EROI DEL CALCIO STORIE DI CALCIATORI

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2 100 anni di storia del calcio, 306 cimeli esposti, 13 sale, visitatori in 2 mesi di apertura: la mostra, allestita nello splendido scenario della Basilica Palladiana da Associazione Italiana Calciatori e Comune di Vicenza, è stata un successo sotto tutti i punti di vista. EROI DEL CALCIO STORIE DI CALCIATORI di Nicola Bosio foto di Maurizio Borsari Grandi ospiti: dal Presidente del CONI Malagò a quello della FIGC Tavecchio, da Conte a Di Biagio, da Baggio ad Albertini, da Campana a Rivera, da Oriali a Paolo Rossi, da Cassani a Valentino Rossi, da Galtarossa ad Antonio Rossi, da Perrotta a Toni, da Guidolin a Di Carlo, dagli olimpionici veneti alle azzurre del volley

3 Eroi del calcio - Storie di calciatori, mostra organizzata dall Associazione Italiana Calciatori in collaborazione con il Comune di Vicenza, allestita nello splendido scenario della Basilica Palladiana, ha chiuso i battenti dopo 2 mesi registrando più di 450 visitatori di media al giorno. Cifre importanti per una iniziativa che si è rivelata un occasione unica per ripercorrere le vicende sportive dei numerosi calciatori, italiani e stranieri, protagonisti di molte partite memorabili, che hanno contribuito a diffondere la fama dell Italia come luogo in cui il gioco del calcio si pratica ai massimi livelli. Oltre 100 anni di successi internazionali sono stati raccontati da calciatori provenienti da tutte le parti del mondo attraverso immagini e riproduzioni multimediali, filmati storici di partite e interviste, maglie, scarpe ed oggetti rari. Oltre 300 cimeli per ripercorrere le storie e le emozioni dell ultimo secolo del pallone, un percorso cronologico suggestivo lungo 13 sale, partendo dal pezzo più antico, la maglia della Scozia del 1898, per arrivare ai giorni nostri. Eroi del Calcio, eroi senza tempo, ovvero, in ordine sparso: Pelè, Maradona, Platini, Van Basten, Cruijff, Best, Baggio, Meazza, Mazzola, Bulgarelli, Rivera, Facchetti, Campana, Tommasi, Corso, Zico, Ronaldo, Zidane, Van Basten, Batistuta, Shevchenko, Cafu, Ibrahimovic, Cavani, Zanetti, Kakà, Scirea, Maldini, Del Piero, Totti, Pirlo, Buffon, Zoff, Paolo Rossi, Bergomi, Cannavaro, Materazzi, Toni, De Rossi, Zambrotta, Gattuso, Grosso, Parola, Beckenbauer, Di Stefano, Bobby Charlton, Eusebio, Yashin, Garrincha, Schiaffino, Gherard Müller, Romario, Raul, Keegan, Krol, Messi, Cristiano Ronaldo Partite, vittorie, trionfi, trofei: la Coppa Italia, la Coppa Intercontinentale, La Coppa Campioni, la Coppa Rimet, la Coppa del Mondo Cimeli, memorabilia, pezzi di vita: le scarpe di Gigi Riva, quelle di Baggio bambino, la valigia di Valentino Mazzola, la Gazzetta che celebra il Grande Torino Da Vicenza è iniziato un viaggio, fatto di cultura e valori, di sport e di grandi emozioni

