ISTITUTO SUPERIORE AECLANUM CLASSE V B - LICEO SCIENTIFICO Corso di filosofia Prof.ssa Gabriella Assante A.S. 2018/2019

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1 ISTITUTO SUPERIORE AECLANUM CLASSE V B - LICEO SCIENTIFICO Corso di filosofia Prof.ssa Gabriella Assante A.S. 2018/2019 LA FILOSOFIA NELL 800 Feuerbach, Marx, Schopenhauer e Kierkegaard ALUNNI Galante Melissa Lo Priore Raffaella

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3 DESTRA E SINISTRA HEGELIANA DOPO LA MORTE DI HEGEL (1831), I SUOI NUMEROSI DISCEPOLI CONTINUARONO A DIFFONDERE LA CULTURA FILOSOFICA TEDESCA, MA SI MOSSERO IN DIREZIONI DIVERSE E, PER CERTI VERSI, CONTRAPPOSTE. NEL 1837, DAVID STRAUSS, UNO DEI SUOI ALLIEVI, DESIGNÒ LE DUE CORRENTI CHE SI ERANO VENUTE FORMANDO ALL INTERNO DELLA SCUOLA HEGELIANA, CON LA DENOMINAZIONE DI DESTRA E SINISTRA HEGELIANA. La Destra Hegeliana Ravvisa nell Hegelismo lo strumento più idoneo per giustificare sul piano filosofico le verità essenziali della religione cristiana. La Sinistra Hegeliana Più importante dal punto di vista storico, era più critica riguardo la problematica religiosa, e più razionale. Tra gli esponenti troviamo i filosofi: Strauss, Feuerbach, Marx ed Engels. La religione secondo questi ultimi non ha alcuna funzione conoscitiva, e ciò che va rivalutato è la filosofia, poiché essa utilizza la ragione. Nella sinistra cominciano così ad evidenziarsi posizioni atee: l uomo può conoscere se stesso solo dopo che ha eliminato la religione

4 LUDWIG FEUERBACH VITA E OPERE Il maggior personaggio di spicco all interno della sinistra hegeliana fu Feuerbach. Ludwing Feuerbach nacque nel luglio 1804 in Baviera fu scolaro di Hegel e libero docente poi. Dapprima fervente hegeliano, si staccò da questa corrente con le opere Critica della filosofia hegeliana e Tesi provvisorie per la riforma della filosofia. Nel 1841 pubblica la sua opera più importante "L essenza del cristianesimo" alla quale seguì "L essenza della religione". Si ritirò nella solitudine e nello studio, passò i suoi ultimi anni in miseria e morì nel 1872 a Rechenberg. Il rovesciamento dei rapporti di predicazione Feuerbach con la sua filosofia vuole cogliere l uomo e la realtà nella loro concretezza e critica l idealismo religioso di Hegel nei confronti del mondo. IDEALISMO : il soggetto è il pensiero e il predicato è l essere FEUERBACH : l essere è il soggetto, il pensiero è il predicato Per cui: L idealismo dà una visione rovesciata delle cose in cui ciò che viene prima (causa) sembra invece che venga dopo (effetto) Feuerbach inverte i rapporti tra soggetto e predicato. L inizio della filosofia non è Dio o l Assoluto, ma è il finito, il reale.

