DOMENICA XXVIII C. PRIMA LETTURA 2 Re 5, Dal secondo libro dei Re

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1 DOMENICA XXVIII C PRIMA LETTURA 2 Re 5,14-17 Dal secondo libro dei Re In quei giorni, 14 Naamàn, [il comandante dell esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra]. Naaman Siro accetta di lavarsi sette volte nel Giordano. Egli prima si era infuriato e aveva rifiutato di lavarsi nel Giordano adducendo che le acque dei fiumi di Damasco erano migliori di quelle del Giordano. Naaman si aspettava la mediazione dell uomo di Dio anche se di un altra religione, ma Eliseo evita di avere un contatto personale con lui perché Naaman rivolga la sua speranza nel Dio d Israele, che ora esprime la sua potenza attraverso i segni della terra d Israele. Ma Naaman non comprende subito il rapporto tra un elemento insignificante quale l acqua e la potenza salvifica del Dio d Israele. Dopo aver ubbidito ai servi ed essersi quindi immerso sette volte, Naaman comprende come i segni del Signore siano semplici e umili perché l uomo non ponga in essi la sua fiducia, ma solo nel Signore che vuole operare attraverso di essi. Così accade ora nella sua Chiesa. L accettazione dei segni quali l acqua, l olio, il pane e il vino di per sé umili fa parte dell economia della salvezza, che non si può evitare. Per questo molti si adirano e rifiutano un economia salvifica così semplice. È compito dei servi convincere che l obbedienza a Dio nell accogliere i segni sacramentali arreca la salvezza. Tutto avviene in forza della Parola: è verso di essa, non verso l uomo di Dio che la pronuncia, che deve volgersi l attenzione in una pronta obbedienza. L illuminazione di Naaman procede per gradi fino alla professione di fede nell unico Dio. 15 Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». 16 Quello disse: 2

2 «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. Solo ora Naaman può incontrare l uomo di Dio e davanti a lui fa la sua professione di fede e si dichiara servo di Eliseo entrando così al servizio del Dio d Israele. Eliseo rifiuta il dono perché non appaia che per suo merito Naaman è stato guarito ma in forza della Parola di Dio nel contatto con l acqua del Giordano. Il contatto tra Dio e la sua terra fa comprendere a Naaman che solo in essa può rendere culto. Da qui la sua richiesta. 17 Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore». Naaman vuole offrire il sacrificio solo sulla terra d Israele perché ha compreso che Dio ha scelto quella terra come strumento di salvezza. Questa economia legata alla terra non ha valore in se stessa ma in virtù di quello che significa nella pienezza dell economia salvifica, cioè l Incarnazione del Signore e la sua morte sacrificale. La salvezza avviene attraverso i segni riferentesi all umanità del Cristo, unico luogo di salvezza. La Scrittura veterotestamentaria è pedagogia al mistero e annuncio profetico di esso. In questo testo si rivela l iter dell iniziazione cristiana: l obbedienza alla Parola, l immersione nell acqua e la rigenerazione, la professione di fede e infine il sacrificio. Ci può essere in qualcuno il rifiuto di seguire questo itinerario che si compie attraverso i segni sacramentali adducendo come motivo che altri segni sono ai suoi occhi più efficaci perché capaci di suscitare più emotività di quelli sacramentali, che, ripetuti, non presentano più nessuna novità stimolante. Naaman comprende dalla guarigione che Dio si è legato a un luogo e a dei segni e ne tira delle conseguenze: prende della terra perché vede che Dio ha scelto quella terra come strumento di salvezza. Affermata dalla Scrittura questa economia dei segni come salvifica, bisogna ora chiedersi come questo sia percepibile in rapporto ai segni sacramentali che non manifestano un evidente guarigione nel corpo. 3