4 Personaggio tra i più discussi della storia del calcio, certamente tra i migliori calciatori assoluti di tutti i tempi: raccontare in poche righe Diego Armando Maradona, El Pibe de oro, è impossibile tanti sono gli aneddoti, le curiosità, le vittorie e le disavventure che hanno scritto, e continuano a scrivere, la storia della sua vita. Dall esordio appena sedicenne con la maglia rossa e bianca dell Argentinos Juniors, ai gloriosi anni di Napoli (2 scudetti, 1 Coppa Italia e 1 Coppa Uefa), fino ai trionfi (1 Mondiale), ma anche alla caduta (positivo ad un controllo antidoping), con la Nazionale Argentina: Maradona è stato l essenza del calcio, uno dei tanti modi di interpretarlo, di viverlo, di amarlo e odiarlo. È stato e continua ad essere Figlio di un operaio e di una donna delle pulizie, argentino di origini italiane, piccolo e malato: nessuno avrebbe scommesso un centesimo su Lionel Andrés Messi Cuccittini, detto Leo, la pulce. Nessuno tranne il Barcellona che lo porta in Spagna per un provino, rimane sbalordito da tanto talento, gli fa firmare un contratto (la storia vuole che in assenza di carta intestata, l accordo fu siglato su un tovagliolo), gli paga le cure necessarie e lo trasforma in una delle stelle del calcio mondiale. Oggi Leo Messi, asso del Barça e capitano della Nazionale Argentina, più volte accostato ad un altro grande numero 10 dell albiceleste, Diego Maradona, è Patrimonio storico sportivo dell umanità insieme a Pelé e al messicano Hugo Sanchez.

5 Il 29 maggio 1928 l orafo parigino Abel LaFleur ricevette una commissione del tutto particolare da un distinto baffuto nobiluomo che rispondeva al nome di Jules Rimet: confezionare un trofeo che sarebbe stato assegnato alla vincitrice di un torneo mondiale di calcio. Nasceva così il Campionato del Mondo e quella coppa, originariamente chiamata Victory ( Vittoria ), nel 1946 sarà rinominata proprio Coppa Rimet. Salvata (in Italia in una scatola da scarpe) durante la guerra dalla razzia dei tedeschi, fu rubata in Inghilterra nel 1966, ritrovata da un cagnolino in un parco di Londra, assegnata definitivamente nel 1970 al Brasile che la vinse per tre volte, rubata nuovamente e fatta fondere nel 1983, fatta replicare e messa all asta con la FIFA che se ne riappropriò nel Tra i cimeli più preziosi, la particolare maglia completamente nera usata dalla Nazionale italiana per volontà di Benito Mussolini che, negli anni trenta, aveva imposto questo tipo di casacca. L Italia aveva debuttato in nero nell amichevole con la Francia del 17 febbraio 1935 e successivamente questa divisa era stata utilizzata al torneo calcistico degli XI Giochi olimpici di Berlino dell anno seguente. La maglia esposta è quella indossata invece da Peppino Meazza in occasione della seconda gara dei Mondiali del 1938, in questo caso ancora contro i francesi, nella gara vinta per 3-1 (in gol Colaussi e doppietta di Piola). Quel mondiale gli azzurri poi lo vinsero battendo in finale l Ungheria per 4-2 (doppiette di Colaussi e Piola).

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8 Nella lunga e gloriosa carriera di Sergio Campana, presidente onorario dell Associazione Italiana Calciatori e gloria del Lanerossi Vicenza, c è una piccola parentesi targata Bologna: con i felsinei due stagioni ( e 60-61) in cui, con il numero 10 sulle spalle, giocò 50 partite segnando una ventina di reti. A Bologna si laureò, per diventare poi avvocato e fondare, con Bulgarelli, Mazzola, Rivera, Castano, De Sisti, Losi, Mupo, Sereni e Corelli, l Assocalciatori nel luglio del Il suo nome rimane comunque legato al Lanerossi Vicenza, società berica con la quale, prima e dopo Bologna, giocò quasi 250 gare segnando una cinquantina di reti. Ala, poi centravanti, concluse la sua carriera da difensore ricoprendo il ruolo di libero. Edson Arantes do Nascimento, universalmente noto con lo pesudonimo di Pelè. Anche chi non segue il calcio ha sentito parlare di Pelè, anche chi non ama questo sport sa chi è Pelè. Perché stiamo parlando del calciatore considerato il più grande di tutti i tempi, brasiliano capace di vincere (e far vincere) tre mondiali ( 58, 62 e 70). Perché rimane ancora il miglior goleador della storia, capace di segnare 1281 in 1363 partite. Perché, se non sei Pelè, non vinci 10 campionati, 5 coppe Brasiliane, 2 Coppe Libertadores e 2 Intercontinentali. Perché, che indossasse la maglia bianconera del Santos o quella verdeoro della Nazionale brasiliana, era amato da tutti, avversari compresi. Perché Pelè, O rei, è il calcio.