5 La critica alla religione: Dio come proiezione dell uomo Applicando il materialismo (dal finito all infinito) alla religione, Feuerbach afferma che non è Dio (astratto) ad aver creato l uomo (concreto), ma è stato l uomo a creare Dio. Dio, secondo Feuerbach, è solo una proiezione illusoria di alcune qualità umane, in particolare quelle perfezioni dell uomo che sono la ragione, la volontà e il cuore. Il mistero della teologia (che studia Dio) è l antropologia (che studia l uomo) e Dio è l essenza dell uomo. Ma come nasce nell uomo l idea di Dio? 1.L idea di Dio nasce nell uomo perché, in quanto umanità, in quanto specie, si sente onnipotente, qualità che noi attribuiamo a Dio. 2.L idea di Dio può nascere anche dall opposizione umana tra volere e potere, che porta a costruirsi l immagine di una divinità in cui tutti i suoi desideri siano realizzati, perché tutto ciò che vuole (volere) lo può ottenere (potere). 3.L idea di Dio può nascere anche dal sentimento di dipendenza che l uomo prova nei confronti della natura. Alienazione e ateismo La religione è una forma di alienazione da se stessi: l uomo, creando Dio proiettando le sue qualità migliori, si sottomette a questo. La religione toglie all uomo se stesso per alimentarsi su di lui. L ateismo quindi salva l uomo perché gli restituisce se stesso e le sue migliori qualità. L uomo (soggetto) deve recuperare le sua qualità (predicati) che ha proiettato fuori di sé, creando Dio. Invertendo soggetto e predicato, non si può dire che Dio (soggetto) sia amore, sapienza e volontà (predicati), ma che amore, sapienza e volontà (soggetti) siano divini (predicato). Infatti, la vera filosofia deve risolvere l infinito nel finito e risolvere Dio nell uomo (è l uomo che ha creato Dio). L ateismo è positivo perché propone una nuova divinità: l uomo.

6 La critica a Hegel La religione è un antropologia capovolta. L hegelismo è una teologia mascherata o razionalizzata, secondo cui un essere immateriale o astratto crea l essere materiale. L Idea o lo Spirito di Hegel (che è Dio) è un fantasma di noi stessi, cioè il frutto di un astrazione alienante. Astrarre vuol dire pensare l essenza (cioè la creazione) della natura al di fuori della natura (cioè in Dio, che è colui che la crea). La filosofia di Hegel ha estraniato l uomo da se stesso. La critica a Hegel è la fondazione di una nuova filosofia (detta dell avvenire ) incentrata sull uomo. Umanismo e filantropismo Questa filosofia dell avvenire ha la forma di un umanismo naturalistico. Umanismo perché fa dell uomo l oggetto e lo scopo del discorso filosofico. Naturalistico perché fa della natura la realtà primaria da cui dipende tutto (compreso l uomo). L uomo è l oggetto unico e lo scopo della filosofia e vive nella natura, fondamento dell uomo e non nello spirito astratto di Hegel. L umanismo naturalistico rifiuta di considerare l individuo come astratta spiritualità e lo considera come essere che vive, soffre e gioisce. Solo un essere sensibile è un essere reale. L amore: per Feuerbach l amore è vita. L amore ci apre al mondo: è la vera prova ontologica dell esistenza di un oggetto al di fuori della nostra testa Dire che l uomo è bisogno, sensibilità e amore, significa dire anche che io non può stare senza tu : l uomo, per arrivare alla ragione, non può farlo da solo, ma solo con l altro. Si passa dall amore per Dio (Hegel) all amore per l uomo (Feuerbach). L ateismo in questo senso è positivo perché conduce alla filantropia.

7 KARL MARX Nacque a Treviri nel Nel 1841 si laurea in filosofia a Jena con una tesi sulla Differenza fra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro Entrato in rapporto con l ambiente della Sinistra Hegeliana è profondamente influenzato dalla filosofia di Feuerbach e stringe amicizia con Bruno Bauer. Costretto a lasciare la Germania per motivi politici, si trasferisce a Parigi dove conosce Engels, dando inizio a un rapporto di amicizia e collaborazione che li porterà a scrivere insieme il Manifesto del partito comunista (1848) Nel 1857 compone la sua opera principale Il Capitale Muore a Londra nel 1883

8 CARATTERISTICHE DEL MARXISMO IL PENSIERO DI KARL MARX È UN PENSIERO DISTINTIVO IN QUANTO NON SI LIMITA ALLA DIMENSIONE PURAMENTE FILOSOFICA, SOCIOLOGICA O ECONOMICA, MA VERTE NELL ANALISI GLOBALE DELLA SOCIETÀ E DELLA STORIA INCLUDENDO L INTERO ASSE STRUTTURALE E SOVRASTRUTTURALE DEL CAPITALISMO, OSSIA IL MONDO BORGHESE NELLA MOLTEPLICITÀ DELLE SUE ESPRESSIONI. LE INFLUENZE CULTURALI CHE STANNO ALLA BASE DEL MARXISMO SONO ESSENZIALMENTE TRE: LA FILOSOFIA CLASSICA TEDESCA (DA HEGEL A FEUERBACH); L ECONOMIA POLITICA BORGHESE (DA SMITH A RICARDO); IL PENSIERO SOCIALISTA(DA SAINT-SIMON A OWEN).

