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3 INDICE 1. Economia Sistema delle imprese Commercio internazionale Agricoltura Credito Il mercato immobiliare Turismo Innovazione Mercato del lavoro Popolazione Ambiente

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5 1. LO SCENARIO ECONOMICO 1.1 Il Valore Aggiunto Il valore aggiunto del sistema delle imprese fornisce una misura quantitativa della ricchezza prodotta. Secondo il preconsuntivo elaborato dall'istituto G. Tagliacarne, nel 2013 il valore aggiunto della provincia di Pescara si attesta sui 6,3 miliardi di euro, nel 2012 è stato di 6,4 miliardi di euro (24,3% del totale regionale). Il settore che nel 2012 ha contribuito maggiormente in regione alla sua formazione è quello dei servizi che, con un valore di 4,9 miliardi di euro, il più elevato tra le province abruzzesi, costituisce il 75,7% del valore aggiunto pescarese (Abruzzo: 67,5); seguono il manifatturiero, con una quota del 14,7%, inferiore a quella delle altre province, e le costruzioni con un peso percentuale di 7,5%, superiore solo a quello di Chieti. Marginale, inferiore a quelli dell'aquila, Teramo e Chieti, è il contributo sul valore aggiunto dell'agricoltura (2,0%). VALORE AGGIUNTO A PREZZI CORRENTI PER BRANCA DI ATTIVITÀ ECONOMICA. PROVINCE ABRUZZESI, ABRUZZO E ITALIA. ANNO 2012 (peso %) Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne L'artigianato pescarese contribuisce in misura minore di quello delle altre province, alla formazione del valore aggiunto (Pescara: 12,6%; Abruzzo: 14,1%). VALORE AGGIUNTO A PREZZI CORRENTI DEL MANIFATTURIERO, COSTRUZIONI E SER- VIZI. PROVINCE ABRUZZESI, ABRUZZO E ITALIA. ANNO 2012 (var % su anno precedente) Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne 5

6 Rispetto al 2011, nonostante l'ottimo incremento dell'agricoltura (+58,3%) e il più contenuto aumento dei servizi (+0,3%), Pescara è l'unica provincia abruzzese a far registrare una flessione del valore aggiunto (-1,6%), che è stato determinato da contrazioni dell'industria e delle costruzioni dell'ordine del 10%, con un andamento di questi settori peggiore della media regionale (rispettivamente -1,4% e +0,6%). Il valore aggiunto procapite nel 2012 è di euro, di poco superiore alla media regionale ( euro) e inferiore solo a quello di Chieti. VALORE AGGIUNTO PROCAPITE. PROVINCE ABRUZZESI, ABRUZZO, ITALIA. ANNI (val. Assoluti) Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne Tra il 2002 e il Pescara fa registrare un valore aggiunto procapite al di sopra della media regionale e nei periodi , e nel 2011 è la provincia abruzzese che riporta i valori più elevati Nell'ambito della graduatoria delle province italiane passa dal 66 posto del 2002 al 67 del 2012, preceduta in Abruzzo negli due ultimi anni solo da Chieti. 1.2 Reddito, consumi e patrimonio delle famiglie Il reddito disponibile rappresenta l'insieme delle risorse che le famiglie hanno a disposizione per soddisfare i bisogni, presenti e futuri, dei propri componenti e, per tale motivo, viene utilizzato come indicatore sintetico del livello di benessere economico. REDDITO DISPONIBILE DELLE FAMIGLIE CONSUMATRICI PRO CAPITE. PROVINE ABRUZ- ZESI, ABRUZZO, ITALIA. ANNI (val. Assoluti) Fonte: elaborazione CRESA su dati Fondazione Istituto Guglielmo Tagliacarne 6

7 Nel 2012 nella provincia di Pescara il reddito disponibile delle famiglie è di milioni di euro pari al 23,6% del totale regionale. Esso fa registrare nel periodo una variazione media annua del -0,1%, l'unica negativa tra le province abruzzesi, contro una media regionale del +0,8%. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici pro capite a Pescara nel 2012 è di euro, superiore solo a quello di Teramo (Abruzzo: euro). Nel periodo la variazione media annua provinciale del reddito disponibile delle famiglie pro-capite è -0,4%, inferiore alla variazione regionale (+0,8%), sulla quale hanno inciso gli incrementi dell'aquila (+2,0%), di Chieti (+1,1%) e di Teramo (+0,3%). Le famiglie impegnano parte del reddito per i consumi, che rappresentano il valore dei beni e dei servizi impiegati per soddisfare direttamente i bisogni dei propri componenti. Nella provincia di Pescara i consumi finali interni nel 2012 sono stati di milioni di euro, pari al 24,8% del totale regionale, il valore procapite di euro, il più alto tra le province abruzzesi. Le famiglie pescaresi tendono a ripartire la spesa tra beni e servizi in egual misura (beni: 50,2%; servizi: 49,8%), a differenza di quanto si osserva nella parte meridionale e insulare del Paese, nella quale la spesa per beni è superiore di 6-7 punti percentuali rispetto a quella per servizi, e in Abruzzo, in cui mediamente la spesa per beni sopravanza quella per servizi di 5 punti percentuali. Nell'ambito dei consumi di beni, le quote di spesa per prodotti alimentari, bevande e tabacco e per abbigliamento e calzature sono lievemente superiori alla media regionale (alimentari: 41,3% contro 39,9%; abbigliamento: 17,9% contro 17,4%), l'incidenza percentuale dei mobili, elettrodomestici, mezzi di trasporto ed altro ad essa inferiore (40,7% contro 42,7%). La spesa per servizi, maggiore in valore assoluto e percentuale rispetto alle altre province abruzzesi, si ripartisce tra affitti (reali e figurativi), di cui rappresentano una quota pari al 31,9% (Abruzzo: 30,0%), e altri servizi per il restante 68,1% (Abruzzo 70,0%). Rispetto al 2011, la spesa pro capite per consumi delle famiglie pescaresi fa segnare una flessione più importante del decremento medio regionale (Pescara: -3,4%; Abruzzo: -0,5%) e registra tra le province abruzzesi il peggior andamento. In particolare, aumentata la spesa per consumi alimentari (+26,8%) e abbigliamento (+9,3%), si contrae quella per l'acquisto di altri beni (-25,1%) e, nonostante un aumento della spesa per affitti (14,7%), diminuisce la spese per la fornitura di servizi (-3,5%). Nel 2012 il patrimonio delle famiglie pescaresi sfiora 37,2 miliardi di euro (23,3% del patrimonio regionale), pari a 280 mila euro a famiglia, valore leggermente inferiore a quello medio regionale (284 mila euro) e, tra le altre province abruzzesi, più basso solo di quello dell'aquila. Rispetto al 2011 il valore provinciale del patrimonio delle famiglie fa registrare una flessione del 1,2%, inferiore a quella media regionale (-1,9%) e, tra le province abruzzesi, tutte in calo, maggiore solo di quella riportata da Teramo (-0,3%). Nell'anno di riferimento il patrimonio delle famiglie pescaresi è costituito per il 68,8% da attività reali, cioè fabbricati (97,4%) e terreni (2,6%), e per il restante 31,2% da attività finanziarie, composte da depositi (45,8%), da valori mobiliari (29,9%) e da riserve (24,4%). Le attività reali costituiscono in provincia una quota del patrimonio delle famiglie leggermente inferiore a quella regionale (69,3%) e superiore al valore medio nazionale (62,8%), generato dai valori più bassi del Nord (58,9%) e del Centro (64,0%) e maggiori del Mezzogiorno (71,8%). La ripartizione del patrimonio immobiliare delle famiglie tra fabbricati e terreni è abbastanza omogenea in tutto il territorio nazionale, con pesi dei fabbricati che oscillano tra il 96% e il 97%. Nell'ambito delle attività finanziarie, le famiglie residenti nella provincia di Pescara, ripongono il 45,8% del loro patrimonio nei depositi (Abruzzo: 48,9%), il 29,9% nei valori mobiliari (Abruzzo 29,5%) e il 24% nelle riserve (Abruzzo 21,6%). Quale risultante della crisi economica che ha portato ad una contrazione dei redditi, dei consumi e del patrimonio degli abruzzesi, le famiglie pescaresi in condizioni di povertà relativa negli ultimi anni aumentano più velocemente che nella media abruzzese e passano da del 2009, pari al 13,7% delle famiglie residenti (Abruzzo: 14,0%) a del 2012, che corrisponde ad un peso percentuale del 16,9% (Abruzzo: 16,3%). 7

