TETTI KLIMAHAUS. Il meglio per il tetto. Volume Tecnico N. 02/2006 RESTYLING RESTYLING RESTYLING GENNAIO 2008

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1 RESTYLING Il meglio per il tetto. RESTYLING TETTI KLIMAHAUS Volume Tecnico N. 02/2006 RESTYLING GENNAIO 2008 Autore: Günther Gantioler Esperto in Fisica Tecnica

2 Autore Gantioler Günther, nato il 14 settembre 1969, direttore amministrativo dello studio di fisica tecnica applicata all edilizia TBZ è un noto esperto delle problematiche delle costruzioni. Per primo, dal 2000, ha introdotto nel mercato italiano le misure della permeabilità all aria di edifici e dei tetti. Come certificatore italiano di case passive (PHI Darmstadt) e di case a basso consumo energetico (CasaClima, WaVE,...) ha potuto approfondire tecnologie innovative per l edilizia a risparmio energetico e acquisito competenze relative alla tecnologia di casa passiva e dei componenti correlati (ponti termici, elementi di costruzione altamente coibentati, vetrate passive,...) in ambito italiano. Come autore ha pubblicato dal libri sui diversi temi della fisica tecnica applicata all edilizia. Definizioni Usiamo le seguenti formattazioni speciali per indicare elementi del glossario o della bibliografia: elemento spiegato nel glossario gradigiorno fonte definita in bibliografia al numero 10 [10] Impressum: TBZ Srl/GmbH Gantioler Günther Via Laghetto di Varna 1, I Varna (BZ) info@tbz.bz Disegni di copertina in acquarello relizzato dall artista altoatesina Ute Complojer. 2 Editore: Riwega Srl Via Isole di Sopra 28, I Egna (BZ) info@riwega.com

3 Indice 1 Prefazione L impermeabilità all aria e le condense interstiziali La tenuta all aria Il test della tenuta all aria La tenuta all aria nel calcolo del fabbisogno energetico Ventilazione naturale Ventilazione manuale Ventilazione meccanica La direttiva per la costruzione di edifici scolastici Perdite di ambienti non riscaldati La certificazione energetica: l importanza dei tetti Introduzione generale Il decreto 192/311: limiti U e FEP Casa Clima CENED la certificazione energetica in Lombardia Sottotetti vivibili d estate Le ore surriscaldate > 25 C Analisi PHI di un appartamento tipo L effetto della trasmittanza (U) L effetto del colore della copertura L effetto della ventilazione L effetto dell inerzia termica (massa) Riassunto surriscaldamento estivo Conviene coibentare il tetto? Introduzione al sistema di calcolo del valore attuale Trovare il punto di convenienza Anni di riferimento del valore attuale Riassunto valore attuale Ammortamento lineare Tetti certificati Introduzione Tenuta e acustica La tenuta d aria e l acustica Consigli per una buona acustica nel tetto Le norme Glossario e simbologia delle formule Glossario Simbologia Bibliografia

4 1 Prefazione Gentile lettore, quattro anni fa siamo usciti con il primo di due fascicoli tecnici riguardante la fisica tecnica applicata nei cantieri: argomenti importantissimi e fondamentali inerenti il risparmio energetico! Come primaria azienda italiana specializzata nella produzione e distribuzione di teli traspiranti per l`impermeabilizzazione del tetto e delle pareti ed accessori come sottocolmi per la ventilazione delle coperture, abbiamo ritenuto opportuno riprendere gli argomenti trattati nel precedente volume in funzione delle nuove normative, delle nuove esperienze, prove in cantiere, ecc. In questi ultimi quattro anni abbiamo distribuito a livello nazionale oltre copie dei due volumi tecnici; la maggior parte consegnati a progettisti, architetti ed ingegneri, ma c è stato anche un enorme interesse da parte delle carpenterie in legno e dei nostri rivenditori. Anche l`italia si è adeguata alle leggi sul risparmio energetico aggiornando il D.Lgs. 192 con il nuovo D.Lgs. 311/06. Secondo l autore i limiti proposti da questa ultima normativa non sono sufficienti a garantire un lavoro ottimale. Nel proseguo della lettura si dimostrerà più approfonditamente il pensiero dell autore. In cantiere qualche piccolo errore di posa in opera, visto che in cantiere la situazione metereologica cambia continuamente, può essere tollerato, però la funzionalità del prodotto deve assicurare ugualmente la massima resa. Questo è il motivo principale per cui l autore consiglia che i limiti non vengano solo rispettati sulla carta, bensì controllati e migliorati nel rispetto delle varie zone climatiche. Se tutti gli operatori del settore fossero più sensibili al problema del risparmio energetico non costruiremo più delle baracche, bensì potremo essere un esempio per tutta l`europa. Egna, febbraio 2008 Werner Rizzi, Amministratore Riwega 4

5 2 L impermeabilità all aria e le condense interstiziali Tra la diffusione al vapore, o meglio la quantità di condense interstiziali tollerabili, e l impermeabilità all aria c è un importante nesso. Per l impermeabilità all aria si intende la protezione dell involucro per evitare infiltrazioni d aria, realizzata in due parti: interna ed esterna. Al lato interno serve lo strato di tenuta all aria, che protegge la struttura dall ingresso dell aria calda umida d inverno o l aria condizionata fresca d estate. Al lato esterno si applica lo strato di tenuta al vento, per non fare penetrare nella struttura l aria fredda d inverno, l aria calda umida d estate o il rumore. Questa sigillazione non è mai perfetta. Però per ridurre i pericoli che ne derivano, ci sono margini di errore della progettazione e dell esecuzione tollerabili. Tali margini Tenuta al vento = Telo traspirante Tenuta all aria = Freno al vapore vengono espressi con la grandezza n 50 e misurati col test BlowerDoor. Questi limiti n 50 (DIN ) vengono espressi in perdita oraria di volume d aria con una differenza di pressione tra esterno ed interno di 50 Pa in rapporto al volume d aria interno. Per controllare la qualità dell involucro è stato definito, con la normativa UNI EN 13829, il test BlowerDoor. L impermeabilità all aria e il test BlowerDoor sono descritti nel fascicolo Riwega 1 Fisica tecnica del tetto. INVERNO Perdita di calore ESTATE Entrata di calore Condensa Condensa Rumore Vento TUTTO L ANNO Fig. 1: Problematiche della permeabilità all aria 5

6 I pericoli di una scarsa impermeabilità all aria sono: Passaggio di rumore (perdita di comfort) Passaggio di vento (perdita di comfort) In estate, entrata di aria calda umida e grave pericolo di formazione condense estive nel caso del sottotetto raffrescato (pericolo di marciume e degradazione materiale) In inverno, uscita di aria calda umida e pericolo di formazione condense (pericolo di marciume e degradazione materiale) La condensa si forma quando raffreddiamo aria umida a temperatura fino a raggi- ungere la saturazione: Per capire meglio il grande pericolo delle condense dovute alla permeabilità all aria osserviamo il grafico: 360 g/giorno m² 55 g/m³ 50 g/m³ 45 g/m³ 40 g/m³ 35 g/m³ 30 g/m³ 25 g/m³ 20 g/m³ 15 g/m³ 10 g/m³ 5 g/m³ 0 g/m³ 55 g/m³ 50 g/m³ 45 g/m³ 40 g/m³ 35 g/m³ 30 g/m³ 25 g/m³ 20 g/m³ 15 g/m³ 10 g/m³ 5 g/m³ 0 g/m³ 8,65 g Umidità relativa d inverno U.r. 50% U.r. 100% 20 C 8 C g condense 40 C 36 C 32 C 28 C 24 C 20 C 16 C 12 C 8 C 4 C 0 C -4 C -8 C -12 C -16 C -20 C U.r. 50% 20,1 g Umidità relativa d estate 36 C 23,5 C U.r. 100% g condense 40 C 36 C 32 C 28 C 24 C 20 C 16 C 12 C 8 C 4 C 0 C -4 C -8 C -12 C -16 C -20 C < 10 g/giorno m² 80% u.r. 0 C 50% u.r. 20 C Spiffero 1 metro x 1 mm Superfice permeabile al vapore (sd=10m) 1 m² Fig. 2: Formazione al m² al giorno di spifferi e superfici traspiranti 6

7 Col passaggio controllato di vapore attraverso un tetto costruito a regola d arte, si formano condense di 10 g/m² al giorno. Queste condense rientrano nei limiti consentiti e vengono smaltite verso l esterno grazie alla ventilazione del tetto. Il passaggio di vapore non controllato attraverso spifferi, invece, porta alla formazione di condense (ca. 360 g/m² con uno spiffero lungo 1 m e largo 1 mm), che superano i limiti consentiti. 0,5 Quantità d acqua di rugiada (DIN ) > 1 kg/m² Coefficiente di freno dello strato esterno s de [m] 0,4 0,3 0,2 0,1 n 50 =5 n 50 =3 > 0,5 kg/m² n 50 =2 > 0,5 kg/m² Condensa per permeabilità all aria Combinazione Riwega: USB Classic (esterno) sd = 0,04 m + USB Micro (interno) sd = 2 m n 50 =1 0,0 0,0 0,4 0,8 1,2 1,6 2,0 Coefficiente di freno dello strato interno s di [m] Fig. 3: Quantità massima di condense ammissibili in combinazione ai valori sd dello strato tenuta al vento (esterno) e tenuta all aria (interno) combinato al valore n50 Il D.lgs 311/06 ha inoltre imposto un controllo delle condense interstiziali in condizioni più severi: Stratigrafia non corretta! 40 mm Tegole 30 mm Listello portategole 40 mm Listello di ventilazione 4 mm Guaina bituminosa 140 mm Fibra di legno 20 mm Tavolato 140 mm Travetti Luogo: Bologna Condense accumulate con clima standard: 605 g/m² Condense accumulate con clima 311/06: g/m² L esempio è un tetto con stratigrafia non corretta con guaina bituminosa esterna. Si può notare la crescita delle condense interstiziali da 605 g/m² a per l applicazione del D.lgs 311/06. Riassunto Riwega: Un alta impermeabilità all aria (n 50 bassi) garantisce la durata del tetto e un comfort abitativo alto. Consigliamo valori n 50 inferiori a 1,0 per dare più sicurezza ai clienti, progettisti e artigiani. 7

8 3 La tenuta all aria nelle norme In questo capitolo raccogliamo le norme che riguardano la permeabilità all aria di edifici. 3.1 Il test della tenuta all aria La norma in vigore sul test della tenuta all aria di edifici è la UNI EN 13829:2003. La norma non riporta nessun limite sulla tenuta all aria ma si limita a definire la misura stessa. La metodologia descritta è il test BlowerDoor, nel quale una ventola mette l involucro in pressione e depressione. Nel test devono essere corrette la pressione atmosferica, la pressione interna dell edificio, le temperature interne ed esterne e il vento. Questi parametri devono calibrare la misura all inizio e alla fine delle misure. Con la ventola (posta in una finestra o in una porta esterna) si fanno una serie di misure che devono portare alla curva di regressione, la quale definisce le perdite dell involucro alle diverse differenze di pressione. La perdita media (tra pressione e depressione) a 50 Pa di differenza di pressione tra interno ed esterno in rapporto al volume rinchiuso nell edificio viene chiamato n 50 e definisce la tenuta all aria dell edificio. n 50 = V 50 V Fig. 5: Misure e curva di regressione Fig. 4: Macchina BlowerDoor Fig. 6: Ventola controllata dal computer Esistono due certificati della tenuta all aria: Tipo A: edificio come abitato; Tipo B: involucro con tutti gli impianti chiusi (normalmente i test in cantiere). 8

9 3.2 La tenuta all aria nel calcolo del fabbisogno energetico Nell aprile 2005 è entrata in vigore la nuova norma europea UNI EN ISO 13790:2004 per il calcolo del fabbisogno energetico di edifici. Ha sostituito la vecchia norma UNI EN 832:2001 e i vecchi algoritmi della legge 10/91. Era già in vigore per il calcolo del fabbisogno energetico della legge 10/91 come anche per i decreti seguenti 192/05 e 311/06. È la norma più importante a larga base per la definizione del calcolo del fabbisogno energetico di edifici e dev essere usato per esempio per calcolare l attestato di qualificazione energetica del D.lgs 311/06. Il bilancio termico Q H di un edificio (riscaldamento/raffrescamento) è dato da: Q H = Q L Q G η U [kwh/a] Ponti termici Tetto Apporti solari Apporti interni Ventilazione Pareti Vetrate Scantinato INVERNO: somma negativa = perdita ESTATE: somma positiva = apporto Fig. 7: Bilancio termico di edifici(esterno) e tenuta all aria (interno) combinato al valore n 50 Q sta per calore in generale, Q L per le perdite di calore, Q G per i guadagni di calore e η u per il fattore di utilizzazione. Le perdite di calore Q L sono la somma tra le perdite specifiche per trasmissione H T (che dipendono dalla trasmittanza U degli elementi costruttivi) e le perdite specifiche per ventilazione H V corretti per il clima e il periodo di calcolo. La perdita specifica di calore per ventilazione H V dipende dal volume dell aria rinchiusa nell edificio, dalle caratteristiche energetiche dell aria (=0,34) e dal ricambio d aria orario n: H V = V n 0,34 [W/K] 9

