3. FATTORI DI STATO AMBIENTALE

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1 Tabella 28c Impianti di diffusione televisiva (W/1000 ab.). FATTORI DI STATO AMBIENTALE La provincia di Milano non è solo una delle aree più urbanizzate e produttive d'europa. È anche una delle aree europee dove maggiore è la compromissione della qualità delle risorse ambientali, dell'aria, delle risorse idriche superficiali e sotterranee, dei suoli. Una compromissione che in parte dipende dall'eredità del passato e in parte dipende dalla sempre forte pressione attuale (in primo luogo dalla mobilità) su un ambiente sensibile anche per ragioni meteo-climatiche e morfologiche. Anche se sono diminuiti, talvolta in maniera drastica, gli inquinanti rilasciati dalle attività umane, non è ancora intervenuto un recupero della qualità degli ecosistemi. Nella provincia di Milano la qualità dell'aria risulta non conforme agli obiettivi normativi nella gran parte dei comuni su cui insistono punti di campionamento: nel 100% dei casi per le polveri, nel 60% dei casi per il biossido di azoto. I corsi d'acqua non rientrano negli obiettivi di qualità previsti al 2008 sotto il profilo delle condizioni chimiche e micro-biologiche nel 55% dei corpi idrici sottoposti e sotto il profilo della qualità biologica addirittura nel 70% dei casi. In 18 comuni almeno il 2% del totale del territorio risulta iscritto come area contaminata. Il rumore supera in oltre il 75% dei comuni i valori di riferimento e nella città di Milano questi valori (55 decibel notturni e 65 decibel diurni) sono superati in oltre il 90% dei casi. Le criticità ambientali risultano enfatizzate in tutte le maggiori concentrazioni urbane. Ciò nonostante la provincia di Milano è anche un'area di ricche potenzialità ambientali. Ma, poiché si tratta di un territorio interamente costruito e modellato dalla presenza umana, occorre oggi riavviare un processo di ri-costruzione della qualità ambientale. La provincia di Milano è sostanzialmente priva di aree naturali e boscate (pari oggi a circa il 4,4% a fronte di una media regionale del 9,1%), ma le aree agricole e semi-naturali coprono oggi più del 40% del territorio. Queste aree sono però state sottoposte a una forte alterazione, in primo luogo per effetto 45

2 dei processi di espansione e sprawling urbanistico e dell'industrializzazione delle colture agrarie, che ne ha provocato una forte frammentazione e la scomparsa di ambienti naturali e anche di articolati paesaggi agrari. Le misure di protezione e tutela esistenti il territorio della Provincia di Milano è interessato da 6 parchi regionali e da 14 parchi locali di interesse sovracomunale hanno comunque svolto un'azione di contenimento dei processi di urbanizzazione e di artificializzazione del territorio. L'agricoltura è caratterizzata, in maniera molto accentuata, da pratiche colturali intensive, con un ricorso ancora marginale anche in rapporto alla media nazionale all'agricoltura biologica e di qualità..1. QUALITÀ DELL'ARIA ncommento Nonostante la riduzione stimata delle emissioni, la qualità dell'aria mantiene forti elementi di criticità e persiste una diffusa situazione di non conformità agli obiettivi normativi, in particolare per le polveri sottili e per il biossido di azoto. Negli ultimi anni sembra essersi ridotto il tasso di miglioramento attivato nei decenni precedenti, prima dalla metanizzazione e poi dalla catalizzazione degli autoveicoli. Nel 2005 in tutti i comuni dotati di rilevamento del PM10 almeno una centralina ha superato la media annua imperativa. In 20 comuni su con rilevamento di NO 2 almeno una centralina ha superato la media annua imperativa per il Monossido di carbonio, anidride solforosa e benzene sono invece nella norma in tutti i punti di rilevamento. La distribuzione dei punti di rilevamento è limitata e non consente una comparazione adeguata tra i comuni CONCENTRAZIONE PM10 L'indicatore mostra la concentrazione media annuale massima in atmosfera di particolato fine (con diametro inferiore a 10 micron) registrata nelle centraline o campionatori di rilevamento della qualità dell'aria della rete di monitoraggio dell'arpa. In attuazione delle Direttiva Europee 1999/0/CE e 2000/69/CE, il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 pone come valore limite giornaliero per il PM10 50 µg/m e come limite annuo 40 µg/m (entrambi dovrebbero essere stati raggiunti dal 2005). 46

