Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola

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1 Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di un attività che coinvolge l Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura che grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l attorno Bimed Edizioni Il racconto viene pubblicato all interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un format che guarda al racconto come a un bene di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione, crescita comune e tanto altro ancora

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3 AL CUORE NON SI COMANDA Partendo dall incipit di Martina Di Martino e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: ITIS G. Bosco Lucarelli Benevento - classi II E EA - II I TB Liceo Artistico Sabatini-Menna Salerno classe II G Liceo Scientifico Statale Teresa Gullace Talotta Roma - classe I A Campus Don Bosco Tremestieri (CT) - classe I/II Liceo Scientifico Liceo Amaldi Barcellona classe II A Liceo Classico P. Galluppi Catanzaro classe II A ITSET F. Palizzi Vasto (CH) - gruppo classi I B AFM - I/II C Istituto Superiore F. Ferrari Battipaglia (SA) - classe I F IB IPSEOA IIS Gaetano Filangieri Cava de Tirreni (SA) classe III S Editing a cura di: Francesco Rossi

4 Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all Estero Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Responsabile di redazione e per le procedure Alberto Fienga Coordinamento organizzativo e didattico Ermelinda Garofano Responsabile per l impianto editoriale Francesco Rossi Revisione editoriale Francesco Rossi, Shasa Buonino, Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino Gestione esecutiva del Format Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo Grafica di Copertina : Bimed Station Impaginazione Tullio Rinaldi Piattaforma escriba UNISA, Dipartimento di Informatica Progetto Prof. Vittorio Scarano, realizzazione Dott. Raffaele Spinelli Gennaro Coppola, webmaster BIMED Pubbliche Relazioni Nicoletta Antoniello Amministrazione Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale

5 RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l azione intesa come esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo: Ambasciata d Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese, Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco, Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida, Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell iniziativa e a Legambiente per l autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta. Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare la scrittura al mondo della natura e all educazione verso il nostro Attorno. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/ P del PROT SCA/GN/1047-2

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7 By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l Educational e la Cultura) Via della Quercia, Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/ fax 089/ info@bimed.net La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2014/2015 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l autorizzazione scritta dell Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola.

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9 La Staffetta 2014/15 riceve: l adesione del Presidente della Repubblica e sua Medaglia di rappresentanza Patrocini: Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Giustizia, Ministero dell Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

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11 PRESENTAZIONE Con la Staffetta quest anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà. È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e dell infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori. È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore. Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che immagini ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l individuo al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d istruzione è assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo, che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro volontà e la loro disponibilità non avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori comunali che investono sulla Staffetta e l educational, grazie alla filiera dei tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a

12 questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all On. Giorgio Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire l orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e il futuro del mondo di cui siamo parte. Andrea Iovino

13 L imprescindibile per l innovazione è nella scrittura È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall America Latina al Medio Oriente e all Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori aggiunti della cultura digitale resta, quest azione, un opportunità imperdibile per la disseminazione di ciò che grazie all innovazione cambierà in meglio la vita del contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L interazione tra cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all alfabetizzazione, danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti positive dell innovazione tecnologica. L idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico dell informatica nella scuola è, tra l altro, una modalità di relazione unica tra il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per poter governare la relazione con gli oggetti che sono parte integrante dell innovazione che utilizziamo giornalmente. Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano nell innovazione e nell acquisizione delle competenze digitali la possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità così vasta, com è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Ci è apparso doveroso partecipare anche quest anno con slancio alla Staffetta Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne

14 tecnologie e a un idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto, della contaminazione, dell incontro e della sussidiarietà. I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della scuola è una dimensione unica e felice. Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l innovazione è cultura, prima che procedimento tecnologico. Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO

15 Sulla Volontà e la Legalità Impegnare i giovani attorno a una riflessione sulla Volontà ci è apparsa una sfida di grande rilevanza che, per tanti versi, accomuna la Staffetta di Scrittura della Legalità alla vision dell Università Telematica Pegaso. È per questa ragione che il partenariato strutturato con Bimed innanzitutto sui principi istituzionali si è ampliato, quest anno, ulteriormente determinando una organica interazione che nasce proprio attorno alla Staffetta e coinvolge i tantissimi giovani studenti impegnati nell attività di Scrittura che annualmente vede questo format protagonista dell editoria italiana per ragazzi. Il partenariato con Bimed è nelle nostre intenzioni una opportunità di sistema per il Mezzogiorno e il contesto nazionale nel suo insieme: da una parte vi è la consolidata relazione che la Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo ha con un rilevante numero di Scuole Secondarie Superiori italiane, dall altra parte vi è l Università Telematica Pegaso che è sempre più proiettata in una innovativa modalità di relazione tra i saperi, le competenze e le conoscenze, che abbiamo il dovere di rendere sempre più accessibili e disseminate, con le nuove generazioni. È partendo da questi elementi che abbiamo investito per l organizzazione del più qualificato sistema on line di formazione universitaria in cui il l integrazione di diversi format e tipologie didattiche permette di perseguire un aumento di qualità del processo formativo. Ed è in considerazione della grande opportunità di far conoscere a moltissimi giovani le opportunità che provengono dall innovazione collegata alla ricerca e allo studio, che abbiamo voluto determinare un partenariato organico con Bimed e la Staffetta di Scrittura di Legalità. A tanto si aggiunge il valore aggiunto dell opera che vede impegnati tanto Bimed quanto l Università Telematica Pegaso sul fronte della Legalità che resta il viatico ineludibile su cui incamminare un percorso di sviluppo e di qualificazione sociale tale da essere corrispondente alle aspettative dei nostri giovani. Infine: la Volontà e il volere rappresentano il bacino delle possibilità che ognuno di noi può e deve determinare, di più, sono il riferimento di agostiniana memoria che lega il valore

