FORMIGONI RICONFERMATO PER IL QUARTO MANDATO LEGA NORD MANCA IL SORPASSO AL PDL 1

Transcript

1 COMMENTO ALLE ELEZIONI REGIONALI 2010 FORMIGONI RICONFERMATO PER IL QUARTO MANDATO LEGA NORD MANCA IL SORPASSO AL PDL 1 di Andrea Vannucci (Dottorando di ricerca in Teoria dello Stato, Università La Sapienza di Roma) e Francesco Verrastro (Avvocato in Roma) 31 marzo I candidati In occasione delle elezioni regionali 2010 i candidati alla poltrona di Presidente della Regione Lombardia erano sei: per il centrodestra si è ripresentato il governatore uscente Roberto Formigoni e per il centrosinistra l ex presidente della provincia di Milano Filippo Penati. A queste due candidature si affiancavano quella del centrista Savino Pezzotta, quella dell ex leader del movimento no-global Vittorio Agnoletto, quella del grillino Vito Claudio 1 Il testo è frutto delle riflessioni congiunte dei due autori, tuttavia la redazione dei parr. 1, 2 e 3 è a cura del Dott. Andrea Vannucci, mentre i parr. 4 e 5 sono a cura dell Avv. Francesco Verrastro. federalismi.it n. 6/2010

2 Crimi e quella di Gianmario Invernizzi, esponente della destra radicale espresso da Forza Nuova. Formigoni è stato sostenuto da Popolo della libertà, Lega nord e La Destra. Una coalizione molto più ristretta rispetto a quella di cinque anni fa che comprendeva, oltre ovviamente alla Lega e ai due partiti confluiti nel Pdl, An e Forza Italia, anche il Nuovo Psi e, soprattutto l Udc. In questa tornata il partito di Casini ha scelto di puntare sulla corsa solitaria di Pezzotta. Nell altra parte del campo, Penati ha raccolto intorno a sé una composita alleanza che includeva Partito democratico, Italia dei valori, Partito socialista italiano, Sinistra ecologia libertà, Verdi e Pensionati. Rifondazione comunista e Comunisti italiani, riuniti sotto le insegne della Federazione della sinistra, diversamente dal 2005, non hanno appoggiato il candidato scelto dal centrosinistra, ma hanno preferito sostenere Agnoletto. Il Movimento a cinque stelle, come da manifesto programmatico che lo vuole avulso dalle logiche partitiche e agli accordi di coalizione, è l unica lista collegata a Vito Claudio Crimi. Invernizzi infine è stato sostenuto dalla sola Forza Nuova. A dir il vero la competizione elettorale avrebbe dovuto comprendere un settimo candidato presidente, il radicale Marco Cappato. La Lista Bonino-Pannella non ha però ottenuto il quorum di firme necessario ed è rimasta esclusa dalla tornata elettorale. Proprio questo episodio è stato in qualche modo all origine della momentanea esclusione del listino Formigoni, ma questo argomento sarà trattato in seguito in modo esaustivo. 3. Gli elettori Su un totale di cittadini iscritti negli elenchi elettorali , pari al 64,43% degli aventi diritto, si sono recati alle urne. Anche in Lombardia si è verificato un forte aumento dell astensionismo, basti pensare che nel 2005 il dato relativo all affluenza era stata di votanti pari al 73%, circa dieci punti in più dell attuale, un dato in linea con la tendenza fatta registrare a livello nazionale. Resta da sottolineare che oltre mezzo milione di persone, precisamente , si è limitato ad indicare la preferenza per il candidato presidente senza esprimere il voto alla lista. Si sono registrate altresì (0,89 %) schede bianche e (2,18 %) schede nulle con (0,02 %) voti contestati o non assegnati. 4. Gli eletti La Lombardia ha confermato pienamente la fiducia a Roberto Formigoni e allo schieramento di centrodestra. I lombardi hanno scelto la continuità regalando al presidente uscente il quarto mandato, il terzo conquistato con l elezione diretta dopo il primo con 2