3 Tabella 29 Concentrazione di PM10 (µg/m ).1.2. CONCENTRAZIONE NO 2 L'indicatore mostra la concentrazione media annuale massima in atmosfera di biossido di azoto registrata nelle centraline o campionatori di rilevamento della qualità dell'aria della rete di monitoraggio dell'arpa. Il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002, che ha recepito le Direttive comunitarie 99/0/CE e 00/69/CE, pone come valore limite orario 200 µg/m (con un massimo di 18 superamenti all'anno) e come limite annuo per la protezione della salute umana 40 µg/m : entrambi i valori limite entreranno in vigore nel 2010, con un margine di tolleranza decre- scente a partire dal 2000; la soglia di allarme è fissata pari a 400 µg/m. Nel 2005 il valore limite della concentrazione annua era pari a 50 µg/m. Tabella 0a Concentrazione di NO 2 (µg/m ) 47

4 Tabella 0b Concentrazione di NO 2 (µg/m ).1.. CONCENTRAZIONE CO L'indicatore mostra la concentrazione media annuale massima in atmosfera di monossido di carbonio registrata nelle centraline o campionatori di rilevamento della qualità dell'aria della rete di monitoraggio dell'arpa. Il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002, emanato per ottemperare alla Direttiva Euro- 48

5 pea 2000/69/CE, fissa in 10 mg/m il valore limite per la massima media mobile giornaliera su 8 ore; tale limite è entrato in vigore nel 2005 e per gli anni precedenti è stato previsto un margine di tolleranza via via decrescente. Non esiste un limite annuo della concentrazione. Tabella 1 Concentrazione di CO (mg/m ).1.4. CONCENTRAZIONE DI BENZENE L'indicatore mostra la concentrazione media annuale massima in atmosfera di benzene registrata nelle centraline o campionatori di rilevamento della qualità dell'aria della rete di monitoraggio dell'arpa. Con l'entrata in vigore del DM n. 60 del 2 aprile 2002 viene stabilito ai fini della protezione della salute umana un limite alla concentrazione media annua pari a 5 µg/m, in vigore dal Per gli anni precedenti è previsto un margine di tolleranza via via decrescente, con una concentrazione che parte da 10 µg/m. Tabella 2 Concentrazione di benzene (µg/m ) 49

6 .1.5. CONCENTRAZIONE SO 2 L'indicatore mostra la concentrazione media annuale massima in atmosfera di biossido di zolfo registrata nelle centraline o campionatori di rilevamento della qualità dell'aria della rete di monitoraggio dell'arpa. Il Decreto Ministeriale n. 60 del 2 aprile 2002 pone come valore limite orario 50 µg/m e come limite giornaliero 125 µg/m, entrambi da raggiungere entro il Non è previsto limite annuale per la salute umana, è pari a 20 µg/m il limite annuale per la protezione della vegetazione. Tabella Concentrazione di SO 2 (µg/m ).2. QUALITÀ DELLE ACQUE ncommento Mentre l'adda e il Ticino sono caratterizzati da un buon livello di qualità, gli altri fiumi che attraversano la provincia di Milano sono in condizioni di grave inquinamento o comunque critiche, sia per il persistere di scarichi fognari non depurati che per la contaminazione accumulata. Anche la qualità delle risorse idriche sotterranee è stata gravemente compromessa, soprattutto negli anni passati. Gli obiettivi di qualità previsti per il 2008 classificata almeno come sufficiente sia nell'indice chimico che in quello biologico non sembrano conseguibili per la maggior parte delle risorse idriche superficiali. Dai campionamenti dei corpi idrici provinciali risulta almeno sufficiente secondo l'indice LIM (sui parametri chimici e microbiologici) il 45% dei casi monitorati (in miglioramento rispetto all'anno precedente), mentre sotto il profilo della qualità biologica (indicatore IBE) risulta sufficiente solo il 0% dei corsi d'acqua campionati. 50

7 .2.1. QUALITÀ RISORSE IDRICHE SUPERFICIALI - INDICE LIM L'indicatore fornisce il LIM (Livello Inquinamento da Macrodescrittori), calcolato a partire dai parametri rilevati nei punti di monitoraggio della rete di rilevamento della qualità delle acque dell'arpa. Il LIM è un indice di qualità chimica delle acque superficiali e si ottiene sommando i punteggi derivati dal calcolo del 75 percentile di sette parametri chimici, analizzati con frequenza mensile. Il livello varia da 1, non inquinato, (corrispondente al punteggio 560) a 5, livello più inquinato (punteggio 5). Incrociando il LIM e l'ibe (v. indicatore seguente) e considerando il peggiore dei due si ottiene il SECA (Stato Ecologico del Corso d'acqua), che esprime la complessità degli ecosistemi acquatici. Dal valore del SECA e delle concentrazioni dei principali inquinanti si ottiene il SACA (Stato Ambientale del Corso d'acqua). Quest'ultimo indice consente di evidenziare e verificare, per le singole stazioni di campionamento e per i diversi tratti di un corso d'acqua, le eventuali variazioni della qualità ambientale e la rispondenza agli obiettivi definiti dalla normativa nazionale. Al file della tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee, il D.Lgs. n. 152/1999 (modificato e integrato dal D.Lgs. n. 258/2000) definisce gli obiettivi minimi di qualità ambientale dei corpi idrici significativi. Gli obiettivi sono: mantenere, ove già esistente, lo stato di qualità elevato; mantenere o conseguire lo stato di qualità sufficiente entro il ; mantenere o conseguire lo stato di qualità buono entro il Tabella 4 Qualità risorse idriche superficiali - indice LIM (livello) 51

