LOW NOISE: Nuove Tecnologie e Materiali per l Abbattimento del Rumore degli Autoveicoli

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2 EMISSIONE, PROPAGAZIONE E RICEZIONE DEL SUONO Emissione è il meccanismo con cui una sorgente sonora provoca un movimento oscillatorio in un mezzo elastico Propagazione è il meccanismo con cui il movimento viene trasmesso e si propaga attraverso il mezzo Ricezione è il meccanismo con cui il suono è rilevato e trasformato in sensazione fisiologica (orecchio umano) o in segnale misurabile (strumento di misura)

3 IL SISTEMA UDITIVO L apparato uditivo svolge quattro compiti fondamentali: Raccoglie gli stimoli, nella forma di energia acustica, che provengono dal mondo esterno; Converte l energia acustica in una serie di impulsi nervosi; Trasporta gli impulsi nervosi alla zona pertinente del cervello; Analizza l informazione contenuta nella sequenza di impulsi nervosi in modo da identificare lo stimolo.

4 IL SISTEMA UDITIVO Dal punto di vista anatomico funzionale, l apparato uditivo può essere distinto in tre porzioni: Apparato di Trasmissione, esso è costituito dal padiglione auricolare, condotto uditivo esterno, orecchio medio e dalle strutture membranose del canale cocleare. Apparato di Trasduzione, esso è costituito dalle cellule sensoriali dell organo di corti, sede di trasformazione dello stimolo meccanico in stimolo nervoso. Apparato di Codificazione e Decodificazione, esso è costituito dalle terminazioni dei prolungamenti, periferico e centrale, dalle cellule gangliari e dai nuclei del tronco encefalico.

5 1. Apparato di Trasmissione Apparato di Trasduzione 4. Apparato di Codificazione e Decodificazione

6 L ORECCHIO L orecchio dal punto di vista anatomico si suddivide in: Orecchio esterno, è il collegamento con l esterno, da cui entrano i suoni. Orecchio Medio, è il tramite tra l esterno e l interno. Orecchio Interno e sistema uditivo centrale è l elemento organizzatore e recettore dei suoni.

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9 L ORECCHIO - ESTERNO L Orecchio esterno è formato dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno. Il padiglione auricolare è costituito da una cartilagine rivestita dalla pelle strettamente adesa ad una sottostante membrana di tessuto connettivo, il pericondrio. La sua funzione è quella di raccogliere i suoni per inviarli all interno del condotto uditivo. Il condotto uditivo è una galleria dalle pareti lisce provvista di peli e di ghiandole sebacee e ghiandole ceruminose, il cui secreto ricco di cere ha una funzione protettiva.

10 L ORECCHIO - ESTERNO Onde Sonore

11 L ORECCHIO - MEDIO Al termine del condotto uditivo si trova la membrana del timpano, che è una sottile membrana sensibile alle onde sonore che vengono a infrangersi su di essa. Le vibrazioni così raccolte vengono trasmesse a tre ossicini, i più piccoli del corpo umano : Martello, direttamente a contatto con la membrana del timpano Incudine Staffa, in contatto con il labirinto. I tre ossicini dell udito, sono contenuti in una piccola cavità, la cassa del timpano, che comunica all esterno attraverso un piccolo canale lungo 3 4 cm, la Tromba di Eustacchio, che sbocca nella faringe. In questo modo l orecchio è collegato con la gola permettendo di mantenere in equilibrio la pressione dell aria al di là e al di qua del timpano, in questo modo si compensa la pressione dell orecchio.

12 Orecchio Medio Panoramica L ORECCHIO - MEDIO Orecchio Medio Ossicini Timpano

13 L ORECCHIO - INTERNO L Orecchio Interno è la parte interna dell apparato stato acustico, divisibile in due porzioni, definite labirinti : Labirinto osseo, da questo organo origina il nervo vestibolare e serve per l equilibrio. Labirinto membranoso, origina il nervo cocleare al cui interno si trova l organo di Corti e serve per l udito.

