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1 Settore Politiche per l Agricoltura e Gestione Faunistica CORSO PER L ABILITAZIONE ALLA CACCIA AL CINGHIALE IN FORMA COLLETTIVA I Modulo Parte generale Generalità sugli Ungulati Guido Tosi 2010

2 UNGULATI Sistematica Morfologia Eco-etologia Distribuzione e status delle specie italiane

3 Sistematica degli Ungulati Regno: ANIMALI Sottotipo: VERTEBRATI (Con cranio e colonna vertebrale) Superclasse: Tetrapodi (Con quattro zampe) Classe: MAMMIFERI (Con peli e ghiandole mammarie) Superordine: UNGULATI (Con zoccoli)

4 Superordine: UNGULATI (Mammiferi dotati di zoccoli) Due ordini: ARTIODATTILI Poggianti su un numero pari di dita (4 = ). Adattamento per facilitare la corsa su terreno accidentato. Es.: Cinghiale, Capriolo, Camoscio, Muflone.. PERISSODATTILI Poggianti su un numero dispari di dita (3 = ). Adattamento per facilitare la corsa su terreno piano. Es.: Equidi, Rinocerotidi, Tapiridi 2 e 5 dito in genere ridotti = speroni (o guardie)

5 Ordine ARTIODATTILI. Sottordine RUMINANTI Apparato digestivo costituito da uno stomaco suddiviso in quattro settori: rumine, reticolo, omaso e abomaso. Specializzato nella digestione di alimenti esclusivamente di origine vegetale grazie alla presenza nel rumine di una ricca flora batterica. Animali caratterizzati da una dieta vegetariana. Sottordine SUIFORMI Apparato digestivo costituito da uno stomaco unico. Specializzato nella digestione di alimenti di origine vegetale e animale grazie agli abbondanti succhi gastrici prodotti. Animali caratterizzati da una dieta onnivora che prevede una quota di proteine di origine animale. Hanno la capacità di nutrirsi in tempi brevi, ingerendo grosse quantità di cibo e poi digerirlo in aree più sicure. Es.: Capriolo, Cervo, Daino, Muflone. Non possiedono tale capacità. Es.: Cinghiale.

6 Apparato digerente di RUMINANTE (ru = rumine; r = reticolo; o = omaso; ab = abomaso) Apparato digerente di SUIFORME

7 Superordine: UNGULATI Ordine: ARTIODATTILI Sottordine: Famiglia: RUMINANTI BOVIDI CERVIDI SUIFORMI SUIDI

8 Famiglia BOVIDI (Bovidae) Sottofamiglia CAPRINE (Caprinae) Tribù Specie CAPRINI Stambecco (Capra ibex) Capra di Montecristo (Capra aegagrus) Muflone (Ovis orientalis) (Ammotrago) (Ammotragus lervia) Tribù Specie RUPICAPRINI Camoscio alpino (Rupicapra rupicapra) Camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica)

9 CAPRINI presenti in Italia Capra ibex Capra aegagrus Ovis orientalis Ammotragus lervia

10 RUPICAPRINI presenti in Italia Rupicapra rupicapra Rupicapra pyrenaica

11 Famiglia CERVIDI (Cervidae) Sottofamiglia CERVINI (Cervinae) Specie Cervo (Cervus elaphus) Daino (Cervus/Dama dama) Capriolo (Capreolus capreolus) Famiglia SUIDI (Suidae) Sottofamiglia SUINI (Suinae) Specie Cinghiale (Sus scrofa)

12 CERVIDI/CERVINI presenti in Italia Cervus/Dama dama Cervus elaphus Capreolus capreolus

13 SUIDI/SUINI presenti in Italia Sus scrofa Sus scrofa scrofa, cinghiale centro-europeo Sus scrofa majori, cinghiale maremmano Sus scrofa meridionalis, cinghiale sardo

14 Morfologia degli Ungulati: Bovidi Cervidi e Suidi Struttura degli arti e impronte A - B = Bovidi - Cervidi C = Suidi (Cinghiale) CINGHIALE