8 2. SISTEMA DELLE IMPRESE Icaratteri strutturali ed evolutivi del tessuto imprenditoriale, fondamentali per comprendere le trasformazioni dell'economia del territorio, possono essere analizzati sulla base dei dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. Essi mostrano che a fine 2013 lo stock di imprese registrate nella provincia di Pescara ha raggiunto le unità, pari al 24,0% delle rilevate in Abruzzo. Rispetto al 2012 la provincia ha registrato un lieve incremento (+0,6% pari a +204 imprese) rispetto al calo osservato a livello regionale (-0,8%). Se si osserva l'andamento di più lungo periodo, si nota che rispetto al 2008 a Pescara le imprese registrate sono aumentate (+1,2%) rispetto alla diminuzione regionale (-0,2%). IMPRESE REGISTRATE IN PROVINCIA DI PESCARA, ABRUZZO E ITALIA. ANNO 2008 = 100 Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview Le imprese iscrittesi nel citato Registro durante il 2013 hanno raggiunto in provincia di Pescara le unità, pari al 27,5% delle rilevate nella regione. Esse risultano in calo dello 0,8% rispetto alla diminuzione più consistente (-4,3%) osservata in Abruzzo. Se si considera il confronto con il 2008 si nota che la provincia ha fatto registrare una crescita di nuove iscrizioni (+11,2%) nettamente migliore della flessione regionale (-0,9%). Le imprese cancellate durante il 2013 sono state in provincia 2.429, pari al 22,6% delle rilevate a livello abruzzese. Rispetto al 2012 esse risultano in sensibile diminuzione (-12,1%), rispetto al calo più lieve (-0,6%) registrato in regione. Se si confrontano tali dati con il 2008 la provincia ha mostrato un aumento di cancellazioni del 5,2%, meno rilevante rispetto al +10,1% osservato in Abruzzo. Ulteriori informazioni possono essere fornite dall'analisi degli andamenti del tasso di natalità (numero di imprese iscritte su 1000 imprese attive), del tasso di mortalità (numero di imprese cancellate su 1000 imprese attive) e del tasso di sviluppo (differenza tra tasso di natalità e tasso di mortalità). La provincia nel 2013 ha registrato un tasso di natalità pari al 7,4 per mille (6,4 a livello regionale), costante rispetto al 2012 e in aumento rispetto al 2009, e un tasso di mortalità del 6,8 per mille (7,2 in Abruzzo), in diminuzione rispetto al 2012 ma in lieve aumento rispetto al Per questo motivo il tasso di sviluppo è positivo (+0,6 per mille), in miglioramento rispetto al 2012 (-0,3) ma in lievissima flessione rispetto al 2009 (+0,7). Considerando i settori di attività economica si osserva che nel 2013 diminuzioni delle imprese registrate hanno riguardato, in particolare, l'agricoltura (-188 imprese pari al -4,1%, migliore del -4,4% regionale), le costruzioni (-62 imprese pari al -1,3% lievemente migliore del -2,4% abruzzese), le attività manifatturiere (-22 imprese pari al -0,7% e lievemente migliore del -1,0% regionale). Hanno fatto rilevare variazioni positive gran parte degli altri settori tra i quali spiccano il commercio (+215 pari al +2,1% rispetto al +0,5% regionale), l'alloggio e la ristorazione (+105 imprese pari al +4,6% migliore del +2,7% abruzzese), le attività immobiliari (+49 imprese pari al +6,3% rispetto al +5,4% regionale), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+38 imprese pari al +3,4% rispetto al +1,4% abruzzese). 8

9 TASSO DI NATALITÀ, MORTALITÀ SVILUPPO DELLE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI PESCARA. ANNI Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview Bisogna tenere presente comunque che i settori che assorbono la quota maggiore di imprese registrate sono il commercio ( imprese pari al 28,8% del totale provinciale rispetto al 23,7% registrato in regione), le costruzioni (4.762 pari al 13,3% inferiore al 14,2% abruzzese), l'agricoltura (4.408 pari al 12,3% inferiore al 19,1% regionale), le attività manifatturiere (3.082 cioè l'8,6% inferiore al 9,7% abruzzese) e l'alloggio e ristorazione (2.371 corrispondente al 6,6% inferiore al 7,1% regionale). L'analisi dell'andamento delle imprese registrate secondo le forme giuridiche mostra che anche durante il 2013 è proseguito il processo di rafforzamento del sistema imprenditoriale provinciale con incremento delle forme giuridiche più strutturate (società di capitali: +4,8% e altre forme: +3,4%) e diminuzione di quelle più elementari (società di persone: -2,4% e ditte individuali: -0,1%). Bisogna tenere conto che, nonostante tali variazioni, la maggioranza delle imprese pescaresi è costituita nella forma di impresa individuale (57,5% inferiore al 60,9% regionale), e quote molto minori da società di capitale (21,9% poco superiore al 20,0% abruzzese), da società di persone (18,3% maggiore del 16,4% regionale) e da altre forme (2,4% minore del 2,8% abruzzese). LE IMPRESE DELLA PROVINCIA DI PESCARA PER FORMA GIURIDICA. ANNI (val. ass.) Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview Relativamente alle imprese artigiane a fine 2013 in provincia di Pescara sono (pari al 23,3% delle rilevate in Abruzzo). Rispetto al 2012 nella provincia risultano in diminuzione del -1,6%, meno di quanto accade nella regione (-3,0%). Se si allarga il campo di osservazione al periodo si nota che il calo raggiunge nella provincia il -4,7%, minore del -6,6% osservato in Abruzzo. Le imprese artigiane iscrittesi al Registro delle Imprese durante il 2013 sono state nella provincia di Pescara 544, pari al 26,5% delle rilevate in Abruzzo. Rispetto al 2012 esse risultano in calo dello 0.5% (migliore rispetto al - 9