16 dell esistenza alla capacità di amare che è, poi, essenza di divenire. Il mio personale plauso va a quanti, docenti, studenti, operatori tecnici, scrittori, etc. rendono ogni anno possibile questa straordinaria storia fatta di un insieme di racconti metafora della volontà della scuola di sentirsi protagonista del futuro che libera Futuro. Università Telematica Pegaso Il Presidente Danilo Iervolino

17 INCIPIT Martina Di Martino La casa dei sogni Aveva sempre rimpianto, Jennifer, la vecchia piccola villetta su un solo livello, quella che avevano lasciato in Nevada per trasferirsi a sud della California, e di cui si occupava Ennis nei periodi estivi. Erano rari gli anni che sua moglie andava con lui ad aiutarlo a sradicare le erbacce, grattare via gli escrementi degli uccelli selvatici dal patio o innaffiare le piante grasse sulla veranda. Pure se non ci vivevano più, Lee aveva proposto di installare un dondolo nel cortile sul retro, Ennis l aveva trovata una grande idea ma il tempo per assecondare le richieste di suo figlio era svanito troppo presto. Neanche la casa in California era male, forse troppo grande per quattro persone ma era un bel quartiere quello in cui era situata. Il vialetto ampio conduceva a uno spazioso cortile erbato, Ennis e Lee facevano pratica col baseball nei finesettimana e Lori scattava fotografie con la macchinetta digitale rosa shocking. Jennifer sentiva la nostalgia della casa in campagna, quella in cui la vita non era cara e pretenziosa come in città. Eppure suo marito lo aveva trovato un grande affare, il nonno di Lee e Lori era troppo vecchio per occuparsi ancora del negozio di

18 fumetti e lo aveva lasciato a suo figlio, Ennis. La casa era stato l ennesimo colpo di fortuna, i guadagni del mercato non erano pochi ed erano sempre riusciti a mettere da parte qualcosa, agevolati dagli orti che coltivavano sul retro della casa in Nevada. Lee pescava il lunedì e la domenica comperava la carne per l intera settimana e i formaggi li portava Ennis dal mercato. Il lavoro di Ennis al negozio di fumetti aveva cominciato a fruttare parecchio dopo il trasferimento, era bravo nel suo lavoro, attirava un mucchio di clienti di tutte le età, e forse la Marvel, in quel negozio, aveva trovato un appassionato fin troppo ferrato nelle pubbliche relazioni. Il mare era particolarmente bello in quella zona della California e Lee aveva imparato a fare surf, Lori amava fotografarlo mentre si ribaltava dalla tavola. Un giorno aveva semplicemente smesso, il baseball, il mare e pure la pesca, aveva dovuto smettere. Tornava spesso alla casa in Nevada ma era solo un masochistico modo di torturarsi nei ricordi. Visitava il lago e andava al mercato del giovedì mattina, il sabato aiutava il nuovo commesso del negozio di fumetti a riordinare la nuova merce arrivata. Dylan, il ragazzo nuovo, amava i fumetti e i supereroi ed era timido e aveva un che di nevrotico, beveva un sacco di caffè e gli tremavano sempre le mani, a Lee piaceva come persona, tutto

19 sommato, ma non lo aveva mai lasciato trapelare. La villa in città era stata venduta e Lori viveva con suo fratello in un piccolo appartamento in centro. In estate, quando il lavoro di fotografa le lasciava le ferie, si dedicava alla casa in campagna. Guidava fino in Nevada per ore e si occupava delle erbacce e del patio e aveva smesso di innaffiare le piante grasse perché effettivamente non ne avevano granché bisogno. Aveva chiesto più volte a Lee di farle compagnia ma suo fratello si era sempre rifiutato eppure Lori sapeva che alcuni giorni, di solito il giovedì, Lee andava in autobus fino alla vecchia casa e sedeva sui gradini del patio ad ascoltare gli uccelli selvatici che facevano compagnia a Jennifer quando Ennis era al mercato. E Lori aveva visto i fascicoli nel cassetto accanto al letto di suo fratello, per qualche ragione era felice che Lee fosse deciso a portare a termine un progetto per la casa. I manuali davano le istruzioni per un vecchio progetto che suo fratello si stava preparando a realizzare perché Lori gli stava insegnando che non era ancora troppo tardi.

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21 Capitolo PRIMO Il senso di colpa Quella mattina, Lori si era alzata presto per l ansia di tornare in Nevada. Il piccolo appartamento in centro, in cui viveva col fratello, dopo essere stati costretti a lasciare la casa di famiglia, una splendida villa sulla spiaggia di Santa Barbara, in California, la soffocava. Ancora non accettava l idea di dover vivere lontano dalla natura. Tornare in Nevada, significava per Lori, immergersi di nuovo in quell atmosfera di pace e di ricordi, ma anche, ora che aveva saputo del progetto di Lee, di scoprire cosa aveva in mente il fratello. Fece frettolosamente le valige e salì a bordo della sua auto a benzina, una piccola utilitaria rossa, con una vistosa ammaccatura nella parte posteriore, che non si decideva a cambiare perché era un regalo del padre. Continuare a guidare quell auto le dava la sensazione che Ennis fosse ancora li. Il paesaggio era meraviglioso, o almeno lei lo percepiva così. Il cielo era rosa e glicine con un fascio di nubi che gli dava quel carattere da luogo inesplorato. Mancava poco, e sarebbe giunta in Nevada, nei pressi Carson City, sul lago Tahoe, a pochi chilometri dal confine con la California, nella sua bellissima casa dai grandi saloni e dall ampia terrazza che si affacciava su uno splendido giardino. Lori fremeva dal desiderio di arrivare anche se sapeva bene che sarebbe inevitabilmente Capitolo primo 21