3 Dal racconto appare che Naaman non compie solo un itinerario fisico ma anche uno spirituale che si manifesta nella chiara consapevolezza che vi è un solo Dio ed è quello d Israele. Se uno accoglie con obbedienza la Parola di Dio e l economia sacramentale giunge alla chiara conoscenza del mistero presente e comunicato nei segni sacramentali perché ne fa esperienza. Qui deve fare molta attenzione il ministro di Cristo che inizia qualcuno alla conoscenza e all esperienza dei divini misteri: egli ha il compito di creare un rapporto ma non quello di essere, seppure temporaneamente, il termine del rapporto stesso. Per questo Eliseo rifiuta ogni dono e all inizio anche di vedere Naaman con il rischio che questi rifiuti la salvezza. L obbedienza della fede è libera da ogni rapporto umano; là dove questi s impone non vi è più la fede ma tutto quello che, come dice l Apostolo serve a sedurre le coscienze: Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell errore (Ef 4,14). SALMO RESPONSORIALE Sal 97 R/. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia. Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie. Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. R/. Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d Israele. R/. Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni! R/. 4

4 SECONDA LETTURA 2 Tm 2,8-13 Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 8 Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, Ricordati, questo è il memoriale costante in cui fissare sempre la mente: Gesù Cristo - i due nomi sono inscindibili - risorto dai morti, questo è il cuore della fede, discendente di Davide perché su questo vi è incentrata la promessa del Messia (cfr. Lc 1,32; Mt 22,42), come io annuncio nel mio vangelo, in esso è contenuto l'annuncio che suscita la fede. 9 per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata! Per il quale soffro. Poco prima ha detto: soffri insieme con me come un buon soldato di Cristo Gesù (3), fino a portare le catene: queste fanno parte della testimonianza all'evangelo; ne parla spesso nei Filippesi 1, attraverso queste l'evangelo è consolidato, sia perché manifestano Cristo (13) sia perché danno coraggio a coloro che annunciano (14). Nel saluto finale ai Colossesi dice: Ricordatevi delle mie catene (4,18) e a Filemone rimanda Onesimo da lui generato nelle catene (10) e chiama le sue catene, catene dell'evangelo (13); come un malfattore, così è pure chiamato il Signore (Gv 18,30). Ma la parola di Dio non è incatenata! Questa professione di fede nella forza della Parola di Dio che da nessuno può essere impedita è la forza dell'apostolo. 10 Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Dal momento che la parola di Dio prosegue il suo corso inarrestabile, sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto. In questo si dilata la carità di Paolo come Egli stesso ha scritto: la carità tutto sopporta (1Cor 5

5 13,7) e in Col 1,24 dice: Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo Corpo che è la Chiesa. Paolo sta tra Cristo e la Chiesa, e prolunga nella sua carne le tribolazioni di Cristo per la Chiesa, per gli eletti con uno scopo ben preciso: poiché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù. A questa salvezza è unita la gloria eterna. 11 Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; Avendo parlato della gloria eterna contrappone l'attuale situazione a quella futura introducendo il discorso con una forma solenne: questa parola è degna di fede. Se moriamo con lui. L apostolo si riferisce al battesimo e a quello che ne consegue (cfr. Rm 6,3-5); infatti la morte continua a operare nel credente (2Cor 4,11). Con lui anche vivremo (cfr. Rm 6,8). 12 se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; Se perseveriamo. Mt 10,22: Chi avrà perseverato sino alla fine costui sarà salvato (cfr. Rm 12,12). con lui anche regneremo. Se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà, come Egli stesso afferma in Mt 10,33 (cfr. Gv 1,20: detto di Giovanni il Battista). 13 se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. Se siamo infedeli (cfr. Mc 16,16) lui rimane fedele (cfr. Rm 3,3: se alcuni non hanno creduto, la loro incredulità può forse annullare la fedeltà di Dio? Cfr. Nm 23,19). La sua fedeltà è in rapporto a quanto ha promesso. Questa parola apostolica vuole richiamare al discepolo l'essenziale dell'evangelo come annuncio e come promessa. L'annuncio di Gesù Cristo risorto dai morti della stirpe di Davide. La promessa è legata all'attuale situazione di morte, pazienza, confessione di Lui che è in una parola partecipare poi alla sua gloria eterna. Già l'apostolo vive questo perché è in catene come un malfattore e questa situazione gli apre nuovi orizzonti: la Parola di Dio si diffonde, non è incatenata, gli eletti sono sostenuti dalla sua 6

