Amicizia. Autori: alunni della classe VA. Collaboratrice : maestra Teresa Marra
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- Franco Mosca
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1 Amicizia Autori: alunni della classe VA Collaboratrice : maestra Teresa Marra
2 Gli alunni della classe - V A hanno partecipato al concorso Scrittori di classe 2 indetto su iniziativa della CONAD. Gli alunni hanno partecipato con entusiasmo alla stesura del racconto. Sono partiti da un incipit dato da scrittori autori di libri per ragazzi e hanno continuato a stendere il racconto seguendo le loro indicazioni. Amicizia J uliane e Marco si ritrovarono improvvisamente catapultati dentro alla scena del quadro che stavano osservando. Non sapevano come potesse essere successa una cosa del genere, però sapevano chi era il colpevole di tutto ciò: lo strano custode di quella stanza del museo. Avete detto che i quadri non vi dicono niente, vi ho sentiti disse loro il custode, che adesso vedevano piccolo e lontano, quasi un fantasma nel cielo. Ebbene ora scoprirete che i quadri parlano. Eccome! Se volete uscire dal labirinto in cui vi ho rinchiusi, sarete costretti a parlare coi personaggi dei quadri. Fra loro ci saranno veri amici che vi aiuteranno e falsi amici che cercheranno di mettervi fuori strada. Dovete ascoltare bene tutti e cercare di capire quali sono i veri amici e quali no. Solo così troverete la porta, l unica porta che vi permetterà di passare di quadro in quadro, fino all uscita Di quadro in quadro?! Ma che sta dicendo? Ci faccia uscire! esclamò Juliane. Ma chi è lei e quanti quadri dovremmo attraversare? chiese invece Marco. Quella strana e inquietante situazione spaventava un po i due bambini, che però cercavano coraggiosamente di controllare la loro paura. Io sono il custode dei quadri, e anche un mago rispose l uomo. Se saprete riconoscere i veri amici, le porte saranno solo sette. Io vi aspetterò all uscita del labirinto. La figura del custode scomparve e i due bambini si ritrovarono soli dentro il quadro. Per la prima volta si guardarono intorno
3 e notarono di essere imprigionati nel quadro del pittore Raffaello Sanzio, Pala degli Oddi. Osservando attentamente si accorsero che uno degli angeli si dirigeva verso di loro. L angelo disse: - Per uscire dal dipinto, dovete arrivare nella parte alta del quadro e prendere la chiave che è custodita nella corona della Madonna. Scomparve nel nulla. Improvvisamente comparve uno strano essere che aveva gli occhi rossi, piedi enormi e verdi e, al posto della mano, aveva una falce dalla quale gocciolava del sangue. Lo strano essere cercò di ostacolarli dicendo:-dovete dirigervi verso il sarcofago per trovare la chiave! Marco, però, non si lasciò abbindolare dalle parole del misterioso individuo, aveva visto il sangue gocciolare dalla falce e pensò che qualcosa non andava, perciò trascinò Juliane verso l alto riuscendo così a prendere la chiave e uscire per trovarsi immersi nel secondo quadro. Si ritrovarono catapultati in un paesaggio per loro inquietante, tutt intorno era silenzioso, c era un atmosfera spettrale e misteriosa, era il quadro di Van Gogh Notte stellata. Una stella, improvvisamente, iniziò a parlare e disse: - Per poter continuare il cammino dovete andare sulla stella Polare che vi condurrà ad una caverna. Lì troverete un pezzo di carbone ardente custodito dal dio Vulcano. Dovete sconfiggere il dio per poter prendere il carbone col quale potrete aprire una porta che vi condurrà nel terzo quadro. I due bambini giunsero nella caverna, ma non avevano nulla con cui combattere contro il dio. Uno gnomo li aiutò dando loro una pistola ad acqua. Lo gnomo disse: - Con questa pistola potrete sconfiggere il dio perché non ama l acqua. Riuscirono ad avere la meglio su Vulcano e prendere il carbone.