22 22 Il caduta nella tristezza più cupa. Il ricordo di quel terribile giorno ritornava prepotentemente nella sua mente e quella telefonata che avrebbe cambiato completamente la vita a lei e suo fratello Lee. La corsa disperata all ospedale. I medici che tentavano di spiegarle cose fosse successo ai suoi genitori. E lei che continuava ad agitarsi perché voleva vederli. E poi la tragica verità: Jennifer ed Ennis non ce l avevano fatta. E Lee? Sembrava introvabile. Poi, improvvisamente, lungo il corridoio dell ospedale, lo vide disteso su una barella, lo sguardo fisso nel vuoto. Quella sera, quella dell incidente, Lee era euforico perché il giorno prima aveva preso la patente e suo padre gli aveva permesso di guidare fino a casa. Inaspettata una luce accecante, l auto che sbanda e poi il buio. Jennifer, sua madre, era morta sul colpo e il padre era spirato durante la lunga corsa in ospedale. Lee era stato estratto dai rottami dell auto ancora vivo, ma la sua vita non sarebbe stata più la stessa. Dopo la lunga serie di interventi, i medici si mostrarono ottimisti: non c era una reale causa fisica, ma lui da quella notte non era stato più in grado di camminare. Mancava poco meno di un ora all arrivo. Lori già assaporava il momento in cui avrebbe respirato l aria dei luoghi che aveva sempre amato e che l avevano vista crescere immersa tra libri, poesie e fotografie, pronta sempre a sorridere. La prima cosa che si notava di lei era quella lunga massa di capelli nero corvino, lisci come la seta, che amava raccogliere in una coda alta, con una frangia che metteva in risalto i suoi occhi di un verde che il sole rendeva più senso di colpa

23 brillante. Era davvero carina, una bellezza, la sua, delicata che comunicava positività. Tutti dicevano che Lori era una ragazza fuori dal comune, particolare, a suo modo geniale e vederla in azione con la sua macchina fotografica mentre immortalava quella natura che amava tanto, era davvero emozionante. Dopo la morte dei genitori e il percorso difficile di Lee, aveva trovato la forza di reagire grazie alla fotografia e all amicizia di Dylan, il commesso del negozio di fumetti, che da dieci anni lavorava lì. Era un ragazzo di 28 anni, di Sacramento, che di certo non passava inosservato. Alto, con un taglio di capelli stile anni 70, un pizzetto appena accennato e occhi neri così profondi che ti penetravano fin dentro l anima. Aveva un tatuaggio sul collo che si intravedeva appena dal colletto delle sue camicie bianche. Le camicie le indossava solo sul lavoro; nel tempo libero vestiva con jeans e maglietta. Un modo di vestire che rispecchiava la sua personalità. Era un tipo nervoso, non solo per i troppi caffè che beveva, ma perché si portava dentro una storia dolorosa. Nessuno sapeva quanto aveva sofferto. Dylan aveva vissuto l adolescenza tra una casa famiglia e l altra, dove per colmare la sua carenza di affetto, si era rifugiato nel mondo dei fumetti, una passione che, con il tempo, era diventata il suo lavoro. Sognava di diventare un supereroe e ritrovare un giorno i suoi due fratelli, Kevin e Michelle, che a differenza di lui avevano trovato una nuova famiglia. Dal giorno in cui avevano lasciato Children House, non aveva saputo più nulla di loro, se fossero insieme o vivessero Capitolo primo 23

24 24 Il l uno lontano dall altra. Raggiunta la maggiore età, finalmente aveva potuto cominciare le sue ricerche che, nonostante tutti i suoi sforzi, non avevano dato nessun risultato. Però non si era dato per vinto e, sebbene avesse trovato in Jennifer ed Ennis quella famiglia che gli era tanto mancata, Kevin e Michelle rimanevano lo scopo della sua vita. Sin dalla prima volta che aveva incontrato Lori, nel negozio di Jennifer ed Ennis, tra i due era nato un intesa speciale che sarebbe durata nel tempo. Solo Lori, infatti, conosceva il segreto di Dylan. E solo Dylan era in grado di comprendere il desiderio di Lori di far uscire Lee da quel tormento che lo stava distruggendo. Lo squillo del telefono interruppe i pensieri di Lori. «Non ce la faccio a raggiungerti oggi, arriverò domani. Prima passo a prendere tuo fratello e saremo a casa in tarda serata» disse Dylan. «Dici sul serio? Sei riuscito a convincerlo? Questa è la notizia più bella che potessi darmi. A domani», rispose Lori rasserenata. E la sua mente tornò al loro appartamento, all immagine di quei fascicoli che fuoriuscivano dal cassetto del comodino accanto al letto di Lee. Tirò un sospiro di sollievo: forse quello era il segnale che il fratello stava, finalmente, cominciando a reagire. Dal giorno dell incidente, sebbene i medici lo spronassero ad alzarsi da quella maledetta sedia a rotelle, Lee si ostinava a infliggersi quell autopunizione. I sensi di colpa non lo abbandonavano e portava avanti quella assurda decisione di vivere a metà. senso di colpa

