Conferenza il tenuta a Trieste del prof. Giacomo Cavillier

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1 La concezione del tempio funerario del Nuovo Regno e i suoi riflessi sulla magia, religione e regalità dell'antico Egitto di Giacomo Cavillier Collaboratore del Museo Archeologico di Firenze (conferenza del 6 maggio 2005 a Trieste) La cosiddetta Dimora dei Milioni di Anni era il tempio funerario del sovrano, inteso dagli egizi come dimora per l eternità : infatti il simbolo geroglifico di milioni ha anche una connotazione di infinito, di eternità. Con questa definizione l intento del tempio funerario era di fornire un supporto terreno presso che eterno alle funzioni ad esso connesse. Oggetto della presente esposizione è il seguire l evoluzione di queste strutture, in particolare nel Nuovo Regno, cogliendone gli aspetti più interessanti e che sono stati oggetto di studio. Il riferimento finale alle tombe reali è finalizzato al chiarimento dei diversi rapporti tra i templi e le loro funzionalità e le sepolture, sede della relazione del sovrano con le divinità e il loro mondo. Tali considerazioni sono supportate dalle ricerche e studi archeologici effettuati sino ad oggi sui resti delle strutture più imponenti e ben conservate che si trovano nella zona della Tebaide. Derivazione del tempio funerario. Inizialmente si svilupparono necropoli formate da numerose mastabe (termine arabo per: "panche in mattoni d'argilla"), cioè tombe a tronco di piramide, con tetto piatto e pareti inclinate, chiamate così per la loro somiglianza con le panche allora poste di fronte alle case. Le mastabe erano riservate ai membri della famiglia reale, agli alti ufficiali, ai cortigiani e ai funzionari: per la maggior parte avevano un pozzo perpendicolare che conduceva alla camera funeraria, contenente la mummia e il corredo funerario. 1

2 Successivamente, con l evoluzione della regalità e delle possibilità economiche, oltre che tecniche, si arrivò alla creazione di veri e propri edifici, paragonabili ai palazzi reali. Le semplici tombe diventarono templi in cui il sovrano veniva divinizzato. In questo contesto si individuano i templi funerari. Il tempio funerario era un complesso polifunzionale e polivalente che era essenzialmente dedicato al culto delle divinità [comprendendo tra gli dei anche il sovrano], ma anche a funzioni di propaganda in relazione all immagine del sovrano ed alla sua visibilità dal punto di vista politico. Normalmente la struttura era articolata, anche architettonicamente, in una crescente sacralità di ambienti. La parte più interna, il cosiddetto Sancta Sanctorum non era accedibile da parte del popolo, che ne era solitamente escluso, come era pure escluso dalle altre zone del tempio. Parte del complesso era visibile ai nobili o appartenenti ai ceti più elevati, mentre alle parti più importanti potevano accedere soltanto i sacerdoti ed il faraone stesso. Prodromi dei templi funerari, le origini nell Antico Regno. Partendo dall Antico Regno, per seguire dagli inizi l evoluzione di questi edifici, troviamo ad esempio un grande struttura, molto articolata, a Saqqara: si tratta del Complesso di Djeser. Durante la III dinastia, l'architetto Imhotep costruì per il faraone Djeser (2737 ca ca. a.c.) a Saqqara, nei pressi della capitale Menfi, un intero complesso funerario composto da un gruppo di templi ed edifici annessi, e dalla grande piramide a gradoni nella quale fu deposto il corpo del re. Planimetria del complesso del faraone Djeser, Antico Regno, III Dinastia. Questo sovrano non venne divinizzato, la stessa struttura della piramide a gradoni, creazione dell architettomedico Imhotep, valse ad assicurargli l immortalità. 2

3 Quest ultima è forse il più antico esempio conservatosi di architettura monumentale e una delle prime versioni della tipica piramide egizia. In questo periodo storico sia la struttura tombale che il tempio funerario risiedevano all interno dello stesso complesso. In nessun tempio vi erano raffigurazioni o iscrizioni, mentre spesso i familiari o i personaggi e dignitari più vicini al sovrano erano sepolti nelle vicinanze della tomba reale. Da testimonianze archeologiche appare che addirittura in tempi antichi l entourage più stretto del sovrano, seguiva forzatamente la sua sorte al momento della dipartita. Analogie e mappatura dei percorsi interni rispetto a quelli esterni ai templi. Negli sviluppi successivi del tempio funerario, la struttura piramidale ebbe grande espansione. Con essa si consolidò un modello di percorso di grande significato per il rituale funerario, e di collegamento con un senso religioso della vita dopo la morte. Tale percorso si avvaleva di strutture esterne ed interne ai templi funerari, come si può vedere nella piana di Giza [Piramidi di Cheope, Chefren e Macerino]. In tutti gli esempi analizzati si può riscontrare un parallelismo di percorso che può essere riassunto e schematizzato nella tabella seguente: 3