9 Johann Cruijff e il numero 14. Negli anni settanta la numerazione era rigorosamente dall 1 all 11 e mai nessuno si sarebbe sognato di personalizzare la propria maglia. Nessuno tranne lui, il profeta del gol. Il motivo è quasi una leggenda: il compagno di squadra dell Ajax Arnold Mhuren racconta che prima di una gara, non trovando la sua numero 8, ricevette la 9 da Cruijff che pescò tra le maglie delle riserve la 14. L Ajax vinse, Cruijff fu il protagonista e si tenne quel numero per il resto della carriera. Cruijff stesso sostiene invece che in quella stagione era l unica maglia disponibile quando rientrò da un lungo infortunio e divenne il suo portafortuna. Quando andò al Barcellona, la federazione spagnola pretendeva la numerazione classica 1-11: riprese il 9, ma sotto portava un altra maglia, naturalmente numero 14. Giugno 1981: per la prima volta a Milano si disputa il Mundialito per club, torneo non ufficiale ad invito organizzato dall emittente televisiva Canale 5. Un grande evento al quale prendono parte Milan, Inter, Peñarol, Feyenoord e Santos. Il Milan, appena tornato in Serie A dopo la retrocessione per lo scandalo del Totonero, utilizza un logo molto particolare, un diavolo stilizzato rosso su fondo nero, che abbandonerà dopo una sola stagione. In occasione di quel Mundialito, non essendo permesso l utilizzo di sponsor alle partecipanti, sulle tute i rossoneri ci misero proprio quel diavolo ed ingaggiarono nientemeno che l asso olandese Johann Cruijff. Ma a brillare, in quell edizione, furono i cugini dell Inter di Evaristo Beccalossi che vinsero il trofeo.

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12 Campionato Mondiale 1982 in Spagna: la Nazionale azzurra di Enzo Bearzot parte male, ma nonostante tre deludenti pareggi contro Polonia, Perù e Camerun, passa alla seconda fase. Poi improvvisamente la svolta: batte l Argentina di Maradona 2-1 e rifila tre gol al favoritissimo Brasile di Falcao, battendolo per 3-2 con tripletta di Paolo Rossi. Quel giorno l attaccante della Juventus, appena rientrato da una lunga squalifica, diventerà per tutti, e per sempre, Pablito. Rossi di gol ne farà altri due alla Polonia in semifinale e aprirà le danze nel 3-1 contro la Germania nella finalissima del Bernabeu. E a casa, oltre alla Coppa del Mondo, porterà anche il Pallone d oro come miglior giocatore e la Scarpa d oro come miglior realizzatore del torneo. Delle oltre 300 memorabilia presenti, uno dei pezzi più rari è certamente la Coppa Italia vinta dall Ambrosiana Inter nella stagione Si tratta del trofeo originale che venne messo in palio dal 1936 al 1943 e, così come quello in uso dal 1958 al 1959, era stilisticamente molto differente dalla versione attualmente conosciuta. La coppa della prima edizione di questa manifestazione, vinta dal Vado nel 1922, era andata distrutta durante il ventennio fascista. La Coppa esposta è quella della finale del 18 maggio 39 che si disputò a Roma (allo Stadio del Partito Fascista) tra l Ambrosiana Inter ed il Novara, vinta dai nerazzurri di Peppino Meazza per 2-1 grazie alle reti di Ferraris II e Frossi (per i piemontesi Romano). Fu la prima volta che l Inter si aggiudicò il trofeo che vincerà altre sei volte.

