Accogliendo e servendo si incontra Gesù
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- Albino Mantovani
- 5 anni fa
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1 Questa immagine di Chiesa missionaria, che ha come modello il Cristo incarnato, si manifesta e si concretizza in tutti i suoi membri: Vescovo, presbitero, diacono, uomo e donna consacrati, fedeli laici. Siamo tutti servi, a servizio di Dio che ci ha creati e consacrati, e al servizio gli uni degli altri». (Crescenzio Card. Sepe, omelia pronunciata in cattedrale il 26 aprile XX anniversario ordinazione Episcopale) DOMANDE PER RIFLETTERE 1. La morte e la risurrezione di Gesù sono realmente il centro vitale della nostra fede? 2. Gesù indica nel servizio la grandezza del discepolo. Ci avevi mai pensato? 3. Seguire Gesù e stare con lui significa lasciare che il suo modo di vivere diventi il mio modo di vivere. Sta avvenendo questo in me? 4. I nostri progetti personali e comunitari seguono logiche umane di opportunismo o di successo, oppure, anche se costa, si cerca di orientarli evangelicamente? PREGHIAMO PADRE NOSTRO O Dio, Padre di tutti gli uomini, Tu vuoi che gli ultimi siano i primi e fai di un fanciullo la misura del tuo regno; donaci la sapienza che viene dall alto, perché accogliamo la Parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a Te il più grande è colui che serve. Amen. SCHEDA n 9 ARCIDIOCESI DI NAPOLI Accogliendo e servendo si incontra Gesù Preghiera dal Salmo 53 Rit. Il Signore sostiene la mia vita. Dio, per il tuo nome salvami, per la tua potenza rendimi giustizia. Dio, ascolta la mia preghiera, porgi l orecchio alle parole della mia bocca. Rit. Poiché stranieri contro di me sono insorti e prepotenti insidiano la mia vita; non pongono Dio davanti ai loro occhi. Rit. Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. Ti offrirò un sacrificio spontaneo, loderò il tuo nome, Signore, perché è buono. Rit. Dal Vangelo secondo Marco (9,30-37) In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
2 IL MESSAGGIO Come nel primo annuncio (Mc 8,27-38), i discepoli sono spaventati ed hanno paura. Non capiscono la Parola sulla croce, perché non sono capaci di capire né di accettare un Messia che diventa servo dei fratelli. Loro continuano a sognare un Messia glorioso e mostrano, oltre a ciò, un enorme incoerenza. Quando Gesù annuncia la sua Passione e Morte, loro discutono su chi di loro sia il più grande. Gesù vuole servire, loro pensano solo a comandare! L ambizione li conduce ad autopromuoversi a fianco di Gesù. Gesù attraversa la Galilea, ma non vuole che la gente lo sappia, poiché è occupato con la formazione dei discepoli e parla con loro della Croce. Afferma che, secondo la profezia di Isaia (Is 53,1-10), il Figlio dell Uomo deve essere consegnato e condannato a morte. Ciò indica l orientamento di Gesù verso la Bibbia, sia nella realizzazione della propria missione che nella formazione data ai discepoli. Traeva il suo insegnamento dalle profezie. Come nel primo annuncio (Mc 8,32), i discepoli lo ascoltano, non capiscono ciò che dice sulla croce e non chiedono chiarimenti. Hanno paura che emerga la loro ignoranza. Giungendo a casa, Gesù chiede: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?» Loro non rispondevano. E il silenzio di chi si sente colpevole, «per la via, infatti, avevano discusso tra loro chi fosse il più grande». Gesù è un buon pedagogo. Non interviene subito. La risposta di Gesù è un riassunto della testimonianza di vita che Lui stesso stava dando fin dall inizio: «Se uno vuol essere il primo sia l ultimo di tutti e il servo di tutti!». Silenzio Preghiere spontanee APPROFONDIAMO I discepoli non comprendono la Parola di Dio perché hanno in testa la parola di colui che vuole la divisione. La Parola di Gesù è amore e umiltà, quella del demonio è egoismo e protagonismo. Chi cerca il proprio io, perde se stesso, gli altri e Dio. Su questo passo del Vangelo Papa Francesco ha commentato: «Proprio il passo evangelico racconta che i discepoli «discutevano» e addirittura «litigavano per la strada, per chiarire chi, per ambizione, fosse il più grande fra loro». Così, ha detto il Pontefice, «il loro cuore si allontanò». I discepoli avevano «i cuori