e la sistemano a letto tenendola parecchio tempo svestita perché loro parlano e non muovono le mani per fare quello che devono fare al paziente. All alba delle due di notte mi fanno il terzo grado e mi chiedono, giustamente, tutto quello che c è da sapere sua mia madre. Alla fine mi chiedono se posso fare la notte; chiedo il motivo e mi dicono che la signora è disorientata e quindi potrebbe cadere dal letto (mia madre è affetta di demenza senile). Chiedo se possono mettere delle spondine al letto e mi rispondono che non le hanno. Poco dopo invece, finalmente, le trovano e mi lasciano andare a casa a dormire. Il giorno successivo si ricomincia: dal V piano la portano al VII piano, III divisione e la sistemano in una camera super affollata, non in un letto ma sulla lettiga. Lì la tengono fino al giorno successivo e quindi nel pomeriggio la trasferiscono in un altra camera più confortevole mettendola in un letto normale. Qui i medici mi dicono che mia madre è disorientata e quindi mi costringono (moralmente) a essere presente giorno e notte per accudirla perché loro non hanno personale. Io faccio la notte e il giorno ma poi non c è la faccio più e sono costretta a trovare una badante che passi la notte vicino a mia madre per poter dare sollievo agli infermieri del reparto (tra l altro questa badante mi costa una fortuna). Un giorno trovo sul comodino una pillola; chiedo all infermiera cosa sia al che mi risponde: ma

108 102 come sua madre non l ha presa? (ma se mia madre è disorientata, come pensano che possa prendere una pillola?). In questi giorni di degenza spesso ho dovuto pulirla io perché il personale non provvedeva a questa incombenza e mia madre rimaneva a letto piena di escrementi lamentandosi per i dolori che questo le provocava. Il giorno delle dimissioni mi mettono in mano un foglio dicendomi che deve fare delle punture e che devo prendere appuntamento fra un mese per una visita ed una radiografia. Alle dimissioni nessuno l assiste e se non sono io a preoccuparmi la fanno uscire senza averla pulita, piena di escrementi e con il catetere ancora inserito e con il relativo sacco pieno di urina. In più viene dimessa con un ago nel braccio. Successivamente, a casa, leggendo i fogli di dimissioni vedo che dove era stata operata doveva fare delle medicazioni e, successivamente, togliere i punti. Tutto questo, credo, doveva essermi detto al momento delle dimissioni e non lasciato alla mia iniziativa di leggere ciò che è scritto nelle cartelle, spesso poco leggibili. Ho quindi telefonato chiedendo spiegazioni e la risposta è stata: che problema c è, la porti qui lunedì oppure si rivolga al suo medico curante. Ho notato che si preoccupano molto di mandarti al reparto gente che vende carrozzine, letti, etc. (forse sono interessati ad una provvigione?), ma di informarti su ciò che bisogna fare una volta a casa per accudire un paziente di questo tipo, niente. E una vera vergogna, non c è nemmeno un barlume di umanità. Dulcis in fundo: è scaduto il documento per l esenzione del pagamento dei ticket (non si capisce perché visto che mia madre se era invalida al 100% 10 anni fa per demenza senile ora non penso possa essere guarita), mi fanno girare come una trottola da un ASL all altra per poi dirmi che mia madre che ha 99 anni, per avere questa esenzione deve passare una visita di controllo (ma secondo voi una che è stata dichiarata circa 10 anni fa invalida al 100% per demenza senile a 99 anni è guarita e non ha più bisogno?). Sarebbe ora che tutta questa burocrazia inutile fosse abolita così magari potremmo fare anche a meno di un po di personale pubblico che per la maggior parte del giorno sta a scaldare la sedia oppure dedicare queste risorse a qualche cosa di più utile per la società e per chi ne ha veramente bisogno». (2167) Galli «Vista la Convenzione stipulata in data 30 settembre 2004 tra il Comune di Legnano (Provincia di Milano) e la Cooperativa Generale Dalla Chiesa di Canegrate (Provincia di Milano) per la realizzazione di alloggi nell ambito di un Programma di Edilizia Economica Popolare, i cui atti sono a disposizione degli Uffici dell Assessorato regionale alla Casa e Opere Pubbliche; considerata la volontà della Cooperativa Generale della Chiesa di rispettare le disposizioni della Convenzione per quanto è oggi oggettivamente possibile, assegnando prioritariamente a soggetti che appartengono alle Forze dell Ordine, senza snaturare la prerogativa dell intervento edilizio; dato atto che l esecuzione degli alloggi è in stato molto avanzato e che la Cooperativa Generale Dalla Chiesa, a causa del lungo periodo di tempo trascorso tra l iscrizione dei soci e l effettiva realizzazione dell opera e delle significative mutazioni del contesto dovute anche al trasferimento della Caserma dell esercito, non è riuscita ad assegnare parte delle abitazioni ad appartenenti alle forze dell ordine, così come previsto dalla Convezione; rilevato che numerosi cittadini, in possesso di tutti gli altri requisiti oggettivi e soggettivi previsti dalla Convenzione, hanno chiesto la possibilità di avere in assegnazione detti alloggi;

109 103 valutata la richiesta della Cooperativa Generale della Chiesa inoltrata al Comune di Legnano di poter assegnare gli alloggi rimasti tuttora liberi a soggetti che non fanno parte delle sole Forze dell Ordine, sulla base dell art. 25 della legge 457/1978 e successive modifiche e integrazioni, e sulla base dell art. 3 della Convezione citata; si chiede all Assessore regionale alla Casa e Opere pubbliche di voler esprimere indirizzi riguardo alla vicenda, che al momento sembra essere in una fase di stasi, con particolare riguardo a: - i principi applicabili in materia di Edilizia Residenziale Pubblica; - le condizioni per l applicazione dell art. 25 della legge 457/1978 e successive modifiche e integrazioni; - le condizioni per il rispetto di quanto previsto dalla Convezione stipulata tra il Comune e la Cooperativa Generale Dalla Chiesa, tenendo conte della legittimità, efficacia ed efficienza della pubblica amministrazione e dei legittimi interessi della cooperativa e della tutela dell affidamento dei soggetti che avevano e hanno i requisiti per l assegnazione dell alloggio». (2168) Prina «I sottoscritti Consiglieri, a conoscenza che tra poche settimane 50 dipendenti della residenti a Milano potranno vedersi assegnata in comodato d uso gratuito dal Comune di Milano una bicicletta fino al 20 dicembre 2009 nel quadro di un operazione che prevede la consegna complessiva di 450 biciclette ad Enti pubblici; considerato che favorire l uso della bicicletta è un modo concreto per stimolare la mobilità sostenibile e ridurre gli spostamenti in automobile; visto che le biciclette assegnate dal Comune di Milano alla sono state 65 e il Mobility Manager della Regione ha segnalato la disponibilità per i dipendenti regionali di soli 50 mezzi; interrogano la Giunta e l Assessore competente per sapere quale destinazione hanno avuto le altre 15 biciclette destinate alla Regione ovvero i motivi di una diminuzione del loro numero a disposizione dei dipendenti». (2169) Saponaro - Monguzzi «Valutato importante promuovere la mobilità ciclistica all interno della, anche attraverso azioni legislative mirate; considerato che l utilizzo della bicicletta, se adeguatamente integrato con il sistema dei trasporti pubblici, può costituire un alternativa competitiva all utilizzo dell auto, per uno sviluppo ambientale più sostenibile e per una maggiore efficienza della mobilità; visto l ordine del giorno concernente la valorizzazione e lo sviluppo della mobilità ciclistica approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 28 novembre 2006, che impegnava la Giunta ad attuare una serie di attività finalizzate alla valorizzazione dell uso della bicicletta da parte dei cittadini; si chiede alla Giunta e all Assessore competente di illustrate quali iniziative fino ad oggi sono state intraprese in tal senso dalla Giunta regionale, con particolare riferimento all integrazione modale tra biciclette e mezzi pubblici di trasporto, alla rea-

110 104 lizzazione di un censimento delle iniziative in materia di piste ciclabili da parte degli enti locali e all avvio di campagne di sensibilizzazione e informazione su questa tematica». (2170) Prina «Il sottoscritto Consigliere regionale, premesso che: - l articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 autorizza l esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di residenze sanitarie assistenziali per anziani e soggetti non autosufficienti per l importo complessivo di miliardi di lire; - l art. 83, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 ha previsto un ulteriore stanziamento di miliardi di lire a valere sulle disponibilità complessive della legge 67/88 e che da tale stanziamento sono stati detratti miliardi di lire di cui all art. 1 del d.lgs. 254/2000; - la con DGR n. VI/38133 del 6 agosto 1998 ha definito i requisiti e gli indicatori per l accreditamento delle strutture sanitarie; - la con DGR n. VI1/6595 del 29 ottobre 2001 in materia di programma pluriennale degli investimenti in sanità ha approvato i criteri guida per la programmazione dei fondi di e- dilizia sanitaria; - con deliberazione CIPE del 2 agosto 2002 alla è stata assegnata una ulteriore quota pari a ; - in data 19 dicembre 2002 in sede di Conferenza Stato - Regioni è stato definito l accordo che regola le procedure e i modelli per l ammissione al finanziamento e la sua erogazione per interventi in edilizia e tecnologie sanitarie; - la con DGR n. VII/13306 in data 13 giugno 2003 avente ad oggetto Piano pluriennale degli investimenti in sanità. Determinazioni per la realizzazione degli interventi prioritari di Edilizia Sanitaria e per l adeguamento ai requisiti di accreditamento ha dato atto di una disponibilità complessiva di risorse dello Stato pari a (e quale residuo della legge 67/88; di cui alla legge 388/2000; di cui al d.lgs. 254/2000) a cui aggiungere risorse regionali nella misura del 5% per complessivi ; - nella medesima DGR, all allegato 1, è stato approvato il Piano pluriennale di edilizia sanitaria riportante per singola azienda l elenco degli interventi ammessi; tale elenco comprendeva, nell ambito degli interventi segnalati dall Azienda Ospedaliera Carlo Poma, gli adeguamenti impiantistici e strutturali per l accreditamento per il presidio di Asola ( ) e gli adeguamenti impiantistici e strutturali per del presidio di Bozzolo ( ); - in base alla Circolare della n. 26/SAN del 2003 è stato prescritto il termine del 31 dicembre 2007 per la realizzazione degli interventi necessari al conseguimento dell accreditamento; - la con DGR n. VIII/2472 in data 11 maggio 2006 avente ad oggetto Aggiornamento del programma di completamento del piano pluriennale degli investimenti in sanità: attuazione della terza fase, annualità 2006 ha approvato l elenco aggiornato degli interventi (all allegato I) inserendo, rispettivamente, al n. 57 e al n. 58 gli adeguamenti impiantistici e strutturali dei presidi di Asola e Bozzolo; - come da risposta del sottosegretario al Ministero della Sanità, Gianpaolo Patta, in seguito all interrogazione n dell On. Montani, si è appreso che la ha presentato al Ministero della Salute una proposta di Atto Integrativo dell Accordo di Programma Quadro, che si riferisce a 32 dei 71 interventi proposti;

111 105 considerato che il mancato finanziamento degli interventi di adeguamenti impiantistici e strutturali dei presidi di Asola e Bozzolo non consentirà di rispettare la data del 31 dicembre 2007; interroga la Giunta per sapere: - se intenda proporre come prioritari per il finanziamento degli interventi di adeguamenti impiantistici e strutturali i suddetti presidi ospedalieri di Asola e Bozzolo; - in alternativa, qualora non risultassero immediatamente disponibili le risorse per gli interventi di adeguamenti impiantistici e strutturali dei presidi ospedalieri di Asola e Bozzolo, se non ritenga di dover posticipare il termine per l accreditamento oltre il 31 dicembre 2007». (2171) Agostinelli Interpellanze annunziate «Il sottoscritto Consigliere a conoscenza che: - il Comitato della popolazione della bassa Pavese, che è stato recentemente decorato dall Amministrazione comunale con medaglia al merito per lodevole azione a tutela della salute e vivibilità del territorio, è stato condannato con sentenza n. 818/2006 del Tribunale di Pavia al risarcimento dei danni di alla Metalli Colombo che denunciava una campagna diffamatoria basata su inveritiere ed allarmistiche informazioni a mezzo stampa e inoltre lamentava di essere stata ostacolata con la forza nella realizzazione del nuovo impianto ; i cittadini di Pieve Porto Morone sono stati vessati ormai da più di sette anni da una vicenda, quella della Metalli Colombo, che li ha visti subire inquinamenti diffusi con ripercussioni sulla salute pubblica e atti di sopruso e arroganza da parte dei titolari della Società; oggi, dopo che è stato accertato che l impianto inquinava con emissioni di diossina pari a 225 volte i massimi consentiti dalla legge e pari a volte il limite dell autorizzazione regionale, alla Metalli Colombo è stata revocata l autorizzazione e gli impianti di fusione sono stati chiusi; interpella urgentemente il Presidente della per sapere se: - è a conoscenza dei gravi fatti che ancora una volta colpiscono i cittadini di Pieve Porto Morone che, dopo aver subito l inquinamento, sono costretti a pagare i danni all inquinatore; - intende esprimere piena e immediata solidarietà ai cittadini e al Comitato della popolazione della bassa Pavese prevedendo a loro e all Amministrazione comunale di Pieve Porto Morone specifica benemerenza per il loro alto senso civico a difesa dell ambiente, della salute e del territorio; - intende interessare il servizio legale della per intraprendere tutte le azioni legali a sostegno dei cittadini di Pieve Porto Morone». (4037) Monguzzi «Il sottoscritto Consigliere regionale, premesso che nell aprile 2006, un gruppo di lavoratori dell Enfap ha subito licenziamento per contrazione delle attività formative, senza essere ricollocato in altro luogo di lavoro; considerato che l articolo 42 della lr 95/80 prevede l istituzione di una Commissione paritetica regionale, la quale tuttavia risulta attualmente non funzionante e non istituita;

112 106 considerato inoltre che il vigente CCNL del personale della formazione professionale prevede che in caso di esubero di personale assunto a tempo indeterminato, dovuto a contrazione delle attività formative, si proceda alla mobilità e alla ricollocazione. Le norme vigenti del contratto collettivo decentrato assegnano poi alla Commissione paritetica regionale la competenza in materia di mobilità; ricordato che in seguito a richiesta da parte del Consigliere sottoscritto, il Servizio Legislativo e Legale del Consiglio regionale, in data 27 ottobre 2005, ha trasmesso il parere in cui afferma che l art. 41 della lr 95/80 è da ritenersi tuttora vigente; ricordato inoltre che in seguito a parere legale da parte degli uffici competenti della Giunta regionale, con conclusioni contrastanti rispetto a quelle degli uffici del Consiglio, e su nuova richiesta da parte del Consigliere sottoscritto è stato formulato nuovo parere da parte del Servizio Legislativo e Legale del Consiglio regionale. Tale parere, pervenuto il 28 novembre 2006, conclude che rimane un area di incertezza che non giova al principio della certezza del diritto ; ricordato altresì che l Ufficio del Difensore Civico della, in data 12 febbraio 2007, chiamato ad esprimersi dai lavoratori licenziati dall Enfap e richiamandosi alle vigenti norme contrattuali del personale della formazione professionale, considera che il licenziamento disposto a carico degli interessati non risulta legittimo ; ricordato infine che, allo stato attuale, i lavoratori licenziati dall Enfap risultano tuttora senza ricollocazione e che la Commissione paritetica non è stata istituita, né altro organismo ha assunto le sue funzioni; interpella l Assessore Rossoni per sapere: - quali iniziative intende intraprendere per garantire l applicazione dell art. 41 della lr 95/80, ovvero garantire l iniziativa di ricollocazione per il personale in esubero; - se non ritiene necessario aprire in tempi brevi un confronto con le organizzazioni sindacali della formazione professionale, al fine di rendere effettivo quanto previsto dalle vigenti norme contrattuali in materia di mobilità e ricollocazione». (5079) Muhlbauer «Il sottoscritto Carlo Saffioti, Consigliere regionale della Lombardia, premesso che le regole di spesa del fondo sanitario rappresentano il provvedimento più importante relativamente alla attuazione della politica sanitaria regionale; che esse sono state illustrate nei mesi scorsi agli operatori, ai dirigenti e alla stampa; che la competente Commissione non è stata a tutt oggi messa nelle condizioni di conoscerle; che in data 25 gennaio è stato in Commissione III sollecitato dal sottoscritto un incontro sul tema con l Assessore Cè; interpella l Assessore alla Sanità per sapere quando intende intervenire nella Commissione competente per illustrare le suddette regole e per sapere e se non ritenga opportuno, il prossimo anno, informare sul tema i Consiglieri prima degli altri soggetti». (5080) Saffioti «Il sottoscritto Consigliere regionale, premesso che: l Organizzazione Mondiale della Sanità aveva riconosciuto all Italia un sistema di assistenza pubblica primaria cui spettava il secondo posto nel mondo quanto a qualità, efficienza e soddisfazione della popolazione;

