Via Crucis. La Passione del Signore

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1 Via Crucis La Passione del Signore Tra i pii esercizi con cui i fedeli venerano la Passione del Signore pochi sono tanto amati quanto la Via Crucis. Attraverso il pio esercizio i fedeli ripercorrono con partecipe affetto il tratto ultimo del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena: dal Monte degli Ulivi, dove nel «podere chiamato Getsemani» (Mc 14, 32) il Signore fu «in preda all angoscia» (Lc 22, 44), fino al Monte Calvario dove fu crocifisso tra due malfattori, al giardino dove fu deposto in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia. Testimonianza dell amore del popolo cristiano per il pio esercizio sono le innumerevoli Via Crucis erette nelle chiese, nei santuari, nei chiostri e anche all aperto, in campagna o lungo la

2 salita di una collina, alla quale le varie stazioni conferiscono una fisionomia suggestiva. La Via Crucis è sintesi di varie devozioni sorte fin dall alto Medioevo: il pellegrinaggio in Terra Santa, durante il quale i fedeli visitano devotamente i luoghi della Passione del Signore; la devozione alle cadute di Cristo sotto il peso della croce; la devozione ai cammini dolorosi di Cristo, che consiste nell incedere processionale da una chiesa all altra in memoria dei percorsi compiuti da Cristo durante la sua Passione; la devozione alle stazioni di Cristo, cioè ai momenti in cui Gesù si ferma lungo il cammino verso il Calvario perché costretto dai carnefici, o perché stremato dalla fatica, o perché, mosso dall amore, cerca di stabilire un dialogo con gli uomini e le donne che assistono alla sua Passione. Nella sua forma attuale, attestata già nella prima metà del secolo XVII, la Via Crucis, diffusa soprattutto da san Leonardo da Porto Maurizio ( 1751), approvata dalla Sede Apostolica ed arricchita da indulgenze, consta di quattordici stazioni. La Via Crucis è una via tracciata dallo Spirito Santo, fuoco divino che ardeva nel petto di Cristo e lo sospinse verso il Calvario; ed è una via amata dalla Chiesa, che ha conservato memoria viva delle parole e degli avvenimenti degli ultimi giorni del suo Sposo e Signore. Nel pio esercizio della Via Crucis confluiscono pure varie espressioni caratteristiche della spiritualità cristiana: la concezione della vita come cammino o pellegrinaggio; come passaggio, attraverso il mistero della Croce, dall esilio terreno alla patria celeste; il desiderio di conformarsi profondamente alla Passione di Cristo; le esigenze della sequela Christi, per cui il discepolo deve camminare dietro il Maestro, portando quotidianamente la propria croce. Sangue di Cristo, inebriami. Acqua del costato di Cristo, lavami. Passione di Cristo, confortami. O buon Gesù, esaudiscimi. Dentro le tue piaghe, nascondimi. Non permettere che io mi separi da te. Dal nemico maligno, difendimi Nell'ora della mia morte chiamami. Fa che io venga a te per lodarti con i tuoi Santi nei secoli dei secoli. Amen. (S. Ignazio di Loyola) Breve pausa di silenzio Preghiamo. O Dio che nel tuo misterioso disegno di salvezza hai voluto continuare la passione del tuo Figlio nelle membra piagate del suo corpo, che è la Chiesa, fa che, uniti alla Madre Addolorata ai pedi della Croce, impariamo a riconoscere e a servire con amore premuroso il Cristo, sofferente nei fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

3 Via Crucis Rito di conclusione Via Crucis RITO DI CONCLUSIONE Scenda, Signore, la tua benedizione su noi che hai riscattato con la morte del tuo Figlio; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza della redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen. Anima di Cristo, santificami. Corpo di Cristo, salvami. Il nostro vanto è nella croce di Gesù La passione del Signore nostro Gesù Cristo è pegno sicuro di gloria e insieme ammaestramento di pazienza. Che cosa mai non devono attendersi dalla grazia di Dio i cuori dei fedeli! Infatti il Figlio unigenito di Dio, coeterno al Padre, sembrandogli troppo poco nascere uomo dagli uomini, volle spingersi fino al punto di morire quale uomo e proprio per mano di quegli uomini che aveva creato lui stesso. Gran cosa è ciò che ci viene promesso dal Signore per il futuro, ma è molto più grande quello che celebriamo ricordando quanto ha già compiuto per noi. Dove erano e che cosa erano gli uomini, quando Cristo morì per i peccatori?