allontanati» e «quando i cuori si allontanano nasce la guerra. Sono parole che «fanno riflettere» per la loro attualità. Infatti, ha fatto notare il Papa, «ogni giorno sui giornali troviamo guerre. «Da dove vengono le guerre, liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra?». Perché «le guerre, l odio, l inimicizia non si comprano al mercato. Sono qui, nel cuore». «Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi». Un consiglio che riguarda tutti, perché questo «spirito di guerra che ci allontana da Dio, non è soltanto lontano da noi» ma «è anche a casa nostra». Come dimostrano, per esempio, le tante «famiglie distrutte perché papà e mamma non sono capaci di trovare la strada della pace e preferiscono la guerra, fare causa». Davvero «la guerra distrugge». Da qui l invito di Papa Francesco a «pregare per la pace». Per quella «pace che sembra diventata soltanto una parola e niente di più». Pregare, dunque, «perché questa Parola abbia la capacità di agire». Il Pontefice ha concluso la sua meditazione sulla pace con un invocazione al Signore perché ci faccia «capire questo» salvandoci «dall abituarci alle notizie di guerra». (PAPA FRANCESCO, Omelia pronunciata nella cappella della residenza Santa Marta il 25/2/2014). Questa è la grandezza di Dio e questa dev essere la grandezza dell uomo fatto a Sua immagine e somiglianza. Egli è amore e non afferma se stesso a spese dell altro, ma lo fa crescere a sue spese. Ecco come ha commentato il nostro Arcivescovo questo tema: «Sono venuto per servire ci ha insegnato il Maestro. Anche alla sua sposa, la Chiesa, ha chiesto di farsi serva dell uomo e di tutti gli uomini, imponendole di fare quello che lui stesso ha fatto: Vi ho dato l esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. Se Cristo è servo e ha voluto che la sua Chiesa fosse, come Lui, serva di Dio e dell umanità, ne deriva che l identità e la missione della Chiesa è quella di essere serva del Vangelo e a servizio dell uomo e di tutti gli uomini.
3 Ecco perché il nostro Arcivescovo ci aiuta nella riflessione con queste parole: «Dobbiamo ritornare alle sorgenti domandandoci: da dove vogliamo partire? E dove vogliamo arrivare? Siamo disponibili ad essere come creta in mano al Vasaio per lasciarci modellare e plasmare? Vogliamo davvero ritornare a Lui con tutto il cuore e convertirci, oppure facciamo di tutto per convertire Dio a noi, strumentalizzando perfino la religione? Siamo veramente pronti a servire Dio, oppure continuiamo a servirci di Dio? Allargando l orizzonte alla realtà che ci circonda, il nostro sguardo non può non fermarsi sulla sofferenza, sul dolore, sulla violenza, sui soprusi, sulle sopraffazioni, sulle ingiustizie che tanti nostri fratelli e sorelle subiscono ogni giorno. Convertirsi, allora, significa anche saper ascoltare il grido del povero e del debole, uscire da quell indifferenza che sembra stia diventando uno stile di vita anche tra noi cristiani». (CRESCENZIO CARD. SEPE, omelia pronunciata il Mercoledì delle Ceneri 2007). DOMANDE PER RIFLETTERE 1. Ancora una volta la Parola invita a verificare criticamente il posto che i beni occupano nella nostra vita, ci hai mai pensato? 2. Hai mai pensato che possono essere i beni, le ricchezze, a possedere te invece che tu possa possedere loro? 3. Conosci qualcuno che è riuscito ad abbandonare tutto per il Regno? 4. Cosa significa per noi oggi: Va, vendi tutto, dallo ai poveri? Come capire e praticare oggi i consigli che Gesù dà al giovane ricco? PREGHIAMO PADRE NOSTRO O Dio, nostro Padre, che scruti i sentimenti e i pensieri dell uomo, non c è creatura che possa nascondersi davanti a te; penetra nei nostri cuori con la spada della tua parola, perché alla luce della tua sapienza possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno. Amen SCHEDA n 10 ARCIDIOCESI DI NAPOLI L amore di Cristo libera dalla ricchezza Preghiera dal Salmo 89 Rit. Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! Rit. Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male. Rit. Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e il tuo splendore ai loro figli. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l opera delle nostre mani, l opera delle nostre mani rendi salda. Rit. Dal Vangelo secondo Marco (10,17-27) In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