4 Il passaggio al quadro successivo non fu semplice perché trovarono un cobra con tre teste che impediva loro di continuare il cammino. I bambini, stanchi ed impauriti, chiamarono il custode per farsi aiutare, ma questi non ascoltò il loro richiamo. Guardandosi intorno notarono un barattolo di colla che pensarono di utilizzare per neutralizzare il serpente, Versarono la colla sul cobra che si pietrificò, riuscirono così ad accedere nel quadro Primavera di Botticelli. Poiché nessuno si avvicinò loro per indicare l uscita, Marco si diresse verso la Venere e chiese: - Come possiamo uscire dal dipinto? La risposta fu, per loro, un po strana perché la Venere rispose: - Per poter uscire dovete trovare un arancia dorata. I bambini, non convinti, non le diedero ascolto. Intervennero le tre Grazie che pronunciarono queste parole: - Non credete a Venere, vi condurremo noi nel prossimo quadro. I due, speranzosi, si fidarono delle Grazie e le seguirono, ma si ritrovarono nuovamente accanto al serpente che, nel frattempo, grazie ad una magia, si era liberato. I bambini, demoralizzati, si fermarono a pensare a quando, insieme al loro amico Tommaso, avevano catturato un coniglio servendosi di una rete. Poiché non avevano la rete, caddero nuovamente nello sconforto. Juliane, improvvisamente, si ricordò di avere con sé un gomitolo di lana e pensò di utilizzarlo per realizzare la rete. Una volta finita la rete la lanciarono sul serpente che vi rimase impigliato, così riuscirono a sconfiggerlo.
5 A vuta la meglio sul cobra si ritrovarono direttamente nel quadro successivo Un bagno ad Asnieres di Seurat. Tutt intorno c erano persone in costume che si godevano, stese sul verde prato, i tiepidi raggi del sole che sembrava baciasse la loro pelle. Alcune donne, che erano sulla sponda del lago e dall aria rassicurante, visti i bambini, li chiamarono per attirarli in un tranello (come si scoprirà in seguito). Sembravano donne gentili che, all apparenza avevano a cuore il destino dei due fanciulli, ma in realtà si dimostrarono perfide e malvage. Mentre i bambini si dirigevano verso le donne, dalle loro dita fuoriuscì un liquido appiccicoso e giallo che immobilizzò la bambina, mentre Marco riuscì a schivare il liquido e a fuggire. A quel punto, un uomo alto e robusto, con un semplice movimento di braccia, afferrò Juliane e la trascinò in acqua. Juliane,
6 poiché il liquido aveva perso il suo effetto, cominciò a dimenarsi nella speranza di liberarsi. Nessuno intervenne per aiutare la bambina. Marco, vedendo l amica in pericolo, impaurito, in un primo momento, cercò di nascondersi e fuggire, ma poi, spinto dall amicizia e dall affetto che nutriva per la sua amica, vinse le sue paure e pensò a come aiutarla. Lungo la riva del lago vide delle conchiglie, le prese, si tuffò andando sott acqua e cercò di ferire l uomo. Inizialmente l uomo schivò i colpi, ma poi, visto che la bambina continuava a dimenarsi, perse l equilibrio e Marco poté sferrare il suo colpo di grazia. L uomo, ferito e dolorante, lasciò la presa e Juliane fu finalmente libera. A quel punto, visto che erano riusciti a riconoscere i falsi amici e anche a sconfiggerli con il potere dell amicizia, dinanzi a loro si aprì la porta che li condusse nel quadro successivo.