15 C = Cinghiale

16

17 Impronta Più grossa e arrotondata nei maschi Più piccola e appuntita nelle femmine e nei giovani.

18 Morfologia degli Ungulati: Bovidi - Cervidi Trofeo: Corna e palchi Corna: strutture permanenti di sostanza cornea dei Bovidi Camoscio: corna poco differenziate presenti in entrambi i sessi, caratteristica di primitività che testimonia la recente storia evolutiva della specie

19 Corna: presenti, nei Bovidi, in entrambi i sessi (parziale eccezione nel Muflone)

20 Corna: strutture a crescita continua dei Bovidi (Astuccio corneo + asse osseo/os cornu + tessuto intermedio)

21 Palchi: strutture caduche di sostanza ossea (>Fosfato di calcio) dei Cervidi

22 Palchi: strutture caduche dei Cervidi (> Maschi) (Carattere sessuale secondario) Megacerus giganteus (Pleistocene anni fa)

23 Palchi: strutture caduche dei Cervidi (Presenti in entrambi i sessi nella Renna - Caribù) (Rangifer tarandus)

24 Palchi: strutture caduche dei Cervidi

25 Palchi: pulizia del velluto

26 Palchi: controllo ormonale del ciclo

27 Palchi: controllo ormonale del ciclo Fattori esterni di controllo: durata e intensità della luce Organi coinvolti ( Ghiandole ): 1) Ipofisi 2) Testicoli (Gonadi) Fattori interni di controllo: ormoni 1) Somatotropina 2) Gonadotropina 3) Testosterone

28 Palchi: fattori condizionanti lo sviluppo (Capriolo)

29 Morfologia degli Ungulati: Bovidi Cervidi e Suidi Ghiandole

30

31 Ghiandole mammarie (Mammelle)

32 Morfologia degli Ungulati: Bovidi Cervidi e Suidi Dimorfismo sessuale: Peso

33 Peso influenzato da: Sesso Eta Periodo annuale Fattori individuali Fattore stagionale Densita di popolazione Stato di salute individuale Zona geografica Fattori di popolazione Fattore geografico/ambientale

34 Morfologia degli Ungulati: Bovidi Cervidi e Suidi Mantello: Pelo di borra (sottopelo) e pelo di giarra

35 Cinghiale: scarso sottopelo (> grasso) folto pelo di giarra (setole)

36 Mantello: 2 mute stagionali (Primaverile e Autunnale) (1 muta, primaverile, nello Stambecco) Mantello invernale

37 Muta primaverile Primi a cambiare il pelo: i piu giovani (Anticipi di giorni) Mantello estivo Muta autunnale (Mantello invernale)

38 Morfologia degli Ungulati: Cervidi Mantello: Specchio anale (Cervo) (Particolarmente evidente in inverno)

39 Mantello: Specchio anale (Daino) (Particolarmente evidente in inverno)

40 Mantello: Specchio anale (Capriolo) (Particolarmente evidente in inverno)

41 Morfologia degli Ungulati: Cervidi Mantello: maculatura dei piccoli (Sino a 3 mesi)

42 Morfologia degli Ungulati: Cervidi Mantello: maculatura degli adulti (Primitività) FAMIGLIA : CERVIDI Daino (Cervus / Dama dama) 4 SOTTOFAMIGLIE: 1. Cervulini o Muntiacini (Asia: Sud Est) 2. Idropotini (Asia: Cina e Corea) 3. Neocervini o Odocoileini (America:Sud) 1. Cervini (Europa Nord Africa Asia Nord America): 16 specie Cervo sika (Cervus nippon) Cervo pomellato o Chital (Cervus axis)

43 Morfologia degli Ungulati: Suidi Denti: Formula dentaria = (42)/44 denti (3)/4. 3

44 Morfologia degli Ungulati: Cervidi Denti: Possibile presenza di canini superiori Canino superiore = Cervo (Talvolta Capriolo maschio) Diastema