4 Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». IL MESSAGGIO Il Vangelo proposto parla di «Un tale», l evangelista non ci dice chi sia, «che gli corre incontro e si getta in ginocchio». Questo tale angosciato, si rivolge a Gesù chiedendo cosa deve fare per avere la vita eterna. Gesù, nella sua risposta, lo rimanda ai comandamenti di Dio. Dice «maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza». «Allora Gesù lo fissò» fissare un individuo significa penetrare dentro la sua vera realtà. Lo sguardo di Gesù è sempre volto a una comunicazione di vita, d amore. Lo invita a completare la sua perfezione vendendo quello che possiede. Infatti Gesù dice: «quello che hai dallo ai poveri e poi avrai un tesoro in cielo», cioè Dio sarà la tua sicurezza. E andato da Gesù per avere di più e Gesù invece lo invita a dare di più. «E poi vieni e seguimi». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò via rattristato. «Possedeva infatti molti beni». Ecco perché l evangelista ci ha presentato questo individuo che corre come l indemoniato. E posseduto. Lui credeva di possedere i beni, in realtà ne era lui posseduto. Dai Vangeli si comprende che si possiede soltanto quello che si dona, quello che si trattiene per sé; non si possiede, ma ci possiede. Quindi non gli ha fatto bene incontrare Gesù; ha incontrato Gesù angosciato e se ne va via rattristato. Vediamo adesso la reazione dei discepoli alla radicalità di Gesù. Loro rimangono sconcertati dal fatto che Gesù metta come condizione al ricco, per entrare nel Regno di Dio, cioè nella comunità cristiana, di abbandonare tutte le sue ricchezze. Ebbene, di fronte alla conferma di Gesù, alla sua radicalità, c è lo sconcerto dei discepoli che, ancora più stupiti, si dicevano: «E chi potrà essere salvato?» Segno, questo, che non avevano capito la risposta di Gesù all uomo ricco: «Và, vendi tutto, dallo ai poveri e seguimi» Il giovane aveva osservato i comandamenti fin dalla sua gioventù, ma senza capire il perché dell osservanza. Qualcosa di simile stava avvenendo con i discepoli. Loro avevano già abbandonato tutti i beni come richiesto da Gesù al giovane ricco, ma senza capire il perché dell abbandono! Se avessero capito, non si sarebbero stupiti dinanzi all esigenza di Gesù. Quando la ricchezza o il desiderio di ricchezza occupa il cuore e lo sguardo, la persona non riesce a percepire il senso del vangelo. Solo Dio può aiutare! Gesù guarda i discepoli e dice: «Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio. Presso Dio tutto è possibile». Silenzio Preghiere spontanee APPROFONDIAMO Le parole che Gesù rivolge all uomo ricco sono analoghe a quelle con cui egli ha chiamato i primi discepoli, e riflettono le condizioni della sequela. Infatti Papa Francesco ha parlato della vocazione come del coraggio di svuotare il proprio cuore per seguire Gesù: «Quell uomo era mosso dallo Spirito ma non aveva intenzione di svuotare il proprio cuore. Il suo cuore era inquieto, proprio per lo Spirito Santo che lo spingeva ad avvicinarsi a Gesù e a seguirlo, ma esso era imprigionato lì, legato ai soldi e non aveva la libertà di scegliere. I soldi hanno scelto per lui. Dobbiamo pregare perché il cuore dei giovani possa svuotarsi, svuotarsi di altri interessi, di altri amori, perché il cuore divenga libero. Questa è la preghiera per le vocazioni. Ma Gesù, guardando in faccia ai discepoli sconvolti, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio!». Gli uomini pensano che la felicità consista nell avere sempre di più; Gesù, che è Dio, insegna che la felicità, la vita, consista nel dare, non nell avere. Più si dà e più si acquista la capacità, da parte di Dio, di dare agli uomini». (PAPA FRANCESCO, Omelia pronunciata nella cappella della residenza Santa Marta il 3/3/ 2014). La cosa che manca a quell uomo è vendere i propri beni e seguirlo, dopo averne distribuito il ricavato ai poveri. Con queste parole Gesù propone la sequela come la strada maestra per ottenere la vita eterna; la rinunzia ai propri beni in favore dei poveri è solo una premessa, nella quale però si esprime già la dinamica del regno di Dio, nel quale i poveri sono «beati».