10 Il ricambio d aria orario n serve per portare via o meglio diluire: la quantità di umidità creata all interno dell appartamento (ca. 10 litri d acqua ogni giorno a famiglia); gli odori le emissioni (formaldeide, VOC,...); le polveri fini e microscopiche la radioattività le spore ed alghe. Per questo motivo, un ricambio d aria minimo é fondamentale per l igiene dell aria interna e il comfort abitativo. La norma UNI EN impone un ricambio d aria orario minimo n min di 0,3 h -1. Quindi è necessario cambiare ogni ora il 30% del volume d aria interno. Questo ricambio d aria minimo dev essere garantito con: Ventilazione naturale + + Ventilazione manuale Ventilazione meccanica La ventilazione naturale è il ricambio d aria attraverso l involucro chiuso, p.e. tramite fughe, canali, crepe, camini, apertura areazione gas,...; la ventilazione manuale è quella attraverso l apertura a mano delle finestre e delle porte; la ventilazione meccanica è quella con ventole come la cappa in cucina, la ventola nel bagno o gabinetto e gli impianti di ventilazione forzata con o senza recupero di calore Ventilazione naturale La ventilazione naturale (allegato G della norma UNI EN 13790) potrebbe garantire in parte l igiene dell aria. Per questo motivo, il governo italiano non pone nessun limite di tenuta all aria dell edificio, ma impone di considerare la tenuta all aria nel calcolo del fabbisogno energetico. Al contrario dell opinione comune, il valore del ricambio d aria n non è un valore fisso, ma dev essere scelto in dipendenza della ventilazione naturale o meglio della presenza di fughe o aperture libere. La quantità della ventilazione naturale o meglio il valore del ricambio d aria n dell involucro dipende: dalla classe di tenuta all aria dell edificio dell esposizione vento dell edificio presenza del vento dell ubicazione. Le classi di tenuta all aria di edifici vengono definiti dal valore n 50. Il valore n 50 descrive la quantità di aria persa a involucro chiuso (finestre e porte chiuse), quando la differenza di pressione tra interno ed esterno è 50 Pa. Questo valore viene misurato in cantiere con test BlowerDoor (vedi anche fascicolo 1). Anche l esposizione al vento cambia la ventilazione naturale e viene classificato secondo la norma UNI EN 13790: 10

11 Classe di tenuta all aria Fig. 8: Classi di tenuta all aria e all esposizione del vento Tenuta all aria n 50 Edifici pluri-familiari Edifici mono-familiari Alto meno di 2 meno di 4 Medio tra 2 e 5 tra 4 e 10 Basso più di 5 più di 10 Classe di esposizione vento Descrizione Nessun riparo edifici in aperta campagna, edifici a torre nei centri città,... Riparo moderato edifici in campagna con alberi o altri edifici intorno, periferie,... Riparo consistente edifici di media altezza nei centri città, edifici nei boschi,... Con queste classi di tenuta all aria ed esposizione vento si trova il valore del ricambio d aria necessario per il calcolo della dispersione termica per ventilazione naturale: Scelta del ricambio d aria per classe di tenuta all aria ed esposizione vento Edifici unifamiliari S/V >= 0,65 Edifici plurifamiliari S/V < 0,65 Classe di esposizione vento Classe di tenuta all aria Alto: n50<4 Medio: 4<n50<10 Basso: n50>10 Riparo consistente 0,5 0,5 0,7 Riparo moderato 0,5 0,6 1,1 Nessun riparo 0,5 0,8 1,5 Classe di esposizione vento Classe di tenuta all aria Alto: n50<2 Medio: 2<n50<5 Basso: n50>5 Riparo consistente 0,5 0,5 0,6 Riparo moderato 0,5 0,6 0,9 Nessun riparo 0,5 0,7 1,2 1,6 1,4 Alto: n50<4 Medio: 4<n50<10 Basso: n50>10 1,6 1,4 Alto: n50<2 Medio: 2<n50<5 Basso: n50>5 1,2 1, ,8 0,8 0,6 0,6 0,4 0,4 0,2 0,2 0 Riparo consistente Riparo moderato Nessun riparo 0 Riparo consistente Riparo moderato Nessun riparo Scelta del ricambio d aria con fascia n50 da 0,6 a 20 Espos. vento Tenuta in edifici S/V >=0,65 0,6 1, riparo cons. 0,3 0,4 0,5 0,7 0,9 riparo mod. 0,3 0,4 0,6 1,1 1,3 nessun rip. 0,3 0,4 0,8 1,5 2 Espos. vento Tenuta in edifici S/V >=0,65 0,6 1, riparo cons. 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 riparo mod. 0,3 0,4 0,6 0,9 1,1 nessun rip. 0,3 0,4 0,7 1,2 1,5 Ricambio d aria n riparo cons. riparo mod. nessun rip. 2 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0, Tenuta all aria n50 Ricambio d aria n 2 riparo cons. riparo mod. nessun rip. 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0, Tenuta all aria n50 11

12 Per evidenziare l importanza della tenuta all aria al fabbisogno energetico riportiamo dei risultati di un edificio tipo, del quale calcoliamo il valore EPi (fabbisogno energetico primario per riscaldamento invernale) secondo il D.lgs 311/06 variando la tenuta all aria n 50 e cambiando l ubicazione dell edificio (Roma: gg; Selva Val Gardena (BZ): gg): n50 EPi Roma EPi Selva 0,5 28 kwh/m²a 129 kwh/m²a 1,5 36 kwh/m²a 157 kwh/m²a 4,0 40 kwh/m²a 170 kwh/m²a 11,0 59 kwh/m²a 240 kwh/m²a EPi [kwh/m²a] EPi effettivi cambiando la tenuta all aria n kwh/m²a 250 kwh/m²a 200 kwh/m²a 150 kwh/m²a 100 kwh/m²a 50 kwh/m²a EPi Roma EPi Selva Ventilazione manuale 0 kwh/m²a 0,5 1,5 4,0 11,0 n50 Se la ventilazione naturale non riesce a garantire da sola il ricambio d aria igienico (situazione normale negli edifici di nuova costruzione o quando in edifici esistenti vengono cambiati i serramenti) dev essere aiutata dalla ventilazione manuale aprendo le finestre. Per il calcolo energetico non cambia nulla rispetto a quello spiegato nel capitolo sulla ventilazione naturale Ventilazione meccanica Quando si mette in funzione un impianto di ventilazione, la perdita di calore ha due componenti: V = V f + V x [m³/h] Il primo V f è il ricambio d aria dell impianto di ventilazione, mentre V x costituisce la perdita aggiuntiva dalle fughe dell involucro. In questo caso le fughe sono più problematiche che nel caso della ventilazione naturale, perché abbiamo una spinta aggiuntiva dalle ventole. Perciò per edifici con impianti areaulici si consiglia una tenuta all aria massima di n 50 <= 1,5. Perdita HV 1.000,0 W/K 900,0 W/K 800,0 W/K 700,0 W/K 600,0 W/K 500,0 W/K 400,0 W/K 300,0 W/K 200,0 W/K 100,0W/K V N 0,65 V M e0v20 0,65 V M e0v40 0,65 V M e0v60 0,65 V M e80v20 0,65 V M e50v40 0,65 V M e80v40 0,65 V M e80v60 0,65 0,0 W/K n50 Perdite di calore in un edificio con S/V = 0,65 V N = ventilazione naturale V M = ventilazione meccanica e = rendimento di recupero calore V = percentuale del volume d aria interno, che viene cambiata con l impianto ogni ora. 12

13 3.3 La direttiva per la costruzione di edifici scolastici Dal esiste il D.M. 20 per le costruzioni di edifici scolastici. In questo vengono definite le norme tecniche relative all edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica. Nella norma ci sono anche i requisiti per la tenuta all aria: Controlli e misure di cantiere Omissis... iv) Prove di tenuta dell aria Eventuali prove di tenuta all aria potranno essere effettuate adottando prove e controlli in cantiere come specificato nel punto Omissis Prescrizioni relative alla tenuta d aria. La chiusura esterna considerata nel suo insieme (comprendente, cioè, tutti gli elementi che la compongono quali infissi, giunti, ecc.) deve assicurare nel locale, delimitato da chiusure considerate stagne e dalla chiusura in esame, una tenuta tale che sia possibile realizzare nell ambiente anzidetto una pressione statica di 10 mm di colonna d acqua con un ventilatore di portata non superiore a 10 m³/h per ciascun m² di superficie frontale della chiusura considerata. Un controllo in una scuola reale (nuovo polo scolastico di Agordo, BL) ha portato per due classi ai seguenti risultati esemplari: 1 parete come facciata esterna Larghezza della classe 6,75 m Lunghezza della classe 7,75 m Altezza della classe 3,2 m Volume della classe 167,4 m³ Facciata esterna (un lato) 21,6 m² Portata definita 216 m³ Pressione richiesta 100 Pa n 100 1,29 h-1 n 50 interpolato lineamente 0,65 h-1 3 pareti come facciata esterna Larghezza della classe 6,75 m Lunghezza della classe 7,75 m Altezza della classe 3,2 m Volume della classe 167,4 m³ Facciata esterna (tre lati) 68 m² Portata definita 680 m³ Pressione richiesta 100 Pa n100 4,06 h-1 n50 interpolato lineamente 2,03 h-1 Come si nota i requisiti alla tenuta all aria richiesti sono molto severi e difficili da raggiungere. 3.4 Perdite di ambienti non riscaldati La normativa UNI EN ISO 13789:2001 stabilisce che per il calcolo delle perdite tra zone non riscaldate e l esterno (per esempio sottotetti non riscaldati) il ricambio d aria n può essere assunto n 50 /20. 13

14 4 La certificazione energetica: l importanza dei tetti 4.1 Introduzione generale La certificazione energetica di edifici sta cambiando molto il modo di progettare e costruire. Promettere a committenti con parole chiare e semplici una prestazione importante come il consumo energetico (e con questo il costo annuale per riscaldamento, produzione di acqua calda e raffrescamento), costringe coloro che contribuiscono alla realizzazione di un edificio a garantire la qualità del loro lavoro. Questo meccanismo si mette in atto soltanto se la certificazione trova un modo semplice di comunicazione. Se diventa facile come il consumo medio di un auto (per esempio il consumo di 7 litri di benzina per percorrere 100 km), diventerà un dato noto anche alle persone meno esperte, anzi un valore di cui andare fieri, se si raggiungono consumi veramente bassi. Nella ricerca di un indice energetico comprensibile si è tenuto conto del fabbisogno di calore annuale (kwh) per il riscaldamento di un metro quadrato di superficie netta calpestabile. L indice energetico calore IE Calore è il valore più semplice per caratterizzare la qualità termica Fig. 9: Cartellone cantiere di edificio a basso consumo energetico a Pratissolo (RE); Arch. Enrico Baschieri invernale dell edificio. Per spiegarlo meglio, guardiamo gli schemi seguenti: CALDO 20 c FREDDO 0 c 1 D inverno la temperatura dell aria esterna è più bassa di quella interna richiesta. La temperatura interna di comfort è pari a 20, ovvero alla media tra la temperatura dell aria interna e quella delle superfici delle strutture che delimitano le stanze riscaldate. Per questo motivo se la temperatura della parete esterna, poiché mal coibentata, è per esempio 18 C, nell aria occorrono già 21 per ristabilire il comfort. 14

