Assessorato Agricoltura. Campania. Guida alle aziende vitivinicole e vinicole. Prima edizione

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2 Assessorato Agricoltura Campania Guida alle aziende vitivinicole e vinicole Prima edizione 2013

3 A cura di: Coordinamento Regione Campania Maria Passari Dirigente Se.S.I.R.C.A. Luciano D Aponte Responsabile viticoltura Se.S.I.R.C.A. Funzionari Antonio Capuano, Vivien Buonocore, Maria De Vivo, Alberto Ziello. Ufficio Regionale di Censimento (SeSIRCA) Emilia Casillo - Responsabile URC Nicola De Lucia - Componente Nucleo di supporto tecnico-informatico URC Associazione Italiana Sommelier-Campania Nicoletta Gargiulo Presidente Associazione Italiana Sommelier Marco Starace Consiglio nazionale membro G.E.N. Coordinamento editoriale Andrea Moro (Se.S.I.R.C.A.) Stampa IMAGO EDITRICE srl

4 A Lucio Non è trascorso molto tempo dall ultima chiacchierata con Lucio. Serio e cortese, mai sopra le righe, amante del vino e del buon bere. Un connubio indissolubile Lucio e il vino, una passione di famiglia. Riecheggiano le sue discettazioni sulle criticità e potenzialità di un comparto, quello enoico, di rilevante importanza per l economia agricola regionale. La sua dedizione per la difesa dei vitigni autoctoni come l aglianico, il fiano, il greco, la falanghina è stata pregnante, convinto e motivato della necessità di un più ampio recupero, tutela e valorizzazione di un patrimonio ampelografico di grande valore storico e qualitativo. I suoi vini gli assomigliano, ne hanno il carattere, la personalità, la sincerità. Vorremmo rivederlo, sondare l acume abituale e l ironia delicata e sfuggente della sua eclettica personalità. Non sarà così! Il mondo del vino ha perso uno dei suoi protagonisti, Lucio Mastroberardino.

5 Presentazione L Assessorato per l Agricoltura della Regione Campania e l Associazione Italiana Sommelier (AIS) regionale: un connubio felice che si è espresso attraverso la realizzazione della I edizione della Guida alle aziende vitivinicole e vinicole. Non Guida tout court ma uno strumento di promozione dell intero comparto vitivinicolo della regione: questo il fine intrinseco di questa avventura che ha visto i rappresentanti della sezione Campania dell AIS scrutare, con sincero acume, innumerevoli bicchieri per carpire segreti, sapori e odori dei tanti vini degustati. Un progetto nato dal desiderio di affermare che la Campania del vino è una realtà ormai solida e competitiva nell eterogeneo panorama delle regioni italiane. Tra una Falanghina e un Falerno abbiamo riscoperto cultura di mercato e voglia d impresa, il raggiungimento di livelli qualitativi che ci pongono in condizione di poter competere a livello internazionale. E, paradossalmente, proprio in questa globalizzazione i nostri vini riescono a trovare il loro spazio di mercato, un mercato il cui target è costituito da consumatori che ricercano prodotti che raccontano interi territori, le genti e la loro storia, le tradizioni. Peraltro, la cultura della vite in Campania ha origini e tradizioni antichissime; la naturale selezione di varietà di viti, che - nel tempo - si sono meglio armonizzate con il territorio e le forti e fiere tradizioni dei vignaioli del luogo, hanno fatto il resto. 4

6 Micro e piccole imprese e produzioni autoctone questa la connotazione di una filiera importante in grado di qualificare l offerta agricola regionale nel suo complesso. Non grandi numeri, ma una offerta diversificata di produzioni qualitative contenute in termini quantitativi. La stessa Commissione Europea definisce le produzioni di nicchia come «quelle legate al territorio, con caratteristiche tipiche e tradizionali, destinate a soddisfare le esigenze qualitative di specifiche fasce di consumatori». Ben si capisce, allora, come l enologia campana possa - a pieno titolo - connaturarsi come filiera a forte valenza di tipicità autoctone, espressioni secolari di territori e di cultura contadina tramandata sino ad oggi. Ogni provincia campana si caratterizza per le sue produzioni enologiche autoctone: il territorio stesso diventa, quindi, elemento fondante di questa tipicità attribuendo al prodotto un valore di differenziazione collegato alla qualità e all origine. Questo è l approccio di lettura di questa Guida, perché attraverso il vino si possa leggere il territorio, conoscerne la storia, la cultura, le genti. on. Daniela Nugnes Consigliere delegato Presidente Giunta Regionale della Campania 5

7 I vini e le Commissioni di assaggio L Associazione Italiana Sommelier territoriale della Campania ha raccolto con immenso piacere la possibilità offerta dall Assessorato per l Agricoltura della Regione Campania di realizzare la presente Guida alle aziende vinicole e vitivinicole regionali. Le commissioni di degustazione sono state composte dai Degustatori Ufficiali dell Associazione, ossia persone che hanno maturato negli anni, grazie alla formazione di base dei corsi AIS, una spiccata sensibilità nella Tecnica della Degustazione, e che hanno raccolto con estremo entusiasmo questa avventura. E stato emozionante attivare i nostri sensi attraverso gli innumerevoli bicchieri per valutare i vini della Campania, ricercando in ciascun calice Tipicità e Territorio. Per poter meglio lavorare, i vini sono stati esaminati dopo averli preventivamente raggruppati per tipologia; abbiamo espresso dei giudizi qualitativi utilizzando lo strumento della Scheda di Valutazione a Punteggio. Perché una Guida sui vini prodotti in Campania? Una Guida sulle aree di vinificazione e sui territori vitati per far conoscere meglio e nel dettaglio una regione che si connota fortemente per la sua tradizione e storia enologica. A partire dalla Magna Grecia con i vitigni trapiantati dal mondo ellenico: non 6