6 carità che tutto soffre per loro. Egli diviene così modello per il fedele discepolo invitato a soffrire con lui e a restare fedele a Cristo. Questa parola esorta gli annunciatori del Vangelo a non temere nulla mentre annunciano e a fondare tutta la loro forza nella Parola di Dio, che non è incatenata, ad accogliere ogni sofferenza perché gli eletti che sono stati loro affidati conseguano la salvezza cioè la gloria eterna. L'esortazione è rivolta a tutti i credenti nel considerare l'attuale situazione come di morte iniziata nel battesimo e che continua nella vita con la speranza, che si fonda nella certezza della promessa, della vita eterna. Siamo quindi esortati a sopportare ogni cosa con amore e a non rinnegare mai Gesù per non essere da Lui rinnegati e a non perdere mai la fede in Lui perché quello che dice è vero e si realizza indipendentemente dal fatto che crediamo o no. CANTO AL VANGELO 1Ts 5,18 R/. Alleluia, alleluia. In ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. R/. Alleluia. INTRODUZIONE AL VANGELO Dalla fede all azione di grazie: questo, in sintesi, il tema della Parola della liturgia di questa domenica. La fede genera la gratitudine, che non è semplice riconoscenza umana, ma essa stessa atto di fede e azione di lode a Colui che sta all origine e che opera, come in questo caso, la guarigione dalla malattia. La lebbra è simbolo della condizione umana e della posizione dell uomo dinanzi a Dio: noi siamo dei lebbrosi, che Dio sana per un intervento gratuito del suo amore e della sua benevolenza. La consapevolezza, da parte dell uomo, della grazia ricevuta (la guarigione, il passaggio dalla morte alla vita) apre al rendimento di grazie. Parallela a quella del lebbroso del vangelo è la figura di Naaman, nel secondo libro dei Re. Anche qui un lebbroso e uno straniero, guarito. Naaman compie anche un percorso spirituale analogo a quello del lebbroso del vangelo. Anche Naaman, sanato dalla lebbre, ritorna da Eliseo per ringraziare. Il suo atto di fiducia nelle parole del profeta non è stato facile; ma, ottenuta la guarigione dalla malattia, nasce in lui la gratitudine e la necessità di rendere grazie. 7

7 VANGELO Lc 17, Dal vangelo secondo Luca Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Lungo il cammino verso Gerusalemme, tutto protende a quel momento e a quell entrata. Anche la guarigione dei dieci lebbrosi è finalizzata a questo. Durante questo cammino Gesù si carica delle nostre infermità, come è scritto nel Canto del Servo: Egli prese le nostre malattie e le nostre infermità portò (cfr. Mt 8,14-17). Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Perché Luca nomina prima la Samaria se geograficamente viene dopo? A questa domanda varie sono le risposte date: 1) Gesù è nel confine delle due regioni perché sta andando a oriente verso la valle del Giordano. 2) «Solo chi stando a Gerusalemme si volge indietro per mirare la via che vi conduce, può scrivere come Luca: attraverso la Samaria e la Galilea... La Samaria è il ponte su cui la Parola di Dio giunge dalla Galilea a Gerusalemme e su cui parimenti essa viene inviata da Gerusalemme ai territori pagani» (Stoeger). Possiamo dire che la Samaria è nominata per prima non per ragioni geografiche ma teologiche come appunto rivela anche questo racconto. 12 Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13 e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Gli vennero incontro dieci lebbrosi perché desiderano la sua misericordia, che si fermarono a distanza a causa della loro impurità che li separava da Cristo, il Santo di Dio (infatti la legislazione registrata in Lv 13,45-46 esige che il lebbroso gridi: «immondo, immondo» in modo che nessuno si renda impuro per colpa sua) e dissero ad alta voce non quello che ordinava la Legge: «impuro, impuro griderà» (Lv 13,45) ma: Gesù maestro, abbi pietà di noi!. La Legge fa gridare la propria infermità, la fede ottiene quello che chiede. 14 Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 8

