I beneficiari di ammortizzatori sociali

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1 I beneficiari di ammortizzatori sociali Italia (16 ottobre 2014, ver. 0.2) OTTOBRE 2014 BOZZA DI LAVORO Azione di Sistema Welfare to Work per le politiche di reimpiego Area Welfare to Work Staff statistica, studi e ricerche sul mercato del lavoro 1

2 I beneficiari di ammortizzatori sociali in Italia Indice Sintesi 3 Introduzione 4 Nota metodologica sugli indicatori di domanda professionale Errore. Il segnalibro non è definito. 1. I beneficiari di ammortizzatori sociali I beneficiari per genere I beneficiari per età I beneficiari per regione e ripartizione I beneficiari per addetto dei centri pubblici per l impiego Evoluzione mensile della generazione di beneficiari di disoccupazione ordinaria I beneficiari dei sussidi di disoccupazione e di mobilità per condizione professionale I beneficiari degli ammortizzatori sociali secondo Eurostat 19 Versione 0.2 del 16 ottobre

3 Sintesi Finalità di questo rapporto è analizzare il numero e le caratteristiche principali dei beneficiari di ammortizzatori sociali in Italia al fine di fornire ai servizi pubblici e privati per il lavoro regionali informazioni utili per la programmazione dell erogazione delle politiche del lavoro. In Italia il numero complessivo medio dei beneficiari degli ammortizzatori che confluiranno nell Assicurazione Sociale per l Impiego (ASPI) aumenta da 876 mila unità del primo trimestre del 2013 a oltre 1 milione del quarto trimestre del Durante il periodo di crisi, dal 2008 al 2013, il numero medio di beneficiari, esclusa l indennità di disoccupazione non agricola a requisiti ridotti, è quasi triplicato (+163%), aumentando da 351 mila a 923 mila unità. A questi occorre aggiungere i percettori di disoccupazione agricola e le ULA in cassa integrazione che sono aumentate da circa 86 mila del 2008 a 290 mila del 2013 (+258,7%). Se si considerano tutte le prestazioni di disoccupazione, comprese quelle per gli agricoltori, per il personale di volo e a requisiti ridotti, il numero di beneficiari sale a circa 1 milione di unità alle quali si aggiungono 330 mila beneficiari dei sostegni al reddito per lavoratori sospesi. La composizione per genere dei beneficiari di disoccupazione è abbastanza equilibrata (53% maschi e 47% femmine). Più di un terzo dei lavoratori che hanno perso il lavoro in seguito a licenziamenti collettivi è costituita da anziani (da 55 anni e oltre) che hanno maggiori difficoltà, rispetto ai più giovani, di ricollocarsi nel mercato del lavoro. Il 41% dei beneficiari di tutte le prestazioni di disoccupazione lavora nelle imprese del Nord, il 41% in quelle del Mezzogiorno e il 18% in quelle del Centro. La regione nella quale è presente la maggiore quota di beneficiari di tutti i sussidi di disoccupazione è la Lombardia, seguita dalla Campania, dalla Sicilia, dal Veneto e dal Lazio. Mediamente in Italia ognuno dei 556 Cpi dovrebbe farsi carico di beneficiari di prestazioni di disoccupazione e ognuno dei circa 9 mila addetti dovrebbe erogare misure a 116 beneficiari di ammortizzatori sociali. Il rapporto medio di 116 beneficiari per addetto è nettamente più elevato nelle regioni del Nord (166:1), mentre è più basso in quelle del Centro (100:1) e del Mezzogiorno (93:1). L uscita dallo stato di disoccupazione con il sussidio ordinario non agricolo è molto lenta: al sesto mese ha trovato lavoro il 47,5% dei beneficiari e dopo oltre 12 dall ingresso nel trattamento solo il 59% di questi lavoratori ha trovato un occupazione e il 41% continua a percepire il sostegno al reddito. I beneficiari delle prestazioni di disoccupazione più anziani incontrano maggiore difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro: a 6 dall ingresso nel trattamento trovano un occupazione il 51% dei lavoratori che hanno fino a 39 anni, il 51% dei 40-49enni e solo il 38,2% delle persone con 50 anni e oltre. I beneficiari di ammortizzatori sociali (indennità di disoccupazione e di mobilità) sono per il 42% disoccupati, per il 47% inattivi e per l 11% occupati. Di conseguenza i disoccupati amministrativi possono essere, dal punto di vista della definizione statistica, anche inattivi che non cercano attivamente un lavoro. Questo fenomeno si manifesta in misura minore negli altri paesi europei nei quali il diritto a percepire il sussidio di disoccupazione è strettamente collegato al comportamento attivo del beneficiario nella ricerca del lavoro. 3

