IL FORO DI AUGUSTO SCOPERTE E RESTAURI RECENTI ( ) (di Roberto Meneghini)

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Fabia Carella
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1 1 IL FORO DI AUGUSTO SCOPERTE E RESTAURI RECENTI ( ) (di Roberto Meneghini) A partire dal 1998 il Foro di Augusto è stato oggetto di interventi di scavo e restauro, da parte della Sovrintendenza Capitolina, che hanno notevolmente accresciuto la conoscenza della sua forma architettonica oltre a permettere interventi conservativi di settori pavimentali particolarmente degradati. Come sappiamo, una larga parte del Foro fu riportata in luce tra il 1924 e il 1932 quando, nel quadro del progetto di apertura della nuova via dell Impero, fortemente propugnato da Corrado Ricci, venne sterrata, dal Governatorato di Roma, la parte orientale del complesso, con i corrispondenti due emicicli e i resti del tempio di Marte Ultore, per più di 4500 mq. Da allora in poi si consolidò definitivamente, nella tradizione degli studi di architettura antica, una immagine planimetrica del Foro di Augusto che soltanto con i recenti scavi è stato possibile modificare e che proponeva una piazza munita di portici sui lati lunghi con una coppia di emicicli di 40 mt di diametro e con il tempio di Marte addossato al muraglione perimetrale del lato est. Tra il 1998 e il 2000 e poi tra il 2004 e il 2006, con due successive campagne di scavo che hanno coinvolto largamente anche il vicino Foro di Traiano, la Sovrintendenza Capitolina ha rimesso in luce altri 1000 mq circa del complesso augusteo, corrispondenti all area centrale della piazza. Queste indagini hanno permesso di comprendere che la planimetria originaria del Foro era ben più articolata di quella tradizionale, realizzata sulla base dei risultati degli scavi del Governatorato. Si è infatti rinvenuto il tratto iniziale della fondazione di un altro emiciclo, aperto in origine anch esso sul portico settentrionale e poi cancellato dalla costruzione delle estreme strutture del Foro di Traiano a contatto con quello di Augusto.

2 2 In tal modo il Foro augusteo si arricchisce di una seconda coppia di emicicli che, analogamente a quelli già noti, sono certamente identificabili come sedi dei numerosi tribunali che vi operavano e che facevano del complesso un vero e proprio palazzo di giustizia. Le due strutture semicircolari sopravvissero per circa un secolo, dall inaugurazione del 2 a.c. fino alla demolizione che, per l emiciclo meridionale avvenne certamente a causa della realizzazione del Foro di Nerva, inaugurato nel 97 d.c., mentre, per quello settentrionale, fu dovuta alla costruzione di una corte porticata su tre lati che costituiva il trait d union fra il Foro di Traiano e il portico settentrionale di quello di Augusto e avvenne entro il d.c. Lo scavo più recente ha poi permesso di indagare la zona centrale della piazza, dove si pensava che potesse trovarsi il basamento della quadriga trionfale in bronzo dell imperatore, citata dalle Res Gestae, ma del quale non si è rinvenuta traccia. Completati gli scavi, nel 2006, la Sovrintendenza Capitolina ha effettuato, nel , un intervento di restauro, diretto dall architetto Virginia Rossini e mirato alla conservazione dei pavimenti marmorei della piazza e dei portici del Foro. Gli ultimi restauri su queste pavimentazioni risalivano infatti agli anni 70 dello scorso secolo e molte parti delle lastre in marmi colorati superstiti dei portici erano ancora allettate su uno strato di cemento armato realizzato subito dopo la scoperta, nel Paradossalmente proprio questo accorgimento ne ha permesso la conservazione, evitandone lo sbriciolamento, e l intervento dello scorso anno ha permesso anche di consolidare questa singolare ma assai funzionale sistemazione. Si è anche restaurata la pavimentazione in lastroni di marmo lunense, rimasta in situ per un ampia superficie lungo il fianco settentrionale del tempio di Marte Ultore, riportando in luce ed

