Le variazioni della superficie di somministrazione sono soggette a DIA ai sensi dell art. 12 c. 1 e 2.
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- Romina Zanetti
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1 Le variazioni della superficie di somministrazione sono soggette a DIA ai sensi dell art. 12 c. 1 e 2. Nella SCIA l interessato dichiara di essere in possesso dei requisiti soggettivi di cui all art. 71 del d.lgs. 59/2010 e di rispettare: a. le disposizioni igienico-sanitarie previste dalla specifica normativa vigente; b. le norme di pubblica sicurezza previste dal Reg. TULPS D.M. 17 Dicembre 1992, n. 564 ; c. le disposizioni degli artt. 6, 7, 8, 9, 10 e 11 della DGR del 8 Febbraio 2010, n , fatte salve ulteriori prescrizioni previste nell ambito dei progetti di qualificazione urbana e nei progetti integrati di rivitalizzazione di cui agli art. 18 e 19 della D.C.R /99 smi. La superficie del dehor costituisce sempre superficie di somministrazione, come definita al comma 2 di questo articolo, indipendentemente dal numero di giorni di occupazione del suolo pubblico, cioè in modo permanente (fino a 365 gg) o temporaneo (a partire da 1 g). La stessa però non rileva ai fini del fabbisogno dei parcheggi se il dehor non è soggetto a permesso a costruire; la prima richiesta di occupazione di suolo pubblico per l installazione di un dehor dopo l 08/2/2010 rappresenta sempre ampliamento della superficie di somministrazione; per gli esercizi già esistenti, che, prima dell 08/02/2010, abbiano già usufruito di un dehor, anche per una sola volta, indipendentemente dal numero di giorni di occupazione del suolo pubblico, quest ultimo costituisce superficie già autorizzata, in quanto l esercizio risulta essere comprensivo della superficie esterna già utilizzata. Viceversa, per un esercizio di somministrazione già esistente che non abbia mai usufruito di un dehor, sarà necessaria la presentazione della D.I.A. (ora SCIA) per l ampliamento della superficie come indicato precedentemente; l opportunità di presentazione annuale della D.I.A. (ora SCIA) per installazione del dehor stagionale, dopo l 08/02/2010, a condizione che la superficie dello stesso rimanga invariata, è a discrezione del Comune, secondo i propri regolamenti edilizi le terrazze, i balconi, coperti o scoperti, i soppalchi o qualunque altra parte costituente la superficie dell immobile rientrano nel computo della superficie di somministrazione, in quanto esse sono parte integrante del locale in cui si svolge l attività di somministrazione. Pertanto, esse sono soggette a tutte le disposizioni della D.G.R. n s.m.i.; NB: La superficie dell esercizio di somministrazione che, fino all entrata in vigore della normativa regionale, era da indicare nel modello SIREDI PE (legge 287/91), non coincide con la definizione di superficie di somministrazione introdotta per la prima volta dalla D.G.R. n s.m.i. dell 8 febbraio Da tale data è alla definizione del c. 1 dell art. 4 che occorre fare riferimento: quindi, in caso di richiesta di ampliamento di un esercizio di somministrazione autorizzato prima dell 08/02/2010, sarà necessario procedere ad una misurazione della superficie di somministrazione esistente, verificando quale sia l effettiva superficie di somministrazione dell ampliamento, facendo riferimento alla nuova definizione di superficie di somministrazione introdotta dalla D.G.R. regionale. Definizione di superficie degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande Posto che la definizione di superficie di somministrazione è specificata dall art. 4 c. 1 della D.G.R. n s.m.i. dell 8 febbraio 2010 (La superficie di somministrazione è l area opportunamente attrezzata destinata alla somministrazione di alimenti e bevande compresa quella occupata da banchi, casse, scaffalature, arredi vari e simili, e la porzione di suolo, 1 / 5