14 L ORECCHIO - INTERNO Orecchio Interno Panoramica

15 L ORECCHIO - INTERNO Orecchio Interno Sezione della Coclea ed Innervazioni

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17 COME FUNZIONA L ORECCHIO Le onde sonore vengono captate dal padiglione auricolare e trasportate lungo il condotto uditivo esterno fino alla membrana timpanica. La membrana del timpano vibra e trasforma questi suoni in una varietà di vibrazioni che a loro volta creano un movimento meccanico; ciò avviene dall altra parte della parete dove c è un sistema per raccogliere ed amplificare questi segnali.

18 COME FUNZIONA L ORECCHIO La vibrazione della membrana timpanica mette in movimento gli ossicini dell orecchio ad essa collegati, martello, incudine e staffa disposti regolarmente l uno dopo l altro, questi ultimi propagano queste vibrazioni amplificate verso l orecchio interno.

19 COME FUNZIONA L ORECCHIO Gli ossicini, martello incudine e staffa sono rinchiusi in una cavità che comunica attraverso l esterno con un piccolo canale, Tromba di Eustacchio che termina nella faringe e riceve aria dalla bocca e dal naso in modo da compensare continuamente la pressione dell aria interna.

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21 COME FUNZIONA L ORECCHIO Le onde sonore, amplificate nell orecchio medio, vengono trasmesse al contenuto liquido della coclea dall azione del piede della staffa che comunica con l orecchio interno tramite la finestra ovale che è rivestita da una membrana flessibile. La coclea è costituita da un condotto che è avvolto a spirale per 3 4 giri a forma di chiocciola ed è suddiviso per tutta la sua lunghezza in tre compartimenti : dotto (scala) vestibolare dotto (scala) media dotto (scala) timpanica.

22 COME FUNZIONA L ORECCHIO Schematizzazione della sezione cocleare Orecchio Interno Sezione della Coclea Scala Media Scala Vestibolare Scala Timpanica

23 COME FUNZIONA L ORECCHIO Nell immagine precedente si può apprezzare come i giri all interno della chiocciola siano separati in tre regioni. Quelle in giallo formano la scala timpanica e la scala vestibolare e sono riempite da un liquido fisiologico, la perilinfa. In verde viene identificata, invece, la scala media, che è riempita di un liquido fisiologico, la endolinfa. Nella scala media si trova l organo fondamentale dell udito interno: l Organo del Corti.

24 COME FUNZIONA L ORECCHIO I movimenti alternati della staffa sulla finestra ovale esercitano pressioni variabili sul fluido (perilinfa) che riempie la scala vestibolare e, poiché la perilinfa è un liquido praticamente incompressibile, si determina non solo un movimento alternato della membrana della finestra rotonda ma anche delle pareti elastiche della coclea, della scala media e delle relative membrane, mettendole in oscillazione. A causa delle caratteristiche meccaniche della struttura, l oscillazione è più marcata in prossimità del giro basale se il suono è acuto, mentre è più marcata in prossimità del giro apicale se il suono è grave.

25 FENOMENO UDITIVO 1) Orecchio Esterno: raccoglie e concentra l energia sonora; 2) Orecchio Medio: il timpano vibra e trasmette il suono alla catena degli ossicini; 3) Gli ossicini trasmettono le vibrazioni alla coclea, creando delle onde nel fluido in essa contenuto; 4) Orecchio Interno: le cellule cigliate della coclea trasformano le onde meccaniche in impulsi elettrici che attraverso il nervo acustico raggiungono il cervello, dove vengono decodificati nelle aree uditive.

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27 Coclea Organo del Corti ORGANO DEL CORTI L Organo del Corti è il sistema dove avviene la trasformazione delle onde meccaniche che si propagano all interno dei fluidi cocleari in impulsi nervosi che sono convogliati dal nervo uditivo.

28 ORGANO DEL CORTI Le deformazioni dell organo del Corti inducono attivazioni o inibizione delle due popolazioni di cellule recettoriali: Cellule ciliate esterne Cellule ciliate interne In entrambe l attivazione avviene a causa della deflessione delle cilia, conseguente modificazione della loro forma e rapidissimo accorciamento e comporta una variazione della polarizzazione delle cellule stesse.