8 .2.2. QUALITÀ RISORSE IDRICHE SUPERFICIALI - INDICE IBE L'indicatore fornisce l'ibe (Indice Biotico Esteso) a partire dai parametri rilevati nei punti di monitoraggio della rete di rilevamento della qualità delle acque dell'arpa. L'IBE restituisce una valutazione sintetica dello stato biologico dei corsi d'acqua superficiali mediante una classe di qualità individuata, tra le cinque predefinite, seguendo la metodica IBE basata sul rilevamento della diversità e consistenza della comunità dei macroinvertebrati benthonici. L'indice biologico consente di evidenziare e verificare, per le singole stazioni di campionamento e anche per i diversi tratti del corso d'acqua, le variazioni nel tempo della qualità e indirettamente gli eventuali effetti, dovuti a forme di inquinamento o variazioni dell'alveo e delle portate, che potrebbero non essere rilevati attraverso i normali controlli chimico fisici. I valori del punteggio IBE, da 0 a 12, sono raggruppati in 5 classi di qualità, da 1 a 5 (da non inquinato a gravemente inquinato). Incrociando il LIM (v. indicatore precedente) e l'ibe e considerando il peggiore dei due si ottiene il SECA (Stato Ecologico del Corso d'acqua), che esprime la complessità degli ecosistemi acquatici. Dal valore del SECA e delle concentrazioni dei principali inquinanti si ottiene il SACA (Stato Ambientale del Corso d'acqua). Quest'ultimo indice consente di evidenziare e verificare, per le singole stazioni di campionamento e per i diversi tratti di un corso d'acqua, le eventuali variazioni della qualità ambientale e la rispondenza agli obiettivi definiti dalla normativa nazionale. Al file della tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee, il D.Lgs. n. 152/1999 definisce gli obiettivi minimi di qualità ambientale dei corpi idrici significativi. Gli obiettivi sono: mantenere, ove già esistente lo stato di qualità elevato; mantenere o conseguire lo stato di qualità sufficiente entro il ; mantenere o conseguire lo stato di qualità buono entro il Tabella 5 Qualità risorse idriche superficiali - indice IBE (classe) 52

9 .. VERDE E QUALITÀ DEL SUOLO ncommento La Provincia di Milano possiede un importante patrimonio di aree verdi protette principalmente a destinazione agricola pari a 48% del territorio. Il territorio provinciale è invece caratterizzato, anche per ragioni geografiche, da una bassa densità di aree forestali e naturali (ca. il 4,4% del territorio) e in nessun comune la quota di aree boscate supera il 9%. Il verde urbano pianificato ai sensi degli esistenti PRG presenta forti escursioni, con un valore medio di 19 mq/ab. In 65 comuni la disponibilità pianificata è inferiore a 10 mq/ab. Il verde urbano esistente, includendo aree di parco, è quantificabile attorno ai 25 mq/ab. su base provinciale, anche in questo caso con fortissime escursioni tra i vari comuni. Come eredità degli insediamenti industriali e delle pratiche di smaltimento dei rifiuti, la provincia di Milano presenta un consistente patrimonio di aree da bonificare. I comuni interessati da aree da bonificare, al 2006, sono 127; in 18 comuni le aree contaminate rappresentano più del 2% della superficie territoriale. Le aree industriali dismesse registrate sono concentrate in un numero più ristretto di comuni...1. AREE BOSCATE L'indicatore fornisce il rapporto percentuale tra la superficie complessiva delle aree a bosco e degli elementi boscati minori (dal Piano di Indirizzo Forestale) e la superficie territoriale totale. A livello normativo non esistono obiettivi di riferimento. Nella valutazione si è considerato più positivo un valore più alto. Tabella 6 Aree boscate - da PIF (% superficie territoriale) 5

10 ..2. VERDE URBANO PRO CAPITE PIANIFICATO L'indicatore fornisce il rapporto tra la superficie di territorio destinata a verde urbano (basata sulle previsioni di PRG) e la popolazione residente. L'indicatore è significativo soprattutto in comuni di medio-grandi dimensioni. Valori molto bassi possono dipendere da problemi di classificazione delle aree secondo le norme urbanistiche. La legislazione regionale stabilisce che "la dotazione per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale non può essere inferiore a 26,5 metri quadrati per abitante, di cui almeno il cinquanta per cento a verde o attrezzature per il gioco e lo sport, a tal fine potendo conteggiare le aree inserite nei parchi regionali e sovracomunali". Nella valutazione si è considerato più positivo un valore più alto. 2 Tabella 7 Verde urbano pro capite pianificato da PRG (m /ab.) 54