25 Capitolo SECONDO Ritorno a Zephyr Cove Lori imboccò la Lincoln Highway, posò lo sguardo sul contatore della benzina, guidava ormai da ore. La spia lampeggiava, aveva bisogno di fare rifornimento e di una pausa per un caffè. Nei paraggi doveva esserci un distributore di benzina, quando era piccola ci si fermava spesso con suo padre. Poche miglia e l insegna luminosa della stazione di servizio apparve da lontano sulla strada; si sentì di nuovo a casa. Scese dall auto, diede un occhiata intorno ed entrò nel bar. La stazione sembrava deserta, una debole luce al neon illuminava i distributori. Qualcuno, in un angolo, armeggiava col cofano di un auto. Lori gli si avvicinò e gli chiese se poteva aiutarla a fare rifornimento, non era molto pratica di quegli aggeggi. Il ragazzo si ripulì le mani con uno straccio, le sorrise cordialmente e si offrì di aiutarla. Era alto, i capelli castani, occhi azzurri. Indossava una t-shirt bianca macchiata d olio che gli fasciava il torace. Lori ne fu colpita. Aveva qualcosa di familiare, non sapeva esattamente cosa, forse si erano conosciuti da piccoli, o forse, semplicemente, in Nevada tutto le sembrava familiare. Gli tese la mano e disse: «Ciao, io sono Lori». Lui rispose: «Piacere, Kevin». In pochi minuti le riempì il serbatoio e 25 Capitolo secondo

26 26 si salutarono. Riprese a guidare, il suo cuore batteva forte, avrebbe voluto volare se solo quell auto non fosse stata così vecchia. Non vedeva l ora di arrivare a casa. Dopo l ultima curva prima di Zephyr Cove, Lori fu investita dai colori del paesaggio. Il rosa arancio del tramonto le regalava la dolcezza del ricordo. Era tutto pronto davanti a lei, doveva solo scattare e fermare quell attimo in cui era racchiusa tutta la sua infanzia. Dalle rocce arrotondate emergeva la forma perfetta dei giorni sereni accanto a sua madre, le sue carezze, i bagni al lago. «Perché l acqua verde non ci colora? Perché quando usciamo dall acqua non somigliamo tutti a degli smeraldi?» E sua madre, paziente, le rispondeva: «Ti sembra che l acqua del lago non ti abbia colorato perché ha lasciato la pelle chiara, ma è entrata nel tuo cuore e ci rimarrà per sempre». Non aveva dimenticato quella voce, il modo in cui pronunciava la erre che avrebbe voluto appartenesse anche a lei. Mise fuoco l inquadratura, guardò gli alti pini al centro dell immagine. Le radici si allungavano nell acqua, le cime dritte verso il cielo: ciò che era custodito nel Lago Tahoe poteva arrivare a toccare il cielo. Risalì in auto, si sentiva serena: ormai era a casa. Giunta al cancello parcheggiò l auto, prese le valigie ed entrò in casa. Accese le luci e andò a visitare tutte le camere. Quando Ritorno a Zephyr Cove

27 entrò in quella dei suoi genitori i suoi occhi si soffermarono sulla fotografia sul cassettone di ciliegio della mamma. Era impolverata, e istintivamente la ripulì con una carezza: la lunga giornata di pesca, i loro quattro volti sorridenti e gioiosi, e infine Lee, in piedi, con una gigantesca trota a testa in giù in primo piano. In cuor suo si rallegrò pensando che sarebbero arrivati anche Dylan e Lee. Entrò nella sua cameretta, si sdraiò per un attimo sul letto, aprì il cassetto del comodino e ritrovò il carillon che le suonava il motivetto con cui si addormentava ogni sera. Era stato il regalo della nonna per il suo ottavo compleanno. Lori ricordò quanto ci fosse rimasta male, allora. Quella scatola intarsiata con i pezzetti di legno di vari colori non le era piaciuta. Quando si apriva, veniva fuori una ballerina con il tutù rosa che piroettava al suono di una dolce melodia di Beethoven. Lei aveva sempre odiato la danza e il colore rosa. Era un tipo da jeans arrotolati. Quel giorno non avrebbe mai immaginato che da allora in poi si sarebbe addormentata ogni sera con quella musica. Andò a farsi una doccia. Aveva appena terminato di asciugarsi i capelli, quando qualcuno bussò alla porta. Ancora avvolta nel suo accappatoio aprì, le apparve davanti Julia, la cara amica d infanzia che non vedeva da tempo, e che abitava ancora con i genitori nella villetta poco distante dalla loro. «Julia, Julia! Proprio tu!» si strinsero in un abbraccio lunghissimo. Che 27 Capitolo secondo

28 28 gioia ritrovarsi, era come se non fosse passato neanche un giorno; cominciarono a parlare come avevano sempre fatto. Lori le domandò: «Cosa è successo in tutti questi anni? Hai trovato l anima gemella?» Julia con un sorriso rispose: «L amore non ancora, mi sono laureata in economia e commercio e adesso lavoro presso la Bank of America, sono la Credit Manager della nuova sede. È un lavoro molto impegnativo». «Brava!» rispose Lori «Io, come sai, mi sono trasferita in California, e non venivo qui da quel maledetto giorno Lee ha troppi brutti ricordi di questo luogo e non ama ritornarci, ma domani finalmente il nostro amico Dylan riuscirà a riportarlo a casa. Non sto più nella pelle: finalmente tutti insieme. Vorrei tanto che Lee tornasse a sorridere. Sono sicura che, se ti rivedesse, sarebbe contentissimo, in fondo ha sempre avuto un debole per te». «Anch io sarei felicissima di rivederlo». «Organizziamo qualcosa per il suo arrivo». «Ci sarò sicuramente domani sera, ma che ne pensi di una giornata di pesca? A Lee piaceva tanto» esclamò Julia. «Che bell idea. Sarà difficile per Lee salire sulla barca con la sedia a rotelle?» «Non ti preoccupare, porterò anche un mio amico» sorrise Julia. «Un amico!» chiese Lori «Non avevi detto che non avevi avuto Ritorno a Zephyr Cove