3 l elezione consiliare. Quello di Formigoni è un successo pieno e per certi versi sorprendenti, almeno nelle proporzioni. Il candidato del centrodestra, pur con una coalizione meno ampia e con un calo di 300 mila votanti, è riuscito ad aumentare il proprio consenso tanto in termini di percentuale che in termini di voti assoluti, anche se ha perso percentualmente qualcosa rispetto ai voti delle liste collegate. Nel dettaglio le urne hanno dato il seguente esito. La coalizione Per la Lombardia ha conquistato in totale voti pari al 58,15%, mentre il candidato presidente, Roberto Formigoni, ha ottenuto voti pari al 56,10%. Nel voto di lista la forza principale si è confermata il Pdl con voti (31,78%). Subito dietro si è piazzata la sorprendente, ma ampiamente annunciata, Lega nord che si è imposta come seconda forza regionale sopravanzando anche il Pd. La Lega ha ottenuto voti (26,20%). La Destra ha invece raccolto un risultato modesto, pressoché ininfluente per le sorti della coalizione, con soli voti (0,16%). Per quanto riguarda lo schieramento del centrosinistra, la coalizione Alternativa Lombardia ha preso un totale di voti pari al 33,34%, mentre il candidato presidente collegato, Filippo Penati, ha ottenuto voti pari al 33,27% con un peggioramento netto rispetto al candidato del 2005, Riccardo Sarfatti, che si era fermato al 43,6%. Occorre però tenere in considerazione che Sarfatti aveva potuto contare anche sul 7% di Rifondazione comunista e Comunisti italiani. Il primo partito del centrosinistra nel voto di lista è stato il Pd con voti (22,89%). L Italia dei valori ha ottenuto voti (6,28%). Terza forza della coalizione è stato il partito dei Pensionati che ha raccolto voti (1,64%), seguito da Sinistra ecologia e libertà con (1,38%). Percentuali basse per gli ultimi due partiti dell alleanza di centrosinistra: i Verdi hanno preso voti (0.82%), mentre i socialisti hanno preso voti (0,31%). Gli altri quattro candidati alla Presidenza della Lombardia, tutti sostenuti da una sola lista, non hanno fatto registrare risultati clamorosi spartendosi circa il 10% di consensi non raccolti dai candidati dei due principali schieramenti. Savino Pezzotta ha conquistato voti pari al 4,68% superando abbondantemente la lista Udc che lo sosteneva ferma a (3,84%). Vito Claudio Crimi e il Movimento a cinque stelle hanno fatto segnare un buon risultato, in linea con quanto ottenuto nelle altre regioni in cui si sono presentati. Crimi ha ottenuto voti pari al 2,99 %, mentre la lista ha preso voti (2,33%). Vittorio Agnoletto è finito dietro al candidato dei grillini raccogliendo voti pari al 2,36%. Modesto anche il risultato della 3

4 Federazione della sinistra che l ha sostenuto con (2,04%). Chiude il quadro Gianmario Invernizzi con pari al 0,57, mentre Forza Nuova si è fermata a (0,26%) 2. In virtù di questi risultati si siederanno nel Consiglio regionale lombardo rappresentanti di sette liste che occuperanno gli 80 seggi a disposizione. La coalizione che ha sostenuto Roberto Formigoni (Per la Lombardia) si aggiudica 48 seggi, più il Presidente della Giunta che siede di diritto in Consiglio (nella scorsa legislatura erano 51 più uno). Alle opposizioni andranno 30 seggi, 31 con quello riservato a Filippo Penati, primo degli sconfitti tra i candidati presidente. Nel dettaglio il Pdl si conferma primo partito del Consiglio regionale con 28 consiglieri più Formigoni. Precisamente si tratta di Sala, Maullu, Colucci, Zuffada, Zambetti e La Russa (Milano), Ponzoni e Carugo (Monza Brianza), Raimondi e Saffioti (Bergamo), Parolini, Nicoli e Peroni (Brescia), Pozzi e Rinaldin (Como), Rossoni (Cremona), Boscagli (Lecco), Maccari (Mantova), Abelli (Pavia), Cattaneo e Azzi (Varese). A questi si aggiungono Valentini, Alboni, Riparbelli, Minetti e Puricelli candidati nel listino del Presidente. La Lega nord elegge 20 consiglieri: Boni, Cecchetti, Colla, Orsatti (Milano) Romeo (Moza Brianza), Frosio, Belotti e Pedretti (Bergamo), Bossi, Toscani e Marelli (Brescia), Bianchi (Como), Galli (Lecco), Bottari (Mantova), Ciocca (Pavia), Parolo (Sondrio), Longoni e Ruffinelli (Varese), oltre a Gibelli e Bossetti compresi nel listino. La Destra non sarà invece rappresentata in Consiglio. La coalizione guidata da Filippo Penati (Alternativa Lombardia) potrà contare su 28 seggi. Al Pd vanno quindi 22 posti in Consiglio, compreso quello per il candidato alla Presidenza della Giunta. Si tratta di Pizzul, Cavicchioli, Borghetti, Prina, Mirabelli e Valmaggi (Milano), Civati e Brambilla (Monza Brianza), Martina e barboni (Bergamo, Girelli e Ferrari (Brescia), Gaffuri (Como), Alloni (Cremona), Spreafico (Lecco), Santantonio (Lodi), Pavesi (Mantova), Villani (Pavia), Costanzo (Sondrio) Tosi e Alfieri (Varese). L'Idv elegge invece quattro consiglieri: Cavalli e Zamponi (Milano), Sola (Bergamo) e Patitucci (Brescia). Uno ciascuno per Sel e per i Pensionati: rispettivamente Cremonesi e Fatuzzo, entrambi eletti nella circoscrizione di Milano. I rimanenti tre seggi dell assemblea regionale sono appannaggio dell Udc. Risultano eletti Marcora (Milano), Bettoni (Bergamo) e Quadrini (Brescia) 3. 2 I dati sono stati reperiti sul sito del Ministero dell Interno (interno.it). 3 I nominativi dei consiglieri eletti al Consiglio regionale sono stati reperiti sul sito del Consiglio regionale della Lombardia (consiglio.regione.lombardia.it). 4

