Presentazione. Marco Causi Assessore alle Politiche economiche, finanziarie e di bilancio del Comune di Roma

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1 5 Presentazione Marco Causi Assessore alle Politiche economiche, finanziarie e di bilancio del Comune di Roma Guardando a quanto è avvenuto negli anni recenti a Roma nel rapporto fra sviluppo, imprese e attori istituzionali e sociali quel sistema di alleanze e di concertazione che viene ormai identificato con il Modello Roma e che ha accompagnato i principali casi di successo dell economia locale si deve constatare che la Capitale ha realizzato un processo profondo di ristrutturazione del proprio tessuto produttivo, soprattutto puntando sul consolidamento delle attività terziarie. Il valore di tale processo, comunque ancora ben lontano dal potersi considerare completato, sta non solo nei buoni risultati che si sono colti nel tempo, ma anche nel fatto che tutto ciò si è realizzato in marcata controtendenza rispetto ad una congiuntura economica e politica, nazionale e internazionale, fortemente caratterizzata dall idea di declino. Alla prova dei dati economici, demografici e sociali, Roma ha dimostrato di essere tutt altro che una Capitale in declino: anzi, ha visto aumentare la popolazione residente, non solo per effetto dei flussi migratori, ma anche per il saldo naturale positivo, e ha recuperato posizioni e prestigio rispetto ad altre grandi città del centro nord, storicamente più attrezzate dal punto di vista dei servizi, della rete industriale, delle infrastrutture. Se dovessimo immaginare il percorso di questa trasformazione, potremmo dire che oggi la Capitale ha superato la metà del guado. E ha impostato le proprie strategie di crescita sulla specializzazione delle sue vocazioni, seguendo in questo l orientamento dei mercati più maturi, ma anche di alcuni mercati innovativi, soprattutto nei settori caratterizzati da maggior dinamismo, legati all economia della cultura e della conoscenza, all ICT, alle biotecnologie, all audiovisivo, all aerospazio. Le imprese romane hanno affrontato con successo processi di ristrutturazione, concentrando la propria attività sulle fasi a maggior valore aggiunto dei processi pro-

2 6 duttivi, sul miglioramento qualitativo e sull innovazione continua dei prodotti, sul proprio consolidamento organizzativo e finanziario. Il Rapporto sull economia romana, elaborato annualmente dal XV Dipartimento del Comune di Roma, descrive attraverso gli indicatori macroeconomici lo stadio attuale dello sviluppo del territorio, indicando gli orizzonti più immediati di crescita e i temi socio-economici di maggiore rilevanza. Rete delle attività commerciali e filiera del turismo sono i temi scelti dall edizione del Rapporto per i tradizionali approfondimenti monografici, che seguono la presentazione di un ampia batteria di dati sull andamento dell economia e del mercato del lavoro nella Capitale. Un quadrilatero di dati rappresenta l evoluzione del sistema produttivo locale: Roma è la capitale italiana del terziario con oltre l 85% del valore aggiunto generato nel settore dei servizi; oltre due imprese su tre (pari al 69% dell intero tessuto industriale romano) operano nel settore terziario, a segno di un orientamento sempre più deciso della produzione romana verso questo tipo di attività; nell arco degli ultimi sei anni il saldo netto delle imprese a Roma ha segnato un valore quasi doppio rispetto a quello nazionale (18,5% rispetto a 10%), con un incidenza doppia delle società di capitale (38% contro 19%); anche nel 2006 l occupazione nell area romana ha proseguito la sua crescita, con un incremento dell 1,5% rispetto all anno precedente e con un saldo di unità lavorative in più negli ultimi sei anni. Questi dati definiscono, in sostanza, il buono stato di salute dell economia romana, che prosegue da un lato il processo di specializzazione in settori produttivi tradizionali, come il commercio e il turismo, e dall altro continua ad attribuire valore strategico e ad investire nei settori ad alto contenuto tecnologico, come le telecomunicazioni, la ricerca e l istruzione, cresciuti rispettivamente del 231%, del 39% e del 35% rispetto al 2005, e decisivi in particolare per l effetto positivo di trascinamento prodotto sullo sviluppo dell intera rete dei servizi. Il traguardo che si delinea per il sistema imprenditoriale dell area romana nel breve e medio periodo è il consolidamento di questi suoi profili nel segno di una più marcata qualità organizzativa e innovativa di tutta la filiera dei processi produttivi. La piccola e media industria romana ha infatti bisogno sia di capitalizzare i risultati raggiunti negli ultimi anni, sia di costituirsi in un sistema produttivo solido, tanto dal punto di vista strutturale che da quello finanziario, dinamico e capace di continua innovazione per posizionarsi sulle linee più avanzate dei mercati nazionali e internazionali e per questi motivi più resistente rispetto alla variabilità dei cicli industriali e economici.