7 Il quadro in cui si ritrovarono era Ballo a bordo di Tissot. L atmosfera, sulla nave, era allegra, gioiosa e festosa, ma, improvvisamente, ci fu un completo silenzio tutti erano immobili, attendevano l'arrivo del capitano della nave, un uomo anziano con una lunga barba bianca e una pipa in bocca, indossava una divisa blu con bordi dorati. Diede inizio ad una gara di ballo. Rivolgendosi ai bambini disse: - Per conquistare l ingresso al prossimo quadro dovete vincere la gara. In caso di perdita di uno di voi resterete intrappolati qui per sempre. La disperazione assalì i bambini quando sentirono quelle parole. Improvvisamente una statuina di ballerini si animò e uno di loro disse, rivolgendosi ai bambini: - Non temete se resterete uniti la vittoria sarà vostra. L amicizia è più forte di qualsiasi tranello o inganno. Ricordate che l unione fa la forza. Si formarono le coppie; un uomo, basso e tarchiato, che sembrava più ubriaco che sobrio, prese Juliane e iniziò a ballare con lei perché aveva intenzione di far restare lì i bambini. Il capitano, però intervenne e formò lui le coppie poiché aveva capito l intento dell uomo. I bambini formarono la prima coppia e cominciarono a ballare il tango, erano bravi ballerini e dominarono la pista. L uomo, indignato, versò sulla pista dell acqua perché voleva far cadere Marco per ballare nuovamente con Juliane e riuscire nel suo intento. Invece dei due bambini, scivolò un altra coppia di ballerini che fu eliminata. Alla fine, dopo tante peripezie, la gara ebbe fine e fu decretata la coppia vincente, quella formata da Juliane e Marco. Il passaggio al quadro successivo fu così assicurato. Si ritrovarono nel quadro di Raffaello Sanzio La scuola di Atene. C erano numerosi filosofi che discutevano tra loro prese la parola Socrate, il più saggio tra i filosofi, e disse: - Fin qui siete arrivati, molto attenti siete stati, tante prove
8 avete superato perché insieme avete lottato. Per uscire da questo quadro un indovinello risolvere dovete. - Non si può toccare, non si può vedere, ma nell aria sempre sta e dà felicità se in fondo al cuore cercherete sicuramente la troverete. Manda via la tristezza e la solitudine e gioia dà ad ognuno. I bambini cominciarono a pensare e a riflettere su quale potesse essere la risposta. Alla fine i due gridarono in coro, quasi all unisono: - È l amicizia!!!!!! I filosofi applaudendo si complimentarono con i bambini ed aprirono la porta per farli passare al settimo quadro. L ultimo quadro in cui si ritrovarono fu L ultima cena di Leonardo. Si ritrovarono rimpiccioliti a causa di una strana magia compiuta dal custode che pensò che, rendendoli quasi invisibili, sarebbe stato difficile attirare l attenzione di qualcuno e avere suggerimenti per compiere l ultimo passaggio e ritornare liberi. I bambini si guardarono attorno e visti gli abiti lunghi dei discepoli, decisero di aggrapparvisi e giungere fino in cima al tavolo imbandito. Tra i discepoli Giuda si accorse della presenza dei bambini e li chiamò bisbigliando. Quando i bambini furono vicino a lui disse: - Per trovare la via d uscita dovete prendere il calice davanti a Gesù e portarlo a me, intanto, io aprirò la magica porta che vi farà uscire definitivamente da questo labirinto di quadri. I fanciulli non si fidarono di Giuda e si avvicinarono ad un altro discepolo. Era Pietro, un uomo saggio, anziano e barbuto che, mentre parlava con Gesù mangiava un pezzo di pane. Improvvisamente
9 comparve un folletto, con le orecchie a punta e un sorriso radioso stampato sulle labbra, indossava un completino verde e calzava scarpe con un sonaglino rosso sulla punta leggermente arrotondata. Il folletto prese con le sue dita sottili i bambini e li posizionò davanti agli occhi di Pietro che una volta visti, in un primo momento, si spaventò e cercò di scacciarli. Alla vista del folletto però capì che erano solo bambini indifesi e in cerca di aiuto per ritrovare la libertà. Marco e Juliane chiesero a Pietro: - Potresti darci un indicazione per andare via di qui? Ma prima, visto che siamo stanchi e abbiamo bisogno di riposare e anche di mettere qualcosa sotto i denti, puoi darci qualcosa per rifocillarci? Pietro prese un po del suo cibo e lo offrì ai due bambini che lo mangiarono con grande voracità, poi si riposarono passando la notte su un cucchiaio coperto da un tovagliolo. La mattina seguente, ormai carichi e forti si svegliarono con l intento di sapere da Pietro come uscire dal quadro. Gli si avvicinarono e dissero: -Allora Pietro vuoi dirci come fare per superare la prova? L uomo rispose: - Per aprire la porta che vi immetterà lungo la strada della libertà, dovete intrufolarvi nella tasca dell uomo che è seduto al centro e lì troverete una chiave. I bambini si diressero verso la tasca dell uomo, trovarono un filo che tirarono, all estremità opposta vi era la chiave che presero. Si diressero verso la porta che aprirono, si ritrovarono così nella stanza del museo, ormai liberi. L amicizia può tutto!
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