2 variamente delimitata coperta o scoperta - posta all esterno degli esercizi di somministrazione, appositamente destinata ed attrezzata al servizio di ristoro dei consumatori e funzionalmente connessa all esercizio stesso (c.d. dehors). Non costituisce superficie di somministrazione quella destinata ai magazzini, cucine, depositi, locali di lavorazione appositamente allo scopo dedicati, uffici, servizi igienici, spogliatoi e servizi igienici per il personale. La superficie di somministrazione degli esercizi di somministrazione si determina nell ambito dell area coperta, interamente delimitata dai muri e al netto degli stessi e dell area esterna (coperta o scoperta) appositamente destinata al servizio dei consumatori, variamente delimitata da appositi elementi fissi o rimuovibili. Ogni esercizio di somministrazione corrisponde al luogo fisicamente delimitato mediante pareti continue, separato, distinto e in nessun modo direttamente collegato ad altro adibito a superficie di somministrazione, comprensivo delle aree esterne (coperte o scoperte) variamente delimitate da appositi elementi ed appositamente destinate al servizio al consumatore.) si precisa inoltre quanto segue: il retrobanco è superficie di somministrazione; un eventuale superficie adibita alla vendita al dettaglio di prodotti alimentari non costituisce superficie di somministrazione né deve essere delimitata fisicamente all interno di un esercizio di somministrazione da muri o da appositi elementi fissi, ma sarà sufficiente che venga indicata nella planimetria come superficie di vendita dei prodotti alimentari; per un più agevole controllo è inoltre opportuno che copia della stessa sia conservata dall esercente, in allegato al titolo autorizzatorio. Fabbisogno dei parcheggi e standard relativi agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande nel caso di ampliamento: Il soddisfacimento del fabbisogno totale di posti a parcheggio e relativa superficie da computare, in relazione alla superficie di somministrazione degli esercizi di somministrazione è obbligatorio e non derogabile nel caso di: - DIA (ora SCIA) di cui all art. 12 c. 1 e 2 della L.R. n. 38/06: variazione della superficie di somministrazione. Si ribadisce, come già indicato in relazione all art. 4, che, in caso di variazione di superficie di somministrazione, soltanto la parte di superficie ampliata soggiace al rispetto dei nuovi criteri regionali ed al rispetto del fabbisogno dei parcheggi. Inoltre la superficie di somministrazione ampliata mediante dehor, che non è soggetto a permesso a costruire, non é da computare nel calcolo del fabbisogno di posti a parcheggio; rilascio dei permessi di costruire e DIA in materia edilizia: si tratta ad esempio del caso in cui occorra un permesso di costruire per l installazione di un dehor. Documentazione da produrre in allegato alla SCIA per ampliamento di superficie: 1. planimetria dei locali in scala 1:100 con individuazione della superficie destinata a somministrazione, ad altri usi, ed eventualmente destinata a parcheggio (nel caso in cui il fabbisogno a parcheggio non venga monetizzato ma sia effettuata dichiarazione di destinazione di tale superficie a parcheggio aperto al pubblico). 2. Dichiarazione di essere in possesso dell agibilità dei locali e della destinazione d uso compatibile 3. La dichiarazione asseverata di aver rispettato le norme di settore nel caso di ubicazione dell esercizio in zona del territorio comunale soggetta a vincoli di carattere ambientale, storico o paesaggistico, architettonico ovvero che non è soggetto a tali vincoli 4. Calcolo del fabbisogno a parcheggio (vedi normativa specifica.- art. 8 DGR su citata) 5. Verifica asseverata dell impatto sulla viabilità (art. 9 DGR su citata): La valutazione di 2 / 5