15 CALDO 20 c FREDDO 0 c Perdite 2 Se non si riscalda l ambiente interno, le temperature interne tendono ad avvicinarsi alle temperature dell aria esterna, perchè il calore si perde in direzione delle temperature più basse. La quantità e velocità della perdita di calore dipendono dalla qualità termica dell involucro. Più alta è la sua resistenza termica e migliore la sua tenuta all aria, meno perdite ci sono. La quantità di perdite definisce anche la qualità dell involucro. Rifornimento CALDO 20 c FREDDO 0 c 3 Per riuscire a stabilire la temperatura di comfort interno, si deve fornire energia alle stanze. La quantità di energia necessaria equivale alla quantità di calore perso. Se si fornisce più di quanto si perde, le temperature saranno troppo alte; se non si fornisce abbastanza energia, le temperature interne scenderanno sotto il livello comfort. La quantità fornita definisce altrettanto la qualità dell involucro. Per poter confrontare piccoli e grandi edifici, si divide il calore perso/fornito per la superficie calpestabile riscaldata. La quantità di superficie calpestabile riscaldata è paragonabile alla distanza percorsa in auto. Il consumo della macchina si può confrontare IE calore = Perdita di calore invernale = Superficie calpestabile riscaldata soltanto, quando lo si divide per una distanza fissa, per esempio 100 km. Il consumo di benzina annuale diviso i km percorsi in un anno (moltiplicato per 100 km) porta al consumo medio dell automobile. Fornitura di calore per riscaldamento Superficie calpestabile riscaldata Il calore viene espresso in kwh. Come in tutti i settori, si cerca di esprimere tutti gli aspetti energetici in kwh e non più nelle unità vecchie come kcal, MJ, CV,... Purtroppo una quantità energetica in kwh non è molto comprensibile. Per questo motivo si cerca spesso di spiegarlo in quantità di combustibile consumato. Ogni combustibile ha il suo contenuto energetico specifico. In un litro di gasolio ci sono 10,0 kwh, in un metro cubo di metano 9,8 kwh (caldaia standard), in un kilogrammo di pellets 4,9 kwh e in un chilogrammo di legna 4,2 kwh di energia. Un indice energetico di 85 kwh/m²a corrisponde a una casa con un consumo di 8,5 litri di gasolio per metro quadro annuo. Il grafico seguente mostra la classificazione energetica di edifici secondo il loro IE Calore, convertito in valori di diversi combustibili. Il più usato è il gasolio, benché per motivi di attualità (prezzo, emissioni di CO2 e dipendenza) sia consigliabile l utilizzo del pellets o di altri combustibili alternativi. 15

16 Indice energetico in kwh/m²a Risc. utile diviso superficie riscaldata netta IE calore > < 0 al m²/a Classe G Classe F Classe E Classe D Classe C basso consumo Classe B Classe A Caasa passiva Casa a consumo zero Gasolio litri , ,5 0 < 0 Metano m³ 20,4 14,3 11,2 8,7 7,1 5,1 3,1 1,5 0 < 0 Fig. 10: Classificazione di edifici con indici energetici (in questo caso indice energetico calore = involucro) Casa energyplus Pellets kg 40,8 28,6 22,5 17,4 14,3 10,2 6,1 3,1 0 < 0 Legna kg 47,6 33,3 26,2 20,2 16,7 11,9 7,1 3,6 0 < 0 Dall indice energetico di calore non si ricava però direttamente il costo totale annuale dell impianto di riscaldamento: IE calore Sup. riscaldata Consumo totale di combustibile Per ottenere i costi annuali dall indice energetico calore totali si devono eseguire due passaggi: a) aggiungere la perdita energetica di fornitura calore degli impianti, b) aggiungere il fabbisogno energetico per la produzione dell acqua calda sanitaria. La perdita di fornitura calore comprende ogni perdita dovuta a: Trasformazione del combustibile (per esempio gasolio) in fluido caldo (nel circuito del riscaldamento, nei termosifoni e nei tubi del riscaldamento a pavimento,...) nella caldaia, compresi le perdita dal camino, di residui non bruciati e delle perdite di calore della caldaia nel vano tecnico. Distribuzione del calore tramite tubi coibentati o non coibentati, dalla caldaia agli elementi di emissione calore. Emissione di calore nei termosifoni, nei sistemi di riscaldamento a pavimento, parete o soffitto, nei convettori o altri. Regolazione dell impianto di riscaldamento. 16

17 Il rendimento globale dell impianto di riscaldamento è di molto inferiore al rendimento della caldaia riportato sui dépliant dei produttori di caldaie. La media reale per impianti a gasolio è 75%, per impianti a metano 78%, per impianti pellets 72% e per impianti a legna 70%. Il fabbisogno energetico per la produzione di acqua calda sanitaria viene calcolato per persona, poiché dipende in prima linea dal bisogno di acqua calda. Il costo complessivo perciò è costituito da: Costi riscaldamento = (IE Calore S Risc + Q ACS ) E Comb η imp Comb S Risc : Superficie calpestabile riscaldata dell edificio o appartamento Q ACS : Fabbisogno energetico per la produzione di acqua calda sanitaria in kwh/a E Comb : Contenuto energetico dei combustibili, per esempio 10 kwh in un litro di gasolio η imp : Rendimento globale dell impianto di riscaldamento in % Comb : Costo unitario dei combustibili, per esempio 1,05 al litro di gasolio Indice energetico in kwh/m²a Risc. utile diviso superficie riscaldata netta 2008 IE calore < 0 Combustibile Costo unitario Classe G Classe F Classe E Classe D Gasolio litri 1,20 /litro < 0 Metano m³ 0,80 /m³ , < 0 Pellets kg 0,20 /kg < 0 Legna kg 0,14 /kg < 0 Fig. 11: Costi annuali per riscaldamento (perdite involucro + perdite impianto) e produzione dell acqua calda con diversi combustibili e categorie energetiche. Le cifre in blu (costi per edifici con livello involucro Classe B o migliore) sono ridotti per la coperture dell acqua calda con un impianto solare termico del 50%. Classe C basso consumo Classe B Classe A Caasa passiva Casa a consumo zero Casa energyplus Il diagramma in alto mostra il costo annuale per il riscaldamento e la produzione dell acqua calda delle diverse categorie energetiche di edifici con diversi combustibili. Nel grafico è ben evidente il costo eccessivo di un edificio costruito non correttamente e riscaldato con un combustibile costoso come il gasolio. Si può osservare anche la notevole differenza tra questo e un edificio costruito bene e riscaldato con combustibili meno cari come il pellets o la legna. 17

18 3.5 Il decreto 192/311: limiti U e FEP Il decreto 192 del 19 agosto 2005 è un traguardo molto importante nel percorso dell Italia in direzione della certificazione energetica di edifici. È stato aggiornato con l introduzione del D.lgs 311 del dicembre 2006 e sono stati affrontati nuovi concetti come la prestazione estiva di elementi costruttivi. Nei due regolamenti si definiscono sia i casi di applicazione (edifici di nuova costruzione, ristrutturazioni e edifici affittati), sia gli indici energetici. L attestato di qualificazione energetica contiene il fabbisogno energetico per la climatizzazione invernale a livello primario. Per energia primaria si intende il consumo energetico per la produzione della corrente elettrica p.e. in una centrale termica. Per avere 1 kwh di energia dalla rete a casa nostra, ci vogliono nella centrale termica ca. 3 volte tanto di energia primaria per produrla. L indice energetico del D.lgs 311/06 si chiama EPi: fabbisogno energetico primario per climatizzazione invernale. Per spiegare il concetto ricorriamo a un semplice esempio: Costo annuale per riscaldamento con metano: Quantità consumata di metano secondo le bollette: m³ Contenuto energetico di un m³ di metano: 9,8 kwh/m³ Trasformazione del combustibile in energia: kwh = 1 x 2 = A (questo consumo di combustibile copre il riscaldamento, la produzione dell acqua calda sanitaria e la cucina con metano) Persone in famiglia: 4 3 Togliere la cucina: kwh = 3 x 150 Togliere la produzione di acqua calda sanitaria: kwh = 3 x Resto del consumo energetico per riscaldamento: kwh 4 Aggiungere il consumo elettrico a livello primario: kwh = 4 x 1% (ca.) Consumo energetico per riscaldamento primario: kwh B Togliere la perdita dell impianto di riscaldamento: kwh = B x 20% Fornitura di calore netta: kwh C (la fornitura di calore con p.e. termosifoni in stanza corrisponde alla dispersione termica dell involucro = dispersione dell involucro) Identificazione della superficie riscaldata netta calpestabile: 105 m² = 5 Calcolo dell EPi per edifici residenziali: 173 kwh/m²a = B / 5 Identificazione del volume riscaldato lordo: 336 m³ = 6 Calcolo dell EPi per edifici non residenziali: 54 kwh/m³a = B / Attenzione all ultimo passaggio: il consumo energetico di edifici residenziali viene rapportato (diviso) alla superficie riscaldata netta calpestabile, mentre il consumo di edifici non residenziali al volume lordo dell involucro riscaldato. Tabella riasuntiva: Superfice risc. netta Volume risc. lordo 105 m² 336 m³ Descrizione Indice kwh/a kwh/sup. kwh/vol. Fabbisogno energetico finale per risc. A FEF kwh/m²a 67 kwh/m³a Fabbisogno energetico primario per risc. B EPI kwh/m²a 54 kwh/m³a Fabbisogno energetico utile per risc. C IE calore kwh/m²a 43 kwh/m³a 18

19 Per capire bene i diversi indici energetici riportiamo un riassunto breve: A FEF B EPI C IE calore L indice energetico finale comprende il costo reale complessivo di metano. Gli altri indici energetici non riportano il costo complessivo da pagare con le bollette. L EPi è il fabbisogno energetico lordo per il riscaldamento. Lordo, perché comprende le dispersioni termiche dell involucro (= la fornitura di calore nelle stanze), le perdite dell impianto di riscaldamento e il fabbisogno di corrente elettrica della climatizzazione invernale a livello primario. L EPi definisce la qualità energetica del sistema edificio-impianto. L indice energetico calore viene anche chiamato indice energetico dell involucro perché consiste nel fabbisogno energetico per riscaldamento netto dell edificio. Questo fabbisogno energetico netto corrisponde alle dispersioni termiche, le perdite di calore dell edificio e perciò definisce bene le qualità energetica dell involucro. Nella tabella seguente vengono riportati i limiti per l indice energetico per riscaldamento (energia primaria) EPi del D.lgs 311/06 secondo le diverse zone climatiche e secondo il rapporto della superficie esterna dell involucro e il volume riscaldato S/V (valori intermedi sono da calcolare con interpolazione lineare). Al lato sinistro della tabella abbiamo riunito valori medi di diverse tipologie di edifici (ospedali grandi, condomini medio-grandi ed edifici monobifamiliari): PA NA Roma FI BO TN BZ Ospedali e scuole Condomini Edifici monobifamiliari 2008 Edifici residenziali: EPi kwh/m²a S/V 600 GG 900 GG GG GG GG 0,2 m²/m³ 9,5 14,0 23,0 37,0 52,0 0,3 m²/m³ 14,0 19,9 30,9 46,0 63,6 0,4 m²/m³ 18,5 25,7 38,7 55,0 75,1 0,5 m²/m³ 23,0 31,6 46,6 64,0 86,7 0,6 m²/m³ 27,5 37,4 54,4 73,0 98,3 0,7 m²/m³ 32,0 43,3 62,3 82,0 109,9 0,8 m²/m³ 36,5 49,1 70,1 91,0 121,4 0,9 m²/m³ 41,0 55,0 78,0 100,0 133,0 Fig. 12: Limiti di FEP = IERiscPr per zona climatica in gradigiorno e rapporto S/V superficie/volume Limiti EPi in vigore dal Limiti EPi per edifici residenziali 2008 Edifici residenziali: EPi kwh/m²a S/V 600 GG 900 GG GG GG GG 0,2 m²/m³ 9,5 14,0 23,0 37,0 52,0 0,3 m²/m³ 14,0 19,9 30,9 46,0 63,6 0,4 m²/m³ 18,5 25,7 38,7 55,0 75,1 0,5 m²/m³ 23,0 31,6 46,6 64,0 86,7 0,6 m²/m³ 27,5 37,4 54,4 73,0 98,3 0,7 m²/m³ 32,0 43,3 62,3 82,0 109,9 0,8 m²/m³ 36,5 49,1 70,1 91,0 121,4 0,9 m²/m³ 41,0 55,0 78,0 100,0 133,0 Limiti EPi per edifici non residenziali 2008 Edifici non residenziali: EPi kwh/m²a S/V 600 GG 900 GG GG GG GG 0,2 m²/m³ 2,5 4,5 6,5 10,5 14,5 0,3 m²/m³ 3,4 5,9 8,4 12,7 17,6 0,4 m²/m³ 4,4 7,2 10,4 14,9 20,6 0,5 m²/m³ 5,3 8,6 12,3 17,1 23,7 0,6 m²/m³ 6,2 9,9 14,2 19,4 26,8 0,7 m²/m³ 7,1 11,3 16,1 21,6 29,9 0,8 m²/m³ 8,1 12,6 18,1 23,8 32,9 0,9 m²/m³ 9,0 14,0 20,0 26,0 36,0 140 kwh/m²a 120 kwh/m²a 100 kwh/m²a 80 kwh/m²a 600 GG 900 GG GG GG GG Limite EPi - S/V 40 kwh/m³a 35 kwh/m³a 30 kwh/m³a 25 kwh/m³a 600 GG 900 GG GG GG GG Limite EPi - S/V 20 kwh/m³a 60 kwh/m²a 15 kwh/m³a 40 kwh/m²a 10 kwh/m³a 5 kwh/m³a 20 kwh/m²a 0 kwh/m²a 0,2 m²/m³ 0,3 m²/m³ 0,4 m²/m³ 0,5 m²/m³ 0,6 m²/m³ 0,7 m²/m³ 0,8 m²/m³ 0,9 m²/m³ 0 kwh/m³a 0,2 m²/m³ 0,3 m²/m³ 0,4 m²/m³ 0,5 m²/m³ 0,6 m²/m³ 0,7 m²/m³ 0,8 m²/m³ 0,9 m²/m³ 19