4 Come si può dubitare che egli darà ai suoi fedeli la sua vita, quando per essi non ha esitato a dare anche la sua morte? Perché gli uomini stentano a credere che un giorno vivranno con Dio, quando già si è verificato un fatto molto più incredibile, quello di un Dio morto per gli uomini? Chi è infatti Cristo, se non quel Verbo "che era in principio e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio"? (Gv 1, 1). Ebbene, questo Verbo di Dio "si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1, 14). Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi una carne mortale. In tal modo egli immortale poté morire, volendo dare la vita per i mortali. Rese partecipi della sua vita quelli di cui aveva condiviso la morte. Noi infatti non avevamo di nostro nulla da cui aver la vita, come lui non aveva nulla da cui ricevere la morte. Donde lo stupefacente scambio: fece sua la nostra morte e nostra la sua vita. Dunque non vergogna, ma fiducia sconfinata e vanto immenso nella morte di Cristo. Prese su di sé la morte che trovò in noi e così assicurò quella vita che da noi non può venire. Ciò che noi avevamo meritato per il peccato, lo scontò colui che era senza peccato. E allora non ci darà ora quanto meritiamo per giustizia, lui che è l'artefice della giustificazione? Come non darà il premio ai santi, lui, fedeltà personificata, che senza colpa sopportò la pena dei cattivi? Confessiamo, perciò, o fratelli, senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia; non con rossore, ma con fierezza. L'apostolo Paolo lo comprese bene e lo fece valere come titolo di gloria. Poteva celebrare le più grandi e affascinanti imprese del Cristo. Poteva gloriarsi richiamando le eccelse prerogative del Cristo, presentandolo quale creatore del mondo in quanto Dio con il Padre, e quale padrone del mondo in quanto uomo simile a noi. Tuttavia non disse altro che questo: "Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo" (Gal 6, 14). Sant'Agostino La morte di Cristo è stata una vera morte in quanto ha messo fine alla sua esistenza umana terrena. Ma a causa dell'unione che la Persona del Figlio ha mantenuto con il suo Corpo, non si è trattato di uno spogliamento mortale come gli altri, perché non era possibile che la morte lo tenesse in suo potere [At 2,24] e perciò la virtù divina ha preservato il Corpo di Cristo dalla corruzione [San Tommaso d'aquino, Summa theologiae, III, 51, Nella tomba, col consenso di Giuseppe, è stato posto il corpo di Gesù dopo la sua deposizione dalla Croce. Ve lo deposero in fretta, in modo che la cerimonia terminasse prima della festa di Pasqua, che aveva inizio al tramonto. Solo allora ci fu pace tra Dio e l uomo. Il prezzo era stato pagato e Dio Padre era soddisfatto. La sua creazione giaceva senza vita, proprio come l aveva creata per la prima volta. Poi soffiò in lui il suo alito eterno. Scenda, Signore, la tua benedizione su noi che abbiamo commemorato la morte del tuo Figlio nella speranza di risorgere con lui; venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede, si rafforzi la certezza nella redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore

5 QUATTORDICESIMA STAZIONE Gesù è deposto nel sepolcro Via Crucis Rito iniziale V. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. R. Amen. Dal Vangelo secondo Marco. 15, Giuseppe d'arimatea, avvolto il corpo di Gesù in un lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Magdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto. LA FEDE DELLA CHIESA La Via della Croce è la via della vita. Essa è al centro del mistero della salvezza, del grande amore di Dio, il quale amandoci ha dato per noi il suo Figlio. Seguendo Cristo, percorriamo l'itinerario del dolore che sboccia in gioia, della crocifissione che prepara la risurrezione, della morte che si muta in vita. Percorriamo e meditiamo questo cammino di salvezza in comunione con la Chiesa, nella quale perennemente si rinnova il martirio del suo Capo e suo Sposo. Breve pausa di silenzio Preghiamo. O Dio, che hai redento l uomo col sangue prezioso del tuo Figlio unigenito concedi a tutti noi la sapienza della croce per celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio e gustare la dolcezza del tuo perdono. Per Cristo nostro Signore. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore.