8 Appena li vide anche se lontani, l orazione li ha avvicinati come è scritto (Sal 144): vicino è il Signore a coloro che lo invocano nella verità (Teofilatto), Gesù disse: Andate a presentarvi ai sacerdoti. Sono ancora lebbrosi e prima di guarirli li manda; alla supplica fatta con fede, fa seguire le opere della fede in cui la Legge viene adempiuta. E mentre essi andavano furono purificati dalla potenza del Cristo che opera anche da lontano in virtù dell obbedienza della fede. 15 Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16 e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce unendosi a coloro che, beneficati dal Cristo lodano Dio (il paralitico 5,25 che coinvolge le folle 5,26; le folle per la risurrezione a Naim 7,16; il cieco di Gerico 18,43). Per questa lode divina, Gesù è venuto nel mondo e la vuole diffondere: Io ti ho glorificato sulla terra (Gv 17,4). Del guarito è aggiunto a gran voce. Il grido della preghiera (alzarono la voce, v. 13) si trasforma nel grido della lode: come tutto l essere vibrava nella supplica ora vibra nella lode. Questa espressione: a gran voce scandisce momenti salienti della vita del Cristo: lo scontro con i demoni (4,33; 8,28). il suo ingresso in Gerusalemme (19,37), la sua morte in croce (23,46). E si prostrò davanti a Gesù per ringraziarlo. È la perfezione della fede; dal grido alla lode al ringraziamento, solo così la fede diviene salvifica, essa è pure accompagnata dal gesto esterno dell adorazione, non è infatti più un gesto di supplica come in 5,12b. Era un Samaritano. Solo ora l Evangelo rivela per farci vedere come la salvezza è già uscita dai confini del popolo ebraico e che nelle Genti vi è quella gratitudine che Gesù non trova in Israele. 17 Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? Evidente è la risposta: in cammino verso i sacerdoti; Gesù fa questa domanda per rivelare il cuore: esso è, incapace di ringraziare. 9

9 18 Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all infuori di questo straniero?». E gli disse: 19 «Àlzati e va ; la tua fede ti ha salvato!». Non si è trovato chi tornasse indietro a rendere gloria a Dio all infuori di questo straniero?». Rendere gloria a Dio e tornare a ringraziare Gesù è la stessa cosa. Non si è trovato, lett: non sono stati trovati, quindi sono stati perduti per cui la domanda: dove sono? è un giudizio. Gesù riconosce solo chi è stato trovato, il Samaritano. Questo straniero, non è con disprezzo che Gesù lo chiama così, ma, servendosi di un termine allora in uso e nel N.T. registrato solo qui, vuole mettere in rilievo come il Samaritano, estraneo all elezione e alle promesse, ha percepito la gratuità del dono ed è tornato per ringraziare. E gli disse: «Alzati e va ; la tua fede ti ha salvato!», non solo nel corpo ma in tutto te stesso. Non a tutti coloro che guarisce Egli dice questo ma solo alla peccatrice (7,50); all emorroissa (8,48); al cieco (12,42. In tutti costoro la fede li porta ad agire al di là della Legge: la peccatrice gli bagna i piedi, l emorroissa lo tocca, il cieco di fronte a quelli che lo sgridano, grida ancora più forte. L andare obbedendo a Gesù ha purificato la carne, il ritornare lodando Dio per adorare Gesù dona la salvezza. Osservazioni «Fortunato quel Samaritano, il quale riconobbe di non aver niente, che non avesse ricevuto e perciò tornò a ringraziare il Signore. Fortunato colui che a ogni dono, torna a colui nel quale c è la pienezza di tutte le grazie; poiché quando ci mostriamo grati di quanto abbiamo ricevuto, facciamo spazio in noi stessi a un dono anche maggiore. (17) La sola ingratitudine impedisce la crescita del nostro rapporto di grazia, poiché il datore, stimando perduto ciò che ha ricevuto un ingrato, si guarda poi bene di perdere tanto più, quanto più dà a un ingrato». (Bernardo di Chiaravalle). Appunti di omelia dialogata: Gerico 13 novembre 1972 D. Umberto: due sensi assumono le due parole: fede e salvezza. Tutti avevano avuto fede e non piccola (si va dal sacerdote quando si è purificati) è una fede anticipante che verifica ciò che la parola del Cristo ha attuato. Una fede grandissima e anche una certa salvezza: qui invece in confronto della loro fede è mostrata la fede quella unica e in confronto della loro 10

