Utilizzo fanghi in agricoltura in Provincia di Pavia: opportunità, pericoli e proposte
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- Roberta Benedetti
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1 Utilizzo fanghi in agricoltura in Provincia di Pavia: opportunità, pericoli e proposte (2017) Cosa sono i fanghi Possiamo definirli come concimi per arricchire di sostanze i terreni e permettere un minor utilizzo di fertilizzanti chimici. Oggi i fanghi sono sostanzialmente originati da: fanghi biologici da impianti di depurazione a servizio d industrie agro-alimentari e altre attività produttive, fanghi da depurazione civile dei reflui provenienti da fognature urbane separate dalle industriali o assimilabili alle prime. Oltre ai fanghi, altri fertilizzanti, simili ai fanghi per quanto riguarda l aspetto fisico, possono essere utilizzati in agricoltura quali ad esempio i digestati provenienti dal trattamento anaerobico di biomasse di origine vegetale e/o animale (es. liquami e reflui da allevamento, tricale, trinciati, ), o i gessi di defecazione. Vi è anche il compost derivante dal trattamento di rifiuti vegetali e animali che però è classificabile come ammendante. E evidente che i prodotti sopra individuati debbano poter essere sparsi sul terreno solo se rispettano una serie di vincoli e condizioni stabilite dalla normativa vigente che ha lo scopo di evitare che questi prodotti possano contaminare i terreni e le acque con elementi inquinanti. La normativa stabilisce i limiti per quanto riguarda la presenza d inquinanti nei prodotti sopra richiamati e in particolare nei fanghi (che deve essere seguita in modo rigoroso specie nel caso dei fanghi di risulta dei processi di depurazione provenienti dai depuratori civili) e stabilisce quali trattamenti preliminari devono essere effettuati e una procedura per il loro spandimento; a fronte di un analisi del terreno e del fango si dovrebbe stabilire un equilibrata quantità di fanghi da spandere per unità di superficie. Le quantità sempre maggiori di fanghi prodotti in conseguenza del numero crescente d impianti di depurazione, le normative più restrittive sullo smaltimento in discarica e l impoverimento dei suoli, hanno portato a considerare con sempre maggiore attenzione le possibilità di recupero/trattamento e riutilizzo dei fanghi e l impiego delle nuove tecnologie presso gli impianti di depurazione che consentono di ridurne le quantità (essicatori, filtropresse, e altre volte a togliere la componente acqua dal fango).
2 Il problema del trattamento e smaltimento dei fanghi prodotti dai processi di depurazione delle acque reflue urbane ha assunto sempre più importanza sia a livello nazionale sia internazionale in seguito alla progressiva attuazione della Direttiva 91/271/CEE, sul trattamento delle acque reflue urbane, che ha comportato un costante aumento dei quantitativi di fanghi originati dai processi di depurazione. Quest aumento dei fanghi pone il problema della necessità di smaltimento/trattamento e recupero, ma occorre nel contempo ricordare che prima dell aumento della depurazione delle acque e la normativa di settore, le sostanze finivano direttamente nei corsi d acqua con tutte le relative conseguenze. In Italia la Direttiva 91/271/CEE è stata recepita prima dal D. Lgs. 152/99 e successivamente dal D. Lgs. 152/06 (Testo Unico Ambientale). Le modalità di smaltimento/utilizzo dei fanghi di depurazione più frequenti sono: lo smaltimento in discarica; il riutilizzo in agricoltura dopo trattamento o previo compostaggio; l incenerimento da soli o il co-incenerimento con altri rifiuti; l inserimento nella produzione di laterizi, asfalti, calcestruzzi. 2
3 Giuseppe Mininni Cnr Istituto di Ricerca sulle Acque A livello comunitario l utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura è regolato dalla Direttiva 86/278/CEE. I dati sull utilizzo di questi fanghi, a livello nazionale, sono acquisiti dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e sono trasmessi alla Commissione Europea, in adempimento degli obblighi derivanti dall attuazione della Direttiva 86/278/CEE recepita in Italia dal Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 99. Attuazione della Direttiva 86/278/CEE, concernente la protezione dell ambiente, in particolare del suolo, nell utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura che costituisce ancora oggi il riferimento normativo nazionale sull utilizzo dei fanghi da depurazione in agricoltura. E un primo problema nasce proprio da questo, la normativa deve essere aggiornata, perché deriva da conoscenze tecnico scientifiche degli anni 90. Il Decreto in particolare fissa: i valori limite di concentrazione per alcuni metalli pesanti che devono essere rispettati nei suoli e nei fanghi; le caratteristiche agronomiche e microbiologiche dei fanghi (i limiti inferiori di concentrazione di carbonio organico, fosforo e azoto totale, i valori massimi di salmonella); le quantità massime dei fanghi che possono essere applicati sui terreni. In alcune regioni sono state emanate norme specifiche che disciplinano ulteriormente la materia. Il dlgs. 99/92, all art. 2, contiene la seguente definizione: 1. Ai sensi del presente decreto, s intendono per: a) Fanghi: i residui derivanti dai processi di depurazione: 3