29 ORGANO DEL CORTI Nell organo del corti le vibrazioni della membrana basilare provocano uno spostamento laterale rispetto alla membrana tectoria. In questo modo le stereocilia delle cellule ciliate esterne ed interne vengono sottoposte ad uno sforzo di taglio che induce la generazione di impulsi nervosi. Le cellule ciliate sono dei veri e propri trasduttori dell udito. Quelle esterne, in particolar modo, possono amplificare i segnali deboli e attenuare quelle forti in quanto consentono la compressione del livello degli stimoli sonori. Queste cellule riescono anche a distinguere un suono dall altro in base alle diverse sensazioni di altezza.

30 CELLULE CILIATE - ESTERNE Sono in numero di circa sono disposte lungo tre file. Le loro stereocilia definiscono una struttura a forma di V e sono responsabili del comportamento non lineare della coclea che permette a quest ultima di analizzare stimoli complessi in tempo reale con grandissima efficienza.

31 CELLULE CILIATE - INTERNE Sono in numero di circa e disposte in un unica fila. Hanno aspetto cilindrico, sezione ellittica e nella loro parte apicale presentano circa 20 ciglia, peli acustici disposti ad U o a V.

32 CELLULE CILIATE - INTERNE Sono i principali generatori di informazioni che si incanalano verso il sistema nervoso centrale. Quando le stereocilia, che sono fissate alla membrana tectonica, vengono sottoposte agli sforzi di taglio producono dei corrispondenti impulsi nervosi che codificano lo stimolo sonoro. La decodificazione può avvenire in parte localmente ed in parte nei centri di elaborazione neurale fino ad arrivare alla corteccia uditiva.

33 CELLULE CILIATE INTERNE e ESTERNE Nella figura si nota come le innervazioni delle CCE e CCI siano differenti. In particolare le CCI hanno solo delle sinapsi afferenti (A) che convoglino informazioni verso il sistema nervoso centrale. Le fibre efferenti (E) possono avere solo un effetto inibitorio su quelle afferenti (A), cioè possono impedire che informazioni sotto forma di impulsi nervosi escano dalla cellula. Le CCE hanno sinapsi sia afferenti (A) che efferenti (E) quindi sono in grado di reagire meccanicamente quando vengono stimolate dal sistema nervoso centrale.

34 CELLULE CILIATE Le cellule ciliate esterne sono in grado di rispondere all attivazione con una rapida deformazione meccanica dei corpi cellulari che accentua il movimento della membrana tectoria e la deformazione delle cellule ciliate interne, il che comporta un amplificazione del segnale di circa 100 volte (amplificatore cocleare). Le cellule ciliate interne, rappresentano le vere cellule recettoriali, essendo le sole connesse con le fibre del nervo acustico che assicura l accesso delle informazioni acustiche trasformate in codice elettrico alle strutture centrali.

35 Un esposizione a rumori troppo intensi può provocare dei danni irreversibili alle CCE compromettendo le normali prestazioni del sistema uditivo. Nella figura si nota la conseguenza all esposizione di rumori forti, in questo caso ha portato la distruzione di alcune cilia.

36 SISTEMA UDITIVO CENTRALE L informazione neurale prodotta dal sistema uditivo periferico viene ulteriormente processata ed analizzata nella corteccia uditiva. E questa la regione dove vengono prodotte le sensazioni di tipo psico scustico.

37 SISTEMA UDITIVO CENTRALE Corteccia Uditiva Corpo Genicolato Mediale Collicolo Inferiore Nucleo Cocleare Oliva Superiore Gli impulsi nervosi, prima di arrivare alla corteccia uditiva, passano per una serie di centri specializzati. E importante notare come l informazione si incrocia tra orecchio destro e orecchio sinistro già a livello della Oliva Superiore. Questo consente l elaborazione simultanea dell informazione proveniente dai due orecchi ed è rilevante, tra l altro, per la localizzazione delle sorgenti acustiche nello spazio.