9 CONCETTO DI ALIENAZIONE SECONDO MARX MARX CONSIDERA INVECE L'ALIENAZIONE UNA CONDIZIONE PATOLOGICA DI SCISSIONE, DI DIPENDENZA E DI AUTOESTRANIAZIONE.SI IDENTIFICA CON LA CONDIZIONE STORICA DEL SALARIATO NELL'AMBITO DELLA SOCIETÀ CAPITALISTICA. L'ALIENAZIONE HA QUATTRO ASPETTI FONDAMENTALI: 1) IL LAVORATORE È ALIENATO RISPETTO AL PRODOTTO DELLA SUA ATTIVITÀ CHE GLI VIENE SOTTRATTO; 2) IL LAVORATORE È ALIENATO RISPETTO ALLA SUA STESSA ATTIVITÀ CHE DIVENTA STRUMENTO PER FINI ESTRANEI, CIOÈ PER IL PROFITTO DEL CAPITALISTA; 3) IL LAVORATORE È ALIENATO RISPETTO ALLA SUA ESSENZA CHE È QUELLA DEL LAVORO LIBERO, CREATIVO, UNIVERSALE, E NON DEL LAVORO FORZATO, RIPETITIVO E UNILATERALE; 4) IL LAVORATORE È ALIENATO RISPETTO AL PROSSIMO, PERCHÉ IL SUO RAPPORTO CON IL CAPITALISTA E CON L'UMANITÀ IN GENERALE È CONFLITTUALE. LA CAUSA DELL'ALIENAZIONE È LA PROPRIETÀ PRIVATA DEI MEZZI DI PRODUZIONE, GRAZIE ALLA QUALE IL CAPITALISTA PUÒ UTILIZZARE E SFRUTTARE I SALARIATI PER ACCRESCERE LA PROPRIA RICCHEZZA. LA DIS- ALIENAZIONE DELL'UOMO SI IDENTIFICA CON IL SUPERAMENTO DEL REGIME DELLA PROPRIETÀ PRIVATA E CON L'AVVENTO DEL COMUNISMO. PER ABBATTERE L'ALIENAZIONE CI VUOLE UN ATTO REALE CHE PER MARX SI IDENTIFICA NELLA RIVOLUZIONE DEL SOCIALISMO

10 MATERIALISMO STORICO E DIALETTICO MATERIALISMO STORICO: È LA TEORIA SECONDO CUI LA STRUTTURA ECONOMICA DETERMINA LA SOVRASTRUTTURA DELLE IDEE; NON È LA COSCIENZA DEGLI UOMINI A DETERMINARE IL LORO ESSERE, MA AL CONTRARIO, È IL LORO ESSERE SOCIALE A DETERMINARE LA LORO COSCIENZA. LA STORIA VERA È QUELLA DEGLI INDIVIDUI REALI, DELLA LORO AZIONE PER TRASFORMARE LA NATURA, E DELLE LORO CONDIZIONI MATERIALI. MATERIALISMO DIALETTICO: OGNI MOMENTO STORICO GENERA IN SÉ LA CONTRADDIZIONE TRA OPPRESSORI ED OPPRESSI, CONTRADDIZIONE IL CUI ESITO INEVITABILE È DI VOLTA IN VOLTA IL SUPERAMENTO DELLO STATO DI COSE ESISTENTI. LA STORIA DI OGNI SOCIETÀ È SEMPRE STORIA DI LOTTA FRA CLASSI, E NEL CASO SPECIFICO TRA IL PROLETARIATO E LA BORGHESIA.