3 impatto sulla viabilità è obbligatoria per gli esercizi di somministrazione che hanno una superficie di somministrazione superiore a mq 80: in caso di nuova apertura di un esercizio di somministrazione; in caso di trasferimento di sede degli esercizi di somministrazione; in caso di ampliamento di superficie, se la superficie ampliata supera i mq. 80. La valutazione di impatto sulla viabilità è esclusa per tutti gli esercizi di somministrazione ubicati negli addensamenti commerciali A1 ed A2; Si rende opportuno, inoltre, sottolineare che: se la variazione di superficie di somministrazione è inferiore a mq 80, non occorrerà effettuare alcuno studio di impatto sulla viabilità; qualora lo studio di impatto sulla viabilità sia stato già eseguito, in riferimento all area in cui si colloca l esercizio di somministrazione e, nel frattempo, non siano variate le condizioni di accessibilità a seguito di interventi che abbiano modificato l assetto viabilistico o la sua regolamentazione, i comuni possono richiedere un semplice aggiornamento allo stesso; se i comuni non hanno tuttora definito nei propri criteri le fasce orarie per la verifica del maggior afflusso viario, lo studio di impatto sulla viabilità dovrà essere effettuato nell arco dell orario medio giornaliero di apertura previsto per l esercizio di somministrazione. Pertanto, sarà onere del richiedente individuare la fascia oraria prevista per l apertura dell esercizio, rispetto alla quale effettuare i rilievi ed il calcolo del valore medio dell afflusso. 6. Certificazione di impatto acustico o clima acustico (art. 10 della DGR su citata): la variazione di superficie di un esercizio di somministrazione deve avvenire nel rispetto dei valori limite di immissione previsti dalla legge, cioè seguendo gli usuali disposti dell art. 10 Impatto acustico della L.R. n. 52/00 e del piano di zonizzazione acustica del Comune di Nichelino 7. La dichiarazione asseverata rispetto alla sicurezza degli impianti e della prevenzione incendi, del rispetto della normativa in materia di barriere archietettoniche 8. dimostrazione asseverata, corredata da idonea planimetria e prospetto principale dell unità immobiliare e delle sue pertinenze, riportante indicazione chiara ed in scala adeguata, dell area da destinarsi alla raccolta dei rifiuti, le dimensioni ed i percorsi per l evacuazione dei rifiuti evitando la sovrapposizione dei percorsi di ingresso degli alimenti e di uscita dei rifiuti nel/dal locale 9. certificato di IMPATTO ATMOSFERICO DOVUTO AGLI IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE: in riferimento all art. 10, comma 4, lettera b1, si rileva che in data è entrata in vigore la D.G.R. n del Aggiornamento del Piano Regionale per il risanamento e la tutela della qualità dell aria - Stralcio di piano per il riscaldamento ambientale ed il condizionamento e disposizioni attuative in materia di rendimento energetico dell edilizia ai sensi dell art. 21, c.1, l. a) b) e q) della legge regionale 28 maggio 2007, n. 13 Disposizioni in materia di rendimento energetico nell edilizia. Si specifica che lo Stralcio di piano per riscaldamento - consultabile all indirizzo: - fissa livelli prestazionali minimi e di qualità sia per gli edifici di nuova costruzione, sia per gli edifici esistenti sottoposti a manutenzione straordinaria o ristrutturazione; è quindi a tali norme che occorrerà fare riferimento, ricordando tuttavia che i lavori da effettuarsi per nuove aperture, trasferimenti o variazioni di superficie di esercizi di somministrazione non sempre rientrano nei casi di manutenzione straordinaria o ristrutturazione edilizia (cfr. D.G.R. n del , Capitoli 1, 2 e 3). 10. certificazione di IMPATTO ATMOSFERICO DOVUTO AGLI IMPIANTI DI CUCINA: gli esercizi di somministrazione, specialmente se si tratta di esercizi di tipologia igienico sanitaria n. 3 / 5
