LE COMPETENZE. Art.4. Durante la seduta è richiesto un comportamento che consenta a tutti un'attiva partecipazione ai lavori.

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1 1 - Regolamento del Collegio Dei Docenti Il collegio dei docenti è quello che ha la responsabilità dell impostazione didattico - educativa, in rapporto alle particolari esigenze dell istituzione scolastica e in armonia con le decisioni del consiglio di circolo o di istituto. Esso mantiene competenza esclusiva per quanto attiene agli aspetti pedagogico - formativi e all organizzazione didattica e, concorre, comunque, con autonome deliberazione alle attività di progettazione a livello d istituto e di programmazione educativa e didattica, mentre il consiglio di circolo o di istituto ha prevalenti competenze economico-gestionali. Il nuovo CCNL all art. 29 comma 3 precisa che le attività di carattere collegiale dei docenti sono di due tipi, una di pertinenza propria del collegio dei docenti (riunioni del collegio, ivi compresa l attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull andamento alle attività educative nelle scuole dell infanzia), l altra attinenti ai lavori dei consigli di classe. Per entrambe le tipologie è previsto un impegno fino ad un massimo di 40 ore annue. LE COMPETENZE Art.1 Secondo la normativa vigente il Collegio dei docenti è chiamato ad attuare la primaria funzione dell'istituzione scolastica, che è quella didattica - educativa - formativa. Art.2 Entro tale ambito ogni suo intervento deve essere il risultato di un attento lavoro collegiale mirato ad una calibrata programmazione e all'effettiva verifica degli obiettivi raggiunti, nel rispetto della libertà didattica di ogni singolo docente e in ottemperanza alla trasparenza di ogni atto ufficiale. Art.3 E ammessa alla riunione la sola componente docente oltre al Dirigente Scolastico, salvo diversa deliberazione collegiale, sempre e comunque a maggioranza qualificata (metà più uno dei votanti). Art.4. Durante la seduta è richiesto un comportamento che consenta a tutti un'attiva partecipazione ai lavori. LA CONVOCAZIONE Art.5 Il Collegio dei Docenti si insedia all'inizio di ciascun anno scolastico e si riunisce secondo il calendario proposto dal Dirigente Scolastico e votato dal Collegio. Il Collegio può essere altresì convocato in seduta straordinaria su richiesta di almeno 1/3 dei componenti o nel caso in cui il Dirigente ne ravvisi le necessità. La comunicazione dell O.d.g. deve essere data con almeno 5 giorni di preavviso. In caso di sopravvenuti problemi urgenti, l O.d.g. può essere integrato con comunicazione scritta anche il giorno prima. Art.6 Il Collegio, anche su iniziativa di un solo componente, può deliberare l'inserimento di uno o più punti all'o.d.g. per la seduta successiva. Art.7 Contestualmente alla convocazione del Collegio, la Dirigenza pubblica tutto il materiale informativo in merito agli argomenti all ordine del giorno. ATTRIBUZIONI DELLA PRESIDENZA Art.8 Il Dirigente Scolastico presiede il Collegio e ne assicura il corretto e proficuo funzionamento. In particolare: - apre e chiude la seduta - dà la parola, guida e modera la discussione - cura l ordinato svolgersi dei lavori - stabilisce la sequenza delle votazioni. In relazione al decreto n. 44 del 01/02/2002, il Dirigente Scolastico: - predispone il programma per l attuazione del POF - realizza il programma nell esercizio dei compiti e delle sue funzioni - comunica la nomina dei collaboratori della dirigenza Art. 9 Il Collaboratore vicario sostituisce il Dirigente Scolastico in caso di assenza o impedimento.