10 salvezza è mostrata l unica salvezza: la fede non è solo nella potenza taumaturgica del Cristo ma è nella sua persona come Salvatore: si può credere a Gesù operatore di prodigi e non personalmente come salvatore: è la fede in Lui come salvatore che salva. È importante che Gesù dica che solo Lui ha dato gloria: gli altri certamente hanno glorificato Dio, però la glorificazione completa e reale si ha quando si ritorna dal Cristo. D. Giuseppe: mi sono fermato su da lontano parallelo Eb 11,13 loro erano nella situazione per cui dovevano stare lontano perché radicalmente erano in questa condizione, come i loro padri. Sottolineerei inoltre il fatto del ringraziare: questa gente aveva avuto un beneficio e non sono stati capaci di tornare indietro a ringraziare. Non c è dubbio che è il ringraziamento che dona la salvezza, però vorrei sottolineare il meccanismo: il Signore ci chiede prima di tutto il ringraziamento che fa scattare doni ulteriori. Vi è una parte di Dio e una nostra: Dio fa tutto e per noi c è il ringraziamento che fa crescere la nostra consapevolezza. Essi non hanno sentito il bisogno di ringraziare, il Samaritano tornando indietro non aveva ancora ottenuto la salvezza però obbedisce a un rapporto che si era instaurato nel Cristo: egli è guarito e torna a ringraziare. Questo fatto lo porta a ottenere ciò che non sperava. Appena il Signore opera in noi nasce il ringraziamento. È per il fatto che non ringraziamo che non riceviamo il di più che porta la pienezza. Questa gratitudine non ci può non essere appena il Signore opera la salvezza in noi. Questo fatto si lega a tutto. Non ringraziamo, prendiamo quello che ci viene senza ringraziare. Il ringraziare, sia pure con una fede debole, imperfetta, spenta, lo possiamo sempre fare. Si trovò guarito... mi trovo sempre di fronte a doni che il Signore mi ha fatto. PADRI DELLA CHIESA (Lc 17,11-19) Non furono dieci a essere guariti? E gli altri nove dove sono? (Lc 17, 17). Sono queste le parole del Salvatore che rimproverava l ingratitudine di quei nove. Quanto hanno saputo ben pregare coloro che dicevano: Gesù, figlio di David, abbi pietà di noi (Lc 18,17); mancò però il ringraziamento,perché non tornarono a rendere grazie a Dio. Anche oggi vediamo molti impegnati a chiedere ciò di cui sanno d aver bisogno, ma vediamo ben pochi che si preoccupano di ringraziare per ciò che hanno ricevuto. Non è male chiedere con insistenza; ma l essere ingrati toglie forza alla domanda. E forse è un tratto di clemenza il negare agli ingrati la misericordia, quella misericordia di cui parla il Padre della misericordia, quando dice: Facciamo misericordia al malvagio ed egli non imparerà a 11