4 4 (ristorazione tradizionale), potrebbero impiegare impianti con emissioni in atmosfera, ad esempio per lo smaltimento dei fumi generati nelle cucine o nei laboratori annessi agli esercizi di somministrazione in cui si svolge attività di panificazione, friggitoria, torrefazione, trasformazione di frutta, verdura, carne, prodotti ittici, ecc destinati al consumo da parte degli avventori del locale. Si tratta generalmente di emissioni scarsamente rilevanti agli effetti dell inquinamento atmosferico. In occasione di nuova apertura, oppure trasferimento di sede o aumento di superficie potrebbero verificarsi i seguenti casi: attività di cui all art. 272, c. 1, del D.Lgs. n. 152/2006: le emissioni sono considerate scarsamente rilevanti agli effetti dell inquinamento atmosferico; per tali emissioni l autorità competente (1) può prevedere che i gestori delle attività elencate nella Parte I (2) dell Allegato IV al D.Lgs. n. 152/ Parte Quinta diano comunicazione alla medesima autorità; tuttavia, è stato verificato che in Regione Piemonte tale comunicazione per prassi non è richiesta; attività di cui all art. 272, c. 2, del D.Lgs. n. 152/2006: le emissioni sono considerate non trascurabili agli effetti dell inquinamento atmosferico; tali emissioni sono sottoposte ad autorizzazione. In occasione di trasferimento di sede o aumento di superficie di esercizi autorizzati prima dell entrata in vigore del D.Lgs. n. 152/06, dovrà essere richiesta l autorizzazione alle emissioni in atmosfera in relazione all eventuale potenziamento degli impianti, secondo quanto previsto dall art. 272, cc. 1 e 2. Si ricorda che le attività autorizzate prima dell entrata in vigore del D.Lgs. n. 152/06 devono verificare la necessità di rinnovo dell autorizzazione alle emissioni in atmosfera, rilasciata ai sensi della normativa pregressa, tenendo conto che per le attività di cui all art. 2 del D.P.R. del 25 luglio 1991 (abrogato dal D.Lgs. n. 152/2006) detta autorizzazione non era necessaria. (1) A seguito del processo di delega di funzioni, attuato dalla Regione Piemonte con la L.R. n. 43/2000 (recante disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento atmosferico) e la L.R. n. 44/2000 (recante disposizioni normative per l'attuazione del D.L.gs. n. 112/98), la Provincia è autorità competente al controllo delle emissioni in atmosfera nonché all adozione dei provvedimenti di autorizzazione, di diffida, di sospensione, di revisione e di revoca delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera provenienti dagli insediamenti produttivi, come definiti nella parte V del D.Lgs. 152/06. (2) ALLEGATO IV - Impianti e attività in deroga (allegato così sostituito dall'articolo 3, comma 28, d.lgs. n. 128 del 2010) Parte I - Impianti ed attività di cui all'articolo 272, comma 1 1. Elenco degli impianti e delle attività: e) Cucine, esercizi di ristorazione collettiva, mense, rosticcerie e friggitorie. f) Panetterie, pasticcerie ed affini con un utilizzo complessivo giornaliero di farina non superiore a 300 kg. t) Trasformazione e conservazione, esclusa la surgelazione, di frutta, ortaggi, funghi con produzione giornaliera massima non superiore a 350 kg. u) Trasformazione e conservazione, esclusa la surgelazione, di carne con produzione giornaliera massima non superiore a 350 kg. w) Lavorazione e conservazione, esclusa surgelazione, di pesce ed altri prodotti alimentari 4 / 5
5 Powered by TCPDF ( marini con produzione giornaliera massima non superiore a 350 kg. x) Lavorazioni manifatturiere alimentari con utilizzo giornaliero di materie prime non superiore a 350 kg. NB: Laddove si fa riferimento alla relazione asseverata dal professionista, incaricato della sua redazione, si specifica che non è necessaria alcuna perizia asseverata dal Tribunale. E sufficiente che la dichiarazione sia firmata dal tecnico abilitato riportante il timbro e n. di escrizione all ordine ed allegare fotocopia leggibile del documento d identità. Per la parte relativa al fabbisogno a parcheggio consulta la sezione corrispondente SCARICA LA MODULISTICA E LA NORMATIVA 5 / 5
Ciò premesso, vengono recepiti e fissati i seguenti criteri valevoli sul territorio comunale:
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