Le prime piante capaci di vivere al di fuori dell ambiente acquatico si ritiene siano state simili alle attuali briofite
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- Gennara Micheli
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1 Le prime piante capaci di vivere al di fuori dell ambiente acquatico si ritiene siano state simili alle attuali briofite
2 Briofite Antocerote Epatiche Muschi
3 Sono piante di dimensioni molto piccole la cui lunghezza varia da una specie all altra da pochi mm a cm
4 Alcune briofite come quest epatica hanno un aspetto laminare ed un portamento prostrato che viene indicato come habitus talloso
5 i muschi possono avere un portamento eretto ma, non possedendo ancora pareti cellulari lignificate, mantengono dimensioni ridotte, raggiungendo soltanto pochi centimetri di altezza. L habitus (o aspetto) dei muschi viene detto cormoide, cioè simile ad un cormo (il corpo di una pianta vascolare).
6 Nelle briofite ad habitus cormoide nella piantina si distinguono i rizoidi, il cauloide ed i filloidi filloidi cauloide rizoidi
7 Le briofite vivono in colonie, costituite da molte piantine. Singola piantina
8 A seconda delle specie le briofite possono formare colonie simili a tappeti
9 Oppure colonie di forma emisferica, simili a cuscini
10 Vivono nei boschi, ad esempio sui tronchi degli alberi
11 Negli ambienti umidi
12 Sul suolo anche in ambienti antropizzati
13 Muretto che fiancheggia una strada all interno della città universitaria a Palermo
14
15 Piantine di muschio che crescono sul tronco di un albero in una strada di Palermo
16 Insieme ai licheni le briofite caratterizzano le formazioni di tundra. Costituiscono i principali costituenti degli ecosistemi di torbiera.
17 Come si riproducono?
18 Per riprodursi le briofite possono formare delle strutture che si chiamano sporofiti, che raggiunta la maturità liberano le spore. capsula Sporofito (pianta che produce spore) seta Gametofito (pianta che produce gameti)
19 Le piante possono andare incontro a riproduzione vegetativa tramite strutture specializzate formate sulle foglie o sui talli chiamate propaguli. L epatica Lunularia cruciata
20 Lo sporofito si forma in seguito a fecondazione. La fecondazione avviene in strutture dette gametangi che contengono i gameti maschili (anterozoidi) e femminili (oosfera). Avvenuta la fecondazione si forma una struttura troficamente dipendente dal gametofito chiamata sporofito. Le spore da esso liberate daranno origine ad un nuovo gametofito.
21 Gametofito e sporofito costituiscono due generazioni differenti per: diverso numero di genomi, diversa morfologia, diversa struttura diversa modalità di nutrizione
22 Colonia di muschio in cui si riconoscono gametofiti e sporofiti
23 Sporofito Lo sporofito è costituito tipicamente da tre parti: lo sporangio chiamato capsula (sempre presente) la seta (più o meno lunga o assente) il piede (sempre presente)
24 La deiscenza della capsula avviene generalmente mediante la caduta di un coperchio (l opercolo) e la fuoriuscita delle spore viene favorita da un sistema di filamenti (detti denti ) chiamato peristomio.
25 Piantine di muschio appena formatesi dal protonema sottostante
26 Una elevata diversità specifica! Bryum Climacium Dicranum Paludella Neckera Dendroalsia Encalypta Plagiopus Ptilium Schistidium Climacium Pleuridium Funaria Distichium Hypnum Differenti generi di muschi.
27 i filloidi Questi sono piani o più o meno concavi, da lineari a orbicolari. Molte foglioline possono essere longitudinalmente plicate, o ondulate, o rugose. L apice può essere da ottuso ad acuto, da acuminato a troncato o retuso. Nei muschi è generalmente presente una pseudonervatura
28 Le principali strategie adattative che permettono soprattutto la sopravvivenza in condizioni di forte illuminazione e/o aridità, frequenti nell ambiente mediterraneo ( per il clima, gli incendi e l antropizzazione) sono: capacità di ridurre al minimo il metabolismo cellulare (piante peciloidre) costituzione di riserve d acqua (attraverso la formazione di strutture contenitrici e di sistemi capillari che ne garantiscono anche una buona distribuzione nel corpo gametofitico) presenza di peli o scaglie di colore bianco che possano costituire schermi riflettenti la luce sistemi di ripiegamento delle diverse porzioni del corpo che consentono di ridurre al minimo le superfici esposte all aria forma e compattezza delle colonie che riducono le dispersioni d acqua riduzione del ciclo che consente di trascorrere l estate mediterranea sotto forma di spore o organi sotterranei
29 Riduzione della evaporazione tramite uno schermo riflettente Syntrichia Bryum Grimmia
30 Avvolgimento e ripiegamento dei caulidi e dei rami o dei fillidi. Ad es.: Leptodon, Bryum, Tortula, Didymodon e molte Pottiaceae Tortella nitida Bryum capillare
31 L importanza ecologica delle briofite è da riferirsi a: Capacità di colonizzare substrati rocciosi nudi, sia compatti sia incoerenti, dando avvio ai processi pedogenetici (alterazione e disgregazione delle rocce o compattazione e stabilizzazione, apporto di sostanza organica). Capacità di colonizzare i suoli percorsi da incendi. Nella ricolonizzazione postincendio svolgono un ruolo rilevante assorbendo i sali minerali contenuti nelle ceneri, evitandone il dilavamento o la rimozione da parte del vento. Inoltre la loro rapida crescita da spore o organi sotterranei è importante per la stabilizzazione del suolo. Capacità di accumulare notevoli quantità di acqua e cederla lentamente all aria, intervenendo sul bilancio idrico degli ecosistemi (in particolare ecosistemi forestali, tundre, torbiere) e sul clima locale Capacità di formare tappeti più o meno continui che coprono i suoli, rallentando il deflusso delle acque piovane e proteggendoli dall erosione Capacità di alcune specie che vivono negli stillicidi calcarei di utilizzare l anidride carbonica dell acqua, determinando la precipitazione di calcare sul loro corpo e contribuendo alla loro morte alla formazione di rocce sedimentarie terrestri porose (tufi, travertini) Capacità di alcune specie di entrare in simbiosi con cianoficee fissatrici di azoto atmosferico, contribuendo ad un arricchimento in azoto dei suoli
32 Piantine del muschio Timmiella barbuloides nello stato idratato
33 Piantine del muschio Timmiella barbuloides nello stato disidratato
34 Sphagnum palustre, tipico esempio di muschio delle torbiere
35 Porzione di colonia di Sphagnum palustre con sporofiti
36 Di cosa bisogna tenere conto in un progetto sui muschi? (tesi di laurea di Stefania Macaluso) 1) La conoscenza. In genere i bambini non associano il muschio alle piante. Lo immaginano come una massa amorfa; 2) Le dimensioni ridotte.
37 Disegno di un presepe fatto da un bambino di una classe 4 all inizio del progetto
38 Una buona strategia metodologica. La creazione di modelli
39 Ma anche l osservazione di campioni ad occhio nudo, con lente di ingrandimento, e se possibile al microscopio.
40 E alla fine
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