IMPIANTO DI TRATTAMENTO BIOLOGICO AEROBICO IMPIANTO DEL POZZINO Comune di Vaiano Provincia di Prato
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- Regina Costantino
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1 Integrazioni previste nel prot. n del 9/10/09 ALLEGATO II Committente A.S.M. S.p.A. Via Paronese Prato (PO) IMPIANTO DI TRATTAMENTO BIOLOGICO AEROBICO IMPIANTO DEL POZZINO Comune di Vaiano Provincia di Prato DOTT. LUCA FERRINI ORDINE DEI CHIMICI DELLA TOSCANA N 1449
2 Punto 4 Impianto di trattamento biologico Indicazioni delle caratteristiche tecniche dell impianto di trattamento biologico dell aria aspirata dal locale miscelazione L aria aspirata verrà convogliata al biofiltro da 3 canaline che garantiranno la diffusione omogenea del flusso e la minimizzazione dei fenomeni di canalizzazione. Il biofiltro avrà una portata stimata in m 3 /ora 1, calcolata in base alla volumetria della zona asservita all impianto (m 23.5 x 23.5 x 11) e in base ai ricambi (4 ricambi aria/ora) 2. La portata normalizzata, considerando una temperatura di 18 C, sarà quindi di circa Nm 3 /h. La volumetria letto di biofiltrazione sarà di almeno di 228 m 3 (superficie 140 mq x altezza 1.63 m). Rapporto di filtrazione: 1 m 3 di letto di biofiltrazione per 100 Nm 3 /h di effluenti gassosi da trattare. Il relativo tempo di contatto è quindi stimato in 33 secondi Il letto del biofiltro potrà contenere terriccio, torba, cippato di legno, compost vegetale, cortecce, radici o da una miscela di questi ed altri materiali. Per quanto la localizzazione dell impianto non ricada nei casi sotto citati: nel centro urbano (anche se l impianto è dislocato in zona industriale); nelle immediate vicinanze del centro urbano (anche se l impianto è dislocato in zona agricola); in zone ad elevata piovosità media (acqua meteorica > mm/anno), nei quali casi è prevista l eventuale chiusura dei biofiltri verrà comunque predisposto, cautelativamente, un telo di chiusura mobile, di caratteristiche analoghe ai teli utilizzati nella fase di biostabilizzazione, da utilizzare al bisogno. Specifiche tecniche più precise saranno fornite al momento dell affidamento, ad una ditta specializzata, dell incarico di realizzazione del biofiltro stesso. 1 Il dimensionamento del filtro è stato fatto in base al rapporto con il flusso orario di effluenti gassosi da trattare, consigliato dalle linee guida, che deve garantire almeno 1 m 3 (di letto di biofiltrazione) per 100 Nm 3 /h di effluenti gassosi da trattare 2 Per gli edifici deputati a processi dinamici e con presenza non episodica di addetti devono essere previsti almeno 4 ricambi/ora Fonte: Linee guida recanti i criteri per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili ex art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99 Linee guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nelle categorie IPPC: 5 Gestione dei rifiuti - (Impianti di trattamento meccanico biologico)
3 Quadro emissivo STABILIMENTO : INDIRIZZO: COMUNE DI Vaiano (PO) SIGLA ORIGINE PORTATA FUMI SECCHI (Nmc/h) SEZIONE (mq) VELOCITÀ ALLO SBOCCO (m/s) TEMPER. EMISSIONE ( C) 10/08/1994 BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 53 QUADRO RIASSUNTIVO DELLE EMISSIONI ALTEZZA EMISSIONE DURATA EMISSIONE IMPIANTO DI ABBATTIMENTO INQUINANTI EMESSI (metri) (h/g) (g/a) Inquinante mg/nmc kg/h E1 Biofiltro ambiente Biofiltro (*) (*) (*) (+ eventuale utilizzo telo) (*) Premesso che le caratteristiche del biofiltro, le misure aggiuntive di contenimento previste (telo) e un corretto programma di manutenzione devono garantire un emissione non significativa dal biofiltro, riteniamo che garanzie specifiche su i metodi di contenimento/abbattimento delle emissioni e loro gestione, sarebbero a nostro avviso da preferirsi rispetto ad un programma di analisi di emissioni (considerato anche che l effettuazione dei campionamenti e analisi con metodi ufficiali presentano