29 tempo per l amore?» «Ti ho detto che è solo un amico!» Si era fatto tardi, le due amiche si salutarono sorridendo e finalmente la giornata sembrava finita. Lori tornò nella sua camera, si abbandonò sul suo letto e cadde in un sonno profondo al suono del vecchio carillon. Il mattino seguente, destata dal cinguettio degli uccelli, si svegliò di buon ora, andò in cucina, preparò il caffè e una ricca colazione. Uscì in giardino e provò a ripulirlo dalle erbacce e dalle foglie. Andò al capanno degli attrezzi per prendere il rastrello e mentre cercava nella grande confusione di tutti quei vecchi oggetti, scorse un grande scatolone impolverato e ancora imballato, e una grande busta rossa con sopra il nome Lee. L aprì e lesse: «Affinché tu possa comodamente contemplare le stelle nelle sere d estate Scusa il ritardo, lo monteremo insieme il prossimo weekend. Il tuo adorato papà». Aprì lo scatolone e capì. Conteneva un regalo per suo fratello, un dondolo che Lee desiderava tanto. Non c era stato tempo per montarlo: era rimasto smontato, chiuso nel capanno. Chissà, forse c era ancora tempo per recuperare. Lori pensò che montarlo sul retro del cortile sarebbe stata una buona idea, proprio come Lee avrebbe voluto. Forse era arrivato il momento di rimettere insieme i pezzi, e non solo quelli del dondolo. Si mise al lavoro, c era tanto da fare prima che arrivassero Lee e Dylan. 29 Capitolo secondo

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31 Capitolo TERZO Stelle piene di ricordi Lori portò il grosso scatolone nel cortile. Era pesante, ma riuscì a spostarlo. Tirò fuori i pezzi del dondolo, facendo molta attenzione, e li poggiò contro la parte della casa. Non c è più nessuno che si prende cura del giardino pensò. Un velo le adombrò il volto, ma non poteva abbandonarsi alla malinconia: c era del lavoro da fare. Non sembrava complicato montare quei pezzi; tornò nel capanno a prendere gli attrezzi. Fece caso alla busta rossa caduta a terra. La tornarono in mente tanti vecchi ricordi. La vacanza a Londra, l ultima che aveva fatto con la sua famiglia. Nel giardino dell hotel dove alloggiavano, c era un dondolo dove Lee amava trascorrere le sue serate guardando le stelle. Diceva che il dondolio lo rilassava, aveva come l impressione di volare e di avvicinarsi maggiormente agli astri più luminosi. La passione per l astronomia ce l aveva avuta fin bambino, da quando cioè aveva ricevuto da sua nonna un telescopio per regalo a Natale, e ogni sera si metteva nella veranda di casa sua a osservare il cielo. Prima di montare il dondolo, forse avrebbe dovuto aspettare di sapere cosa ne pensava Lee. Lasciò tutto com era, mise la busta in 31 tasca e rientrò in casa. Capitolo terzo

32 32 Lori aveva rifatto i letti, pulito la casa e persino tagliato l erba in giardino. Si dava da fare, non voleva pensare all incontro che l aspettava, o forse voleva solo rendere la casa più accogliente. Ogni minimo dettaglio doveva trovarsi al posto giusto quando fossero arrivati Lee e Dylan. Ogni tanto usciva in cortile, il suo posto preferito. Prese la sua macchinetta fotografica, e fece qualche scatto: le piante, gli uccelli che volavano sulla sua testa, il paesaggio, il tramonto. Con la sua macchina fra le mani il tempo volava; smise solo quando non ci fu più luce a sufficienza. Tornò in casa: doveva occuparsi anche di altro, della cena. Dalla cucina, sentì suonare il campanello. Doveva essere Julia, di certo voleva mettersi d accordo con lei per il giorno dopo. Corse alla porta ma, con sua sorpresa, si trovò davanti Dylan e Lee. «Sono riuscito a trovare un sostituto al negozio e così siamo potuti arrivare prima» esordì Dylan. «Che bella sorpresa! Questa non me l aspettavo proprio. Meno male che ho sistemato tutto» replicò Lori. L ansia sparì, lasciando spazio alla gioia; non era così felice da anni. Strinse Dylan in un abbraccio e gli sussurrò all orecchio grazie. Poi si chinò e salutò suo fratello con un bacio. Lee rimase impassibile, ebbe un attimo di esitazione ma Lori spinse dentro la sedia a rotelle senza lasciargli il tempo di pensare che magari avrebbe fatto meglio a tornarsene indietro. Dylan era fermo sull ingresso; forse pensava Stelle piene di ricordi

33 che non avrebbe dovuto essere lì. In fin dei conti quella non era la sua famiglia, ma lui non ne aveva una. Era di troppo? Rimase qualche passo indietro per lasciare da soli i due fratelli. Lori lesse negli occhi di Lee l esitazione provocata dai ricordi che quel luogo suscitava in lui, ma fu sorpresa dal caldo sorriso che le rivolse dopo aver dato un occhiata alla casa. Dylan sembrava un bambino in un negozio di giocattoli: guardava gli oggetti collocati meticolosamente sui mobili, le fotografie. Chissà come sarebbe stata la sua infanzia se avesse potuto trascorrerla in una casa come quella con dei veri genitori e con i suoi amati fratelli. Si vedeva nella sua cameretta con Kevin e Michelle a litigare per un giocattolo o a guardare un film. Quei momenti non erano mai esistiti, e non si poteva tornare indietro. «Dopo un viaggio così lungo sarete affamati. Seguitemi, vi stavo preparando qualcosa da mangiare» disse Lori. Fra un piatto e l altro, tra i profumi e i sapori delle pietanze preparate da Lori, i tre discorrevano con ritrovata amabilità. «Le vendite del negozio non stanno andando molto bene» disse Dylan «Se continuiamo così sicuramente prima o poi dovremo chiudere». «Da quando sono arrivata qui, mi sento meglio» replicò Lori «Ho lasciato tutti i miei problemi di lavoro in città». L unico a non parlare era Lee. Ma quando ebbero finito di cenare, 33 fu proprio lui a lanciare la proposta: «Vi va di uscire a prendere un Capitolo terzo