4 Introduzione Finalità di questo rapporto è analizzare il numero e le caratteristiche principali dei beneficiari di ammortizzatori sociali, così come sono stati riformati dalla legge n. 92 del 28 giugno 2012, al fine di fornire ai servizi pubblici e privati per il lavoro informazioni utili per la programmazione dell erogazione delle prestazioni previste dalle normative nazionali e regionali in materia di politiche del lavoro. Ridurre il tempo di permanenza nello stato di disoccupazione dei beneficiari di ammortizzatori sociali è indispensabile per ridurre la disoccupazione di lunga durata e per rendere sostenibile il sistema di sostegno al reddito per chi ha perso il posto di lavoro. I dati sui beneficiari degli ammortizzatori sociali utilizzati nel rapporto sono stati ricavati dal database online CoesioneSociale.Stat che utilizza i dati INPS normalizzati dall Istat per fini Statistici e dalle tavole pubblicate dal sistema permanente di monitoraggio della riforma del mercato del lavoro (fonte INPS), coordinato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Occorre osservare che si registrano lievi differenze tra i valori pubblicati dalle due fonti, probabilmente determinate dagli assestamenti intervenuti nel tempo a causa dei ritardi nella registrazione delle domande di ammortizzatori sociali autorizzate. Prima di entrare nel merito delle analisi appare opportuno richiamare gli aspetti normativi che definiscono i nuovi ammortizzatori introdotti dalla legge Fornero I nuovi ammortizzatori sociali ASPI L Assicurazione Sociale per l Impiego (ASpI) si rivolge a tutti quei lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione involontaria, ricomprendendo fra questi tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, con contratto a tempo indeterminato o determinato, i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno non stagionale, i lavoratori che hanno presentato le dimissioni per giusta causa, i lavoratori sospesi a causa di crisi aziendale o occupazionale a carattere transitorio, gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperativa con rapporto di lavoro subordinato, i lavoratori della Pubblica Amministrazione (ex art. 1 c.2 del D.Lgs. n.165/2001) con contratto di lavoro non a tempo indeterminato, il personale artistico, teatrale e cinematografico (ai sensi del R.D.L. 4 ottobre 1935, n.1827). L ASpI ha una durata massima di 8 nel 2013 e nel 2014 e di 10 a partire dal 2015 per il lavoratore con un età inferiore a 50 anni; di 12 per il lavoratore con un età pari o superiore a 50 anni e inferiore a 55 e di 12 nel 2013, 14 nel 2014 e 16 a partire dal 2015 per i lavoratori con un età pari o superiore a 55 anni. L indennità mensile è pari al 75% della retribuzione mensile fino a un determinato importo che viene rivalutato (1.180 euro nel 2013) ed è incrementata di una somma pari al 25% della differenza tra la retribuzione mensile e il precedente importo. Mini ASPI Destinatari della mini-aspi sono tutti i lavoratori con un rapporto di lavoro in forma subordinata come individuati dalla disciplina per l ASpI che, involontariamente, abbiano perso il lavoro e che presentino i seguenti requisiti: possano far valere lo status di disoccupato; possano far valere almeno 13 settimane di contribuzione da attività lavorativa negli ultimi 12 precedenti l inizio del periodo di disoccupazione, per la quale siano stati versati o siano dovuti contributi per l assicurazione obbligatoria. Non è richiesto il requisito dell anzianità assicurativa. Questa indennità è corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione nei dodici precedenti la data di cessazione del rapporto di lavoro, detratti i periodi di indennità eventualmente fruiti nel periodo. 4

5 1. I beneficiari di ammortizzatori sociali Nel grafico successivo è riportato il numero medio nei quattro trimestri del 2013 dei beneficiari degli ammortizzatori sociali che confluiranno nell Assicurazione Sociale per l Impiego (ASPI): l indennità di disoccupazione non agricola con requisiti ordinari e di disoccupazione speciale edile in via di esaurimento, l ASPI e la mini ASPI in vigore dal 1 gennaio 2013, l indennità di disoccupazione/aspi ai lavoratori sospesi (prevista solo per il triennio ) e l indennità di mobilità che sarà assorbita dall ASPI nel 2017 (figura 1.1). Il numero medio annuo dei beneficiari aumenta da 876 mila unità del primo trimestre del 2013 a oltre un milione del quarto trimestre del Non è compresa la cosiddetta mini ASPI 2012, che sostituisce solo per il 2013 la prestazione di disoccupazione con requisiti ridotti per gli eventi di disoccupazione dell anno 2012, a causa dell indisponibilità dei valori medi annui (vedi tavola 1.2). Tuttavia, si può supporre che il numero medio annuo dei beneficiari di questi ammortizzatori nel 2013 si avvicini a quello della mini ASPI del quarto trimestre del 2013 e cioè intorno alle 195 mila unità. Nel quarto trimestre del 2013 la quota di beneficiari dell indennità di disoccupazione e dell Aspi è pari al 63% del totale, quella dei beneficiari della mini ASPI al 19% e quella dell indennità di mobilità al 17%. Figura 1.1 Media trimestrale di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia I, II, III e IV trimestre del 2013 (valori assoluti in migliaia) X I trim II trim III trim IV trim Indennità di mobilità Lavoratori sospesi Mini ASPI ASPI Indennità di disoccupazione non agricola (requisiti ordinari e disoccupazione speciale edile) Totale I circa beneficiari nel quarto trimestre del 2013 del complesso degli ammortizzatori sociali che confluiranno nell ASPI si distribuiscono per il 42% nel Nord, il 40% nel Mezzogiorno e il 18% nel Centro (figura 1.2). Figura 1.2 Media trimestrale di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per ripartizione IV trimestre del 2013 (composizione percentuale) Mezzogiorno 40% Nord 42% Centro 18% 5