113 107 tale sistema era basato sulla capillarità di distribuzione degli ambulatori dei Medici di Medicina Generale (MMG), sulla loro autonomia professionale e sullo stretto rapporto di fiducia medico/paziente che la Convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) permetteva; all interno di una valutazione Nazionale, la Lombardia ha occupato posizioni esemplari riguardo al rapporto qualità/prezzo per quanto riguarda l assistenza primaria e la spesa farmaceutica; manca a tutt oggi un accordo politico generale per l introduzione di politiche di budget applicate all assistenza primaria; atteso che: recentemente sono stati svolti da parte del Nucleo Regionale PT Lombardia della Guardia di Finanza indagini e accertamenti che hanno riguardato la categoria dei MMG al fine di verificare l appropriatezza prescrittiva di quest ultimi; tali accertamenti partono da una valutazione meramente aritmetica della spesa farmaceutica indotta da ciascun medico di famiglia e dalla conseguente compilazione di Medie Regionali e Provinciali; la Corte dei Conti, in base a tali medie, avrebbe configurato danni all Erario da parte dei medici risultati essere maggiori prescrittori di farmaci, chiedendo a quest ultimi il rimborso in denaro del presunto danno; ciò significa che ogni medico viene valutato, ed eventualmente sanzionato, solo in base al confronto matematico-statistico tra la sua induzione di spesa farmaceutica e quella degli altri colleghi operanti sullo stesso territorio; la stessa ha riconosciuto con il Decreto della Direzione Generale Sanità n dell 11 settembre 2006 l inappropriatezza di tale metodo valutativo specificando un nuovo Set essenziale di indicatori per la verifica ed il controllo dei consumi farmaceutici di ciascun MMG ; interpella il Presidente della Regione, la Giunta regionale e l Assessore competente per conoscere: 1. quali comportamenti e quali strumenti intendano adottare, alla luce dei fatti sopra esposti, preso atto che l attività investigativa effettuata dalla Guardia di Finanza risulta unicamente basata su criteri economici e matematico-statistici della spesa farmaceutica e non tiene in alcun conto fattori importanti e imprescindibili quali: - lo stato di salute degli assistiti e la conseguente aspettativa di vita in relazione alla attività di prevenzione e cura; - il risparmio in termini di spesa sanitaria globale indotto dalla diminuzione di eventi improvvisi (ictus ed infarti cardiaci) realmente evitati grazie alla menzionata attività preventiva; - il numero e la durata dei ricoveri indotti o evitati da ciascun MMG e il relativo impegno di spesa; - il numero e il costo di indagini diagnostiche spesso risparmiate grazie alla terapia instaurata precocemente ed in prima persona dal MMG; - il risparmio indotto da prestazioni dei MMG a favore di cittadini fuori zona cui viene evitata un inutile perdita di tempo (e che spesso rappresenta invece un plusvalore in termini di salute) per raggiungere la propria residenza geografica ed il proprio MMG; 2. se ritengano giusto l operato di cui sopra che priva di fatto i cittadini di diritti costituzionalmente garantiti quali quelli della salute e dell assistenza sanitaria, diritti che tanto costano a ciascuno in termini di contributi per il SSN e che risultano ad oggi decisamente compromessi da questa situazione che: - da una parte ha penalizzato i medici raggiunti dalle richieste di rimborso; - dall altra ha posto l intera categoria dei MMG in una situazione di paura, incertezza e condizionamento in quanto giungono ormai da più parti preoccupanti segnalazioni di ammalati

114 108 curati con farmaci scadenti (solitamente i meno costosi o addirittura quelli esclusi dal prontuario terapeutico nazionale perché ritenuti di insufficiente rilevanza clinica) o ai quali vengono negati anche i più essenziali accertamenti diagnostici, dal momento che ormai tutto l operato del MMG è visto in una assurda ottica di risparmio di risorse; 3. se non ritengano che tale azione, sebbene orientata al risparmio di una voce della spesa sanitaria, quella farmaceutica, che non è, comunque, certamente la maggiore, altro non faccia invece che: - destinare risorse disponibili ad azioni di monitoraggio e controllo spesso molto costose sia in termini di impegno di risorse umane che di spesa; - provocare di fatto serie modifiche in senso peggiorativo alla qualità dell assistenza primaria e del rapporto di fiducia medico/paziente, determinando ed incentivando una ingiusta necessità di ricorso a forme private ed integrative di assistenza, diagnosi e cura». (5081) Zamponi Mozioni annunziate «Il Consiglio regionale della Lombardia, premesso che la Direttiva 2003/30/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo dell 8 maggio 2003 promuove l uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti; considerato che: - il petrolio, il gas naturale e i combustibili solidi sono fonti essenziali di energia ma sono anche le principali sorgenti delle emissioni di biossido di carbonio; - il 98% dei settore dei trasporti dipende dal petrolio; - l 84% delle emissioni in atmosfera di biossido di carbonio è imputabile ai trasporti; - la promozione della produzione e dell uso di biocarburanti contribuisce alla diminuzione delle emissioni dei gas ad effetto serra; - esiste un ampia gamma di biomassa che potrebbe essere usata per produrre biocarburanti proveniente dai prodotti agricoli e forestali nonché da residui e rifiuti della silvicoltura e dell industria silvicola e agroalimentare; - un maggior uso di biocarburanti nei trasporti fa parte del pacchetto di misure necessarie per conformarsi al Protocollo di Kyoto e di qualsiasi pacchetto di politiche necessarie per rispettare gli impegni ulteriormente assunti al riguardo; - la maggior parte dei motori dei veicoli attualmente in circolazione è in condizione da usare una miscela contenente una bassa percentuale di biocarburante senza problemi; - i biocarburanti possono avvalersi dell attuale sistema di distribuzione di carburante; - la Finanziaria 2007 allinea la legislazione italiana sugli obiettivi di miscelazione obbligatoria dei biocarburanti nei carburanti petroliferi secondo una percentuale progressiva insufficiente del 2,5% al 2008 e 5,75% al 2010, mentre alcuni Paesi dell Unione Europea utilizzano già miscele contenenti almeno il 10% di biocarburante; - la Commissione Europea fissa l obiettivo di sostituire il 20% dei carburanti convenzionali con i carburanti alternativi nel settore dei trasporti stradali entro il 2020; - possono altresì essere usati come biocarburante, in casi specifici in cui tale uso è compatibile con il tipo di motore usato e con i corrispondenti requisiti in materia di emissioni, gli oli vegetali puri

115 109 provenienti da piante vegetali prodotti mediante pressione, estrazione o procedure analoghe, greggi o raffinati, ma chimicamente non modificati; - la promozione dell uso dei biocarburanti nel rispetto delle pratiche agricole e silvicole sostenibili potrebbe creare nuove opportunità di sviluppo rurale sostenibile in una politica agricola comune più orientata sul mercato e maggiormente incentrata sul mercato europeo, sul rispetto di una ruralità viva e di un agricoltura multifunzionale e contestualmente aprire un nuovo mercato per i prodotti agricoli innovatori; atteso che la è sempre attenta alle problematiche ambientali, in particolare alla lotta all inquinamento atmosferico; impegna la Giunta regionale alla salvaguardia ambientale ad attivarsi, in un ottica improntata alla salvaguardia ambientale, predisponendo tutti quegli strumenti utili e necessari, come ad esempio la promozione di campagne di sensibilizzazione e di informazione, atti ad incentivare ed incrementare l uso e la produzione di biocarburanti per trazione nell intero territorio lombardo». (MOZ/0169) Zamponi «Il Consiglio regionale della Lombardia, preso atto che con delibera n del 17 settembre 2004 la Giunta regionale ha affidato alla Guardia di Finanza il compito, prima assolto dalle Asl, di esercitare il controllo sulle prescrizioni dei medici di Medicina Generale e dei Pediatri di libera scelta fornendo le informazioni contenute nella base di dati a partire dal 2002; considerato che la Guardia di Finanza ha usato l unico metodo possibile con i dati forniti, cioè quello matematico-statistico: divisione dei farmaci in categorie, somma dei farmaci prescritti, somma del costo delle medicine, divisione per il numero medio dei pazienti in carico nell anno al singolo medico, raffronto di questa cifra con la media generale trovando così la percentuale di scostamento e i cosiddetti medici iperprescrittori ; tenuto conto che la Guardia di Finanza trasmettendo i dati alla Corte dei Conti ha prodotto un primo numero di medici indagati (8.800) risultato eccessivo tant è che viene assunta la decisione di modificare la percentuale di scostamento che individua i medici iperprescrittori, facendo scendere il numero dei medici indagati a circa 550; venuto a conoscenza che nell Asl Milano 1 è in atto un vasto movimento di protesta da parte di tutte le Associazioni Mediche dei Comuni e dell intera popolazione a fronte del coinvolgimento nell inchiesta relativa all anno 2002 dei propri medici di base; invita l Assessore competente: 1) a intervenire immediatamente sul problema dell appropriatezza prescrittiva e dei relativi controlli, tenendo conto di tutte le variabili necessarie a definire oltre al numero dei pazienti anche la pesatura degli stessi quanto a età, patologie, percorsi curativi, ricoveri; 2) a riportare all interno delle Asl la determinazione ex ante dei criteri sull appropriatezza prescrittiva, coinvolgendo i medici di Medicina Generale al fine di garantire che si parta dalla loro professionalità e competenza scientifica e non da aride statistiche, ricorrendo alla convenzione con la Guardia di Finanza quando, ex post, vengano identificati i medici iperprescrittori; 3) a sospendere l attuale modalità di controllo che si basa su criteri matematici stabiliti successivamente agli anni presi in considerazione, al fine di procedere ai controlli più appropriati che colpiscano coloro che abusano in modo fraudolento delle prescrizioni e non i professionisti che si pongono dalla parte dei loro pazienti, utilizzando prescrizioni per curare e consentire le migliori condizioni te-

116 110 rapeutiche possibili; 4) a rassicurare i pazienti circa il fatto che i controlli sulla spesa sanitaria prodotta dai medici di Medicina Generale, pari a circa il 18% del totale, siano efficaci e non vessatori tanto quanto quelli su tutta la spesa sanitaria prodotta dagli altri soggetti pubblici e privati al fine di coniugare trasparenza, appropriatezza, correttezza al fabbisogno di cure della popolazione lombarda». (MOZ/0170) Fabrizio - Oriani - Porcari - Valmaggi - Agostinelli - Storti - Monguzzi - Sarfatti - Concordati - Fatuzzo «Il Consiglio regionale della Lombardia, considerato che nelle scorse settimane il Consiglio comunale di Ambivere ha approvato una variante al PRG, ai sensi della lr 23/97, a procedura semplificata con la quale ha localizzato all interno di un PL un nuovo centro commerciale di iniziativa privata della superficie lorda di pavimento di metri quadrati oltre a metri quadrati a destinazione terziaria; rilevato che in data 20 febbraio 2007 l operatore privato ha presentato al Comune di Ambivere una richiesta di autorizzazione commerciale per metri quadrati di superficie di vendita, ai sensi dell art. 5 della legge regionale n. 14/99; tenuto conto che nelle prossime settimane verrà indetta apposita Conferenza di Servizi ai sensi dell art. 9 del d.lgs. 144/98 per l esame della domanda presentata alla quale parteciperà la Regione Lombardia; evidenziato che in Comune di Mapello, a poche centinaia di metri di distanza, è stata recentemente autorizzata la realizzazione di un nuovo grande centro commerciale e che la zona risulta già abbondantemente servita e satura dal punto di vista della presenza di centri commerciali esistenti e autorizzati (Curno, Almenno San Bartolomeo, Mozzo e Mapello); tenuto conto dei pesanti riflessi che la realizzazione di un nuovo centro commerciale determinerà rispetto ad una situazione della viabilità già oggi critica per il forte congestionamento che caratterizza l ex SS 342 Briantea, nonché per la evidente difficile accessibilità all area interessata dall intervento posta in prossimità del passaggio a livello della linea ferroviaria; visto che lo stesso Programma Triennale per lo Sviluppo del Settore Commerciale 2006/2008 approvato dal Consiglio regionale il 2 ottobre 2006, si pone l obiettivo di limitare l apertura di nuovi centri commerciali prevedendo di considerare compatibili ed autorizzabili esclusivamente gli insediamenti in grado di garantire un impatto zero sul territorio; ritenuto che le carenze normative derivanti dalla mancata approvazione del Piano di Settore del Commercio a livello provinciale, unita all assenza dei regolamenti e dei criteri attuativi del Programma Triennale Regionale per lo Sviluppo del Settore Commerciale, inducano il reale e concreto rischio della continua indiscriminata apertura di nuovi centri commerciali; impegna la Giunta regionale: - ad esprimere il parere contrario rispetto alla richiesta di nuova autorizzazione per la realizzazione di un centro commerciale ad Ambivere, mostrando coerenza con il contenuto del Piano commerciale 2006/2008 approvato dal Consiglio regionale; - a emanare nel più breve tempo possibile i regolamenti attuativi del Programma Triennale Regionale per lo Sviluppo del Settore Commerciale rendendo effettiva l opzione zero». (MOZ/0171) Benigni - Squassina Arturo - Porcari - Tosi - Pizzetti - Mirabelli - Bonfanti - Saponaro - Storti - Agostinelli

117 111 Interpellanze ed interrogazioni e relative risposte scritte Interpellanza - a risposta scritta - n. 5067, a firma del Consigliere Benigni Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 14 novembre Risposta dell Assessore alla Sanità, Alessandro Cè «Con riferimento all interpellanza n si precisa quanto segue. - Con decreto della DG Sanità n del 7 maggio 2002 è stato approvato il progetto esecutivo relativo a: Lavori di unificazione e accorpamento degli ospedali di Clusone e Piario nel nuovo ospedale per acuti di Piario, per un importo complessivo di ,94; - con decreto della DG Sanità n del 15 marzo 2006 è stato approvato il progetto esecutivo relativo alla nuova centrale termica presso il PO di Piario, per un importo complessivo di ,38; - con Decreto della DG Sanità n del 14 luglio 2006 è stata approvata la perizia suppletiva e di variante relativa a: Lavori di unificazione e accorpamento degli ospedali di Clusone e Piario nel nuovo ospedale per acuti di Piario, per un importo complessivo di ,94. Per quanto riguarda il quadro economico e le fonti di copertura finanziaria si rimanda all all. A. Nel corso dell esecuzione dei lavori sono intervenute criticità che di seguito si riassumono. - In data 13 aprile 2005 è stato dichiarato il fallimento della ditta appaltatrice (Capogruppo) CO.GI. di Firenze - sentenza n. 100/05. Il suddetto evento ha determinato un rallentamento dell attività di cantiere già evidente nei primi mesi del A seguito del fallimento di CO.GI, in applicazione dell art. 94 del DPR 554/99, l Azienda O- spedaliera Bolognini di Seriate (Bg), in data 5 maggio 2005, stipulava un nuovo contratto d appalto con la Ditta SATREL di Calenzano (FI). - In data 19 giugno 2006 l AO Bolognini di Seriate, con delibera n. 377, ha proceduto alla risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice SATREL di Calenzano (FI) per le seguenti motivazioni: riscontrate inadempienze dell impresa nel compimento delle opere previste dall Ordine di Servizio del 15 maggio Il Responsabile del Procedimento alla data del 30 giugno 2006 dichiarava un Avanzamento Lavori pari al 65%. - A seguito della rescissione del contratto l AO Bolognini di Seriate ha predisposto e approvato, con deliberazione n. 504 del 9 agosto 2006, il progetto di completamento delle opere di Unificazione ed accorpamento degli ospedali di Clusone e Piario nel nuovo ospedale per acuti di Piario e la realizzazione della nuova Centrale Termica per un importo complessivo di ,64. - Con decreto n del 21 novembre 2006 la DG Sanità, a seguito del parere favorevole e- spresso dal Consiglio regionale dei LLPP nella seduta dell 11 ottobre 2006, ha approvato il soprarichiamato progetto di completamento che ha determinato il quadro economico descritto nell allegato B. La maggior spesa di ,33, rispetto al progetto originario, che trova copertura mediante utilizzo dei fondi di bilancio dell AO Bolognini di Seriate (deliberazione dell AO n. 504 del 9 agosto 2006) è stata originata da: ,89 per aggiornamento prezzi; ,59 per mancata esecuzione di opere da parte della ditta Satrel, la quale ha sottoscritto, il 20 aprile 2005, un accordo in cui si impegnava ad eseguire opere per un importo di ,01 senza alcun onere per l AO Bolognini; ,84 per forniture non completate.

