Scheda 1. Avere familiarità con la vita, avere familiarità con la Parola: la cura, attraverso la lettura, della propria vita spirituale

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1 Scheda 1 Avere familiarità con la vita, avere familiarità con la Parola: la cura, attraverso la lettura, della propria vita spirituale Obiettivo dell incontro: ricordare come vivere l interazione tra la Parola e la Vita. La Parola non è il libretto di istruzioni da imparare per vivere ma il racconto di esperienze di vita, esperienze dell uomo di sempre, di ogni tempo e luogo, che hanno incontrato la Salvezza, e a volte l hanno rifiutata. Anche noi oggi, nella medesima esperienza di vita, possiamo ascoltare la voce del Signore che salva, che strappa dal male: l integrazione tra la Parola e la Vita avviene quando al centro c è il vissuto umano, quando si vede l umano in azione nelle scelte che compie. Leggere la Parola nel gruppo significa compiere la medesima esperienza proposta dal testo, che certamente rimanda a momenti della propria vita, e vedere dove e come il Signore si rende vicino. Da ultimo, significa vedere come il Signore salva, perché non basta sapere che salva! Ascoltiamo un racconto (10 minuti) Video a scelta tra un racconto di Marco Paolini, Federico Buffa, Roberto Benigni (appena li preparo ve li mando): l obiettivo è quello di ascoltare tre brevi racconti, in cui apprezzare l arte di raccontare che sa catturare attenzione e rendere contemporaneo a quanto si racconta (ovviamente se avete di meglio potete usarlo!!) I esercizio, da fare insieme (30 minuti) Leggiamo l inizio del Vangelo di Marco e poi, dalla semplice lettura, proviamo a descrivere la scena, ovvero l esperienza di vita raccontata; dalla lettura emergono luoghi, personaggi, parole e una trama del testo Vangelo di Marco 1,1-11 1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. 3Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

2 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l amato: in te ho posto il mio compiacimento». Raccogliamo alcuni dati semplicemente dalla lettura (da fare insieme, ascoltando quanto emerge dal gruppo), dovrebbero essere dati che anche una lettura superficiale annota; li raccogliamo senza molti commenti, senza soprattutto arrivare a dire immediatamente cosa dice di me e a me il brano o addirittura cosa ho capito e quindi cosa devo fare ; di seguito alcuni punti che dovrebbero riordinare quanto emerso dal gruppo È il brano di apertura del vangelo di Marco Ha un titolo, che dovrebbe essere di tutto il vangelo: verrà ripreso nel Vangelo in punti salienti Si parla di un messaggero che viene presentato da una profezia di Isaia Isaia parla di preparare la via nel deserto (in Isaia infatti si legge: Voce di uno che grida: Nel deserto preparate la via ), qui Marco modifica in base a quanto fa Giovanni, ovvero predica nel deserto Deserto è luogo di essenzialità e precarietà Battesimo di conversione per il perdono dei peccati Annuncio dell arrivo di uno più importante, indicato come più forte Segno dello sciogliere il legaccio dei sandali Battesimo con lo Spirito (nuova alleanza annunciata da Ezechiele 37 e Geremia 31,31-34) A questo punto andrebbero sottolineati, se non sono emersi dal gruppo, due aspetti fondamentali del testo: Arriva Gesù e viene battezzato ma nessuno lo riconosce!!! (questo probabilmente non sarà notato, ed è lo sconvolgimento di questa pagina) La visione della colomba e la voce dal cielo sono per il lettore (infatti non ci sono reazioni da parte di Giovanni o della folla, è un segno che quanto è appena stato detto è per Gesù e per il lettore; la stessa reazione manca quando si strappa il velo del tempio alla morte di Gesù, la notizia serve a interpretare quanto sta avvenendo): il Padre attesta che quello, in fila con i peccatori, che si fa