6 Dal 2008 al 2013 il numero medio annuo dei beneficiari delle indennità di disoccupazione che confluiranno dal 2014 nell ASPI, escludendo l indennità di disoccupazione non agricola a requisiti ridotti e la mini ASPI 2012, è quasi triplicato (+187,4%), aumentando da 256 mila a 738 mila unità (tavola 1.1). Si registra un aumento di poco inferiore (163,1%) se si considera anche l indennità di mobilità. Tavola 1.1 Numero medio annuo* di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia Anni (valori assoluti e percentuali) Indennità di disoccupazione non agricola (requisiti ordinari e disoccupazione speciale edile) /2013 Numero medio annuo (valori assoluti) % 2012/ ,7-52,5 ASPI Mini ASPI Lavoratori sospesi Totale disoccupazione ,4 26,4 Indennità di mobilità ,2 3,5 Totale ,1 21,0 * La media è calcolata a partire dai beneficiari nel mese intesi come numero di soggetti con almeno un giorno di trattamento nel mese Fonti: CoesioneSociale.Stat su dati INPS ( ) e Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Sistema permanente di monitoraggio della riforma del mercato del lavoro (2013) Durante il periodo di crisi, dal 2008 al 2013, l andamento del numero medio di beneficiari dell indennità di disoccupazione non agricola/aspi registra una significativa crescita del 150,3%, soprattutto tra il 2008 e il 2009 (66%), mentre negli anni successivi l aumento annuo è più contenuto e l entrata in vigore della riforma degli ammortizzatori sociali non ha determinato una crescita del numero dei beneficiari superiore a quello degli anni precedenti (figura 1.3). Infatti, l estensione della platea dei lavoratori assicurati dall ASPI ad apprendisti e soci lavoratori di cooperativa non ha determinato sensibili aumenti in termini assoluti sulla platea dei beneficiari. L aumento del numero dei beneficiari dell indennità di mobilità durante il periodo di crisi è stato relativamente più contenuto (97,2%) ed è stato costante fino al 2012, mentre nel 2013 si registra un incremento rispetto all anno precedente molto modesto (3%) determinato prevalentemente dalla flessione della mobilità in deroga determinata dalla contrazione degli stanziamenti statali. Figura 1.3 Numero medio annuo di beneficiari dell indennità di disoccupazione non agricola/aspi e dell indennità di mobilità Anni (valori assoluti) Indennità di disoccupazione non agricola/aspi Indennità di mobilità Per quanto riguarda i beneficiari dell indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, occorre osservare che questa prestazione è costituita nel 2013 sia dai trattamenti mini ASPI 2012 che sostituiscono, solo per il 1 L indennità di disoccupazione/aspi (con requisiti normali e con requisiti ridotti) viene riconosciuta anche ai lavoratori sospesi per una durata massima di 90 giornate nell anno solare, anche frazionabili, purché gli stessi siano stati sospesi per crisi aziendale o occupazionale. 6

7 2013, la prestazione di disoccupazione con requisiti ridotti per gli eventi di disoccupazione dell anno 2012, sia dalla mini ASPI con i nuovi requisiti. Nella tabella successiva si prende in considerazione solo il numero dei beneficiari dell indennità di disoccupazione a requisiti ridotti erogata sulla base della vecchia normativa. Inoltre, non sono disponibili i valori medi annui ma quelli dei beneficiari che sono in numero superiore perché queste prestazioni hanno un carattere transitorio e più breve (tavola 1.2). Per queste ragioni, mentre dal 2008 al 2012 si registra una crescita del 10,8% dei beneficiari di questa prestazione, nel 2013 l assenza di dati sui flussi della mini ASPI introdotta nel 2013 determina una flessione del 7%. Ma occorre attendere un significativo incremento dei beneficiari della mini ASPI, dal momento che è aumentato il numero dei potenziali beneficiari di tale prestazione dovuto al fatto che, secondo la nuova normativa, è richiesto solo il requisito di 13 settimane di contribuzione negli ultimi 12, mentre con la vecchia prestazione di disoccupazione con requisiti ridotti era necessario avere almeno due anni di anzianità assicurativa e 78 giornate di lavoro nell anno. Tavola 1.2 Numero di beneficiari* dell indennità di disoccupazione non agricola con requisiti ridotti e di mini ASPI 2912 Anni (valori assoluti e percentuali) /2012 Numero di beneficiari (valori assoluti) % 2012/2013 Indennità di disoccupazione non agricola con requisiti ridotti Mini ASPI Totale ,8-7 * Soggetti che hanno presentato la domanda entro il mese di marzo dell'anno di riferimento per periodi di disoccupazione dell'anno precedente. Fonti: CoesioneSociale.Stat su dati INPS e Ministero del lavoro e delle politiche sociali Ai sussidi di disoccupazione prima considerati occorre aggiungere anche l indennità di disoccupazione agricola ordinaria e speciale 2 che non ha subito interventi di modifica, se si esclude l abolizione, a partire dal 2013, della prestazione a requisiti ridotti. Il numero dei beneficiari di questo sussidio ha subito una flessione del 7% dal 2008 al 2013, anche in seguito all aumento dei controlli incrociati finalizzati alla verifica dei requisiti per il diritto e la conseguente liquidazione di questa prestazione 3 (tavola 1.3). Nel 2013 i beneficiari delle prestazioni speciali rappresentano il 71,7% del totale. Tavola 1.3 Numero di beneficiari* dell indennità di disoccupazione agricola per tipologia Anni (valori assoluti e percentuali) /2013 Numero di beneficiari (valori assoluti) % Ordinaria Requisiti ridotti Speciale 40% / ordinaria 101-sti ,6 Speciale 66% / ordinaria 151-sti ,3 Totale ,0 * Soggetti che hanno presentato la domanda entro il mese di marzo dell'anno di riferimento per periodi di disoccupazione dell'anno precedente. Fonti: CoesioneSociale.Stat su dati INPS e Ministero del lavoro e delle politiche sociali La recente disponibilità di dati sugli effettivi beneficiari della cassa integrazione guadagni (non più solo le ore autorizzate), trasformati in ULA il numero di lavoratori teorici a zero ore per tutto l anno consente una valutazione molto più attendibile del numero dei lavoratori non utilizzati dal sistema produttivo per ri- 2 I trattamenti ordinari e speciali a favore dei lavoratori agricoli nel 2012 hanno determinato una spesa di 1,1 miliardi quasi interamente a carico dello Stato (87,3%) perché i contributi versati (solo per l indennità ordinaria) sono pari a soli 135 milioni, mentre i trattamenti speciali sono interamente a carico della fiscalità. 3 I controlli dell INPS nel 2012 sull indennità di disoccupazione agricola (ordinaria e trattamenti speciali) hanno consentito in via preliminare di bloccare le richieste di pagamento nel 10% delle domande complessivamente presentate (che sono state pari a ), di cui il 16% sono state respinte in via definitiva. Cfr. INPS, Rapporto annuale, 2012, p