118 112 L AO Bolognini ha avviato ogni opportuna azione per il risarcimento dei danni provocati dall inadempimento delle ditte appaltatrici. Con deliberazione n. 784 del 13 dicembre 2006 l AO Bolognini di Seriate ha provveduto all aggiudicazione dei lavori di completamento con un ribasso d asta di ,54. Pertanto, relativamente alle maggiori risorse necessarie al completamento dell opera, queste verranno messe a disposizione dell AO Bolognini e le stesse, dopo l esito della gara, ammontano ad ,85 ( , ,54). Rimangono da esperire le gare relative agli arredi, alle attrezzature ed agli impianti elevatori. Relativamente ai tempi per la chiusura del cantiere sono stati previsti 365 giorni dalla data di consegna effettuata il 29 dicembre Quindi il termine dei lavori è stabilito entro la fine dell anno Infine, essendo stati conclusi i rapporti con le ditte inadempienti e superati gli elementi ostativi al completamento delle opere (appalti affidati), l Azienda Ospedaliera non ha rinvenuto l esigenza di un supporto tecnico-legale di infrastrutture Lombarde SpA». (Gli allegati sono reperibili presso l archivio del Consiglio regionale pratica atti n. 5987) Interpellanza - a risposta scritta - n. 5074, a firma del Consigliere Saponaro Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 23 gennaio Risposta dell Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli «In relazione all ITR/5074, si precisa che durante la conferenza dei servizi tenutasi in data 3 ottobre 2006 sono state analizzate dai componenti della conferenza stessa tutte le matrici ambientali e conseguentemente sono stati prescritti una serie di interventi sia tecnici sia legati al monitoraggio ambientale, quali: - la canalizzazione delle emissioni diffuse derivanti dal raffreddamento anche dei getti di notevoli dimensioni e dalla fase di colata come indicato nell atto AIA del 6 dicembre 2006, n ; - la realizzazione del nuovo sistema di separazione delle acque meteoriche, in accordo con il Regolamento Regionale n. 4/2006 e con la DGR 2772 del 21 giugno 2006; - il monitoraggio del benzene mediante analisi trimestrale nell ambito del piano di monitoraggio; - il monitoraggio in continuo dello stesso inquinante da ARPA territorialmente competente in accordo con il Comune stesso e la Ditta; - il monitoraggio delle emissioni odorigene ogni sei mesi per due anni, senza limite ma con un valore guida di 500 unità odorimetriche, che successivamente a tale periodo è destinato a divenire una prescrizione definitiva. Le prescrizioni sopra riportate sono state elaborate per caratterizzare qualitativamente e quantitativamente le sostanze odorigene presenti al fine di ridefinire meglio le prescrizioni dopo i due anni di controllo. Si ritiene comunque di sottolineare la difficoltà a far coesistere nello stesso territorio attività industriali del tipo in esame e insediamenti civili, i quali peraltro sono stati realizzati in tempi successivi all insediamento della FONDOR. Risulta inoltre che in data 18 dicembre 2006 la menzionata Ditta ha ottenuto una breve proroga alla diffida relativa al completamento dell impianto di captazione delle emissioni diffuse, che peraltro è previsto dalla stessa autorizzazione ambientale rilasciata; da recenti contatti avuti con l azienda è e- merso che i lavori di installazione dell impianto di cui trattasi sono comunque ormai in fase di ultimazione.

119 113 Gli interventi di cui sopra, una volta a regime, dovrebbero consentire significative mitigazioni ambientali. Per quanto concerne la possibilità di collocare ulteriori centraline fisse di rilevamento degli inquinanti, tale ipotesi non si ritiene al momento ipotizzabile in quanto da un lato la rete complessiva di rilevamento della qualità dell aria è adeguatamente strutturata, e dall altro il posizionamento di una nuova centralina non sarebbe in grado di individuare con precisione il contributo dell iquinamento da attribuirsi alla FONDOR SpA». Interrogazione n. 1061, a firma dei Consiglieri Mirabelli e Valmaggi Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 26 ottobre Risposta dell Assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti «Con il bando regionale, attuativo del programma nazionale Contratti di Quartiere II, previsto dal PRERP 2002/2004 sono stati finanziati i seguenti 23 Contratti di Quartiere con risorse complessivamente pari ad euro ,00: l. MANTOVA - Un occasione per Lunetta; 2. SEREGNO - Abitare e incontrarsi al Crocione; 3. RHO - Lucernate di Rho; 4. MILANO Mazzini - Il quartiere si ritrova in città; 5. MILANO S. Siro - Contratto di quartiere San Siro; 6. MILANO Calvairate Molise - La città entra nel quartiere, il quartiere si apre alla città; 7. SESTO S.GIOVANNI - Parco delle Torri; 8. PIOLTELLO - Da quartiere dormitorio a città laboratorio; 9. PAVIA Crosione - Contratto di quartiere Crosione; 10. MILANO Gratosoglio - Puntare in alto; 11. SANT ANGELO LODIGIANO - Quartiere pilota; 12. PAVIA Cascina Scala - Contratto di quartiere Cascina Scala; 13. MILANO Ponte Lambro - Muovere Ponte Lambro; 14. CREMONA - Vivere a borgo Loreto; 15. CINISELLO BALSAMO - Oltre Sant Eusebio; 16. SARONNO - Matteotti; 17. ROZZANO - Quartiere ALER; 18. CERNUSCO SUL NAVIGLIO - Quartiere ALER di via don Sturzo e completamento del villaggio arcobaleno di via Buonarroti; 19. PAVIA Pelizza - Contratto di quartiere Pelizza; 20. LIMBIATE - Quartiere Pinzano; 21. BOLLATE Cascina del Sole - Cascina del Sole; 22. BUSTO ARSIZIO - via Tito Speri; 23. TREVIGLIO - Castel Cerreto;

120 114 I Contratti di quartiere finanziati sono oggetto di uno specifico Accordo Quadro tra e Ministero delle Infrastrutture che regola l attuazione e il monitoraggio degli interventi in essi previsti. In tutti i Contratti di quartiere è stata avviata la progettazione partecipata per la condivisione degli interventi con gli abitanti, e sono state avviate le procedure di gara per la realizzazione delle opere sul patrimonio di ERP e le opere infrastrutturali. Inoltre in gran parte dei Contratti di quartiere è stato già dato inizio ai lavori, per un totale di 87 cantieri nel corso del 2006, evidenziati nella tabella 1 allegata. Tutti i Contratti di quartiere avvieranno comunque i lavori entro il primo semestre del Unica eccezione è rappresentata dal Contratto di Quartiere di Treviglio. Infatti, il cambio di amministrazione ha comportato una diversa valutazione sul quartiere oggetto di intervento. Per questo, è in fase di perfezionamento la procedura di revoca del contributo, già comunicata al Comune. Le risorse liberate, 4,4 milioni di euro, saranno destinate alla nuova misura dei contratti di quartiere regionali prevista dal PRERP inoltre con il piano annuale 2005 di attuazione del PRERP 2002/2004 ha emanato un nuovo bando a completamento del precedente per ulteriori risorse pari ad euro ,00 con cui sono stati finanziati altri 2 contratti di Quartiere nei comuni di: - LISSONE; - LEGNANO. Questi ulteriori Contratti di quartiere sono oggetto di due specifici Accordi di programma che sono stati sottoscritti in data 2 febbraio 2007 e prevedono l inizio lavori il prossimo giugno. Il bando regionale di attuazione dei Contratti di Quartiere, in coerenza con quanto prescritto dal programma nazionale Contratti di Quartiere II ha previsto l assegnazione di contributi per le seguenti tipologie di intervento: - interventi infrastrutturali; - interventi edilizi riferiti al patrimonio di edilizia residenziale pubblica, in particolare opere di ristrutturazione, nuova costruzione o manutenzione straordinaria di alloggi, opere di manutenzione di facciate o coperture e opere di abbattimento delle barriere architettoniche. Era prevista inoltre una maggiorazione del contributo per interventi a carattere sperimentale. ha sostenuto, inoltre, le attività di progettazione partecipata degli interventi, come incentivo alle amministrazioni comunali per l attuazione di tali azioni, ritenendo fondamentale il coinvolgimento degli abitanti al processo decisionale per la riqualificazione dei quartiere. A tale scopo è stata attivata anche una collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, che ha fornito ai responsabili dei Comuni la necessaria formazione e accompagnamento per lo sviluppo di tale attività. In questo senso, il bando regionale ha previsto l attribuzione di punteggi, oltre che per l attuazione di azioni di promozione della partecipazione e del coinvolgimento degli abitanti sopraccitate, anche per altre azioni sociali proposte dai Comuni tese a perseguire l approccio integrato e coordinato delle tematiche sociali e di bisogno degli abitanti insediati o da insediare. Le risorse per queste azioni sociali sono state garantite dai Comuni, all atto di presentazione della proposta, per la durata dell intero contratto. In questo contesto, i Contratti di quartiere sono stati l opportunità per concentrare gli interventi sostenuti da altri settori investiti delle finalità inerenti l incremento dell occupazione, la promozione della formazione professionale giovanile, il recupero dell evasione scolastica, l assistenza agli anziani, la promozione di attività di prevenzione sociale anche attraverso la proposizione di Patti locali di sicurezza urbana. Nella tabella 2 allegata il dettaglio delle azioni e delle relative risorse disponibili». (Gli allegati sono reperibili presso l archivio del Consiglio regionale pratica atti n. 5768)

121 115 Interrogazione n. 1063, a firma del Consigliere Mirabelli Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 14 novembre Risposta dell Assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti «Con il bando regionale, attuativo del programma nazionale Contratti di Quartiere II, previsto dal PRERP 2002/2004 sono stati finanziati i seguenti 5 Contratti di Quartiere (Gratosoglio, Mazzini, Molise - Calvairate, Ponte Lambro, San Siro) con un finanziamento regionale pari a euro ,00, che ha attivato complessivamente risorse per euro ,00. I Contratti di quartiere finanziati sono oggetto di uno specifico Accordo Quadro tra e Ministero delle Infrastrutture che regola l attuazione e il monitoraggio degli interventi in essi previsti. In tutti i Contratti di quartiere è stata avviata la progettazione partecipata per la condivisione degli interventi con gli abitanti, e sono state avviate le procedure di gara per la realizzazione delle opere sul patrimonio di ERP e le opere infrastrutturali. Nella fase di avvio e di prima attuazione dei Contratti, ha assicurato, in coerenza con le previsioni dell Accordo Quadro, il governo del processo complessivo di realizzazione degli interventi, il coordinamento dell attività di monitoraggio e la promozione di eventuali azioni e iniziative necessarie a garantire il rispetto degli impegni e degli obblighi assunti dai soggetti attuatori, di concerto con il Responsabile del contratto di quartiere. In particolare ha organizzato incontri su diverse problematiche per garantire il coordinamento tra gli Enti preposti ad organizzare, coordinare e controllare la definizione e lo svolgimento del processo di pianificazione ed attuazione di tutti gli interventi e le azioni previste dai Contratti e alla realizzazione degli stessi (Comune di Milano ed ALER) e le realtà territoriali presenti nei quartieri, quali comitati di cittadini, associazioni, rappresentanze sindacali ed operatori della progettazione partecipata. Si è potuto provvedere quindi, insieme al Comune e ad ALER Milano, a definire la programmazione sui cinque Contratti di quartiere e a stabilire tempi certi e modalità operative per il proseguimento delle azioni previste dai Contratti. In particolare, viene assicurato il coordinamento tra, Comune e ALER di Milano al fine di monitorare costantemente l attuazione di Contratto di quartiere, ponendo in essere tutte le azioni opportune e necessarie al fine di garantirne la completa realizzazione nei tempi previsti, in particolare dando riscontro alle esigenze emerse dalle attività di progettazione partecipata effettuata nei quartieri». Interrogazione n. 1068, a firma del Consigliere Monguzzi Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 23 gennaio Risposta dell Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli «Con nota del 12 febbraio 2006, prot. n , il Comune di Desio, con riferimento alla vigente normativa in materia di protezione dai campi elettromagnetici, ha posto alla competente Struttura regionale il quesito in merito all idoneità del sito ubicato presso il Centro Sportivo Comunale del Comune stesso ad ospitare impianti per la telefonia mobile ed, in particolare, di una stazione radio base. Con nota del 7 novembre 2006, prot. n , la Struttura preposta, fornendo riscontro al quesito del Comune di Desio, ha evidenziato quanto di seguito riportato.