difficoltà tecniche anche in relazione ai limiti di rilevabilità). Per rispondere alla richiesta di integrazione vengono comunque fatte le seguenti valutazioni. In mancanza di riferimenti nella parte III dell allegato 1 alla parte V del D.L. 152/06, non potendo escludere a priori la presenza di sostanze (data anche la variabilità del materiale trattato), si può indicare nel quadro riassuntivo i parametri e valori di emissione riportati nella parte II dell allegato 1 alla parte V del D.L. 152/06. Necessitando comunque di restringere il campo dei parametri al fine di avere un sistema gestibile, si riporta quanto indicato nelle Linee guida recanti i criteri per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili ex art. 3, comma 2 del decreto legislativo 372/99 -Linee guida relative ad impianti esistenti per le attività rientranti nelle categorie IPPC: Gestione dei rifiuti (Impianti di trattamento meccanico biologico) 3 Il controllo delle emissioni dai biofiltri che possono essere valutate attraverso l analisi delle componenti inorganiche ed organiche. (Per quanto riguarda le prime, i marker comunemente utilizzati sono ammoniaca ed acido solfidrico 4 ; le analisi chimiche di tali composti vengono comunemente svolte seguendo metodi UNICHIM. Per quanto riguarda i composti organici, di scarsa rilevanza sotto il profilo tossicologico, i criteri che trovano sempre più diffusione a livello internazionale sono orientati ad una loro valutazione indiretta in base ai principi dell olfattometria. A scopo di indirizzo si rimanda allo standard europeo EN al quale vanno conformati i principi ispiratori delle diverse determinazioni in merito alle emissioni). 3 Estratto dal punto E.2.3 (Aspetti tecnici e tecnologici dei presidi ambientali) 4 Valori limite del D. Lgs 152/06 - NH 3 - tab C classe IV: 250 mg/m g/h H 2 S - tab C classe II: 5 mg/m 3-50 g/h
4 Fermo restando che le misure di contenimento previste per le emissioni e le eventuali relative prescrizioni autorizzative dovrebbero non rendere necessari i controlli analitici alle emissioni diffuse, per l effettuazione degli eventuali prelievi al biofiltro la ditta si potrà dotare di cappa atta a convogliare i flussi diffusi. Indicativamente la cappa avrà le seguenti caratteristiche: - basa quadrata di 1 m x 1 m che va a restringersi ad una sezione di uscita stimata 0,3 m x 0,3 m; - uscita raccordata a tubazione di medesima sezione (0,3 m x 0,3 m) lunga 0.5 m con bocchetta di prelievo posizionata a 0.25 m (metà del tratto lineare). Ipotesi di campionamenti: 1 sul biofiltro composto da 3 prelievi in posizioni diverse (da indicare sulla planimetria) Dato che le metodiche di campionamento indicate dal DL 152/06 sono riferite ad emissioni convogliate gli eventuali metodi di campionamento e analisi saranno concordati con gli organi tecnici (ARPAT e Amministrazione Provinciale) nella relativa Conferenza dei servizi. I metodi ufficiali a cui possiamo far riferimento per i parametri chimici sono i seguenti Ammoniaca UNICHIM 632 Acido solfidrico UNICHIM 634 (eventuale) MPT (polveri) UNICHIM 494 Per la valutazione della velocità viene proposto l utilizzo di anemometro a filo caldo Modalità di gestione e manutenzione Il biofiltro sarà munito di un sistema di irrigazione a goccia per garantire la corretta umidità del letto filtrante. Sono previste sonde per la rilevazione della temperatura e umidità del letto (ed eventuali altri parametri di processo). In generale nei biofiltri è richiesta solo una verifica periodica del letto filtrante, in genere semestrale, ed una manutenzione programmata, generalmente ogni due-cinque anni, a seconda delle condizioni di funzionamento, consistente nel rivoltamento del materiale filtrante e nella sua eventuale integrazione o sostituzione. Specifiche tecniche più precise saranno fornite al momento dell affidamento, ad una ditta specializzata, dell incarico di realizzazione del biofiltro stesso.