8 strutturazione dell azienda, per crisi di mercato o aziendali e della quota di occupati dipendenti sospesi dal lavoro. Durante il periodo di crisi dal 2008 al 2012 si registra complessivamente una triplicazione del numero di beneficiari espressi in ULA (258,7%), con una aumento maggiore per i trattamenti straordinari (343,9%) rispetto a quelli ordinari (141,8%) (figura 1.4 e tavola 1.4). Nel 2013 si osserva, viceversa, una flessione del 5,8% dei beneficiari ULA complessivi della cassa integrazione, che è più marcata per i trattamenti straordinari (-8,2%) a causa soprattutto di una riduzione maggiore dei trattamenti in deroga. I beneficiari ULA complessivi di cassa integrazione rappresentano nel 2008 una quota dello 0,5% del totale degli occupati alle dipendenze, mentre tale percentuale sale a causa della crisi economica all 1,8% dal 2009 al 2012 (solo nel 2011 scende all 1,5%) e subisce una flessione all 1,7% nel Figura 1.4 Numero di beneficiari (unità di lavoro standard - ULA) della cassa integrazione guadagni per tipologia Anni (valori assoluti) Cassa integrazione guadagni ordinaria Cassa integrazione guadagni straordinaria (inclusa deroga) Totale Tavola 1.4 Numero di beneficiari* (unità di lavoro standard - ULA) della cassa integrazione guadagni per tipologia Anni (valori assoluti e percentuali) Cassa integrazione guadagni ordinaria Cassa integrazione guadagni straordinaria (inclusa deroga) /2012 Valori assoluti (ULA) % 2012/ ,8 0, ,9-8,2 Totale ,7-5,8 Incidenza percentuale sul totale degli occupati dipendenti 0,5 1,8 1,8 1,5 1,8 1,7 * Beneficiari: l unità statistica è rappresentata dall ora di integrazione salariale utilizzata nell anno di riferimento. Il numero dei beneficiari è rilevato in unità di lavoro standard (ULA) calcolate sulle ore effettivamente utilizzate e lo standard di un lavoratore a tempo pieno. Il numero è rilevato distintamente per trattamenti ordinari e straordinari inclusa deroga. Fonti: CoesioneSociale.Stat su dati INPS ( ) e Ministero del lavoro e delle politiche sociali (2013) I dati utilizzati nei paragrafi successivi (1.1, 1.2 e 1.3) sono tratti esclusivamente dalle tavole pubblicate dal sistema permanente di monitoraggio della riforma del mercato del lavoro (fonte INPS), coordinato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali relativi al 2012 e 2013 che, come è stato osservato nell introduzione, differiscono lievemente da quelli estratti dal database online CoesioneSociale.Stat (dal 2008 al 2012) che utilizza i dati INPS normalizzati dall Istat per fini statistici. 8

9 1.1 I beneficiari per genere La composizione per genere dei beneficiari dell indennità di disoccupazione e dell ASPI è abbastanza equilibrata (53% maschi e 47% femmine) e la variazione tendenziale nel 2013 non si discosta di molto dalla media del 5% (tavola 1.5 e figura 1.5). Viceversa i beneficiari dell indennità di mobilità sono in maggioranza maschi (65%, 35% le femmine) in ragione della maggiore diffusione di questa integrazione al reddito nel settore dell industria dove prevale l occupazione maschile. Il numero medio annuo di beneficiari maschi aumenta dal 2012 al 2013 del 3,1%, mentre quello delle donne subisce una flessione del 2,8%. Complessivamente i beneficiari medi delle tre prestazioni nel 2013, compresa quella rivolta ai lavoratori sospesi, sono per il 55% maschi e per il restante 45% femmine. Tavola 1.5 Numero medio annuo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia e sesso Anni 2012 e 2013 (valori assoluti e percentuali) Indennità di disoccupazione + ASPI 2012/2013 Mini ASPI Indennità di disoccupazione/aspi per lavoratori sospesi 2012/2013 Indennità di mobilità 2012/ Maschi , , , Femmine , , , Totale , , , Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali (sistema permanente di monitoraggio della riforma del mercato del lavoro - INPS) Figura 1.5 Numero medio annuo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia e sesso Anno 2013 (composizione percentuale) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 46,9 53,1 53,0 47,0 37,7 35,4 62,3 64,6 DS + ASPI Mini ASPI DS/ASPI lav. Sospesi Mobilità 45,1 54,9 Totale Femmine Maschi Totale 1.2 I beneficiari per età La composizione per classi d età dei beneficiari di prestazioni di disoccupazione è molto diversificata in relazione alla tipologia del trattamento. I giovanissimi fino a 24 anni rappresentano una quota modesta tra i beneficiari di tutte le prestazioni di disoccupazione nel 2013 (4,3%) ed esclusivamente per la mini ASPI, che non richiede requisiti assicurativi, ma solo contributivi (13 settimane), raggiungono la percentuale del 18,3% (tavola 1.6 e figura 1.6). La variazione dal 2012 al 2013 del loro numero medio è positiva per l indennità di disoccupazione/aspi (2,7%) e nettamente negativa per la mobilità (-43,6%). I giovani adulti da 25 a 34 anni rappresentano una quota del 23% del totale dei beneficiari di tutte le prestazioni di disoccupazione nel 2013, con valori percentuali più elevati per la mini ASPI (33,7%) e più bassi per la mobilità (9,7%), il cui numero medio diminuisce del 15,5% rispetto all anno precedente. Il 55% dei beneficiari di tutte le prestazioni di disoccupazione nel 2013 è costituito da adulti di età tra 35 e 54 anni e questa quota sale al 57% per la disoccupazione ordinaria/aspi. L aumento tendenziale del numero dei beneficiari di questa classe d età è pari al 4,7% per l indennità di disoccupazione/aspi e al 6,2% per la mobilità. Gli anziani da 55 anni e più rappresentano il 17,9% del totale dei beneficiari di tutte le prestazioni di disoccupazione, quota che raggiunge il 36,3% per la mobilità, il cui numero aumenta dal 2012 al 2013 in misura 9