13 Vincitore di due mondiali (Svezia 1958 e Cile 1962), idolo dei tifosi del Botafogo con cui vinse tre campionati, ottavo nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo: Manoel Francisco dos Santos, meglio noto con lo pseudonimo di Garrincha, la cui maglia della Nazionale verdeoro si può ammirare nella sala delle leggende della mostra, è considerato la più grande ala destra brasiliana di tutti i tempi. È ritenuto il miglior dribblatore della storia del calcio, caratteristica per così dire favorita da un difetto congenito: la spina dorsale deformata, con uno sbilanciamento del bacino e sei centimetri di differenza in lunghezza tra le gambe, gli conferivano un andatura caracollante che sbilanciava l avversario. Ho speso molti soldi per alcool, ragazze e macchine veloci. Il resto l ho sperperato : la frase, celebre, è di George Best ed inquadra perfettamente quella che fu la sua carriera e la sua vita. Attaccante nordirlandese, vincitore di un Pallone d oro e ritenuto tra i dieci migliori giocatori di tutti i tempi, Best è considerato l emblema del genio e sregolatezza, fortissimo sul terreno gioco, ingestibile nella vita privata. Il suo volto da quinto Beatles, come veniva soprannominato, era spesso sulle copertine dei tabloid più per le sue disavventure che per le sue doti calcistiche. Idolo dei tifosi del Manchester United, ha giocato con la maglia della Nazionale dell Irlanda del Nord 37 partite segnando 9 reti. È morto nel 2005 per gravi problemi di salute causati dalla dipendenza da alcool.

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16 Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia; 56 partite in Nazionale (e 27 reti); 2 scudetti, una Coppa Uefa, un Fifa World Player e un Pallone d oro. Un terzo posto ai Mondiali di Italia 90 e un secondo posto a quelli di USA 94. Unico calciatore italiano ad aver segnato in tre diverse edizioni dei Campionati del mondo (1990, 1994 e 1998). Primo italiano (16 ) nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer, inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 più grandi calciatori viventi. Quarto, dietro a Diego Armando Maradona, Pelé ed Eusébio, nella classifica del miglior calciatore del mondo secondo un sondaggio della FIFA. Da Raffaello a Coniglio bagnato, per tutti Divin Codino. O più semplicemente Roberto Baggio Una cavalcata entusiasmante, un trionfo fantastico, un capitano speciale : Fabio Cannavaro guida gli azzurri alla conquista del Mondiale in Germania e sale sul gradino più alto del podio per alzare la Coppa del Mondo al cielo. È il 9 luglio 2006 e dopo Ghana, Stati Uniti, Repubblica Ceca, Australia, Ucraina e Germania, l Italia di Marcello Lippi liquida in finale la Francia di Zinedine Zidane ai calci di rigore. Immagini che rimarranno per sempre nella storia del nostro calcio, come quella splendida coppa dorata, quella maglia numero 5 (esposta alla mostra insieme a quelle di Buffon, Gattuso, Grosso, Materazzi, Toni, Perrotta, De Rossi e Zambrotta) quella fascia e quel capitano che, grazie a quel Mondiale, vincerà anche il Pallone d oro.

17 Uno dei cimeli più particolari è sicuramente la maglia della Nazionale di Lega di Serie A utilizzata negli anni 70. Ne esistevano tre versioni: verde, rossa e azzurra. Questa rappresentativa, aperta anche agli stranieri del campionato italiano, è scesa in campo in totale 11 volte dal 1960 (il 1 novembre a Milano vinse 4-2 contro l omologa formazione inglese) al 1991 (il 16 gennaio a Napoli vinse, sempre contro gli inglesi, 3 a 0). Ne hanno fatto parte, tra gli altri, campioni dal calibro di Boniperti, Charles, Altafini, Meroni, Albertosi, Hamrin, Suarez, Haller, Chinaglia, Benetti, Savoldi, Chiarugi, Corso, Causio, Capello, Bettega, Tassotti, Matthäus, Maradona, Van Basten, Aldair, Careca, e allenatori titolati come Alfredo Foni, Giuseppe Viani, Ferruccio Valcareggi, Enzo Bearzot e Arrigo Sacchi. Paolo Maldini, ovvero un unica maglia, quella del Milan, per 25 lunghi anni, giocando 902 partite e vincendo tutto (26 trofei). Unico tradimento, se così lo possiamo definire, la maglia della Nazionale, indossata prima con l Under 21 e poi con quella maggiore. 126 le partite giocate in azzurro, 126 battaglie in 14 anni di viaggi in giro per il mondo, dal 1988 al 2002, quando si è ritirato dopo esserne stato il capitano per otto anni. Vicecampione del Mondo nel 1994 e Vicecampione d Europa nel 2000, non è mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio in una competizione internazionale. Ma quel numero 3, in rossonero o in azzurro, rimarrà per sempre stampato nella memoria di tutti i tifosi, per sempre nella storia del calcio.