5 E, in tale linea, sentiamo risuonare nella nostra coscienza le tematiche più suggestive e profonde del Concilio Vaticano II, che ha presentato un volto nuovo di Chiesa: Chiesa missionaria, cioè esposta, proiettata verso la comunità degli uomini e quindi con una percezione più matura del suo rapporto con il mondo e con la società umana. Un Concilio che a parere anche di Papa Francesco attende ancora di essere attuato nelle sue istanze più profonde. Si tratta di un cammino complesso, perché richiede i tempi lunghi dei processi culturali e deve investire tutti gli ambiti e le articolazioni della vita ecclesiale. È, quindi, un percorso d indole educativa, prima ancora che organizzativa. È necessario maturare una nuova, più vigorosa consapevolezza del ruolo dei credenti negli ambienti in cui vivono». (Canta e cammina pp. 6-7). DOMANDE PER RIFLETTERE 1. Perchè i due spiccioli della vedova possono valere più di tanti euro dei ricchi? 2. Guarda bene il testo e dì perché Gesù elogia la vedova povera. Quale messaggio racchiude oggi per noi questo testo? 3. Quali difficoltà e quali gioie hai incontrato nella tua vita nel praticare la solidarietà e la condivisione con gli altri? 4. Sei cosciente che la Chiesa di Napoli ha bisogno della tua testimonianza in quanto credente? 5. A conclusione di un percorso ti viene riproposto un brano della lettera pastorale Canta e Cammina, come ti relazioni ora con le indicazioni del nostro Vescovo? PREGHIAMO PADRE NOSTRO O Dio, Padre degli orfani e delle vedove, rifugio agli stranieri, giustizia agli oppressi, sostieni la speranza del povero che confida nel tuo amore, perché mai venga a mancare la libertà e il pane che tu provvedi, e tutti impariamo a donare sull esempio di colui che ha donato se stesso, Gesù Cristo nostro Signore. Amen SCHEDA n 11 Preghiera dal Salmo 145 ARCIDIOCESI DI NAPOLI Fiducia in Dio Rit. Loda il Signore, anima mia. Il Signore rimane fedele per sempre rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri. Rit. Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri. Rit. Egli sostiene l orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. Rit. Dal Vangelo secondo Marco (12,41-44) In quel tempo, Gesù, seduto di fronte al tesoro [nel tempio], osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». IL MESSAGGIO Gesù è nel tempio ed osserva. Il testo introduce un come che può essere tanto significativo. La minuta descrizione della vedova fa capire che il suo modo di gettare è diverso, non solo perché vi getta di meno, ma perché non lo fa
6 come gli altri. Forse ha vergogna. Essa non è come i ricchi che possono fare bella mostra di sé, facendosi vedere generosi. Essa ha poco, troppo poco; soltanto due monetine di rame: non può dare che due monetine. Eppure è quella che ha dato di più. Probabilmente solo Gesù se ne è accorto, ed eccolo chiamare i suoi discepoli. E la quarta volta che li chiama per aiutarli a riflettere, per educarli a una vera sequela anche sul modo di giudicare la gente. Se i discepoli si sono meravigliati di quello che davano i ricchi, ora devono ricredersi. La Parola di Gesù è oltremodo incisiva. C è radicale opposizione tra quello che loro avanzava e tutto il suo sostentamento. Gesù giudica il valore del dono a partire dalla situazione del donatore. A Gesù non interessa il dono ma chi lo dà; ed è la persona che dà valore al suo dono. Quella povera vedova quel giorno volle condividere tutto ciò che aveva; ha voluto che il suo poco fosse dono per gli altri, per Dio. Ha fatto un salto nel buio, si è disfatta anche di ciò che poteva creare una piccola sicurezza