20 140 kwh/m²a 120 kwh/m²a 100 kwh/m²a 0,2 m²/m³ 0,4 m²/m³ 0,6 m²/m³ 0,9 m²/m³ Limite EPi - GG 40 kwh/m³a 35 kwh/m³a 30 kwh/m³a 0,2 m²/m³ 0,4 m²/m³ 0,6 m²/m³ 0,9 m²/m³ Limite EPi - GG 80 kwh/m²a 25 kwh/m³a 60 kwh/m²a 20 kwh/m³a 40 kwh/m²a 15 kwh/m³a 20 kwh/m²a 10 kwh/m³a 0 kwh/m²a 600 GG 900 GG GG GG GG 5 kwh/m³a 0 kwh/m³a 600 GG 900 GG GG GG GG Oltre al valore EPi devono essere controllati anche i valori U che non devono essere peggiori dei valori seguenti: Limiti U per metodo del bilancio energetico EPi in vigore dal Pareti 0,94 0,70 0,60 0,52 0,48 0,46 Coperture 0,55 0,55 0,55 0,46 0,42 0,40 Pavimenti 0,96 0,72 0,64 0,53 0,49 0,47 Serramenti 6,50 4,68 3,90 3,64 3,25 2,86 Vetri 5,85 4,42 2,99 2,73 2,47 2,21 Applicando il metodo semplificato dell attestato di qualificazione energetica per il permesso edilizio si devono applicare i seguenti valori U limite: Limiti U per metodo semplificato in vigore dal Pareti 0,72 0,54 0,46 0,40 0,37 0,35 Coperture 0,42 0,42 0,42 0,35 0,32 0,31 Pavimenti 0,74 0,55 0,49 0,41 0,38 0,36 Serramenti 5,00 3,60 3,00 2,80 2,50 2,20 Vetri 4,50 3,40 2,30 2,10 1,90 1,70 Limiti EPi in vigore dal Limiti EPi per edifici residenziali 2010 Edifici residenziali: EPi kwh/m²a S/V 600 GG 900 GG GG GG GG 0,2 m²/m³ 8,5 12,8 21,3 34,0 46,8 0,3 m²/m³ 12,4 17,8 28,0 41,7 56,7 0,4 m²/m³ 16,4 22,9 34,6 49,4 66,6 0,5 m²/m³ 20,3 27,9 41,3 57,1 76,5 0,6 m²/m³ 24,2 32,9 48,0 64,9 86,3 0,7 m²/m³ 28,1 37,9 54,7 72,6 96,2 0,8 m²/m³ 32,1 43,0 61,3 80,3 106,1 0,9 m²/m³ 36,0 48,0 68,0 88,0 116,0 Limiti EPi per edifici residenziali 2010 Edifici residenziali: EPi kwh/m²a S/V 600 GG 900 GG GG GG GG 0,2 m²/m³ 2,0 3,6 6,0 9,6 12,7 0,3 m²/m³ 2,9 4,9 7,6 11,4 15,3 0,4 m²/m³ 3,8 6,2 9,2 13,3 17,9 0,5 m²/m³ 4,7 7,5 10,8 15,1 20,5 0,6 m²/m³ 5,5 8,9 12,5 17,0 23,2 0,7 m²/m³ 6,4 10,2 14,1 18,8 25,8 0,8 m²/m³ 7,3 11,5 15,7 20,7 28,4 0,9 m²/m³ 8,2 12,8 17,3 22,5 31,0 140 kwh/m²a 120 kwh/m²a 100 kwh/m²a 80 kwh/m²a 600 GG 900 GG GG GG GG Limite EPi - S/V 35 kwh/m²a 30 kwh/m²a 25 kwh/m²a 20 kwh/m²a 600 GG 900 GG GG GG GG Limite EPi - S/V 60 kwh/m²a 15 kwh/m²a 40 kwh/m²a 10 kwh/m²a 20 kwh/m²a 5 kwh/m²a 0 kwh/m²a 0,2 m²/m³ 0,3 m²/m³ 0,4 m²/m³ 0,5 m²/m³ 0,6 m²/m³ 0,7 m²/m³ 0,8 m²/m³ 0,9 m²/m³ 0 kwh/m²a 0,2 m²/m³ 0,3 m²/m³ 0,4 m²/m³ 0,5 m²/m³ 0,6 m²/m³ 0,7 m²/m³ 0,8 m²/m³ 0,9 m²/m³ 20

21 140 kwh/m²a 120 kwh/m²a 100 kwh/m²a 0,2 m²/m³ 0,4 m²/m³ 0,6 m²/m³ 0,9 m²/m³ Limite EPi - GG 35 kwh/m²a 30 kwh/m²a 25 kwh/m²a 0,2 m²/m³ 0,4 m²/m³ 0,6 m²/m³ 0,9 m²/m³ Limite EPi - GG 80 kwh/m²a 20 kwh/m²a 60 kwh/m²a 15 kwh/m²a 40 kwh/m²a 10 kwh/m²a 20 kwh/m²a 5 kwh/m²a 0 kwh/m²a 600 GG 900 GG GG GG GG 0 kwh/m²a 600 GG 900 GG GG GG GG Oltre al valore EPi devono essere controllati anche i valori U che non devono essere peggiori dei valori seguenti: Limiti U per metodo del bilancio energetico EPi in vigore dal Pareti 0,81 0,62 0,52 0,47 0,44 0,43 Coperture 0,49 0,49 0,49 0,42 0,39 0,38 Pavimenti 0,85 0,64 0,55 0,47 0,43 0,42 Serramenti 5,98 3,90 3,38 3,12 2,86 2,73 Vetri 4,81 3,51 2,73 2,47 2,21 1,69 Applicando il metodo semplificato dell attestato di qualificazione energetica per il permesso edilizio si devono applicare i seguenti valori U limite: Limiti U per metodo semplificato in vigore dal Pareti 0,62 0,48 0,40 0,36 0,34 0,33 Coperture 0,38 0,38 0,38 0,32 0,30 0,29 Pavimenti 0,65 0,49 0,42 0,36 0,33 0,32 Serramenti 4,60 3,00 2,60 2,40 2,20 2,10 Vetri 3,70 2,70 2,10 1,90 1,70 1,30 L importanza del tetto deriva soprattutto dal valore S/V, che corrisponde al rapporto fra la superficie disperdente totale e il volume riscaldato. Il tetto fa parte della superficie riscaldata. Con valori medi di S/V il tetto incide ca. per il 20% sulla perdita totale. Questa percentuale può salire fino al 40% o scendere fino al 10%, a seconda delle variazioni della geometria e dell orientamento dell edificio. Oltre ai limiti di EPi richiesti per il permesso edilizio il decreto emana anche limiti di trasmittanze termiche (valori U in W/m²K) per elementi strutturali come per esempio i tetti e pubblica i limiti che valgono per il metodo semplificato e il metodo del bilancio energetico EPi. 21

22 Metodo semplificato U Requisito: Rapporto superficie trasparente / superficie netta riscaldata A V /A N < 0,18 Metodo di certificazione energetica: - Calcolo delle trasmittanze U - Calcolo del rendimento del generatore di calore al 30% della potenza nominale - Fluido vettore a bassa temperatura - Unità abitative regolabili - Stanze regolabili modulanti EPi per certificato diventa quello limite della zona climatica e secondo il S/V dell edificio. Metodo del bilancio energetico EPi Requisito: A V /A N >= 0,18 e optional come metodo migliorativo anche nel caso del metodo semplificato. Metodo di certificazione energetica: - Calcolo del EPi - Calcolo delle trasmittanze U Metodo complesso con responsabilità alta sul risultato promesso. Zona climatica Limiti per A B C D E F tetti dal 2008 < 600 GG GG GG GG > GG GG Metodo U 0,42 0,42 0,42 0,35 0,32 0,31 Metodo EPi 0,55 0,55 0,55 0,46 0,42 0,40 Zona climatica Limiti per A B C D E F tetti dal 2010 < 600 GG GG GG GG > GG GG Metodo U 0,38 0,38 0,38 0,32 0,30 0,29 Metodo EPi 0,49 0,49 0,49 0,42 0,39 0,38 0,50 0,40 0,30 0,20 0,10 Metodo U dal 2008 Metodo U dal 2010 Metodo EPi dal 2008 Metodo EPi dal ,00 A: < 600 GG B: GG C: GG D: GG E: GG F: > GG I limiti delle trasmittanze U diventano più severi nell arco di due anni entrando in vigore dal gennaio Dal gennaio 2008 nelle zone climatiche della pianura padana (ca GG) i tetti devono avere una trasmittanza sotto 0,32 W/m²K. Per raggiungere questi valori, servono almeno cm di coibentazione nelle varie tipologie di tetti. Abbiamo analizzato due tipologie diverse: 22

23 Il tetto in laterocemento Il tetto in legno. Le seguenti tabelle mostrano il calcolo del valore U delle due tipologie. Si noti anche la differenza di spessori: 42 cm per il tetto in laterocemento, 24 cm per il tetto in legno (senza travetti). Parte Nr. 1 Tetto in laterocemento Indicazioni elemento costruttivo 0,10 0,10 Superficie 1 λ [W/(mK)] Superficie 2 (opzionale) λ [W/(mK)] Superficie 3 (opzionale) λ [W/(mK)] 1. Intonacio di calce 0, Solaio latero-cemento 0,800 Trave in calcestruzzo 2, Polistrene espanso 0,035 Listello di legno 0, Telo traspirante p. e. USB Classic 5. Controlistello 6. Listello portategola 7. Tegola 8. Resistenza dello strato liminare in m2k/w interno R si : esterno R sa : Somma larghezza Spessore[mm] Percentuale di superficie 2: Percentuale di superficie 3: Somma 5,6% 5,0% 42,0 cm Valore U: 0,307 W/(m²K) Tab. 1: Calcolo della trasmittanza U di un tetto in laterocemento col programma PHPP / Dr. Feist Parte Nr. 2 Tetto in legno Indicazioni elemento costruttivo 0,10 0,10 Superficie 1 λ [W/(mK)] Superficie 2 (opzionale) λ [W/(mK)] Superficie 3 (opzionale) λ [W/(mK)] 1. Tavolato 0, Freno al vapore p.e USB Micro 3. Fibra di legno 0, Telo traspirante p. e. USB Classic 5. Controlistello 6. Listello portategola 7. Tegola 8. Resistenza dello strato liminare in m2k/w interno R si : esterno R sa : Somma larghezza Spessore[mm] Percentuale di superficie 2: Percentuale di superficie 3: Somma 24,0 cm Valore U: 0,298 W/(m²K) Tab. 2: Calcolo della trasmittanza U di un tetto in legno col programma PHPP / Dr. Feist 23

24 Con questi calcoli abbiamo ottenuto i valori U delle due tipologie. Si nota bene come le due curve diminuiscono moltissimo con i primi centimetri di coibentazione. L effetto migliorativo diminuisce poi sempre di più. La resistenza termica dei due tetti è inoltre quasi uguale da 4 cm di coibentazione in su. Cm coibente [cm] Tetto laterocemento [W/m²K] Tetto in legno [W/m²K] 0 2,253 2, ,035 1, ,676 0, ,503 0, ,400 0, ,333 0, ,285 0, ,249 0, ,221 0, ,199 0, ,181 0, ,166 0, ,153 0, ,142 0, ,133 0, ,124 0, ,5 2 1,5 1 0,5 Tab. 3: Miglioramento dei valori U con l aumento degli spessori di coibentazione Tetto laterocemento Tetto in legno 0 [cm] Per meglio comprendere quali spessori prevede il D.lgs 311/06 a partire da gennaio 2008, abbiamo applicato il metodo semplificato U per diverse zone climatiche e per diversi spessori di coibentazione da 6 a 16 cm: Trasmittanze di tetti: limiti dal ,5 Tetto laterocemento Tetto in legno 0,4 0,3 0,2 Zona A < 600 GG 0,42 W/m²K > 8 cm Zona B GG 0,42 W/m²K > 8 cm Zona C GG 0,42 W/m²K > 8 cm Zona D GG 0,35 W/m²K > 10 cm Zona E GG 0,32 W/m²K > 12 cm Zona F > GG 0,31 W/m²K > 12 cm 0,1 0 [cm] Fig. 13: Miglioramento dei valori U con l aumento degli spessori di coibentazione, combinato con i limiti del