4 Il percorso esterno che la salma del defunto doveva seguire per arrivare al posto della sua deposizione, era composto di fasi omologhe a quelle seguite dalla struttura all interno della piramide. Così al Tempio della Valle corrispondeva il vestibolo all entrata; alla Rampa Ascendente il corridoio; al Tempio del Culto l anticamera ed al Tempio per le Offerte la camera funeraria. Al termine di entrambe questi percorsi il defunto si affacciava al mondo dei morti. In questa fase storica il faraone non subiva il giudizio della bilancia di Maat. Comunque a questo punto della storia, il tempio funerario non è più una struttura funeraria globale, nel senso che ormai è dedicata soltanto al faraone e non contiene più al suo interno le tombe dei suoi familiari o dei dignitari a lui più vicini. Ora la struttura del tempio è specifica e finalizzata alla divinizzazione del sovrano. Il Medio Regno e l evoluzione del Tempio Funerario. Con Montuhotep si evidenzia una nuova concezione ed impostazione degli edifici connessi al culto dei morti ripreso nel nuovo regno da Hatshepsut [templi di Deir el Bahari] Il nuovo concetto di tempio funerario, che sfrutta l anfiteatro roccioso naturale della falesia nella zona della Tebaide, privilegia la gradualità del passaggio dall esterno all interno, con strutture terrazzate a più livelli. La tomba però viene scavata nella falesia, l uomo ritorna alla terra da cui è nato. L edificio primario, di grande effetto architettonico, non è più a tutto tondo, viene appoggiato alla montagna, che diviene parte integrante del tempio. Pur essendo scavata nella roccia la tomba mantiene una certa continuità con il tempio esterno. 4

5 Assieme all innovazione concettuale, emergono particolari specifici architetturali: ai pilastri, a sezione quadrata, sono anteposte grandi statue del faraone, che sembrano dare un aura di protezione e di stabilità all edificio. Deir el Bahari, resti dei templi funerari di Montuhotep e d Hatshepsut Nelle pitture e incisioni murarie del Geser- Geseru di Hatshepsut appare evidente l esposizione di messaggi propagandistici, atti a far accettare il nuovo sovrano da parte della classe più agiata e da parte dei sacerdoti. Le strutture esterne ormai sono destinate al culto dell immagine politica del sovrano, della sua potenza terrena, mentre la funzione funeraria ed il posto segreto della deposizione della salma diventa uno scavo nella roccia retrostante. Dal tempio di Montuhotep, di Deir el Bahari, trae ispirazione Hatshepsut per il suo Geser-Geseru, che si svilupperà in una enorme e spettacolare struttura adiacente. Ricostruzione virtuale delle strutture originali Nuovo Regno : la tomba si separa dalla struttura del tempio funerario. Durante il Nuovo Regno avviene un ulteriore evoluzione: si separa la tomba vera e propria dal tempio funerario dedicato alla divinizzazione del morto. Si evidenzia, dal punto di vista culturale e religioso una differenza tra le credenze dell età predinastica, che privilegiava un aspetto stellare del culto dei morti [le stelle immortali circumpolari rappresentano la destinazione ultima dei defunti] e le età successive [culto ctonio dell oltretomba, il concetto osiriaco del defunto che passa in un regno sotterraneo dopo la sua morte]. 5

6 Si distinguono diversi aspetti architettonici con diverse connotazioni del tempio: dalla celebrazione più personale e di divinizzazione del faraone, a quelli che più si avvicinano ad una residenza, ad una mini-città con tutte le strutture funzionali di una vera e propria amministrazione. Si possono notare tipologie fondamentalmente diverse tra i templi non funerari [come quelli di Karnak e Luxor] e quelli funerari veri e propri. In particolare i templi non funerari mostrano una evoluzione ed accrescimento in tempi molto lunghi. Le stratificazioni dovute ed interventi di sovrani successivi riprendono temi comuni e li espandono o vi aggiungono elementi nuovi. Si può trattare di nuovi interventi costruttivi o di rimodellamento in tempi successivi. Caratteristica è la presenza di elementi specifici, quali obelischi, viali di sfingi. Sulle pareti le iscrizioni e le raffigurazioni ritraggono prevalentemente divinità, mentre il sovrano appare saltuariamente, e solo in atteggiamenti ritualizzati. I templi funerari, invece, sono di solito strutture conchiuse in se stesse, che nascono e finiscono con la vita del sovrano che ne commissiona la costruzione. Sono comunque attribuiti significati diversi alle strutture di culto, destinate alla divinizzazione del faraone, se non addirittura alla sua residenza in vita, che vengono distinti dalle tombe vere e proprie: esse verranno costruite o scavate separatamente. Addirittura le locazioni fisiche delle strutture saranno posizionate in luoghi diversi. 6