11 . IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA LE OPERE PRINCIPALI PER MARX VUOLE ESSERE UNA SUMMA DELLA CONCEZIONE MARXISTA DEL MONDO. CONTIENE: 1) L INTERPRETAZIONE DEL RUOLO DELLA BORGHESIA NEL SISTEMA CAPITALISTICO, 2) IL CONCETTO DI STORIA COME LOTTA DI CLASSE E IL RAPPORTO TRA PROLETARI E BORGHESIA; 3) LA CRITICA AI SOCIALISMI PRECEDENTI. IL CAPITALE IL CAPITALE METTE IN LUCE I MECCANISMI STRUTTURALI DELLA SOCIETÀ BORGHESE. ANZITUTTO, MARX OSSERVA CHE UNA MERCE DEVE POSSEDERE UN VALORE D USO, IN QUANTO DEVE ESSERE UTILE, E UN VALORE DI SCAMBIO, CHE DISCENDE DALLA QUANTITÀ DI LAVORO NECESSARIA PER PRODURLA SECONDO MARX, LA CARATTERISTICA DEL CAPITALISMO È CHE IN ESSO LA PRODUZIONE NON È FINALIZZATA AL CONSUMO, MA ALL ACCUMULAZIONE DI DENARO. INFATTI, NELLA SOCIETÀ BORGHESE IL CAPITALISTA INVESTE DEL DENARO IN UNA MERCE, PER OTTENERE ALLA FINE PIÙ DENARO. L ORIGINE DEL PLUS VALORE NON PROVIENE DAL DENARO O DALLO SCAMBIO, MA DALLA MERCE UMANA, L OPERAIO. ESSO PRODUCE INFATTI UN VALORE MAGGIORE DI QUELLO CHE GLI È CORRISPOSTO CON IL SALARIO.

12 ARTHUR SCHOPENAUER ARTHUR SCHOPENHAUER NASCE A DANZICA (POLONIA) NEL 1788: SUO PADRE ERA BANCHIERE, SUA MADRE UNA NOTA SCRITTRICE DI ROMANZI. VIAGGIÒ NELLA SUA GIOVINEZZA IN FRANCIA E IN INGHILTERRA; E DOPO LA MORTE DEL PADRE FRE- QUENTÒ L UNIVERSITÀ DI GOTTINGA DOVE EBBE COME MAESTRO DI FILOSOFIA LO SCETTICO SCHULZE. SULLA SUA FORMAZIONE INFLUIRONO LE DOTTRINE DI PLATONE E KANT. NEL 1811 A BERLINO ASCOLTAVA LE LEZIONI DI FICHTE; NEL 1813 SI LAUREAVA A JENA. NEGLI ANNI SEGUENTI VISSE A DRESDA. QUI ATTESE A COMPORRE UNO SCRITTO SULLA VISTA E SUI COLORI IN DIFESA DELLE DOTTRINE SCIENTIFICHE DI GOETHE. DOPO UN VIAGGIO A ROMA E NAPOLI, DIVENTA PROFESSORE PRESSO L UNIVERSITÀ DI BERLINO. L EPIDEMIA DI COLERA LO CACCIÒ DA BERLINO; SI STABILÌ A FRANCOFORTE SUL MENO DOVE RIMASE FINO LA MORTE, NEL 1861.

13 RADICI CULTURALI DEL SISTEMA SCHOPENHAUER SI PONE COME PUNTO DI INCONTRO DI ESPERIENZE FILOSOFICHE ETEROGENEE: PLATONE: IDEE COME «FORME ETERNE» KANT: IMPOSTAZIONE SOGGETTIVISTICA DELLA SUA GNESEOLOGIA ILLUMINISMO: FILONE MATERIALISTICO E VITA PSICHICA COME «SISTEMA NERVOSO» ROMANTICISMO: TEMI COME L IRRAZIONALITÀ, L INFINITO, MUSICA, ARTE, DOLORE SPIRITUALITÀ INDIANA: IL MONDO DELLA RAPPRESENTAZIONE COME «VELO DI MAYA»

14 IL MONDO DELLA RAPPRESENTAZIONE COME VELO DI MAYA IL PUNTO DI PARTENZA DELLA FILOSOFIA DI SCHOPENHAUER È LA DISTINZIONE KANTIANA TRA FENOMENO E COSA IN SÉ: KANT il fenomeno è la realtà, l unica realtà accessibile alla mente umana; il noumeno è un concetto-limite che serve da pro-memoria critico per ricordarci i limiti della conoscenza. SHOPENHAUER il fenomeno è illusione, sogno, ovvero ciò che nell antica sapienza indiana è detto velo di Maya ; il noumeno è una realtà che si nasconde dietro l ingannevole trama del fenomeno, e che il filosofo ha il compito di scoprire. La rappresentazione ha due aspetti essenziali e inseparabili: 1. il soggetto rappresentante 2. l oggetto rappresentato. Soggetto e oggetto esistono soltanto all interno della rappresentazione, e nessuno dei due precede o può esistere indipendentemente dall altro Tuttavia, a differenza di Kant, Schopenhauer ammette solo tre forme a priori: spazio, tempo e causalità.