38 Complessi Olivari Corpo Trapezoide Collicoli Inferiori SISTEMA UDITIVO CENTRALE Corteccia Corpo Genicolato Mediale Nucleo Cocleare Coclea Siamo abituati a pensare che ascoltare sia un attività di tipo passivo, che ci permette cioè di ricevere soltanto l informazione acustica dal mondo circostante. La fisiologia del sistema uditivo ci consente invece di capire che questa è solo metà verità. Il cervello è in grado di controllare il sistema uditivo attraverso differenti meccanismi. Inoltre esistono altri meccanismi di retroalimentazione non mediati dalla corteccia uditiva e che vanno a finire sulle cellule ciliate esterne di entrambe le colee. Questi processi possono produrre delle vere e proprie oscillazioni nella coclea associate alla emissione dei suoni.

39 SISTEMA UDITIVO CENTRALE Lo stadio finale della produzione delle sensazioni uditive è il cervello. Molti fenomeni elementari dell ascolto, come le sensazioni di pitch (altezza) o di loudness (intensità), possono godere di importanti pre elaborazioni già a livello del sistema uditivo periferico dei nuclei intermedi. La sensazione associata all altezza, ad esempio, mantiene una struttura spaziale lungo tutto questo percorso e può essere riscontrata a livello della corteccia uditiva.

40 IL DEFICIT UDITIVO Qualsiasi lesione temporanea o permanente a carico dell Orecchio Esterno e/o dell Orecchio Medio e/o dell Orecchio Interno. In termini medici il deficit uditivo è definito IPOACUSIA E necessario valutare: Entità del Deficit Sede della Lesione

41 IL DEFICIT UDITIVO

42 IL DEFICIT UDITIVO

43 IL DEFICIT UDITIVO Le ipoacusie in base alla sede della lesione si classificano in: Ipoacusie Trasmissive se la malattia ha colpito l orecchio medio o l orecchio esterno. Hanno poca rilevanza come causa di disabilità uditiva in quanto possono essere curate con una terapia medica o chirurgica; Ipoacusie Neurosensoriali se la malattia ha colpito l orecchio interno. Queste sono dovute ad una lesione delle cellule o delle fibre del nervo e non possono essere curate con una terapia medica o chirurgica, ma solo attraverso l utilizzo di protesi acustiche.

44 IL DEFICIT UDITIVO La distruzione delle cellule ciliate esterne determina ipoacusia La distruzione delle cellule ciliate interne determina sordità completa 0 60 db vengono stimolate le cellule ciliate esterne e quindi le cellule ciliate interne > 60 db vengono stimolate direttamente le cellule ciliate interne

45 IL DEFICIT UDITIVO: ENTITA DEL DANNO Abbassamento della soglia uditiva, a seconda dell intensità si ha: < 25 db : Normoacusia db : Ipoacusia Lieve db : Ipoacusia Media db : Ipoacusia Grave > 90 db : Ipoacusia Profonda

46 IL DEFICIT UDITIVO: ENTITA DEL DANNO Ogni alterazione di uno o più meccanismi dell apparato uditivo è causa di Ipoacusia, in base alla sede colpita si determina: Ipoacusia Trasmissiva: problemi del condotto uditivo esterno, del timpano o degli ossicini Ipoacusia Neurosensoriale: problemi cocleari o del nervo acustico.

47 IL DEFICIT UDITIVO: ENTITA DEL DANNO La soglia uditiva di una persona viene rappresentata in una griglia chiamata audiogramma il quale esprime quanto un soggetto sente meno in termini di decibel, rispetto all udito normale.

48 IL DEFICIT UDITIVO: ENTITA DEL DANNO In questo audiogramma sono stati inclusi anche degli esempi di suoni che udiamo quotidianamente, collocati secondo la loro frequenza (misurata in Hz) e la loro intensità (misurata in db). La regione grigia rappresenta l area di energia sonora tipica del parlato.

49 IL DEFICIT UDITIVO: ENTITA DEL DANNO In questo audiogramma è rappresentato un deficit uditivo di db, il quale non permette di percepire una gamma di suoni importanti per la comprensione del linguaggio.