7 Alcuni esempi di templi funerari nella valle di Tebe. Amenhotep III - Del suo tempio funerario sono rimasti i colossi di Memnone: i famosi colossi, che oggi si alzano fra i campi, sono le due statue che fiancheggiavano l'ingresso del tempio, oggi quasi completamente scomparso. Rappresentano entrambi il re seduto, con ai lati, di proporzioni ben più piccole, due donne, la madre Mutemuia e la "grande sposa" Teie. La rappresentazione statuaria sembra conglobare, nell insieme dei troni e dei colossi, il concetto di statua più pilastro, simbolo ancora una volta della stabilità e della protezione. Vista dall alto dell area relativa al tempio di Amenhotep III, e i colossi di Memnone In questo caso la pianta del tempio era molto vasta, ma la forma rettangolare era allungata. All interno del perimetro del tempio, ulteriori scavi sono in fase di avanzamento. Sethi I : a Qurna, possiamo trovare i resti del suo tempio funerario, costruito in luogo pianeggiante e quindi non appoggiato alla falesia. All interno viene ripresa la tradizione dei pilastri quadrati. Sethi I utilizza questa peculiarità sia nel suo tempio funerario a Qurna, sia nello splendido cenotafio di Abydos. Esso ricalca strutture di templi circostanti [ormai persi] più antichi. Il tempio di Qurna ha la seguente struttura: dietro un portico di nove (in origine dieci) colonne si entra nel tempio per tre porte. veduta frontale del tempio di Qurna 7

8 Quella centrale immette in una sala ipostila cui segue un vestibolo ed il santuario dedicato ad Amon e a Sethi I, ossia al re a al suo padre divino. La parte sinistra del tempio, nella quale si entra dalla porta di sinistra, è invece dedicata a Sethi I e al suo padre terreno Ramesse I. La pianta del complesso è molto vasta e prevede strutture molto articolate, tra cui magazzini e vani dedicati ad altre funzioni. Sethi I : ad Abydos. La costruzione di questo edificio sacro rientrava nella politica di equilibrio voluta dal re per evitare che il paese si trovasse nuovamente nelle mani del possente clero di Amon, pericoloso per la stabilità dell'impero. Questo grande edificio infatti era dedicato alla triade di Abydos costituita da Osiris, Isis e Horo e alle principali divinità adorate nei tre maggiori centri politici dell'egitto. Particolare della Tavola dei re Pilastri a sezione quadrata nella facciata del tempio di Sethi I ad Abydos L'edificio, di forma particolare [come una L rovesciata] presenta al suo interno un corridoio contenente sulle pareti la "Tavola dei re di Abydos", un importante strumento di conoscenza che ha consentito agli studiosi di ricostruire la cronologia dei faraoni che si sono succeduti al trono [seppur con qualche esclusione, di significato indubbiamente politico es. Akhenaton e Hatshepsut]. Il prezioso documento storico si trova inciso in un rilievo in cui il re è stato immortalato a fianco del figlio, il principe Ramesse II, mentre offre incenso ai 76 faraoni che regnarono sull'egitto fin dall'inizio della sua storia, da Menes fino allo stesso Sethi. 8