5 Federazione della sinistra, Movimento a cinque stelle e Forza nuova non riescono a superare il quorum di accesso e non saranno quindi rappresentati in Consiglio regionale. Degli ottanta consiglieri oltre la metà sono nuovi eletti, precisamente 43. Tra i non riconfermati illustri spiccano l assessore alla cultura Massimo Zanello della Lega Nord e il presidente del Consiglio Regionale, anche lui della Lega, Giulio De Capitani. Tra i nuovi entrati il nome di richiamo è quello di Bossi junior, Renzo, figlio di Umberto, eletto nella circoscrizione di Brescia con preferenze. Eletti anche l ex showgirl e igienista dentale, Nicole Minetti, e il massaggiatore del Milan, Puricelli, e, rispettivamente quinta e sesto del listino di Formigoni. Nell Italia dei valori viene eletto Giulio Cavalli, attore che vive sotto protezione della polizia, per aver ricevuto minacce mafiose. Il più votato in assoluto è Mario Sala, candidato del Pdl nella circoscrizione di Milano, che ha ottenuto preferenze. Alle sue spalle il compagno di partito Mauro Parolini, della circoscrizione di Brescia, che ha ottenuto voti. Completa il podio dei più votati il leghista Angelo Ciocca, a Pavia ha ottenuto preferenze. Nella dura partita delle preferenze c è anche chi non ha ottenuto nemmeno un voto. Si tratta di due candidati del Partito dei Pensionati e dei Verdi: Emiliano Franchitto, candidato per il partito della Fatuzzo a Milano, e di Jari Ramella, esponente del Sole che ride a Monza. 4. Il contenzioso relativo alla presentazione della liste 4 La campagna elettorale in Lombardia è stata fortemente caratterizzata dal susseguirsi di esposti, ricorsi e corrispondenti pronunce degli organi preposti allo svolgimento delle verifiche di regolarità del procedimento elettorale, nonché degli organi di giustizia amministrativa. In primo luogo è stata posta la questione della candidatura per il terzo mandato consecutivo del presidente Formigoni. Il tema è stata oggetto di un esposto preventivo alla presentazione della lista, indirizzato all Ufficio circoscrizionale centrale, volto a sollecitare una valutazione della candidatura del presidente Formigoni alla luce del divieto di immediata rieleggibilità posto dall art. 2, lett. f) della legge 165 del La documentazione relativa alle delibere dell Ufficio centrale regionale della Corte d appello di Milano, nonché agli atti processuali relativi ai ricorsi dinanzi agli organi della giustizia amministrativa di cui si da conto in queste pagine sono reperibili su federalismi.it, all indirizzo: +Elezioni+regionali Vicenda+ammissione+liste&content_auth=&Artid=