8 a caso due nomi delle nostre più importanti uve, Greco ed Aglianico, risalgono alla nomenclatura del mondo classico, e a seguire i Romani con il vino Falerno rinomato in tutte le terre dell Impero allora colonizzato. Per non parlare delle tecniche di allevamento, a piede franco o a vite maritata che ancora regnano nelle campagne Flegree e Aversane. Sul Vesuvio, oppure in Irpinia, i terreni sono impregnati di vulcanicità. Le Isole turistiche del golfo di Napoli e la costa Salernitana sono perle di mare e terre vitivinicole. La storia più relativamente recente ricorda di uve volute dalla regalità Borbonica nelle tipologie della Vigna del Ventaglio tra le colline del Casertano senza tralasciare le tradizioni antiche Sannite Beneventane, e le terre del Cilento bagnate dal mare e arse dal sole. Una regione ricca in ogni sua porzione di terre da vino, differenti per varietà e climi e produzioni, come chi è attento al settore riconosce e sa bene. Ed ecco allora le motivazioni di una Guida sul vino in Campania, voluta fortemente dalla Regione Campania ed affidata alla Associazione Italiana Sommelier territoriale. Degustatori ufficiali e Relatori insieme con il Consiglio direttivo dell AIS Campania, riuniti in Commissioni di Degustazione, hanno analizzato e valutato con i propri parametri tecnici i vini presentati. I punteggi di valutazione dei singoli Panel incrociati hanno fatto venir fuori i risultati che leggerete nelle singole schede, l entusiasmo e il senso di appartenenza hanno condito il resto, per l edizione affidabile di una Guida territoriale recensita da un Associazione professionale radicata sul Territorio e dai tanti Sommelier che ne sono parte. Nicoletta Gargiulo Presidente AIS Campania 7

9 L Associazione Italiana Sommelier si presenta L AIS è stata fondata a Milano nel 1965 quando in Italia cominciarono a nascere le prime denominazioni di origine e forte era l esigenza di avere ambasciatori qualificati del bere italiano. Fu in quel contesto che un gruppo di amatori, successivamente, di professionisti del vino iniziarono a colmare quel vuoto culturale del mondo vinicolo, pubblicando i primi libri sulla degustazione e sugli abbinamenti; nello stesso momento nacquero le prime delegazioni di zona e si iniziò a parlare di qualità dei vini. Oggi nel 2013, dopo oltre quaranta anni, l AIS vanta una didattica certificata dai migliori standard di qualità, di un aggiornamento continuo per relatori e per professionisti del servizio, master sui principali vitigni italiani, iscritti, due organi di stampa -Bibenda e Devinis- ed una guida ai vini d Italia Bibenda-. Tra i riconoscimenti ufficiali la medaglia del Presidente della Repubblica alla nostra Giornata della cultura del Vino giunta alla terza edizione, ancora la pubblicazione del Bilancio sociale con tutte le iniziative dove l AIS è presente con il proprio contributo sia di uomini che di idee a titolo benefico. La storia dell associazione è sempre stata legata al mondo dei vignaioli, alle mode e alla richiesta di nuove professioni, sostituendosi o in molti casi integrandosi alle scuole alberghiere. Al miglioramento della qualità dei vini è sempre seguito un miglioramento dell offerta culturale dell AIS, come nel mondo vitivinicolo appaiono nuovi vini da vecchi vitigni (soprattutto autoctoni) così in AIS nascono master o approfondimenti su questi vitigni e sulle aree di produzione. 8

10 Sempre attenta alle richieste del mercato, l AIS promuove nuove specializzazioni, quali la figura del Sommelier dell olio, della birra, dei sigari; queste solo alcune delle proposte della nuova offerta formativa. I soci costituiscono il vero giacimento culturale dell Associazione, così diversi l uno dall altro eppur così uniti dalla medesima passione per il vino. Da sempre protagonisti e a fianco dei produttori, questi ribadiscono solennemente e ad ogni occasione che Sommelier ed aziende produttrici sono come due remi della stessa barca, sempre insieme e utili l uno all altro per la crescita complessiva del comparto vitivinicolo italiano di qualità. Nel 2015, in occasione dell EXPO che si terrà a Milano, si festeggeranno i primi 50 anni di storia dell associazione con la presenza delle migliori etichette e dei grandi amici dell AIS. Noi soci campani ci saremo. Marco Starace Consigliere Nazionale membro Giunta Esecutiva Nazionale 9

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12 Degustatori Commissioni Guida AIS Campania Abbate Annito, Aiulo Giannantonio, Albano Gennaro, Aliberti Giuseppe, Apicella Generoso, Brillante Pasquale, Cerrone Carmela, Cimbalo Paride, Coppola Antonio, Coppola Elvira, De Luca Franco, De Nanzio Adriana, Faia Ferdinando, Gargiulo Nicoletta, Giordano Michele, Giuliano Gianmario, Guadagno Michela, Guerrazzi Vittorio, Lamatta Ernesto, Luongo Tommaso, Maglio Angelo, Migliorino Massimo, Napoli Claudio, Parisi Gianluca, Perrotta Gelsomino, Pistolese Armando, Romano Lucia Iris, Sarnataro Maria, Serpico Gianluca, Sorrentino Giuseppe, Starace Marco, Tortorelli Fosca, Toti Nevio Sommelier di Servizio Biscardi Giuliana, Di Marzio Rosa, Galileo Antonio, Picillo Paola 11

