PERCHÉ GUARDI LA PAGLIUZZA CHE È NELL OCCHIO DI TUO FRATELLO E NON VEDI LA TRAVE CHE È NEL TUO? Lc 6,39

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1 PERCHÉ GUARDI LA PAGLIUZZA CHE È NELL OCCHIO DI TUO FRATELLO E NON VEDI LA TRAVE CHE È NEL TUO? Lc 6, L Anzitutto un annotazione circa l evangelista Luca che ha raccolto questa vitale domanda di Gesù. È interessante ricordare che, secondo la tradizione, egli è stato medico. Da buon medico gli interessa che la fede sia di aiuto alla vita qui e ora, a una vita sana da ogni punto di vista. Ricordiamolo anche a proposito di questa domanda. Diversi studiosi dicono che Luca è stato anche pittore. Difatti più che enunciarne i sentimenti ne dipinge narrativamente le manifestazioni. Pensiamo a quel dire del nascituro Giovanni che sussulta nel grembo di Elisabetta, a quel cogliere l atteggiamento di Gesù che leva in alto lo sguardo verso Zaccheo appollaiato sull albero ecc. CONTESTO Anche qui, a introdurre il discorso più impegnativo, la magna charta del suo insegnamento, dipinge una grande moltitudine di gente venuta dai paesi più disparati (perfino da Tiro e Sidone luoghi abitati da pagani): una folla venuta per ascoltarlo che cercava di toccarlo perché da lui usciva una forza che guariva tutti. Ed ecco il far emergere la persona di Cristo: Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: Beati voi (cf 6,17-28). Ora chiediamo allo Spirito non solo di leggere ma di entrare nel testo, penetrando lo spessore della domanda di Gesù. Il Signore sta parlando con uno sguardo di particolare interesse salvifico non tanto a tutta la folla quanto ai suoi discepoli. Il cuore di quanto ha detto, luminoso e rivoluzionario a un tempo nel suo discorso programmatico, è quell aver pronunciato queste parole: Siate ( alla lettera diventate ) misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso (v.36). La misericordia, nel primo Testamento, è un attributo di Dio (cf Es 34,6; Dt 4,31; Gl 4,2). Il salmo 136 ce la presenta come la chiave interpretativa di tutta la creazione e di tutta la storia, non solo passata ma anche futura. Non parliamo poi di quanto dice il Nuovo Testamento sulla misericordia. Basti ricordare in Luca 15 le tre parabole su questo argomento. Davvero, come dice Cabasilas, un grande tra gli antichi Padri, la misericordia di Dio non solo perdona il male ma va tanto oltre da manifestare il manikos eros (folle amore) di Dio per noi. Sr. Maria Pia Giudici, Subiaco (RM), febbraio

2 Ecco, la paraboletta che vedremo ora, emerge a tinte vive da questo insegnamento. Da quanto detto sopra prende forza di evidenza esistenziale che introduce la domanda di Gesù che non solo a sua volta è forte, ma riesce assolutamente provocatoria. Ti costringe a guardarti dentro, a conoscerti. APPROFONDIMENTO DEL TESTO v. 39 a Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Quanto Gesù ha detto sulla misericordia di Dio è pienezza tale di luce che solo chi ha gli occhi chiusi dalla cecità non la vede e non l apprezza. E la cecità (Gesù altre volte lo ha detto) è l ipocrisia, il barare anzitutto con se stessi. Ti credi moralmente e spiritualmente sano, ma non lo sei perché cieco dentro il cuore. La cecità è soprattutto quella di non ritenersi bisognosi continuamente della misericordia del Padre. v. 39 b Non cadranno tutt`e due in una buca? Visualizziamo il disastro di un cieco che, lungo la strada su cui, oggi, saettano tante auto, presume di guidare un altra persona cieca come lui. Gesù, nel vangelo di Giovanni, dice: Se foste ciechi non avreste nessun peccato, ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane (Gv 9,41). La presunzione di fondo è la cecità di chi dice: io sono a posto, e pensa di non aver affatto bisogno della misericordia di Dio. v. 40 Il discepolo non è da più del maestro Il maestro è Gesù: il volto stesso della misericordia del Padre. Non c è salvezza fuori dal flusso vitale della misericordia che Lui, col suo mistero pasquale, fa scorrere da Dio Padre a noi, alla nostra vita di ogni giorno. Se uno presume di salvarsi da sé e magari aprire ai suoi simili altre strade facendo a meno di Gesù che ha detto di essere: la VIA (oltre che la Verità e la Vita), piomba in una cecità rovinosa: per sé e per quelli che presume di illuminare. Come se la luna, dimentica di non aver luce propria ma di riceverla dal sole, pretendesse di far luce per se stessa. Oggi, un maestro di discipline scientifiche può scoprire e insegnare cose nuove rispetto a quanto già avevano scoperto e detto i suoi maestri, ma Gesù è Maestro della scienza e della conoscenza di Dio. Nessuno può superare la sua rivelazione (essa è appunto rivelazione della misericordia di un Dio che salva) perché solo Gesù ha potuto rivelare il Padre che Egli solo, non altri, ha visto (cf Gv 1,18). È importante entrare in questa convinzione per renderci conto di quante vie errate l uomo oggi insegna ad altri uomini, pretendendo di salvarsi e salvare senza Gesù. Sr. Maria Pia Giudici, Subiaco (RM), febbraio