11 ...VERDE URBANO PRO CAPITE ESISTENTE L'indicatore fornisce il rapporto tra la superficie di territorio a verde urbano esistente e la popolazione residente sulla base delle rilevazioni cartografiche (fondate su criteri diversi dalla definizione di verde pubblico da PRG). A livello normativo non esistono obiettivi di riferimento. Nella valutazione si è considerato più positivo un valore più alto. 2 Tabella 8 Verde urbano esistente (m /ab) 55

12 ..4. AREE DA BONIFICARE SUL TERRITORIO COMUNALE L'indicatore fornisce il rapporto tra le aree contaminate (aree da bonificare o in corso di bonifica o con bonifica agli atti ma non ancora certificata) censite e registrate nell'anagrafe provinciale dei siti inquinati e la superficie territoriale totale. Obiettivo generale è il censimento dei siti e la loro bonifica con conseguente messa in sicurezza e ripristino ambientale. 2 Tabella 9 Aree da bonificare sul territorio comunale (m /ha)..5. AREE DISMESSE SUL TERRITORIO COMUNALE L'indicatore fornisce il rapporto percentuale tra le aree dimesse sul territorio comunale (dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e la superficie territoriale totale. A livello normativo non esistono obiettivi di riferimento. Su questo parametro non si è applicata valutazione qualitativa. 56

13 2 Tabella 40 Aree dismesse sul territorio comunale (m /ha).4. RUMORE ncommento Il fenomeno dell'inquinamento acustico che, a parte fenomeni molto puntuali derivanti da alcune attività industriali o dalla concentrazione di alcune tipologie di esercizi pubblici, deriva dalla mobilità interessa diffusamente il territorio provinciale, pur raggiungendo il suo picco nei centri urbani più congestionati e in particolare nella città di Milano. Le rilevazioni omogenee disponibili lungo i tracciati delle strade provinciali segnalano una diffusa situazione di superamento dei limiti, già elevati, applicabili alle aree di prossimità delle infrastrutture viabilistiche. Una particolare criticità si rileva nel periodo notturno, dove in una città come Milano si registra sempre un superamento del livello di 55 decibel RUMORE STRADALE NOTTURNO L'indicatore del livello di rumore riporta il massimo livello di rumore rilevato presso strade provinciali nel periodo notturno (22:00-6:00) tra le misure realizzate dall'arpa e quelle realizzate a seguito della pubblicazione dei piani di azzonamento acustico. L'indicatore di conformità indica invece, e solo per quei comuni che abbiano almeno 10 di punti di misura attivi, la percentuale delle misure notturne da traffico maggiori di 55 db(a). Entrambi gli indicatori riportano per ciascun comune l'ultimo dato disponibile nel periodo L'obiettivo minimo consiste nel rispetto dei valori limite di immissione introdotti in funzione 57

14 della classe acustica. Le fasce territoriali di pertinenza delle infrastrutture stradali sono regolamentate dal DPR n. 142 del 0 marzo 2004, nelle quali le strade extraurbane principali o secondarie hanno un limite notturno di immissione della pressione sonora da traffico veicolare pari a 55 db(a). Tabella 41a Massimo livello di rumore stradale notturno (db (A)) Tabella 41b Percentuale di misure notturne da traffico maggiori di 55 db (A).4.2. LIVELLO DI RUMORE STRADALE DIURNO L'indicatore fornisce il massimo livello di rumore rilevato presso strade provinciali nel periodo diurno tra le misure realizzate dall'arpa e quelle realizzate a seguito della pubblicazione dei piani di azzonamento acustico. L'indicatore di conformità indica invece, e solo per quei comuni che abbiano almeno 10 di punti di misura attivi, la percentuale delle misure diurne da traffico maggiori di 65 db(a). 58

15 Entrambi gli indicatori riportano per ciascun comune l'ultimo dato disponibile nel periodo L'obiettivo minimo consiste nel rispetto dei valori limite di immissione introdotti in funzione della classe acustica. Le fasce territoriali di pertinenza delle infrastrutture stradali sono regolamentate dal DPR n. 142 del 0 marzo 2004, nelle quali le strade extraurbane principali o secondarie hanno un limite diurno di immissione della pressione sonora da traffico veicolare pari a 65 db(a). Tabella 42a Massimo livello di rumore stradale diurno (db (A)) Tabella 42b Percentuale di misure diurne da traffico maggiori di 65 db (A) 59

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