2 2 Art.10 Il Segretario del Collegio, viene designato di norma dal Dirigente Scolastico. La manifestazione di volontà dell organo collegiale deve essere documentata mediante la redazione del processo verbale della seduta. La redazione del processo verbale può essere legittimamente fatta sulla scorta di appunti che siano stati trascritti durante lo svolgimento della seduta e, perciò, successivamente alla seduta stessa. La lettura e l approvazione del verbale della seduta, infatti, costituiscono adempimenti che possono essere assolti non necessariamente nel corso della stessa adunanza, ma anche nell adunanza successiva (Cons. Stato Sez. VI 9 gennaio 1997, numero 1. Pertanto, le correzioni del verbale portato all approvazione dei componenti nella seduta successiva, vanno inserite nel verbale della seduta di approvazione del verbale medesimo, che, conseguentemente, andrà corretto secondo le indicazioni di coloro che non hanno riconosciuto corretta la verbalizzazione. Il verbale è l unico mezzo attraverso il quale la deliberazione collegiale può essere conosciuta all esterno e attraverso il quale ne può essere provata l esistenza. Esso, in particolare, non potrebbe essere sostituito da dichiarazioni postume rese dai componenti del collegio. I verbali vanno trascritti da chi svolge le funzioni di segretario dell organo collegiale su appositi registri a pagine numerate (C.M. 177 del prot. 2571). Il verbale redatto e firmato dal solo segretario e non anche dal presidente, è pienamente valido (Cons. Stato Sez. IV dec. 323 del ) e fa prova fino a querela di falso (Cons. Stato Sez. IV dec. 454 del ), da sollevare di fronte all autorità giudiziaria ordinaria (Cons. Stato Sez. IV dec. 600 del ). Nel procedere alla verbalizzazione della seduta di un organo collegiale non è necessario che siano indicate e trascritte minuziosamente le opinioni espresse dai singoli soggetti intervenuti nella discussione, ma è sufficiente che siano riportate, anche in maniera stringata e sintetica, tutte le attività ed operazioni compiute.(cons. Stato - Sez. IV- 25 luglio 2001, n. 4074). Ogni singolo membro dell organo collegiale può tuttavia richiedere che sue dichiarazioni siano riportate a verbale. Tale facoltà serve non solo a far sì che la verbalizzazione sia completa, ma altresì a tutelare il membro dissenziente da rischi di responsabilità civile e penale derivanti da delibere illegittime. Per prevenire contestazioni, il collegio può, con proprio regolamento o con delibera ad hoc, servirsi di un registratore (nota MPI Ufficio Decreti Delegati 1430/82) e in presenza di delibere particolarmente importanti ricorrere alla verbalizzazione immediata. Art.11 Dal decimo giorno lavorativo successivo ad ogni riunione del Collegio, il relativo verbale sarà affisso in bacheca interna alla sala insegnanti, perché sia possibile richiederne in forma scritta eventuali rettifiche per la definitiva approvazione nella seduta successiva. ATTRIBUZIONI DEL COLLEGIO Art. 12 Nel rispetto della libertà d insegnamento costituzionalmente garantita a ciascun docente, il collegio ha potere deliberante in ordine alla didattica e particolarmente su: a) l elaborazione del Piano dell offerta formativa (art. 3 del D.P.R , n. 275); b) l adeguamento dei programmi d insegnamento alle particolari esigenze del territorio e del coordinamento disciplinare (art. 7 comma 2 lett. a) T.U.); c) l adozione delle iniziative per il sostegno di alunni H e di figli di lavoratori stranieri(art. 7 comma 2 lett. m e n T.U.) e delle innovazioni sperimentali di autonomia relative agli aspetti didattici dell organizzazione scolastica (art. 2, comma 1 DM n. 251, come modificato dal DM n. 178); d) la redazione del piano annuale delle attività di aggiornamento e formazione (art. 13 del CCNI ); e) la suddivisione dell anno scolastico in trimestri o quadrimestri, ai fini della valutazione degli alunni (art. 7 comma 2 lett. c T.U., art. 2 OM 134/2000); f) l adozione dei libri di testo, su proposta dei consigli di interclasse o di classe, e la scelta dei sussidi didattici (art. 7 comma 2 lett. e T.U.); g) l approvazione, quanto agli aspetti didattici, degli accordi con reti di scuole (art. 7 comma 2 D.P.R n. 275); h) la valutazione periodica dell andamento complessivo dell azione didattica (art. 7 comma 2 lett. d T.U.);

3 3 i) lo studio delle soluzioni dei casi di scarso profitto o di irregolare comportamento degli alunni, su iniziativa dei docenti della rispettiva classe e sentiti, eventualmente, gli esperti (art. 7 comma 2 lett. o T.U.); j) la valutazione dello stato di attuazione dei progetti per le scuole situate nelle zone a rischio (art. 4 comma 12 CCNI ); k) l identificazione e attribuzione di funzioni strumentali al P.O.F. (art. 28 del CCNL e art. 37 del CCNI ), con la definizione dei criteri d accesso, della durata, delle competenze richieste, dei parametri e delle cadenze temporali per la valutazione dei risultati attesi; l) la delibera, nel quadro delle compatibilità con il P.O.F. e delle disponibilità finanziarie, sulle attività aggiuntive di insegnamento e sulle attività funzionali all insegnamento (art. 25 CCNL). Formula inoltre proposte e/o pareri su: m) criteri per la formazione delle classi, l assegnazione dei docenti e sull orario delle lezioni (art. 7 comma 2 lett. b T.U.); n) iniziative per l educazione alla salute e contro le tossicodipendenze (art. 7 comma 2 lett. q T.U.); o) sospensione dal servizio di docenti quando ricorrano particolari motivi di urgenza (art. 7 comma 2 lett. p T.U.). ORGANIZZAZIONE DEL COLLEGIO Art.13 Per migliorare la propria organizzazione il Collegio dei docenti si articola in commissioni di lavoro da individuare nelle seguenti aree: Gestione POF, monitoraggio e valutazione d Istituto Sostegno al lavoro dei docenti, gestione del laboratorio multimediale, analisi dei bisogni formativi e gestione del piano di formazione, interventi e servizi per gli studenti Natura, salute e sport Sicurezza Ogni commissione può articolarsi in sottocommissioni finalizzate allo studio e al raggiungimento di obiettivi specifici e alla realizzazione di servizi prefissati dal POF. Art.14 Il coordinatore delle commissioni e sottocommissioni è di norma il docente eletto per la funzione strumentale o, in via subordinata, un docente eletto fra i membri della commissione. Art.15 Le Funzioni Strumentali insieme al Dirigente Scolastico, al suo Vicario, al DSGA costituiscono una Commissione di Coordinamento al fine di: a - predisporre il progetto POF per l anno successivo b - favorire la gestione unitaria di tutte le attività previste dal POF c - assicurare la maggior qualità possibile ai processi formativi d - attuare una valutazione dell efficacia del POF e - sovrintendere alla informazione, al sito web e a tutto ciò che riguarda l immagine pubblica dell Istituto f - predisporre le iniziative culturali aperte al territorio. La commissione di Coordinamento si riunisce su iniziativa del Dirigente Scolastico secondo un calendario fissato dal Dirigente stesso ogni anno scolastico. In particolare per quanto riguarda il punto a- la Commissione avrà il compito di predisporre per il Collegio di fine anno scolastico un quadro il più possibile organico di tutti i progetti che si intendono attuare nel corso dell anno scolastico successivo. Art. 16 I progetti da inoltrare alla Commissione di Coordinamento, possono provenire da: Riunioni per classi di concorso o ambiti disciplinari Consigli di classe Ogni iniziativa proposta deve contenere tutti gli elementi descrittivi necessari a valutarne l efficacia e deve essere presentata sull apposito modello.