25 A confronto lo stesso grafico, nella parte da 6 a 16 cm, con i limiti in vigore dal gennaio 2010: Trasmittanze di tetti: limiti dal ,5 Tetto laterocemento Tetto in legno 0,4 0,3 0,2 Zona A < 600 GG 0,38 W/m²K > 10 cm Zona B GG 0,38 W/m²K > 10 cm Zona C GG 0,38 W/m²K > 10 cm Zona D GG 0,32 W/m²K > 12 cm Zona E GG 0,30 W/m²K > 12 cm Zona F > GG 0,29 W/m²K > 12 cm 0,1 0 [cm] Fig. 14: Miglioramento dei valori U con l aumento degli spessori di coibentazione, combinato con i limiti del 2010 Un calcolo più esatto dovrebbe tenere conto anche dei chiodi o viti che tengono il controlistello di ventilazione. I chiodi vengono calcolati secondo la normativa UNI EN ISO Si calcola la trasmittanza di punti singoli come tasselli e chiodi (valore C) e la si aggiunge al valore U, calcolato come sopra. I diagrammi seguenti rappresentano la formula e la tabella dei valori U, quando si inseriscono chiodi d acciaio o d alluminio nei tetti oltre i 10 cm di coibentazione. È ben evidente il peggioramento dei valori U, soprattutto se si utilizzano fissaggi d alluminio. Peggioramento dei valori U con chiodi Formula U totale U totale = U tetto + X Chiodi [W/m2K] Tabella U totale con chiodi: U [W/m²K] U [W/m²K] Pezzi Chiodo d acciaio Chiodo d alluminio 0 0,350 0, ,354 0, ,357 0, ,360 0, ,363 0, ,366 0, ,369 0,418 0,420 0,415 0,410 0,405 0,400 0,395 0,390 0,385 0,380 0,375 0,370 0,365 Chiodo d acciaio Chiodo d alluminio 0,360 0,355 0,350 0,345 0, Quantità di chiodi al m² 25

26 3.6 CasaClima CasaClima è il metodo di certificazione energetica della provincia autonoma di Bolzano. È stata introdotta dall Ufficio provinciale Aria e Rumore ( come sistema volontario nel 2002 e convertita dalla Giunta provinciale in una legge provinciale dal gennaio Per ottenere la concessione edilizia, edifici di nuova costruzione devono corrispondere almeno al livello C (IEcalore < 70 kwh/m²a a Bolzano). Se si costruisce con livello A (IEcalore < 30 kwh/ m²a a Bolzano), si riceve il 5% in più di contributo per l edilizia agevolata ed in più per il calcolo della cubatura si tiene conto soltanto dei primi 30 cm di spessore. Il calcolo dell indice energetico contiene soltanto le perdite di calore dell involucro, nel modo stagionale. La classificazione imita quella dell Austria e della Danimarca. Da gennaio 2006 esiste anche la categoria Oro, che si avvicina al modello della casa passiva. Nelle province fuori dall Alto Adige il sistema CasaClima viene commercializzato dall agenzia privata CasaClima. Anche in queste province, il sistema si riferisce per la certificazione sempre al clima del capoluogo provinciale. Inoltre con il software Pro CasaClima è stato aggiunto anche la parte delle perdite dell impianto (non per la certificazione ma soltanto per la visualizzazione dei dati) per avvicinarsi meglio al D.lgs 311/06. Indice energetico in kwh/m²a EPi-limite 2008 a BZ: EPi-limite 2008 a Selva: EPi-limite 2010 a BZ: EPi-limite 2010 a Selva: BZ CasaClima C in AA reale: C: EPi in AA reale: CasaClima B in AA reale: B: EPi in AA reale: CasaClima A in AA reale: A: EPi in AA reale: CasaClima oro in AA reale: oro: EPi in AA reale: IE Calore > Classe G Classe F Classe E Classe D Classe C basso consumo Classe B Classe A Casa passiva Fig. 15: IEcalore di CasaClima in confronto tra l indice reale e l EPi riportato al IEcalore a Bolzano e Selva con S/V da 0,2-0,9 26

27 Il calcolo CasaClima NON è un calcolo per progettazione, ma un calcolo di confronto, per arrivare in un modo semplicissimo a valori di indici energetici e poterli classificare meglio. Consigliamo di usare per la progettazione il programma PHPP [12] o WaVE [17]. Poiché si riferisce sempre al clima di Bolzano ovvero al capoluogo provinciale, non sussiste la problematica di dover attribuire limiti dei valori U alle diverse zone climatiche provinciali. Questo semplifica molto la certificazione energetica provinciale e dà a produttori di case e strutture prefabbricate la possibilità di certificare i loro sistemi, senza dover diversificarli a seconda delle diverse zone nella stessa provincia. Un tale sistema allontana l esattezza del programma di calcolo CasaClima dalla progettazione reale, sia per l Alto Adige che per le altre province d Italia. L immagine precedente rende ben evidente la differenza tra l indice di calore reale e quello di CasaClima: un edificio certificato CasaClima C (< 70 kwh/m²a) potrebbe avere un indice calore reale tra il 148 kwh/ m²a (Selva in Val Gardena) e 48 kwh/m²a (Cortaccia). A sinistra abbiamo riportato i limiti imposti dal D.lgs. 311/06 per Bolzano e si può notare, che i limiti imposti dal sistema CasaClima con S/V bassi non rientrano nei limiti imposti dal D.lgs 311/06. Ricordiamo però che soltanto edifici dalla classe B in giù possono prendere il nome CasaClima. Purtroppo anche per questo livello vediamo che non rientrano nei limiti imposti dal 2010 per Bolzano e già ora in vigore in Lombardia e Piemonte. Il seguente diagramma elenca i valori limiti consigliati dell ufficio Aria e Rumore di Bolzano per i tetti. Abbiamo poi riportato nel diagramma valori U dei tetti già analizzati prima nell ambito del D.lgs. 311/06; CasaClima richiede comunque valori in generale più restrittivi dei limiti vigenti. Cm coibente [cm] Tetto laterocemento [W/m²K] Tetto in legno [W/m²K] 0 2,253 2, ,058 1, ,692 0, ,514 0, ,409 0, ,339 0, ,290 0, ,253 0, ,225 0, ,202 0, ,184 0, ,168 0, ,155 0, ,144 0, ,134 0, ,126 0,127 Classe C Classe B Classe A 0,25-0,4 0,15-0,25 0,1-0,2 0,400 W/m²K 0,350 W/m²K 0,300 W/m²K 0,250 W/m²K 0,200 W/m²K 0,150 W/m²K Trasmittanze di tetti: valori consigliati CasaClima Classe C 8-15 cm Classe B cm Classe A cm Tetto laterocemento Tetto in legno 0,100 W/m²K 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Fig. 16: Valori U consigliati per tetti per le diverse classi CasaClima, con i rispettivi cm di coibentazione Per specificare i limiti dei valori U, l ufficio Aria e Rumore spiega giustamente che: Non solo la scelta di materiali adatti garantisce lo standard CasaClima, ma sono rilevanti anche la compattezza, l orientamento di un edificio, ecc. Riassunto Riwega: I limiti di valori U per tetti del D.lgs. 311/06 vengono interpretati per quello che sono: limiti di resistenza termica minima per affrontare le rischieste crescenti di prestazioni termiche. NON sono valori consigliati, ma quelli minimi imposti per legge. Consigliamo di usare valori U almeno il 30% più bassi. 27

28 Seguono i valori U consigliati da CasaClima, per raggiungere determinati livelli energetici (clima Bolzano): Classe C: Classe B: Classe A: trasmittanza U da 0,40 0,25 W/m²K trasmittanza U da 0,25 0,15 W/m²K trasmittanza U da 0,20 0,10 W/m²K Tipologia coibente sopra le travi Classe CasaClima C B A Spessore coibente 9-15 cm cm cm Esempio con coibentazione: Fibra di legno λ = 0,04 W/mK Tipologia coibente tra le travi Classe CasaClima C B A Spessore coibente cm cm cm Esempio con coibentazione: Cellulosa soffiata λ = 0,04 W/mK Tipologia tetto in laterocemento Classe CasaClima C B A Spessore coibente 9-15 cm cm cm Esempio con coibentazione: Polistirene espanso λ = 0,035 W/mK 3.7 CENED la certificazione energetica in Lombardia Dal 1 settembre 2007 è entrata in vigore la certificazione energetica di edifici in Lombardia. Gli enti preposti allo sviluppo e gestione del sistema sono i punti energia, gli sportelli per la consulenza energetica regionale. 28

29 La legge regionale impone tre limiti: Limiti per l indice del fabbisogno energetico per riscaldamento invernale primario EPH (corrisponde a EPi) Limite per il rendimento globale medio stagionale dell impianto di riscaldamento Limiti delle trasmittanze Edifici residenziali EPH [kwh/m²a] Limiti di EPH per edifici dal Edifici non residenziali EPH [kwh/m²³] Classe energetica Zona E Zona F1 Zona F gg gg gg A+ < 14 < 20 < 25 A B C D E F G Classe energetica Zona E Zona F1 Zona F gg gg gg A+ < 3 < 4 < 5 A B C D E F G Limite del rendimento dell impianto di riscaldamento: η g,h log (Pn) Limiti della trasmittanza per strutture edilizia [W/m²a] Zona clim. Pareti Coperture Pavimenti Serramenti D 0,36 0,32 0,36 2,40 E 0,34 0,30 0,33 2,20 F 0,33 0,29 0,32 2,00 Tab. 4: Tabella dei limiti valori U Cm coibente [cm] Tetto laterocemento [W/m²K] Tetto in legno [W/m²K] 0 2,253 2, ,058 1, ,692 0, ,514 0, ,409 0, ,339 0, ,290 0, ,253 0, ,225 0, ,202 0, ,184 0, ,168 0, ,155 0, ,144 0, ,134 0, ,126 0,127 Zona D Zona E Zona F < 0,32 < 0,30 < 0,29 0,400 W/m²K 0,350 W/m²K 0,300 W/m²K 0,250 W/m²K 0,200 W/m²K 0,150 W/m²K Fig. 17: Limiti U di tetti della certificazione CENED in Lombardia Trasmittanze di tetti: valori consigliati CasaClima Zona D 0,32 W/m²K Zona E 0,30 W/m²K Tetto laterocemento Tetto in legno Zona F 0,29 W/m²K 0,100 W/m²K 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 29

30 5 Sottotetti vivibili d estate Per ridurre il surriscaldamento estivo nella mansarda, si cerca di costruire un tetto a basso passaggio di calore estivo. Purtroppo non sempre un tetto costruito bene per ridurre il passaggio del calore estivo, garantisce temperature gradevoli d estate in tutto l appartamento. Spesso da un unica finestra nel tetto entra più calore che dell intera superficie del tetto. Per questo motivo consigliamo di guardare, nella ricerca del comfort estivo, anche altri parametri, come ad esempio: vetrate verticali ed orizzontali (ombreggiamento) carichi termici interni ventilazione naturale notturna dell appartamento 5.1 Le ore surriscaldate > 25 C La nuova normativa UNI EN ISO può essere usata per calcolare il livello di comfort di edifici, correllando gli apporti energetici estivi alla percentuale di ore sopra la temperatura operante di comfort estivo 25 C. Se l edificio supera il 10% di ore sopra la temperatura operante di 25 C, l edificio non offre abbastanza comfort estivo e dev essere climatizzato (vedi [13], [16]). Relazione tra la percentuale di persone insoddisfatti per la temperatura troppo alta PMV e le ore di temperatura operante dentro l edificio sopra 25% per Milano. [15] Ore con PMV > 0,5 (10% di insoddisfatti) Ore con temperatura operante > 25 C; edifici a Milano Parametri analizzati: Massa della costruzione Percentuale vetrata Ricambio d aria Ora di ricambio Tempo di utilizzazione Apporti interni di calore Orientamento della facciata Il parametro delle ore surriscaldate d estate (con il limite di 25 C) da direttamente un informazione di comfort abitativo estivo dell edificio. 5.2 Analisi PHI di un appartamento tipo Per quantificare l incidenza del tetto sul surriscaldamento estivo nella mansarda, l Istituto per case passive PHI del Dr. Feist di Darmstadt [8] ha analizzato con calcoli di simulazione dinamica un appartamento tipo con i seguenti dati base: Superficie utile calpestabile 80 m² Percentuale di vetrate ca. 25% della superficie totale della facciata Superficie utile calpestabile 80 m² Ombreggiamento Vetrate est/ovest sono ombreggiate al 30% 30

