2 Potenziale da fonti energetiche rinnovabili
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- Sebastiano Nicolosi
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1 2 Potenziale da fonti energetiche rinnovabili 2.1 Metodologia per la valutazione del potenziale Biomasse legnose Per ottenere una valutazione omogenea del potenziale energetico proveniente da biomasse legnose si è scelta come tipologia di prodotto finale il cippato. Le categorie di biomasse considerate in questa sede sono state: potature di alberi da frutto (kiwi, vite e olivo); potature da manutenzione dei boschi potature da manutenzione delle fasce frangivento Nei risultati finali sono stati esclusi gli scarti agro-industriali, in quanto provenienti già da un processo di lavorazione industriale che prevede un consumo energetico a monte ed i residui dalla manutenzione delle acque interne. Si sottolinea inoltre che per quanto riguarda le colture di kiwi e vite, sono stati presi in considerazione solo i comuni con un estensione di tali colture maggiore di 1000 ha, ovvero con un maggiore significato ai fini dello sfruttamento energetico. Per quanto riguarda i boschi ci si riferisce al patrimonio boschivo della XIII Comunità Montana, in quanto più esteso rispetto a quelli delle altre Comunità Montane, nell ipotesi di sviluppo energetico, ovvero considerando un maggiore sfruttamento del patrimonio forestale associato a cicli manutentivi programmati. Per ogni tipo di biomassa considerata si è tenuto conto della disponibilità temporale. Per la valutazione del potenziale si è inizialmente calcolata la materia effettivamente utilizzabile procedendo come segue. Si sono applicati dei coefficienti di residuo unitario di potatura specifici per tipologia di biomassa alle superfici interessate dalle stesse, permettendo quindi la valutazione della massa di materiale scartata annualmente. Infine, si è considerato, sulla base di analisi condotte sul territorio italiano, che la disponibilità effettiva di potature di fruttiferi destinabili all utilizzo energetico vari tra il 45 50% della quantità totale di residui prodotta. Determinata la quantità di biomassa utilizzabile si è proceduto alla valutazione dell equivalente energetico tramite la moltiplicazione della stessa per il valore del potere calorifico inferiore specifico per ogni tipologia di materiale considerata.
2 2.1.2 Biogas da reflui zootecnici Per quanto riguarda il biogas, nei risultati finali sono stati considerati esclusivamente gli apporti da reflui zootecnici, escludendo i contributi derivanti da rifiuti mercatali, siero caseario e scarti di origine agricola, in quanto non distribuibili sulla scala comunale. Per la valutazione dell energia primaria ricavabile dalle deiezioni animali, sono stati considerati, nella presente valutazione del potenziale, esclusivamente le deiezioni prodotte da bovini bufalini e suini, poiché pur conoscendo il numero di capi per gli allevamenti avicoli, cunicoli e ovicaprini il calcolo della quantità delle deiezioni da loro prodotte risulta quasi impossibile da quantificare poiché questi tipi di allevamenti non dispongono di ricoveri per gli animali e per loro viene ancora praticato l allevamento a pascolo. La valutazione del potenziale da reflui zootecnici è stata condotta a partire dai dati relativi al numero ed alla tipologia di capi, suddivisi per comune. Moltiplicando il numero di capi per classe di età per il peso medio si sono ottenute le tonnellate di peso vivo per sesso e classe di età. Utilizzando dei coefficienti per il calcolo di liquame-letame in base al tipo di stabulazione, si è proceduto quindi al calcolo delle quantità specifiche e complessive di materia. L incrocio di tali dati specifici con quelli del pv dei capi nelle diverse fasi di vita, permette di calcolare le quantità totali di deiezioni liquide e solide. La produzione totale di biogas, per tipologia di deiezione e specie animale, è stata calcolata con la seguente formula Produzione biogas = Quantità deiezione [t] MS [%] MO [% di MS] Produzione massima biogas [m 3 /t di MOS] dove: MS è la materia secca, MO è la materia organica, MOS è la materia organica secca. Infine, l equivalente energetico è stato calcolato basandosi sul potere calorifico inferiore del biogas.
