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1 Rivista scientifica bimestrale di Diritto Processuale Civile ISSN Pubblicazione del Nuovo appello filtrato: non ci sono probabilità di accoglimento se la Corte ha deciso negativamente casi analoghi. Va dichiarato inammissibile l appello che non ha ragionevoli probabilità di accoglimento, da rinvenirsi nei casi in cui la Corte si sia sempre pronunciata negativamente su casi analoghi. ANNOTAZIONE ALL ORDINANZA DELLA CORTE D APPELLO DI PALERMO, SEZIONE TERZA, DEL Di Rosangela Santosuosso Sommario: 1)Il Fatto- 2) Commento - 3)Conclusioni 1) La pronuncia in commento rappresenta una delle prime applicazioni della riforma della procedura civile operate dalla Legge n.134/2012, recante misure urgenti per la crescita del Paese. Si tratta di una pronuncia che ha lasciato perplesso l intero ambiente giuridico, creando un precedente di indubbia interpretazione nella giurisprudenza. In data , la Corte d Appello di Palermo pronunciava ordinanza con la quale rigettava l appello da Alfa, avverso la Sentenza n. 4779/2012, in quanto non aveva ragionevoli probabilità di successo, a fronte di casi analoghi (Sentenza n. 1908/2012) che la stessa Corte aveva giudicato inammissibili per la loro infondatezza. E, seguendo il principio della soccombenza e come stabilito dalla nuova normativa, provvedeva a condannare alle spese del grado di giudizio a favore di Beta nella misura di 2.000,00 euro, oltre iva e cpa. 2) Fino a qualche tempo fa, l'appello rappresentava un mezzo di impugnazione a critica libera, con il quale era possibile dolersi sia di vizi in senso specifico che inficiavano la sentenza di primo grado, sia di vizi in senso lato, che attenevano alla mera ingiustizia del provvedimento emesso in primo grado. Era un mezzo di gravame, più che di impugnazione in senso stretto, con il quale si sottoponeva a rinnovazione il giudizio espresso dal giudice di prime cure. Il 1

2 giudice di seconde cure aveva il potere di riesaminare ciò che era stato già oggetto di decisione in prima istanza, sulla base delle difese già consolidate in primo grado, ma limitatamente alle questioni sollevate dalle parti ed entro i confini dell oggetto del precedente giudizio, che non poteva essere né ampliato né modificato, e, a loro volta, le parti avevano libertà nei motivi di critica, nella scelta dei capi della pronuncia da porre al vaglio del nuovo giudicante, al fine ultimo di ottenere una pronuncia con effetto sostitutivo della sentenza di primo grado. La recente evoluzione legislativa e giurisprudenziale ha condotto alla necessità di una diversa interpretazione ed applicazione del mezzo di impugnazione, che perde quegli elementi che lo rendevano unico nel suo genere. Non solo vengono introdotte novità dal punto di vista puramente tecnico della sua redazione, ma anche dal punto di vista del procedimento. Nella nuova formulazione, la parte dovrà, a pena di inammissibilità, riportare in modo specifico le parti del provvedimento di primo grado che si intende appellare e le modifiche che si vuole vengano apportate alla ricostruzione operata dal giudice di prime cure, nonché le circostanze da cui deriva la violazione della legge e della loro rilevanza ai fini della decisione impugnata. Ruolo fondamentale avrà il ricorso a massime giurisprudenziali specifiche e non meramente critiche, ai fini di rendere l'impugnazione, agli occhi del nuovo giudice, ragionevolmente accoglibile ed ottenere una pronuncia favorevole. Resta fermo il divieto di, domande, eccezioni e prove nuove. Il nostro sistema giudiziario si è caratterizzato, soprattutto ultimamente, per il numero e la durata delle cause, che hanno portato l Italia ad essere più di una volta condannata a maxi risarcimenti dalla Corte Europea, per non rispettare i termini di ragionevole durata dei processi, principio sancito anche dalla Convenzione dei diritti dell Uomo, che riconosce ad ogni individuo il diritto a vedere giudicata la propria causa in un lasso di tempo ragionevole (Art.6 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali). A tal fine, tra le misure varate per la crescita del nostro Paese, vi è il filtro in appello, un nuovo istituto teso a selezionare le cause meritevoli di proseguire l iter giudiziario, in quanto fondate su una ragionevole probabilità di essere accolte, da quelle immeritevoli. Il giudice, prima di 2