10 insignificante (0,5%). L aumento del numero dei beneficiari più anziani dell indennità di disoccupazione /ASPI (8,2%) è il più elevato tra le fasce d età, segnalando un alta criticità dei licenziamenti individuali dei lavoratori da 55 anni e oltre. Tavola 1.6 Numero medio annuo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia e classe d età Anni 2012 e 2013 (valori assoluti e percentuali) Indennità di Indennità di Mini Indennità di disoccupazione + disoccupazione/aspi ASPI mobilità Totale ASPI 2012/2013 per lavoratori sospesi 2012/ / Fino a 24 anni , , , Da 25 a 34 anni , , , Da 35 a 44 anni , , , Da 45 a 54 anni , , , Da 55 anni e oltre , , , Totale , , , Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali (sistema permanente di monitoraggio della riforma del mercato del lavoro - INPS) Figura 1.6 Numero medio annuo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia e classe d età Anno 2013 (composizione percentuale) 100% 90% 80% 70% 60% 14,0 25,7 6,8 17,2 24,0 12,3 31,1 36,3 17,9 25,7 Da 55 anni e oltre 50% 40% 30% 20% 10% 0% 31,5 33,7 25,5 18,3 3,2 DS + ASPI Mini ASPI 34,0 29,7 29,0 23,2 21,1 23,0 1,6 9,7 1,1 4,3 DS/ASPI Mobilità Totale lav. Sospesi Da 45 a 54 anni Da 35 a 44 anni Da 25 a 34 anni Fino a 24 anni 1.3 I beneficiari per regione e ripartizione Nel 2013, il 41,3% dei beneficiari di tutte le prestazioni di disoccupazione lavora nelle imprese delle regioni del Nord, il 40,7% in quelle del Mezzogiorno e il 18,1% in quelle del Centro (figura 1.7 e tavola 1.7). Una maggiore quota di beneficiari dell indennità di mobilità rispetto alla media precedente si registra nel Nord (44,6%), mentre nel Mezzogiorno si osservano percentuali più elevate rispetto al Nord per quanto riguarda la quota di beneficiari della disoccupazione ordinaria/aspi (41%) e della mini ASPI (42,9%). Le poche migliaia di beneficiari della disoccupazione/aspi per lavoratori sospesi si ripartiscono per il 56,1% nel Centro, sostanzialmente per il contributo della regione Marche nella quale è stata attivata per la prima volta questa prestazione, che è condizionata all intervento integrativo (20%) dell indennità a carico dei fondi bilaterali di settore o dei nuovi fondi di solidarietà. Nel 2012 questa prestazione è stata utilizzata prevalentemente nel Veneto, ma non più nel Se si analizza la composizione percentuale per prestazione, non emergono significative differenze tra le ripartizioni: su 100 beneficiari in Italia, il 68,2% percepisce l indennità di disoccupazione /ASPI, il 10,4% la mini ASPI, lo 0,3%, l indennità per lavoratori sospesi e il 21% l indennità di mobilità, mentre queste quote non si modificano in maniera apprezzabile nelle ripartizioni (figura 1.8). Si registra solo una differenza di poco più di un punto percentuale tra la quota di beneficiari di DS/ASPI del Mezzogiorno (68,8%) e nel Nord (67,3%), compensata da una maggiore percentuale di beneficiari dell indennità di mobilità nel Nord. 10

11 Figura 1.7 Numero medio annuo complessivo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia e ripartizione Anno 2013 (composizione percentuale per ripartizione) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 41,0 42,9 18,3 18,5 40,7 38,7 DS + ASPI Mini ASPI 19,3 56,1 16,7 18,1 24,6 DS/ASPI lav. Sospesi 38,8 40,7 44,6 41,3 Mobilità Totale Mezzogiorno Centro Nord Figura 1.8 Numero medio annuo complessivo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per ripartizione e tiplogia Anno 2013 (composizione percentuale per prestazione) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 22,7 19,4 20,1 21,0 1,0 0,2 0,1 0,3 9,7 10,6 11,0 10,4 67,3 69,0 68,8 68,2 Mobilità DS/ASPI lav. Sospesi Mini ASPI DS + ASPI La regione nella quale è presente la maggiore quota di beneficiari di tutte le prestazioni di disoccupazione è la Lombardia (1,8%), seguita dalla Campania (10,7%), dalla Sicilia (8,9%), dal Veneto (8%) e dal Lazio (7,8%), mentre quote inferiori all 1% si registrano in Valle d Aosta (0,3%), in Molise (0,7%) e nella provincia di Bolzano (0,8%) (figura 1.9). Figura 1.9 Numero medio annuo complessivo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per regione Anno 2013 (composizione percentuale per regione) 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 13,2 10,7 8,9 8,0 7,8 7,5 7,1 6,1 5,9 4,2 4,0 3,1 3,1 2,3 2,1 1,3 1,3 1,3 0,8 0,7 0,3 11

12 Tavola 1.7 Numero medio annuo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia, regione e ripartizione* Anni 2012 e 2013 (valori assoluti e percentuali) Indennità di Indennità di Mini Indennità di disoccupazione + disoccupazione/aspi ASPI mobilità Totale ASPI 2012/2013 per lavoratori sospesi 2012/ / Piemonte , , , Valle d'aosta , , Liguria , , , Lombardia , , , Prov. Bolzano , , , Prov. Trento , , , Veneto , , , Friuli-Venezia Giulia , , , Emilia-Romagna , , , Toscana , , , Umbria , , , Marche , , , Lazio , , , Abruzzo , , Molise , , Campania , , Puglia , , , Basilicata , , , Calabria , , Sicilia , , , Sardegna , , , Nord-Ovest , , , Nord-Est , , , Centro , , , Sud , , , Isole , , , ITALIA , , , * La classificazione territoriale avviene sulla base della provincia della sede a cui è presentata la richiesta di integrazione salariale. Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali (sistema permanente di monitoraggio della riforma del mercato del lavoro - INPS) Il 56,7% degli 87 mila beneficiari di cassa integrazione ordinaria nel 2012, espressi in ULA, lavora presso imprese delle regioni del Nord, il 26% in quelle del Mezzogiorno e il 17,3% in quelle del Centro (figura 1.10). La crisi economica ha determinato un aumento della quota di cassaintegrati delle regioni del Centro- Nord dal 66% del 2008 al 74% del Figura 1.10 Numero di beneficiari (unità di lavoro standard - ULA) della cassa integrazione guadagni per tipologia e ripartizione Anni (composizione percentuale) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 33,9 32,2 26,0 30,6 17,3 15,0 19,3 22,6 51,1 48,5 56,7 46,9 CIGO CIGS CIGO CIGS Mezogiorno Centro Nord