45 Morfologia degli Ungulati: Bovidi Denti: Assenza di canini superiori Diastema

46 Morfologia degli Ungulati: Cervidi e Bovidi Denti: Formule dentarie Cervidi 0. (1) = 32/ Bovidi =

47 Morfologia degli Ungulati: Cervidi e Suidi Denti: Usura di molari e premolari

48 Storia e status attuale degli Ungulati in Italia

49 Evoluzione della consistenza del Camoscio in Provincia di Bergamo ( ) 2008 = (Esclusa AFV VBB)

50 Motivazioni dello status attuale: cambiamenti nella situazione ambientale Abbandono delle aree montane = Espansione a basse altitudini

51 Motivazioni dello status attuale: riconoscimento dei valori degli Ungulati (e della fauna selvatica)

52 Motivazioni dello status attuale: attuazione di una corretta gestione faunistico-venatoria degli Ungulati Gestione passiva = Protezione/Tutela (Oasi) Ex ante I Valutazione della: consistenza e struttura delle popolazioni (Conteggi); GESTIONE F.V. Gestione attiva potenzialità faunistica del territorio (Modelli di Valutazione Ambientale)

53 ANALISI COMPARATIVA DELLE CONOSCENZE VALUTAZIONE CONSISTENZE (E STRUTTURA) PROTEZIONE VALUTAZIONE POTENZIALITA RIQUALIFICAZIONE FAUNISTICA / AMBIENTALE

54 Motivazioni dello status attuale: attuazione di una corretta gestione faunistico-venatoria degli Ungulati Gestione passiva = Protezione/Tutela (Oasi) Gestione passiva = Protezione/Tutela Ex ante I GESTIONE F.V. Gestione attiva Valutazione della: consistenza e struttura delle popolazioni; potenzialità del territorio Realizzazione di interventi di riqualificazione: faunistica (Reintroduzioni Ripopolamenti) ambientale (Miglioramenti amb.)

55 Motivazioni dello status attuale: attuazione di una corretta gestione faunistico-venatoria degli Ungulati Gestione Gestione passiva passiva ==Protezione/Tutela Protezione/Tutela(Oasi) Ex ante I Valutazione della: consistenza e struttura delle popolazioni; potenzialità del territorio GESTIONE F.V. Gestione attiva Realizzazione di interventi di riqualificazione: faunistica ambientale Organizzazione del personale e realizzazione delle strutture per la sorveglianza, il monitoraggio e il prelievo

56 Organizzazione di personale e strutture per la caccia agli Ungulati AFV Valbelviso Barbellino (BG - BS - SO) ORGANIZZAZIONE 1 Direttore 1 Capoguardia 10 guardiacaccia 3 fuoristrada 13 Case di caccia SUPERFICIE: Ha

57 Realizzazione di strutture per il monitoraggio e il prelievo

58 ANALISI COMPARATIVA DELLE CONOSCENZE VALUTAZIONE CONSISTENZE PROTEZIONE VALUTAZIONE POTENZIALITA RIQUALIFICAZIONE CONTROLLO Catture PREVENZIONE PRELIEVO Abbattimento

59 ANALISI COMPARATIVA DELLE CONOSCENZE VALUTAZIONE CONSISTENZE PROTEZIONE VALUTAZIONE POTENZIALITA RIQUALIFICAZIONE PREVENZIONE CONTROLLO PRELIEVO DI CONTROLLO PRELIEVO VENATORIO

60 GESTIONE FAUNISTICO-VENATORIA DEGLI UNGULATI Protezione/Tutela (Oasi)?? Ex ante II GESTIONE F.V. Pianificazione del prelievo venatorio: per quantità per struttura (per qualità) Gestione attiva Realizzazione del prelievo Verifica del prelievo

61 Verifica del prelievo 1) Misure biometriche 2) Controlli sanitari

62 Gestione faunistico-venatoria degli Ungulati: figure Zoologi e tecnici faunistici Agenti di vigilanza Conduttori di cani (e cani) da recupero Capisquadra (Accompagnatori, Cacciatori esperti Selecontrollori) Cacciatori in caccia collettiva (e/o di selezione)