50 IL DEFICIT UDITIVO: ENTITA DEL DANNO Un rumore molto forte come un esplosione provoca dolore e spesso LA CERAZIONE DEL TIMPANO

51 IL DEFICIT UDITIVO: ENTITA DEL DANNO Un rumore meno forte, ma superiore a db, può determinare una RIDUZIONE DELL UDITO

52 FISIOPATOLOGICA DANNO UDITIVO La perdita di udito per esposizione al rumore deriva da un danno alle cellule ciliate (prima esterne) provocato da vibrazioni troppo ampie del fluido in cui sono immerse nella coclea. La prima frequenza interessata, nell ipoacusia da trauma sonoro acuto o cronico, è 4000 Hz. Data la particolare posizione tonotopica di questa frequenza nell organo del Corti e ai vortici perilfatici che assumerebbero un opposta direzione si verrebbe a determinare una tensione della membrana basilare in quel punto.

53 FISIOPATOLOGI DANNO UDITIVO I suoni udibili sono collocati all interno di una banda o intervallo udibile limitata in frequenza e intensità ovvero tra soglia dell udibilità e soglia del dolore.

54 COME SI MISURA L UDITO Le prove che vengono effettuate per stimare l entità ed il livello di ipoacusia sono le prove audiometriche. Le prove audiometriche si dividono in: Audiometria soggettiva, la quale consta di audiometria tonale ed audiometria vocale; Audiometria oggettiva, si differenzia da quella soggettiva in quanto non richiede la collaborazione del paziente.

55 COME SI MISURA L UDITO AUDIOMETRIA TONALE Lo studio convenzionale della funzione uditiva inizia con l audiometria tonale liminare il cui scopo è indagare la funzione uditiva di ciascun orecchio. L esame audiometrico tonale consta di una soglia uditiva (il livello minimo di percezione uditiva) per via aerea ed una soglia per via ossea. La soglia tonale per via aerea è determinata applicando al paziente, in un ambiente silente (cabina audiometrica insonorizzata), apposite cuffie attraverso le quali l audiometrista invia dei suoni (toni) all orecchio. Per ovviare alla possibilità che i suoni inviati a un orecchio possano in realtà essere percepiti dal controlaterale, quando esiste una differenza tra i due lati, si utilizza una procedura chiamata mascheramento.

56 COME SI MISURA L UDITO Audiometro Si compone dei seguenti elementi: Generatore di tono Generatore di rumore Cuffia per l esame della condizione aerea Auricolari per l esame della condizione ossea Monitor.

57 AUDIOMETRIA TONALE L audiometro è uno strumento che emette suoni puri da 125 a Hz partendo da una soglia di intensità di 0 (intensità graduata di 5 in 5 db). La determinazione della soglia per via aerea avviene tramite metodo discendente quando si manda un suono ad un'intensità percepita dal paziente e si diminuisce l'intensità di 5 in 5 db finché il soggetto esaminato non avverte più la sensazione sonora; l'ultimo valore in db ove il soggetto ha dato una risposta viene considerata soglia per quella frequenza. Si utilizza invece il metodo ascendente quando si presenta il tono ad un'intensità elevata, si riporta l'intensità a 0 db e la si aumenta di 5 in 5 db finché compare una risposta. Il primo valore di intensità per il quale c'è risposta viene definita come soglia. L audiometria tonale permette di valutare l'udito sociale ovvero sufficiente per la normale vita di relazione (la voce umana è compresa tra 500 e 3000 Hz entro un intensità d 40 db).

58 AUDIOMETRIA TONALE

59 AUDIOMETRIA TONALE La determinazione della soglia per via ossea è eseguita ponendo sulla regione retroauricolare un vibratore che ha la possibilità di vibrare, e quindi emettere suoni, alle frequenze e alle intensità desiderate. In questo modo il suono si diffonde attraverso l osso temporale direttamente all orecchio interno bypassando tutto il sistema timpano-ossiculare. Si comprende come, almeno in linea teorica, qualora la funzione recettoriale dell orecchio interno sia normale, anche una totale mancanza della membrana timpanica, del martello e dell incudine non pregiudicherebbe una normale soglia per via ossea.