13 Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria e in deroga, la quota di beneficiari del Nord e del Mezzogiorno diminuisce, dal 2008 al 2012, di quasi due punti percentuali, mentre quella del Centro aumenta di quasi tre punti. Nel 2012, il 46,9% dei 220 mila beneficiari di CIGS lavora presso imprese del Nord, il 22,6% in quelle del Centro e il 30,6% in quelle del Mezzogiorno. La Lombardia è la regione nella quale è presente la maggiore quota di beneficiari (ULA) di cassa integrazione ordinaria (19,4%), seguita dal Veneto (11,2%), dal Piemonte (9,5%) e dall Emilia Romagna (9,1%), mentre per quanto riguarda i beneficiari di cassa integrazione straordinaria e in deroga la Lombardia mantiene il primato (16,4%), ma è seguita dal Piemonte (9,7%), dall Emilia Romagna (8,5%), e dal Veneto (7,7%) (tavola 1.8). Il numero di beneficiari di CIGO è quasi triplicato dal 2008 al 2013 nelle regioni del Nord e del Centro (rispettivamente 168,3% e 178,2%), mentre ha subito un aumento relativamente più contenuto nel Mezzogiorno (85,7%). Viceversa, il numero di beneficiari della cassa integrazione straordinaria e in deroga è più che quadruplicato dal 2008 al 2012 nelle tre ripartizioni, con un aumento più sostenuto nel Centro (419,2%). Tavola 1.8 Numero di beneficiari* (unità di lavoro standard - ULA) della cassa integrazione guadagni per tipologia, regione e ripartizione Anni (valori assoluti e percentuali) Cassa integrazione guadagni ordinaria Composizione percentuale /2012 Nord-ovest ,6 145,3 Piemonte ,5 108,6 Valle d'aosta ,3-10,8 Liguria ,3 37,7 Lombardia ,4 195,2 Nord-est ,1 201,3 Trentino Alto Adige ,0 39,6 Prov. Bolzano ,4 29,9 Prov. Trento ,6 49,7 Veneto ,2 239,0 Friuli-Venezia Giulia ,9 229,8 Emilia-Romagna ,1 282,3 Centro ,3 178,2 Toscana ,8 125,1 Umbria ,4 274,3 Marche ,0 218,8 Lazio ,1 178,7 Sud ,0 92,3 Abruzzo ,2 260,7 Molise ,9 217,3 Campania ,2 75,3 Puglia ,0 57,9 Basilicata ,4 98,8 Calabria ,3 36,9 Isole ,0 56,5 Sicilia ,2 64,7 Sardegna ,8 30,2 Nord ,7 168,3 Centro ,3 178,2 Mezzogiorno ,0 85,7 Italia ,0 141,8 Cassa integrazione guadagni straordinaria (compresa deroga) Nord-ovest ,7 241,2 Piemonte ,7 172,9 Valle d'aosta ,0-56,0 Liguria ,6 209,5 13

14 Composizione percentuale /2012 Lombardia ,4 311,2 Nord-est ,2 579,4 Trentino Alto Adige ,4 303,7 Prov. Bolzano ,1 86,4 Prov. Trento ,4 450,1 Veneto ,7 489,1 Friuli-Venezia Giulia ,7 353,8 Emilia-Romagna ,5 915,4 Centro ,6 419,2 Toscana ,7 597,6 Umbria ,2 422,9 Marche ,1 260,1 Lazio ,6 422,6 Sud ,3 296,0 Abruzzo ,0 398,0 Molise ,7 875,8 Campania ,9 219,3 Puglia ,7 414,9 Basilicata ,9 102,0 Calabria ,2 384,7 Isole ,3 412,0 Sicilia ,0 592,2 Sardegna ,3 266,2 Nord ,9 328,6 Centro ,6 419,2 Mezzogiorno ,6 321,9 Italia ,0 343,9 * Beneficiari: l unità statistica è rappresentata dall ora di integrazione salariale utilizzata nell anno di riferimento. Il numero dei beneficiari è rilevato in unità di lavoro standard (ULA) calcolate sulle ore effettivamente utilizzate e lo standard di un lavoratore a tempo pieno. Il numero è rilevato distintamente per trattamenti ordinari e straordinari inclusa deroga. Fonti: CoesioneSociale.Stat su dati INPS 1.4 I beneficiari per addetto dei centri pubblici per l impiego Nel grafico e nella tabella successivi si valuta la capacità dei centri pubblici per l impiego di offrire le misure ai beneficiari degli ammortizzatori sociali attraverso l analisi del rapporto tra il numero medio annuale di questi ultimi e il numero degli addetti ai Cpi (figura 1.11 e tavola 1.9). In questo caso si utilizzano i valori dei beneficiari del quarto trimestre 2013 (circa 1 milione di unità) che, come è stato già osservato, rappresentano probabilmente il valore effettivo medio del 2013, se si comprendessero anche i beneficiari residuali dell indennità di disoccupazione ordinaria a requisiti ridotti (mini ASPI 2012) di cui non sono disponibili i valori medi annui. Mediamente in Italia ognuno dei 556 Cpi dovrebbe farsi carico di beneficiari di prestazioni di disoccupazione e ognuno dei circa 9 mila addetti dovrebbe erogare misure a 116 beneficiari di ammortizzatori sociali. Il rapporto medio di 116 beneficiari per addetto è nettamente più elevato nelle regioni del Nord (166:1), mentre è più basso in quelle del Centro (100:1) e del Mezzogiorno (93:1). Tra le regioni del Nord, quelle che mostrano un rapporto più elevato tra beneficiari di prestazioni di disoccupazione e di addetti sono la Lombardia (220:1) e il Veneto (2012:1), mentre tra le regioni del Mezzogiorno il rapporto più basso si osserva in Sicilia (59:1) e in Calabria (65:1). 14