9 Subito dietro il tempio, raccordato con opportuni corridoi e passaggi, vi è un'altra struttura, affondata sotto il livello del suolo: il cosiddetto Osireion. Anche questo cenotafio di Sethi I ha un importante significato per il messaggio simbolico e religioso legato alla sua costruzione. Questo monumento presenta un carattere simbolicamente cosmologico perché il faraone voleva che rappresentasse il tumulo primordiale da cui nacque il mondo. Perciò, l'osireion presenta una struttura sotterranea sulla cui sommità si trovano enormi pilastri monoliticí in granito rosa che racchiudono all'interno una sala circondata d'acqua, che ricordava quella primordiale che lambiva il tumulo da cui tutto ebbe origine. Tramite questo monumento Sethi I si collegava a Osiride. L Osireion con la sua sala sommersa Come si evince dalle apparenze dei templi edificati sotto il suo regno, Sethi I, sostenne la cosiddetta rigidità protocollare, instaurata per conferire una patina d antichità alla regalità del sovrano e per sancirne l autenticità di derivazione. Tutmosi III fu l iniziatore di questa rigidità, in contrapposizione ad Akhenaton che l aveva scalzata. Sethi I e il figlio Ramesse II si fecero entrambi promotori di un forte ritorno alla tradizione antica, come reazione alla riforma amarniana. Ramesse II ed il Ramesseum : Esso è un esempio eclatante di tale riesumazione di antichi concetti, di strutture per così dire classiche. Per dare qualche cenno alla struttura del tempio, si può evidenziare come gli assi principali non siano perfettamente ortogonali, ma leggermente sghembati, per ottenere probabilmente degli effetti prospettici, come una maggior visibilità della struttura dall esterno. 9

10 La struttura del tempio è digradante: dalla luce e aria ai vani più bui e coperti del sancta sanctorum. Il tempio funerario diventa una piccola città, dedicata al faraone, contenente gli alloggi e la residenza reale, non solo ma compaiono anche strutture funzionali alla gestione amministrativa. Non avrebbe avuto senso porre al suo interno la sepoltura del sovrano. In questo edificio Ramesse II attua nuovamente il passaggio dai pilastri quadrati alle colonne a sezione rotonda. Le scelte figurative sulle colonne portano ad immagini di dimensioni crescenti con l altezza [effetto prospettico] e sequenze a fotogrammi che rendono la dinamicità delle azioni. Nelle scene murali il faraone racconta la sua vita e la sua storia. Il dio nelle scene è sempre seduto:suggerisce che è stabile e dimora nel tempio. Ma se il tempio è dedicato al faraone, ecco che viene suggerita fortemente l identificazione del faraone con la divinità. Dal punto di vista della locazione delle nuove strutture i ramessidi hanno risolto politicamente il problema del conflitto tra potere del clero e potere del sovrano. La capitale è stata posta nel delta, ma i templi funerari sono nella regione tebana, vicini al centro di culto di Ammon. 10

11 Ramesse II ed il tempio di Abu Simbel Questo tempio rupestre, dedicato a Amon-Ra, Harmakis e a Ptah, venne interamente scolpito in un unico pezzo di roccia, sulla facciata anteriore spiccano quattro colossi dalle fattezze che rappresentano il sovrano, affiancate da piccole statue della moglie Nefertari. Per la stessa Nefertari, a poca distanza, un altro tempio rupestre si sprofonda nella parete rocciosa : è altresì da notare che mai prima di allora in Egitto fu raffigurata sulla facciata di un tempio la sposa di un faraone. Le modalità già viste, di anteposizione delle statue ai pilastri quadrati, viene sfruttata anche all interno del tempio, nel corridoio principale. L'orientamento del tempio di Ramesse II è uno dei segreti del suo fascino poiché i primi raggi di sole illuminano il santuario posto in fondo al tempio solo per alcuni giorni di febbraio ed ottobre. Le motivazioni di questa costruzione così distante dalla capitale e dalla zona tebana non sono del tutto chiarite, ma uno degli stimoli poteva essere stato la mancanza di grandi spazi convenienti, oppure una dimostrazione di potenza in terre lontane, interessanti in quell epoca per scopi minerari. 11

12 Ramesse III e Medinet Habu, un esempio particolare di tempio funerario. Nel caso della Casa dei milioni di anni di Ramesse III, ci troviamo dinanzi ad un vero e proprio recinto fortificato. La struttura templare è trasformata in un fortilizio: la cinta non è soltanto un muro, ma è un alto contrafforte e la porta d entrata, il migdol, ha l aspetto di una torre militare. Dalle descrizioni e raffigurazioni del tempo, essa sembra essere stata mutuata dalle torri della Siria, e probabilmente l origine [come pure il nome semitico migdol ] è da farsi risalire alla città di Karkemish. Il migdol era isolato dal resto degli edifici e della cinta: poteva essere chiuso sia verso l esterno, sia verso l interno, costituendo una porzione di fortificazione funzionalmente separata. 12

