UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA PER UN ETICA DELL OSPITALITA

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA Corso di laurea in Filosofia Elaborato finale PER UN ETICA DELL OSPITALITA ACCOGLIERE LO STRANIERO Relatore: Prof. ANTONIO DA RE Laureando: FRANCESCO PIANTONI n. matricola: FL A.A. 2005/2006

2 SOMMARIO INTRODUZIONE... 1 CAP. I PERCHE' OGGI UN'ETICA DELL'OSPITALITA'? Fondamenti sociologici La violenza nei confronti dello straniero...5 CAP. II OSPITALITA' IN QUANTO QUESTIONE DELLA DOMANDA... 9 CAP. III OSPITALITA' COME FATTO GIURIDICO CAP. IV L'OSPITALITA' ASSOLUTA Grecia Antica Tradizione ebraica CAP. V I CONFLITTI TRA LA LEGGE E LE LEGGI CONCLUSIONE BIBLIOGRAFIA... 33

3 -ABSTRACT- PER UN ETICA DELL OSPITALITA ACCOGLIERE LO STRANIERO Con frequenza sempre maggiore l uomo contemporaneo si trova a dover affrontare domande, interrogativi, scelte d ospitalità. Che cosa può dire oggi la filosofia riguardo a tale argomento? Ormai quotidianamente infatti abbiamo a che fare con questioni che giungono da fuori, oltremare, oltre frontiera, che ci chiamano verso l esterno della casa, della nazione, che stanno sulle soglie in attesa. È per questo che nascono domande sul come, sulla qualità, sulla misura dell ospitalità. Quale atteggiamento assumere dunque di fronte agli stranieri che ogni giorno bussano alle porte delle nostre frontiere? Con quali rischi ci si può permettere di aprire la propria dimora a sconosciuti? Ed infine ancora, com è possibile ripensare un ospitalità lontana dalla pubblicità dello spazio pubblico? Com è possibile ri-trovare un ospitalità incondizionata offerta a priori ad ogni altro, a ogni arrivante, chiunque sia? È ancora possibile, insomma, un etica dell ospitalità? Avviare una riflessione intorno a questo argomento è oggi tanto più urgente quanto più lo straniero è considerato una figura ostile e minacciosa, esclusa ed emarginata. Lo constatiamo nell ira delle banlieues in fiamme, nella popolarità riscossa da movimenti politici xenofobi, nel filo spinato dei centri di permanenza temporanea (cpt), nell isolamento di ghetti cittadini sempre più lasciati a se stessi. Di fronte a questi pericoli- a volte dai tratti più che reali- si fa ancora più impellente un etica dell ospitalità e una cultura dell accoglienza. Coltivare un pensiero che faccia suo questo tema significa innanzitutto smettere di considerare l etica dell ospitalità come una delle tante etiche possibili e iniziare a ripensarla come la sola etica a fondamento di qualsiasi prassi umana che voglia impegnarsi nella relazione con un altro fuori da sè. Il termine greco ethos infatti, oltre a tradursi con etica/comportamento/costume da usare nei rapporti degli uomini, significa anche dimora, abitazione, soggiorno, e dunque in accezione morale l esser presso di sé e l abitare a casa propria. Ma il solo fatto di avere un ethos- una casa piuttosto che un etica, oppure meglio ancora, un etica come casa-, implica un fuori dove l agire-con-altri è possibile, rinvia a un esperienza d alterità in generale. E tale

4 esperienza d alterità non si può fare senza un accoglienza dell altro, a partire da ciò che siamo, dalla propria casa. Ecco dunque che la formula etica dell ospitalità oggi può dirci che non esiste un etica che non sia quella dell ospitalità. Ospitalità che non è da intendersi come accoglienza sconsiderata e passiva, ma avrà attinenza piuttosto con un azione e una certa sapienza che conosce a fondo la sua identità. Un etica dell ospitalità risulterà quindi quell abitare attento che vigila non solo sulla propria dimora ma anche su ciò che accade proprio fuori della dimora stessa per muovere all incontro con l altro. Le grandi culture fiorite intorno al Mediterraneo e al Medio Oriente testimoniano unanimemente la pratica dell ospitalità allo straniero: in primis la Grecia antica e più ancora la tradizione ebraica. Quest ultima in particolare, proprio a partire da questo concetto, sembra portarci verso un diverso modo d intendere l identità dell uomo. Per la Bibbia l uomo ogni uomo- è straniero al mondo perché la sua vera patria non è l Io (cioè la patria dell identità e dell essere), ma l altro. Questo altro, che può essere uno straniero come una divinità -Altro assoluto per eccellenza-, diventa colui che, ospitato dall io, permette il passaggio dall io per sé ad io per l altro, elevandolo dal piano dell essere al piano dell altrimenti che essere. L incontro con l altro avvia un percorso che scende alla riscoperta di sé e della propria interiorità fino allo svelamento dell alterità che costituisce la propria identità -cioè che io sono costitutivamente altro. Destinato all alterità e non all identità, o meglio all identità che si costituisce nell alterità, l uomo è straniero a sé stesso, incatenato al suo io come in una prigione, e da questa prigione fuoriesce solo grazie allo straniero che giunge da fuori. Un etica dell ospitalità permette perciò il sorgere di una coscienza non più conoscitiva, fondata sull interiorità e sul sapere, bensì di una coscienza etica che è accoglienza del volto e responsabilità per l altro. L identità stessa non sarà più identità dell io che, come un blocco monolitico, si costituisce e ricostituisce assimilando e inglobando l altro, bensì identità come crisi e messa in discussione dell io da parte dell altro inassimilabile nella sua alterità. Realmente ospitale sarà quel soggetto la cui casa- il cui ethos- non è più il luogo dove egli abita nel chiuso del rapporto da sé a sé, ma lo spazio che, aperto all altro, si apre all altro. È soltanto in questa apertura che, per l uomo, sarà possibile sperimentare una nuova identità, identità ospitale presente da sempre e riattivata dall arrivo di uno straniero, altro assoluto. Identità che è da sempre al di là dell essere e della morte, identità etica, etica dell ospitalità.

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