umana, la sicurezza del concreto domani. Lo ha fatto per affidarsi totalmente a Dio e per condividere il suo bene con gli altri. Essa ha davvero in sé l amore di Dio e del prossimo. Nel Vangelo non vi è altrove una descrizione più bella della fede e dell amore, né un esigenza più dura per essere Chiesa. Questa vedova, sconosciuta dal mondo, è l immagine del vero credente, del discepolo di Cristo. Silenzio Preghiere spontanee APPROFONDIAMO Gesù vuole affermare che ognuno è gradito a Dio, non per quanto egli può offrirgli in denaro, meriti, osservanze o gesti rituali, ma per il dono totale di sé, con il quale partecipa fino in fondo al suo progetto salvifico. Interessante notare come Papa Francesco spiega questi versetti del Vangelo: «Non ho mai visto un camion da trasloco dietro un corteo funebre, mai!». Papa Francesco continua a ripetere il suo messaggio: «C è un tesoro che possiamo portare con noi, un tesoro che nessuno può rapinare, che non è quello che hai risparmiato per te, ma quello che hai dato agli altri». Il problema, ha chiarito, sta nel non confondere le ricchezze. Per Francesco, la caccia all unico tesoro che si può portare con sé nella vita dopo la vita è la ragion d essere di un cristiano, come Gesù ha spiegato ai suoi discepoli dicendo loro: Dov è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. Quindi, ci sono tesori rischiosi che seducono ma che dobbiamo lasciare, quelli accumulati durante la vita e che la morte vanifica. Ha sottolineato il Papa, «quel tesoro che noi abbiamo dato agli altri, quello lo portiamo. Quello sarà il nostro merito, perché è il merito di Gesù Cristo in noi! Quello dobbiamo portare! E quello che il Signore ci lascia portare! L amore, la carità, il servizio, la pazienza, la bontà, la tenerezza sono tesori bellissimi: quelli portiamo. Gli altri no». Per il Vangelo, ha ricordato Francesco, «il tesoro che vale agli occhi di Dio è quello che già dalla terra si è accumulato in cielo». (Papa Francesco, Omelia pronunciata nella cappella della residenza Santa Marta il 21 giugno 2013). Gesù ammira a la gratuità e la discrezione di questa vedova che dona tutto, che non si esibisce, né si lamenta della sua povertà. Essa non fa parte dei discepoli di Gesù e, probabilmente, non ha neppure sentito gli insegnamenti che Gesù ha offerto alle persone che lo hanno incontrato. Eppure Gesù la riconosce come una vera ospite del Regno, capace di scelte evangeliche poiché ha offerto, in modo totale, tutto quello che aveva per vivere. E una donna che ha operato una conversione totale, si affida completamente a Dio. Il nostro Arcivescovo ha così precisato: «Se vogliamo, infatti, indicare una possibile direzione di marcia per il nostro popolo, non possiamo andare a rimorchio, vivere di abitudini e luoghi comuni, seguire con affanno il passo degli altri. Come credenti, sappiamo che il nostro è il Dio delle promesse, il Dio fedele che ci precede sulle vie della storia. Quando i credenti disertano il campo, l umanità va avanti per conto suo, privandosi delle illuminanti direttive del Vangelo. È con questo spirito che si è mossa la Chiesa di Napoli in questi anni. [ ] Ma il cammino è ancora lungo e difficile perché richiede una continua e più profonda conversione pastorale, un profondo cambiamento di mentalità, un rilancio dell azione pastorale, un rinnovato entusiasmo missionario. Va recuperata, cioè, la vera identità della fede, aperta alla storia e al mondo, ricca di valenza profetica e di responsabilità, di carica innovativa e di pazienza costruttiva.
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