4 1) delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti civili; 2) delle acque reflue provenienti da insediamenti civili e produttivi: tali fanghi devono possedere caratteristiche sostanzialmente non diverse da punto a.1); 3) delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti produttivi; tali fanghi devono essere assimilabili per qualità a quelli di cui al punto a.1. b) Fanghi trattati: i fanghi sottoposti a trattamento biologico, chimico o termico, a deposito a lungo termine ovvero ad altro opportuno procedimento, in modo da ridurre in maniera rilevante il loro potere fermentescibile e gli inconvenienti sanitari della loro utilizzazione. Quali sono le caratteristiche dei fanghi derivanti dai processi di depurazione delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti civili che rendono assimilabili per qualità i fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue provenienti da insediamenti industriali? Manca indicazione da parte del legislatore delle caratteristiche di riferimento, inoltre le caratteristiche di riferimento di un fango tipico prodotto dalla depurazione di reflui civili non sono univoche e non possono essere rinvenute nella letteratura tecnico-scientifica. Il dlgs. pone però, all art. 3, delle condizioni per l utilizzo, in particolare che: i fanghi siano stati sottoposti a trattamento (ossia a stabilizzazione per contenere/eliminare i possibili effetti igienico sanitari); i fanghi siano idonei a produrre un effetto concimante e/o ammendante e correttivo del terreno; i fanghi non contengano sostanze tossiche e nocive e/o persistenti, e/o bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l uomo e per l ambiente in generale. Il riutilizzo agronomico dei fanghi diretto o previo idoneo trattamento, offre una possibilità per il problema dello smaltimento dei fanghi di depurazione e assume interesse per l efficacia agronomica ed economica in quanto sostituisce, in tutto o in parte, la concimazione chimica o altri tipi di concimazione organica, fornendo elementi nutritivi ai suoli quali tra i principali azoto, fosforo e potassio e tra i secondari calcio, magnesio, sodio e zolfo. Quali problemi determinano. In particolare sono due i problemi che possono derivare da un non corretto utilizzo dei fanghi in agricoltura: a) il primo riguarda l inquinamento olfattivo (odori), sia localizzato attorno all impianto di trattamento dei fanghi, sia diffuso nei vari territori dove vengono sparsi e utilizzati i fanghi; b) il secondo riguarda il potenziale inquinamento dei terreni per presenza e/o accumulo di inquinanti (es: nitrati, metalli pesanti, altri composti chimici). Come si può vedere dalla tabella che segue, la normativa nei vari stati europei presenta una variabilità molto elevata. 4
5 Giuseppe Mininni Cnr Istituto di Ricerca sulle Acque A livello nazionale e in diverse regioni, come la Lombardia, sono state emanate norme specifiche che disciplinano ulteriormente la materia, come vedremo in seguito. Negli ultimi anni, sulla stampa, in particolare quella locale, sono stati pubblicati diversi articoli relativi ai fanghi di depurazione e al loro utilizzo in agricoltura, chi volesse conoscere i dati di produzione dei fanghi della nostra regione suddivisi per origine e codici CER può scaricarli da questo collegamento ipertestuale: Mentre chi vuole conoscere i dati della nostra regione suddivisi per ditte e regione di provenienza dei fanghi può scaricarli da questo collegamento ipertestuale: _contoTERZI.xls/view. Dall elaborazione dei dati emerge che molti dei fanghi trattati e sparsi nella nostra provincia provengono da altre province lombarde e addirittura da fuori regione. Certo questo può essere una risorsa, ma come per tutte le attività di smaltimento rifiuti, una corretta pianificazione e programmazione sarebbero auspicabili, invece la realtà purtroppo sta andando in un altra direzione e lo dimostrano tutti gli impianti autorizzati in provincia! Segue una serie di dati statistici che aiutano a capire alcuni aspetti del problema in particolare nella nostra provincia. 5
6 S. Lucci ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale S. Lucci ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale 6
7 S. Lucci ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale 7
8 Ecco alcuni dati relativi al territorio provinciale elaborati dall U.O. Rifiuti della Provincia di Pavia 8
9 160000,00 Rifiuti in Tons recuperati dalle singole Ditte , , , , , , ,00 0, Alan Sommo ALAN Bascapè Allevi Coger Eli Alpi Service A2A (ex Ecodeco e Fertilvita) Evergreen VAR Galbani Galbani Colombo Eco Trass Valbossa CESA CRE SOLANA ACQUA E SOLE Potenzialità complessiva di recupero R10 autorizzata per i 12 impianti che operano in Provincia di Pavia: ton/anno TQ 9
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