Giornata mondiale dell AIDS 2013
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- Claudio Grandi
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1 Giornata mondiale dell AIDS 2013 Dal 1984 a dicembre 2011 sono stati diagnosticati nella Regione Veneto un totale di casi di AIDS, di cui (89,1%) residenti nel Veneto e 395 (10,9%) non residenti. Dei casi residenti nella Regione sono deceduti e la letalità complessiva del periodo di osservazione è del 67,6%. Numero di casi residenti e decessi per AIDS per anno di diagnosi. Regione Veneto, anni Anno Casi segnalati Casi (cumulati) Decessi Decessi (cumulati) Casi prevalenti Nel 2011 sono stati segnalati 37 casi di cui 13 decessi.
2 Il 77, 6% dei casi complessivi di AIDS si è verificata negli uomini e la classe di età che registra il maggior numero di casi complessivi è quella dai 30 ai 34 anni indipendentemente dal sesso. La probabilità di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi ha subito un incremento passando da meno del 20% per coloro che si ammalavano prima dell introduzione della terapia HAART, ad oltre l 85% dei casi di AIDS diagnosticati negli ultimi 6 anni. Anno di diagnosi Probabilità di sopravvivenza dopo X anni dallla diagnosi 2 anni 5 anni < % 10% % 17% % 58% % 69% % 85% Per confrontare la situazione della Regione Veneto con il resto del Paese si riportano i dati pubblicati nel rapporto elaborato dal Centro Operativo AIDS e relativi ai casi notificati al 31 dicembre Il Veneto risulta la 8^ Regione come numero complessivo di casi segnalati e la 6^ come numero di casi segnalati nel corso dell ultimo anno. Distribuzione dei casi cumulativi di AIDS per Regione di residenza, ordinata in senso decrescente, per anno di diagnosi. Dati COA (Centro Operativo Aids) aggiornati al 31/12/2010. Regione < Totale Lombardia Lazio Emilia-Romagna Piemonte Toscana Veneto Liguria Sicilia Campania Puglia Sardegna Marche Calabria Abruzzo Umbria FVG Trento Bolzano Basilicata Valle d'aosta Molise Estera Ignota Totale
3 L incidenza annuale del in Veneto è di 1,1 casi ogni 100 mila abitanti, in calo rispetto all anno precedente (1,3). Tale incidenza pone il Veneto all undicesimo posto in ordine decrescente nel nostro Paese ed è sostanzialmente molto inferiore all incidenza riscontrata in Regioni che, per altri aspetti, sono simili al Veneto, come Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e Toscana. Tasso di incidenza di AIDS per regione di Residenza (per abitanti) per i casi diagnosticati tra gennaio e dicembre Dati COA aggiornati al 31/12/ Per il calcolo dell incidenza dell AIDS per l anno 2010 il Centro Operativo AIDS utilizza come popolazione di riferimento quella residente alla data dell ultimo Censimento (anno 2001).
4 Distribuzione regionale della malattia Fino al 1990 la distribuzione territoriale della malattia era caratterizzata da differenze molto marcate tra le diverse province venete con una elevatissima incidenza nella provincia di Vicenza. In questi ultimi anni il quadro complessivo si è modificato con un riavvicinamento di incidenza tra le diverse province. Nell ultimo anno l incidenza massima si è avuta nelle province di Verona e di Treviso (1,0), seguite dalle province di Venezia (0,9) e Vicenza (0,8). Le province di Belluno e Padova riportano tassi di incidenza inferiori a 0,5 casi ogni abitanti, mentre non si registrano casi di AIDS tra i residenti nel territorio di Rovigo. Nel corso del 2011, il tasso medio regionale di incidenza contro l AIDS si posiziona quindi, per la prima volta, al di sotto di 1 caso ogni 100 mila residenti. Tasso di incidenza annuale di AIDS per provincia di residenza. Regione Veneto, anno Distribuzione dei casi di AIDS per provincia di segnalazione e di residenza e tasso di incidenza per provincia di residenza. Regione Veneto, anno Provincia di segnalazione Provincia di residenza Casi residenti segnalati nel 2011 Incidenza per abitanti BL ,5 PD ,3 RO ,0 TV ,0 VE ,9 VI ,8 VR ,0 Regione ,7
5 I fattori di rischio sono paragonabili a quelli dell infezione dell HIV. MASCHI FEMMINE TOTALE La regione Veneto è stata la prima regione italiana ad istituire un sistema di sorveglianza nei confronti del virus HIV, nel 1988, per conoscere la sua circolazione nella popolazione veneta. Dal 1988 ad oggi, in Regione Veneto sono state segnalate nuove diagnosi da HIV. Dopo il sensibile e continuo decremento dei primi anni di sorveglianza, dal 2002 al 2010 il numero di nuove infezioni si è stabilizzato attorno ai 300 casi annui, mentre risultano essere 231 i casi di HIV segnalati nel corso del Nell ultimo quinquennio la popolazione complessiva dei nuovi sieropositivi risulta composta per oltre il 40% da persone che riferiscono come comportamento a rischio i rapporti eterosessuali. Per le donne tale comportamento a rischio rappresenta addirittura il 70% dei casi, mentre nei maschi viene indicato dal 31%. Sembrano quindi esserci delle differenze sostanziali nei comportamenti a rischio rispetto al genere, anche se il fattore più rilevante è senza dubbio la trasmissione eterosessuale.