63 Gestione faunistico-venatoria degli Ungulati: ruoli Ricerca applicata Coordinamento Zoologi e tecnicie faunistici verifica Prevenzione, Agenti di vigilanza repressione, supporto al coordinamento Realizzazione del controllo Conduttori Servizio di di recupero cani (e cani) dei capi da recupero feriti Capisquadra Supporto (Accompagnatori, al coordinamento Cacciatori esperti Coordinamento operativo Selecontrollori) diretto dei cacciatori Realizzazione del prelievo e del controllo Cacciatori Partecipazione in cacciaalle collettiva attività(e/o di gestione di selezione) Realizzazione del prelievo venatorio

64 STAMBECCO (Capra ibex ibex) Specie di alto valore simbolico ed economico Simbolo della fauna alpina Simbolo della selvaggina alpina

65 Storia della scomparsa e del ritorno 1820: sopravvivenza solo nel Gran Paradiso : Stretta protezione venatoria : primi interventi di protezione 1836: Regie patenti e istituzione della Riserva reale di Caccia del Gran Paradiso (150 guardaparco!) grazie a Re Vittorio Emanuele II : prime re-introduzioni con ibridi (CH, SLO) 1875: Legge svizzera sulla protezione della fauna

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67 : Stretta protezione venatoria... Ripresa della popolazione del PNGP 5000 Abundance

68 : Situazione di emergenza a livello di arco alpino 1906: avvio della riproduzione in cattività di stambecchi illegalmente sottratti dal PNGP e portati al Wildpark Peter und Paul di S.Gallo (CH) : non meno di 109 stambecchi traslocati in zoo svizzeri (soprattutto WPP e Interlaken) dal PNGP. Prime colonie create con ibridi in Svizzera: Graue Horner (1911), National Park (1920), Piz Albris (1921) : prima nuova colonia creata in Italia, nelle Alpi Marittime.

69 : Traslocazioni a buon senso Creazione di nuove colonie con stambecchi catturati in natura, dal PNGP (Parco dal 1922) e da colonie svizzere: Piz Albris, Augstmatthorn, M. Pleureur Reintroduzioni in Svizzera (1948), Slovenia (1951), Austria (1953), Francia (1958) In Italia nuove colonie create a partire dagli anni 60 (Val d Aosta). In Italia: specie protetta nel 1969; specie particolarmente protetta nel 1977.

70 : Approccio in base ai criteri della Biologia della Conservazione Avvio di una pianificazione delle reintroduzioni sulla base di valutazioni oggettive dell idoneità ambientale Avvio di programmi di monitoraggio dei risultati : Tosi et al., Habitat Evaluation Model : IUCN Position statement : III Wildlife Biology Congress Guidelines L.N. 157/1992 passaggio da specie particolarmente protetta a protetta

71 : 2005 Approccio in base ai criteri della Biologia della Conservazione Analisi dei risultati Dinamica dello stambecco sulle Alpi italiane ABUNDANCE MEAN ANNUAL GROWTH RATE PERIOD

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74 Limite occidentale dell area di presenza della rogna sarcoptica

75 Crisi demografica della colonia del PNGP: stambecchi nel stambecchi attuali. (Cause ipotizzate: dipendenza dalla densità e/o andamenti meteoclimatici condizionanti i tassi di sopravvivenza dei capretti) 5000 Abundance

76 Distribuzione delle popolazioni di stambecco sull arco alpino al 2007 (In Italia capi in colonie)

77 Evoluzione numerica dello stambecco sull arco alpino al IBEX

78 Consistenze dello stambecco nei diversi paesi dell arco alpino al (63)

79 MUFLONE (Ovis orientalis musimon) Specie importata, agli albori della domesticazione, nel Neolitico, in Sardegna e Corsica, poi rinselvatichita e introdotta sul continente (Specie alloctona?)