10 11,9% osservato a livello regionale) e in diminuzione del 17,9% rispetto al 2008 (andamento meno pesante rispetto al -32,9% regionale). Le imprese artigiane cancellatesi dal Registro delle Imprese nell'arco del 2013 sono state nella provincia 676, pari al 21,7% delle rilevate in Abruzzo. Rispetto al 2012 esse risultano in diminuzione del 3,4% (-7,6% regionale), ma sono in aumento del 7,5% rispetto al 2008 (+ 0,9% nella regione). Questi risultati hanno prodotto la flessione del tasso di natalità (numero di imprese iscritte su 1000 imprese attive), passato dal 7,2 per mille (7,6 regionale) al 6,7 (5,8 abruzzese) nel corso degli ultimi 5 anni, e l'aumento del tasso di mortalità (numero di imprese cancellate su 1000 imprese attive) cresciuto dall'8,0 per mille (8,1 regionale) all'8,4 (8,9 abruzzese) durante lo stesso periodo. Di conseguenza si è verificato un andamento generalmente negativo del tasso di sviluppo (differenza tra tasso di natalità e tasso di mortalità) che ha raggiunto nel 2013 il -1,6 per mille (-3,0 regionale). TASSO DI NATALITÀ, MORTALITÀ SVILUPPO DELLE IMPRESE ARTIGIANE DELLA PROVINCIA DI PESCARA. ANNI Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview Le imprese artigiane costituiscono nella provincia di Pescara il 22,1% del sistema imprenditoriale totale, peso inferiore al 22,8% rilevato a livello regionale. Così come accade in Abruzzo, tra i singoli settori spiccano le altre attività di servizi, le costruzioni, il trasporto e magazzinaggio e le attività manifatturiere dove le imprese artigiane costituiscono una quota maggiore della media (rispettivamente 83,0%, 53,8%, 58,4% e 57,1%). Considerando i settori di attività economica, si nota che il maggior numero di imprese artigiane si occupa di costruzioni (2.561 pari al 32,2% delle imprese artigiane totali rispetto al 37,4% regionale), di attività manifatturiere (1.759 pari al 22,1% rispetto al 22,8% abruzzese) e di altre attività di servizi (1.450 pari al 18,2% rispetto al 15,9% regionale) e di commercio (580 pari al 7,3% rispetto al 7,1% abruzzese). Si osserva, inoltre, che numerosi settori economici sono stati interessati da diminuzioni del numero di imprese che hanno raggiunto i peggiori valori assoluti tra le costruzioni (-96 pari al -3,6% rispetto al -4,7% regionale), le attività manifatturiere (-24 corrispondente al - 1,3% rispetto al -2,8% abruzzese) e il commercio (-18 pari al -3,0% rispetto al -2,7% regionale). Negli ultimi anni l'evoluzione della demografia delle imprese è stata sensibilmente influenzata dall'apertura di aziende da parte degli immigrati. Secondo il Registro Imprese a fine 2013 gli imprenditori stranieri sono nella provincia di Pescara 6.304, pari al 26,6% dei imprenditori stranieri in Abruzzo. Così come accade nella regione la maggior parte di essi ricopre la carica di titolare (43,7% rispetto al 43,1%), mentre il 24,4% quella di amministratore (25,0% a livello regionale). Essi sono presenti maggiormente nelle imprese individuali (44,0% leggermente superiore al 43,6% abruzzese) e in misura minore nelle società di capitali (33,9% poco maggiore del 33,6% regionale) e in quelle di persone (19,4% allineato al 19,3% abruzzese). Gli imprenditori extracomunitari della provincia sono 4.420, cioè il 27,1% dei rilevati in Abruzzo. Essi operano per lo più nei settori del commercio (40,7% rispetto al 30,8% regionale), costruzioni (12,9% rispetto al 17,0% abruzzese), attività manifatturiere (7,9% rispetto al 13,6% regionale), alberghi e ristoranti (7,6% rispetto all'8,4% abruzzese). Rispetto al 2012 essi risultano in aumento del 6,5%, superiore al +3,1% regionale. Sono stati osservati incrementi assoluti particolarmente elevati nel commercio (+157 imprese pari al +9,6% rispetto al 10

11 IMPRENDITORI EXTRACOMUNITARI DELLA PROVINCIA DI PESCARA NEI SETTORI IN CUI È MAGGIORE LA LORO PRESENZA (var.% ) Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview +4,8% regionale). Gli imprenditori extracomunitari sono in maggioranza (61,0% rispetto al 65,8% regionale) soggetti tra i 30 e i 49 anni e nel 46,4% (45,3% abruzzese) ricoprono la carica di titolare. La ripartizione degli extracomunitari per area di provenienza evidenzia una forte componente originaria dell'america centro-meridionale (21,4% sul totale degli imprenditori extracomunitari rispetto al 19,9% rilevato in Abruzzo), seguita da quelli dell'africa occidentale (13,9% rispetto al 5,2% regionale), cinese (6,6% rispetto all'8,0% abruzzese) e albanese (4,4% rispetto al 7,8% regionale). Per quanto riguarda le imprese femminili, le cariche ricoperte da imprenditrici femminili in provincia di Pescara nel 2013 sono , pari al 24,8% delle rilevate in Abruzzo. Rispetto al 2012 esse risultano in aumento dell'1,6%, maggiore rispetto al +0,7% rilevato a livello regionale. Le donne ricoprono nel 26,6% dei casi (32,0% in Abruzzo) la carica di titolare e per quote di poco inferiori quelle di socio di capitale e di amministratore (rispettivamente 26,1% e 25,2%). Esse sono presenti maggiormente nelle società di capitali (40,4% superiore al 37,3% regionale), nelle società di persone (29,6% rispetto al 26,1% regionale) e nelle imprese individuali (26,8% inferiore al 32,3% abruzzese). Le imprenditrici femminili operano per lo più nei settori del commercio (24,4% rispetto al 21,9% abruzzese), nelle attività manifatturiere (9,5% rispetto all'11,5% regionale), nelle costruzioni (9,4% rispetto all'8,5% abruzzese) e nell'alloggio e ristorazione (8,8% rispetto al 9,8% regionale). IMPRENDITRICI FEMMINILI DELLA PROVINCIA DI PESCARA PER SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA. ANNO 2013 (peso %) Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview 11