60 AUDIOMETRIA TONALE

61 AUDIOGRAMMI I valori di soglia per via aerea e per via ossea vengono riportati in un grafico detto audiogramma. Tali valori vengono riportati nell audiogramma attraverso una simbologia e colori standardizzati.

62 AUDIOGRAMMI Dal punto di vista audiometrico la funzione uditiva si classifica in: Normoacusia quando sia la via aerea sia la ossea sono normali; Ipoacusia trasmissiva quando la via ossea (e quindi la funzione recettoriale della coclea) è normale, ma è deficitaria la funzione di trasmissione del suono da parte del sistema timpano-ossiculare; Ipoacusia percettiva in cui non vi è alterazione della funzione trasmissiva del sistema timpano-ossiculare, ma il recettore è, a vari gradi, deficitario; Ipoacusia mista in cui è presente un deficit sia del recettore, sia del sistema di trasmissione del suono.

63 AUDIOGRAMMI Grafico di normoacusia destra Grafico di ipoacusia trasmissiva destra

64 AUDIOGRAMMI Grafico di ipoacusia percettiva destra Grafico di ipoacusia mista destra

65 AUDIOMETRIA VOCALE L audiometria vocale è indispensabile per la valutazione della menomazione sociale dell individuo ipoacusico. Consente infatti di stabilire l intelligibilità della parola ed il suo riconoscimento come stimolo sonoro dotato di significato L audiometria vocale comprende: Curva di intelligibilità Prove verbali sensibilizzate o test psico - acustici

66 AUDIOMETRIA VOCALE l esame viene eseguito in cabina silente, l esaminatore fa ascoltare al paziente in cuffia o con altoparlante 10 parole o 10 logotomi (parole bisillabiche senza senso). Il numero di parole correttamente ripetute rappresenta l indice di intelligibilità per quel determinato livello di intensità.

67 CURVA DI INTELLEGIBILITA Un tracciato di audiometria vocale ha in ordinata la percentuale di parole correttamente udite ed in ascissa l intensità, espressa in db, alla quale le suddette parole vengono presentate al paziente. Si distinguono tre livelli d intensità mediante i quali si possono differenziare i vari tracciati tra di loro.

68 CURVA DI INTELLEGIBILITA SOGLIE (percezione e ripetizione di parole): soglia di detezione che corrisponde al punto in cui la curva audiometrica si stacca dallo 0% di identificazione delle parole; soglia di percezione che corrisponde all intersezione della curva con la linea del 50% di identificazione delle parole; soglia di intellezione che corrisponde all intensità alla quale la curva raggiunge il 100% di identificazione delle parole.

69 GRAFICO: CURVA DI INTELLEGIBILITA ascissa: intensità stimolo ordinata: percentuale di intellegibilità.

70 AUDIOMETRIA OGGETTIVA Queste prove non richiedono la collaborazione del paziente e studiano come funzionano le diverse parti del sistema uditivo: l orecchio medio, l orecchio interno e le vie uditive centrali. Sono test particolarmente utili per comprendere la sede del danno uditivo e alcuni di essi possono offrire anche una stima della gravità della perdita uditiva. Si dividono in : Timpanometria e test dei riflessi acustici; Test delle emissioni atoacustiche; Potenziali evocativi uditivi.

71 AUDIOMETRIA OGGETTIVA TIMPANOMETRIA E TEST DEI RIFLESSI ACUSTICI: La timpanometria e il test dei riflessi acustici non misurano la soglia uditiva, ma aiutano nell individure eventuali problemi all orecchio medio. Molto spesso un difetto di ascolto dipende infatti da un malfunzionamento della porzione meccanica del sistema uditivo, legato ad esempio alla presenza di fluido o catarro nell orecchio medio, ad una perforazione del timpano o a problemi degli ossicini dell orecchio medio. Il timpanogramma si ottiene inserendo una piccola sonda nel condotto uditivo esterno che misura i movimenti della membrana timpanica in risposta a dei cambiamenti di pressione. Tipicamente, quando l orecchio medio è riempito di fluido, la membrana timpanica risulta meno mobile oppure rigida. Il test dei riflessi acustici misura invece il funzionamento del piccolo muscolo ancorato ad uno degli ossicini dell orecchio medio.