122 116 - La legge regionale 11 maggio 2001, n. 11 Norme sulla protezione ambientale dall esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione, all articolo 4, comma 8, recita: E comunque vietata l installazione di impianti per le telecomunicazioni e la radiotelevisione in corrispondenza di asili, edifici scolastici, strutture di accoglienza socio-assistenziali, ospedali, carceri, oratori, parco giochi, orfanotrofi e strutture similari, e relative pertinenze, che ospitano soggetti minorenni. - La citata norma regionale, disponendo il divieto di installazione degli impianti in argomento nei termini di legge sopra riportati, intende tutelare soggetti particolarmente sensibili, quali i minori, da possibili effetti determinati dai campi elettromagnetici e a tal fine ha individuato ambiti specifici rispetto ai quali far valere tale limitazione, coincidenti con le strutture o gli edifici preposti all accoglienza di soggetti minorenni. - L osservanza del suddetto divieto di installazione si considera soddisfatta laddove gli impianti per le telecomunicazioni e la radiotelevisione siano ubicati in punti che non ricadano in pianta entro il perimetro degli edifici e delle strutture specificate al medesimo comma 8, nonché delle relative pertinenze, come riportato nella circolare regionale n. 58 del 9 ottobre 2001, pubblicata sul BURL n. 43, SO del 22 ottobre E peraltro pertinente il richiamo all art. 4, comma 7, della l.r 11/01, che dispone che gli impianti per la telefonia mobile con potenza totale ai connettori di antenna non superiore a 300 Watt, le cui caratteristiche tecniche e la cui natura di pubblico servizio ne motivano una diffusione capillare sul territorio, non richiedono una specifica regolamentazione urbanistica, fatto salvo il divieto di installazione in corrispondenza delle tipologie di edifici e strutture individuate al comma 8 dello stesso articolo 4. Anche il decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259, quale normativa statale di riferimento, non pone limitazioni specifiche per la localizzazione degli impianti per la telefonia mobile. Occorre comunque evidenziare che pure nelle fattispecie in cui non si applichi il divieto regionale in questione, la legge regionale 11/01, disciplinando all articolo 7 le modalità per il rilascio dell autorizzazione all installazione degli impianti in oggetto, prevede un istruttoria esaustiva in ordine alla verifica delle caratteristiche tecniche degli impianti stessi e della loro rispondenza alle disposizioni di cui alle normative statale e regionale per quanto concerne il rispetto dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità fissati per la tutela della popolazione dall esposizione ai campi elettromagnetici. In base alla formulazione del quesito inviato dal Comune di Desio, la competente Struttura regionale, in sede di riscontro al quesito stesso, da intendersi quale parere interpretativo sull applicazione della pertinente normativa e non come parere positivo all installazione dell impianto in oggetto, tenuto conto che il procedimento autorizzatorio, ai sensi dell articolo 7 della lr 11/01, è di competenza dei Comuni, ha dedotto che l impianto in questione sia collocato in corrispondenza di struttura diversa da quelle indicate all articolo 4, comma 8, della medesima legge 11/01 e che pertanto sia esente dal divieto di installazione degli impianti di cui trattasi, data la non esclusiva destinazione del Centro Sportivo di Desio ad un pubblico di minori». Interrogazione - a risposta scritta - n. 2103, a firma del Consigliere Squassina Osvaldo Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 14 giugno Risposta dell Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli «In merito ai quesiti posti dall interrogazione n. 2103, in ordine ai quali si allega la relazione predisposta da ARPA, si comunicano le integrazioni relative ai punti 3,4,5 e 6. Con riferimento ai punti 3 e 6 va puntualizzato che, ai sensi del d.lgs. 152/2006, gli interventi di

123 117 bonifica sono attuati, di norma, direttamente dal responsabile dell inquinamento oppure, in mancanza, dal proprietario dell area o da un soggetto terzo interessato. Solo qualora sussista inadempienza dei responsabile dell inquinamento o mancata realizzazione degli interventi da parte del proprietario dell area o del soggetto terzo, il Comune territorialmente interessato è obbligato ad eseguire d ufficio gli interventi di bonifica eventualmente con l assistenza finanziaria regionale, come previsto dal Regolamento Regionale 28 febbraio 2005, n. 1. Allo stato le funzioni autorizzatorie dei progetti di bonifica, secondo le fasi di caratterizzazione, analisi di rischio e progettazione operativa, sono state ritrasferite ai Comuni con Legge regionale n. 30/2006 che ha riportato allo stato equo ante il d.lgs. 152/06 l asse delle competenze in materia -; ne consegue che la Regione provvede direttamente alla realizzazione di interventi di bonifica, secondo le regole fissate dal Piano regionale, unicamente nelle ipotesi in cui il sito abbia valenza territoriale sovracomunale o il Comune territorialmente competente non assuma i provvedimenti di competenza, per quanto destinatario di finanziamento regionale ad hoc. Non risultano, allo stato, a questi Uffici fatti o notizie inerenti l inottemperanza di Comuni agli a- dempimenti dovuti in base alle disposizioni legislative per la bonifica di siti contaminati. Ai fini di indirizzare e supportare a livello procedurale gli Enti locali nelle funzioni di stretta competenza, si ricorda che la Giunta regionale, con DGR n. 2838/2006, ha dettato le modalità per l aggiornamento dei dati relativi ai siti contaminati ubicati in territorio regionale: ciò allo scopo di disporre di un quadro attualizzato delle priorità d intervento in tema di bonifica dei siti medesimi. In Provincia di Brescia è presente un solo sito di interesse nazionale - per il quale è amministratore per le operazioni di bonifica il Ministero Ambiente e Territorio denominato Brescia-Caffaro e interessante il territorio dei Comuni di Brescia, Passirano, Castegnato. Con riferimento ai punti 4 e 5 dell interrogazione di cui in oggetto va altresì precisato che le imprese operanti in provincia di Brescia nei settori industriale e del riciclo-smaltimento rifiuti, sottoposte ad Autorizzazione Integrata Ambientale - AIA E, allo stato, in corso di determinazione la quantificazione degli impianti esistenti nel settore zootecnico. In via generale nel corso delle istruttorie per il rilascio AIA sono individuate le migliori tecniche disponibili più efficaci a ridurre le emissioni (aria, acqua, suolo) e i relativi impatti ambientali. In determinati casi la Regione può ritenere necessaria l applicazione agli impianti in corso di autorizzazione di misure supplementari più rigorose rispetto agli effetti derivanti dalle migliori tecniche disponibili, e ciò nelle fattispecie di rischio di danno ambientale più elevato. Di norma Regione ed impresa sottoposta ad AIA concordano un piano di monitoraggio e controllo: detto piano, nei suoi contenuti minimi, prevede 1) le emissioni da monitorare relative ad aria, acqua e rumore; 2) i criteri gestionali e di manutenzione da applicare a cura dell impresa; 3) la frequenza ed i metodi di campionamento per i controlli, i cui costi sono a carico del gestore dell impianto. ARPA accerta il rispetto delle condizioni contenute nell autorizzazione ed effettua obbligatoriamente almeno 2 ispezioni nel corso della vita della stessa (5 anni). Accerta, altresì, la regolarità dei controlli a carico del gestore, con particolare riferimento alla regolarità delle misure ed alla conformità dei dispositivi di prevenzione degli inquinamenti, oltre che al rispetto dei valori limite di emissione». (L allegato è reperibile presso l archivio del Consiglio regionale pratica atti n. 4725) Interrogazione - a risposta scritta - n. 2104, a firma dei Consiglieri Saponaro e Monguzzi Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 6 luglio Risposta dell Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli «Relativamente all interrogazione n e alla contestata riduzione del potere di accertamento

124 118 delle GEV da parte della Provincia di Brescia, si comunica quanto segue. La Direzione Generale Qualità dell Ambiente, dopo essere venuta a conoscenza del decreto di reincarico a GEV n. 859 del 28 marzo 2006 dell Assessorato all Ambiente, Ecologia, Attività Estrattive ed Energia della Provincia di Brescia, che riduceva l ambito di competenza delle GEV della Provincia di Brescia, con nota n. TI del 18 maggio 2006 ha provveduto a coinvolgere la Direzione Generale Affari istituzionali e Legislativi per un parere legale di competenza. Successivamente, in data 4 agosto 2006, a conclusione della specifica riunione interdirezionale in data 3 agosto 2006, l UO Legale Avvocatura della Direzione Generale Affari istituzionali e Legislativi ha evidenziato la non conformità del decreto n. 859 del 28 marzo 2006 della Provincia di Brescia alle normative di riferimento. Per tali motivazioni, in data 11 agosto 2006, con nota n. TI la Direzione Generale Qualità dell Ambiente, argomentando le incongruenze riscontrate nel decreto n. 859 del 28 marzo 2006, ha sollecitato gli uffici competenti della Provincia di Brescia a rettificarne i contenuti in ottemperanza alle disposizioni normative. Ne è conseguito, in data 27 novembre 2006, il decreto dirigenziale n dell Area Ambiente - Settore rifiuti ed Energia, con cui la Provincia di Brescia ha provveduto a rettificare, nel rispetto degli ambiti normativi di riferimento, il decreto di incarico delle GEV della Provincia di Brescia». Interrogazione - a risposta scritta - n. 2132, a firma dei Consiglieri Agostinelli, Squassina Osvaldo e Muhlbauer Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 14 novembre Risposta dell Assessore alla Sanità, Alessandro Cè «Con riferimento all interrogazione n si forniscono, di seguito, le informazioni fatte pervenire dall Azienda Ospedaliera interessata. In particolare, si rileva che le RSU aziendali e le OOSS sono state opportunamente coinvolte, con adeguato iter di confronto. Nello specifico, per le RSU aziendali e le OOSS vi sono stati diversi momenti di confronti nelle seguenti date: 25 luglio 2006, 31 agosto 2006, 22 settembre 2006 e 5 ottobre È previsto un ulteriore momento di confronto per l 8 marzo L Azienda, inoltre, ha fornito - nel rispetto dei principi di cui al d.lgs. 163/2006 (nuovo codice degli appalti) - la più ampia informazione possibile circa lo stato di avanzamento delle singole procedure, delle motivazioni, delle valutazioni di tipo organizzativo, gestionale ed economico (in particolare sono state fornite: copia della deliberazione contenente gli atti di gara dell outsourcing per la gestione delle cartelle cliniche; le schede di confronto tra opzione make or buy per quanto riguarda il Sistema informativo; la scheda descrittiva relativa al processo di esternalizzazione del servizio cucina) e si è impegnata a trasmettere ogni ulteriore documento. In merito ai tre processi di esternalizzazione (gestione cartelle cliniche, servizio informativo aziendale, servizio cucina), rientranti nell autonomia decisionale dell Azienda, viene evidenziato che non costituiscono mere esternalizzazioni di servizi oggi svolti all interno, ma rappresentano interventi volti a dare l avvio all erogazione di servizi di supporto secondo modalità sostanzialmente diverse da quelle attualmente in corso e qualitativamente migliori, allineandosi a standard inderogabili. Per permettere un ulteriore momento di approfondimento si evidenziano gli aspetti fondamentali di ogni processo di esternalizzazione come illustrati dall Azienda Ospedaliera. A) Processo di esternalizzazione della gestione delle cartelle cliniche - tale processo di esternalizzazione non comporta né dismissioni, né passaggi funzionali di

125 119 dipendenti a soggetti terzi. B) Processo di esternalizzazione del Servizio Informativo Aziendale - il servizio richiesto a seguito dell esternalizzazione è sostanzialmente diverso dal servizio attualmente erogato e quindi non è corretto un confronto diretto tra costo attuale e costo futuro; - la possibilità di acquisizione diretta delle risorse - in primis delle risorse umane necessarie per l erogazione del servizio con le caratteristiche previste e oggi assolutamente indispensabili, è preclusa dai vincoli normativi esistenti: pertanto le ipotesi di confronto tra le opzioni make or buy sono effettuate solo a titolo di definire termini di comparazione che, unitamente alle operazioni di benchmark, permetteranno di verificare la congruenza degli esiti della gara di appalto. Gli atti di gara (bando, disciplinare e capitolato speciale), il cui contenuto parzialmente dipende anche dagli esiti del confronto con le OOSS per quanto riguarda il personale dipendente interessato dal processo di esternalizzazione, saranno trasmessi nel rispetto di quanto previsto dal d.lgs. n. 163/2006. C) Processo di esternalizzazione del servizio cucina - il servizio richiesto a seguito dell esternalizzazione è sostanzialmente diverso dal servizio attualmente erogato e quindi non è corretto un confronto diretto tra costo attuale e costo futuro; - la possibilità di acquisizione delle risorse - in primis delle risorse umane, ma anche finanziarie, visti i consistenti interventi di ristrutturazione previsti - necessarie per l erogazione del servizio con le caratteristiche previste ormai assolutamente indispensabili, è preclusa dai vincoli normativi esistenti: pertanto le ipotesi di valutazione economiche sono effettuate solo a titolo di definire termini di comparazione che, unitamente alle operazioni di benchmark, permetteranno di verificare la congruenza degli esiti della gara di appalto. Anche in questo caso tutti gli atti specifici saranno trasmessi nel rispetto di quanto previsto dal d.lgs. n. 163/2006. Si evidenzia, infine, che al momento le procedure sono sospese essendosi avviato un tavolo di confronto sindacale il cui prossimo incontro è fissato per l 8 marzo 2007 come sopra ricordato». Interrogazione - a risposta scritta - n. 2133, a firma dei Consiglieri Agostinelli, Squassina Osvaldo e Muhlbauer Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 14 novembre Risposta dell Assessore alla Sanità, Alessandro Cè «Con riferimento all interrogazione n sono stati richiesti, alla Direzione Generale dell Azienda Ospedaliera interessata e al Responsabile della Centrale Operativa 118 di Lecco, elementi utili in merito alle segnalazioni evidenziate dall interrogante. Dai riscontri forniti si rileva che: - è inesatto parlare di riduzione da due a una automedica ; l attività della seconda automedìca è infatti garantita nel fine settimana e nei giorni festivi ed è riferita peraltro al solo distretto di Lecco, mentre resta inalterato il numero delle automediche dei distretti di Merate e Bellano; - le motivazioni che hanno portato alla scelta di una riorganizzazione delle attività delle automediche si collocano all interno di una complessa ridefinizione del sistema del soccorso territoriale della Provincia, che si basa su un attenta valutazione dei dati di attività, dei picchi di intervento nelle fasce

126 120 orarie, delle giornate della settimana e degli andamenti stagionali; - i dati regionali in merito alla presenza sul territorio delle automediche in evidenziano la presenza di un mezzo mediamente ogni abitanti; l attuale organizzazione feriale settimanale dei Distretto di Lecco comporta comunque un dato di presenza di una automedica sul territorio ogni abitanti, quindi ben al di sotto del dato medio regionale; - l analisi dell andamento dei primi due mesi di sperimentazione mette in evidenza i seguenti dati: - nessuna criticità clinica, l invio del BLS (mezzo di soccorso di base) e dell automedica ha sempre comunque risposto in modo esaustivo alla richiesta dell utenza; - maggior utilizzo delle automediche presenti sul territorio con uso più appropriato del rendez vous con i mezzi BLS; - moderato aumento dell utilizzo dell automedica di Erba, dato che favorisce la necessaria integrazione tra territori confinanti; - scelta dell uso dell elicottero in modo più appropriato per missioni impervie. L orientamento assunto dalla struttura interessata è ispirato, dunque, all esigenza di dare una risposta adeguata ai bisogni della popolazione, con un utilizzo oculato delle risorse nella direzione dell ottimizzazione e dell uso più appropriato delle risorse mediche e infermieristiche». Interrogazione - a risposta scritta - n. 2136, a firma dei Consiglieri Fabrizio e Prina Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 14 novembre Risposta dell Assessore alla Sanità, Alessandro Cè «Con riferimento all interrogazione n. 2136, sono state richieste informazioni sia alla Direzione Generale dell Azienda Ospedaliera e al Responsabile della Centrale Operativa 118 Niguarda Ca Granda di Milano, competente per il territorio afferente al distretto telefonico 02, sia alla Direzione Generale dell Azienda Ospedaliera e al Responsabile della Centrale Operativa 118 Ospedale di Circolo Fondazione Macchi di Varese, competente per il territorio afferente ai distretti telefonici 0331, Al riguardo si premette che, ai sensi del DPR 27 marzo 1992 Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza urgenza, le Centrali Operative 118 svolgono il ruolo di coordinamento della movimentazione e del corretto indirizzo dei pazienti. Presupposto essenziale alla completa fluidità della loro potenzialità è il processo di razionalizzazione della rete ospedaliera che deve ispirarsi ad un principio pacificamente riconosciuto anche a livello europeo: superare il concetto di trasporto sanitario, sempre e comunque del paziente al Pronto Soccorso dell Ospedale più vicino, con quello del trasporto assistito al Pronto Soccorso dell Ospedale più idoneo per intervenire nel modo più rapido e razionale nell iter diagnostico curativo. Uno degli obiettivi principi della Centrale Operativa è quello di garantire che ogni cittadino in condizioni di emergenza urgenza possa accedere ad un ospedale in grado di assicurare: - stabilizzazione delle funzioni vitali; - orientamento diagnostico; - trasporto protetto ad altro ospedale in caso di necessità. Dal riscontro fornito si rileva che:

127 121 - la Centrale Operativa 118 di Milano, su un totale complessivo di pazienti trasportati dall 1 gennaio 2006 al 15 dicembre 2006, ha trasportato all ospedale di Busto Arsizio n. 19 pazienti la cui provenienza è indicata nella tabella: COMUNE TOTALE PAZIENTI RICOVERATI RICOVERI PO BUSTO ARSIZIO Milano Cuggiono Casorezzo Inveruno Cislago Saronno Origgio Uboldo ATS 8 dei Laghi Si evidenzia poi che la Centrale Operativa 118 di Varese ha comunque individuato, per le aree di cui all interrogazione, come Presidio di riferimento l Ospedale di Legnano (esigenza manifestata dagli interroganti) trasportando, nello specifico, al Pronto Soccorso dello stesso circa pazienti in fase acuta». Interrogazione - a risposta scritta - n. 2148, a firma del Consigliere Belotti Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 23 gennaio Risposta dell Assessore alla Qualità dell Ambiente, Marco Pagnoncelli «La Lafarge Adriasebina Srl di Tavernola Bergamasca è stata autorizzata con decreto n del 12 agosto 2005, che ha recepito tutte le prescrizioni evidenziate nella fase istruttoria adottando le migliori tecnologie disponibili previste dal BREF europeo del settore Cemento. In risposta all interrogazione n si precisa quanto segue: 1) rispetto al primo punto dell interrogazione non è stato fatto alcuno studio di misura degli inquinanti al suolo da parte dell autorità competente, in quanto si è preferito privilegiare gli interventi di contenimento dei richiamati inquinanti (Diossine, Furani, Piombo, Nichel, Cadmio, Mercurio) alla fonte al fine di evitare possibili errate interpretazioni dei dati da parte di soggetti inesperti. Pur confermando la potenziale presenza di detti inquinanti nel territorio dei comune di Tavernola bisogna evidenziare che i medesimi possono derivare anche da altre attività produttive e da attività civili/traffico. Pertanto risulta impossibile individuare il complesso Lafarge come unica sorgente. 2) Rispetto al secondo punto la Direzione Generale Reti e Servizi Integrati di Pubblica utilità ha individuato i corpi idrici superficiali (CIS) del territorio regionale da sottoporre al piano di tutela delle acque come previsto dal d.lgs. 152/06 parte terza, ma dalle verifiche effettuate il Lago d Iseo non risulterebbe inserito nell elenco dei CIS da sottoporre al Piano di tutela delle acque. Infatti dai controlli eseguiti dall ARPA nella zona la sola sostanza che supererebbe i valori limite sarebbe il nichel, ma solo per i bacini dei fiumi Mella, Lambro e Seveso non interessanti il Lago d Iseo. Si rammenta inoltre che sulle rive dello stesso lago sono presenti altri insediamenti che potrebbero avere scarichi contenenti gli stessi inquinanti. Rispetto al superamento dei valore di soglia negli scarichi idrici per il piombo e per il nichel si precisa che detti valori rappresentano un riferimento sopra il quale il gestore deve procedere ad attivare la procedura per la dichiarazione INES, ma non attuare alcun procedimento formale e previsto dalla norma per scendere sotto tali valori. Ovviamente questa soglia potrebbe essere utilizzata come obbiettivo di miglioramento da raggiungere nel caso si riscontrassero valori superiori alla soglia indicata.

128 122 3) In risposta al terzo punto, si evidenzia che l atto regionale autorizza la ditta a sperimentare l utilizzo di alcuni rifiuti, in particolare il CDR, come combustibile al fine di ridurre la formazione degli ossidi di azoto dal forno per la produzione del clinker, ma non autorizza in modo generico l utilizzo di rifiuti come combustibile. La predetta sperimentazione ha lo scopo di valutare i risultati raggiungibili per determinare eventuali riassestamenti delle prescrizioni, anche più restrittive di quelle attuali, previste dal decreto autorizzativo. 4) Rispetto al quarto e ultimo punto si è appreso che ARPA dal sopralluogo effettuato non ha riscontato alcuna conseguenza sull episodio emissivo di polveri. Considerazioni ulteriori. I processi di produzione del cemento e dei prodotti similari sono stati tra i primi processi ad essere analizzati dall Agenzia Europea per l Ambiente, che ha prodotto specifici documenti tecnici dove viene analizzato il settore e sono individuate le soluzioni tecniche economicamente sostenibili (migliori tecniche disponibili) e le loro prestazioni ambientali in termine di riduzione degli inquinanti sotto i valori limite previsti dalle norme nazionali. L atto regionale che autorizza il complesso Lafarge riporta gli interventi migliorativi quali: - la combustione a stadi per il forno di cottura del clinker dove il primo stadio della combustione (forno rotante) opera in condizioni ottimali di atmosfera ossidante iniziale e riducente negli stadi successivi permettendo la contemporanea riduzione degli ossidi di azoto e l ossidazione degli ossidi di carbonio a biossido; - l ottimizzazione del processo produttivo mediante differenti controlli sull alimentazione del combustibile, sull ottimizzazione della preparazione della miscela cruda; - il ripristino ambientale delle parti esterne allo stabilimento; - la coltivazione della miniera Ca Bianca secondo i moderni principi di rispetto e ripristino ambientale ed il trasporto del materiale fino allo stabilimento (circa 2000 metri di spostamento e 600 metri di dislivello) in automatico, quasi totalmente sotterraneo, per mezzo di una serie di pozzi, gallerie e nastri trasportatori; - la riduzione delle emissioni diffuse mediante la realizzazione di un apposito impianto per il ricevimento, stoccaggio e dosaggio delle materie prime all interno della Lafarge. Le materie sono stoccate all interno di un capannone di nuova realizzazione, nella zona denominata piazzale Ognoli; - l installazione di una pesa automatizzata per la pesatura degli autotreni trasportanti le materie prime, di un sistema di estrazione e di un sistema di trasporto delle materie prime costituito da nastri in gomma; - l utilizzo di combustibili in grossa pezzatura, CDR e pneumatici, con un potere calorico non eccessivamente elevato, caratteristica che consente di ottenere un allungamento e un raffreddamento della fiamma producendo in tal modo meno ossidi di azoto; - la riduzione selettiva non catalitica (SNCR), in aggiunta al raffreddamento della fiamma e alla combustione di materiali in pezzatura (CDR e neumatici), al fine di ridurre i livelli di concentrazione dei NO, al di sotto di 800 mg/nm3. L efficienza di riduzione attesa dall insieme di queste misure si attesta intorno al 40-60% per i principali inquinanti della combustione. Nella procedura di autorizzazione sono stati verificati i principi della riduzione integrata previsti dal d.lgs. 372/99 ora d.lgs. 59/05. La società Lafarge Adriasebina Srl è in possesso di tutte le autorizzazioni previste dalle norme ambientali nazionali, rispetta tutte le prescrizioni previste dai vari provvedimenti rilasciati dalle rispettive autorità competenti, esegue ed ha eseguito le analisi di autocontrollo come previsto dai medesimi provvedimenti ed è in possesso delle autorizzazioni per l emungimento delle acque. Il rispetto da parte della ditta dei due principi fondamentali in materia di autorizzazione integrata

129 123 ambientale, ovvero approccio integrato e approccio di prevenzione/precauzione, è riscontrabile nella riduzione della produzione di rifiuti ottenuta con il recupero totale di tutte le polveri catturate dai presidi di depolverazione e il rinvio all interno del ciclo di produzione, nell utilizzo efficace dell energia autoprodotta (recupero di calore nella griglia IKN) permettendo di ottenere un consumo specifico termico (3100 MJ/t di cemento) in linea con quelli previsti dal Bref del cemento (circa 3000 MJ/t di cemento) e nell ottimizzazione dei macchinari permette di avere un consumo elettrico specifico (98 kwh/t di cemento) in linea con quelli previsti dal Bref di settore ( kwh/t di cemento). I valori limite prescritti sia per le emissioni in atmosfera che per le acque hanno subito una drastica riduzione rispetto a quelli ora previsti per i medesimi impianti non soggetti ad autorizzazione integrata ambientale (vedi d.lgs. 152/2006). Inoltre il camino del forno di produzione del clinker è monitorato in continuo mediante una SME (sistema di monitoraggio emissioni) che campiona, analizza le emissioni, registra, valida ed archivia i risultati delle analisi». Interrogazione - a risposta scritta - n. 2154, a firma del Consigliere Rizzi Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 23 gennaio Risposta dell Assessore ai Giovani, Sport e Promozione Attività Turistica, Pier Gianni Prosperini «La Direzione Generale Giovani, Sport, Promozione Attività Turistica, in collaborazione con la Rete di SpazioRegione, ha avviato nel 2006 una serie di workshop sul territorio lombardo rivolti ad operatori di enti, istituzioni ed associazioni, con l obiettivo di diffondere la conoscenza di opportunità e servizi rivolti ai giovani, rilevare i loro bisogni, creare una relazione stabile con gli operatori delle politiche giovanili. I workshop si svolgono presso le Sedi Territoriali della Regione e rientrano nell ambito del progetto per la costruzione di una rete regionale, finalizzata alla valorizzazione delle risorse locali, l offerta di servizi e lo scambio di buone pratiche. Essendo rivolti ad un pubblico di operatori, gli incontri hanno un taglio tecnico, con un format che integra interventi di scala regionale con interventi incentrati sullo specifico contesto di riferimento, definiti in base alle tematiche individuate come prioritarie dai soggetti locali, in un ottica di servizio e di apertura alle esigenze del territorio. L attività di costruzione del programma avviene in collaborazione con le istituzioni, gli enti e le associazioni che, in autonomia, propongono i loro relatori; la promozione degli incontri e il coinvolgimento delle realtà locali viene svolta in collaborazione con la Sede Territoriale. Con riferimento all interrogazione n. 2154, relativa al workshop Una regione per i giovani svoltosi il 18 gennaio nella Sede Territoriale di Brescia, si fa presente che: - la Direzione Generale Giovani, Sport, Promozione Attività Turistica di ha invitato ad intervenire l Assessore regionale dott. Pier Gianni Prosperini, in qualità di esponente politico competente per materia, il quale ha ritenuto opportuno rispettare il carattere tecnico dell incontro, lasciando ai dirigenti regionali l illustrazione del progetto della rete per i giovani; - la Sede Territoriale di Brescia ha provveduto ad informare la Vice Presidente dott.ssa Viviana Beccalossi, in qualità di Coordinatrice del Tavolo territoriale della provincia di Brescia, rilevando la sua impossibilità a partecipare. Il workshop ha registrato la partecipazione di un pubblico numeroso (oltre 120 i presenti), espressione del territorio nelle sue componenti pubbliche e private: giovani, istituzioni locali, docenti, Ufficio Scolastico Provinciale, Centro Servizi Volontariato, Pastorale Giovanile, rete lnformagiovani, organizzazioni di volontariato e associazioni giovanili. I lavori si sono svolti secondo il programma, in un clima di grande collaborazione tra le istituzioni

130 124 e di apertura alle esigenze delle diverse realtà locali, ponendo le basi per un lavoro futuro che non potrà non coinvolgere tutti i livelli, tecnici e politici, della Regione». Programma e calendario per i lavori del Consiglio e delle Commissioni A. PROGRAMMA E CALENDARIO DELLE SEDUTE CONSILIARI Si è ritenuto opportuno limitare la calendarizzazione al solo mese di marzo, rinviando alla prossima riunione ex art. 13 bis la definizione di un calendario trimestrale. Pertanto, relativamente al prossimo mese, gli impegni assunti sono i seguenti: ARGOMENTO COMMISSIONE SEDUTA CONSILIARE 1. PDL/0202 (Collegato sanità) - iniziativa Giunta regionale. III 13 MARZO PDL/0198 (Collegato opere pubbliche ed edilizia residenziale) - iniziativa Giunta regionale. PDA/0064 (Indicazioni per la valutazione ambientale di piani e programmi) - iniziativa Giunta regionale. PDA/0084 ( Indicazioni per la programmazione urbanistica del settore commerciale) - iniziativa Giunta regionale. PDL/0217 (Proroga dei termini per l adeguamento dei phone center) - iniziativa consiliare. PRE/0020 (Incentivi e contributi per il servizio idrico integrato) - iniziativa Giunta regionale. PRE/0022 (Standard qualitativi del servizio idrico integrato) - iniziativa Giunta regionale. DOCUMENTO sui possibili ambiti di attuazione dell art. 116, terzo comma, della Costituzione V V V IV VI VI II 13 MARZO 13 MARZO 13 MARZO 13 MARZO 20 MARZO 20 MARZO 27 MARZO B. ALTRI ARGOMENTI PRIORITARI Costituiscono priorità per l attività delle Commissioni consiliari, ancorché non calendarizzati, i seguenti progetti di legge: - PDL/0062 (Norme in materia di nomine di competenza regionale e in materia di partecipazioni regionali), d iniziativa Benigni ed altri - Commissione II; - PDL/0080 (Norme per la tutela e la regolamentazione dei campeggi didattico - educativi), d iniziativa Galperti ed altri - Commissione VII; - PDL/0154 (Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica), d iniziativa Civati ed altri - Commissione V; - PDL/0157 (Norme per la disciplina delle stalle di sosta), d iniziativa Viotto ed altri - Commissione III; - PDL/0181 (Istituzione dell ufficio del garante per i diritti dell infanzia e dell adolescenza), d iniziativa Valmaggi ed altri - Commissione III; - PDL/0207 (Modifiche ed integrazioni alla LR 11 marzo 2005, n. 12 Legge per il governo del territorio ), d iniziativa della Giunta regionale - Commissione V. La Giunta regionale ha infine preannunciato la presentazione di un progetto di legge in materia di autostrade regionali.

131 125 C. PROGETTI DI LEGGE D INIZIATIVA POPOLARE Il problema dell esame dei progetti di legge d iniziativa popolare, con particolare riguardo ai poteri istruttori delle Commissioni e ai tempi di riesame (per quelli rinviati dall Assemblea), sarà oggetto di approfondimento specifico da parte dell Ufficio di Presidenza. Per quanto riguarda il progetto di legge n sui ticket sanitari, si è peraltro preso atto dell impegno della III Commissione a concludere l istruttoria entro la prima decade del mese di aprile. D. MOZIONI Le modalità di svolgimento delle mozioni in Assemblea saranno oggetto di apposito incontro tra l Ufficio di Presidenza e i Presidenti dei Gruppi consiliari, che si terrà lunedì 5 marzo Progetto di legge n. 198 Art. 1 (Disposizioni in materia di lavori pubblici. Modifiche alle leggi regionali 5 gennaio 2000, n. 1 e 12 settembre 1983, n. 70) 1. All articolo 3 della legge regionale 5 gennaio 2000, n. 1 (Riordino del sistema delle autonomie in Lombardia. Attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59 ) sono apportate le seguenti modifiche: a) il comma 77 è sostituito dal seguente: 77. Per i lavori sussidiati eseguiti da soggetti privati, fatta eccezione per i lavori di edilizia residenziale pubblica: 1) se d importo superiore a trecentomila e fino a un milione di euro, la redazione del progetto e la contabilizzazione dei lavori seguono la normativa vigente in materia di lavori pubblici; 2) se d importo superiore a un milione di euro, si applica la normativa vigente in materia di lavori pubblici. Per tali progetti la Regione procede all approvazione degli elaborati previo parere degli organi consultivi regionali. ; b) il comma 98-bis è sostituito dal seguente: 98-bis. Per i lavori di importo inferiore a trecentomila euro con finanziamento regionale, il responsabile del procedimento, ai sensi dell articolo 10 del d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), o un tecnico incaricato, nel caso di lavori eseguiti da privati, attesta la congruità tecnico-amministrativa dei progetti e dei lavori eseguiti alle disposizioni previste dai piani e programmi regionali. ; c) il comma 98 ter è sostituito dal seguente: 98 ter. Ad eccezione dei lavori di edilizia residenziale pubblica, per i lavori eseguiti da enti pubblici o da privati, di qualsiasi importo, che beneficiano di finanziamenti regionali o di altri contributi pubblici, anche cumulativi, assegnati in attuazione di piani e programmi approvati dalla Regione, inferiore al 50 per cento dell importo progettuale, il responsabile del procedimento, ai sensi dell articolo 10 del d.lgs. 163/2006 o un tecnico incaricato, nel caso di lavori eseguiti da privati, attesta la congruità tecnico-amministrativa dei progetti e dei lavori eseguiti alle disposizioni previste dai piani e programmi regionali..