12 LE IMPRESE COOPERATIVE IN PROVINCIA DI PESCARA, ABRUZZO, SUD E ITALIA. ANNI (2009 = 100) Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview Relativamente alle imprese giovanili, le cariche ricoperte da giovani con meno di 35 anni di età in provincia di Pescara nel 2013 sono (pari al 24,7% delle rilevate nella regione). Rispetto al 2012 esse risultano in diminuzione del 31,5%, lievemente inferiore al -34,6% osservato in Abruzzo. Nel 31,6% dei casi essi ricoprono la carica di titolare (31,6% a livello regionale) e quote abbastanza simili riguardano le cariche di socio di capitale e di amministratore (rispettivamente 25,5% e 25,3%, leggermente inferiori a 26,3% e 26,0% rilevati rispettivamente a livello regionale). Gli imprenditori con meno di 35 anni sono presenti maggiormente nelle società di capitali (39,4% rispetto al 40,3% regionale), nelle imprese individuali (32,0% rispetto al 32,6%) e in misura minore nelle società di persone (26,3 superiore al valore regionale). Relativamente alle imprese cooperative, a fine 2013 in provincia di Pescara sono 299, pari al 19,5% delle presenti a livello regionale. Esse costituiscono l'1,1% del totale delle imprese provinciali, quota inferiore a quella sia regionale (1,2%) sia italiana (1,5%). Come accade nella regione, esse risultano in diminuzione (-7,7%) ma in misura più pesante rispetto al -4,1% abruzzese. Se si allarga il campo di osservazione al periodo si nota che nella provincia si è verificato un calo (-12,6%) più consistente di quello osservato in Abruzzo (-6,1%). Riguardo ai settori di attività economica si osserva che le cooperative pescaresi operano soprattutto nella sanità e assistenza sociale (13,7% rispetto al 14,5% abruzzese), nel noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (12,7% rispetto al 12,4% regionale). Rivestono importanza minore le cooperative che operano nelle costruzioni (9,7% rispetto al 13,3% regionale), nei trasporti e magazzinaggio (8,4% rispetto a 6,6%) e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (8,0% rispetto a 5,7%). Nell'ambito delle cooperative provinciali sono presenti anche 32 cooperative giovanili, pari al 20,6% delle 155 cooperative giovanili presenti in Abruzzo e al 10,7% delle cooperative provinciali totali (poco superiore al 10,1% abruzzese), 86 cooperative femminili, pari al 19,7% delle 436 presenti in Abruzzo e al 28,8% delle cooperative totali provinciali (allineato al 28,4% regionale) e 8 cooperative straniere, pari al 10,0% delle 80 presenti in regione e al 2,7% delle cooperative totali provinciali (allineato al 5,2% abruzzese). Le cooperative sociali in provincia di Pescara sono 40, pari al 27,4% delle 146 presenti in Abruzzo. Così come nella regione,esse incidono per lo 0,1% sull'intero sistema delle imprese provinciale. Nell'ambito delle cooperative sociali pescaresi operano anche 3 cooperative giovanili, 22 cooperative femminili (28,6% di quelle regionali). Per quanto riguarda le istituzioni no profit, secondo l'apposito censimento realizzato dall'istat nel 2011 in provincia di Pescara sono 1.876, pari al 25,8% delle rilevate in Abruzzo. Esse costituiscono nella provincia il 6,8% del sistema produttivo, allineato al peso che esse rappresentano a livello regionale. Nella provincia risultano in aumento (+29,7%) rispetto a quanto rilevato nel 2001 dall'analogo Censimento, meno di quanto accada a livello regionale (+32,5%). 12

13 ISTITUZIONI NO PROFIT PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. ANNO 2011 (peso %) Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview Riguardo ai settori di attività economica si osserva che le istituzioni no profit provinciali operano soprattutto nelle attività artistiche, sportive e di intrattenimento (53,7% lievemente superiore al 53,5% rilevato nella regione), nelle altre attività di servizi (34,1% maggiore del 33,2% abruzzese) e nella sanità e assistenza sociale (8,7% inferiore al 9,4% regionale). Rispetto al censimento precedente si nota che sono aumentate quelle operanti nell'istruzione (+57,1% inferiore al +85,2% abruzzese), nelle attività artistiche sportive e di intrattenimento (+67,3% maggiore del +62,8% regionale) e quelle della sanità e assistenza sociale (+29,4% minore del +33,1% abruzzese). Le imprese familiari in provincia di Pescara a fine 2012 sono , pari al 25,7% delle rilevate in Abruzzo. Esse costituiscono l'83,0% delle imprese attive provinciali, peso lievemente inferiore a quello rilevato in Abruzzo (83,5%). Riguardo ai settori di attività si osserva che esse si occupano prevalentemente di commercio (38,9% superiore al 34,9% regionale), di altri servizi (24,2% maggiore del 22,1% abruzzese) e di costruzioni (15,3% inferiore al 18,2% regionale). Indicazioni sulle difficoltà che le imprese devono affrontare per rimanere sul mercato possono essere desunte dall'analisi della dinamica delle liquidazioni e dei fallimenti, tenendo presente che mentre lo stato di liquidazione può rappresentare una fase talvolta fisiologica della vita di un'azienda, il fallimento rappresenta la chiusura, a volte traumatica, dell'attività imprenditoriale. Nel 2013 l'avvio delle procedure di liquidazione in provincia di Pescara ha riguardato 596 imprese, pari al 28,4% delle imprese in liquidazione abruzzesi. Esse costituiscono l'1,7% dello stock totale delle imprese registrate provinciali, peso leggermente superiore a quello regionale (1,4%). Rispetto al 2012 risultano in aumento (+10,6%) più di quanto sia stato osservato nella regione (+3,6%) ma meno rispetto all'italia (+11,2%). Le imprese sottoposte a fallimento sono state 71, cioè il 21,7% delle 327 abruzzesi. Esse costituiscono lo 0,2% del sistema imprenditoriale provinciale, quota allineata a quella rilevata a livello regionale. Rispetto al 2012 i fallimenti sono in diminuzione (-11,3%), andamento migliore di quello osservato in Abruzzo (-2,7%) e in Italia (+15,6%). Un altro indicatore che può dare informazioni sulle difficoltà incontrate dalle imprese nell'attuale situazione economica è dato dal tasso di imprese sopravviventi per anno di iscrizione al Registro delle Imprese. Si osserva che a fine 2013 nella provincia di Pescara sopravviveva il 70,1% delle imprese iscritte nell'anno precedente (inferiore al 70,6% regionale), il 67,1% di quelle iscritte nel 2011 (rispetto al 67,6% abruzzese) e il 62,7% di quelle iscritte nel 2010 (rispetto al 62,8%). In particolare, sembrano mostrare migliori tassi di sopravvivenza le imprese individuali e, considerando i singoli settori di attività economica, le imprese agricole e quelle operanti nei trasporti e spedizioni. Nel sistema imprenditoriale pescarese assumono una certa importanza le attività economiche legate all'economia del mare. Esse rappresentano il 4,5% del sistema economico provinciale, superiore al 3,1% rilevato a livello regionale. In totale, nel 2013, le imprese pescaresi legate al mare sono (pari al 34,5% delle abruzzesi). Esse sono costituite per poco meno della metà da imprese che si occupano di servizi di alloggio e ristorazione (44,7% rispetto 13