13 Membri del Consiglio Direttivo AIS Campania Presidente AIS Campania: Sommelier professionista Nicoletta Gargiulo: Delegazione Avellino: Sommelier Carmela Cerrone: Delegazione Benevento: Sommelier Maria Grazia De Luca: Delegazione Caserta: Sommelier professionista Marco Ricciardi: Delegazione Comuni Vesuviani: Sommelier Pasquale Brillante: Delegazione Costa D Amalfi: Sommelier professionista Antonio Amato: antonioamato@valledeldragone.com ; amalfitana@aiscampania.it; Delegazione Ischia: Sommelier professionale Iris Lucia Romano: iris.romano@libero.it; ischia@aiscampania.it; Delegazione Napoli: Sommelier Tommaso Luongo: tommasoluongo@yahoo.it; napoli@aiscampania.it; Delegazione Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e Vicepresidente AIS Campania: Sommelier Maria Sarnataro: masarnat@tiscali.it; cilento@aiscampania.it; Delegazione Salerno: Sommelier Nevio Toti: tnevio@yahoo.it; salerno@aiscampania.it; Delegazione Sorrento: Sommelier Giannantonio Aiuolo: g.aiuolo@libero.it; sorrentina@aiscampania.it; Responsabile Didattica: Sommelier Franco De Luca: delucafr@unina.it; didattica@aiscampania.it; Responsabile Rapporti scuole alberghiere: Sommelier Ferdinando Faia: fer.faia@libero.it; didattica@aiscampania.it; Responsabile Strategia, comunicazione, stampa ed editoria: Sommelier Nicola Matarazzo: comunicazione@aiscampania.it; Referente rapporti Enti regionali, agricoltura, camere di commercio e turismo: Sommelier professionista Marco Starace: hoteldonfelipe@libero.it; relazioni.istituzionali@aiscampania.it; Referente Amministrativo AIS Campania: Avvocato Vincenzo Tramontano: avv.tramontano@hotmail.it; 12

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15 Riflessioni Molte le aziende partecipanti e tanti i vini in degustazione: un risultato soddisfacente. Il campione copre tutte le Denominazioni di Origine della Campania e ciò riflette l interesse delle aziende verso questo progetto. Va dato atto della forte determinazione dell Assessorato Regionale Agricoltura e dell AIS Campania, nell intraprendere questa esperienza che rispecchia quella esigenza comune di valorizzazione del comparto vitienologico campano nel suo complesso. L on. Daniela Nugnes, nella sua presentazione, giustamente sottolinea come questo lavoro debba essere inteso non Guida tout court ma strumento di promozione dell intero comparto vitivinicolo della regione : sarà, di certo, parimenti inteso dalle nostre piccole e medie imprese partecipanti a questo lavoro e dai lettori sia essi esperti che semplici appassionati di vino. 14

16 Si è certi, altresì, che i dati estrapolati da un più ampio ed organico contesto dalle successive argomentazioni faranno comprendere, anche in termini tendenziali, come la Campania del vino possa - per l intrinseca dinamicità contribuire al ruolo non solo di vero ambasciatore ma anche di posizionamento competitivo del complessivo Sistema Agroalimentare regionale. Va riaffermato, tuttavia, che la Campania del vino dal punto di vista strutturale appare debole: l eccessiva frammentazione aziendale, la filiera relativamente giovane, gli scarsi investimenti aziendali, il management per lo più a carattere familiare, la limitata propensione all export, sono tra i punti di criticità del comparto. Tali peculiarità, d altronde, sono comuni a molte regioni italiane del vino, che trovano essenzialmente nella spiccata tipicità e caratterizzazione dei vini i loro punti di forza. Le imprese vitivinicole campane, non oltre un trentennio fa, erano orientate verso un mercato per lo più domestico, che risultava statico e poco remunerativo: a partire dagli anni ottanta, la riscoperta e la riqualificazione produttiva avviavano - di fatto - un nuovo percorso sia strutturale che commerciale assicurando - oggi - alle imprese della regione un posizionamento competitivo più soddisfacente. Ciò, in virtù dei benefici apportati dagli studi ampelografici e di selezione clonale della vite in Campania condotti negli anni dall Assessorato regionale Agricoltura con l Università Federico II di Napoli, facoltà di Agraria, mirati alla piena valorizzazione dei vitigni autoctoni e a favorirne la diffusione. Pienamente strategico per un comparto che progressivamente diventa sempre più reattivo e determinante per la complessiva economia del Sistema Agroalimentare della regione, il ruolo assunto dai finanziamenti comunitari, ultimo il Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 (P.S.R.) che ha contribuito notevolmente ad una crescita dimensionale delle imprese attraverso l ammodernamento strutturale, le innovazioni tecnologiche, la zonizzazione vitivinicola a scala aziendale ed il miglioramento delle politiche di packaging e di strategie di marketing. Non meno incidenti le partecipazioni sempre più numerose e costanti delle imprese all attività fieristica di settore (Vinitaly di Verona, Prowein di Dusseldorf, Vinexpo di Bourdeaux, Vitigno Italia di Napoli ecc.) e, più in generale, di promozione pianificate dall Assessorato Agricoltura della Regione Campania, le quali hanno favorito proficui approcci con accreditati buyer della G.D.O. internazionale e del canale Ho.Re.Ca. Certo, oggi il comparto resta alquanto polarizzato, con imprese con un marchio proprio riconosciuto a livello nazionale ed internazionale e altre, seppure di ridotte dimensioni, presenti in nicchie di qualità sui mercati regionali, mentre resta ancora significativo il numero di aziende di piccola dimensione, caratterizzate da una scarsa organizzazione interna e da una bassa capacità di approntare strategie competitive. 15