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20 Kakà contro Zanetti, come Rivera contro Mazzola, come Baresi (Franco) contro Baresi (Giuseppe), vale a dire Milan contro Inter: stracittadina calcistica per eccellenza, il derby di Milano, anche detto derby della Madonnina, è uno dei match di maggior prestigio nel panorama europeo e dei più prestigiosi in quello mondiale. Le due squadre contendenti sono, infatti, le uniche formazioni europee di una stessa città ad aver vinto la Coppa Campioni e il titolo mondiale (quattro volte il Milan e tre l Inter). Kakà e Zanetti sono solo tra gli ultimi capitani di una storia che parte dal 1908 (18 ottobre a Chiasso) e conta, tra competizioni ufficiali e non, quasi 300 confronti. In vantaggio di poco i rossoneri (111 a 106) ma la storia, appunto, continua Da sempre la Nazionale tedesca ha indossato, come prima tenuta, una maglia prevalentemente bianca (a volte con bordini neri), colori della bandiera della Prussia. La seconda maglia, invece, ha una storia particolare: fu scelto il verde, si dice, per rendere omaggio all Irlanda, prima compagine non confinante che accettò un confronto calcistico, in realtà dal colore predominante nello stemma della Federcalcio tedesca. Franz Beckenbauer e compagni ci vinsero un Mondiale ed un Europeo. Poi, il 1º settembre 2001, la Germania in maglia verde subì la sua peggior sconfitta casalinga in epoca moderna (1-5 contro l Inghilterra) e il verde fu sostituito dal grigio, poi dal nero e quindi dal rosso. Il verde tornerà con gli Europei del 2012, in occasione del quarantennale della conquista del primo alloro continentale.

21 Eroi del Calcio non è stata solo una mostra, è stato uno splendido momento di calcio, di sport, di eventi. Tante le iniziative collaterali organizzate all interno dell AIC Stadium, stadio virtuale in scala 1:100 con 60 posti a sedere. Convegni, tavole rotonde, collegamenti televisivi, la visita di molte scolaresche, i gruppi di anziani accompagnati dalle vecchie glorie del Lanerossi Vicenza, la presentazione della candidatura di Vicenza al Mondiale di ciclismo 2020; la mostra nella mostra dedicata agli atleti veneti vincitori alle Olimpiadi. E poi loro, i campioni, non solo calcistici, che non si sono voluti perdere l occasione di fare un giro in Basilica per rivivere 100 anni di grande calcio: il pilota della Yamaha Valentino Rossi; il CT della Nazionale di ciclismo Davide Cassani; le azzurre del volley femminile (Piccinini e De Gennaro) protagoniste ai recenti Mondiali, il plurimedagliato campione di canottaggio Rossano Galtarossa, quello del K2 Antonio Rossi. E poi Rossi, Paolo, il Pablito nazionale, Pallone d oro e gloria vicentina come Roberto Baggio, altro pallone d oro, in visita lo stesso giorno del Presidente del CONI Giovanni Malagò. E, a proposito di palloni d oro, Gianni Rivera, presente all inaugurazione con tutte le più alte cariche del calcio italiano: il Presidente FIGC Tavecchio, quello della Lega di B Abodi, quello della Lega Pro Macalli, accolti dai padroni di casa Campana e Tommasi, Grazioli e Poli. Campioni di ieri e di oggi, giocatori di ieri, allenatori di oggi: il CT dell Under 21 Gigi Di Biagio e quello della Nazionale maggiore Antonio Conte accompagnato dal campione del Mondo Gabriele Oriali, Francesco Guidolin e Mimmo Di Carlo, Simone Perrotta e Luca Toni, Demetrio Albertini e Paolo Negro. La mostra, che dopo l esperienza vicentina sarà itinerante e verrà ospitata in altre città italiane, rientra in un progetto più ampio dell Associazione Italiana Calciatori che intende puntare sulla valorizzazione della cultura del calcio e sulla centralità del ruolo del calciatore, per promuovere lo spirito dell AIC fin dalla sua fondazione.

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