14 PROCEDURE CONCORSUALI E LIQUIDAZIONI (var.% ) Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview al 45,6% regionale), di attività sportive e ricreative (20,5% rispetto a 19,8%), della filiera ittica (13,1% rispetto al 18,5% abruzzese) e della filiera cantieristica (12,2% rispetto al 9,6% rilevato in Abruzzo). Il sistema produttivo culturale risulta più rilevante nel mondo imprenditoriale provinciale, considerando che le imprese che ne fanno parte pesano per il 7,9% su quelle totali, valore superiore al 7,0% osservato a livello regionale. In totale, nel 2012, le imprese pescaresi legate alla cultura sono e costituiscono il 27,0% delle rilevate in Abruzzo. Esse sono costituite principalmente di imprese che si occupano di architettura (35,2% rispetto al 32,5% regionale), di imprese artigiane (23,5% inferiore al 27,9% abruzzese) e di imprese editoriali (10,3% rispetto all'11,0%). I dati di Infocamere consentono di analizzare anche la diffusione del processo di innovazione attraverso la creazione di nuove imprese (start up). Al 5 maggio 2014 le start up innovative registrate in provincia di Pescara sono 12 e rappresentano il 37,5% delle 32 regionali. Esse si concentrano particolarmente negli altri servizi (66,7% inferiore al 78,1% abruzzese) e riguardano in misura minore l'industria (25,0% rispetto al 15,6% regionale). Al 1 aprile 2014 nella provincia di Pescara risultano attivi 68 contratti di rete (pari al 47,9% dei 142 esistenti a livello regionale) che coinvolgono 146 soggetti (pari al 26,9% dei 543 attivi in regione). In più dei due terzi dei casi (69,2%) sono costituiti da società di capitale (66,7% a livello regionale) e in misura minore da società di persone (8,9% rispetto al 12,0% abruzzese), da altre forme giuridiche (13,0% rispetto al 9,2% regionale) e da ditte individuali (8,9% rispetto al 12,2%). Come accade in Abruzzo, nella maggior parte dei casi i soggetti coinvolti operano minore nell'industria (28,8% rispetto al 31,9%). PESO SUL SISTEMA PRODUTTIVO TOTALE DELLE IMPRESE DELL'ECONOMIA CULTURALE (2012) E DELL'ECONOMIA DEL MARE (2013) Fonte: elaborazione CRESA su dati Infocamere-Stockview 14

15 3. COMMERCIO INTERNAZIONALE Nel 2013 il commercio estero della provincia di Pescara ha visto attestarsi intorno ai 621 milioni di euro il valore delle esportazioni (pari al 9,2% del totale regionale) e ai 447 milioni di euro quello delle importazioni (13,5% del valore abruzzese). Rispetto al 2012, le vendite sono aumentate del 20,2% (+104 milioni di euro) e gli acquisti diminuiti dell'1,0% (-5 milioni di euro), con un andamento migliore di quello medio regionale (export: -2,4%; import: - 4,5%). Pescara mostra una variazione annua dell'export migliore delle altre province abruzzesi, tutte contraddistinte da segno negativo, e un andamento dell'import peggiore solo di quello di Teramo. Sul fronte degli acquisti dall'estero va, tuttavia, precisato che l'istat imputa le attività di import alle province nelle quali le merci arrivano e vengono sdoganate e non a quelle cui sono destinate. Ne consegue la sovrastima del valore degli acquisti dall'estero delle aree dotate di grandi sovrastrutture di trasporto e viarie, quali porti ed aeroporti, e la sottovalutazione di quello delle aree meno dotate. Essendo la provincia di Pescara quella più infrastrutturata in regione e una delle più dotate nell'italia Centrale, il rischio è di sopravalutare i suoi flussi in ingresso, imputando ad essa merci la cui destinazione è al suo esterno. ANDAMENTO DELL'EXPORT. PROVINCIA DI PESCARA, ABRUZZO, ITALIA. ANNI (var. % annua) I dati relativi al evidenziano che l'export provinciale ha avuto un andamento simile a quelli dell'abruzzo e dell'italia, con variazioni fino al 2006 lievemente peggiori e, a partire dal 2007, generalmente migliori rispetto ad essi. ANDAMENTO DELL'IMPORT. PROVINCIA DI PESCARA, ABRUZZO, ITALIA. ANNI (var. % annua) 15

16 Sul fronte dell'import, fermo restando la cautela necessaria dopo le considerazioni su esposte, la provincia registra nel periodo un andamento simile a quello regionale, con variazioni percentuali annue generalmente migliori nei primi cinque anni del Duemila e, se si eccettua il 2013, lievemente peggiori a partire dal Per quanto riguarda i mercati di sbocco, Pescara mostra una distribuzione abbastanza equilibrata dei propri prodotti sui mercati esteri: la quota del mercato comunitario è del 33,6%, (Abruzzo: 70,2%; Italia: 53,0%), del 18,0% quella dell'asia (Abruzzo: 5,5%; Italia: 14,7%), intorno al 15% sono i pesi percentuali delle vendite nei Paesi europei non UE (Abruzzo: 10,2%; Italia: 13,5%), in Africa (Abruzzo: 4,7%; Italia: 5,2%) e in America settentrionale (Abruzzo: 6,0%; Italia: 7,7%). ESPORTAZIONI PER AREA GEOGRAFICA DI DESTINAZIONE DELLE MERCI. PROVINCIA DI PESCARA, ABRUZZO E ITALIA. ANNO 2013 (pesi %) Tra i primi sei Paesi destinatari dell'export provinciali figurano ben quattro Stati non comunitari: gli Stati Uniti, che assorbono il 9,1% dell'export provinciale, la Federazione Russa e il Canada (5,1% ognuno) e, al sesto posto, il Congo che nel 2013 ha costituito la destinazione del 4,9% del venduto pescarese all'estero. Tra i Paesi comunitari figurano, al primo posto, la Germania (10,0%) e, al quinto, la Francia (5,0%). IMPORTAZIONI PER AREA GEOGRAFICA DI PROVENIENZA DELLE MERCI. PROVINCIA DI PESCARA, ABRUZZO, E ITALIA. ANNO 2013 (pesi %) 16