3 v. 41 Perché guardi la pagliuzza che è nell`occhio del tuo fratello, e non t`accorgi della trave che è nel tuo? Pagliuzza (prova a pensare se non è un inezia!) trave (Eh, è roba ben consistente, pesante, ingombrante!) Il contrasto è forte. A Gesù piacciono i paradossi. Si esprime volentieri per parabole o immagini, come in questo caso. Proprio perché è un provocatore, dentro il suo lanciarti domande che vogliono cavar fuori da te un anima sveglia e attenta. C è anche un pizzico di umorismo. Ti aiuta a ridere un po di te stesso quando sei lì a pensare che il tale sbaglia in questo e in quest altro e non ti accorgi dei tuoi errori e perciò ti spacci per giusto ai tuoi occhi. Se io giudico l altro dovrei ben ricordarlo! scelgo di essere io stesso giudicato, perché Gesù ha detto: Con la misura con cui misurate sarà misurato a voi (v.38 b e cf Mt 7,2). La misura dovrebbe dunque essere sempre e solo quella della misericordia. v. 42 a Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? La domanda si fa più perentoria. Il paragone è quanto mai calzante. Certo, per vedere la trave del mio occhio, senza avvilimento, senza disperazione e disprezzo di me stesso, deve sempre prevalere in me la certezza di un Dio misericordioso e di una salvezza di cui Gesù è rivelatore e tramite. Però, sia pure nella luce della misericordia di Dio, devo pur essere realista su me stesso, devo saper vedere la trave che abita il mio occhio, a tal punto che vedo male (e voglio male) al mio prossimo. Conoscersi nella misericordia del Signore, senza paura e senza presunzione: questo è urgente. v. 42 b Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall`occhio del tuo fratello. Questo bollare di ipocrisia chi giudica il fratello è forte.. Ma va a pennello con la volontà del Signore che la verità trionfi, non l apparenza che, appunto, è l ipocrisia. E in che senso, a proposito di questa domanda: Perché guardi la pagliuzza? Quando giudico negativamente una persona, uso di una mia presunta verità per prevalere sull altro e per demolirlo. Anzitutto la persona umana è un mistero. Come posso presumere di vedere giudicare rettamente quel che è male in lei? E poi, potrò permettermi di correggerlo (e sarà perfino un atto coraggioso, evangelico) solo se prima sostituisco alla critica l autocritica, vale a Sr. Maria Pia Giudici, Subiaco (RM), febbraio

4 dire se m impegno a togliere la trave dal mio occhio. È la consapevolezza di fondo d aver io, per primo, bisogno della misericordia di Dio che è il vero elemento sanante. Se mi riconosco perdonato, abbracciato dal misericordioso amore di Dio, come posso scivolare nell ipocrisia di credermi giusto e di condannare gli altri? MEDITIAMO ATTUALIZZANDO Oggi, in un mondo sempre più secolarizzato, la critica del prossimo e l esaltazione presuntuosa di sé dilaga al punto da far scoppiare liti nelle coppie, nelle famiglie, nella società, nella chiesa. Queste radici di continue violenze nella realtà socioculturale si abbarbicano a una terra senza Dio o con un dio tappa-buchi, che non può certo guarire il cuore dell uomo. Eppure tutta la Bibbia è rivelatrice della vera via di salvezza che è Gesù stesso, con l infinito flusso di misericordia che scorre dal suo mistero pasquale. Guardiamoci attorno. Quante presunte vie di salvezza oggi vengono offerte nei più svariati ambiti: da quello economico, a quello politico, psicologico, di sincretismo religioso, di superstizione e magia! In rete massmediale o internet ne troviamo a iosa reclamizzate per giunta! Eppure la vera salvezza è nel credere alla misericordia, nel farne l esperienza con cuore umile. Consapevole dell ingiustizia, del non-amore che porto dentro insieme però a un infinita sete di giustizia, di perdono, di amore, ecco emergere in me il cuore che si espone a Gesù crocifisso e risorto. Ed è questo cuore che apre occhi nuovi e si fa alleato di una mente nuova: mente non giudicante. Sono questi occhi nuovi (occhi di vangelo!) che fanno dire a una persona: Da quando, ogni mattina, consegno a te, Gesù, la mia trave, vedo solo tanto sole nel cielo delle mie giornate. E tutto, anche la pagliuzza che incontro si perde nella luce. Credere alla LUCE DELLA TUA MISERICORDIA, diventare misericordioso, buono in cuore, è quello che sostanzialmente conta. LA PAROLA MI INTERPELLA Rileggo in quiete contemplativa tutto il discorso programmatico di Gesù. Che cosa mi colpisce maggiormente? Avverto che Dio è, nei miei confronti, misericordia infinita e mi fa nuovo appena torno a Lui, in ogni momento? Come esercito la misericordia verso gli altri? Capisco vitalmente che giudicare il prossimo è stoltezza grande? Chiedo di educarmi a pensieri di pace e a rilievi positivi circa le persone? O, nel caso in cui l errore mi sembri proprio evidente, so tacere con cuore di misericordia e prego per loro? Sr. Maria Pia Giudici, Subiaco (RM), febbraio

5 Sono fuori dall ipocrisia di credermi migliore degli altri? Ho cuore di misericordia e prego per loro? PER LA PREGHIERA In quiete contemplativa, mi espongo a Gesù con profonda convinzione di fede. Gli dico e ripeto che credo in Lui e che la sua misericordia è gioia e forza nel cuore. Gli chiedo d immergermi nel flusso vitale del suo amore misericordioso e di riemergere con un cuore misericordioso e buono verso tutti e capace di una sana autocritica per migliorare me stesso. Sr. Maria Pia Giudici, Subiaco (RM), febbraio