15 LA SCOPERTA DELLA VIA D ACCESSO ALLA COSA IN SÈ Schopenhauer presenta la sua filosofia come l integrazione necessaria a quella di Kant, poiché si vanta di avere individuato quella via d accesso al noumeno che Kant aveva precluso. Se noi fossimo solo conoscenza e rappresentazione non potremmo mai uscire dal mondo fenomenico, ossia dalla rappresentazione puramente esteriore di noi e delle cose. Ma poiché siamo dati a noi medesimi non solo come rappresentazione, ma anche come corpo, non ci limitiamo a vederci dal di fuori, bensì ci viviamo anche dal di dentro, godendo e soffrendo. Ed è proprio questa esperienza di base che permette all uomo di rompere il velo del fenomeno e di afferrare la cosa in sé. Più che intelletto o conoscenza, noi siamo vita e volontà di vivere. Caratteri e manifestazione della Volontà di vivere Il termine Volontà non si identifica con quello di volontà cosciente, ma con il concetto più generale di energia o di impulso. la Volontà risulta unica, poiché esistendo al di fuori dello spazio e del tempo si sottrae a ciò che i filosofi del Medioevo chiamavano principio di individuazione. Essendo oltre la forma del tempo, la Volontà è anche eterna e indistruttibile, ossia un Principio senza inizio né fine. Essendo al di là della categoria di causa, la Volontà si configura come una Forza libera e cieca, ossia come un Energia incausata, senza un perché e senza uno scopo.

16 Dolore, piacere e noia IL PESSIMISMO Volere significa desiderare, e desiderare significa trovarsi in uno stato di tensione, per la mancanza di qualcosa che non si ha e si vorrebbe avere. Il desiderio risulta quindi, assenza, vuoto: dolore. L uomo è destinato a non trovare mai un appagamento definitivo poiché il desiderio appagato da luogo a un desiderio nuovo. Ciò che gli uomini chiamano piacere è una cessazione del dolore. La stessa cosa non vale per il dolore, che non può essere ridotto, poiché un individuo può sperimentare una catena di dolori, senza che questi siano preceduti da altrettanti piaceri. Di conseguenza, mentre il dolore è un dato primario e permanente, il piacere è solo una funzione derivata del dolore, che vive unicamente a spese di esso. Accanto al dolore e al piacere, si trova la noia, la quale subentra quando viene meno il desiderio Sofferenza universale Poiché la Volontà di vivere si manifesta in tutte le cose sotto forma di una vera e propria Sehnsucht (desiderio inappagato) cosmica, il dolore non riguarda soltanto l uomo, ma ogni creatura. E se l uomo soffre di più rispetto alle altre creature, è perché egli, avendo maggiore consapevolezza, è destinato a sentire in modo più accentuato la spinta della volontà, e a patire maggiormente l insoddisfazione del desiderio e le offese dei mali. In tal modo, Schopenhauer arriva ad una delle più radicali forme di pessimismo: il male non esiste solo nel mondo, ma nel Principio stesso da cui esso dipende.