34 34 po d aria?» Lee girò di scatto la sedia a rotelle e andò verso la porta. Loro lo seguirono; la fresca aria del Nevada li avvolse. Lee fissò il cielo cricco di stelle; la luce annullava l oscurità della notte. Fu allora che si accorse che nel cortile c era quella scatola aperta e pezzi di legno sparsi in terra. «Cosa sono?» «Li trovati nel capanno degli attrezzi. Non ricordi? Il dondolo che papà voleva regalarti». Gli occhi di Lee si fecero umidi. Lori prese dalla tasca la busta rossa, gliela diede e gli appoggiò una mano sulla spalla. «Vogliamo montarlo insieme, domani?» Lee annuì. Dylan era rimasto a guardare senza capire, ma non provò a chiedere spiegazioni. «Ci penseremo domattina» disse Lee, e girò la sua carrozzella verso la casa. Lori lo spinse dentro e lei e Dylan lo aiutarono a sistemarsi a letto. «Cerca di riposare, domani ti voglio in forma». Uscendo spense la luce. Il chiarore della luna entrava dalla finestra e disegnava strisce bianche sulle pareti. Lori diede la buonanotte anche a Dylan e se andò in camera sua. Si lasciò cadere sul morbido materasso, diede la carica al suo carillon, si infilò sotto le coperte e cadde in un sonno profondo. Stelle piene di ricordi

35 Nella sua stanza Lee non riusciva dormire. Aveva letto il biglietto di suo padre: quelle parole gli ronzavano nella testa: Affinché tu possa comodamente contemplare le stelle nelle sere d estate. La mattina seguente si svegliarono tutti molto presto e, dopo un abbondante colazione, andarono in cortile. «Allora, ci proviamo?» disse Lori. Lee se ne restava in silenzio. Dylan provò a buttare lì una battuta: «Se proprio non ce la fate, posso sempre darvi una mano». Lori lo guardò e lo ringraziò in silenzio. Passarono la mattinata a montare il dondolo; farlo insieme fu bello. Finito il lavoro, Lori andò a preparare limonata per tutti e Dylan a lavarsi le mani. Lee restò da solo in cortile. Chiuse gli occhi e lasciò che la sua mente vagasse libera. Capitolo terzo 35

36

37 Capitolo QUARTO L incontro Rimase a lungo con gli occhi chiusi. Ripensò a suo padre che gl insegnava ad andare in bicicletta, che lo incoraggiava; gli pareva di poterne sentire la voce: Forza Lee, ce la fai, pedala! E chi ti prende più!» Lo esortava, in lui c era amore e orgoglio per quel figlio che era tutto il suo futuro. Ma quando Lee cadeva, era dalla mamma che correva a farsi abbracciare. E ora sua madre gli mancava da star male. Guardò il dondolo, l ultimo regalo di papà. Le lacrime corsero a rigargli le guance. Non avrebbe mai potuto cancellare quel tragico tragico ricordo dalla sua mente, e in fondo si sentiva colpevole per la morte dei suoi genitori: lui era sopravvissuto, suo padre e sua madre invece non c erano più. Dall altra parte della casa il campanello continuava a suonare, ma Lee sentiva solo il rumore dell auto che si schiantava e le urla dei suoi genitori. Il campanello suonava. Lori, dalla cucina, fece una corsa per aprire la porta: era Julia, insieme a un ragazzo. Lori riconobbe il ragazzo conosciuto per caso al distributore: «Allora è Kevin il tuo amico». «Vi conoscete?» disse Julia sorpresa. Kevin, imbarazzato, non sapeva cosa dire né cosa fare: aveva le mani impegnate a sorreggere pacchetti di ogni tipo. 37 Julia entrò in casa senza più preoccuparsi di presentare Lori al Capitolo quarto

38 38 suo amico: «La mamma vi ha preparato i dolci e i biscotti che vi piacevano tanto». Si accomodarono in salotto, una grande stanza ricolma di mobili antichi, tutta roba del posto, tranne un tavolino di vetro comprato in un mercatino londinese in occasione del loro viaggio in Inghilterra. In cortile Lee sentì le voci che provenivano dalla casa. Rientrò e quando vide Julia ebbe un sussulto. Lei sapeva dell incidente, ma quando se lo vide davanti sulla sedia a rotelle non poté fare a meno di provare un tonfo al cuore. Balbettò un saluto, ma poi si riebbe, si alzò e andò ad abbracciare il suo vecchio amico. Fra loro due c era sempre stato qualcosa di speciale, un sentimento che però nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di dichiarare apertamente. Nel salotto entrò Dylan, sembrava che nessuno facesse caso a lui. «Salve, mi chiamo Dylan, per gli amici Dyl, piacere di conoscervi». Lori si alzò annunciando che avrebbe preparato un buon caffè per tutti. In cucina armeggiò coi fornelli presa da un nuovo vigore e da una dolcezza insospettabile solo poche ore prima. In salotto si era creata una bella atmosfera: Lee, Kevin, Dylan e Julia parlavano, scherzavano, ridevano come solo vecchi amici possono fare. Dopo tanto tempo quella casa aveva ripreso a vivere. Dopo il caffè si lasciarono andare a rievocare ricordi d infanzia. Julia, a un certo punto, prese le mani di Lee e con dolcezza gli disse che il suo più grande desiderio era che lui la portasse a pescare al fiume, come facevano quando erano ragazzini. Gli ricordò della volta in cui avevano pescato tanto di quel pesce che lo avevano regalato L incontro