15 Figura 1.11 Numero beneficiari totali di prestazioni di disoccupazione per addetto dei centri pubblici per l impiego, per regione IV trim (valori assoluti) \ Fonti: INPS e Ministero del lavoro Tavola 1.9 Numero medio annuo di beneficiari di prestazioni di disoccupazione per tipologia, regione e ripartizione (IV trimestre 2013 ) e sedi e addetti dei centri pubblici per l impiego (Anno 2012) (valori assoluti) DS + ASPI Mini ASPI DS/ASPI lav. Sospesi Mobilità Totale beneficiari Centri per l'impiego Addetti totale Di cui front office Beneficiari totali per Cpi Beneficiari totali per addetto Piemonte ,0 Valle d'aosta ,2 Liguria ,9 Lombardia ,5 Prov. Bolzano ,4 Prov. Trento ,6 Veneto ,9 Friuli-Venezia Giulia ,9 Emilia-Romagna ,6 Toscana ,7 Umbria ,4 Marche ,9 Lazio ,6 Abruzzo ,7 Molise ,1 Campania ,6 Puglia ,0 Basilicata ,9 Calabria ,9 Sicilia ,5 Sardegna ,4 Nord ,7 Centro ,1 Mezzogiorno ,2 Italia ,8 Fonti: INPS e ministero del lavoro e delle politiche sociali 15

16 1.5 Evoluzione mensile della generazione di beneficiari di disoccupazione ordinaria Come si può osservare nel grafico successivo, l uscita dallo stato di disoccupazione con sussidio è molto lenta e al sesto mese ha trovato lavoro il 47,5% dei 593 mila beneficiari dell indennità di disoccupazione ordinaria, che hanno iniziato a percepirla a gennaio del 2012 (figura 1.12). Anche dopo oltre 12 dall ingresso nel trattamento, solo il 59,2% di questi lavoratori ha trovato un occupazione (282 mila) e il 41% continua a percepire l indennità di disoccupazione. Il 31 ottobre dopo due anni dall ingresso nel trattamento mila dei 593 mila percettori dell indennità di disoccupazione ordinaria non agricola avevano trovato lavoro (67,1%), 18 mila erano usciti per pensionamento (3%) e 178 mila non percepivano più questo sostegno al reddito (29,9%) Figura Evoluzione mensile per generazioni di beneficiari dell indennità di disoccupazione ordinaria non agricola, per tempo di reimpiego - Anni 2012 e 2013 (scala sinistra: valori assoluti in migliaia; scala destra: incidenza percentuale dei rioccupati sul totale dei beneficiari) Rioccupati (in migliaia) % rioccupati 700,0 600,0 500,0 400,0 300,0 200,0 100,0 0, ,0 Beneficiari 31,4 21, , ,2 43, ,9 52,3 56,8 57,9 59,2 47,5 49, , ,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 La medesima analisi longitudinale dell uscita dallo stato di disoccupazione dei beneficiari dell indennità di disoccupazione ordinaria per genere mostra modeste differenze dal momento che a sei dall ingresso nel trattamento ha trovato un occupazione il 48,3% degli uomini e il 46,5% delle donne e dopo oltre 12 si registra sempre la stessa differenza di due punti percentuali (68% i maschi e 66% le femmine) (figura 1.13). Figura Evoluzione mensile per generazioni di beneficiari dell indennità di disoccupazione ordinaria non agricola, per tempo di reimpiego e sesso - Anni 2012 e 2013 (incidenza percentuale dei rioccupati sul totale dei beneficiari) 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 1 mese Come è del resto atteso, i beneficiari di prestazioni di disoccupazione più anziani incontrano maggiore difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro: a 6 dall ingresso nel trattamento trovano lavoro il 50,5% dei beneficiari dell indennità di disoccupazione ordinaria che hanno un età fino a 39 anni, il 51.1% dei 40-49enni e oltre 12 Maschi 12,2 21,6 31,3 38,6 44,3 48,3 50,1 53,1 55,7 57,5 58,6 59,8 68,0 Femmine 12,4 21,5 31,6 37,8 42,9 46,5 48,2 51,2 53,9 55,8 57,0 58,4 66,0