6 PRIMA STAZIONE Gesù è condannato a morte Dal Vangelo secondo Marco. 15, [Pilato] sapeva che i sommi sacerdoti gli avevano consegnato [Gesù] per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò:"che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?". Ed essi di nuovo gridarono:"crocifiggilo!". Ma Pilato diceva loro:"che male ha fatto?". Allora essi gridarono più forte:"crocifiggilo!". E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo:"salve, re dei Giudei!". E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. 15,3) ma anche provasse la morte, ossia conoscesse lo stato di morte, lo stato di separazione tra la sua anima e il suo Corpo per il tempo compreso tra il momento in cui egli è spirato sulla croce e il momento in cui è risuscitato. Con la morte di Gesù Dio riprende possesso di tutta la creazione. L uomo ridiventa totalmente la sua creatura. Come aveva fin da principio stabilito s incarnò nel grembo di Maria Vergine e prese le sembianze di uomo. Dio uomo carne della sua creazione, sua immagine nel visibile e nel concreto. Per convincere gli uomini, che ere uno come loro, venne alla luce del mondo come ogni altro uomo, sottoponendosi alle leggi della natura sia nella nascita che nella crescita. Il corpo umano, che aveva preso, doveva soffrire, patire, sopportare tutti gli strazi possibili per purificarsi. Cancellare il peccato più grave: quello originale. L ultimo strazio: il cuore perforato dalla lancia. Da esso uscì sangue ed acqua gocce di acqua purificatrice Poi fu accolto tra le braccia della Madre. Quel corpo straziato offerto al Padre, le veniva ridato. Ella doveva accoglierlo e stringerlo tra le sue braccia. Era la madre che aveva collaborato con Cristo alla nostra redenzione. Signore, che per la morte del tuo Figlio ci fai sperare nei beni in cui crediamo, fa' che per la sua risurrezione possiamo giungere alla meta della nostra speranza. Per Cristo nostro Signore. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore

7 TREDICESIMA STAZIONE Gesù è deposto dalla Croce Dal Vangelo secondo Marco. 15, Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d'arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, comprato un lenzuolo, calò il corpo di Gesù giù dalla croce. LA FEDE DELLA CHIESA Per la grazia di Dio, egli ha provato la morte a vantaggio di tutti (Eb 2,9). Nel suo disegno di salvezza, Dio ha disposto che il Figlio suo non solamente morisse per i nostri peccati (1Cor La sentenza di Pilato fu emessa sotto la pressione dei sacerdoti e della folla. La condanna a morte per crocifissione avrebbe dovuto soddisfare le loro passioni ed essere la risposta al grido: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!" (Mc 15, ecc.). Il pretore romano pensò di sottrarsi alla sentenza lavandosi le mani, come si era disimpegnato prima dalle parole del Cristo che aveva identificato il suo regno con la verità, con la testimonianza alla verità (Gv 18, 38). Nell'uno e nell'altro caso Pilato cercava di conservare l'indipendenza, di restare in qualche modo "in disparte". Ma erano solo apparenze. La Croce alla quale fu condannato Gesù di Nazaret (Gv 19, 16), come pure la sua verità del regno (Gv 18, 36-37), dovevano toccare la profondità dell'anima del pretore romano. Questa fu ed è una realtà di fronte alla quale non si può restare in disparte o al margine. Il fatto che Gesù, Figlio di Dio, sia stato interrogato sul suo regno, che per questo sia stato giudicato dall'uomo e condannato a morte, costituisce il principio di quella testimonianza finale di Dio che tanto ha amato il mondo. Noi ci troviamo di fronte a questa testimonianza e sappiamo che non ci è lecito lavarci le mani. Nella voce di Pilato, dei Sacerdoti del popolo Gesù sente la voce del Padre. Molte volte Dio parla anche a voi attraverso persone che ci vogliono male. O Dio, Padre nostro, effondi sempre più largamente in noi i benefici della tua redenzione e donaci di condividere la passione di Cristo per aver parte, un giorno, alla sua gloria di vincitore risorto. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore.

8 SECONDA STAZIONE Gesù è caricato della Croce Dal Vangelo secondo Giovanni 19, Pilato cercava di liberare [Gesù]; ma i Giudei gridarono:"se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare". Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: "Ecco il vostro re!". Ma quelli gridarono:"via, via, crocifiggilo!". Disse loro Pilato:"Metterò in croce il vostro re?". Risposero i sommi sacerdoti:"non abbiamo altro re all'infuori di Cesare". Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Con la sua morte ha soddisfatto il desiderio e il disegno del Padre, cioè liberare l umanità dal grave peso del peccato originale. Ma con quella morte Gesù Cristo ha vinto la morte, cioè la morte dell anima, cioè noi non avremmo mai potuto avvicinarci, godere l eternità con Dio creatore. Così da quel momento noi siamo ritornati ad essere sotto l azione misericordiosa di Dio. Né dobbiamo avere più paura della morte. Gesù ha vinto e ci ha aperto la via per un eternità felice con Dio padre e creatore. La nostra anima, con la morte di Cristo, è libera di ascendere a Dio O Padre, che ci hai ridato la vita eterna nella pasqua del tuo Unigenito venuto a farsi condannare per nostro amore, rivolgi a lui i nostri cuori e la nostra vita perché sia mite con noi quando ci verrà a giudicare e ci unisca alla sua gloria di Salvatore risorto. Egli vive e regna per i secoli eterni. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore

9 DODICESIMA STAZIONE Gesù muore sulla Croce Ha inizio l'esecuzione, cioè l'attuazione della sentenza. Cristo condannato a morte deve essere caricato della Croce come gli altri due condannati che devono subire la stessa pena:" fu annoverato tra i malfattori" (Is 53, 12). Cristo s'avvicina alla Croce avendo tutto il corpo terribilmente straziato e contuso, col sangue che gli scorre sul volto dal capo coronato di spine. Ecce Homo! (Gv 19, 5). Gesù si carica della croce che noi abbiamo costruita con i nostri peccati. Sono peccati di tutta l umanità. Noi dovremmo portarla. Quanto dovette essere amaro portare il peso degli altri. Ma Egli sapeva che doveva farlo per la nostra salvezza. Dal Vangelo secondo Marco. 15, Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. A Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lema sabactà ni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?... Ed egli, dando un forte grido, spirò... Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!". O Dio, donaci spirito di carità e di pace perché l'offerta della vita, compiuta da Cristo a salvezza del mondo, si prolunghi nella memoria e nell'amore fraterno dei tuoi figli. Per Cristo nostro Signore. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore.

10 TERZA STAZIONE Gesù cade per la prima volta "Mi hanno traforato mani e piedi, posso contare tutte le mie ossa" (Sal 22, 17-18). Il suo corpo è inchiodato alla croce. E incrollabile il suo abbandono alla volontà del Padre espressa con forza e determinazione all inizio del suo calvario nel Getsemani. Con coraggio e piena volontà si abbandona al volere del Padre. Dal libro del profeta Isaia. 53, 4-8 Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. O Salvatore, sacerdote tu sei divenuto vittima; Redentore nostro ti sei fatto nostro prezzo: custodisci da tutti i mali coloro che tu hai redento. Tu che vivi e regni per i secoli eterni. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore

11 UNDICESIMA STAZIONE Gesù è inchiodato sulla Croce Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. Dal Vangelo secondo Marco. 15, Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: "Il re dei Giudei". Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. LA FEDE DELLA CHIESA La croce è l'unico sacrificio di Cristo, che è il solo mediatore tra Dio e gli uomini (1Tm 2,5). Gesù cade sotto la Croce. Cade per terra. Non ricorre alle sue forze sovrumane, non ricorre alla potenza degli angeli. "Credi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?" (Mt 26, 53). Non chiede questo. Avendo accettato il calice dalle mani del Padre (Mc 14, 36 ecc.), vuole berlo fino in fondo. Vuole proprio questo. E perciò non pensa ad alcuna forza sovrumana, benché esse siano a sua disposizione. (lo provocheranno i membri del Sinedrio: "Ha salvato gli altri, e non può salvare se stesso" (Mc15, 31; Mt 27, 42), griderà la folla. E Lui accetta queste frasi provocatorie, che sembrano annullare tutto il senso della sua missione, Accetta tutte queste parole, ha deciso di non opporsi. Vuole essere oltraggiato. Vuole vacillare. Vuole cadere sotto la Croce.. È fedele fino alla fine, questa affermazione: "Non si faccia quello che io voglio, ma quello che vuoi Tu" (cf. Mc 14, 36 ecc Giovanni Paolo II Guarda, Dio onnipotente l'umanità sfinita per la sua debolezza mortale e fa che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio. Egli vive e regna per i secoli eterni. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore.