39 a tutti in paese. Risero, scherzarono, si sentivano stranamente felici e affamati di altra gioia. Il gruppo si lasciò dandosi appuntamento per il giorno seguente per una gita al fiume. Quando fu da solo Lee si ritrovò di nuovo con le sue paure. Come poteva accompagnare sua sorella a pesca seduto su una sedia a rotelle? Dimenticò se stesso e pensò solo a lei. Non poteva deluderla, aveva già perso troppo tempo, sentiva che era giunto il momento di tornare a vivere. D accordo, Julia pensò risoluto, andremo a pescare e passeremo una meravigliosa giornata tutti insieme, come non facciamo da troppo tempo. Lori e Dylan avevano accompagnato i loro amici alle auto. Prima di congedarsi Julia disse: «Per domani abbiamo bisogno di un auto più grande; Kevin, non potremmo prendere il tuo furgone?» «Certo! Nessun problema». Julia diede loro appuntamento per l indomani: «Passeremo a prendervi dalle nove». Lori li guardò riconoscente: «Non vedo l ora». Il giorno dopo la giornata si annunciò magnifica: il cielo era azzurro, in cielo solo qualche bianca innocua nuvoletta. L aria era dolce, profumata di gelsomino. Tutto intorno una quiete che infondeva pace. Sarà una giornata bellissima pensò Lori. Gli amici arrivarono puntualissimi. Tutti insieme caricarono sul furgone tutto il necessario per una piacevole gita e l occorrente per la pesca. «È ora di mettersi in viaggio» disse Lee. Kevin e Dylan alzarono la sua sedia a rotelle e la sistemarono con cura all interno del 39 vecchio furgone. Lee fu sistemato accanto al guidatore. Le ragazze Capitolo quarto

40 40 li avevano osservati mentre caricavano il furgone: Kevin e Dylan avevano le stesse mani, gli stessi occhi, persino la stessa la stessa voce. Lori disse: «Si somigliano; sembrano fratelli». «È quello che stavo notando anch io», disse Julia. «Incredibile! Sembrano proprio fratelli». Per tutto il viaggio, Lee cantò vecchie canzoni e tutti gli fecero coro. Arrivati a destinazione, Kevin aprì lo sportello. Lee si guardò attorno. Ricordava benissimo quei luoghi e le lunghe giornate trascorse a pescare in quel fiume. C era un aria meravigliosa. Chiuse gli occhi e respirò profondamente. Gli alberi erano carichi di foglie, il campo una distesa profumata, il sole tiepido scaldava la pelle, lo sciabordio del fiume risuonava come una nenia. «È tutto così bello, qui. Avrei voglia di correre!» esclamò Lee. Lori lo guardò: forse il miracolo stava avvenendo, forse le sue preghiere erano arrivate in cielo, forse suo fratello aveva finalmente deciso di tornare a vivere per intero. Lee appoggiò le mani allo sportello e fece per scendere. Lori gli si avvicinò e gli tese le mani, come fanno i genitori con i loro figli quando, insicuri e esitanti, cominciano a fare i primi passi. Lee la guardò e sorridendo le disse: «L amore fa miracoli, ti mette le ali ai piedi, sei d accordo, sorellina?» Lei annuì e Lee mosse un passo sul terreno riscaldato dal sole. Kevin non intendeva dimenticare il motivo per cui erano arrivati fin lì: «Sveglia, ragazzi!, o i pesci se ne tornano a dormire». Scoppiarono tutti in una salutare risata. Con le canne in spalla si diressero tutti al fiume. L incontro

41 Capitolo QUINTO La lettera Il forte rumore della tempesta mi sveglia. Preso dall angoscia mi alzo, scendo le scale in silenzio per non svegliare mia sorella e decido di uscire, anche se sarò esposto alla pioggia intensa. Mentre camino, sembra che il tempo si sia fermato. Sento lo scorrere impetuoso del fiume. Nonostante tutto, il rumore mi appare quasi melodico e complice, decido di seguirlo; mi conduce fino al ponte. Il cielo è illuminato da lampi paurosi, la natura sembra inferocita: gli alberi sono sradicati dalla forza mostruosa dei venti, il fiume è completamente straripato, la vegetazione non esiste più, è stata spazzata via dalla natura, tutto il paesaggio che mi ha circondato per anni è stato deturpato, mi restano solo i ricordi. Rimango ad ascoltare il suono sordo della pioggia che si abbatte sul lastricato del ponte. Non so cos è che mi spinge, ma mi avvicino alla ringhiera. Un lampo squarcia la notte, in un istante mi vedo riflesso nel fiume. Il sole è accecante, l aria è fresca e c è un vento leggero. Le condizioni per pescare sono ottime, e l acqua del lago è così pulita che si vede il fondo. Lori e Julia decidono di farsi il bagno, ma siccome non hanno il costume, lo fanno nude dietro la cascata. Nel frattempo, noi giochiamo a far rimbalzare pietre sull acqua. Le ragazze tornano 41 dopo un bel po, pronte per pescare. Capitolo quinto

