Il Gatto con gli stivali. Un mugnaio venuto a morte Lasciò ai figliuoli una triste sorte

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1 Il Gatto con gli stivali Un mugnaio venuto a morte Lasciò ai figliuoli una triste sorte Ogni suo bene aveva disfatto Tranne un mulino, un asino e un gatto Le divisioni furon presto fatte Senza bisticci e litigate matte Al figlio maggiore il mulino toccò E l asino il secondo si acapparò Infine, il minore dei tre fratelli Prese il gatto che non volevan quelli Il giovane non sapeva darsi pace Ho la parte più meschina, e la fortuna tace! I miei fratelli, insieme, potran tirare avanti Con l asino e il mulino faran soldi abbondanti A me, mangiato il gatto, cosa resterà? Certo, morir di fame di sicuro toccherà! Tranquillo e sornione il gatto ascoltò E senza scomporsi in tal modo parlò: Caro padrone, non vi dovete intristire, Datemi un sacco e stivali e vi farò arricchire. La bella parte che vi è toccata io vi farò vedere Non vi è toccato un torto, bensì un grande piacere.

2 Appena il gatto ebbe ciò che voleva Infilò gli stivali e andò in una conigliera Un po di crusca pose dentro al sacco E un giovin coniglio catturò di scatto Tutto glorioso della preda fatta Andò da Re con aria soddisfatta Lo fecero salire nei quartieri alti E al Re offrì il coniglio che più non fece salti Ecco Sire, vi porto con umiltà Un dono del mio signore, il marchese di Carabà Questo era il nome che più gli era piaciuto Di dare al suo padrone per essergli di aiuto Di al tuo signore che io lo ringrazio, Questo è un gran regalo, migliore di un topazio. Un altra volta il gatto si nascose nel grano E mise nel sacco un meraviglioso fagiano Subito al Re di corsa lo portò E questi contento una mancia gli donò Il gatto, così, seguitò per qualche mese E al Re, di tanto in tanto, fece di queste sorprese Un giorno, chissà come, venne a sapere Che al fiume il Re e la figlia sarebber andati insieme

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4 Questa principessa era la più bella del mondo E il gatto con gli stivali dal padrone fu in un secondo Se darete retta ad un mio consiglio, La vostra fortuna prenderà di piglio. A bagnarvi nel fiume dovrete andare Precisamente nel punto che vi saprò indicare Senza sapere a che gli avrebbe giovato Il marchese fece come gli fu consigliato Mentre prendeva il bagno, il Re passò giusto di là E il gatto si mise a gridare: Affoga il marchese di Carabà! Riconosciuto il gatto che tanti doni gli aveva portato Il Re ordinò alle guardie che il marchese fosse salvato Il gatto gli raccontò che mentre il padrone si bagnava Dei ladri avevan rubato tutto quanto lui indossava Il Re, in un istante, ordinò ai suoi ufficiali Che al marchese fosse portato uno degli abiti reali Appena il giovanotto fu vestito da signore Alla principessa venne forte il batticuore Volle il Re che salisse in carrozza I ladri lamentò sono una gran brutta razza! Il gatto, visto che il disegno pigliava colori, Avanti si avviò e incontrò dei mietitori Oh, buona gente che segate il fieno, Di qui passerà il Re in un battibaleno.

5 Se non direte che il prato è del marchese di Carabà Sarete ridotti in polpette tutti quanti senza pietà! La minaccia del gatto li aveva molto impauriti E ciò che comandò dissero al Re senza giri fioriti Avete bei possessi disse il Re all ignaro marchese Lo vedete, Sire. Questo prato dà belle sorprese Il gatto he alla carrozza trottava sempre avanti Ripeteva la stessa cosa lungo la strada a tutti quanti Il Re, a bocca aperta, era assai meravigliato Per tutti i possessi he il marchese aveva mostrato Il gatto giunse nei pressi di un grande castello Il padrone era un orco, assai cattivo e assai poco bello Si ingegnò di sapere chi fosse quest uomo E domandò di parlargli promettendogli un dono L orco lo accolse assai incuriosito, In quella faccenda voleva mettere il dito Mi han raccontato che potete cambiare Il vostro aspetto in qualsiasi animale Scettico gatto, è proprio così! Per dartene prova diverrò un colibrì Detto fatto, in poco tempo, L orco mostrò questo portento

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7 Di slancio cambiò altri mille animali E impaurito era il gatto con gli stivali Mi han raccontato continuò il gatto Che potete cambiarvi persino in un ratto. Ma questa qui è molto grossa da dire, Perché troppo dovreste rimpicciolire Grossa? esclamò l orco Ora lo faccio! E nel dir così si cangiò in un topaccio Il nostro gatto, calmo e sereno, Gli fu addosso in un baleno Per non dar tempo ad altre sorprese Si mangiò il sorcio senza più attese Intanto arrivò il Re, proprio da quella parte, Visitiamo il castello, e poi si riparte! Il gatto, sentita la carrozza, Si precipitò con una corsa pazza Sia la benvenuta, vostra Maestà, Nel castello del marchese di Carabà Il Re era contento da non potersi dire Per le doti che il marchese sapeva offrire E visto che la figlia ne era innamorata Chiese al signor marchese di vederla maritata Il giovanotto accettò con mille riverenze E capì che eran finite le sue sofferenze

8 Gli sposi e il gatto visser felici come stelle nel firmamento Se seguitò a dar la caccia ai topi lo fece solo per divertimento. L albero al cielo avvicina i suoi rami Finita è la storia, ora di ciò che ami! Tutte le illustrazioni sono tratte da Illustratios de Les Contes de Perrault di Gustave Doré (editore Hetzel, 1867 fonte Gallica Bibliothéque Numerique).

9 Il Giardino di Scintilla