12 QUARTA STAZIONE Gesù incontra sua Madre Dal Vangelo secondo Luca. 2, Simeone parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima"... Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. Quando Gesù sta sul Golgota spogliato delle vesti, i nostri pensieri si rivolgono a sua Madre: ritornano indietro, all'origine di questo corpo, che già ora, prima della crocifissione, è tutto una piaga. Il mistero dell'incarnazione: il Figlio di Dio prende il suo corpo dal seno della Vergine. Il Figlio di Dio parla al Padre con le parole del salmo: "Non hai voluto né sacrificio, né offerte... ma tu mi hai formato un corpo" (Sal 40, 8. 7; Eb 10, 6. 5). Il corpo dell'uomo esprime la sua anima. Il corpo di Cristo esprime l'amore verso il Padre: "Allora ho detto: Eccomi, io vengo... per fare, o Dio, la tua volontà" (Sal 40, 9; Eb 10, 7). "Io faccio sempre quello che é di suo piacimento" (Gv 8, 29). Questo corpo spogliato compie la volontà del Figlio e quella del Padre con ogni piaga, con ogni brivido di dolore, con ogni muscolo strappato, con ogni rivolo di sangue che scorre, con tutta la stanchezza delle braccia, con le ammaccature del collo e delle spalle, con un terribile dolore alle tempie. Questo corpo compie la volontà del Padre quando è spogliato delle vesti e trattato come oggetto di supplizio, quando racchiude in sé l'immenso dolore dell'umanità profanata. Il corpo dell'uomo viene profanato in vari modi. In questa stazione dobbiamo pensare alla Madre di Cristo, perché sotto il suo cuore, nei suoi occhi, tra le sue mani il corpo del Figlio di Dio ha ricevuto un'adorazione piena. O Dio, che hai redento l'uomo con il sangue prezioso del tuo Figlio unigenito, a quelli che adorano la croce, concedi la liberazione dal peccato e la vita eterna che dalla stessa croce è per noi scaturita. Per Cristo nostro Signore. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore

13 DECIMA STAZIONE Gesù è spogliato delle vesti La Madre. Maria incontra il Figlio sulla via della Croce. La croce di Lui diventa la croce di Lei, l'umiliazione di Lui è la sua, l'obbrobrio pubblico diviene quello di Lei. E' l'umano ordine delle cose. Così lo debbono sentire coloro che la circondano e così lo coglie il suo cuore: "...A te pure una spada trapasserà l'anima" (Lc 2, 35). Le parole dette quando Gesù aveva quaranta giorni si adempiono in questo momento. Esse raggiungono ora la pienezza totale. E Maria va, trafitta da questa invisibile spada, verso il Calvario di suo Figlio, verso il proprio Calvario. La devozione cristiana la vede con questa spada nel cuore Ella è la Madre dolorosa! Dal Vangelo secondo Marco. 15, 24 I soldati si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. LA FEDE DELLA CHIESA Gli fu tolta la tunica che gli aveva tessuta sua madre. S era già spogliato delle veste regali di figlio di Dio fin dal momento in cui accettò di farsi uomo ed essere come noi parte della sua eredità. Cioè farci figli di Dio e di sua Madre, Maria di Nazarett. E noi? Contempliamo quel corpo nudo piagato, come quello di un lebbroso. Quel corpo nudo appare a noi senza più figura né sembianza umana. Il flagello l ha deturpato, oltraggiato. E un a- gnello condotto al macello scorticato vivo. Allo strazio si aggiunge la vergogna, l ignominia. O Signore nel devoto ricordo della Beata Vergine Maria, data a noi come madre dolcissima presso la croce di Gesù tuo Figlio, aiutaci a completare in noi per la, Santa Chiesa, ciò che manca alla passione di Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna per i secoli eterni. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore.

14 QUINTA STAZIONE Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce Dal Vangelo secondo Marco. 15, Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che significa luogo del cranio. "Umiliò se stesso ancor di più, facendosi obbediente fino alla morte, anzi fino alla morte di croce" (Fil 2, 8). Ogni stazione di questa Via è una pietra miliare di questa ubbidienza e di questo annientamento. La misura di questo annientamento la cogliamo quando cominciamo a seguire le parole del profeta: "Il Signore ha posto sopra di Lui l'iniquità di noi tutti... Tutti noi andavamo, come pecore, errando, ciascuno deviava per la sua strada, ma il Signore ha posto sopra di Lui l'iniquità di noi tutti" (Is 53, 6). La misura di questo annientamento la concepiamo quando vediamo che Gesù cade ancora, per la terza volta, sotto la Croce. Il Signore sapeva che la lotta era dura. E duro gli fu il rialzarsi. Volentieri sarebbe rimasto a giacere per riposare. Ma sa e vuole che non può fermarsi a metà del cammino. Nella sua mente sente la voce di tutta l umanità, anche la nostra. Si alza e riparte. La via è quella della croce, ma alla fine c è la via del cielo. Dio ricco di misericordia, dona a tutti i credenti la salvezza operata dalla passione redentrice e infrangi per il tuo amore infinito i vincoli dell'antica condanna in cui ricadiamo continuamente a motivo della nostra fragilità. Per Cristo nostro Signore. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore.