42 42 Cerchiamo di tirare su qualcosa, ma senza successo: i pochi pesci che abboccano all amo riescono a scappare. Sono circa le tre e mezzo, e a un tratto Lori grida: «C è l ho, c è l ho, un pesce ha abboccato!» Lori da sola non ce la fa a sostenere la canna da pesca, il pesce è troppo pesante; Julia accorre ad aiutarla. Sostengono la canna da pesca con tutta la forza possibile, ma il pesce continua a tirare. Lori inciampa ed entrambe cadono a terra. Scoppiano a ridere, ma Julia si è storta una caviglia. Il sole cala, è ora di raccogliere i bagagli e caricarli nel furgone. Ci siamo, è ora della partenza. La macchina è spaziosa, ma con le canne da pesca lo spazio si riduce di un bel po. Mi siedo accanto a Lori, e Julia accanto a me. Sono in mezzo a loro, ma sembrano non fare caso a me. Dylan è alla guida e accanto c è Kevin. Dopo venti minuti siamo a casa di Julia, mi pare siano trascorse delle ore. Scendiamo dal furgone un po stanchi, Julia fa fatica, ha la caviglia gonfia. La sua casa è grande, bianca, circondata da un giardino curato con alberi frondosi. Entriamo, passiamo per un lungo corridoio, foto appese sulle pareti, in una Julia che abbraccia Lori. Entriamo in salotto, è una grossa stanza ben arredata; Julia si stende subito sul divano: non ce la fa più, mi guarda e mi chiede di andare di sopra, in camera da letto, a cercare il kit di pronto soccorso. Salgo, entro in camera, cerco dappertutto, ma del kit non c è traccia. Apro un armadio e vengo travolto da una valanga di scarpe, apro cassetti ricolmi di calzini e pigiami. Quello che cerco non è da nessuna parte. Faccio per richiudere l armadio ma qualcosa me lo La lettera

43 impedisce. Tra le porte si è incastrato qualcosa: in un primo momento sembra un foglio di carta ma osservandolo meglio mi accorgo che è una lettera, sulla busta c è mittente e destinatario: è di Julia, per Lori. Non c è il francobollo; e perché mai dovrebbe esserci se non è stata spedita? Senza quasi accorgermene la apro e la leggo: Cara Lori, ho riflettuto molto prima di scrivere questa lettera. Come spiegarti una cosa del genere? Il fatto è che non ho il coraggio di dirtelo personalmente. Sono innamorata di te. Lo so, sembra strano e forse ti sarà difficile capirlo. Tutto è cominciato la sera di capodanno, quando Lee, tu e io ci trovammo in quel bellissimo ristorante, quella notte Lascio cadere la lettera, scendo giù di corsa, senza il kit; Julia mi guarda, perplessa, le dico solo che non sono riuscito a trovarlo. Ora capisco perché Julia passava tanto tempo a casa nostra... non cercava me, cercava Lori. Che illuso che sono stato; tutti questi anni pensando che Julia fosse innamorata di me. Mi ha usato per stare vicino a mia sorella. Che stupido! Avevo ritrovato la forza di rimettermi in piedi, e la forza me l aveva data anche il pensiero di poter camminare di nuovo accanto a Julia; e ora? Ora sono qui, aggrappato alla ringhiera del ponte, sul fiume in piena. La pioggia è assordante. Non avrei mai pensato che proprio questo fiume, sulle cui rive ho passato tanti pomeriggi nella mia infanzia, proprio questo fiume mi avrebbe mostrato un volto tanto crudele. Penso a Lori, a Julia. È tardi per cambiare idea. Sento il rumore del 43 fiume sempre più forte. Capitolo quinto

44 La lettera

45 Capitolo SESTO Così lontani, così vicini Pareti bianche e sguarnite facevano da cornice ad un ambiente asettico e triste; il cigolìo delle ruote delle barelle e il vociare insistente dei medici, rimbombavano tra il dedalo dei corridoi nella testa di Lori sbigottita, disorientata, sconvolta. «Mi dispiace, ho fatto quello che ho potuto... il mio intervento potrebbe essere stato inutile» disse l uomo che si era trovato sulla riva del fiume per caso, e aveva visto Lee gettarsi nelle sue acque rapinose. Il dialogo andò avanti per qualche minuto, Lori scoppiò in un pianto irrefrenabile e isterico, mentre gli amici ancora frastornati e increduli la abbracciarono per tranquillizzarla. L arrivo di un medico, alto e dall aspetto austero, interruppe le esternazioni dolorose dei ragazzi che si volsero per aspettare, in religioso silenzio, il verdetto dell uomo in camice bianco. «La situazione è critica, il paziente ha una grave difficoltà respiratoria da annegamento con perdita della coscienza e conseguente stato comatoso». Julia chiese con apprensione: «Si salverà, dottore? Quante probabilità ci sono che esca dal coma?» «È troppo presto per potersi esprimere con certezza, monitoreremo 45 la situazione e nei prossimi giorni forse scioglieremo la prognosi». Capitolo sesto

46 46 «Possiamo almeno vederlo?» chiese Lori. Il medico con tono fermo e deciso, concesse solo alla sorella la possibilità di entrare in sala rianimazione. Con mano tremante aprì quella porta che la separava da Lee, il quale giaceva inerte sul lettino: il suo viso era pallido ed emaciato, presentava profonde escoriazioni. Lori prese una sedia e si sedette vicino al fratello. «Perché hai fatto questo? Ero certa che la tua forza di volontà avesse trionfato sulle tue insicurezze e sulle tue paure. Perché proprio oggi che eri riuscito ad alzarti? Sembravi così felice, con quel sorriso sul tuo volto. Nell ultimo periodo, pensavo avessimo ritrovato quella serenità che avevamo perso con la morte di mamma e papà. Abbiamo affrontato ogni cosa insieme, ogni ostacolo. Da quel tragico incidente ci siamo fatti forza a vicenda, sei sempre stato il mio punto di riferimento. Facendoci coraggio, siamo riusciti a lasciar dietro ciò che è stato, i luoghi che ci ricordavano i momenti migliori della nostra vita ormai passati. Eppure oggi sembrava di essere tornati indietro nel tempo, è stato bello vederti sorridere di nuovo. Pensavo non fossi più il ragazzo dall aspetto triste e dallo sguardo vuoto che si era convinto di non riuscire più a camminare e a vivere. Cos è successo? Cosa ti ha spinto a compiere questo disperato gesto? Sto male a vederti di nuovo così, inerte su questo letto, non sopporto di non poter fare nulla per aiutarti. Tu, che mi hai sempre incoraggiata. Mi sei stato Così lontani, così vicini

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