3 battezzare e non è riconosciuto proprio perché fa questa scelta, è il Figlio. La voce conferma il Figlio, e anche il lettore! Un approfondimento sulla scelta del Vangelo di Marco, che ci permette di gustare l intreccio fede e vita, di mettere in evidenza come la Parola si comprende a partire dalla domanda su Come Dio mi vuole bene, ovvero su come al centro di ogni testo, e quindi della relazione tra la Parola e chi legge, c è il desiderio di rendere viva e attuale la relazione con il Signore, sperimentabile. Tutto il Vangelo di Marco si gioca sulla domanda dell identità di Gesù, che solo il centurione svelerà definitivamente; se la domanda sull identità fa da sfondo a tutto il vangelo, quello su cui siamo continuamente sollecitati da Marco non è la riflessione sull identità di Gesù, magari a partire dai gesti di liberazione, ma la sua definizione in azione : quindi la domanda non sarà chi è Gesù? ma dov è Gesù? Ecco come Marco ci accompagna per mostrarci in atto la persona di Gesù, che non è mai dove ci immagineremmo! È quindi nella logica della scelta narrativa e anche teologica di Marco che Gesù non venga riconosciuto al momento del suo battesimo, anche perché questo gli permette di mantenere anche per il lettore la suspense sull identità di Gesù. Noi che leggiamo, infatti, sappiamo fin dalla prima riga che Gesù è il Messia, e quindi quello che faremo non è l itinerario dei protagonisti del Vangelo, ma sarà quello di vedere dove va Gesù, quali luoghi il Messia sceglie per rivelarsi (è la stessa scelta che fa Luca quando ci dice che ai due discepoli che stanno andandosene da Gerusalemme dopo la morte di Gesù, si affianca il Signore: noi lo sappiamo, ma i due discepoli no. Così iniziano due modi di partecipare alla stessa storia: una geniale tecnica narrativa usata spesso dai romanzieri per non far diventare il lettore troppo pigro e passivo nella lettura). La prima pagina di Marco prosegue mostrandoci Gesù in sinagoga, a casa di Pietro, in piazza, in un luogo deserto, per i villaggi della Galilea, con un lebbroso: Gesù è nei luoghi di vita, dove la gente vive, lotta, soffre, spera. Poco più avanti parlerà in parabole, storielle di vita quotidiana per dire il Regno, chiamerà i primi discepoli mentre stanno lavorando. E la conclusione di Marco rimanda alla scelta narrativa: non è nel sepolcro, vi precede in Galilea, là lo vedrete dice l angelo. Le donne non dicono nulla, a conferma che la scelta di Marco di mostrarci Gesù in azione stupisce, sorprende, può anche far paura. Dunque, al di là del riconoscersi nei personaggi, nell identificarsi in alcune vicende che noi stessi riviviamo anche oggi, una operazione a cui ogni brano della Scrittura ci chiama e che vedremo più in dettaglio tra poco, la semplice lettura ci provoca e ci mette in azione, perché non semplicemente ascoltiamo una storia, ma il nostro punto di vista è diverso dai personaggi protagonisti della storia, appositamente diverso, perché già da semplici lettori ci sentiamo trascinati negli avvenimenti e resi protagonisti della ricerca della Buona Notizia per noi. (A volte sappiamo prima dei personaggi notizie fondamentali, ad esempio sappiamo che Abramo è messo alla prova, mentre lui non lo sa, oppure