15 NONA STAZIONE Gesù cade per la terza volta Simone di Cirene, chiamato a portare la Croce, certamente non la voleva portare. E' stato quindi costretto. Egli camminava accanto al Cristo sotto lo stesso peso. Gli prestava le sue spalle quando le spalle del condannato sembravano troppo deboli. Gli era vicino: più vicino di Maria, più vicino di Giovanni, il quale, anche se uomo, non è stato chiamato per aiutarlo. Hanno chiamato lui, il semplice uomo L Onnipotente si fa aiutare. Questo è il più grande onore che Dio ha reso in quella memorabile occasione. Ci ha chiamato a collaborare. Significa che era certo di poter fare affidamento su di noi, Simone di Cirene ci rappresenta. Dio figlio, in Quanto uomo si umiliò a chiedere aiuto. Giovanni Paolo II Dal libro delle Lamentazioni. 3, È bene per l'uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c'è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai... Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia. Scenda su noi largamente, o Dio, la tua benedizione; nei misteri della passione redentrice, donaci di aprire il cuore alla salvezza conquistata da Cristo, nostro Signore e nostro Dio. Egli vive e regna per i secoli eterni. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore.

16 SESTA STAZIONE La Veronica asciuga il volto di Gesù Ecco la chiamata al pentimento, al vero pentimento, al rimpianto, nella verità del male commesso. Gesù dice alle figlie di Gerusalemme che piangono alla sua vista: "Non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli" (Lc 23, 28). Né dobbiamo piangere su noi stessi, ma dobbiamo piangere per le sofferenze che affliggono tutti gli esseri umani Dobbiamo essere capaci di mettere da parte le nostre piccole ed insignificanti afflizioni e avere maggiore pensiero per le sofferenze degli altri e dare loro aiuto, se ne siamo capaci, per avvicinarli al Signore. Dal libro del profeta Isaia. 53, 2-3 Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia. Signore, non chiudere la porta anche se ho fatto tardi. Non chiudere la porta: sono venuto a bussare. A chi ti cerca nel pianto apri, Signore pietoso. Tu che vivi e regni nei secoli eterni. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore. La tradizione ci ha tramandato la Veronica. Forse essa completa la storia del Cireneo. Perché è certo che - benché, essendo donna, non abbia fisicamente portato la Croce e non sia stata

17 OTTAVA STAZIONE Gesù incontra le donne di Gerusalemme costretta a farlo - ella questa Croce con Gesù l'ha certamente portata: l'ha portata così come poteva, come in quel momento era possibile farlo e come le dettava il cuore, ed ha asciugato il suo Volto. Come riferisce la tradizione, sulla pezzuola con la quale gli ha asciugato il Volto, sono rimaste impresse le sembianze di Cristo. Veronica riceve per la sua opera misericordiosa, sulla pezzuola l immagine di Gesù Signore. Ciò significa che ogni atto di carità o di amare,verso il prossimo, che noi facciamo imprima nella nostra anima l immagine di Cristo. In quel momento ricordiamo Cristo sofferente sulla via del calvario Dal Vangelo secondo Luca. 23, Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?". O Dio, tra le opere più mirabili è la rigenerazione dell'uomo; rendi vana l'azione del tentatore e spezza le catene mortali del peccato perché sia distrutta l'invidia che ci ha perduto e vinca l'amore che ci ha salvato. Per Cristo nostro Signore. Signore siano impresse nel mio cuore.

18 SETTIMA STAZIONE Gesù cade per la seconda volta Gesù tra spintoni e sferzate, tra insulti e scherni cade per la seconda volta sotto la croce. Nessuno lo aiuta. Questa caduta sta a dirci che la lotta per mantenerci fedeli ai suoi comandamenti è continua e possiamo essere presi dallo scoraggiamento. Il suo rialzarsi e il suo continuare verso il calvario ci dice di non scoraggiarsi, non disperare. Egli ci è vicino anche nei momenti più tristi e bui della nostra vita. Dobbiamo imparare ad ascoltarlo Dal libro delle Lamentazioni. 3, Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce... Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri... Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere. O Misericordioso ed eterno Iddio, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa' che abbiamo sempre presente l'insegnamento della sua passione per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli vive e regna per i secoli eterni. Amen. Signore siano impresse nel mio cuore.

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