72 AUDIOMETRIA OGGETTIVA TEST DELLE EMISSIONI OTOACUSTICHE: Questo test non misura la soglia uditiva, ma determina se un tipo di cellule presenti nell organo interno dell udito, le cellule cigliate esterne della coclea, è normalmente funzionante. Molti deficit sono infatti causati dal danneggiamento di queste cellule, indispensabili per una normale funzione uditiva. La procedura non è dolorosa è può essere eseguita fin dai primissimi giorni di vita. Si misura introducendo una sonda e un microfono miniaturizzati nel condotto uditivo esterno. Lo strumento presenta dei suoni non fastidiosi con determinate caratteristiche e rileva la risposta proveniente dall orecchio interno. Non è necessaria alcuna collaborazione da parte del bambino, ma è importante rimanere fermi con la testa per 1-2 minuti.

73 AUDIOMETRIA OGGETTIVA POTENZIALI EVOCATI UDITIVI: Per potenziale evocato uditivo si intende la risposta bioelettrica del sistema nervoso delle vie uditive che si ottiene a seguito di una stimolazione da parte di un impulso sonoro. Gli impulsi bioelettrici partono dalla coclea, ove avviene la trasduzione meccano-elettrica del suono, percorrono il nervo uditivo e giungono ai nuclei cocleari ventrali e dorsali. A questo livello partono delle fibre uditive che raggiungono il corpo trapezoide e l'oliva superiore controlaterale. Da qui le fibre nervose, percorrendo il lemnisco laterale, si portano al nucleo del lemnisco laterale terminando nel collicolo inferiore. Dal collicolo inferiore le fibre nervose pervengono al corpo genicolato mediale e, successivamente, all'area corticale primaria situata nel lobo temporale superficiale.

74 AUDIOMETRIA OGGETTIVA POTENZIALI EVOCATI UDITIVI: In audiologia pediatrica vengono spesso utilizzati test elettrofisiologici, simili all elettroencefalogramma ma specifici per il sistema uditivo. Queste prove aiutano a definire la sede di lesione del sistema uditivo e aiutano a completare le informazioni di soglia uditiva nei bambini che non sono ancora in grado di svolgere un esame audiometrico comportamentale. Il più comune di questi si chiama Test dei potenziali evocati uditivi del tronco encefalico o ABR (da Auditory Brainstem Response). L ABR si può effettuare a qualsiasi età, fin dalla nascita, dura circa un ora ed è preferibile che il bambino sia addormentato, perché i suoi movimenti potrebbero alterare la lettura l esame.

75 ESPOSIZIONE A RUMORE In Europa circa 70 milioni di persone sono soggette ad una riduzione dell udito, tra le cause c è spesso il rumore. Professionale (da progressiva meccanizzazione) Industria Artigianato Agricoltura Non professionale Volontaria (ballo, tiro a segno, musica con le cuffie) Non volontaria (traffico, vicinanza ad attività rumorose)

76 COSA PROVOCA IL RUMORE Le onde sonore che raggiungono il nostro orecchio vengono successivamente inviate attraverso vie nervose al cervello, che le elabora in percezioni uditive. Possono raggiungere il nostro orecchio solo frequenze comprese tra i 20 Hz e i Hz, ma la sensibilità è migliore tra i Hz.