80 Distribuzione europea del muflone Ovis orientalis musimon (O. gmelini musimon)

81 2000: Consistenza totale di circa capi: in Sardegna sull arco alpino 3000 nel resto d Italia

82 Muflone in Lombardia: specie alloctona introdotta agli inizi degli anni capi traslocati nel 1971 nell AFV Valbelviso Barbellino (SO BG - BS) dall Azienda Fauno Forestale di Miemo (PI)

83 Azienda Faunistico Venatoria Valbelviso-Barbellino (SO - BG - BS)

84 Analisi critica della presenza del Muflone sulle Alpi Competizione spaziale ( e alimentare) con il Camoscio

85 Analisi critica della presenza del Muflone sulle Alpi Trasmissione agenti patogeni Ovini - Muflone - Camoscio

86 Analisi critica della presenza del Muflone sulle Alpi Fattori di problematicità per il Camoscio

87 Analisi critica della presenza del Muflone in Valle Belviso Interesse venatorio (e turistico) Consistenze muflone AGNELLI 60 TOTALE PRIMAV Anno Totale Mantenimento sotto controllo / Graduale eradicazione

88 Analisi critica della presenza del Muflone nelle Prealpi e negli Appennini Interesse venatorio: valenza didattica....e possibilità di utilizzo faunistico-venatorio di aree marginali

89 Linee guida per la gestione del Muflone nel territorio della Regione Lombardia Carta delle vocazioni faunistiche della Regione (1984) Areale potenziale del Muflone in provincia di Varese

90 Linee guida per la gestione del Muflone nel territorio della Regione Lombardia Carta delle vocazioni faunistiche della Regione (1984) Piano faunistico - venatorio della Regione (2001)

91 Linee guida: possibile immissione del Muflone nell area insubrica

92 Applicazione delle linee guida Distribuzione delle popolazioni lombarde di Muflone 1 colonia sulle Alpi - 8 (9) colonie sulle Prealpi

93 Origine, dinamica, attuale consistenza (e prelievo) delle popolazioni lombarde di Muflone Consistenza totale 2004: Prelievo selettivo del Muflone nel 2004: 89 capi

94 Dinamica e gestione del Muflone in provincia di Varese (ATC 1) ANNO Totale capi censiti Piano di prelievo Percentuale piano Prelievo effettuato Percentuale prelievo ,2% % ,4% 20 80% ,6% 25 89% ,7% 33 75%

95 AMMOTRAGO (Ammotragus lervia)

96 1993: fuga Castelveccana (VA) Insediamento sui versanti rocciosi del Lago Maggiore (Monte Nudo, Monte Colonna e Monte Pian della Nave) Abbattimenti di controllo (pochi individui) Riscontri di avvenuta riproduzione Consistenza attuale: una decina di individui (?)

97 CAMOSCIO ALPINO O DELLE ALPI (Rupicapra rupicapra rupicapra) CAMOSCIO APPENNINICO O D ABRUZZO (Rupicapra pyrenaica ornata) Rupicapra pyrenaica ornata Rupicapra rupicapra rupicapra

98 Rupicapra rupicapra: 7 sottospecie

99 Camoscio alpino (Rupicapra rupicapra rupicapra) Status in Italia Forte diminuzione nel corso del Minimo storico intorno al 1930 Timida ripresa a partire dal Notevole incremento dal 1975 al 1995 Attuale consistenza circa capi

100 Status del Camoscio in Lombardia: distribuzione attuale

101 Evoluzione delle consistenze del Camoscio nelle province alpine della Regione Lombardia: (PFVR, 2001)

102 Evoluzione delle consistenze del Camoscio nelle province alpine della Regione Lombardia: Consistenza 2008 = (Escluso PNS) Consistenza potenziale PSF: (*Incluso PNS)

103 Presenza del camoscio in provincia di Varese Distribuzione del Camoscio in provincia di Varese

104 Dinamica e gestione del Camoscio in provincia di Varese

105 CERVO ROSSO (Cervus elaphus hippelaphus)

106 Cervo rosso - Cervus elaphus 16 sottospecie in Europa - Nord Africa - Asia 9 sottospecie (Elafi elafoidi) in Europa (8) e in Nord Africa (1) 2 sottospecie in Italia