31 Ventilazione Con impianto di ventilazione continuo. Ventilazione naturale dalle finestre soltanto, quando - la temperatura dell aria interna è superiore a 24 C e - la temperatura dell aria interna supera quella esterna (notte) Ricambio d aria finestre Il ricambio d aria naturale dalle finestre viaggia a 1,5 nell appartamento tipo grazie alla presenza di finestre inclinate. Carico termico interno 2,1 W/m² Tipo di costruzione Pareti di calcestruzzo con cappotto, pareti interne in strutture di legno coibentate, solai in calcestruzzo. Valore U parete esterna U = 0,128 W/m²K Valore U tetto Variabile per i diversi calcoli Finestre U g = 0,7 W/m²K, U f = 0,7 W/m²K, g = 50% Valore Uw medio dei serramenti montati: 0,86 W/m²K Dati climatici Anno climatico di riferimento Francoforte, temperature esterne fino a 31,4 C Tenuta all aria N 50 0,6 h-1 È stato scelto un appartamento a livello passivo per poter meglio escludere effetti non dipendenti dal tetto. Per ridurre il passaggio di calore nel tetto vengono analizzati i seguenti aspetti: gli spessori della coibentazione (valore U) il colore della copertura la ventilazione (macroventilazione) del tetto secondo DIN la massa o meglio l inerzia termica del tetto 5.3 L effetto della trasmittanza (valore U) Aumentando gli spessori di coibentazione diminuisce anche la perdita di calore, perchè aumenta la resistenza termica. Questa resistenza termica ostacola anche il passaggio di calore estivo? Per rispondere a questa domanda il PHI ha analizzato il tetto piano con diversi spessori di coibentazione. È stato scelto il tetto piano senza ventilazione per eliminare l effetto di ventilazione o della direzione del tetto. La copertura è del tipo di una copertura bituminosa rossa. Il diagramma evidenzia l effetto positivo della coibentazione per ridurre il surriscaldamento estivo. L andamento è però simile alla curva della trasmittanza unitaria U: l effetto diminuisce con l aumento degli spessori. La tabella e il diagramma mostrano i risultati: ridurre il surriscaldamento estivo aumentando la coibentazione. Tetto piano non ventilato Valore U Spessore coibente Cop. bitum. rossa ε = 0,93 α = 0,88 0,74 W/m²K 4 cm 9,74% 0,44 W/m²K 7 cm 7,13% 0,32 W/m²K 10 cm 5,57% 0,24 W/m²K 14 cm 4,78% 0,14 W/m²K 25 cm 3,30% 0,10 W/m²K 36 cm 2,87% 15% 0,75 W/m²K 14% Surriscaldamento 0,70 W/m²K 13% Valore U Tetto piano in c.s. non ventilato 0,65 W/m²K 12% 0,60 W/m²K Limite ore surriscaldate 11% 0,55 W/m²K 10% 0,50 W/m²K 9% 0,45 W/m²K 8% 0,40 W/m²K 7% 0,35 W/m²K 6% 0,30 W/m²K 5% 0,25 W/m²K 4% 0,20 W/m²K 3% 0,15 W/m²K 2% 0,10 W/m²K 1% 0,05 W/m²K 0% 0,00 W/m²K 4 cm cm 5 cm 6 cm 7 cm 8 cm 9 cm 10 cm 11 cm 12 cm 13 cm 14 cm 15 cm 16 cm 17 cm 18 cm 19 cm 20 cm 21 cm 22 cm 23 cm 24 cm 25 cm 26 cm 27 cm 28 cm 29 cm 30 cm 31 cm 32 cm 33 cm 34 cm 35 cm 36 31

32 5.4 L effetto del colore della copertura Per analizzare, se anche il colore della copertura influisce sul surriscaldamento nella mansarda, il PHI ha ripetuto le simulazioni dinamiche per il tetto piano non ventilato e cambiato la copertura. È stata scelta come alternativa sulla copertura reale in lamiera zincata una copertura bituminosa rossa e una copertura bituminosa grigia chiara (vedi i valori di assorbimento a ed emissione e). È stato scelto il tetto piano senza ventilazione per eliminare l effetto di ventilazione o la direzione del tetto. Valore U Spessore coibente Tetto piano in c.s. non ventilato Cop. bitum. chiara cop. bitum. rossa Lamiera zincata ε = 0,93 α = 0,30 ε = 0,93 α = 0,88 ε = 0,28 α = 0,64 0,74 W/m²K 4 cm 0,87% 9,74% 14,35% 0,44 W/m²K 7 cm 0,87% 7,13% 10,78% 0,32 W/m²K 10 cm 0,96% 5,57% 8,43% 0,24 W/m²K 14 cm 1,04% 4,78% 6,78% 0,14 W/m²K 25 cm 1,22% 3,30% 4,52% 0,10 W/m²K 36 cm 1,23% 2,87% 3,74% 15% 14% 13% 12% 11% 10% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% Tetto piano in c.s. non ventilato Cop. bitum. chiara Cop. bitum. rossa Lamiera zincata Limite ore surriscaldate 0% 0,74 W/m²K 0,44 W/m²K 0,32 W/m²K 0,24 W/m²K 0,14 W/m²K 0,10 W/m²K Fig. 18: Percentuale di ore surriscaldate con diverse coperture e valori U nel tetto piano non ventilato [8] Riducendo il valore U con l aumento degli spessori di coibentazione, si riducono molto le ore di surriscaldamento. Nel caso di coperture a colori molto chiari, invece, le ore surriscaldate dipendono poco dai bassi valori di U. 5.5 L effetto della ventilazione Dopo aver constatato che la coibentazione è molto importante per coperture di colore scuro, si è cercato di scoprire il ruolo della ventilazione. Per aumentare l effetto si era scelto un tetto particolarmente inclinato, con 40, e diretto verso sud. In questo caso le guaine sono state sostituite da tegole engobiate nel colore scuro e chiaro. Dalla tabella riassuntiva si può notare l effetto positivo, soprattutto con trasmittanze U alti, risultato di poca coibentazione. 32

33 Valore U Spessore coibente Tetto inclinato (40 verso Sud) in c.s. ventilato Tegola chiara Tegola scura Lamiera zincata ε = 0,93 α = 0,26 ε = 0,93 α = 0,88 ε = 0,28 α = 0,64 0,74 W/m²K 4 cm 0,53% 8,00% 11,47% 0,44 W/m²K 7 cm 0,68% 5,92% 8,53% 0,32 W/m²K 10 cm 0,75% 4,80% 6,84% 0,24 W/m²K 14 cm 1,84% 4,00% 5,69% 0,14 W/m²K 25 cm 1,07% 3,02% 3,91% 0,10 W/m²K 36 cm 1,16% 2,58% 3,25% 15% 14% 13% 12% 11% 10% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% Tetto inclinato (40 ) in legno ventilato Tegola chiara Tegola scura Lamiera zincata Limite ore surriscaldate 0% 0,74 W/m²K 0,44 W/m²K 0,32 W/m²K 0,24 W/m²K 0,14 W/m²K 0,10 W/m²K Fig. 19: Percentuale di ore surriscaldate con diverse coperture e valori U nel tetto inclinato macroventilato [8] L effetto positivo della ventilazione in tetti poco coibentati (U > 0,44 W/m²K) risulta ancora più evidente se confrontiamo direttamente la stessa copertura (la tegola engobiata nel colore scuro e la copertura bituminosa rossa hanno gli stessi valori d assorbimento a ed emissione calore e) nel tetto piano non ventilato e nel tetto inclinato ventilato. Valore U Coperture uguali termicamente ε = 0,93 α = 0,88 Spessore coibente Tetto piano non ventilato Tetto inclinato (40 a Sud) ventilato 0,74 W/m²K 4 cm 9,74% 8,00% 0,44 W/m²K 7 cm 7,13% 5,92% 0,32 W/m²K 10 cm 5,57% 4,80% 0,24 W/m²K 14 cm 4,78% 4,00% 0,14 W/m²K 25 cm 3,30% 3,02% 0,10 W/m²K 36 cm 2,87 2,58% 33

34 15% 14% 13% 12% 11% 10% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% Tetto piano non ventilato Tetto inclinato (40 verso Sud) macroventilato Limite ore surriscaldate 2% 0,74 W/m²K 0,44 W/m²K 0,32 W/m²K 0,24 W/m²K 0,14 W/m²K 0,10 W/m²K Fig. 20: Percentuale di ore surriscaldate con diversi valori U con coperture scure nel tetto inclinato macroventilato e piano [8] 5.6 L effetto dell inerzia termica (massa) Per verificare, se la massa influisce molto sul passaggio di calore estivo il PHI ha variato le tipoligie del tetto ed analizzato le seguenti varianti: Tipologia tetto Coibente U: 0,117 U: 0,271 Legno Lana minerale 64 kj/m2k 59 kj/m2k Legno Cellulosa 78 kj/m2k 73 kj/m2k Legno + CG Lana minerale + CG 97 kj/m2k 72 kj/m2k Legno Truccioli di legno 215 kj/m2k 120 kj/m2k Laterocemento PS espanso 354 kj/m2k 348 kj/m2k Calcestruzzo PS espanso 566 kj/m2k 558 kj/m2k Tipologie di tetti con diverse trasmittanze: U = 0,117 W/m²K (livello passivo) e U = 0,271 W/m²K (livello Classe C). Come mostra la tabella la massa ha un effetto minimo sulle ore surriscaldate (1-2%). Influisce maggiormente, invece, il colore della copertura (1-3 %) e la trasmittanza del tetto (valore U). 10,00 % 9,00 % 8,00 % 7,00 % 6,00 % 5,00 % 4,00 % 3,00 % 2,00 % 1,00 % U = 0,117 W/m²K Legno Lana minerale Legno Cellulosa Legno & CG Lana minerale Legno Truccioli di legno Calcestruzzo PS espanso 0,00 % Copertura chiara Copertura catramata Fig. 21: Percentuale di ore surriscaldate per un tetto piatto con diverse capacità termiche raggruppate secondo le tipologie di colori della copertura, con una trasmittanza pari a 0,117 W/m²K. Fonte: PHI [8] 34

35 10,00 % 9,00 % 8,00 % 7,00 % 6,00 % 5,00 % 4,00 % 3,00 % 2,00 % 1,00 % U = 0,117 W/m²K Legno Lana minerale Legno Cellulosa Legno & CG Lana minerale Legno Truccioli di legno Calcestruzzo PS espanso 0,00 % Copertura chiara Copertura catramata Fig. 22: Percentuale di ore surriscaldate per un tetto piatto con diverse capacità termiche raggruppate secondo tipologie di colori della copertura, con trasmittanza pari a 0,271 W/m²K. Fonte: PHI [8] 5.7 Riassunto surriscaldamento estivo Riassumiamo i risultati di questo studio sull importanza del tetto per il surriscaldamento estivo di un appartamento nella mansarda: Aumentando gli spessori di coibentazione (partendo da un minimo di 4 cm) si riesce a ridurre le ore surriscaldate - in tetti con copertura in lamiera con 10 cm ca. del 5-6 %, con 30 cm ca. del 8-11 % - in tetti con coperture scure o rosse con 10 cm ca. del 3-4%, con 30 cm ca. del 5-6 % - in tetti con coperture chiare o riflettenti non ha effetto; Il colore della copertura ha l effetto più grande: con spessori di coibentazione da 4 cm, il colore può ridurre ca. del 12%, con 10 cm ca. del 4% e con 30 cm ca. del 2%. La ventilazione riduce le ore surriscaldate del 2-3%, quando il tetto ha meno di 6 cm. L effetto si riduce sotto 1% con spessori di coibentazione oltre i 14 cm. In tetti con coperture chiare o riflettenti non ha effetto neanche la ventilazione. L inerzia termica (la massa) può ridurre le ore surriscaldate ca. del 2%. Riassunto Riwega: La ventilazione riduce il passaggio di calore nel tetto. Con spessore ragionevole (12-18 cm) invece, aiuta in prima linea a tenere asciutto il tetto e la coibentazione per garantirne le prestazioni del tetto nel tempo. 35