13 Il tempio era collegato, sul lato occidentale, direttamente con il palazzo reale. Il popolo non poteva entrare né visitare gli interni del tempio funerario se non in occasioni speciali, come la festa Sed, e soltanto in perimetri ridotti e controllati dalle guardie del faraone. Per contro il regnante poteva, dal palazzo affacciarsi alla finestra delle apparizioni per farsi vedere dagli esponenti della nobiltà e dai sacerdoti nel cortile interno. Per questo edificio furono adottate soluzioni architettoniche e raffigurative particolari, allo scopo di esasperare i giochi di luce ed ombra, valorizzando l impatto luminoso delle pareti dei piloni e la nitidezza dei geroglifici. Dal Ramesseum venne copiata la disposizione delle statue poste davanti ai piloni, come pure la rappresentazione di grandi battaglie e scontri militari incisi sulla parte interna dei piloni e delle mura. 13

14 Dalla mappa qui a fianco si può notare quanto sia veramente estesa la zona perimetrale del tempio, circondata dalla robusta cinta fortificata. Inoltre, come ricostruito virtualmente qui sotto, gli studi hanno evidenziato che le acque del Nilo arrivavano fin sotto la porta d entrata, davanti al migdol, dove un vero e proprio porticciolo artificiale forniva un punto d attracco per le imbarcazioni. La casa dei milioni di anni di Ramesse III è l ultimo grande tempio funerario esterno. I sovrani seguenti, anche per motivi di spazio, optarono per la sepoltura in tombe scavate nella roccia [Valle dei Re e delle Regine]. Nel prosieguo della relazione, proprio alla scopo di evidenziare e chiarire il diverso rapporto che esiste tra il tempio funerario e le sepolture, verrà fatto un accenno alla struttura e raffigurazione in alcune delle tombe delle valli tebane. Così potremo vedere che se in alcuni templi funerari o altri templi la propaganda del sovrano si attua, in scala dimensionale e simbolica, invece le sepolture, 14

15 ove il sovrano è in stretta relazione con le divinità e il loro mondo, rappresentano un visione più intima e segreta della vita oltre la morte. Nel concetto stesso di sepoltura il corpo terreno del defunto rientra in contatto con l ambiente sotterraneo, già simbolo dell oltretomba e degli ambienti dove dimorano i morti e le divinità Osiriache. La raffigurazione del sovrano è così meno propagandistica e più raccolta. Le sepolture : strutture e cromaticità. Quando si parla di tombe dei faraoni scavate nella roccia, comunemente si intendono quelle situate nella Valle dei Re ma ci sono altre due valli che vale la pena descrivere, se non altro per completezza di trattazione: La Valle Occidentale e la Valle delle Regine. L'evoluzione architettonica delle tombe reali della Valle dei Re si può distinguere in varie fasi determinate da vari fattori, principalmente i fattori determinanti sono : la scelta del sito e la pianta della tomba. La pianta della tomba ebbe dei cambiamenti secondo i periodi. Le caratteristiche architettoniche principali sono: rampe di scale alternate a corridoi, saletta che poi si trasforma con nicchie ai lati, pozzo, sala a pilastri, anticamera, sala del sarcofago e salette per immagazzinare il corredo. Questo schema fu più volte modificato o nel numero di elementi (più o meno stanze) o nell'allineamento delle sale ( all'inizio si ha un allineamento su assi a 90, poi su assi rettilinei e infine, quella che fu la forma finale, completamente rettilinea su un unico asse che va dall'ingresso fino al fondo della tomba) o nei sarcofagi di pietra. Le prime tombe hanno sarcofagi a forma di cartiglio, forma che sarà mantenuta anche nelle tombe della prima parte della 18 dinastia. Con Akhenaton appare il sarcofago rettangolare con ai quattro angoli altrettante figure femminili (che nel suo caso era la moglie Nefertiti che sotto forma di dea proteggeva il suo sonno eterno). In epoca ramesside compaiono i sarcofagi antropomorfi di alabastro entro altri sarcofagi generalmente a forma di parallelepipedo. Nel seguito saranno esposte alcune caratteristiche salienti delle principali tombe corredate da immagini in modo da seguire l evoluzione nel tempo di alcuni parametri cromatici ed artistici. 15

16 Tutankhamon Ay Tomba di Tutankhamon Tomba di Ay Prevale il colore giallo, reminiscenza della litania del sole, e nelle scenografie vi sono cenni all Amduat. Anche nella tomba di Ay prevale il colore giallo, ed una rara raffinatezza nel disegno. In entrambe le tombe l uso del colore giallo di fondo è una vaga riminiscenza della vicenda atoniana, ancora troppo presente e vivida nei regni di questi due sovrani, ma si tratta pur sempre di un ricordo e nulla più. 16