17 Gli acquisti dall'estero sono stati effettuati dalle imprese operanti nella provincia di Pescara per il 64,3% sul mercato comunitario (Abruzzo: 70,6%; Italia: 54,7%), per il 12,5% in America Settentrionale (Abruzzo: 5,2%; Italia: 3,7%), per l'8,8% in Estremo Oriente (Abruzzo: 12,0%; Italia: 10,1%), per quote intorno al 5,5% nei Paesi europei non comunitari (Abruzzo: 4,4%; Italia: 12,5%) e nell'asia occidentale e centrale (Abruzzo: 2,7%; Italia: 8,3%). A livello di singoli Paesi, i primi 5 fornitori esteri della provincia sono la Germania (26,2%), gli Stati Uniti (11,5%), la Francia (7,2%), la Cina (6,7%) e i Paesi Bassi (6,4%). Poco più del 42% dell'export provinciale, quota più bassa di quelle medie regionale (64,6%) e nazionale (47,9%), proviene dalle vendite estere dai prodotti meccanici ed elettromeccanici, il 21,3% dal sistema moda (Abruzzo: 5,6%; Italia: 11,5%), il 18,4% dai prodotti chimici, in gomma e plastica (Abruzzo: 11,3%; Italia: 19,3%) il 9,1% dal settore alimentare (Abruzzo: 6,6%; Italia: 7,0%). ESPORTAZIONI PER MACROSETTORE. PROVINCIA DI PESCARA, ABRUZZO E ITALIA. ANNO 2013 (pesi %) Il 27,2% dell'import, percentuale inferiore alle medie regionale e nazionale, è costituito da prodotti meccanici ed elettromeccanici, il 22,1% e l'11,8%, quote superiori all'import abruzzese e italiano, da legno e carta e dal sistema moda, il 18,2%, meno che a livello regionale e nazionale, da prodotti chimici, in gomma e plastica. IMPORTAZIONI PER MACROSETTORE. PROVINCIA DI PESCARA, ABRUZZO E ITALIA. ANNO 2013 (pesi %) 17

18 Considerando il contenuto tecnologico dei beni venduti, misurato con la tassonomia di Pavitt, che classifica i settori merceologici sulla base delle fonti e della natura delle opportunità tecnologiche e delle innovazioni, dell'intensità della ricerca e sviluppo e della tipologia dei flussi di conoscenza, le esportazioni provinciali sono composte per il 58,4% da prodotti standard e tradizionali, il cui peso sui totali regionale e nazionale è inferiore (Abruzzo 38,7%; Italia: 56,2%). Seguono con il 40% i prodotti specializzati e high technology (Abruzzo: 59,9%; Italia: 42,0%). Dell'1,6% è il peso dei prodotti agricoli e materie prime, che in Abruzzo e in Italia assumono valori intorno al 2%. Il tasso di propensione all'export della provincia, inteso come rapporto tra esportazioni e valore aggiunto, è del 9,8%, migliore rispetto all'8,0% del 2012, ma, comunque, il secondo più basso tra le province abruzzesi dopo quello dell'aquila (Abruzzo: 25,5%). L'apertura provinciale al commercio estero, misurata come rapporto tra la somma di esportazioni e importazioni e il valore aggiunto, è del 17,0% (15,0% nel 2012), il peggiore in ambito regionale (Abruzzo: 38,6%) 18

19 4. AGRICOLTURA Irisultati della campagna agraria del 2013 forniti dall'istat mostrano che la produzione di frumento duro in provincia di Pescara ha raggiunto i q (pari al 20,3% del totale regionale) mentre quella di frumento tenero si attesta su q (8,4%). Come accade a livello regionale, le altre tipologie di cereali hanno fatto registrare produzioni nettamente inferiori: q di orzo (19,4%), q di mais (27,3%), q di avena (8,4%), q di sorgo (33,1%). Analogamente all'abruzzo, rispetto al 2012 gli andamenti provinciali sono generalmente negativi. Nella provincia solo il frumento tenero ha fatto registrare un lieve aumento (+0,9% rispetto al -6,2% regionale). I dati relativi al settore vitivinicolo registrano che nel 2012 nella provincia sono stati prodotti q di uva da vino (12,9% del totale regionale) e hl di vino (7,7%). Il confronto con il 2011 mostra risultati produttivi diversificati: l'uva da vino aumenta del 45,1% (+13,4% abruzzese e +3,8% nazionale), il vino diminuisce del 16,7% (rispetto al +6,9% regionale e -5,3% italiano). Non è stata prodotta uva da tavola, a differenza di quanto avvenuto nel 2011 quando l'ammontare provinciale era pari a q, cioè l'1,2% del totale abruzzese. Nel 2012 le aziende agrituristiche pescaresi sono 216, delle quali, considerando che ognuna può esercitare contemporaneamente una o più attività, l'89% è autorizzato a svolgere attività di alloggio, l'86% altre attività, il 59% attività di ristorazione e il 10% attività di degustazione. Gli agriturismi della provincia costituiscono il 27,9% di quelli abruzzesi (774) e, in particolare, le strutture regionali autorizzate a svolgere altre attività costituiscono il 39,8% del corrispondente totale regionale. Rispetto al 2011 gli agriturismi della provincia sono diminuiti del 3,1% (+6,0% regionale) con un calo che ha riguardato soprattutto quelli autorizzati alla degustazione (-12,5% rispetto al +2,8% regionale) e in misura minore quelli autorizzati alla ristorazione (-4,5% rispetto al +10,9% regionale) e all'alloggio (-4,0% rispetto al +2,2% abruzzese). AZIENDE AGRITURISTICHE PER TIPO DI ATTIVITÀ AUTORIZZATA. ANNO 2012 (val. % per territorio) Nel 2012 la produzione agricola pescarese ai prezzi di base ha raggiunto i 194,3 milioni di euro, con un lievissimo calo (-0,4%) rispetto all'anno precedente. E' un risultato sensibilmente peggiore sia di quello regionale (+6,9%) che nazionale (+2,6%) e che fa si che la provincia rappresenti il 15,5% del totale abruzzese. In particolare, si osserva che nella provincia di Pescara le coltivazioni legnose pesano più di quanto accada a livello regionale (23,2% rispetto a 19,3%), così come accade lievemente anche per i servizi annessi (14,2% rispetto a 13,2%). Al contrario le coltivazioni erbacee pesano meno che a livello regionale (37,4% rispetto a 19