36 6 Conviene coibentare il tetto? 6.1 Introduzione al sistema di calcolo del valore attuale Spesso ci troviamo a confrontarci con la domanda se la coibentazione conviene. Con la coibentazione possiamo ridurre le perdite di calore invernale e il surriscaldamento estivo nel sottotetto abitato e con ciò anche i rispettivi costi. Oltre a diminuire le spese però, si aumenta anche il benessere abitativo e, evitando ponti termici, la resistenza della struttura nel tempo. Soprattutto di quest ultimo aspetto teniamo conto quando effettuiamo i calcoli. Ciò nonostante ci limitiamo nei calcoli seguenti soltanto agli aspetti fondamenti di carattere finanziario: Il costo della coibentazione: Non consideriamo il costo del tetto stesso, poiché ci limitiamo a ricercare lo spessore di coibentazione più economico. In ogni caso ci sono però i costi fissi per l orditura e perline in legno, per i freni al vapore e i teli traspiranti, per la ventilazione (controlistello) e per la copertura (listello portategola, tegola,...). Per la spiegazione dettagliata si rimanda al [10]. Si è anche tralasciato il costo del lavoro di posa e di trasporto, perché uguale per i diversi spessori. Soltanto ad ogni aggiunta di 10 cm di spessore abbiamo considerato un aumento forfettario dei costi, relativo al lavoro di applicazione e fissaggio di un secondo o terzo pannello. I costi si riferiscono sempre al metro quadrato del tetto. Valore attuale dell investimento Punto convenienza coibentazione tetto: valore attuale coibente VA Coibente /m²tetto Salto Salto cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Costo iniziale per coibente Per calcolare il guadagno nei costi di riscaldamento e raffrescamento tramite l investimento strettamente dipendente dai cm di coibente, abbiamo utilizzato il metodo Valore Attuale. Abbiamo scelto innanzitutto di esaminare un periodo di tempo limitato a 20 anni, dalla durata quindi ragionevole. Si definisce il tempo di durata della struttura o della coibentazione. Abbiamo fissato la durata a 50 anni, un minimo che troviamo in tetti costruiti secondo i criteri dell edilizia moderna. Dopo 20 anni rimane una parte di valore sottratta col calcolo Valore Attuale. Il costo di 10 cm di coibentazione viene così aggiornato secondo il valore attuale (considerando l inflazione e gli interessi) e lasciando una parte come valore residuo dopo 20 anni. Quali materiali da coibentazione abbiamo analizzato i due già trattati nella parte precedente: la fibra di legno e il polistirene espanso. Di questi si era cercata una resistenza termica media e il rispettivo prezzo medio. 36

37 Il risparmio energetico: Ad ogni cm di coibentazione aggiunto, si riduce il costo energetico annuale per riscaldamento invernale e raffrescamento estivo. Per poter confrontare il costo energetico complessivo, si è sommato il costo energetico annuale per i 20 anni al valore attuale. Valore attuale dell energia VA Energia Costo continuo per riscaldamento e raffrescamento cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Non abbiamo considerato l aumento imprevedibile dei costi per combustibili, anche se sicuramente i prezzi subiranno nei prossimi 20 anni variazioni di prezzo, soprattutto per combustibili fossili come il metano e il gasolio, mentre si è riscontrato un calo di prezzo di pellets nell ultimo anno. Con combustibili costosi si ammortizzano spessori di coibentazione più grandi che con combustibili meno cari. Per questo motivo abbiamo preso in considerazione il gasolio, il metano, il pellets e la legna. Per il calcolo del risparmio di corrente elettrica per il condizionamento estivo, si è premesso un COP medio di 1,5, considerando nel calcolo un misto tra compressori tradizionali e pompe di calore. Per il costo della kwh di corrente elettrica abbiamo assunto 0,14 /kwh. La somma costi/risparmi: La somma dei costi e dei risparmi mostra una curva molto interessante. Con pochissimi cm di coibentazione, si ottiene una curva in discesa dei costi energetici, poiché il tetto non presenta notevole resistenza termica. Con l aumento degli spessori e di conseguenza della coibentazione, non si riduce però in proporzione il consumo. Per questo motivo diventa più importante il costo della coibentazione, che sta crescendo in modo quasi lineare. Tra l inizio discendente e la fine ascendente, si trova il punto economicamente ottimale: il punto più basso della curva delle somme, la quale corrisponde al miglior investimento possibile. Se si sottraggono cm, i costi totali nei prossimi 20 anni saranno più alti del punto ottimale, se si aumentano succede altrettanto. Poiché sul mercato reale ci sono tante variabili aggiuntive possibili, non ha senso concentrarsi troppo su quel punto teorico ottimale. Consigliamo di considerare una fascia, che al massimo si differenzia del 5% dal punto ottimale. Per risalire alla somma dei cm di coibentazione, si ricorre sempre al prossimo spessore intero. 37

38 Valore 170 attuale coibente energia Punto di convienza Fascia di convenienza: costo minimo (+5%) Somma VA Da 9 a 18 cm coibente 0 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Nell esempio il punto ottimale sarebbe raggiunto con 13 cm di coibentazione, mentre la fascia ottimale è compresa tra i 9 e 18 cm. In altre parole costa uguale se si coibenta con 18 o con 9 cm. Per tutti gli altri aspetti positivi che derivano dalla coibentazione consigliamo perciò sempre il limite superiore di questa fascia ottimale, nel nostro esempio 18 cm di coibentazione tetto. Poiché i diagrammi del punto di convenienza dipendono da tante variabili (clima, combustibile, materiale da coibentazione, periodo di calcolo, periodo di utilizzo, differenza da far rientrare nella fascia ottimale,...) abbiamo accostato ai diagrammi anche l etichetta riassuntiva dei valori predefiniti. Le ultime due righe definiscono lo spessore di partenza e quello finale della fascia di convenienza: 9-18 cm. Riassunto Luogo: Bolzano Combustiblie: Metano Coibente: Fibra di legno Periodo: 20 anni Costo minimo: 30,63 Range +5%: 32,17 Spessore Min: 9 cm Spessore Max: 18 cm Attenzione! Ripetiamo, che questi valori sono raggiungibili soltanto, se abbiamo una buona tenuta all aria. Riassunto Riwega: Il calcolo valore attuale serve a definire il punto e la fascia di convenienza, che sono lo spessore e il costo totale minore e la fascia di spessori fino al massimo del 5% dei costi in più del minimo. Utilizzate sempre lo spessore maggiore, perché non vi costa niente di più, pur offrendovi molti altri vantaggi, come sicurezza e garanzia sulle prestazioni termiche, strutturali e di benessere generale. 38

39 Il diagramma finale riassume le tre linee e la fascia ottimale degli spessori di coibentazione: E/m²tetto Fig. 23: Diagramma della fascia convenienza di un metro quadrato di superficie tetto 6.2 Trovare il punto convenienza Riassumiamo ora le variabili messe a confronto: Punto convenienza coibentazione tetto VA Coibente VA Energia Somma VA cm 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Clima: per evidenziare i campi d azione, abbiamo scelto un clima relativamente freddo del nord (città di Bolzano; GG) e la capitale come città situata in un clima abbastanza mite (Roma, GG). In Italia ci sono però anche località molto più fredde come Selva in Val Gardena (oltre GG) e più calde come Amantea (CS; 192 GG). A Roma abbiamo considerato anche il consumo energetico per raffrescamento e deumidificazione, mentre per Bolzano soltanto una piccola parte di raffrescamento estivo. Edificio: Anche l edificio incide nella sua architettura e geometria. Abbiamo cercato di calcolare tutto rispetto al metro quadrato di superficie del tetto; ciò non dovrebbe però cambiare di molto i risultati. Combustibili: l aumento enorme dei prezzi dei combustibili fossili ci ha portato a ricercare alternative presenti in tutta Italia, come pellets e legna. Come dimostrato da studi analoghi, soprattutto il privato dovrebbe investire nel risparmio energetico, perché sono le famiglie a risentirne maggiormente, quando i prezzi monopolizzati cambiano come negli ultimi mesi. Per un confronto dettagliato ci siamo limitati al metano, combustibile in grande crescita, anche se secondo il protocollo di Kyoto dovrebbe già essere in diminuzione. Materiali da coibentazione: nel passato il tetto più presente in Italia era in laterocemento coibentato con polistirene espanso. Per completezza e per la sua grande ripresa negli ultimi anni, abbiamo valutato il tetto in legno coibentato con fibra di legno. D altronde, fino a poco tempo fa, quasi tutti i tetti d Italia erano in legno. In entrambi i casi non abbiamo scelto valori di conducibilità più bassi ritrovabili nei migliori prodotti, ma prodotti di media qualità. Sia per il polistirene espanso (soprattutto i nuovi prodotti alla graffite) che per la fibra di legno, esistono materiali con conducibilità termiche più basse. Nei seguenti diagrammi del punto convenienza sono visibili i dettagli dei calcoli eseguiti. In ogni caso (con metano come combustibile per il riscaldamento invernale) il minimo consigliato sia in un clima del nord che nell Italia centrale è lo spessore di almeno 12 cm di coibente: 39

40 a m² Punto convenienza coibentazione tetto Fibra di legno BZ metano VA Coibente VA Energia Somma VA cm 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Diagramma punto convenienza 1 Riassunto Luogo: Bolzano Combustibile: Metano Coibente: Fibra di legno Periodo: 20 anni Costo minimo: 30,63 Range + 5%: 32,17 Spessore Min: 9 cm Spessore Max: 19 cm a m² Punto convenienza coibentazione tetto EPS BZ metano VA Coibente VA Energia Somma VA cm 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Diagramma punto convenienza 2 Riassunto Luogo: Bolzano Combustibile: Metano Coibente: PS espanso Periodo: 20 anni Costo minimo: 23,82 Range + 5%: 25,01 Spessore Min: 13 cm Spessore Max: 23 cm a m² Punto convenienza coibentazione tetto Fibra di legno Roma metano VA Coibente VA Energia Somma VA cm 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Diagramma punto convenienza 3 Riassunto Luogo: Roma Combustibile: Metano Coibente: PS espanso Periodo: 20 anni Costo minimo: 21,77 Range + 5%: 22,86 Spessore Min: 7 cm Spessore Max: 12 cm a m² Punto convenienza coibentazione tetto EPS Roma metano VA Coibente VA Energia Somma VA cm 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Diagramma punto convenienza 4 Riassunto Luogo: Roma Combustibile: Metano Coibente: PS espanso Periodo: 20 anni Costo minimo: 17,23 Range + 5%: 18,09 Spessore Min: 9 cm Spessore Max: 18 cm 40

41 6.3 Anni riferimento del valore attuale Come precedentemente spiegato, abbiamo considerato 20 anni come periodo di riferimento nel calcolo del valore attuale (periodo nel quale si tiene conto del risparmio energetico) e 50 anni come periodo di utilizzo del tetto (durata del tetto). Questi 20 anni possono apparire interminabili, quando si parla di costi ammortizzabili. Spesso i privati prendono in considerazione soltanto 5, max 10 anni. Tutto quello che supera i 10 anni di ammortamento non è tenuto in considerazione. Proprio per questo motivo abbiamo scelto il metodo di calcolo del valore attuale, a m² Punto convenienza coibentazione tetto: 5 anni cm 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm perchè trova il punto di convenienza indipendentemente dal periodo di riferimento. Nei grafici seguenti abbiamo ripetuto il calcolo del tetto in fibra di legno con il combustibile Metano e il clima di Bolzano per spiegare meglio questo aspetto. Quando si introduce nel calcolo anche il valore residuo dopo il tempo di riferimento, il punto di convenienza non cambia (vedi diagrammi con 5, 20 e 50 anni). Cambiano soltanto i valori assoluti di risparmio. Nei diagrammi cambia il valore dell asse a sinistra, che mostra il denaro al valore attuale investito e risparmiato. VA Coibente VA Energia Somma VA Diagramma punto convenienza 5 anni Riassunto Luogo: Bolzano Combustibile: Metano Coibente: Fibra di legno Periodo: 5 anni Costo minimo: 9,74 Range + 5%: 10,23 Spessore Min: 9 cm Spessore Max: 18 cm a m² a m² Punto convenienza coibentazione tetto: 20 anni 9 18 cm VA Coibente VA Energia Somma VA 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Punto convenienza coibentazione tetto: 20 anni 9 18 cm VA Coibente VA Energia Somma VA 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Diagramma punto convenienza 20 anni Riassunto Luogo: Bolzano Combustibile: Metano Coibente: Fibra di legno Periodo: 20 anni Costo minimo: 30,63 Range + 5%: 32,17 Spessore Min: 9 cm Spessore Max: 18 cm Diagramma punto convenienza 50 anni Riassunto Luogo: Bolzano Combustibile: Metano Coibente: Fibra di legno Periodo: 50 anni Costo minimo: 50,57 Range + 5%: 53,10 Spessore Min: 9 cm Spessore Max: 18 cm 41