17 Horemheb Sethi I Per reazione alla riforma amarniana, vi è un ritorno al colore Osiriaco. Appaiono il colore verde del volto e della pelle di Osiride, ed anche l azzurro nelle vesti delle divinità raffigurate. Nella tomba di Sethi ritorna il colore giallo, ma è immerso in campo blu scuro, mentre sui soffitti le stelle non sono più un ammasso regolare di simboli, ma si inizia a mappare seriamente la volta celeste con le sue costellazioni. Merenptah Tausert Predomina il colore bianco, buona base per evidenziare meglio le scritte geroglifiche, tornano i pilastri quadrati. Innovativa dal punto di vista architetturale, mostra un sensibile decremento nel numero di stanze laterali, ed un forte aumento nell altezza di corridoi e stanze. Per quanto riguarda la decorazione, rimane fortemente tradizionale Nella tomba di questo sovrano, usurpata successivamente da Setnakht, predominano i colori giallo e celeste chiaro. Le decorazioni delle pareti presentano testi tratti dal Libro delle Caverne, il Libro dei Morti, il Libro della Terra testi dell Amduat, come pure scene di contenuto astronomico. 17

18 Ramesse III Amunherkhepshef Si ritorna al fondo bianco. L'enorme tomba di Biban el-muluk differisce dalle altre dello stesso periodo per l'introduzione di scene della vita quotidiana, come quella della cucina reale; è particolarmente famosa l'immagine dipinta di due arpisti. In questa sepoltura, situata nella Valle delle Regine, la cromaticità è molto pronunciata. Si tratta di un figlio di Ramesse III morto in giovane età [9 anni]. Nel dipinto Ramesse III, magnificamente vestito, sta dinanzi ad Amunherkhepshef, che porta un ventaglio "khou", entrambi sono davanti a Iside la Grande, Signora dell occidente. 18

19 Ramesse IV Si riscontra un alta cromaticità, cenni al culto di Nut : la dea del cielo ingoia il sole alla sera e lo partorisce al mattino. Ramesse IV amplia ancora le proporzioni già aumentate da Merenptah; la vasta camera funebre contiene il più imponente e pesante sarcofago in granito della Valle dei Re, che è tagliato a forma di cartiglio. Ramesse IX Il colore giallo riappare, ma in tono più spento, colore giallo-ocra, ed il fondo è blu sul soffitto, le pareti continuano ad essere a sfondo bianco. Le raffigurazioni sono più stilizzate ed essenziali. 19

20 Uno dei cambiamento più notevoli è che il faraone appare nelle pitture murarie molto più frequentemente rispetto a quanto accadeva nei templi funerari. Nei templi esterni, ogni vano, ogni cappella era dedicata ad un dio o a un complesso di divinità, il faraone appariva saltuariamente. Nelle sepolture nella roccia il sovrano appare dappertutto e permea con la sua presenza gli ambienti. Il massimo esempio è nella tomba di Nefertari. Nefertari Immagini tratte dalla tomba di Nefertari nella Valle delle Regine Se i rilievi sui muri dei templi dovevano perlopiù glorificare il re, quelli nelle camere interne delle tombe rappresentavano gesti e cose gradite allo spirito del defunto, che lo accompagnassero nella vita dell aldilà. Spesso si tratta di scene in cui il defunto prende parte o sovrintende a varie attività, come quando era in vita. Il tipico metodo di raffigurazione bidimensionale della figura umana, sia scolpita sia dipinta, fu dettato dall intento di cogliere l essenza della persona; combinava la rappresentazione di profilo del capo e della parte inferiore del corpo a un immagine frontale del torso, offrendo così la descrizione più chiara di ogni parte. Questa regola era sempre adottata nei ritratti dei re e dei membri della nobiltà; mentre per i servitori e i lavoratori dei campi erano concesse variazioni e interpretazioni più libere. Per completare l'effetto di verosimiglianza i bassorilievi venivano colorati e alcuni dettagli aggiunti solo a pennello; abbiamo anche testimonianze, risalenti all'antico Regno, di rare decorazioni non scolpite, ma interamente affrescate. Se il tempio funerario, attraverso il tempo, diventa il simbolo stesso della regalità, la sepoltura del sovrano diventa il simbolo del suo rapporto con la vita dopo la morte. 20

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