17 LE VIE DI LIBERAZIONE DAL DOLORE Schopenhauer rifiuta e condanna il suicidio per due motivi di fondo: 1. il suicidio non è negazione della volontà, ma atto di forte affermazione della volontà stessa 2. il suicidio sopprime l individuo, ossia una manifestazione fenomenica della Volontà di vivere, lasciando intatta la cosa in sé Di conseguenza, la vera risposta al dolore del mondo consiste nella liberazione dalla stessa Volontà di vivere. Schopenhauer articola l iter salvifico in tre momenti essenziali: l arte, la morale e l ascesi. VIA ESTETICA L arte, secondo Schopenhauer si rivolge alle idee, ossia alle forme pure o ai modelli eterni delle cose. Proprio per questo suo carattere contemplativo essa sottrae l individuo alla catena dei bisogni e dei desideri quotidiani. L arte più profonda e universale: la musica non riproduce le idee, come le altre arti, ma può essere associata alla volontà di vivere, in quanto combinazione di forze e vibrazioni. Ogni arte è quindi liberatrice poiché il piacere che essa procura è la cessazione del bisogno. Ma la funzione liberatrice dell arte è temporanea. Di conseguenza essa non è una via per uscire dalla vita, ma solo un conforto alla vita stessa.

18 VIA ETICA A differenza della contemplazione estetica, la morale implica un impegno nel mondo a favore del prossimo. Infatti l etica è un tentativo di superare l egoismo e di vincere l ingiustizia che rappresenta una delle maggiori fonti di dolore. Schopenhauer sostiene che l etica deriva da un sentimento di pietà attraverso ciò avvertiamo come nostre le sofferenze degli altri. La morale si concretizza in due virtù cardinali: la giustizia e la carità. 1. Giustizia: primo freno all egoismo. Consiste nel non fare il male e nell essere disposti a riconoscere negli altri ciò che siamo pronti a riconoscere in noi stessi; 2. Carità: volontà positiva e attiva di fare del bene al prossimo. Ai suoi massimi livelli la pietà consiste nel far propria la sofferenza di tutti gli esseri passati e presenti e nell assumere su di sé il dolore cosmico. VIA DELL ASCESI L uomo per liberarsi dal dolore deve distaccarsi dalle cose. Distaccandosi da tutte le cose si raggiunge la NOLUNTAS (negazione della volontà) e il NIRVANA (nel buddhismo è il fine ultimo della vita e letteralmente significa nulla ). Il distacco dalle cose, per Shopenhauer, vuol dire distaccarsi dalle cose di cui siamo dipendenti. Il nulla raggiunto dal nirvana non è quindi vuoto o assenza, ma al contrario un momento ontologico definito pienezza dell essere che è inteso come un senso di appagamento di tutte le cose.

19 SOREN KIERKEGAARD KIERKEGAARD NACQUE A COPENAGHEN NEL FIGLIO DI UN RICCO COMMERCIANTE E DI UNA CAMERIERA, VISSE LA SUA INFANZIA IN MANIERA MOLTO INFELICE, SEGNATA DALLA MORTE DI CINQUE FRATELLI E DA UN EDUCAZIONE PARTICOLARMENTE LEGATA ALLA FEDE CRISTIANA, IN PARTICOLARE NEL FORTE SENSO DEL PECCATO (VICENDE CHE SEGNARONO IN MANIERA EVIDENTE LA SUA FILOSOFIA). PUBBLICÒ VARIE CRITICHE NEI CONFRONTI DELLA CHIESA DANESE NEL PERIODICO IL MOMENTO. MORÌ A COPENAGHEN A SOLI 42 ANNI L 11 NOVEMBRE 1855.

20 ELEMENTI ESSENZIALI DEL PENSIERO DI KIERKEGAARD L ESISTENZA UMANA COME POSSIBILITÀ LE POSSIBILITÀ FONDAMENTALI CHE SI OFFRONO ALL UOMO LA FEDE

21 I TRE STADI DELL ESISTENZA 1. LA VITA ESTETICA 2. LA VITA ETICA 3. LA VITA RELIGIOSA I primi due modi di vivere sono descritti in "Aut-Aut" e il terzo in "Timore e tremore". Secondo Kierkegaard questi stadi non possono hegelianamente addizionarsi (et-et) e fondersi in una finale sintesi conciliatrice di tipo dialettico, ma si escludono fra loro (autaut). Tant è che il passaggio dall uno all altro postula sempre una rottura o un salto, accompagnato da un cambiamento radicale di mentalità.