77 COSA PROVOCA IL RUMORE Il nostro orecchio tollera meglio : i rumori continui (ad esempio il rumore emesso da una pompa) rispetto a quelli impulsivi ( ad esempio il rumore emesso da un martello pneumatico); I rumori gravi rispetto a quelli acuti I rumori meno intensi

78 COSA PROVOCA IL RUMORE Un rumore meno forte ma continuo, superiore a db può determinare una riduzione dell udito anche permanente Un rumore improvviso molto forte, come un esplosione, provoca dolore e spesso lacerazione del timpano

79 RUMORE EFFETTI UDITIVI Il rumore può provocare effetti sull apparato uditivo diversi a seconda delle modalità ed intensità di esposizione. Si definisce STS (spostamento temporaneo della soglia uditiva) l innalzamento temporaneo della soglia uditiva rispetto a quella di riposo con recupero a distanza di tempo dal cessare dell esposizione. E un meccanismo di difesa delle ciglia e della parte apicale delle cellule acustiche che diventano meno rigide con conseguente innalzamento della soglia uditiva. o Fatica fisiologica uditiva: STS < 16 ore o Fatica patologica uditiva: STS > 16 ore con effetto di sommazione (16+8=24). Lo STS si protrae anche dopo l inizio della nuova giornata lavorativa.

80 Si instaura in 3 fasi: RIDUZIONE DELL UDITO 1. Fatica Uditiva: ridotta capacità uditiva temporanea dopo l esposizione a rumore, sensazione di orecchie ovattate (esempio dell abbagliamento) 2. Spostamento Temporaneo di Soglia: predilige le frequenze di 400 Hz e può durare da un secondo a 16 ore 3. Ipoacusia o Spostamento Permanente di Soglia: si instaura quando l esposizione al rumore ha una durata tale da non consentire il recupero uditivo (circa 5 10 anni)

81 IPOACUSIA DA RUMORE Si sviluppa in modo graduale nel corso degli anni, inizia con difficoltà della percezione dei toni compresi sui 3000, 4000, 6000 Hz per pio interessare tutti gli altri toni. E influenzata da: Stato di salute del soggetto ed eventuale malattie pregresse o in corso (otiti, otosclerosi, traumi etc) Età del soggetto (con l aumentare dell età si ha una riduzione dell udito, presbiacusia) Uso di alcuni farmaci (streptomicina, altri antibiotici ototossici etc)

82 IPOACUSIA L Ipoacusia è un danno causato dall esposizione continua a rumore, nella capacità di percepire i suoni. Si distingue in: Acuta 130 db(a) reversibile Cronica > 80 db(a) irreversibile e si aggrava progressivamente in rapporto all esposizione a rumore.

83 EFFETTI UDITIVI DEL RUMORE Esposizione prolungata a rumore continuo per 8 ore al giorno Fino a 80 db: nessun danno > 80 db: trauma acustico cronico o ipoacusia da rumore Rumore molto intenso, anche se breve (scoppio): ipoacusia da trauma acustico acuto

84 RUMORE EFFETTI UDITIVI Ipoacusia da rumore sintomatologia, si hanno 4 stadi di progressione del danno: 1 stadio: acufeni a tonalità acute, sensazione di orecchio pieno, audiometria normale o lieve innalzamento della soglia a 4000 Hz o perdita dell udito reversibile con l allontanamento. 2 stadio: completa assenza di sintomatologia soggettiva eccetto rari acufeni, audiometria innalzamento della soglia a 4000 Hz (30 40 db) 3 stadio: non sente il ticchettio dell orologio, alza il volume, audiometria aumento della soglia 4000 Hz (60 db) e vengono interessate le frequenze vicine 4 stadio: sordità da rumore. Difficoltà ad udire la voce parlata. Suoni percepiti male, Recruitment, reclutamento delle cellule laterali con conseguente minor caratterizzazione del suono in frequenza associato ad un improvviso aumento della sensazione uditiva per piccoli aumento di intensità.

85 EFFETTI EXTRAUDITIVI Aumento/diminuzione della frequenza cardiaca e circolatoria; Aumento della pressione arteriosa; Aumento della frequenza respiratoria; Modificazioni funzionali del sistema nervoso e neurovegetativo, irritabilità, insonnia, ansia, cefalea; Aumento della motilità e secrezione gastrica. Può contribuire all aumento degli infortuni sul lavoro facendo diminuire l attenzione e la concentrazione degli operatori e la percettibilità dei segnali acustici.

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