17 La Campania del vino La cultura della vite in questa terra ha origini e tradizioni antichissime, connaturate ad un ambiente che, prima gli etruschi e poi i greci, ritennero ideale per tale coltivazione. La Campania riputata venne dai Romani una delle più celebri ed illustri Italiche provincie per la squisitezza dei vini, così il buon Plinio, il più celebre naturalista dell antichità, recitava in una delle sue descrizioni. Dall antichità ai nostri giorni. Rossi generosi, bianchi finissimi: ogni provincia campana si caratterizza per i suoi antichi vigneti autoctoni. L Irpinia, culla di produzioni vinicole di grande pregio, esprime le tre G massima espressione enologica: il Taurasi, a base di Aglianico, il Fiano di Avellino, ottenuto dall omonimo vitigno conosciuto dagli antichi come Vitis Apiana, e il Greco di Tufo dalla tipicità ineguagliabile, senza dimenticare l Irpinia. L agro di Benevento è l area di maggior produzione vitivinicola della Campania: vigneti di Aglianico danno vita alla DOP/ DOCG Aglianico del Taburno. Le Sannio e Falanghina del Sannio sono vini di grande personalità, decisi, caratteristici nell aroma. La provincia casertana esprime le : Falerno del Massico, il vino più noto, apprezzato e costoso dell antichità, l Asprinio di Aversa ottenuto da viti che si arrampicano, maritate al pioppo, verso il cielo raggiungendo anche i 15 metri di altezza e, infine, il Galluccio e il Casavecchia di Pontelatone. Nelle terre vulcaniche dell area vesuviana e napoletana sono coltivati antichi vitigni: Piedirosso, Falanghina, Biancolella, Tintore, Sciascinoso e Forastera tanto per citarne alcuni. Da questi vitigni vengono prodotti vini quali il Lacryma Christi del Vesuvio, la Falanghina dei Campi Flegrei, l Ischia e il Capri. Nella penisola sorrentina viene prodotta la Penisola Sorrentina che esprime le sottozone Gragnano, Lettere e Sorrento, vini di eccellente qualità e tradizione. La costiera amalfitana esprime vini fortemente tipicizzati, derivanti da vitigni autoctoni quali il Fenile, il Ginestra, il Ripolo ed il Pepella, unici per la complessità aromatica. Qui viene prodotta la Costa di Amalfi, con le sottozone Furore, Ravello e Tramonti. Più a Sud, il rasserenante Cilento esprime le Cilento ed il Castel San Lorenzo. 16

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19 Principali vitigni L Aglianico Non è possibile argomentare sulla vitivinicoltura campana se non si è in possesso di una intima conoscenza del suo principale vitigno a bacca nera, l Aglianico per l appunto, di importanza strategica se è vero che ha la maggiore diffusione sia in termini di superficie totale che in quelli di superficie destinata ai vini a marchio comunitario. L Aglianico è un vitigno a bacca nera, antico e numerosissime sono le citazioni e i riferimenti storici. Molto copiosa, infatti, è la letteratura esistente al riguardo che suggerisce un ampio dibattito per certi versi anche controverso per le varie tesi esposte e valutazioni soggettive dei vari autori sull origine e sull evoluzione storica di questo vitigno. Non sono mancati ricerche e studi, più o meno recenti, volti a colmare una carenza di conoscenze scientifiche sulla composizione chimica del vitigno e sulla tecnica di vinificazione più adatta ad esso attraverso prove di microvinificazioni tese all individuazione dei punti critici, a conferma - comunque - dell enorme contributo dell Aglianico all enologia campana. Studi mirati, inoltre, hanno portato all omologazione di tre cloni di Aglianico, un risultato importante frutto di una ricerca accurata che si interfaccia con il mondo della produzione. La superficie del vitigno si concentra in particolar modo in due province campane, Avellino e Benevento, seguite da Salerno, Caserta e Napoli con superfici più ridotte, comunque caratterizzate da una frammentazione tipica dell enologia campana. Più in particolare, va sottolineato come l Aglianico sia presente nella produzione delle D.O. più importanti e rappresentative della Campania quali ad esempio le G Taurasi e Aglianico del Taburno, le Irpinia rosso, Sannio (varie tipologie e sottozone), Falerno del Massico rosso, Vesuvio rosato e rosso, Campi Flegrei rosso, Cilento rosso e altre ancora. L Aglianico è un vitigno poco vigoroso con un livello di zuccheri alla raccolta molto elevato in rapporto al decorso stagionale favorevole, associato ad una sostenuta acidità totale. Raccolta tra l ultima decade di ottobre e la prima decade di novembre. Il Piedirosso Altro vitigno a bacca nera emblematico, diffuso su gran parte della regione, è il Piedirosso (Per e Palummo). Raggiunge la sua massima espressione enologica in provincia di Napoli e da origine a vini di grande pregio come Campi Flegrei e Ischia ( nelle tipologie rosso e Per e Palummo), Capri, Lacrima Christi del Vesuvio, Penisola Sorrentina nelle tipologie rosso. Il vitigno, inoltre, è prevalente in molte tipologie della Sannio, della Costa d Amalfi rosso sottozone Furore, Ravello e Tramonti, nelle tipologie rosse delle Falerno del Massico per la provincia casertana e Cilento per quella salernitana. Vitigno molto rigoroso con un livello zuccherino del 18

20 mosto abbastanza elevato ma con una acidità sui valori medi. Maturazione nella prima e seconda decade di ottobre. Il Greco Il termine Greco ingloba alcune varietà caratterizzate da diversi toponimi relativi alle zone di diffusione. Sicché Bordignon ci ricorda il Greco del Vesuvio e il Greco della Torre in provincia di Napoli, il Greco e il Greco di Tufo nell avellinese e beneventano. La culla di coltivazione, tuttavia, resta l area di produzione della G Greco di Tufo che comprende otto comuni. E un vitigno a bacca bianca, vigoroso, a maturazione medio-tardiva e presenta un buon livello zuccherino alla raccolta ed una acidità totale elevata. Il Fiano Antico vitigno a bacca bianca campano, trova la sua massima espressione in Irpinia dove, vinificato in purezza, dà origine alla G Fiano di Avellino. L area DOPG comprende 26 comuni, tutti in provincia di Avellino. Il Fiano rientra, come vitigno principale, nella composizione ampelografica dei vini Cilento bianco e nelle tipologie bianco, bianco passito e spumante del Sannio Fiano. Vitigno di grande vigore, giunge a maturazione nella prima quindicina di ottobre mentre nelle zone più calde nella terza decade di settembre. 19

21 Alla maturazione presenta un buon contenuto zuccherino ed una acidità totale sufficientemente alta. La Falanghina Da secoli presente sul territorio regionale ed in particolare nella provincia di Napoli dove rappresenta il vigneto a bacca bianca più diffuso. E il vitigno prevalente di alcuni vini regionali tra i più apprezzati come il Campi Flegrei (bianco, Falanghina e spumante), il Falerno del Massico, il Capri, Costa d Amalfi e, come vitigno complementare, nel Lacrima Christi del Vesuvio bianco. È piuttosto vigoroso, produzione costante ed una discreta resistenza alla peronospora. Epoca di maturazione tra la terza decade di settembre e la prima decade di ottobre. Buon livello zuccherino alla raccolta con acidità totale su valori medio-bassi. Alcune delle varietà a bacca bianca Asprinio bianco Biancolella Catalanesca bianca Coda di Volpe bianca Falanghina Fenile Fiano Forastera Ginestra Greco Moscato del Baselice Pallagrello bianco Pepella Roviello Ripolo Alcune delle varietà a bacca nera Aglianico Aglianicone Aleatico Casavecchia Olivella Pallagrello nero Piedirosso Sciascinoso Tintore di Tramonti Tronto 20