132 Alla legge regionale del 12 settembre 1983, n. 70 (Norme sulla realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale) sono apportate le seguenti modifiche: a) il comma 2 dell articolo 31 è sostituito dal seguente: 2. Per le opere assistite da contributo regionale è facoltà del soggetto appaltante sostituire il certificato di collaudo con quello di regolare esecuzione per lavori di importo non superiore a un milione di euro, eccetto i casi in cui sussistano contestazioni con le imprese esecutrici, ovvero si ritenga opportuno o necessario approfondire le operazioni tecnicoamministrative di accertamento, nel rispetto della normativa vigente in materia di collaudo statico. ; b) il comma 2 dell articolo 38 è sostituito dal seguente: 2. Per le opere di competenza regionale, i provvedimenti di nomina del collaudatore e di approvazione del certificato di collaudo ovvero di regolare esecuzione dei lavori competono alla Regione e sono adottati, rispettivamente, dal direttore della direzione competente in materia di lavori pubblici e dal direttore della direzione competente per l intervento e, limitatamente alle lettere s-bis) e s-ter) del comma 1 dell articolo 35, dal direttore della direzione competente in materia.. Art. 2 (Disposizioni in materia di edilizia residenziale pubblica. Modifiche alle leggi regionali 10 giugno 1996, n. 13, 20 aprile 1985, n. 31, 5 dicembre 1991, n. 83 e 5 gennaio 2000, n. 1) 1. L articolo 13 della legge regionale 10 giugno 1996, n. 13 Norme per il riordino degli enti di edilizia residenziale pubblica ed istituzione delle aziende lombarde per l edilizia residenziale è abrogato. 2. Alla legge regionale 20 aprile 1985, n. 31 Cessione in proprietà di alloggi degli I.A.C.P. costruiti senza il contributo o il concorso dello Stato sono apportate le seguenti modifiche: a) al titolo della legge, dopo le parole dello Stato sono aggiunte, in fine, le parole e norme per la valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica ; b) al comma 1 dell articolo 1 dopo le parole o il concorso dello Stato sono aggiunte, in fine, le parole, e le modalità di valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica ; c) al comma 2 dell articolo 1 dopo le parole patrimonio degli Istituti stessi sono aggiunte, in fine, le parole, nonché sostenere economicamente le azioni volte all incremento del patrimonio di comuni e istituti ; d) l articolo 7 è abrogato; e) al comma 1 dell articolo 11 le parole: le somme ricavate a norma della presente legge sono sostituite dalle parole le somme ricavate dalle vendite di cui agli articoli precedenti ; f) dopo l articolo 11 è inserito il seguente articolo: Art. 11 bis Valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica 1. Fermi restando i piani di vendita già adottati e le procedure in esecuzione degli stessi in base alle norme dei precedenti articoli, è consentita la vendita degli alloggi e relative pertinenze, liberi da inquilini, di proprietà delle ALER o dei comuni, soggetti al regolamento regionale 10 febbraio 2004, n. 1 (Criteri generali per l assegnazione e la gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (art. 3, comma 41, lett. m), della lr 1/2000)) per esigenze di razionalizzazione ed economicità della gestione del patrimonio, in presenza di una delle seguenti ipotesi: a) alloggi collocati in edifici in condominio;

133 127 b) alloggi ubicati in aree o immobili di pregio, la cui vendita risulta economicamente vantaggiosa ai fini dello sviluppo e dell incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. 2. Alle vendite di cui al comma 1 si procede con asta pubblica, ponendo a base d asta il valore di mercato dell alloggio libero determinato mediante apposita perizia. 3. Le vendite relative agli alloggi in condominio nel quale l ALER o il comune abbiano la maggioranza dei millesimi sono condizionate all esito positivo della vendita di tutti gli alloggi ancora erp dell intero edificio. 4. I proventi delle vendite sono finalizzati all incremento e al recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. 5. I piani di vendita, elaborati dall ente proprietario ai sensi e per gli effetti del presente articolo, sono autorizzati dalla Giunta regionale previa valutazione del fabbisogno di edilizia residenziale pubblica sul territorio comunale e del piano di reimpiego. 6. Per le medesime esigenze di razionalizzazione ed economicità della gestione del patrimonio, nonché al fine di promuovere l inserimento nei quartieri di edilizia residenziale pubblica di nuove categorie sociali e con le procedure di cui ai commi 2, 3 e 4, le A- LER e i comuni possono prevedere: a) la destinazione a canone moderato, di cui al regolamento regionale 1/2004, di alloggi, liberi da inquilini, da ristrutturare; b) la vendita di edifici o corpi di fabbrica, liberi da inquilini, da ristrutturare, inseriti nei quartieri di edilizia residenziale pubblica.. 7. Gli alloggi di cui le ALER ottengono la disponibilità ai sensi dell articolo 6 sono venduti ai sensi del presente articolo.. 3. Alla legge regionale 5 dicembre 1983, n. 91 Disciplina dell assegnazione e della gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica è apportata la seguente modifica: a) l articolo 31 è sostituito dal seguente: Art. 31 Fondo sociale 1. L ente gestore istituisce, secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, un fondo sociale per gli assegnatari che non sono in grado di sostenere i seguenti oneri: a) il pagamento del canone di locazione; b) i servizi prestati dall ente; c) la mobilità. 2. Il Fondo sociale, al netto delle quote di amministrazione e manutenzione, è alimentato: a) per le finalità di cui alle lettere a) e c) del comma 1, dai canoni percepiti dall ente gestore per la locazione di immobili per uso diverso da quello di abitazione, quali negozi, autorimesse, laboratori; b) per le finalità di cui alla lettera b) del comma 1, dalle risorse di cui alla lettera a) e da risorse integrative messe a disposizione dal comune. A tal fine il comune, congiuntamente all ente gestore, verifica i casi di bisogno tenendo conto degli interventi attuati nell ambito delle politiche sociali comunali ai sensi dell articolo 13 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull ordinamento degli enti locali). 3. Per gli adempimenti inerenti alla gestione del Fondo sociale, l ente gestore nomina una speciale commissione garantendo la rappresentanza delle organizzazioni degli assegnatari e dei comuni interessati; la commissione formula anche proposte circa l entità dei contributi da erogare.. 4. A far tempo dell entrata in vigore della presente legge, l ente gestore aggiorna la composizione della commissione di cui al comma 3 dell articolo 31 della legge regionale 91/ Alla legge regionale 1/2000 sono apportate le seguenti modifiche: a) i commi 44, 45, 46 e 47 dell articolo 3 sono abrogati;

134 128 b) alla lettera b) del comma 51 dell articolo 3 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: da effettuarsi con le modalità operative previste dalle norme emanate in forza della lettera m) del comma 41 e dal comma 51 bis ; c) dopo il comma 51 bis dell articolo 3 è inserito il seguente: 51 ter. La Giunta regionale, in caso di reiterato inadempimento del comune all obbligo di procedere, d intesa con il soggetto gestore, all assegnazione di alloggi, utilizzando le graduatorie formate ai sensi di legge, previa contestazione dell inottemperanza e diffida a provvedere al comune competente, esaminati gli eventuali scritti e memorie pervenuti dal comune medesimo, provvede alla nomina di un commissario ad acta per l espletamento delle attività di assegnazione. ; d) al comma 52 bis dell articolo 3, dopo le parole d.lgs.112/1998 sono inserite le parole: e quelle programmate mediante il Programma Regionale di Edilizia Residenziale Pubblica di cui al comma 43. Progetto di legge n. 56 Art. 1 (Istituzione e finalità del parco naturale) 1. E istituito il parco naturale dei Colli di Bergamo ai sensi dell articolo 16 ter della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 (Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale). 2. Il parco naturale dei Colli di Bergamo è istituito per le seguenti finalità: a) conservare specie animali e vegetali, associazioni vegetali o forestali, singolarità geologiche, formazioni paleontologiche, comunità biologiche, biotopi, valori scenici e panoramici, processi naturali, equilibri idraulici e idrogeologici, equilibri ecologici; b) applicare metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare una integrazione tra uomo e ambiente naturale anche attraverso la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali; c) promuovere attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative e culturali compatibili; d) concorrere al recupero delle architetture vegetali e degli alberi monumentali; e) difendere e ricostituire gli equilibri idraulici e idrogeologici; f) promuovere e concorrere, con i comuni e gli enti gestori di altre aree protette limitrofe, all individuazione di un sistema integrato di corridoi ecologici. 3. I confini del parco naturale sono individuati nella planimetria generale in scala 1:10.000, denominata Parco naturale dei Colli di Bergamo, allegata alla presente legge. Art. 2 (Gestione del parco) 1. La gestione del parco naturale è affidata al consorzio, già preposto alla gestione del parco regionale dei Colli di Bergamo, costituito con legge regionale 18 agosto 1977, n. 36 (Istituzione del parco di interesse regionale dei Colli di Bergamo).

135 129 Art. 3 (Piano per il parco ) 1. Il perseguimento delle finalità istitutive, affidato all ente gestore, è attuato attraverso lo strumento del piano per il parco, recante la disciplina del parco naturale a norma dell articolo 19 della lr 86/1983. Il piano definisce l articolazione del territorio in zone con diverso regime di tutela e le diverse tipologie di interventi per la conservazione dei valori naturali ed ambientali nonché storici, culturali, antropologici tradizionali, con particolare riferimento ai contenuti di cui all articolo 143 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137). 2. Il piano per il parco è approvato con deliberazione del Consiglio regionale. 3. Il piano per il parco ha valore anche di piano paesistico e di piano urbanistico, sostituisce i piani paesistici e i piani territoriali o urbanistici di qualsiasi livello ed è immediatamente vincolante nei confronti delle amministrazioni e dei privati. Art. 4 (Regolamento del parco) 1. Ai sensi dell articolo 11 della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) ed in attuazione dell articolo 20 della lr 86/1983, l ente gestore del parco approva il regolamento del parco naturale, anche contestualmente all approvazione del piano per il parco e comunque non oltre sei mesi dall approvazione del medesimo. Allo scopo di garantire il perseguimento delle finalità di cui all articolo 1 e il rispetto delle caratteristiche naturali, paesistiche, antropologiche, storiche e culturali locali, il regolamento disciplina l esercizio delle attività consentite entro il territorio del parco e determina la localizzazione e la graduazione dei divieti. 2. Il regolamento del parco valorizza altresì gli usi, i costumi, le consuetudini e le attività tradizionali delle popolazioni residenti sul territorio, nonché le espressioni culturali proprie e caratteristiche dell identità delle comunità locali. 3. Il regolamento è adottato dall assemblea dell ente gestore del parco e pubblicato per trenta giorni all albo dell ente gestore medesimo e degli enti territoriali interessati. 4. Entro i successivi trenta giorni chiunque ne abbia interesse può presentare osservazioni, sulle quali decide l assemblea dell ente gestore in sede di approvazione definitiva del regolamento. 5. La deliberazione di approvazione del regolamento o l avviso che non sono intervenute osservazioni sono pubblicati per quindici giorni all albo dell ente gestore e degli enti territoriali interessati. Il regolamento è pubblicato sul bollettino ufficiale della a cura dell ente gestore ed entra in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione. Art. 5 (Divieti) 1. Allo scopo di garantire il perseguimento delle finalità della presente legge e il rispetto delle caratteristiche naturali e paesistiche, nel Parco naturale dei Colli di Bergamo sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati, con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat. In particolare è vietato: a) catturare, uccidere, disturbare gli animali, nonché introdurre specie estranee all ambiente, fatti salvi eventuali prelievi faunistici ed eventuali abbattimenti selettivi, necessari per ricomporre squilibri ecologici accertati dall ente gestore; b) raccogliere e danneggiare le specie vegetali, salvo nei territori in cui sono consentite le attività agro-silvo-pastorali e fatta salva la raccolta di funghi e frutti del sottobosco come regolamentate dall ente gestore;

136 130 c) aprire ed esercitare l attività di cava e miniera; d) aprire ed esercitare l attività di discarica e depositi permanenti di materiali dismessi; e) realizzare nuove derivazioni o captazione d acqua ed attuare interventi che modifichino il regime idrico o la composizione delle acque fatti salvi i potenziamenti degli acquedotti comunali, i prelievi funzionali alle attività agricole o agli insediamenti esistenti e gli interventi finalizzati all attività antincendio che comunque non incidano sull alimentazione di zone umide e che siano espressamente autorizzati dall ente gestore; f) svolgere attività pubblicitarie al di fuori dei centri urbani, non autorizzate dall ente gestore; g) introdurre e impiegare qualsiasi mezzo di distruzione o di alterazione di cicli biogeochimici; h) introdurre, da parte di privati, armi, esplosivi e qualsiasi mezzo finalizzato alla cattura, fatti salvi gli eventuali abbattimenti selettivi necessari per ricomporre squilibri ecologici; i) accendere fuochi all aperto, salvo che per i fuochi di ripulitura nell ambito delle attività a- gro-forestali e per le attività di uso sociale consentite ed autorizzate dall ente gestore; j) sorvolare con velivoli non autorizzati, salvo quanto definito dalle leggi sulla disciplina del volo. 2. Al fine di mantenere la biodiversità, nella progettazione e realizzazione delle opere infrastrutturali che attraversano il parco naturale, devono essere previsti adeguati interventi di mitigazione e compensazione ambientale. 3. Nel rispetto delle finalità di cui all articolo 1, comma 2, il regolamento del parco stabilisce e- ventuali deroghe ai divieti di cui al comma 1 del presente articolo. 4. Restano comunque salvi i diritti reali e gli usi civici delle collettività locali, che sono esercitati secondo le consuetudini locali. Art. 6 (Norme finali) 1. Per quanto non previsto dalla presente legge si applicano le disposizioni della legge 394/1991, del d.lgs. 42/2004 e della lr 86/ Fino all approvazione del piano per il parco naturale continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti del piano territoriale di coordinamento di parco regionale, se non contrastanti con i divieti di cui all articolo 5, comma 1. Art. 7 (Entrata in vigore) 1. La presente legge regionale entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della. Proposta di deliberazione di non passaggio all esame dei singoli articoli del progetto di legge n. 217 «Il Consiglio regionale della Lombardia, visto il progetto di legge n. 217 Modifica dei termini dell articolo 12, lr 3 marzo 2006, n. 6 Norme per l insediamento e la gestione di centri di telefonia in sede fissa di iniziativa consiliare;