20 41,5%) e i prodotti zootecnici contribuiscono in misura approssimativamente simile (25,2% rispetto a 25,0% regionale). L'andamento rispetto al 2011 è risultato positivo ma peggiore di quello regionale per le coltivazioni legnose (+20,7% rispetto al +24,9%) e i servizi annessi (+1,6% rispetto al +5,3%). Hanno registrato risultati negativi le coltivazioni erbacee (-1,4% rispetto al +0,4%), i prodotti zootecnici (-13,3% rispetto al +7,5%) e i prodotti forestali (-97,4% rispetto al +3,6%). PRODUZIONE AGRICOLA AI PREZZI DI BASE PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO. ANNO 2012 (val. %) PRODUZIONE AGRICOLA AI PREZZI DI BASE PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO (var. % ) 20

21 5. CREDITO Afine 2013 i depositi effettuati dalla clientela residente in provincia di Pescara ha raggiunto i 6,03 miliardi di euro, circa 366 milioni in più rispetto al 2012 (+6,5%), rilevando un andamento migliore di quelli sia regionale (+4,4%) sia italiano (+2,0%) sia di tutte le circoscrizioni. Al contrario di quanto accade altrove e nonostante la crisi, la raccolta delle banche pescaresi ha fatto osservare un'accelerazione rispetto al 2012 quando l'incremento osservato era lievemente inferiore (+6,0%). Rispetto al 2010 l'ammontare dei depositi effettuati nel 2013 risulta in aumento dell'11,3%, superiore al +9,4% abruzzese, +8,4% italiano e ai valori di tutte le circoscrizioni (Nord: +10,5%, Centro: +7,1%; Sud: +4,8%). Bisogna tenere presente che i depositi effettuati nella provincia di Pescara costituiscono il 23,6% del totale regionale. CONSISTENZA DEI DEPOSITI BANCARI E DEL RISPARMIO POSTALE. 2010=100 Fonte: elaborazione CRESA su dati Banca d Italia Il valore degli impieghi nella provincia di Pescara a fine 2013 è giunto a 6,89 miliardi di euro (-2,4% rispetto al 2012) con un risultato che si inserisce nel generale andamento negativo riscontrato ovunque, ma in termini meno pesanti (Abruzzo: -3,2%; Italia: -3,8%; Nord: -4,1%; Centro: -3,5% e Sud: -2,9%). Anche nel caso degli impieghi nonostante la crisi economica e a differenza di quanto accade altrove, il calo degli impieghi è rallentato considerando che i risultati del 2013 sono lievemente meno gravi di quelli osservati nel 2012 (-2,8%). Confrontando i dati del 2013 con quelli del 2011 si osserva un calo degli impieghi (-5,0%) approssimativamente allineato a quello italiano (-4,9%), più lieve di quello abruzzese (-5,5%) e delle circoscrizioni settentrionale e meridionale (entrambe -5,6%). CONSISTENZA DEGLI IMPIEGHI BANCARI PER SETTORE DELLA CLIENTELA RESIDENTE Fonte: elaborazione CRESA su dati Banca d Italia 21

22 Un parametro che può dare indicazioni sullo stato di salute del tessuto economico e sociale regionale è quello delle sofferenze bancarie. Nel 2013 nella provincia hanno raggiunto 782 milioni di euro, con un aumento del 25,3% rispetto al 2012, andamento migliore di quello abruzzese (+31,3%) e lievemente peggiore di quello nazionale (+23,1%). CONSISTENZA DELLE SOFFERENZE PER SETTORE DELLA CLIENTELA RESIDENTE. Fonte: elaborazione CRESA su dati Banca d Italia 22

23 6. IL MERCATO IMMOBILIARE Le caratteristiche e l'andamento del mercato immobiliare provinciale possono essere analizzati attraverso i dati forniti dall'agenzia delle Entrate che riguardano il numero di transazioni normalizzate (cioè il numero di transazioni pesato rispetto alle quote di proprietà effettivamente trasferite) e l'intensità del mercato immobiliare (cioè il rapporto percentuale tra il numero di transazioni normalizzate e lo stock esistente di unità immobiliari). Nella provincia di Pescara nel 2012 le compravendite di immobili destinati ad abitazione sono state (corrispondenti al 23,4% del totale regionale). Si evidenzia così un netto calo rispetto all'anno precedente (-30,8%) peggiore di quello rilevato a livello abruzzese (-25,9%) e che allontana ulteriormente la provincia dal valore registrato nel 2009 (3.598). L'andamento pescarese, come quello regionale, è caratterizzato da variazioni tutte negative e gradualmente peggiori a partire dal 2009, e meno pesanti di quelle regionali solo nel Nel 2012 le compravendite hanno riguardato in maggior parte le abitazioni di piccole e medie dimensioni (rispettivamente 25,9% e 29,7%). Queste ultime pesano più di quanto accada a livello regionale ( 27,1%). Pescara si differenzia per la maggiore quota di transazioni riguardanti le abitazioni di grandi dimensioni (12,7%) rispetto al valore abruzzese (9,6%). NUMERO DI TRANSAZIONI NORMALIZZATE DEL MERCATO IMMOBILIARE RESIDENZIALE (var.% su anno precedente) Fonte: Ministero dell'economia e delle Finanze - Agenzia delle Entrate TRANSAZIONI NORMALIZZATE DEL MERCATO IMMOBILIARE RESIDENZIALE PER TIPOLOGIA DI IMMOBILE. ANNO 2012 Fonte: Ministero dell'economia e delle Finanze - Agenzia delle Entrate 23

24 Il mercato provinciale delle abitazioni ha mostrato nel 2012 una vivacità, rappresentata dall'indice di intensità del mercato immobiliare, abbastanza limitata, avendo riguardato l'1,39% del patrimonio abitativo complessivo, ma comunque superiore a quello regionale (1,19%) e in calo rispetto al 2009 quando era pari al 2,33%. Nel 2012 le transazioni normalizzate di immobili destinati ad utilizzo commerciale sono state in provincia di Pescara 2.246, in calo del 29,6% rispetto all'anno precedente e molto inferiori alle registrate nel L'andamento provinciale si differenzia da quello regionale per il fatto che mentre in Abruzzo il calo delle transazioni è peggiorato tra il 2010 e il 2012, in provincia di Pescara è stato osservato un rallentamento della diminuzione nel 2011 che però è stato riassorbito dal peggioramento riscontrato nel 2012, più pesante di quello regionale. Quasi i tre quarti hanno avuto per oggetto box o posti auto (74,0% rispetto al 67,1% rilevato in Abruzzo), mentre una quota sensibilmente inferiore (15,3% contro il 22,5% regionale) ha riguardato magazzini. NUMERO DI TRANSAZIONI NORMALIZZATE DEGLI IMMOBILI DESTINATI AD ATTIVITÀ COMMERCIALI (var.% su anno precedente) Fonte: Ministero dell'economia e delle Finanze - Agenzia delle Entrate Gradi di intensità elevati sono stati riscontrati per gli istituti di credito e per gli alberghi considerando che le transazioni hanno riguardato rispettivamente il 3,31% e l'1,03% dell'intero patrimonio esistente, con intensità superiore non solo a quella regionale (1,50% e 0,33%) ma anche nazionale (1,09% e 0,63%). Sono stati riscontrati valori superiori a quello regionale anche per gli uffici (1,69% rispetto a 1,60%) e per i magazzini (1,34% rispetto a 1,16%). 24