5 Punto 5 Relazione inerente le modalità gestionali finalizzate al contenimento delle polveri (emissioni diffuse) derivanti dallo stoccaggio dei cumuli all aperto e dall operazione di vagliatura, (rif. all. V parte Quinta D. Lgs. 152/06) Il materiale trattato non è, a nostro avviso, definibile materiale polverulento in quanto: - nella fase di movimentazione e formazione dei cumuli (fase successiva alla biostabilizzazione) ha un contenuto di umidità naturale, come evidenziano esperienze in impianti similari, tale da non originare polveri diffuse; - dopo la formazione del cumulo si ha una fase di essiccazione nella quale si ha la formazione di una crosta sul cumulo. Si passa quindi da un materiale umido non polverulento a un cumulo con crosta che impedisce la dispersione eolica. A nostro avviso quindi non risultano applicabili i criteri contenuti all. V parte Quinta D. Lgs. 152/06. Tuttavia si ritiene opportuno predisporre i seguenti accorgimenti: - disponibilità di un telo microforato in LDPE da utilizzare in caso di necessità; - installazione di un nebulizzatore sul vaglio; - realizzazione di fascia arborea (con le caratteristiche indicate nel progetto - Tavola PDSF).
6 Punto 6 Descrizione più di dettaglio degli interventi finalizzati alla verifica dell azione di confinamento dei teli rispetto agli agenti patogeni, microbiologici ad alle emissioni odorigene e più in generale modalità di gestione e manutenzione degli stessi E previsto l utilizzo di teli di contenimento delle emissioni in analogia con quelli utilizzati in impianti della stessa tipologia (tipo goretex o similari). I tempi di riempimento della singola vasca di biostabilizzazione sono stimati in 1 giorno. Al termine delle operazioni di riempimento si avrà la stesura del telo. Verrà periodicamente verificate l integrità del telo a garanzia della perfetta compartimentazione del rifiuto in fase di biostabilizzazione. Il progetto dell impianto presentato prevede un programma gestionale di controllo indicato di seguito per le tipologie di inquinanti e le tempistiche: Gli interventi finalizzati alla verifica dell azione di confinamento del telo rispetto agli agenti chimici, microbiologici ed alle emissioni odorigene, in base a quanto riportato sul progetto, dovranno essere effettuati con periodicità semestrale. Essi comprendono l effettuazione di un campionamento su due punti del cumulo oggetto d indagine; ciascun campionamento comprende, per ciascuna tipologia di indagine o parametro ricercato, due prelievi delle emissioni prodotte dal cumulo: una a cumulo coperto da telo ed uno in assenza del telo. I parametri chimici da ricercare saranno i seguenti: ammoniaca; acido solfidrico; polveri totali. Dal punto di vista microbiologico dovranno essere rilevati: la carica batterica totale; l aspergillus fumigatus. Si verificherà l azione esercitata dal presidio ambientale suddetto in termini di abbattimento delle emissioni odorigene, chimiche e microbiologiche determinate secondo l espressione di seguito esplicitata: dove E indica la concentrazione volumetrica dell emissione, verificando il rispetto dei seguenti parametri: Abbattimento degli odori nel processo: δuo 80%±10%. Abbattimento delle emissioni di tipo chimico: δnh3 30%±5%; δh2s 30%±5%; δpolveri 40%±5%. Abbattimento delle emissioni di tipo microbiologico: per la carica batterica totale δcbtot 50%±10%; conta dell aspergillus fumigatus si ha δasper 70%±10%. Le emissioni odorigene, determinate da un laboratorio specializzato in olfattometria, saranno valutate mediante il metodo dell olfattometria dinamica in riferimento alla norma EN Per l effettuazione dei controlli gestionali la ditta si doterà di cappa atta a convogliare i flussi diffusi.
7 Indicativamente la cappa avrà le seguenti caratteristiche: - basa quadrata di 1 m x 1 m che va a restringersi ad una sezione di uscita stimata 0,3 m x 0,3 m. - uscita raccordata a tubazione di medesima sezione (0,3 m x 0,3 m) lunga 0.5 m con bocchetta di prelievo posizionata a 0.25 m (metà del tratto lineare). I metodi a cui possiamo far riferimento per i parametri chimici sono i seguenti: Ammoniaca UNICHIM 632 Acido solfidrico UNICHIM 634 MPT (polveri) UNICHIM 494 Per la valutazione della velocità viene proposto l utilizzo di anemometro a filo caldo.
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