22 LO STADIO ESTETICO LO STADIO ESTETICO È LA FORMA DI VITA IN CUI L UOMO È IMMEDIATAMENTE CIÒ CHE, OSSIA IL COMPORTAMENTO DI COLUI CHE, RIFIUTANDO OGNI VINCOLO, CERCA L ATTIMO FUGGENTE DELLA PROPRIA REALIZZAZIONE, ALL INSEGNA DELLA NOVITÀ E DELL AVVENTURA. INFATTI, L ESTETA, CHE TROVA IL SUO SIMBOLO PIÙ SIGNIFICATIVO NEL DON GIOVANNI DI MOZART, SI PROPONE DI FARE DELLA PROPRIA VITA UN OPERA D ARTE DA CUI SIA BANDITA LA MONOTONIA E NELLA QUALE, VICEVERSA, TRIONFINO LE EMOZIONI INEDITE, TUTTAVIA, AL DI LÀ DELLA SUA APPARENZA GIOIOSA E BRILLANTE, LA VITA ESTETICA È DESTINATA ALLA NOIA (CHE SEGUE ALLA VANITÀ DEL PIACERE) E AL FALLIMENTO ESISTENZIALE. INFATTI, VIVENDO ATTIMO PER ATTIMO ED EVITANDO IL PESO DE SCELTE IMPEGNATIVE (OSSIA SCEGLIENDO DI NON SCEGLIERE), L ESTETA, SECONDO KIERKEGAARD, FINISCE PER RINUNCIARE AD UNA PROPRIA IDENTITÀ E PER AVVERTIRE, CON DISPERAZIONE, IL VUOTO DELLA PROPRIA ESISTENZA SENZA CENTRO E SENZA SENSO.

23 LO STADIO ETICO È IL MOMENTO IN CUI L UOMO, SCEGLIENDO DI SCEGLIERE, SI IMPEGNA IN UN COMPITO E FA PROGETTI, ASSUMENDO COSÌ LA RESPONSABILITÀ DELLA PROPRIA LIBERTÀ. LA ETICA NON VA ALLA RICERCA DELL INEDITO, MA SI FONDA SULLA SCELTA RIPETUTA DEL PROPRIO COMPITO. L INDIVIDUO QUINDI SI SOTTOPONE A UN MODELLO UNIVERSALE DI COMPORTAMENTO, FONDATO SULLA NORMALITÀ (E NON PIÙ SULL ECCEZIONALITÀ). PER KIERKEGAARD LA MORALE È IL GENERALE, CIÒ CHE VALE PER TUTTI. LA VITA ETICA È SIMBOLEGGIATA DALLO STATO MATRIMONIALE (IL RUOLO DEL MARITO È UNIVERSALE). INOLTRE, SI BASA SUL LAVORO, IL QUALE REALIZZA LA PERSONA ETICA CHE IN QUESTO MODO ADEMPIE AL SUO COMPITO, OLTRE A METTERLA IN RELAZIONE CON GLI ALTRI. TUTTAVIA, PUR COLLOCANDOSI SU UN PIANO PIÙ ALTO RISPETTO ALLA VITA ESTETICA, ANCHE LA VITA ETICA È DESTINATA AL FALLIMENTO. INFATTI, LA SCELTA CHE L UOMO FA DI SE STESSO NELLA VITA ETICA (SCELTA DELLA LIBERTÀ, SCELTA DELLA SCELTA) FA SÌ CHE L UOMO IDENTIFICHI SE STESSO CON LA PROPRIA STORIA, RICONOSCENDO DI NON POTER RINUNCIARE A NESSUN ASPETTO DI ESSA, NEANCHE A QUELLI PIÙ DOLOROSI. NEL RICONOSCERSI IN QUESTI ASPETTI NEGATIVI, L UOMO SI PENTE. IL PENTIMENTO DETERMINA IL FALLIMENTO DELLA VITA ETICA E IL SALTO VERSO LA VITA RELIGIOSA.