6 L Ufficio centrale regionale presso la Corte d appello, che ha valutato l esposto, si è espresso il 28 febbraio, dichiarando la propria incompetenza a provvedere sulla sollevata questione d ineleggibilità. Nella stessa data, l Ufficio centrale regionale ha escluso la lista Bonino-Pannella perché non accompagnata dalle firme necessarie. I radicali hanno contestato l impossibilità di raccogliere le firme per la mancanza dei soggetti autenticatori, come richiesto dalla legge sul procedimento elettorale. Al provvedimento di esclusione della lista radicale è seguito un esposto, presentato dai radicali il 1 marzo, volto a contestare l ammissione del listino regionale (candidato presidente Formigoni). Oggetto della contestazione è stata la presenza di alcune irregolarità formali, che avrebbero determinato una parziale invalidazione delle firme per la presentazione della lista. L Ufficio centrale regionale, con deliberazione del 1 marzo, ha disposto l esclusione della lista Per la Lombardia, avendo riscontrato alcune irregolarità nell autenticazione delle firme, relative alla mancanza di alcuni timbri tondi, alla mancanza, su alcuni moduli, del luogo dell autentica o della data, o della qualifica dell autenticante. A causa di tali irregolarità, il numero complessivo delle sottoscrizioni valide per la presentazione della lista si sarebbe attestato al di sotto delle 3500 richieste dalla legge, mancando, 79 firme validamente apposte. In seguito all esclusione subìta, la Lista Per la Lombardia ha presentato ricorso dinanzi allo stesso Ufficio centrale regionale (secondo le previsioni della legge n. 108 del 1965), in data 2 marzo 2010, chiedendo il riesame della deliberazione di esclusione. L Ufficio adito, il successivo 3 marzo 2010, ha respinto il ricorso con un provvedimento che ha anche riconteggiato (per la terza volta) il numero di sottoscrizioni prodotte, assumendo una base di calcolo diversa da quella assunta nelle precedenti deliberazioni e detraendo ulteriori sottoscrizioni da quelle ritenute validamente apposte nella precedente deliberazione del 1 marzo. Avverso il provvedimento del 3 marzo è stato presentato ricorso dinanzi al TAR Lombardia, conclusosi con l annullamento della delibera dell Ufficio centrale regionale del 3 marzo e la conseguente riammissione della lista Per la Lombardia (sent. TAR Lombardia n. 560 del 2010), confermata anche in secondo grado dal Consiglio di Stato con decisione n del 2010, depositata il 22 marzo. Ad una settimana di distanza dal voto un nuovo ricorso dinanzi al TAR Lombardia ha sollevato, per la seconda volta, la questione della ineleggibilità per il terzo mandato 6

7 consecutivo del presidente Formigoni. Il TAR si è pronunciato limitatamente alla sussistenza di esigenze cautelari che imponessero la non partecipazione alle elezioni del presidente Formigoni, rigettando l istanza in tal senso presentata dal ricorrente e rinviando alla trattazione del merito la disamina di tutte le argomentazioni del ricorso (TAR Lombardia, ord.sosp. n. 266/2010). Soltanto dopo aver superato questa dura battaglia giudiziaria il Presidente Formigoni ha potuto sottoporre agli elettori lombardi la propria candidatura, che è stata peraltro, secondo le previsioni, premiata con un risultato di ampio consenso. 5. Alcune brevi considerazioni E indubbiamente difficile stimare, in termini percentuali, l impatto che l intensa attività giurisdizionale richiamata ha avuto sulla elezione di Roberto Formigoni. E un dato oggettivo che il dato dell astensionismo abbia avuto un rilievo notevole rispetto al passato: secondo alcune stime l'affluenza è stata del 64,74%, con un calo di oltre 8 punti percentuali rispetto alle regionali del 2005 (72.96%) 5. E altrettanto oggettivo che la Lega ha consolidato, in maniera rilevante, il proprio gradimento fra gli elettori lombardi (conseguendo un numero di voti in più, rispetto alle regionali del 2005, che si attesta intorno ai voti). Come è stato notato, i successi registrati... sembrano indicare che là dove la tradizione politica locale predilige i partiti popolari con vocazione per il radicamento territoriale, la Lega possiede notevoli capacità competitive nei confronti dei partiti che un tempo si sarebbero detti «borghesi» (come il Pdl), a debole radicamento 6. D altra parte non può essere esclusa un incidenza sul risultato della lista formigoniana, in rapporto ai voti conseguiti dalla Lega, della vicenda giudiziaria che ha caratterizzato il mese precedente alle elezioni. Rintracciare un nesso di causalità diretta tra il contenzioso giudiziario innescato e i dati elettorali è operazione praticabile, ma che però non può basarsi su evidenze empiriche. Tuttavia non è possibile escludere a priori che proprio queste cifre rappresentino il prezzo politico che il presidente confermato Roberto Formigoni ha dovuto pagare per fronteggiare e respingere le iniziative di ostacolo alla sua elezione. 5 Lombardia-la-Lega-Nord-sorpassa-il-Pdl/76094/ 6 A. Panebianco, Popolare e borghese, in Corriere della Sera, 31 marzo