3 2.1.3 Solare termico e fotovoltaico Si è determinata una stima attendibile del potenziale di sfruttamento degli involucri edilizi adottando il metodo di dimensionamento di seguito esposto. Le ipotesi di lavoro adottate nella definizione del potenziale sono qui riassunte. Le superfici più idonee per gli impianti solari sono quelle relative alle coperture piane ed a falda, cioè a quelle porzioni d involucro che presentano le migliori potenzialità in termini di configurazione, soleggiamento e riduzione degli ombreggiamenti dovuti al contesto. Le coperture piane possono essere, in teoria, sempre sfruttate, tramite strutture di supporto su cui collocare i pannelli solari. Le coperture a falda possono essere utilizzate solamente quando presentano un esposizione idonea, ovvero con gli orientamenti Sud ± 45. Per quanto riguarda l inclinazione ottimale delle falde, si considera in ragione del valore della latitudine media nella provincia di Latina un angolo pari a30. In ragione della presenza di volumi tecnici, come, ad esempio, lucernari o canne fumarie, si considera che le coperture piane possano essere sfruttate in media al 50%, mentre quelle a falda al 70%. Si stima che facciate e falde degli edifici siano distribuite in misura uguale in tutte le direzioni cardinali. Il ricorso a tali ipotesi preliminari permette, moltiplicando tra loro i fattori di riduzione descritti, di definire un unico coefficiente il quale, applicato alla superficie in pianta degli edifici, restituisce la valutazione della superficie teoricamente utilizzabile per l installazione di pannelli sia solari che fotovoltaici. Il valore della superficie di copertura è stato stimato a partire dai dati ISTAT riguardanti la superficie media delle abitazioni, il numero di abitazioni in edifici ad uso abitativo e la classificazione degli stessi per numero di piani fuori terra. In seguito al calcolo della superficie di captazione utilizzabile per ogni comune della provincia, si è considerato di ricoprire interamente la stessa, nel caso di tecnologia solare termica con pannelli solari termici di tipo piano vetrato e, nel caso di solare fotovoltaico con pannelli fotovoltaici. Il prodotto tra la superficie dei pannelli e la radiazione massima annuale ottenibile dai pannelli delle due diverse tecnologie, fornirà il potenziale massimo teorico ottenibile da fonte solare termica e da fonte fotovoltaica nel settore residenziale nella provincia di Latina. E importante sottolineare che, date le modalità di calcolo, i risultati ottenuti rispettivamente per la tecnologia solare termica e per la fotovoltaica non sono sovrapponibili, in quanto presuppongono lo sfruttamento delle medesime superfici. Inoltre nel caso del potenziale solare termico è importante
4 notare che non si è tenuto conto della fruizione dell acqua riscaldata con questa tecnologia da parte dell utenza, la quale potrebbe non avere necessità di tale carico termico Eolico Nella valutazione del potenziale eolico nella provincia sono state escluse tutte le aree in cui la mappatura eolica CESI indica velocità media a quote di 50 m s.l.s. inferiori a 5 m/s, in quanto considerate aree non idonee. Per quanto riguarda le aree giudicate idonee si sottolinea in questa sede che qualunque giudizio di idoneità diverso da una prima stima del potenziale qui discussa richiede indagini di campo dettagliate e lunghe campagne anemometriche. L analisi anemometrica basata sui dati del CESI ha permesso di individuare quali siti idonei alla produzione di energia elettrica da fonte eolica alle altezze di rilevamento di 50 m s.l.s. e con velocità media annua del vento di 5 m/s: litorale compreso tra Monte Circeo ed il comune di Sabaudia; due zone tra i comuni di Roccasecca dei Volsci e Prossedi; Campodimele; Itri; zona a ridosso del confine provinciale tra i comuni di Itri e Spigno Saturnia. A partire dalle superficie delle zone individuate e dalla scelta di una tecnologia, si è proceduto alla stima del potenziale eolico. Tuttavia, il potenziale calcolato è maggiore di quello fornito dal CESI, il quale, per considerazioni puramente cautelative, è stato adottato come risultato finale Moto ondoso Le onde del mare sono una fonte energetica ad alta aleatorietà, per questo motivo, lo studio del potenziale da moto ondoso è stato affrontato con l ausilio di un software per l analisi nonstazionaria dei sistemi energetici, il quale permette di analizzare il sistema su diversi livelli temporali (e.g. semiorario, orario, biorario, mensile, &c). I dati utilizzati per le condizioni del mare sono quelli forniti dalla boa APAT per l anno Per il calcolo del potenziale si è scelto di fare riferimento alle isole di Ponza e Ventotene, in quanto la profondità della camera OWC richiede l installazione in siti con una adatta batimetria, quale presente nelle due isole in questione. Inoltre, data la direzione principale del moto ondoso (Ovest), si è scelto di considerare solo il versante occidentale della costa delle isole di Ponza e Ventotene. Si sono così considerati 18 km di costa per l isola di Ponza, tra Punta dell Incenso e Punta della