24 LO STADIO RELIGIOSO LO STADIO RELIGIOSO È LO STADIO DELLA FEDE, INTESA COME "RAPPORTO ASSOLUTO CON L ASSOLUTO" (TIMORE E TREMORE), OSSIA LO STADIO IN CUI L INDIVIDUO, ANDANDO AL DI LÀ DELLA LIMITATEZZA DELLA VITA ETICA, SI APRE TOTALMENTE A DIO, RIUSCENDO A VINCERE L ANGOSCIA E LA DISPERAZIONE CHE LO COSTITUISCONO COME UOMO. FRA LO STADIO ETICO E QUELLO RELIGIOSO ESISTE UN ABISSO, INCARNATO DALLA FIGURA DI ABRAMO. INFATTI, LUNGI DAL RIDURSI ALLE TRANQUILLIZZANTI VERITÀ DELLA RAGIONE E DELL ETICA, COSTITUISCE LA DIMENSIONE DELLO SCANDALO E DEL PARADOSSO. LA FILOSOFIA DI KIERKEGAARD, È NEL SUO COMPLESSO, IL TENTATIVO DI FONDARE LA VALIDITÀ DELLA RELIGIONE SULLA STRUTTURA DELL ESISTENZA UMANA. MA LA RAGIONE DI KIERKEGAARD È MOLTO LONTANA DALL ESSERE UNA VISIONE RAZIONALE O PACIFICANTE DEL MONDO. ESSA È L UNICA VIA CHE SI APRE ALL UOMO PER SOTTRARSI ALL ANGOSCIA, ALLA DISPERAZIONE E ALLO SCACCO DELLE POSSIBILITÀ, MEDIANTE L INSTAURAZIONE DI UN RAPPORTO IMMEDIATO CON DIO.

25 CONCETTO DI ANGOSCIA PER KIERKEGAARD L ESISTENZA È UN DISPIEGARSI DI POSSIBILITÀ TRA LE QUALI NON VI È MEDIAZIONE, MA SOLO SCELTA. MA UNA SCELTA È UN NULLA RISPETTO ALLE POSSIBILITÀ SCARTATE, DI CONSEGUENZA OGNI SCELTA NASCONDE LA MINACCIA DEL NULLA, OVVERO DI ARRIVARE AD UN PUNTO IN CUI NON È PIÙ POSSIBILE SCEGLIERE. CON LA POSSIBILITÀ È STRETTAMENTE CONNESSA ANCHE L ANGOSCIA. INFATTI L UOMO NON È NÉ PURO ANIMALE NÉ PURO SPIRITO, MA UN ANIMALE CHE PUÒ DIVENIRE SPIRITO. MA QUESTA È SOLO UNA POSSIBILITÀ, CHE COMPORTA PERTANTO RISCHIO ED ANGOSCIA. L ANGOSCIA NASCE QUINDI VERSO CIÒ CHE È INDETERMINATO, COME LA MORTE (INVECE LA PAURA È VERSO QUALCOSA DI DETERMINATO) E LA LIBERTÀ. ESSA È ANCHE A FONDAMENTO DEL PECCATO ORIGINALE, INFATTI IL DIVIETO DIVINO FECE INTRAVEDERE AD ADAMO LA POSSIBILITÀ DI ESSERE LIBERO, E QUESTO GENERÒ IN LUI ANGOSCIA. POICHÉ L ANGOSCIA SI HA VERSO CIÒ CHE È INDETERMINATO, ESSA SI HA QUANDO PENSIAMO AL FUTURO, MA ANCHE AL PASSATO, PERCHÉ PUÒ RIPETERSI. L ANGOSCIA SPIANA LA STRADA ALLA FEDE, CHE È LA CERTEZZA DI TUTTE LE POSSIBILITÀ, GIACCHÉ A DIO TUTTO È POSSIBILE. LA DISPERAZIONE È INVECE LA CONDIZIONE DELL UOMO DI FRONTE A SE STESSO: EGLI PUÒ INFATTI DECIDERE DI ESSERE SE STESSO O NO. NEL PRIMO CASO, PERÒ, NON POTRÀ MAI FARLO, PERCHÉ DA SOLO NON SI PUÒ BASTARE E NON È PERCIÒ AUTOSUFFICIENTE. SE NON VUOLE INVECE ESSERE SE STESSO, E NEGA QUINDI LA SUA NATURA, EGLI È UNA PERSONA CHE NON È. QUINDI NON POTRÀ MAI REALIZZARSI E QUESTO GENERA DISPERAZIONE CONTRO LA QUALE L UNICO ANTIDOTO È LA FEDE.

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