107 8 sottospecie in Europa (2 in Italia)

108 INFS Ungulates Databank Dinamica storica Distribuzione nel 1950 XIII secolo INFS

109 INFS Ungulates Databank 1970: : : : : : > Ampliamento della distribuzione in Italia Alpi Appennini Sardegna Appennino bolognese foto Dal Pian

110 INFS Ungulates Databank Varese 2000 Status 2005 Reggio E. e Modena Grosseto Diffuso > 500 capi) Localizzato < 500 capi) Colonizzazione naturale/rilasci Mesola Sardegna

111 Consistenze Consistenze Trentino-Alto Adige Abruzzo Veneto Friuli Venezia Giulia 3425 Alpi Orientali Molise Presente Presente 4854 Lazio Campania Assente Presente Piemonte Puglia Presente Presente Valle d Aosta Assente Assente Lombardia Basilicata Presente Presente Alpi Occidentali e Centrali Liguria Calabria Sicilia Assente Assente Assente Assente Sardegna 2700? Emilia-Romagna Toscana Appennini Centrali e meridionali Marche Assente Presente Umbria Presente Presente Appennini Sett.nali e Centrali 2005 = > capi

112 INFS Ungulates Databank Distribuzione (%) del Cervo nelle diverse Regioni Trentino-Alto Adige 32% Veneto 11% Friuli-Venezia Giulia 9% Sardegna 6% Lombardia 15% Valle d'aosta 2% Piemonte 9% Abruzzo 4% Toscana 5% Emilia-Romagna 7%

113 INFS Ungulates Databank Trend delle popolazioni di Cervo nei diversi settori delle Alpi 2000 Alpi Occidentali-Centrali % Alpi Orientali +25% Appennini +29% N (Migliaia) 25 30

114 Storia e distribuzione del Cervo nelle Alpi lombarde Scomparsa fine Ricolonizzazione spontanea dalla Svizzera Rapido incremento e ampliamento areali dai primi anni 70 ( 80)

115 Consistenze del Cervo nelle province alpine della Regione Lombardia (PFVR, 2000) Relativa stabilizzazione dalla metà degli anni 90 LO 2000: (PFVR) / (INFS) (16% dei in Italia) LO 2005: 8.000

116 Dinamica e gestione del Cervo in provincia di Varese ATC CAC 1

117 DAINO (Cervus / Dama dama dama)

118 Distribuzione del Daino in Europa Areale originario nella porzione più orientale del bacino del Mediterraneo. Unica popolazione residua originale, con tutta probabilità, quella di Dùzler in Turchia (Parco Nazionale di Termessos) vicino ad Antalya. Attualmente distribuzione quasi completamente artificiale. Comune in molte aree dell Europa occidentale, particolarmente abbondante in Inghilterra.

119 Origini delle popolazioni (europee e) italiane di Daino L origine delle popolazioni italiane è sconosciuta. Allo stato attuale delle conoscenze il Daino deve essere comunque considerato specie alloctona per il territorio italiano. Molti Autori hanno in passato ritenuto che il Genere si sia estinto in Europa occidentale durante la glaciazione Wùrmiana e che la specie fosse stata introdotta in epoca storica. Peraltro alcuni graffiti rupestri provenienti da Lazio, Puglia e Sicilia suggeriscono la permanenza di popolazioni residue durante il periodo Tardo Glaciale. Recenti ricerche archeozoologiche hanno mostrato che le prime introduzioni sono state effettuate nel Neolitico. La presenza di popolazioni di Daino in Italia durante il periodo romano non è documentata, mentre la specie era sicuramente presente nel Medioevo. Le popolazioni italiane più antiche potrebbero essere quelle di Castelporziano (documentata dall XI secolo) e San Rossore (nota dal XIV secolo). Recenti analisi genetiche hanno mostrato un elevato grado di polimorfismo genetico della popolazione di Castelporziano, che potrebbe confermare una sua maggiore antichità.