11 fare giustizia (Is 26, 10). Fortunato quel samaritano il quale riconobbe di non avere niente che non avesse ricevuto e perciò tornò a ringraziare il Signore. Fortunato colui che a ogni dono, torna a colui nel quale c è la pienezza di tutte le grazie; poiché quando ci mostriamo grati di quanto abbiamo ricevuto, facciamo spazio in noi stessi a un dono anche m maggiore. La sola ingratitudine impedisce la crescita del nostro rapporto di grazia, poiché il datore, stimando perduto ciò che ha dato a un ingrato, si guarda poi bene dal perdere tanto più, quanto più dà a un ingrato. Fortunato perciò colui che si prodiga in ringraziamenti per il più piccolo favore; noi però, miserabili, sebbene a principio siamo abbastanza timorati, umili e devoti, poi tanto facilmente ci dimentichiamo quanto sia gratuito tutto ciò che abbiamo ricevuto e, come presuntuosi della nostra familiarità con Dio, meriteremmo di sentirci dire che i nemici del Signore sono proprio i suoi familiari (cf. Mt 10, 36). Perciò vi scongiuro, fratelli; umiliamoci sempre più sotto la potente mano di Dio e facciamo di tutto per tenerci lontano da questo orribile vizio dell ingratitudine E mostriamo la nostra gratitudine non solo a parole, ma anche con le opere e nella verità; perché il Signore nostro non vuole tanto parole quanto azioni di grazie (Bernardo di Chiaravalle, De diversis, 23, 5-8). PASSI BIBLICI PARALLELI v 11 Lc 9,51-52: Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Gv 4,3-5:: (Gesù) lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria. Giunse pertanto ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio. v 12 Lv 13,45-46: Il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate e il capo scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo! Sarà immondo finché avrà la piaga; è immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dell accampamento. Nm 5,2-3: Ordina agli Israeliti che allontanino dall accampamento ogni lebbroso, chiunque soffre di gonorrea o è impuro per il contatto con un cadavere. Allontanerete sia i maschi sia le femmine; li allontanerete 12

12 dall accampamento perché non contaminino il loro accampamento in mezzo al quale io abito. Nm 12,14: Il Signore rispose a Mosè: Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe essa vergogna per sette giorni? Stia dunque isolata fuori dell accampamento sette giorni; poi vi sarà di nuovo ammessa. 2Re 5,27: Ma la lebbra di Nàaman si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre. Egli si allontanò da Eliseo, bianco come la neve per la lebbra. 2Re 7,3: Ora c erano quattro lebbrosi davanti alla porta. Essi dicevano fra di loro: Perché stiamo seduti qui ad attendere la morte? 2Cr 26,20-21: Azaria sommo sacerdote, e tutti i sacerdoti si voltarono verso di lui, che apparve con la lebbra sulla fronte. Lo fecero uscire in fretta di lì; anch egli si precipitò per uscire, poiché il Signore l aveva colpito. Il re Ozia rimase lebbroso fino al giorno della morte. Egli abitò in una casa di isolamento, come lebbroso, escluso dal tempio. Suo figlio Iotam dirigeva la reggia e governava il popolo del paese. Lc 5,12: Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: Signore, se vuoi, puoi sanarmi. Lc 18,13: Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. v 13 Mt 9,27: Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano urlando: Figlio di Davide, abbi pietà di noi. Mt 15,22: Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio. Mt 20,30-31: Ed ecco che due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava, si misero a gridare: Signore, abbi pietà di noi, figlio di Davide!. La folla li sgridava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più forte: Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!. Mc 9,21-22: Gesù interrogò il padre: Da quanto tempo gli accade questo?. Ed egli rispose: Dall infanzia; anzi, spesso lo ha buttato persino nel fuoco e nell acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci. v 14 Lv 13,1-2.46: Il Signore aggiunse a Mosè e ad Aronne: Quando uno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. Sarà immondo finché avrà la piaga; è immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dell accampamento. 13