42 Con un periodo breve come 5 anni, il risparmio energetico è minimo, ma anche l investimento reale della coibentazione, perché dopo 5 anni rimane un valore residuo della coibentazione molto alto. Dopo 50 anni si è risparmiata molta energia, però si è anche investito praticamente tutto il costo della coibentazione; termina infatti il periodo di utilizzo del tetto e con questo si riduce anche il valore residuo a zero. 6.4 Riassunto valore attuale Con questo abbiamo voluto dimostrare la validità del calcolo valore attuale, e procediamo col riassunto delle fasce convenienza dei calcoli con diversi combustibili, diversi materiali da coibentazione e diverse zone climatiche: Fibra di legno Gasolio Metano Pellets Legna Bolzano (2.700 GG) cm 9-19 cm 7-13 cm 5-11 cm Roma (1.400 GG) 9-18 cm 7-12 cm 6-11 cm 5-9 cm EPS Gasolio Metano Pellets Legna Bolzano (2.700 GG) 17-31cm cm 9-19 cm 7-11 cm Roma (1.400 GG) cm 9-18 cm 8-11 cm 6-11 cm BZ: Fibra di legno BZ: EPS Roma: Fibra di legno Roma: EPS Spessore di coibentazione economicamnete ottimali [cm] Gasolio Metano Pellets Legna Fig. 24: Riassunto delle fasce convenienza per le varie tipologie e le zone climatiche Bolzano e Roma 42

43 6.5 Ammortamento lineare Il calcolo del valore attuale non va purtroppo sottovalutato. Soprattutto per clienti non esperti o artigiani sarebbe un calcolo troppo complesso per usarlo frequentemente. Nella vita quotidiana si propone come alternativa spesso il calcolo di ammortamento lineare. In questo si definisce il costo iniziale C per la coibentazione, si cerca il risparmio annuale R e dalla divisione del primo per il secondo si ottiene il tempo t, entro il quale il costo iniziale viene ammortizzato con i risparmi annuali: t ritorno = C iniziale R annuale [anni] (Payback semplice) La seguente tabella riassume i calcoli: per ogni spessore di coibente (prima riga) abbiamo calcolato il tempo di ritorno dell investimento con ammortamento lineare, entro il quale cioè il costo della coibentazione viene ammortizzato totalmente (ultima riga). 4 cm di coibente per esempio vengono ammortizzati in 0,82 anni. Spessore 0 cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 30 cm 50 cm 100 cm Costi Coibente 0,00 3,60 7,20 10,80 14,40 18,00 22,60 26,20 29,80 33,40 37,00 56,00 92,00 182,00 Valore U [W/m²K] 2,826 1,171 0,739 0,539 0,425 0,350 0,298 0,259 0,230 0,206 0,187 0,127 0,078 0,039 Ore surriscaldate 50% 20% 10% 7% 6% 5% 5% 5% 4% 4% 4% 3% 3% 3% Perdita [kwh/a] 185,57 76,9 48,5 35,42 27,9 23,01 19,58 17,04 15,08 13,53 12,26 8,36 5,11 2,59 Apporti [kwh/a] 4,64 0,77 0,24 0,12 0,08 0,06 0,05 0,04 0,03 0,03 0,02 0,01 0,01 0,01 Costi energia [ /a] 11,75 4,76 2,98 2,17 1,17 1,41 1,20 1,04 0,92 0,83 0,75 0,51 0,31 0,16 Risparmio en. rispetto 0 cm 6,99 8,77 9,58 10,04 10,34 10,55 10,71 10,83 10,92 11,00 11,24 11,44 11,59 Risparmio en. risp. limlegge 0,30-3,57-1,79-0,98-0,51-0,21-0,00 0,15 0,27 0,37 0,44 0,68 0,88 11,04 Anni ammortamento lineare 0,52 0,82 1,13 1,43 1,74 2,14 2,45 2,75 3,06 3,36 4,98 8,04 15,7 Anni ammortamento lineare rispetto al limite di legge (12 cm a Bolzano) 30,41 30,17 32,17 34,67 50,34 79,82 154,88 Tab. 5: Ammortamento lineare dei costi della coibentazione per fibra di legno, clima Bolzano e combustibile metano. Quando il cliente invece chiede più correttamente, quale sia lo spessore ottimale per ammortizzare l ammontare entro 10 anni, la risposta sarà nel caso specifico i 9 cm Ammortamento lineare coibentazione tetto Costi Coibente Costi Energia [ /10a] Somma VA cm 2 cm 4 cm 6 cm 8 cm 10 cm 12 cm 14 cm 16 cm 18 cm 20 cm 22 cm 24 cm 26 cm 28 cm 30 cm Diagramma ammortamento lineare Senza valore residuo, interessi e inflazione. Riassunto Luogo: Bolzano Combustibile: Metano Coibente: Fibra di legno Periodo: 10 anni Costo minimo: 31,49 Range + 5%: 33,07 Spessore Min: 6 cm Spessore Max: 10 cm Lo spessore ottimale, coi maggiori vantaggi economici, si raggiunge con i primi centimetri di coibentazione, poiché rispecchia l andamento del valore U: i primi centimetri hanno incidenza maggiore sul valore U. Aumentando gli spessori, la riduzione della perdita non è proporzionale all aumento degli spessori bensì molto minore. Per questo motivo è sbagliato cercare il punto convenienza attraverso l ammortamento lineare, come evidenzia il diagramma sopra. 43

44 Riwega: teli USB dati tecnici - campi d applica LINEA TETTO Descrizione prodotto: Materiale e composizione prodotto: Campi d applicazione: Peso (g/mq): Valore Sd (m): Colonna d acqua (mm): Temperatura di resistenza: Resistenza strappo N/5 cm: Reazione al fuoco DIN USB CLASSIC USB CLASSIC LIGHT USB ELEFANT 100/150/200 Telo termosaldato a 140 con additivo speciale 1 strato: PP idrorepellente e stabilizzato ai Raggi UV colore verde 2 strato: PP membrana funzionale traspirante Sd 0,02 3 strato: PP assorbente protettivo tetto inclinato - sul lato esterno - a contatto con il coibente - sul tavolato grezzo Telo termosaldato a 140 con additivo speciale 1 strato: PP idrorepellente e stabilizzato ai Raggi UV colore blu 2 strato: PP membrana funzionale traspirante Sd 0,02 3 strato: PP assorbente protettivo tetto inclinato - sul lato esterno - a contatto con il coibente - sul tavolato grezzo ca. 180 ca. 145 ca. 238 >0,02 0,02 0,02 >4000 >4000 > /+90 C -40 /+90 C -40 /+90 C ca. 353 ca. 250 ca. 433 B2 B2 B2 Telo termosaldato a 140 con additivo speciale 1 strato: PP idrorepellente e stabilizzato ai Raggi UV colore rosso vinaccia 2 strato: PP membrana funzionale traspirante Sd 0,02 3 strato: PP rinforzato speciale ad alta resistenza tetto inclinato - sul lato esterno - a contatto con il coibente - sul tavolato grezzo - sulla caldana in CLS Tipo di sigillante o incollante da utilizzare (vedi depliant nastri adesivi USB): USB Tape 1 PE USB Tape Sil Estra USB Coll 50/80 USB Tape RIP USB Tape 1 PE USB Tape Sil Estra USB Coll 50/80 USB Tape 2 Acryl + Butyl USB Tape 1 PE USB Tape Sil Estra USB Coll 50/80 Versione con nastro adesivo incorporato SK Caratteristiche del prodotto: Di serie Su richiesta Di serie Altamente permeabile al vapore acqueo Impermeabile all acqua Impermeabile al vento Altamente permeabile al vapore acqueo Impermeabile all acqua Impermeabile al vento Altamente permeabile al vapore acqueo Impermeabile all acqua Impermeabile al vento 44 I dati tecnici si riferiscono a prove fatte secondo le norme EN nel febbraio Qualsiasi telo traspirante deve essere coperto dai raggi UV entro 3-4 mesi dalla messa in opera escluso il telo USB WINDTOP UV...

45 zione caratteristiche principali dei prodotti Teli ad alta traspirazione LINEA TETTO E PARETE USB FLAMXX USB WINDTOP REFLEX USB WINDTOP UV Telo termosaldato a 160 senza additivo 1 strato: PP idrorepellente, stabilizzato ai Raggi UV ed autoestinguente, colore blu 2 strato: PP membrana funzionale traspirante Sd 0,02 3 strato: PP autoestinguente colore grigio chiaro tetto inclinato - sul lato esterno - a contatto con il coibente - sul tavolato grezzo Telo termosaldato a 160 e microforato 1 strato: PP speciale nebulizzato in alluminio 2 strato: PP assorbente protettivo, colore grigio chiaro pareta in legno parte interna ed esterna tetto inclinato a contatto con il coibente (non come impermeabilizzazione) Telo termosaldato a strato: PU poliuretano speciale 2 strato: PES Poliestere colore nero parete in legno parte esterna tetto inclinato a contatto con il coibente USB WALL Telo termosaldato a 140 con additivo speciale 1 strato: PP normale, stabilizzato ai Raggi UV colore grigio 2 strato: PP membrana funzionale traspirante Sd 0,02 3 strato: PP assorbente protettivo parete in legno tetto inclinato molto pendente sul lato esterno ca. 153 ca. 115 ca ,02 0,08 0,19 >2000 >415 > /+90 C -40 /+90 C -40 /+90 C ca. 120 ca. 0,02 > /+90 C ca. 340 ca. 199 ca. 325 ca. 216 B1 B2 B2 B2 USB Tape 1 PE USB Tape Sil Estra USB Coll 50/80 USB Tape 2 Acryl + Butyl USB Tape REFLEX USB Coll 50/80 USB Tape 2 USB Tape UV USB Coll 50/80 USB Tape 2 USB Tape 1 PAP USB Tape Sil Estra USB Coll 50/80 USB Tape 2 Acryl + Butyl Di serie Di serie Di serie Di serie Telo altamente traspirante autoestinguente. Impermeabile all acqua Impermeabile al vento Telo altamente traspirante che riflette il calore. Impermeabile all aria/vento Telo altamente traspirante resistente ai raggi UV. Impermeabile all aria/vento Impermeabile all acqua Altamente permeabile al vapore acqueo Impermeabile all acqua Impermeabile al vento Dati aggiornati al febbraio 06 45

46 Riwega: teli USB dati tecnici - campi d applicazione Freni al vapore LINEA TETTO E PARETE Descrizione prodotto: Materiale e composizione prodotto: USB MICRO USB MICRO STRONG USB MICRO LIGHT Telo termosaldato a 140 con additivo speciale 1 strato: PP normale, stabilizzato ai Raggi UV colore beige 2 strato: PP membrana funzionale freno Sd>2,0 m 3 strato: PP assorbente protettivo Telo termosaldato a 140 con additivo speciale 1 strato: PP normale, stabilizzato ai Raggi UV colore beige 2 strato: PP membrana funzionale freno Sd>0,02 m 3 strato: PP speciale, rinforzato ad alta resistenza Telo termosaldato a 140 con additivo speciale 1 strato: PP normale, idrorepellente e stabilizzato ai Raggi UV colore giallo 2 strato: PP membrana funzionale freno Sd 0,02 m Campi d applicazione: tetto inclinato - sul lato interno - sul perlinato tetto inclinato - sul lato interno - sul tavolato grasso - sulla caldana in CLS - sul perlinato tetto inclinato molto pendente parete in legno - sul lato interno Peso (g/mq): Valore Sd (m): Colonna d acqua (mm): Temperatura di resistenza: Resistenza strappo N/5 cm: Reazione al fuoco DIN ca. 155 ca. 232 ca. 130 >2,0 >2,0 >5500 >9000 > /+90 C -40 /+90 C -40 /+90 C ca. 270 ca. 440 ca. 210 B2 B2 B2 Tipo di sigillante o incollante da utilizzare (vedi depliant nastri adesivi USB): USB Tape 1 Pap USB Tape Sil Estra USB Coll 80 USB Tape 2 Acryl + Butyl USB Tape 1 Pap USB Tape Sil Estra USB Coll 50/80 USB Tape 2 Acryl + Butyl USB Tape 1 Pap USB Tape Sil USB Coll 80 USB Tape 2 Acryl + Butyl Versione con nastro adesivo incorporato SK Caratteristiche del prodotto: Di serie Di serie Su richiesta Bassa permeabilità al vapore, su entrambi i lati Impermeabile all acqua Impermeabile all aria Bassa permeabilità al vapore, su entrambi i lati Impermeabile all acqua Impermeabile all aria Bassa permeabilità al vapore, su entrambi i lati Impermeabile all acqua Impermeabile all aria 46 Il telo freno al vapore deve essere posato sul lato interno, sotto la coibentazione.

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