22 I numeri della viticoltura in Campania Le aziende e la superficie I censimenti generali dell Agricoltura condotti in Italia rivolgono un interesse particolare alla viticoltura, il 6 Censimento realizzato da Istat con l attiva collaborazione della Regione Campania ed in particolare dell Assessorato all Agricoltura, consente di descrivere la struttura delle aziende viticole della regione e cogliere i cambiamenti che si sono verificati negli ultimi anni. I dati fanno affermare che in Campania alla data del 24 ottobre 2010 e con riferimento alla campagna viticola , le aziende attive che hanno nel proprio ordinamento colturale la vite sono unità, il 30,4% del totale aziende agricole regionali ( unità). Le superfici utilizzate per tale coltivazione sono ,4 ettari distribuite tra le province: 2.076,3 a Caserta, ,3 a Benevento, a Napoli, ad Avellino, 3.324,8 a Salerno. Nel grafico 1 la ripartizione percentuale. Rispetto al Censimento del 2000 per la vite si è registrata una riduzione di circa il 52% in termini di aziende ( unità) e di poco più del 20% in termini di superficie, quest ultima è passata da ,3 ettari del 2000 a ,4 ettari del 2010; nello stesso periodo la riduzione della superficie Grafico 1 Grafico 2 che in Campania è destinata all agricoltura (SAU) è stata pari al 6,3%. In Campania, in linea con il dato nazionale (grafico 2) la diminuzione maggiore del numero di aziende con vite rispetto alla superficie vitata ha determinato un aumento della SAU media destinata alla coltivazione, passando da 0,34 a 0,56 ettari (+64%), il primato appartiene alla provincia di Benevento (0,92 ettari). Analizzando le serie storiche dei dati censuari, dal 1982 al 2010, le aziende che avevano nel proprio ordinamento colturale la coltivazione della vite in Campania sono passate da a riducendosi del 73% in numero (76,1% il valore Italia) 21

23 e del 52% (42,0% il dato nazionale) in termini di superficie vitata. Il dettaglio provinciale fa affermare che la maggiore riduzione della SAU a vite, con riferimento all ultimo trentennio, ha interessato le province di Napoli e Salerno (poco più del 74%), segue Caserta con meno 68%. Le due province campane, Benevento e Avellino, vedono diminuire la loro superficie rispettivamente del 22,5 e del 40%; il differente comportamento è dovuto sia al maggiore legame che ha la coltivazione della vite con questi territori che al riconoscimento, attraverso marchi a DO, di vini di qualità prodotti da uve coltivate nell intero territorio amministrativo delle due province. La vite e il territorio La vite è presente in 521 dei 551 comuni della Campania a dimostrazione che la coltivazione è molto legata al territorio regionale. In Campania la vite è coltivata per il 70% nella zona altimetrica collina interna, ( ettari), per il 17% (ettari ) in montagna, per il 9% (ettari 2.186) in territori ricadenti nella collina litoranea e solo per il 4% nei territori di pianura. Le superfici vitate della collina interna e della montagna ricadono rispettivamente per il 78% e per l 88% nei territori delle province di Benevento e Avellino, areali che trovano nelle loro caratteristiche orografiche un enorme vantaggio per la produzione di uva di altissima qualità. La vite della collina litoranea ricade nel territorio della provincia di Napoli (il 60% del totale regionale), mentre quella di pianura è ubicata soprattutto nelle province di Caserta (47 % del totale regionale) e Napoli (36%). 22

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25 La specializzazione colturale In Campania la vite è coltivata in aziende con ordinamento colturale misto, coltivano esclusivamente la vite aziende e gestiscono una superficie pari a 3.321,6 ettari (il 14% del totale superficie vitata in regione); le aziende in cui è presente la vite si caratterizzano per una classe di ampiezza medio-grande, il 30% del totale aziende con vite ha un ampiezza inferiore all ettaro, il 23,3% ha una classe di ampiezza di 1-1,99 ettari, il 40% di 2-10 ettari e il 6% si colloca nell intervallo ettari. Dai dati del Censimento emerge che la vite, è coltivata in associazione all olivo nel 77% delle aziende regionali; tale associazione nelle aree dell Alto Casertano e in Penisola Sorrentina è frequente, raggiungendo l 86% nelle zone collinari del Beneventano e l 89% in provincia di Salerno, soprattutto nel Cilento. Oltre all ordinamento viti-olivicolo in Campania è frequente l ordinamento viticolozootecnico, l allevamento nel 46% dei casi è bovino, sia da carne che da latte. In provincia di Benevento la coltivazione della vite è associata prevalentemente ai seminativi: cereali, in particolare grano duro in oltre il 50% delle aziende, foraggere (nel 25% delle aziende) e tabacco (nel 16% delle aziende). In provincia di Caserta le aziende in cui è presente la vite sono caratterizzate da un ordinamento viticolo-foraggero-zootecnico, presente nel 69% del totale aziende della provincia; l allevamento è bovini da carne o da latte. Nelle aree collinari del vulcano Roccamonfina, è consociata con le legnose agrarie (melo, pesco, nocciolo, castagno) e all olivo. In provincia di Napoli la vite è coltivata in associazione ad ortaggi e patate (nel 50% delle aziende viticole della provincia), mentre è tipica della penisola 24