13 2Re 5,14: Egli, allora, scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell uomo di Dio, e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito. Is 65,24: Prima che mi invochino, io risponderò; mentre ancora stanno parlando, io già li avrò ascoltati. Mt 3,15: Ma Gesù gli disse: Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia. Allora Giovanni acconsenti. Mt 8,3-4: E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: Lo voglio, sii sanato. E subito la sua lebbra scomparve. Poi Gesù gli disse: Guardati dal dirlo a qualcuno, ma và a mostrarti al sacerdote e presenta l offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro. Lc 5,14: Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: Và, mostrati al sacerdote e fa l offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi. Gv 2,5: La madre dice ai servi: Fate quello che vi dirà. Gv 4,50-53: Gesù gli risponde: Va, tuo figlio vive. Quell uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: Tuo figlio vive!. S informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: Ieri, un ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato. Il padre riconobbe che proprio in quell ora Gesù gli aveva detto: Tuo figlio vive e credette lui con tutta la sua famiglia. Gv 9,7: gli disse: Va' a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato). Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. v 15 2Cr 32,24-26: In quei giorni Ezechia si ammalò di malattia mortale. Egli pregò il Signore, che l esaudì e operò un prodigio per lui. Ma la riconoscenza di Ezechia non fu proporzionata al beneficio, perché il suo cuore si era insuperbito; per questo su di lui, su Giuda e su Gerusalemme si riversò l ira divina. Tuttavia Ezechia si umiliò della superbia del suo cuore e a lui si associarono gli abitanti di Gerusalemme; per questo l ira del Signore non si abbattè su di essi finché Ezechia restò in vita. Sal 30, : Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato e su di me non hai lasciato esultare i nemici. Signore Dio mio, a te ho gridato e mi hai guarito. Ascolta, Signore, abbi misericordia, Signore, vieni in mio aiuto. Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia, Sal 103,1-4; Sal 107,20-22; Sal 116,12-15; Sal 118,18-19; Is 38,19-22; Gv 5,14; Gv 9,38. v 16 14

14 Lc 10,33: Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n ebbe compassione. Gv 8,48. vv Gn 3,9: Ma il Signore Dio chiamò l uomo e gli disse: Dove sei?. Sal 29,1-2: Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore in santi ornamenti. Sal 50,23; Sal 106,13; Is 42,12; Mt 8,10-12; Mt 15,24-28; Mt 19,30; Gv 8,7-10; Rm 1,21; Ap 14,7. v 19 Mt 9,22: Gesù, voltatosi, la vide e disse: Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita. E in quell istante la donna guarì. Mc 5,34: Gesù rispose: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male. Mc 10,52; Lc 7,50. 15

15 PREGHIERA DEI FEDELI C. In pace preghiamo il Signore misericordioso e chiediamo il dono della concordia tra i popoli. Accogli, o Signore, la preghiera della tua Chiesa. Sii misericordioso, o Padre verso i tuoi figli e dona loro di perseverare nella fedeltà al tuo amore perché tutti gli uomini si aprano all Evangelo della pace, preghiamo. Donaci di pregare con mani e cuore puri e di elevare a Te preghiere suppliche, azioni di grazie per i tuoi benefici, noi ti preghiamo. Non dimenticare i tuoi poveri e dona loro di godere giorni tranquilli lontano da ogni sfruttamento, terrore e minaccia, noi ti preghiamo. Padre, che in Cristo tuo Figlio hai riconciliato a te il mondo intero: agisci con la forza del tuo Spirito nell intimo dei cuori perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli si incontrino nella concordia. Noi ti preghiamo. Togli da noi ogni ipocrisia perché purificati nell intimo delle nostre coscienze risplendiamo di opere buone, noi ti preghiamo. O Dio, fonte della vita temporale ed eterna, fa che nessuno di noi ti cerchi solo per la salute del corpo: ogni fratello in questo giorno santo torni a renderti gloria per il dono della fede, e la Chiesa intera sia testimone della salvezza che tu operi continuamente in Cristo tuo Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. 16

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