3 Il tratto che resta del guado di cui si diceva prima è in buona parte costituito dalla necessità di trasformare elementi congiunturali favorevoli in fattori strutturali di sviluppo. I presupposti, come evidenziato in precedenza, ci sono, primo fra tutti la stabilità di un sentiero di crescita che, con valori diversi, ma costanti nel segno positivo, prosegue ormai da dieci anni. Nel 2006 il tasso di crescita del valore aggiunto romano è stato del 2%, riprendendo vigore rispetto allo stallo dello scorso anno.. Il tasso di occupazione nel territorio di Roma si attesta sulla soglia del 48,7% rispetto al 45,3% del paese, ma il valore sale a 62,8% (58,4% il dato nazionale) se si considera la fascia d età tra i 15 e i 64 anni: la prevalenza del terziario nel panorama produttivo dell area romana fa sì che lavori in attività legate ai servizi il 69,4% degli occupati, pari a circa un milione di addetti, di cui a Roma. Il dato è rilevante non solo per l aspetto quantitativo, ma per le sue implicazioni sulla qualità del lavoro e sulle competenze professionali richieste, visto che le attività ad alta specializzazione e le professioni tecniche rappresentano il 38,9% di tutti gli occupati dell area romana, rispetto al 31,1% della media nazionale. Nel 2006 il tasso di sviluppo delle imprese attive è del 2,9, rispetto al 1,2 nazionale. È il caso di segnalare qui due punti di novità relativi all evoluzione della composizione dell imprenditoria romana: le attività guidate da donne (oggi con donne titolari, soci o amministratori) sono cresciute dal 2000 al ritmo medio annuo del 2,6%, soprattutto per effetto dall incremento del terziario, mentre i titolari e soci d impresa stranieri sono oggi oltre , con un aumento medio annuo dal 2000 del 12,5%, concentrati (il 40,2%) soprattutto nel comparto del commercio e riparazioni, seguito dalle costruzioni (19,7%). Pur nel loro valore relativo, questi due dati confermano la rilevante vitalità del sistema imprenditoriale romano, che dimostra di avere sufficiente attrattività per componenti nuove, e di rappresentare un fattore di mobilità sociale e lavorativa per un numero crescente di lavoratori che da una posizione dipendente decidono di creare un impresa autonoma, o che proprio attraverso l apertura di una partita iva regolarizzano la propria posizione nel nostro Paese e realizzano un percorso diretto di efficace integrazione. I rilevanti cambiamenti nella struttura dell imprenditoria romana sono evidenti anche nel settore delle attività commerciali, soggetto negli ultimi anni ad una complessa trasformazione che ha riguardato in primo luogo la tipologia e la dimensione delle attività, ma anche l assetto del territorio e la conseguente domanda di servizi, soprattutto in riferimento alle aree più periferiche della città, dove l insediamento di grandi piattaforme commerciali ha accelerato la realizzazione di impor- 7

4 8 tanti interventi di urbanizzazione e di consistenti opere infrastrutturali. Il commercio ha insomma accompagnato, e talvolta preceduto lo sviluppo della città: questo elemento rafforza l immagine di una città in espansione, e che attrae tanto nuove attività produttive, quanto nuovi cittadini. Il ruolo di pianificazione urbanistica ed economica è assegnato al nuovo Piano Regolatore di Roma, che prevede la contestuale realizzazione in ognuna delle 19 centralità urbane di insediamenti residenziali, collegamenti su ferro e servizi. Il commercio romano ha risentito del positivo incremento che ha interessato nel complesso il comparto dei servizi: l incremento più evidente si registra nelle attività all ingrosso (+670% nel decennio censuario ) e nella ristorazione (+49%). La vitalità della capitale è confermata anche dalla crescita massiccia e costante dei flussi turistici e il binomio cultura-turismo costituisce una delle best practice più citate dell economia romana. Nel 2006 l offerta culturale romana ha prodotto oltre 23 milioni di presenze di turisti (+8,91% rispetto all anno precedente), equivalenti a una media giornaliera di visitatori. Secondo le rilevazioni dell Ufficio Italiano Cambi la spesa dei viaggiatori stranieri a Roma nel 2006 è stata di oltre 4,8 miliardi euro (+12,3% rispetto al 2005): questa cifra, secondo gli ultimi aggiornamenti riferiti all anno in corso, ha già raggiunto nei primi otto mesi del 2007 quasi 3,5 miliardi (+6,7% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente). La vivacità della struttura economica urbana e la crescente attrattività localizzativi di Roma aumentano e rendono più lungo il tratto di guado che resta ancora da percorrere alla città, in un cammino che non è soltanto di adeguamento di alcuni standard di infrastrutture e di servizi ancora insufficienti, ma che deve al tempo stesso rispondere a nuove domande, crescenti bisogni, inedite sfide. L auspicio è che la comunità romana possa completare questo percorso forte di una vera riforma della finanza locale, che riconosca la specificità della Capitale, ma soprattutto forte di una coesione sociale e di una pratica di partecipazione, di democrazia e di tolleranza che rappresentano il valore più importante del Modello Roma e che vanno preservate per il suo futuro.

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