120 Distribuzione del Daino in Italia Areale attualmente occupato circa Km:interessa soprattutto la Toscana, l Appennino settentrionale sino alla provincia di Pesaro e l area posta tra la provincia di Pavia, Alessandria e l Appennino ligure. Attualmente presente in 47 province su 103 (46%). Distribuzione (frutto di introduzioni operate dall uomo in epoche diverse) estremamente frammentata in tutto il suo areale, caratterizzata dalla presenza di numerose popolazioni tra loro completamente isolate. In 13 province (13%) consistenza dei nuclei presenti superiore ai 300 individui. In 34 province (33%) presente con piccoli nuclei sparsi di consistenza complessiva scarsa o non quantificata.

121 Consistenza delle popolazioni italiane di Daino Nel periodo consistenza complessiva per l Italia pari a daini, distribuiti in oltre 45 popolazioni spazialmente separate. Nella porzione centro-settentrionale della penisola stimati circa individui. I nuclei presenti in Toscana ed Emilia-Romagna assommano a circa capi, mentre nelle restanti regioni (ad eccezione del Piemonte e del Lazio, dove si sono verificati recenti e consistenti incrementi) le consistenze non oltrepassano mai il migliaio di capi. Regione Consistenza Piemonte 1340 Lombardia 50 (?) Veneto Friuli - Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana 540 Presente Marche 770 Umbria Presente Lazio 950 Campania Puglia Presente 200 Calabria Presente Sicilia Presente Sardegna Totale

122 Status del Daino in Lombardia Tre nuclei: parte sud della provincia di Varese; Parco del Ticino; la popolazione ha avuto origine da immissioni effettuate nella ex Riserva di Caccia, ora Azienda Faunistico Venatoria San Massimo, a partire dagli anni 50. Attualmente la piccola popolazione è stimabile in qualche decina di individui (< 50), distribuiti nei comuni di Groppello Cairoli, Garlasco e Zerbolò. Oltrepò Pavese. La popolazione dell Oltrepò Pavese ha avuto origine da alcune decine di animali tenuti in recinto, e poi fuggiti, nel Comune di Fortunago (Valle Schizzola) alla metà degli anni 70. Attualmente la popolazione occupa un area di 304 kmq, incentrata prevalentemente nelle zone di bassa e media collina; è assente a quote più elevate, maggiori di m s.l.m.

123 CAPRIOLO (Capreolus capreolus capreolus)

124 Status del Capriolo in Italia Capreolus capreolus capreolus (1994) (2000) Capreolus capreolus italicus

125 Storia e status del Capriolo in Lombardia Situazione storica Presenza in tempi storici in Lombardia Riduzione a fine 1800, con permanenza di piccoli nuclei Presenza sporadica nei primi del 1900, nella sola Valtellina Limitata ripresa a partire dagli anni 50 Forte ripresa a partire dagli anni 80 sino al 2000 Apparente stabilità / contrazione dal 2001 anche di programmi di reintroduzione, con oltre 150 capi immessi in diverse località)

126 Status del Capriolo in Lombardia Distribuzione e densità Consistenza 2004 Densità (ind. / 100 ha) nulla < 1.5 / 100 ha / 100 ha > 6.0 / 100 ha

127 2 Status del Capriolo in Lombardia Dinamica nelle province alpine Consistenza VA VA SO AnnoAnno SO CO CO BS BS LC LC BG BG

128 Fattori limitanti a livello regionale 1991 Ambiente 1931

129 Fattori limitanti a livello regionale Cervo 9000 Cervo Capriolo Anno cervo capriolo Consistenza Consistenza

130 Cervo Fattori limitanti a livello regionale

131 Fattori limitanti a livello regionale Cervo

132 Fattori limitanti a livello regionale Bracconaggio / Segugio (uso improprio) L.R.Lombardia 26/93) Investimenti stradali

133 Dinamica e gestione del Capriolo in provincia di Varese ATC 1 CAC

134 CINGHIALE (Sus scrofa scrofa)

135 Grazie per l attenzione.

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