4 4 Art.17 Il segretario procede all appello nominale per verificare il numero dei presenti. La seduta è valida se è presente la metà più uno dei componenti. Art.18 Tutte le assenze relative all'intera seduta o parte di essa devono essere giustificate. Art.19 Le sedute del Collegio sono, di norma, prioritarie su qualsiasi altra attività del personale docente. LAVORI DELLE SEDUTE La discussione Art. 20 I lavori del Collegio si aprono con l'approvazione del verbale della seduta precedente; con decisione unanime è possibile astenersi dalla lettura dello stesso, salvo il diritto d'intervento per chi intenda proporre rettifiche. Art. 21 E' possibile richiedere di modificare la successione dei punti all'o.d.g.. La richiesta viene accolta se approvata con maggioranza relativa. Art. 22 Sugli argomenti compresi all'o.d.g. i docenti si iscrivono a parlare durante la seduta. Art. 23 Il Presidente nel concedere la parola segue l'ordine delle iscrizioni a parlare. Art. 24 Nessun docente può, di norma, iscriversi a parlare più di una volta per ogni punto all'o.d.g., oltre all'eventuale dichiarazione di voto. Art. 25 La durata degli interventi nella discussione di ogni punto al'o.d.g. non può superare i 5 minuti; il docente che presenta la proposta di delibera, ha a disposizione altri 3 minuti per l'illustrazione della stessa. Art. 26 Ogni docente è tenuto a rispettare i tempi prefissati; in caso contrario il Presidente, dopo un richiamo, ha la facoltà di togliere la parola. Art. 27 Ogni docente ha diritto di replica una sola volta per ogni argomento all'ordine del giorno per un tempo non superiore a 2 minuti. Art. 28 Gli emendamenti alla proposta di delibera vanno presentati per iscritto. Art. 28 bis Le comunicazioni del Dirigente Scolastico in apertura di seduta, così come i temi o i quesiti posti dai membri del Collegio in relazione al punto Varie conclusivo della seduta, non sono di norma soggetti a discussione. LE VOTAZIONI Art. 29 Ogni componente del Collegio è tenuto ad esprimere il proprio parere con il suo voto. Art. 30 Quando una proposta viene messa ai voti non è più consentito alcun intervento. Art. 31 Tutte le votazioni avvengono per voto palese. Un componente del Collegio può chiedere il voto per appello nominale. Art. 32 Una proposta di delibera è approvata: 1. se votata all'unanimità 2. se votata a maggioranza Nel caso 2 si distinguono due tipi di maggioranza: - maggioranza relativa (metà + uno dei votanti a favore), richiesta per mozioni riguardanti questioni di indirizzo didattico vincolanti tutti i docenti; - maggioranza (per tutte le altre proposte e iniziative, la cui attuazione non coinvolge l'intero corpo docente). In caso di parità prevale il voto del Presidente. - Il voto degli astenuti non ha mai valore ai fini della determinazione della maggioranza. Art. 33 Conclusa la votazione, il Presidente proclama i risultati della stessa.

5 5 Art. 34 Fatti salvi i diritti della libertà didattica previsti dalla legge, le deliberazioni del Collegio vincolano tutti i docenti a partecipare alla loro attuazione secondo le modalità previste. Art. 35 Il Collegio può prendere in esame, su richiesta di un terzo dei componenti, eventuali motivate proposte di modifica del regolamento. Per l'approvazione di tale proposta è richiesta la maggioranza relativa (metà + uno dei votanti).

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