3 3 evidenziando i resti, molto ben conservati, del pilone nord dell arco di Druso, realizzato da Tiberio nel 19 a.c. Al momento, dopo una sospensione di circa un anno, si stanno per riprendere i lavori che prevedono il completamento del restauro degli elementi marmorei e il ripristino formale e funzionale, progettato dall architetto Marisa Fochetti, del tratto inferiore dello scalone di accesso settentrionale che in origine, come risulta ben visibile nella ricostruzione che vedete, era incluso in un edificio a più piani compreso tra l arco e il muraglione perimetrale in blocchi di peperino. Le attività della Sovrintendenza Capitolina sull area archeologica dei Fori Imperiali, dopo la conclusione degli scavi, hanno comunque riguardato anche i Fori di Cesare e della Pace. Nel Foro di Cesare è stata restaurata, tra il 2006 e il 2012, la ricca pavimentazione marmorea tardoantica in opus sectile a grande modulo, realizzata probabilmente da Massenzio fra il 306 e il 312, che rivestiva il piano di calpestio del portico meridionale della piazza alle spalle della Curia Senatus. Il pavimento è composto di grandi lastre di marmi colorati, principalmente granito grigio e cipollino, ed è conservato per quasi 200 mq. Sempre nel Foro di Cesare, in corrispondenza dell opposto limite settentrionale del complesso, è stato realizzato, nel 2013, un ulteriore intervento di restauro sugli intonaci della c.d. Basilica Argentaria. Questi intonaci furono scoperti assieme ai resti dell edificio, nel 1932, e risultano pertinenti a una fase edilizia databile al III sec. d.c.; essi appaiono coperti di graffiti antichi in larga parte relativi a citazioni da opere letterarie, soprattutto dall Eneide di Virgilio. Per il Foro o Tempio della Pace, lo straordinario complesso architettonico eretto da Vespasiano tra il 70 e il 75 d.c. e che era considerato dagli antichi più un santuario che un foro vero e proprio, la

4 4 Sovrintendenza Capitolina sta elaborando un progetto articolato e di particolare interesse in accordo con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma. Entrambe le istituzioni, infatti, per un singolare intreccio di vicende storiche tipico della città di Roma, condividono la responsabilità di gestione dei resti del Foro, per fortuna sin qui in armonia. Del monumento, fino a quindici anni or sono, non erano visibili che le strutture inglobate nel monastero dei SS. Cosma e Damiano oltre all aula della Forma Urbis mentre, gli scavi recenti, hanno finalmente permesso di riportarne in luce una superficie pari al 20% circa dell originaria estensione. In corrispondenza dell estremo settore nord-occidentale del monumento, lo scavo comunale del ha scoperto un ampio tratto terminale del portico della piazza e il recupero di numerose decine di spezzoni delle colonne del portico stesso, in granito rosa di Assuan, permette ora, all architetto Marisa Fochetti e all ingegner Mario Bellini, la realizzazione di un progetto di anastilosi di alcune di queste colonne del quale vedete qui una simulazione. Il progetto prevede anche lo scavo di un tunnel di collegamento tra i settori scavati ancora non comunicanti del Foro, presso la facciata del monastero dei SS. Cosma e Damiano oltre al restauro del pavimento marmoreo, in grave stato di degrado, dell aula della Forma Urbis. I risultati degli scavi del Foro della Pace sono stati anche oggetto di una ampia sezione della mostra: La Biblioteca Infinita, tuttora in corso presso l Anfiteatro Flavio, in occasione della quale, oltre ad alcuni eccezionali reperti di scavo, è stata presentata la pianta archeologica del monumento che si prevede di ampliare agli altri Fori e che è stata realizzata dalla società Azimut. Concludo questa breve rassegna informativa dei lavori in corso sui Fori Imperiali citando soltanto il completamento della nuova recinzione della Basilica Ulpia, avviato nel 2008 dall architetto Maurizio Anastasi con cristalli antisfondamento che ben si sovrappongono alle ormai storiche

5 5 transenne crociate, oltre alla sistemazione di quaranta pannelli didattici lungo i parapetti dell intera area che in parte sono stati già collocati in corrispondenza di via Alessandrina e che verranno completati entro i prossimi due mesi.

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