26 sorrentina (il 12% del totale provinciale) la consociazione con limoneti e aranceti; nelle aree del Vesuvio è coltivata in associazione all albicocco (17% delle aziende provinciali). Nel territorio della provincia di Avellino sono ancora i seminativi, grano duro (nel 55% dei casi), foraggere (25%), legumi (9%) e tabacco (10%),ad essere i preferiti dai viticoltori per comporre l ordinamento colturale della propria azienda (avviene nel 71% delle aziende viticole della provincia). L associazione con le legnose agrarie, si caratterizza per la presenza di castagno, noce, ciliegio, melo e soprattutto nocciolo (nel 14% delle aziende). Le aziende con vite in provincia di Salerno si caratterizzano per ordinamento colturale molto variegato e tipico di areali ben definiti: la presenza di seminativi, in special modo grano tenero, orzo, avena e mais, (28% delle aziende provinciali), di patata e legumi (nel 9% dei casi), di ortaggi (10%), di foraggere (21%). Nelle aree montane del Cilento è tipica l associazione a prati pascoli (22% delle aziende viticole provinciali), al fico, al castagno (9%); in questa provincia l ordinamento viticolozootecnico è caratterizzato oltre che per la presenza in azienda dell allevamento bovino, anche di quello ovicaprino (15% del totale provinciale). Il capoazienda Il 65% delle aziende viticole regionali sono condotte da una persona di sesso maschile; il 59% del totale capi azienda ha un età compresa tra 40 e 65 anni, il 31% ha un età maggiore di 65 anni e solo il 10% delle aziende con vite sono condotte da un giovane con età inferiore a 40 anni. Il titolo di studio posseduto dal capo azienda è principalmente la licenza media inferiore o elementare (69% del totale); il 24% 25

27 delle aziende viticole hanno un conduttore in possesso di un titolo di studio ad indirizzo agrario, di cui il 5% è la laurea che favorisce scelte imprenditoriali orientate alla maggiore specializzazione viticola e a produzioni di qualità. La forma giuridica dichiarata nel 99% delle unità censite è l azienda individuale, la forma di possesso dei terreni che prevale è la proprietà (il 72% del totale). Natura della produzione A fronte del calo generalizzato della superficie a vite nel complesso che si è verificato nel periodo la superficie a Uva per la produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) è cresciuta grazie al progressivo aumento del numero e dell estensione delle DO. Lo studio sulla distribuzione della superficie a vite per tipologia di uva prodotta Uva per la produzione di vini a Denominazione di Origine Controllata (vini DOC) e Denominazione di Origine Controllata e Garantita (vini DOCG) e Uva per la produzione di altri vini ci permette di affermare che la viticoltura regionale, sempre con riferimento all ultimo trentennio ha avuto come principale obiettivo la produzione di uva da destinare a vini di qualità. Le superfici investite a vite con impianti realizzati antecedentemente al 1982 erano caratterizzate prevalentemente dalla presenza di vitigni per la produzione di uva destinata ad ottenere vini comuni, a partire dagli anni novanta tali vitigni cominciano ad essere sostituiti da vitigni per la produzione di uva da destinare a vini DOC e DOCG. Grazie a un intensa attività di riconversione varietale dei vigneti che si è realizzata in Campania nel decennio il settore vitivinicolo è stato interessato da una rapida ristrutturazione, tale ristrutturazione ha riguardato la modernizzazione dei vigneti in un ottica di salvaguardia ambientale e nel rispetto delle politiche di qualità tradizionali e consolidate. Nell ambito di Agenda 2000 numerosi viticoltori hanno beneficiato delle compensazioni finanziarie riconosciute dai Regolamenti comunitari, n.1493 del 1999 e n. 479 del 2008, relativi all Organizzazione Comune di Mercato (OCM) per il settore vitivinicolo, pertanto nel decennio , e soprattutto nel periodo , si è registrato il valore più alto di ettari impiantati con vitigni per la produzione di uva destinata a vini a marchio. A tale aumento ha contribuito anche l effetto positivo del bando dell Assessorato all Agricoltura che ha concesso ai viticoltori delle aree a marchio la possibilità di impiantare a vite più di 400 ettari di nuova superficie. Con riferimento alla vendemmia 2010 (Fonte AGEA - Dichiarazione di vendemmia e produzione) la quantità di uva in complesso, raccolta in Campania è stata pari a quintali di cui il 48% destinata alla produzione di vini da tavola, il 19% a vini IGP e la restante quota per la produzione di vini DOP. Nel grafico 3a si riporta la ripartizione percentuale tra le province dell uva raccolta in Campania nell anno 2010 e destinata alla produzione di vino IGP. Come si può notare la provincia che contribuisce con il massimo valore è Benevento (186,942 q.li) seguono nell ordine: Caserta ( q.li), Avellino ( q.li), Salerno 26

28 Grafico 3a (5863 q.li) e Napoli con quintali. La quantità di uva raccolta e destinata alla produzione di vini DOP vede ancora il primato della provincia di Benevento ( q.li) anche se con una percentuale minore rispetto a quella per vini IGP. Il grafico 3b mette in evidenza la quota significativa della provincia di Avellino ( q.li) e quella della provincia di Napoli ( q.li). Destinazione della produzione In Campania al 6 Censimento dell Agricoltura aziende (il 48,7% del totale aziende con vite) hanno dichiarato di destinare la produzione di uva al Grafico 3b mercato; la restante quota si ripartisce tra le aziende con superficie inferiore ai metri quadrati e tra quelle che pur coltivando una superficie superiore ai 1000 metri quadrati all intervista hanno dichiarato di destinare all autoconsumo l intera produzione aziendale. Le aziende che destinano al mercato in modo esclusivo la produzione di uva sono unità e rappresentano il 7% del totale aziende presenti sul mercato; tali aziende sono ubicate principalmente nelle province di Benevento (il 53% del totale regionale) e di Avellino (il 27%) a testimonianza dell alta specializzazione della viticoltura in questi areali. Della restante quota, il 61% ( unità), ha dichiarato di collocare sul mercato oltre il 50% della produzione dell azienda e il 39% ( unità) di destinare meno del 50%. Quando il prodotto aziendale è l uva, il 37% delle aziende intervistate ha dichiarato che utilizza come canale di commercializzazione la vendita diretta al consumatore, di cui il 29% direttamente in azienda, il 25% la conferisce ad organismi associativi, il 13% vende ad altre aziende agricole, il 15% ad imprese industriali e l 11% ad imprese commerciali. Se il prodotto commercializzato è il vino la vendita diretta al consumatore e la vendita tramite imprese commerciali sono le forme prevalentemente dichiarate all intervista. 27