4 quando Gesù appare camminando sulle acque sappiamo chi è; a volte sappiamo informazioni importanti dopo, come ad esempio, sempre Abramo, quando riconosce il monte su cui doveva sacrificare, mentre noi non lo sappiamo dal racconto: ci manca un dialogo tra Dio e Abramo? ; oppure, in Gn 20 scopriamo che Abramo ha chiesto a Sara di presentarsi come sua sorella ovunque avessero incontrato stranieri; a volte non sappiamo alcune cose importanti e le dobbiamo ricercare per il nostro cammino di fede, come ad esempio cosa si sono detti Gesù e Zaccheo prima che lo stesso Zaccheo risponda con un cambio di vita). Concludendo questa parte, possiamo allargare all intera Bibbia quanto appena detto: chi, se non io che leggo, può assistere alla creazione del mondo, ovvero allo sguardo di Dio sulla storia e sulla creazione, diventando io stesso, lettore di oggi, partecipe della creazione, concreatore? Come infatti hanno interpretato alcuni rabbini, a chi Dio dice, e dice ogni volta che leggi, Facciamo l uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza se non all uomo stesso che legge? Potremmo tradurre con Facciamo insieme l uomo, io e te. È una chiamata fin dall inizio a partecipare attivamente alla costruzione dell uomo, quindi di sé stessi, di quell uomo che Dio cerca come interlocutore all altezza, con cui dialogare. È una chiamata, fin dall inizio del Libro, a partecipare attivamente, da interlocutore che fronteggia (l uomo e la donna sono creati così, sono uno di fronte all altro per dialogare ma anche per ricordare il limite di ciascuno e saranno all altezza del compito quando si richiameranno vicendevolmente le invasioni nello spazio dell altro/a; lo stesso l uomo è chiamato a farlo anche con Dio, basti ricordare Mosè sul Sinai che ricorda a Dio che Israele è il popolo di Dio, non di Mosè!), che non si lascia dire passivamente da un altro, ma partecipa attivamente al compito di Coltivare e Custodire. Esercizi in gruppo (45 minuti) Proviamo adesso a raccontare alcune scene bibliche, leggendole come andrebbero lette, ovvero con dei toni di voce corrispondenti alla scena, al dramma che viene rappresentato, con le pause e le accelerazioni che il testo suggerisce in modo esplicito (ad esempio una serie ravvicinata di verbi aumenta il ritmo dell azione, mentre un dialogo, un elenco di materiale o attrezzature lo rallenta) o implicito (quando in poche righe si fanno dei salti temporali molto ampi). Per far questo, bisogna osservare il luogo in cui avviene la scena, i personaggi coinvolti, a chi vengono indirizzate le parole dei personaggi.

5 Non è necessario analizzare e lavorare su entrambi i testi proposti, si inizia scegliendone uno e poi, se avanza tempo, si lavora sull altro. I scena: in questo primo esercizio andrà sottolineato il compito del racconto di Natan, ovvero quello di far immedesimare Davide nella storia raccontata così da fargli esprimere il giudizio, che diventa poi autogiudizio. Come si racconta la parabola caricandola di enfasi al punto tale che Davide pensi sia un fatto realmente accaduto? 2 Samuele 12,1Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse: «Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l altro povero. 2Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, 3mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. 4Un viandante arrivò dall uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di quell uomo povero e la servì all uomo che era venuto da lui». 5Davide si adirò contro quell uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo è degno di morte. 6Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitata». 7Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell uomo! Così dice il Signore, Dio d Israele: Io ti ho unto re d Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, 8ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro. 9Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l Ittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. 10Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l Ittita. 11Così dice il Signore: Ecco, io sto per suscitare contro di te il male dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che giacerà con loro alla luce di questo sole. 12Poiché tu l hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole». 13Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai. 14Tuttavia, poiché con quest azione tu hai insultato il Signore, il figlio che ti è nato dovrà morire». 15Natan tornò a casa.

6 II scena: qui va vissuta la scena, con la tempesta e la barca sballottata, perché il brano poi giunge alla sua massima tensione nella mano di Gesù che salva Pietro e con le parole sulla sua fede. Cosa dice realmente Gesù con quelle parole? Matteo 14,22Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull altra riva, finché non avesse congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. 24La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. 25Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. 26Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 28Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». 29Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma, vedendo che il vento era forte, s impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 31E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 32Appena saliti sulla barca, il vento cessò.33quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Conclusione (10 minuti) Considerazioni sul lavoro svolto, domande Scelta della data successiva

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