5 Guardia, e 4 km per l isola di Ventotene tra Punta Eolo e Punta dell Arco. Il potenziale è stato calcolato nell ipotesi di un dispositivo OWC installato sull intera linea di costa considerata Geotermia a bassa entalpia La provincia di Latina non è stata interessata, nel passato, da campagne geotermiche di dettaglio in gradi di fornire informazioni sulle distribuzioni di temperatura del sottosuolo o dei gradienti geotermici di dettaglio. La valutazione del potenziale geotermico a bassa entalpia nella provincia di Latina è stato condotto sulla base delle seguenti attività. La georeferenziazione del potenziale geotermico rispetto ai confini territoriali comunali, in base ai dati disponibili sulla Riserva Geotermale Specifica (RGS) desunti dallo studio Valutazione preliminare del potenziale geotermico della regione laziale del Prof. P. Bono. La ricostruzione dell andamento del gradiente geotermico del suolo dalla stima della superficie di omotermia sulla base della stratigrafia fornita e della temperatura presunta a circa 1000 m di profondità. L esame delle informazioni ottenute dallo studio del Prof. P. Bono permette di notare come le stime delle temperature siano fornite a profondità elevate e, quindi, come non si abbiano informazioni precise riguardo le temperature negli strati più superficiali del terreno. Circa la distribuzione delle temperature nel sottosuolo, i valori massimi di temperature sono stati stimati in corrispondenza dell area costiera Anzio-Circeo e dell area denominata Fossa Latina. Tuttavia, il potenziale calcolato fa riferimento alla risorsa tal quale, che prescinde dall efficacia dei sistemi di conversione e, come tale, non assume alcun significato nel confronto con i potenziali delle altre fonti considerate. Per questo motivo il potenziale da geotermia a bassa entalpia non è stato inserito nei risultati finali.
6 2.2 Risultati complessivi su scala comunale In Tabella 5 sono riportati i risultati finali del potenziale, suddivisi per comune e per fonti. Si noti che i valori nulli corrispondono all assenza di una determinata fonte in un dato comune. Per permettere una lettura più approfondita delle fonti più complesse, si riportano delle figure che mostrano la suddivisione di un certo potenziale in determinate categorie. In Figura 6 è riportata la suddivisione percentuale del potenziale da reflui zootecnici in relazione ai capi considerati. In Figura 7 è riportato uno schema di flusso che permette una migliore comprensione delle relazioni esistenti tra la Figura 8 e la Figura 9, le quali mostrano rispettivamente la suddivisione percentuale del potenziale da biomasse legnose rispetto alla loro provenienza e la suddivisione del potenziale delle colture agricole rispetto al tipo di coltura. Comuni Tabella 1 Potenziale totale termico ed elettrico suddiviso per fonti. Biomasse Legnose (TEP t /a) Biomasse Legnose Reflui Zootecnici (TEP t /a) Reflui Zootecnici Solare Termico (TEP t /a) Solare Fot ovolt aico Eolico Moto Ondoso Potenziale Tot ale (TEP t /a) Potenziale Totale Aprilia Bassiano Campodimele Castelforte Cisterna di Latina Cori Fondi Formia Gaeta Itri Latina Lenola Maenza Minturno Monte San Biagio Norma Pontinia Ponza Priverno Prossedi Rocca Massima Roccagorga Roccasecca dei Volsci Sabaudia San Felice Circeo SS Cosma e Damiano Sermoneta Sezze Sonnino Sperlonga Spigno Saturnia Terracina Ventotene Totale
7 % 58% Bovini Bufalini Suini Figura 2 Potenzialità dei reflui zootecnici. Biomasse legnose Colture agricole Barriere frangivento Boschi Kiwi Vite Olivo Figura 3 Schema di flusso riassuntivo delle categorie di biomasse raffigurate di seguito. 29% 62% 9% Barriere Frangivento Boschi Colture Agricole Figura 4 Potenziale delle biomasse legnose.
8 37% 38% 25% Kiwi Vite Olivo Figura 5 Potenziale delle colture agricole.
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