6 L assistenza ai pazienti con infezione da HIV in Veneto è affidata ai Centri di Malattie Infettive, dislocati nei capoluoghi di provincia (Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia-Mestre, Verona, Vicenza) e in due altri centri locali (Santorso in provincia di Vicenza e Legnago in provincia di Verona). In questi centri è possibile fare il test per HIV in modo anonimo e gratuito e senza impegnativa del Medico di Medicina Generale, inoltre vengono presi in carico i pazienti con infezione documentata. La privacy dei pazienti è assicurata secondo quanto previsto dalle normativa nazionale (legge 135/90) e regionale e una volta documentata l infezione, è prevista una esenzione della quota di partecipazione (ticket) che rende le procedure diagnostiche e terapeutiche esenti da pagamento. Le terapie messe a disposizione sono in grado di sopprimere completamente la replicazione del virus assicurando la sopravvivenza dei pazienti e la loro qualità di vita comparabile ai pari età non infetti da HIV. Affinché questo avvenga è però necessaria una diagnosi precoce, essendo le diagnosi tardive gravate da un notevole eccesso di mortalità e morbilità. Questa apparentemente ovvia considerazione si scontra con la realtà dei fatti: oltre il 50% delle diagnosi viene in Italia effettuata tardivamente, influendo negativamente nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici. Il ritardo diagnostico, comune nei paesi sviluppati, è legato principalmente alla sottostima individuale del rischio di trasmissione e quindi in ultima analisi ad una scarsa conoscenza della situazione epidemiologica attuale (sottostimando la probabilità di essere state infettate, le persone non si sottopongono al test e giungono alla diagnosi solo in presenza di sintomi severi, che compaiono quando le difese immunitarie sono già molto depresse). La maggior parte delle nuove infezioni da HIV sono legate al comportamento delle persone infette che non essendo ancora a conoscenza della loro infezione disseminano inconsciamente il virus HIV (si calcola che il 54% delle nuove infezione sia dovuto ad un 25% di persone con HIV non ancora a conoscenza della loro infezione). E accertato che le persone in trattamento efficace per HIV sono molto meno contagiose di quelle non trattate e questo dato ha dimostrato che l aumento delle persone in trattamento diminuisce l incidenza (nuovi casi) nella comunità. I Centri di Malattie Infettive stanno affrontando anche altri due problemi. L aumento della sopravvivenza con il continuo aumento dei nuovi casi (stimato attorno al 5% annuo) che comporta un aumento delle persone in carico nei Centri (una survey regionale del 2011 ha portato alla stima di più di persone in carico nei vari centri con più di persone in trattamento) con un parallelo aumento della spesa farmacologica. Parallelamente sta aumentando anche l età media dei pazienti (il 30% ha superato i 50 anni) con l emergenza di nuove problematiche assistenziali ed aumento delle co-morbidità (problematiche cardiovascolari, metaboliche, neurocognitive ecc) che richiedono approcci multidisciplinari. Programmi di Prevenzione La regione Veneto è da decenni impegnata nella prevenzione dell infezione da virus HIV e dell AIDS, attraverso dei programmi specifici di intervento nella scuola, quale il progetto Prevenzione dell AIDS e delle altre malattie a trasmissione sessuale nelle scuole secondarie di secondo grado che nell anno 2012 ha coinvolto 450 classi terze, circa studenti e ha formato 70 operatori per un totale di 4000 ore dedicate da tutti gli attori coinvolti nell intervento. La regione Veneto si impegna con le proprie attività a mantenere bassi i tassi di incidenza dell infezione HIV, ad aumentare la consapevolezza e modificare il livello di percezione del rischio da parte della popolazione e si pone i seguenti obiettivi: aumentare le conoscenze sulla malattia, modificando gli atteggiamenti connessi; facilitare l adozione di comportamenti preventivi dell infezione da HIV, intervenendo sui pregiudizi e sulle resistenze che contrastano la modifica di comportamenti a rischio promuovere una riflessione sui temi dell integrazione sociale delle persone sieropositive.
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