29 In conclusione, l analisi delle principali informazioni sulla viticoltura regionale raccolte con i Censimenti generali dell agricoltura evidenzia luci ed ombre per la Campania viticola. Il sensibile calo di aziende e di superficie a vite si è tradotto in una ristrutturazione del settore caratterizzata dall aumento della specializzazione aziendale e della superficie media a vite sempre più orientata verso la produzione di vini a denominazione di origine (DO) a partire dai vitigni più richiesti dal mercato. 28

30 Produzione e export La produzione di vino campano mostra incoraggianti segni di miglioramento attraverso il bilanciamento rossi-bianchi e il sistematico aumento della proporzione dei vini DOP e dei vini IGP a discapito dei vini da tavola, un trend ormai consolidato in quest ultimo decennio che si traduce nella continua ricerca qualitativa posta in essere dalle imprese enologiche campane. In termini di export, la Campania del vino fa registrare sistemici incrementi di ordinativi provenienti principalmente dall UE, dal Nord America e dal Sud Est Asiatico. Le vendite estere 2011, rispetto al 2006, sono praticamente raddoppiate in valore, passando da euro a euro, con una incidenza sull export Italia dello 0,7%. Non è tutto: nei primi nove mesi del 2012 ( gen-sett), la Campania ha esportato vino per un valore di euro, facendo registrare un + 13% sul periodo corrispondente In termini previsionali, nel 2012 si calcola che le imprese enologiche campane abbiano esportato vino per un valore di circa 34 milioni di euro, in aumento dell 11,8% circa sull anno precedente. Un quadro, dunque, del tutto soddisfacente se si tiene conto anche della particolare congiuntura internazionale nota a tutti e che non pochi affanni sta arrecando a molti comparti produttivi. 29

31 A seguire, a mo di schede sinottiche, alcune informazioni sulle superfici a vite e produzioni delle DOP regionali relative all ultimo Censimento ISTAT Agricoltura, al fine di dare contezza degli ambiti dimensionali delle singole realtà produttive. E interessante sottolineare gli scostamenti tra la superficie a vite presente nelle zone di produzione e la superficie effettivamente impegnata (e dichiarata) nella produzione di uva a D.O. che danno l idea dell ampio margine di incremento che possono avere le produzioni a DOP. 30

32 TAURASI Carta d identità Denominazione: TAURASI G Provincia: AVELLINO Provv.ti istitutivi: Approvato DOCG con DM G.U. n.72 del Zona di produzione: intero territorio amministrativo dei comuni di Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, San Mango Sul Calore, Sant Angelo all Esca, Taurasi, Torre Le Nocelle, Venticano. Tipologia: Rosso, Rosso riserva. Le cifre Superficie 1 a vite presente nella zona di produzione: 2.492,70 ettari. Superficie 2 per uva DO: 343,29 ettari. Uva 3 per vino DO: ,94 quintali. Vino 4 DO prodotto: quintali. 1 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 2 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 3 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 4 Elaborazione su dati AGEA

33 GRECO DI TUFO Carta d identità Denominazione: GRECO DI TUFO G Provincia: AVELLINO Provv.ti istitutivi: Approvato DOCG con DM G.U. n.180 del Zona di produzione: intero territorio amministrativo dei comuni di Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Petruro Irpino, Prata Di Principato Ultra, Santa Paolina, Torrioni, Tufo. Tipologia: Bianco, Spumante. Le cifre Superficie 5 a vite presente nella zona di produzione: 899,72 ettari. Superficie 6 per uva DO: 697,72 ettari. Uva 7 per vino DO: ,66 quintali. Vino 8 DO prodotto: quintali. 5 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 6 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 7 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 8 Elaborazione su dati AGEA

34 FIANO DI AVELLINO Carta d identità Denominazione: FIANO DI AVELLINO G Provincia: AVELLINO Provv.ti istitutivi: Approvato DOCG con DM G.U. n.180 del Zona di produzione: intero territorio amministrativo dei comuni di Aiello del Sabato, Atripalda, Avellino, Candida, Capriglia Irpina, Cesinali, Contrada, Forino, Grottolella, Lapio, Manocalzati, Mercogliano, Montefalcione, Monteforte Irpino, Montefredane, Ospedaletto d Alpinolo, Parolise, Pratola Serra, Salza Irpina, San Michele Di Serino, San Potito Ultra, Sant Angelo a Scala, Santa Lucia Di Serino, Santo Stefano Del Sole, Sorbo Serpico, Summonte. Tipologia: Bianco. Le cifre Superficie 9 a vite presente nella zona di produzione: 1106,84 ettari. Superficie 10 per uva DO: 468,50 ettari. Uva 11 per vino DO: ,30 quintali. Vino 12 DO prodotto: quintali. 9 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 10 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 11 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 12 Elaborazione su dati AGEA

35 AGLIANICO DEL TABURNO Carta d identità Denominazione: AGLIANICO DEL TABURNO G Provincia: BENEVENTO Provv.ti istitutivi: Approvato DOC con DPR ; Approvato DOCG con DM G.U. n.236 del (S.O. n.217). Zona di produzione: intero territorio amministrativo dei comuni di Apollosa, Benevento, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Cautano, Foglianise, Montesarchio, Paupisi, Ponte, Tocco Caudio, Torrecuso, Vitulano. Tipologia: Rosso, Rosso riserva o Riserva, Rosato. Le cifre Superficie 13 a vite presente nella zona di produzione: 3.943,16 ettari. Superficie 14 per uva DO: 75,29 ettari. Uva 15 per vino DO: 4.583,30 quintali. Vino 16 DO prodotto: quintali. 13 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 14 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 15 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 16 Elaborazione su dati AGEA