17 solo il 38,2% di coloro che hanno 50 anni e oltre (figura 1.14). Dopo oltre 12 il 70% dei beneficiari fino a 49 anni sono rioccupati e solo il 57% degli over 50. Figura Evoluzione mensile per generazioni di beneficiari dell indennità di disoccupazione ordinaria non agricola, per tempo di reimpiego e classe d età - Anni 2012 e 2013 (incidenza percentuale dei rioccupati sul totale dei beneficiari) 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 1 mes e Fino a 39 anni 13,4 23,2 33,3 40,4 46,4 50,5 52,4 55,6 58,4 60,2 61,3 62,6 70,7 Da 40 a 49 anni 13,4 23,4 34,1 41,4 47,1 51,1 52,9 56,2 58,9 60,7 61,7 63,0 70,4 50 anni e oltre 9,2 16,8 25,4 31,1 35,2 38,3 39,7 42,2 44,7 46,5 47,6 49,1 57,1 oltre I beneficiari dei sussidi di disoccupazione e di mobilità per condizione professionale I dati esaminati nei paragrafi precedenti sono ricavati dagli archivi amministrativi dell INPS relativi ai pagamenti effettuati ai beneficiari di ammortizzatori sociali (sono stati normalizzati per i fini statistici) e, di conseguenza, sono altamente attendibili. Le informazioni sui beneficiari dei sussidi di disoccupazione e di mobilità possono essere ricavate anche dall indagine campionaria delle forze di lavoro dell Istat che presenta, tuttavia, un più alto errore campionario determinato anche dalla non piena conoscenza da parte dell intervistato delle caratteristiche delle molte prestazioni di disoccupazione previste dal nostro ordinamento. I valori assoluti dei beneficiari del sussidio di disoccupazione e dell indennità di mobilità estratti dall indagine sulle forze di lavoro dell Istat 4 nel 2013 (560 mila unità) sono molto distanti da quelli ricavati dai dati amministrativi dell INPS (828 mila, se si considerano solo quelli ordinari, 1 milione se si comprendono tutte le prestazioni di disoccupazione, esclusa ovviamente la CIG), ma è ugualmente utile esaminarli perché contengono informazioni, per esempio sulla condizione professionale, che non possono essere ricavate altrimenti. I dati sui beneficiari dei sussidi di disoccupazione non fanno riferimento ai disoccupati secondo la definizione statistica 5, ma a tutta la popolazione, a prescindere dalla sua condizione professionale. Si fa riferimento in qualche misura ai disoccupati amministrativi che sono tali se sono privi di occupazione e dichiarano di essere immediatamente disponibili a cercare e a svolgere un attività lavorativa (DID). Come è noto, possono iscriversi o mantenere lo stato di disoccupazione anche quei lavoratori che svolgono un'attività lavorativa di natura subordinata o autonoma o parasubordinata, da cui derivi un reddito annuale non superiore al reddito minimo personale escluso da imposizione 6. Di conseguenza i disoccupati amministrativi possono essere, dal punto di vista della definizione statistica, disoccupati, occupati (se percepiscono il reddito minimo), ma anche inattivi perché, anche se non cercano attivamente un lavoro, possono ugualmente essere iscritti a un centro per l impiego e aver sottoscritto la 4 E chiesto all intervistato (domanda G9) se aveva il sussidio di disoccupazione o l indennità di mobilità o, pur avendone maturato il diritto, era in attesa di riscuoterlo. Cfr. Istat, Questionario della rilevazione sulle forze di lavoro, versione SISTAN, Disoccupati: le persone non occupate tra 15 e 74 anni che hanno effettuato almeno un azione attiva di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono l intervista e che sono disponibili a lavorare (o ad avviare un attività autonoma) entro le due settimane successive all intervista. 6 Può iscriversi e conservare lo stato di disoccupazione chi svolge un attività lavorativa che non superi il reddito lordo di euro per lavoro dipendente (anche lavoro a chiamata o intermittente) o a progetto, di euro lordi per lavoro autonomo od occasionale, nel corso dell anno solare. 17

18 DID. Ovviamente questo ultimo fenomeno si manifesta in misura minore negli altri paesi europei nei quali il diritto a percepire il sussidio di disoccupazione è strettamente collegato al comportamento attivo del beneficiario nella ricerca del lavoro. Il grafico a torta successivo mostra, di conseguenza, che i 561 mila beneficiari del sussidio di disoccupazione e dell indennità di mobilità nel che per poter beneficiare di questi ammortizzatori hanno dovuto registrarsi presso un centro per l impiego - sono per il 42% disoccupati, il 47% inattivi e l 11% occupati (figura 1.15). Il 47% dei beneficiari inattivi è a sua volta composto per una quota del 31% da forze di lavoro potenziali e per il 16% da inattivi non disponibili a lavorare. Figura 1.15 Beneficiari di ammortizzatori sociali (15-74 anni) per condizione professionale Anno 2013 (incidenza percentuale) Disoccupati 42% Inattivi 47% Occupati 11% Fonte: Istat La tabella successiva mostra che il 7,7% dei disoccupati complessivi, a prescindere dalla durata del loro stato, beneficiano del sussidio di disoccupazione o dell indennità di mobilità, in linea con quanto emergeva precedente (tavola 1.10). Entrando nel maggiore dettaglio del condizione professionale, beneficiano dei sussidi di disoccupazione anche le due componenti delle forze di lavoro potenziali, in particolare gli inattivi che cercano lavoro ma non sono disponibili a lavorare (11,1%) e gli inattivi che non cercano lavoro ma sono disponibili a lavorare (5,1%). Bassa è la quota di inattivi che non cercano e che non sono disponibili a lavorare (0,5%). Tra gli occupati, la quota maggiore di beneficiari dei sussidi si osserva tra i sottoccupati part-time, che lavorando a tempo parziale, percepiscono il reddito minimo che consente di conservare lo stato di disoccupazione. Tavola 1.10 Beneficiari di ammortizzatori sociali (15-74 anni) per condizione professionale Anno 2013 (valori assoluti e incidenza percentuale) Disoccupati Inattivi disponibili che non cercano lavoro (FLP) Inattivi che cercano lavoro ma non disponibili (FLP) Altri inattivi (escluse le forze di lavoro potenziali) Sottoccupati Occupati, esclusi i sottoccupati Valori assoluti Sussidio di disoccupazione Indennità di mobilità Totale ammortizzatori Composizione percentuale Sussidio di disoccupazione 44,4 29,4 2,5 12,4 1,7 9,5 100,0 Indennità di mobilità 35,7 23,8 1,2 29,2 0,2 10,0 100,0 Totale ammortizzatori 42,5 28,2 2,2 16,1 1,4 9,6 100,0 Valori assoluti Nessun ammortizzatore Non sa Non risponde Totale popolazione Incidenza percentuale sul totale Totale ammortizzatori 7,7 5,1 11,1 0,5 1,2 0,2 1,2 Fonte: Istat (Indagine sulle forze di lavoro) Totale 18

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