3 procedere alla trattazione, sentite le parti, può dichiarare l inammissibilità o meno dell appello con ordinanza succintamente motivata, anche mediante rinvio agli elementi di fatto riportati in uno o più atti di causa e il riferimento a precedenti conformi, con statuizione delle spese (art. 348 ter c.p.c.; art. 350 c.p.c.). Ove il giudice d appello ritenga che l impugnazione non abbia ragionevole probabilità di essere accolta, ne dichiarerà l inammissibilità con ordinanza, passando la causa così al vaglio della Cassazione. Il ruolo del giudice di seconde cure cambia completamente, diventa arduo e totalmente discrezionale, spettando solo a quest ultimo la decisione sulla legittimità della domanda. Anche il parametro della ragionevole probabilità di accoglimento si presenta labile ed incerto, generico ed indeterminato; non sarà sufficiente porre a sostegno delle proprie decisioni i precedenti e stabili orientamenti della Suprema Corte, in quanto l'inammissibilità per mancanza di una ragionevole probabilità di successo non è legata ad una prognosi di manifesta fondatezza o infondatezza del suo contenuto ma è sufficiente un apprezzabile grado di inaccoglibilità. Una probabilità che va valutata caso per caso. Ecco perché sarà molto utile rifarsi a precedenti giurisprudenziali specifici. Si instaura un rapporto diretto ed immediato tra il primo grado e la Cassazione, che non potrà fare a meno di valutare anche la motivazione, seppur succinta, dell ordinanza, sia perché quest ultima contiene la previsione sulle spese di lite, sia perché anche tale provvedimento può, in astratto, contenere vizi formali e sostanziali, sia perché, infine, la declaratoria di inammissibilità del gravame incide sull ampiezza dei motivi denunciabili nel ricorso. Si può quindi immaginare che gran parte delle cause, ritenute inammissibili dal nuovo filtro, perverranno davanti alla Suprema Corte, determinando un aumento del carico lavorativo dei giudizi di legittimità. Una situazione che il legislatore ha previsto delineando i limiti del ricorso ai soli motivi di stretta legittimità qualora le ragioni esposte nell ordinanza siano le stesse della decisione di primo grado e nel caso di omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che è stato oggetto di discussione tra le parti. Nel caso de quo, la pronuncia la Corte siciliana ha addotto la mancanza di una ragionevole probabilità di successo, basandosi su pronunce di casi analoghi 3

4 ritenuti inammissibili per infondatezza dallo stesso Collegio. È una delle motivazioni che può essere posta a sostegno della dichiarazione di inammissibilità dell appello ad opera del Collegio giudicante. Tuttavia, l espressione precedenti conformi contenuta nell'articolo 348 ter c.p.c. lascia adito a diverse interpretazioni. Si fa riferimento solo ai precedenti conformi della Cassazione, quale unico giudice di legittimità con funzione nomofilattica, o è possibile prendere in considerazione anche altre decisioni già adottate dalla stessa Corte? Di quest'ultimo è avviso sembra essere la Corte siciliana con tale ordinanza nella quale pone a sostegno dell'inammissibilità su pronunce proprie, basandosi anche su quanto previsto dall articolo 360 bis c.p.c. secondo il quale il ricorso in Cassazione è inammissibile quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto, uniformandosi alla giurisprudenza della Corte Suprema. Un'ordinanza che, nell ottica dei giudici, risponde a pieno al fine per il quale è stato introdotto l istituto del filtro in appello, ovvero, selezionare le impugnazioni meritevoli di essere trattate nel merito, poiché proprio i giudizi di secondo grado, quale strumento di impugnazione a critica libera, ancora attualmente, non rispettano i tempi di ragionevole durata di processo. Oltre che costituire un gravoso carico per il giudice di seconde cure. Se il giudice d appello, sulla base di alcune sue precedenti pronunce, ritiene l impugnazione senza alcuna ragionevole probabilità di accoglimento, l immediata ordinanza di inammissibilità consente di ridurre notevolmente i tempi della giustizia, che prima della riforma si sarebbero trasformati in anni, non essendo neppure ammesso il ricorso in Cassazione, se non nei rari casi previsti dalla legge. Sulla questione è intervenuta anche l Avvocatura evidenziando le proprie perplessità: il richiamo a precedenti pronunce della stessa Corte pregiudicherebbe non solo l evoluzione interpretativa della giurisprudenza, che rimarrebbe ferma sulle proprie posizioni, ma limiterebbe anche uno dei diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, ossia il diritto di difesa, il cui libero esercizio resterebbe confinato al solo giudizio di primo grado. Il rinvio ad una sentenza non conosciuta, emessa da una Corte di merito e non pubblicata né su riviste né su banche dati accessibili al pubblico, non permette 4

5 un applicazione equa e giusta della legge nei confronti dei cittadini, nonché l'esercito dei propri diritti. 3) L'unico giudice di legittimità dell'ordinamento italiano è la Suprema Corte ed è sulla base delle sue pronunce che si formano i principi di diritto, quei precedenti su cui si fondano le decisioni degli altri organi giudicanti. La pronuncia della Corte d'appello di Palermo rappresenta il primo caso di inammissibilità di un mezzo di impugnazione sulla base di pronunce della stessa Corte, il cui ruolo è diventato eccessivamente discrezionale. Una pronuncia,questa, che lascia spazio a dubbi e perplessità nella giurisprudenza più recente. 5