137 131 ritenuto di non condividere il contenuto del progetto di legge e specificamente la modifica dei termini in esso proposta per l adeguamento dei centri di telefonia in sede fissa alle disposizioni della lr 6/2006; sentita la relazione della IV Commissione consiliare Attività Produttive ; delibera il non passaggio agli articoli del progetto di legge n. 217 Modifica dei termini dell articolo 12, lr 3 marzo 2006, n. 6 Norme per l insediamento e la gestione di centri di telefonia in sede fissa ai sensi dell articolo 74 del Regolamento». Emendamento n. 1 a firma dell Assessore Boni in merito alla proposta di non passaggio all esame degli articoli del progetto di legge n ) Dopo il secondo paragrafo delle premesse aggiungere i seguenti: atteso che la lr 3 marzo 2006 n. 6 Norme per l insediamento e la gestione di centri di telefonia in sede fissa, ha inteso intervenire in modo innovativo per qualificare e dare regolamentazione ad un settore cresciuto disordinatamente ed in assenza di qualsiasi previsione normativa che non fosse riferita ai requisiti di ordine pubblico, anche fornendo maggiori garanzie di trasparenza e qualità agli stessi operatori ma soprattutto ai cittadini e agli utenti degli stessi servizi ivi forniti; richiamato l articolo 12 della lr 6/06, il quale ha previsto un termine di 1 anno, a decorrere dall entrata in vigore della legge e quindi con effettiva scadenza alla mezzanotte del prossimo 21 marzo 2007, per l adeguamento alle prescrizioni in essa contenute da parte dei titolari di centri di telefonia già attivi; ricordato che, fin dall approvazione della lr 6/06 gli uffici della Giunta hanno attivato un opportuno raccordo con le altre istituzioni (Comuni, Camere di Commercio, Prefetture, Questure, ASL, etc.), attraverso il quale è stata favorita e monitorata l attuazione della legge e sono stati raccolti, fatti emergere e discussi spunti inerenti le modalità di applicazione della legge alle diverse situazioni territoriali ed imprenditoriali; valutato che sono recentemente pervenute anche da singoli operatori e loro associazioni contributi volti a migliorare le modalità operative con cui dare piena attuazione alla legge; considerato infine che la Magistratura e le Forze dell ordine hanno in corso anche in Lombardia una serie di indagini circa la conformità delle attività svolte nei centri di telefonia in sede fissa, relativamente alla normativa in materia di sicurezza, ordine pubblico, attività e circolazione finanziaria; constatato che nei phone center si effettuano attività quali il money transfer, in quanto attività complementari; 2) il dispositivo della proposta di deliberazione è integrato dai seguenti punti: invita la Giunta regionale ad attivarsi presso il governo della Repubblica: - per l adozione delle più efficaci e costanti misure di controllo sulle attività a carattere finanziario svolte nei cosiddetti centri di telefonia in sede fissa, al fine di prevenire e reprimere fenomeni di riciclaggio, evasione ed altri illeciti consentiti dal mancato rispetto delle norme in materia di credito e finanza; - per la promozione, per il tramite della magistratura e delle forze dell ordine di controlli si-

138 132 stematici circa la trasmissione di immagini e di informazione a carattere pedopornografico nei cosiddetti centri di telefonia in sede fissa ed internet point, stroncando un abominevole fenomeno di cui si sono purtroppo verificati recenti episodi anche in Lombardia; impegna la Giunta regionale a emanare disposizioni interpretative e di supporto all applicazione delle norme contenute nella lr 6/2006, così da chiarire ulteriormente agli enti locali e agli operatori la portata delle stesse, ad esempio in materia di attività promiscue, di orari di apertura, di localizzazione dei centri di telefonia in sede fissa e di requisiti dei luoghi in cui tale attività si svolge, al fine di fugare dannosi allarmismi circa i contenuti prescrittivi della legge. Proposta di atto amministrativo n. 64 «Il Consiglio regionale della lombardia, premesso che la Giunta regionale è chiamata a dare attuazione alla lr 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio), in particolare predisponendo ed emanando gli ulteriori atti previsti, da approvarsi direttamente o previa trasmissione al Consiglio regionale; constatato che il comma 1 dell articolo 4, recante valutazione ambientale dei piani, dispone che il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, approvi gli indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani, in considerazione della natura, della forma e del contenuto degli stessi; preso atto che l Unità organizzativa Pianificazione territoriale e urbana della Giunta regionale, nel perseguimento degli obiettivi definiti dal PRS e dal DPEFR, ha predisposto gli indirizzi generali, che sono stati esaminati dalle strutture delle direzioni competenti e dai referenti delle altre direzioni coinvolte; considerato che la Giunta regionale ha sentito le province lombarde competenti negli incontri del 20 ottobre e del 16 novembre 2005 ed ha vagliato le osservazioni ed i contributi delle province stesse nonché di altri soggetti ed enti pubblici; visti l allegato 1 Indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani, l allegato A Piani e programmi di cui al capitolo 4, punto 2, lettera a), la direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001, l allegato I Informazioni di cui all articolo 5 della direttiva 2001/42/CE, l allegato II Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi di cui all articolo 3 della direttiva 2001/42/CE ; vista la direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità Europee del 21 luglio 2001; vista la deliberazione della Giunta regionale n. VIII/1563 del 22 dicembre 2005, con la quale viene proposta al Consiglio l approvazione degli indirizzi generali; udita la relazione della V Commissione Territorio delibera di approvare gli Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi in attuazione del comma 1 dell articolo 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 (Legge per il governo del territorio), di cui all allegato 1 e all allegato A Piani e programmi di cui al capitolo 4, punto 2, lettera a), che, con la direttiva 2001/42/CE e con l allegato I Informazioni di cui all articolo 5 della direttiva 2001/42/CE e l allegato II Criteri per la determinazione dei possibili effetti significativi di cui all articolo 3 della direttiva 2001/42/CE, si uniscono e formano parte integrante del presente provvedimento.

139 133 ALLEGATO 1 Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi INDICE 1.0 Finalità 2.0 Definizioni 3.0 Integrazione della dimensione ambientale nei piani e programmi 4.0 Ambito di applicazione 5.0 La valutazione ambientale (fasi metodologiche procedurali) 6.0 Il processo di partecipazione integrato nel piano/programma 7.0 Raccordo con altre procedure 8.0 Sistema informativo lombardo valutazione ambientale piani e programmi 1.0 Finalità 1.1 La Regione e gli enti locali, nell ambito dei procedimenti di elaborazione ed approvazione dei piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell ambiente, come previsto della legge per il governo del territorio, provvedono alla valutazione ambientale degli effetti derivanti dall attuazione dei predetti piani e programmi, in assonanza con i presenti indirizzi generali. 1.2 I presenti indirizzi sono assunti in attuazione dell articolo 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 recante Legge per il governo del territorio e della direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente elaborati dalla Regione, dalle province e dagli altri enti cui è affidata tale funzione dalle vigenti disposizioni legislative. 1.3 Gli indirizzi forniscono la preminente indicazione di una stretta integrazione tra processo di piano e processo di valutazione ambientale e disciplinano in particolare: - l ambito di applicazione; - le fasi metodologiche - procedurali della valutazione ambientale; - il processo di informazione e partecipazione; - il raccordo con le altre norme in materia di valutazione, la VIA e la Valutazione di incidenza; - il sistema informativo. 1.4 I presenti indirizzi generali costituiscono quadro di riferimento per i seguenti atti della Giunta regionale: - modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi - VAS; - modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi - VAS dei piccoli comuni; - linee guida per piani e programmi. 1.5 Per piani e programmi di nuova istituzione attinenti a Regione, province, comuni ed altri enti aventi tali competenze, la Giunta regionale procederà ad una ricognizione al fine di definire se rientrano nell ambito di applicazione della valutazione ambientale.

140 Definizioni Ai fini dei presenti indirizzi valgono le seguenti definizioni: direttiva - la direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente, d ora in poi direttiva, riportata, per agevolare la comprensione del testo, dopo l allegato A; legge per il governo del territorio - la legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 recante Legge per il governo del territorio ; decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) - l atto di recepimento della direttiva 2001/42/CE da parte dello Stato italiano; a) piani e programmi - P/P - i piani e programmi, compresi quelli cofinanziati dalla Comunità Europea, nonché le loro modifiche: - che sono elaborati, adottati e/o approvati da autorità a livello regionale o locale oppure predisposti da un autorità per essere approvati, mediante una procedura legislativa, dal Parlamento o dal Governo; - che sono previsti da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative; b) valutazione ambientale di piani e programmi - VAS - il procedimento che comprende l elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni, la formulazione del parere motivato e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione; c) verifica di esclusione - il procedimento attivato allo scopo di valutare, ove previsto, se piani o programmi possano avere effetti significativi sull ambiente e quindi essere sottoposti alla VAS; d) rapporto ambientale - documento elaborato dal proponente in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell ambito territoriale del piano o programma; l allegato I riporta le informazioni da fornire a tale scopo; e) parere motivato - atto predisposto dall autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità procedente, sulla base degli esiti della conferenza di valutazione e dei pareri, delle osservazioni e dei contributi ricevuti; f) dichiarazione di sintesi - una dichiarazione in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del rapporto ambientale, dei pareri espressi e dei risultati delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate; g) proponente - la pubblica amministrazione o il soggetto privato, secondo le competenze previste dalle vigenti disposizioni, che elabora il piano od il programma da sottoporre alla valutazione ambientale; h) autorità procedente - la pubblica amministrazione che attiva le procedure di redazione e di valutazione del piano/programma; nel caso in cui il proponente sia una pubblica amministrazione, l autorità procedente coincide con il proponente; nel caso in cui il proponente sia un soggetto privato, l autorità procedente è la pubblica amministrazione che recepisce il piano o il programma, lo adotta e lo approva; i) autorità competente per la VAS - autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla pubblica amministrazione, che collabora con l autorità procedente / proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l applicazione della direttiva e dei presenti indirizzi; j) soggetti competenti in materia ambientale - le strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale, o con specifiche competenze nei vari settori, che possono essere interessati dagli effetti dovuti all applicazione del piano o programma sull ambiente;

141 135 k) pubblico - una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa vigente, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhus, ratificata con la legge 16 marzo 2001, n. 108 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l accesso alla giustizia in materia ambientale, con due allegati, fatte ad Aarhus il 25 giugno 1998) e delle direttive 2003/4/CE e 2003/35/CE; l) conferenza di verifica e di valutazione - ambiti istruttori convocati al fine di acquisire elementi informativi volti a costruire un quadro conoscitivo condiviso, specificamente per quanto concerne i limiti e le condizioni per uno sviluppo sostenibile e ad acquisire i pareri dei soggetti competenti in materia ambientale, del pubblico e degli enti territorialmente limitrofi o comunque interessati alle ricadute derivanti dalle scelte di piani e programmi; m) consultazione - componente del processo di valutazione ambientale di piani e programmi prevista obbligatoriamente dalla direttiva 2001/42/CE, che prescrive il coinvolgimento di soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico al fine di acquisire dei pareri sulla proposta di piano o programma e sul rapporto ambientale che la accompagna, prima dell adozione o dell avvio della relativa procedura legislativa ; in casi opportunamente previsti, devono essere attivate procedure di consultazione transfrontaliera; attività obbligate di consultazione riguardano anche la verifica di esclusione (screening) sulla necessità di sottoporre il piano o programma a VAS; n) partecipazione dei cittadini - l insieme di attività attraverso le quali i cittadini intervengono nella vita politica, nella gestione della cosa pubblica e della collettività; è finalizzata a far emergere, all interno del processo decisionale, interessi e valori di tutti i soggetti, di tipo istituzionale e non, potenzialmente interessati alle ricadute delle decisioni; a seconda delle specifiche fasi in cui interviene, può coinvolgere attori differenti, avere diversa finalizzazione ed essere gestita con strumenti mirati; o) monitoraggio - attività di controllo degli effetti ambientali significativi dovuti all attuazione dei piani e programmi, al fine di fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti sull ambiente delle azioni messe in campo dal piano o programma consentendo di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti ed essere in grado di adottare le misure correttive che si ritengono opportune. 3.0 Integrazione della dimensione ambientale nei piani e programmi 3.1 L applicazione della direttiva e l introduzione della valutazione ambientale di piani e programmi (di seguito VAS) nel nostro ordinamento comportano un significativo cambiamento nella maniera di elaborare i piani e programmi (di seguito P/P), in quanto essi devono: - permettere la riflessione sul futuro da parte di ogni società e dei suoi governanti e nel contempo aumentare sensibilmente la prevenzione, evitando impatti ambientali, sociali ed e- conomici negativi; - essere effettuata il più a monte possibile, durante la fase preparatoria del P/P e anteriormente alla sua adozione o all avvio della relativa procedura legislativa; - essere integrata il più possibile nel processo di elaborazione del P/P; - accompagnare il P/P in tutta la sua vita utile ed oltre attraverso un azione di monitoraggio. 3.2 La VAS va intesa come un processo continuo, che si estende lungo tutto il ciclo vitale del P/P. Il significato chiave della VAS è costituito dalla sua capacità di integrare e rendere coerente il processo di pianificazione orientandolo verso la sostenibilità. Una prima forma di integrazione è rappresentata dall interazione positiva e creativa tra la pianificazione e la valutazione durante tutto il processo di impostazione e redazione del P/P; il dialogo permanente permette aggiustamenti e miglioramenti continui, che si riflettono nel prodotto finale rendendolo molto più consistente e maturo.

142 136 Altre forme di integrazione imprescindibili sono la comunicazione e il coordinamento tra i diversi enti e organi dell amministrazione coinvolti nel P/P; l utilità di tale comunicazione diventa maggiore nelle decisioni di base circa il contenuto del piano o programma. Infine, l integrazione nella considerazione congiunta degli aspetti ambientali, sociali ed economici; la forte tendenza alla compartimentazione del sapere rende difficile la realizzazione di analisi integrate, che tuttavia permettono l emergere di conoscenze utili e interessanti quanto quelle che derivano dalle analisi specialistiche. 3.3 Nella gestione dei presenti indirizzi e negli ulteriori atti in attuazione della legge per il governo del territorio, si dovrà porre particolare attenzione, considerando che P/P pur soggetti a valutazione ambientale, attengono a natura e contenuti, in alcuni casi, molto diversi tra di loro, aspetto questo che comporta flessibilità e diversificazione di approccio, pur nella comune ottica di perseguire la valutazione degli effetti sull ambiente dell atto di pianificazione e programmazione. 3.4 L autorità competente per la VAS e l autorità proponente collaborano in ogni momento del procedimento al fine di assicurare l integrazione degli elementi valutativi e la speditezza ed efficacia del procedimento. In particolare al fine di: - dare applicazione al principio di integrazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale nelle politiche settoriali; - individuare un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della collaborazione, le forme di consultazione da attivare e i soggetti competenti in materia ambientale ed il pubblico da consultare; - definire le informazioni da includere nel rapporto ambientale e del loro livello di dettaglio; - verificare la qualità del rapporto ambientale e la congruenza del piano/programma con le informazioni e gli obiettivi del rapporto ambientale; - individuare le necessità e le modalità di monitoraggio. 4.0 Ambito di applicazione 4.1 I P/P elaborati dalla Regione e dagli enti locali ai sensi dell articolo 3, paragrafo 2, della direttiva, richiamata dal comma 1 dell articolo 4 della legge per il governo del territorio, come individuati dai successivi punti 4.2 e 4.3, sono soggetti a VAS secondo le modalità previste dal successivo punto E effettuata una valutazione ambientale per tutti i P/P: a) elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE; b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE. 4.3 I P/P indicati alla lettera a) del precedente punto 4.2 individuati nell allegato A. Tale elenco è meramente compilativo e non esaustivo. 4.4 I siti indicati alla lettera b) del precedente punto 4.2 comprendono le Zone di Protezione Speciale - ZPS (direttiva 79/409/CEE) e i Siti di Importanza Comunitaria - SIC (Direttiva Habitat), che costituiscono la rete ecologica europea Natura 2000 istituita dalla Direttiva 92/43/CEE. L individuazione e la classificazione delle ZPS e l individuazione dei SIC è contenuta nei provvedimenti specifici elaborati dalle rispettive autorità preposte. 4.5 L ambito di applicazione, relativamente al settore della pianificazione territoriale o della desti-