36 ISCHIA Carta d identità Denominazione: ISCHIA Provincia: NAPOLI Provv.ti istitutivi: Approvato con DPR G.U. n.122 del e s.m.i. Zona di produzione: intero territorio dell isola di Ischia. Tipologia: Bianco, anche superiore e spumante, Rosso, Forastera, Biancolella, Piedirosso o Per e Palummo, anche passito. Le cifre Superficie 17 a vite presente nella zona di produzione: 242,20 ettari. Superficie 18 per uva DO: 59,59 ettari. Uva 19 per vino DO: 4.796,86 quintali. Vino 20 DO prodotto: quintali. 17 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 18 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 19 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 20 Elaborazione su dati AGEA

37 CAPRI Carta d identità Denominazione: CAPRI Provincia: NAPOLI Provv.ti istitutivi: Approvato con DPR G.U. n.339 del Zona di produzione: intero territorio dell Isola di Capri. Tipologia: Bianco, Rosso. Le cifre Superficie 21 a vite presente nella zona di produzione: 10,31 ettari. Superficie 22 per uva DO: 1,97 ettari. Uva 23 per vino DO: 114,17 quintali. Vino 24 DO prodotto: 80 quintali. 21 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 22 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 23 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 24 Elaborazione su dati AGEA

38 VESUVIO Carta d identità Denominazione: VESUVIO Provincia: NAPOLI Provv.ti istitutivi: Approvato con DPR G.U. n.167 del e s.m.i. Zona di produzione: intero territorio amministrativo dei comuni di Boscotrecase, Trecase, San Sebastiano Al Vesuvio e parte del territorio amministrativo dei comuni di Boscoreale,Ercolano, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, San Giuseppe Vesuviano, Sant Anastasia, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre Del Greco. Tipologia: Vesuvio bianco, Vesuvio rosso, Vesuvio rosato, Lacryma Christi bianco, Lacryma Christi bianco spumante, Lacryma Christi bianco liquoroso, Lacryma Christi rosso, Lacryma Christi rosato. Le cifre Superficie 25 a vite presente nella zona di produzione: 384,98 ettari. Superficie 26 per uva DO: 177,87 ettari. Uva 27 per vino DO: ,71 quintali. Vino 28 DO prodotto: quintali. 25 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 26 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 27 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 28 Elaborazione su dati AGEA

39 CILENTO Carta d identità Denominazione: CILENTO Provincia: SALERNO Provv.ti istitutivi: Approvato con DPR G.U. n.256 del e s.m.i. Zona di produzione: territorio amministrativo dei comuni di Agropoli, Alfano, Ascea, Camerota, Campora, Cannalonga, Capaccio, Casal Velino, Casaletto Spartano, Castellabate, Castelnuovo Cilento, Celle di Bulgheria, Centola, Ceraso, Cicerale, Cuccaro Vetere, Futani, Gioi, Giungano, Ispani, Laureana Cilento, Laurito, Lustra, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montecorice, Monteforte Cilento, Morigerati, Novi Velia, Ogliastro Cilento, Omignano, Orria, Perdifumo, Perito, Pisciotta, Pollica, Prignano Cilento, Roccagloriosa, Rofrano, Rutino, Salento, San Giovanni a Piro, San Mauro Cilento, San Mauro la Bruca, Santa Marina, Sapri, Serramezzana, Sessa Cilento, Stella Cilento, Stio, Torchiara, Torraca, Torre Orsaia, Tortorella, Trentinara, Vallo Della Lucania, Vibonati. Tipologia: Rosso, Rosato, Bianco, Aglianico, Fiano. Le cifre Superficie 29 a vite presente nella zona di produzione: 971,67 ettari. Superficie 30 per uva DO: 82,39 ettari. Uva 31 per vino DO: 4.216,20 quintali. Vino 32 DO prodotto: quintali. 29 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 30 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 31 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 32 Elaborazione su dati AGEA

40 FALERNO DEL MASSICO Carta d identità Denominazione: FALERNO DEL MASSICO Provincia: CASERTA Provv.ti istitutivi: Approvato con DPR G.U. n.203 del e s.m.i. Zona di produzione: territorio amministrativo dei comuni di Carinola, Cellole, Falciano del Massico, Mondragone, Sessa Aurunca. Tipologia: Bianco, Rosso, Rosso riserva, Primitivo, Primitivo riserva o vecchio. Le cifre Superficie 33 a vite presente nella zona di produzione: 441,16 ettari. Superficie 34 per uva DO: 86,54 ettari. Uva 35 per vino DO: 6.073,14 quintali. Vino 36 DO prodotto: quintali. 33 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 34 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 35 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 36 Elaborazione su dati AGEA

41 CASTEL SAN LORENZO Carta d identità Denominazione: CASTEL SAN LORENZO Provincia: SALERNO Provv.ti istitutivi: Approvato con DPCM G.U. n.224 del e s.m.i. Zona di produzione: intero territorio amministrativo dei comuni di Castel San Lorenzo, Bellosguardo, Felitto e parte del territorio amministrativo dei comuni di Aquara,Castelcivita,Magliano Vetere, Ottati e Roccadaspide. Tipologia: Bianco, Rosso, Rosato, Barbera, Moscato, Moscato spumante, Moscato passito, Moscato Lambiccato, Aglianicone. Le cifre Superficie 37 a vite presente nella zona di produzione: 815,48 ettari. Superficie 38 per uva DO: 13,75 ettari. Uva 39 per vino DO: 602,83 quintali. Vino 40 DO prodotto: 422 quintali. 37 Superficie destinata alla coltivazione della vite nei Comuni che costituiscono la zona di produzione descritta dal Disciplinare (Fonte: ISTAT- 6 Censimento Generale dell Agricoltura). 38 Superficie idonea alla produzione di uva a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 39 Uva prodotta e destinata alla produzione di vini a Denominazione di Origine (DO) dichiarata nell anno 2011 (Fonte: AGEA). 40 Elaborazione su dati AGEA

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