25 7. TURISMO Idati Istat sul movimento totale dei turisti negli esercizi ricettivi della provincia di Pescara rilevano nel presenze, pari al 15,3% del totale regionale, con arrivi (21,4% del totale Abruzzo). La permanenza media in provincia ammonta a 3,3 giornate, inferiore alle medie abruzzese e italiana (rispettivamente 4,6 e 3,7 giorni). Rispetto al 2011, a fronte ad un andamento nazionale che vede una stazionarietà degli arrivi ed una contrazione delle presenze dell'1,6% e un andamento regionale contrassegnato da un lieve decremento degli arrivi (-0,2%) e una contrazione più consistente delle presenze (-2,3%), la provincia di Pescara mostra variazioni negative di ambedue gli indicatori (rispettivamente -1,4% e -1,2%). Se si considera il periodo i flussi turistici nel pescarese, dopo il crollo del 2009, anno in cui una ampia porzione del territorio abruzzese è stata colpita da un violento sisma che ha scoraggiato la presenza dei turisti in tutta la regione e a seguito del quale gran parte della popolazione colpita (circa persone) è stata trasferita sulla costa, con conseguente occupazione delle strutture ricettive ivi ubicate, hanno ripreso a crescere, riuscendo a superare i livelli del 2008 quanto a presenze e ad eguagliarli in termini di arrivi. La durata della permanenza media è in tale periodo aumentata leggermente (da 3,2 a 3,3 giorni). ARRIVI E PRESENZE NELLA PROVINCIA DI PESCARA. ANNI (var % annue) Passando a considerare la domanda sotto il profilo delle diverse tipologie di strutture ricettive, si osserva che nel 2012 gli alberghi hanno totalizzato arrivi e presenze (permanenza media: 3,3 giorni), che corrispondono rispettivamente al 94,7% degli arrivi e al 93,6% delle presenze annue provinciali (Abruzzo: 80,6% degli arrivi; 66,7% delle presenze, 3,8 giorni di permanenza media). A fronte di una minore quantità di arrivi (17.830) e presenze (71.015), gli esercizi ricettivi non alberghieri registrano una permanenza media leggermente superiore a quella provinciale alberghiera (4 giorni) ma inferiore di misura alla media extralberghiera regionale (7,9 giorni). Nel periodo gli arrivi negli alberghi della provincia di Pescara registrano una lieve perdita di peso sul totale degli esercizi ricettivi provinciali accompagnata da un debole incremento della quota delle presenze, che, nel complesso, porta la durata della permanenza media da 3,1 a 3,3 giorni; al contrario gli esercizi ricettivi extralberghieri mostrano un aumento della quota degli arrivi e una contrazione di quella delle presenze con conseguente riduzione della durata media dei soggiorni (da 5,3 a 4 giorni). Il turismo della provincia pescarese appare avere quindi, più che nel resto della regione, una connotazione strettamente alberghiera, connessa alla presenza di poli congressuali, soprattutto nei comuni di Pescara e Montesilvano, che inducono un turismo d'affari e di lavoro, la cui durata media è inferiore a quella dei viaggi di vacanza. 25

26 MOVIMENTO ALBERGHIERO ED EXTRALBERGHIERO NELLA PROVINCIA DI PESCARA. ANNI (pesi % e val. ass.) Per quanto riguarda la provenienza, nella provincia di Pescara nel 2012 i turisti italiani hanno generato l'84,2% degli arrivi e il 79,5% delle presenze. La capacità del territorio pescarese di attrarre turisti stranieri, misurata in termini di arrivi e presenze, è superiore a quella regionale, ma la durata della permanenza media degli stranieri, anche per la caratteristica fortemente d'affari e congressuale che connota il turismo pescarese, è di 4,3 giorni, assai meno che in Italia (4,5 giorni) e in Abruzzo (5,4 giorni). Nel periodo , la distribuzione dei movimenti dei turisti italiani tra strutture alberghiere ed extralberghiere mostra una contrazione del peso degli arrivi e una più consistente flessione di quello delle presenze negli alberghi, senza che la permanenza media subisca variazioni di rilievo; nelle altre tipologie ricettive aumenta la quota degli arrivi ma diminuisce quella delle presenze con riduzione della durata media dei soggiorni. Sotto il profilo dei turisti stranieri, invece, al contrario, aumenta la quota degli arrivi, delle presenze e della permanenza media negli alberghi e, pur in presenza di una diminuzione dell'incidenza dei turisti che scelgono le altre strutture ricettive, in esse aumentano le presenze e si riduce lievemente la durata media dei soggiorni. MOVIMENTO ALBERGHIERO ED EXTRALBERGHIERO DEI TURISTI ITALIANI E STRANIERI NELLA PROVINCIA DI PESCARA. ANNI (pesi %) 26

27 I dati forniti dalla Banca d'italia evidenziano che tra il 2012 e il 2013 il numero di viaggiatori stranieri è aumentato nella provincia di Pescara del 10,5% (Abruzzo: +0,3%), passando da 152 a 168 mila unità, pari al 50,1% del totale dei viaggiatori stranieri in Abruzzo. La spesa da essi sostenuta, 91 milioni di euro che corrisponde allo 45,3% del totale regionale, è diminuita del 2,2% rispetto all'anno precedente (Abruzzo: -2,0%). Il numero dei pernottamenti (1.471 mila pari al 45,6% del totale regionale) aumenta rispetto all'anno precedente dell'1,7% (Abruzzo: -8,1%). I viaggiatori pescaresi all'estero, che nel 2013 sono stati 173 mila pari al 37,8% del totale dei viaggiatori abruzzesi all'estero, hanno fatto registrare un decremento rispetto al 2012 del 3,4% (Abruzzo: -13,8%). La spesa da essi sostenuta ammonta a 149 milioni di euro, 19 milioni di euro in meno rispetto all'anno precedente (Abruzzo: -9,3%), e costituisce il 41,9% del totale regionale. In controtendenza rispetto all'andamento nazionale e in modo più marcato di quanto si osserva a livello medio abruzzese, il 2013 fa registrare un considerevole aumento del numero dei pernottamenti all'estero dei pescaresi (+28,8%; Abruzzo: +8,7; Italia: - 1,8) che supera quota 2,6 milioni, pari al 45,1% del totale regionale. Il saldo tra le spese dei viaggiatori pescaresi all'estero e quelle dei viaggiatori stranieri nella provincia, grazie al positivo apporto di questi ultimi si riduce del 22,7% rispetto all'anno precedente e si attesta su -58 milioni di euro. 27

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