143 137 nazione dei suoli, è stato specificato dal comma 2 dell articolo 4 della legge per il governo del territorio, precisando che sono sempre soggetti a valutazione ambientale i seguenti piani e le loro varianti: - piano territoriale regionale; - piani territoriali regionali d area; - piani territoriali di coordinamento provinciali; - documento di piano. 4.6 Per i P/P che determinano l uso di piccole aree a livello locale e le modifiche minori, come definiti con provvedimento dalla Giunta regionale, si procede alla verifica di esclusione secondo le modalità previste dal successivo punto 5.0, al fine di determinare se possono avere significativi effetti sull ambiente. 4.7 Per i P/P non ricompresi nel paragrafo 2 dell articolo 3 della direttiva, che definiscono il quadro di riferimento per l autorizzazione di progetti, si procede alla verifica di esclusione secondo le modalità previste dal successivo punto 5.0, al fine di determinare se possono avere effetti significativi sull ambiente. 4.8 Sono esclusi dalla valutazione ambientale, in assonanza con quanto disposto dall articolo 3, paragrafo 8, della direttiva: a) i P/P destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale e di protezione civile; b) i P/P finanziari o di bilancio. 5.0 La Valutazione ambientale (fasi metodologiche procedurali) 5.1 La piena integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione e programmazione implica un evidente cambiamento rispetto alla concezione derivata dalla applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale ai progetti. L integrazione della dimensione ambientale nei P/P deve essere effettiva, a partire dalla fase di impostazione fino alla sua attuazione e revisione, sviluppandosi durante tutte le fasi principali del ciclo di vita del P/P : - orientamento e impostazione (5.7); - elaborazione e redazione (5.11); - consultazione, adozione ed approvazione (5.15); - attuazione, gestione e monitoraggio (5.17). 5.2 La sequenza delle fasi di un processo di P/P, esposta nella figura 1, dà indicazioni in merito all elaborazione dei contenuti di ciascuna di esse sistematicamente integrata con la valutazione ambientale, indipendentemente dalle possibili articolazioni procedurali e dalle scelte metodologiche che verranno operate. Il filo che collega le analisi/elaborazioni del P/P e le operazioni di VAS appropriate per ciascuna fase rappresenta la dialettica tra i due processi e la stretta integrazione necessaria all orientamento verso la sostenibilità ambientale. La dialettica tra attività di analisi e proposta del P/P e attività di VAS deve essere reale: entrambe devono godere di pari autorevolezza e di comparabile capacità di determinazione. 5.3 Lo schema proposto è caratterizzato da tre elementi: - presenza di attività che tendenzialmente si sviluppano con continuità durante tutto l iter di costruzione e approvazione del P/P: base di conoscenza e partecipazione, intesa in senso ampio per comprendere istituzioni, soggetti con competenze e/o conoscenze specifiche nonché il pubblico e le sue organizzazioni; - fase di attuazione del P/P come parte integrante del processo di pianificazione, in tal senso

144 138 accompagnata da attività di monitoraggio e valutazione dei risultati; - circolarità del processo di pianificazione, introdotta attraverso il monitoraggio dei risultati e la possibilità/necessità di rivedere il P/P qualora tali risultati si discostino dagli obiettivi di sostenibilità che hanno motivato l approvazione del P/P. Figura 1 Sequenza delle fasi di un processo di piano o programma 5.4 Il processo di VAS continuo è sintetizzato nello schema A strutturato secondo le fasi indicate al punto Le fasi di tale processo vengono ripercorse con l obiettivo di definire con un più elevato livello di dettaglio le singole componenti di ciascuna fase e di chiarirne gli aspetti metodologici e operativi. Lo schema A, che specifica la successione di fasi della figura 1, costituisce quadro di riferimento per i modelli di valutazione di cui al punto 1.4 e ricomprende al suo interno il procedimento di verifica e di valutazione ambientale di piani e programmi. I procedimenti sono condotti dall autorità procedente che si avvale dell autorità competente per la VAS, designata dalla pubblica amministrazione con apposito atto reso pubblico, secondo le modalità di seguito specificate.

145 139 Schema A - Processo metodologico - procedurale 5.6 La VAS costituisce per i P/P parte integrante del procedimento di adozione ed approvazione. I provvedimenti di approvazione adottati senza VAS, ove prescritta, sono nulli. 5.7 Nella fase preliminare di orientamento e impostazione del P/P, l autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità procedente, provvede a: - effettuare un analisi preliminare di sostenibilità degli orientamenti del P/P; - svolgere, quando necessario, la verifica di esclusione (screening), ovvero la procedura che conduce alla decisione di sottoporre o meno il P/P all intero processo di VAS. 5.8 Il procedimento di VAS, contestuale al processo di formazione del P/P e anteriormente alla sua adozione, è avviato, con atto formale reso pubblico, dall autorità procedente, mediante pubblicazione di apposito avviso sul BURL e su almeno un quotidiano che, d intesa con l autorità competente per la VAS, provvede a: - individuare gli enti territorialmente interessati e i soggetti competenti in materia ambientale da invitare alla conferenza di valutazione;

146 140 - indire la conferenza di valutazione, articolata almeno in una seduta introduttiva e in una seduta finale di valutazione; - individuare i singoli settori del pubblico interessati all iter decisionale; - definire le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni, organizzando e coordinando le conseguenti iniziative; - individuare la rilevanza dei possibili effetti transfrontalieri. 5.9 La verifica di esclusione (screening) si applica ai P/P di cui ai punti 4.6 e 4.7 ed è effettuata dall autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità procedente, secondo le indicazioni seguenti: - a tal fine l autorità procedente predispone un documento di sintesi della proposta di P/P contenente le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull ambiente e sulla salute, facendo riferimento ai criteri dell allegato II; - alla conferenza di verifica, convocata dall autorità procedente, partecipano l autorità competente per la VAS, i soggetti competenti in materia ambientale, ove necessario anche transfrontalieri, consultati e gli enti territoriali interessati; - la verifica di esclusione si conclude con la decisione di escludere o non escludere il P/P dalla VAS ed è effettuata con atto riconoscibile reso pubblico, udito il parere della conferenza di verifica, che si esprime in merito ai criteri di cui all allegato II della direttiva; - l autorità procedente mette a disposizione del pubblico le conclusioni adottate comprese le motivazioni dell esclusione dalla VAS La VAS si applica ai P/P di cui ai punti 4.2 e 4.3, nonché a P/P di cui ai punti 4.6 e 4.7 a seguito di verifica di esclusione conclusa con il rinvio alla VAS ed è effettuata dall autorità procedente, d intesa con l autorità competente per la VAS, secondo le indicazioni di cui ai successivi punti Nella fase di elaborazione e redazione del P/P, l autorità competente per la VAS collabora con l autorità procedente nello svolgimento delle seguenti attività: - individuazione di un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con specifiche competenze ambientali, ove necessario anche transfrontalieri, e il pubblico da consultare; - definizione dell ambito di influenza del P/P (scoping) e definizione della caratteristiche delle informazioni che devono essere fornite nel rapporto ambientale; - articolazione degli obiettivi generali; - costruzione dello scenario di riferimento; - coerenza esterna degli obiettivi generali del P/P; - individuazione delle alternative di P/P attraverso l analisi ambientale di dettaglio, la definizione degli obiettivi specifici del P/P e l individuazione delle azioni e delle misure necessarie a raggiungerli; - coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione del P/P attraverso il sistema degli indicatori che le rappresentano; - stima degli effetti ambientali delle alternative di P/P, con confronto tra queste e con lo scenario di riferimento al fine di selezionare l alternativa di P/P; - elaborazione del rapporto ambientale; - costruzione/progettazione del sistema di monitoraggio Il rapporto ambientale, elaborato a cura dell autorità procedente o del proponente, d intesa con l autorità competente per la VAS:

147 141 - dimostra che i fattori ambientali sono stati integrati nel processo di piano con riferimento ai vigenti programmi per lo sviluppo sostenibile stabiliti dall ONU e dalla Unione Europea, dai trattati e protocolli internazionali, nonché da disposizioni normative e programmatiche nazionali e/o regionali; - individua, descrive e valuta gli obiettivi, le azioni e gli effetti significativi che l attuazione del P/P potrebbe avere sull ambiente nonché le ragionevoli alternative in funzione degli obiettivi e dell ambito territoriale del P/P; esso, inoltre, assolve una funzione propositiva nella definizione degli obiettivi e delle strategie da perseguire ed indica i criteri ambientali da utilizzare nelle diverse fasi, nonché gli indicatori ambientali di riferimento e le modalità per il monitoraggio; - contiene le informazioni di cui all allegato I, meglio specificate in sede di conferenza di valutazione, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione disponibili, dei contenuti e del livello di dettaglio del P/P, della misura in cui taluni aspetti sono più adeguatamente valutati in altre fasi dell iter decisionale L autorità procedente ai fini della convocazione della Conferenza di valutazione provvede a: - mettere a disposizione del pubblico presso i propri uffici e sul proprio sito web la proposta di P/P e il rapporto ambientale; - inviare la proposta di P/P e il rapporto ambientale ai soggetti competenti in materia ambientale, ove necessario anche transfrontalieri L autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità procedente, prima dell adozione, acquisito il verbale della Conferenza di valutazione, esaminati i contributi delle eventuali consultazioni transfrontaliere, nonché le osservazioni e gli apporti inviati da parte dei soggetti con competenze ambientali e del pubblico, esprime un parere motivato sulla proposta di P/P e sul rapporto ambientale. Il parere deve di massima contenere considerazioni qualitative e/o quantitative in merito: a) alla qualità ed alla congruenza delle scelte del P/P alla luce delle alternative possibili individuate e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del rapporto ambientale; b) alla coerenza interna ed esterna del P/P; c) alla efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati L autorità competente per la VAS nella fase di adozione e approvazione del P/P svolge i seguenti compiti : - accompagna il processo di adozione/approvazione; - collabora alla valutazione delle ricadute ambientali delle osservazioni formulate L autorità procedente, d intesa con l autorità competente per la VAS, nella fase di adozione e approvazione provvede a: - predisporre la dichiarazione di sintesi nella quale illustra gli obiettivi ambientali, gli effetti attesi, le ragioni della scelta dell alternativa di P/P approvata, il sistema di monitoraggio, in che modo il parere motivato e le considerazioni ambientali sono state integrate nel P/P, in che modo si è tenuto conto dei pareri espressi e dei risultati delle consultazioni; - adottare e/o approvare il P/P tenendo conto del parere motivato; - mettere a disposizione del pubblico il piano adottato, corredato di rapporto ambientale e parere motivato, comprese le motivazioni dell eventuale esclusione dalla valutazione ambientale; - depositare la sintesi non tecnica presso gli uffici tecnici degli enti territoriali interessati dal piano o programma Nella fase di attuazione e gestione del P/P il monitoraggio è finalizzato a:

148 142 - garantire, anche attraverso l individuazione di specifici indicatori, la verifica degli effetti sull ambiente in relazione agli obiettivi prefissati; - fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti sull ambiente delle azioni messe in campo dal P/P, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale che il P/P si è posto; - permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente dovessero rendersi necessarie Il sistema di monitoraggio del P/P comprende / esplicita: - le modalità di controllo degli effetti ambientali significativi dell attuazione del P/P; - le modalità organizzative, anche avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali; - le risorse necessarie per la realizzazione e gestione Nella fase di attuazione e gestione deve essere prevista anche la valutazione dei possibili effetti ambientali delle varianti di P/P che dovessero rendersi necessarie sotto la spinta di fattori esterni. Da questo punto di vista la gestione del P/P può essere considerata come una successione di procedure di screening delle eventuali modificazioni parziali del P/P, a seguito delle quali decidere se accompagnare o meno l elaborazione delle varianti con il processo di VAS. 6.0 Il processo di partecipazione integrato nel piano o programma 6.1 La Convenzione di Aarhus del 25 giugno 1998 ratificata con legge 108/2001, la direttiva 2003/4/CE, il d.lgs. 19 agosto 2005, n. 195 (Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull accesso del pubblico all informazione ambientale) e la direttiva 2003/35/CE mettono in risalto la necessità della partecipazione del pubblico e, in modo più specifico, il Protocollo UNECE sulla Valutazione Ambientale Strategica prevede l allargamento della partecipazione del pubblico a tutto il processo di pianificazione / programmazione. Attualmente la partecipazione del pubblico nella pianificazione / programmazione tende a essere concentrata unicamente nella fase di consultazione sul P/P, con scarse possibilità di interazione. In realtà la diversità dei metodi di partecipazione non è regolata, così che la loro applicazione dipende dalla volontà politica dell organismo che sviluppa il P/P. 6.2 Perché i processi di partecipazione nell ambito della VAS abbiano successo e producano risultati significativi, il pubblico, non solo i singoli cittadini ma anche associazioni e categorie di settore, è opportuno sia coinvolto in corrispondenza di diversi momenti del processo, ciascuno con una propria finalità. Tali momenti devono essere ben programmati lungo tutte le fasi, utilizzando gli strumenti più efficaci e devono disporre delle risorse economiche e organizzative necessarie. 6.3 Gli strumenti da utilizzare nella partecipazione devono garantire l informazione minima a tutti i soggetti coinvolti, che devono essere messi in grado di esprimere pareri su ciascuna fase e di conoscere tutte le opinioni e i pareri espressi e la relativa documentazione. Gli strumenti di informazione sono essenziali per garantire trasparenza e ripercorribilità al processo. A tale fine possono essere impiegati strumenti di tipo informatico e possono essere attivati forum on line su siti web. I risultati della partecipazione è opportuno vengano resi pubblici al pari di quelli dei processi di negoziazione / concertazione e di consultazione. E inoltre opportuno che essi divengano parte integrante del percorso di VAS, incidendo sulla elaborazione del P/P. 6.4 Nello schema B è indicata, in relazione alle fasi di elaborazione di un P/P, la successione delle attività di partecipazione che dovrebbero essere integrate in ciascuna fase. E importante tener conto che lo schema presentato deve essere considerato come un processo globale di P/P, ma è auspicabile che ciascuna fase del P/P possa fare conto su un proprio processo di partecipazione. Si renderebbe così possibile arrivare ad accordi e soluzioni per ciascuna fase, in maniera che i soggetti

149 143 partecipanti vedano riflesse le loro opinioni in tutto il processo e possano constatare la qualità che il loro sforzo conferisce al P/P. Schema B 6.5 La partecipazione integrata è supportata da forme di comunicazione e informazione e dalla consultazione che si avvale della conferenza di valutazione. 6.6 Comunicazione e informazione caratterizzano il processo decisionale partecipato e sono volte ad informare i soggetti, anche non istituzionali, interessati alla decisione per consentirne l espressione dei diversi punti di vista. 6.7 L autorità procedente, relativamente alla fase di comunicazione e informazione, provvede a: - informare circa le conclusioni adottate nell eventuale verifica di esclusione, comprese le motivazioni del mancato esperimento della VAS; - informare circa la messa a disposizione del pubblico del P/P, del rapporto ambientale e della relativa sintesi non tecnica, di cui all allegato I della direttiva 2001/42/CE; - informare circa il parere motivato espresso dall autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità procedente; - mettere a disposizione la dichiarazione di sintesi di cui al punto 5.16; - informare circa le misure adottate in merito al monitoraggio. 6.8 Nella consultazione, ove necessario anche transfrontaliera, l autorità procedente, d intesa con l autorità competente per la VAS, richiede pareri e contributi a soggetti competenti in materia ambientale; tali momenti intervengono durante: - la fase di orientamento e impostazione; - l eventuale verifica di esclusione (screening) circa l opportunità o meno di procedere alla VAS del P/P; - la fase di elaborazione e redazione anche al fine di definire i contenuti del futuro rapporto ambientale (scoping); - prima della fase di adozione / approvazione; - al momento della pubblicazione della proposta di P/P e del rapporto ambientale. L identificazione di soggetti competenti in materia ambientale, l individuazione del pubblico interessato, la costruzione della mappa dei possibili attori da coinvolgere sono altrettante componenti delle attività di impostazione del P/P. 6.9 Chiunque ne abbia interesse può prendere visione della proposta di P/P, del relativo rapporto ambientale e della relativa sintesi non tecnica e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi

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