RACCONTI E DISEGNI COMUNE DI NAPOLI IMAGO EDITRICE

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1 RACCONTI E DISEGNI COMUNE DI NAPOLI IMAGO EDITRICE

2 Elenco scuole I.C. C.D. 1 F. BARACCA Dirigente scolastico prof.ssa Paola Capezzuto - Municipalità San Ferdinando Chiaia - Posillipo I.C. C.D. 45 R. BONGHI Dirigente scolastico prof.ssa Rossella De Feo - Municipalità S. Lorenzo Vicaria Poggioreale Zona Industriale C.D. 78 N. CARITEO Dirigente scolastico prof.ssa Isabella Paola Municipalità Bagnoli - Fuorigrotta C.D. 28 GIOVANNI XXIII Dirigente scolastico prof.ssa Silvana Casertano - Piscinola Marianella Chiaiano - Scampia C.D. 84 E.A. MARIO Dirigente scolastico prof.ssa Daniela Costa - Municipalità Vomero - Arenella I.C. A. S. NOVARO Dirigente scolastico prof.ssa Aurora Alfano - Municipalità Stella San Carlo all Arena I.C. A. RISTORI Dirigente scolastico prof.ssa Fernanda Tuccillo - Municipalità Avvocata Montecalvario - Mercato Pendino Porto S. Giuseppe C.D. 47 E. SARRIA DE ROBBIO Dirigente scolastico prof.ssa Maria Teresa Daniele - Municipalità Ponticelli Barra S. Giovanni C.D. 61 N. SAURO Dirigente scolastico prof.ssa Stefania Continillo - Municipalità Miano Secodigliano S. Pietro a Patierno C.D. 72 NUOVO EDIFICIO Dirigente scolastico prof.ssa Elena de Gregorio - Soccavo - Pianura pag. 7» 10» 24» 34» 50» 66» 71» 83» 92» 98 2

3 Indice dei racconti Il rimorchiatore coraggioso La sirena e il guardiano del porto Le mille magie dello smeraldo Il Pianeta Mare In fondo al mare Uno scomodo osservatorio: Stromboli I sogni son desideri Emozioni da mare Un porto nuovo per Napoli Gli dei del mare e i delfini di Partenope Chiara e la festa del mare La regina del mare Il mostro venuto da lontano L ira di Poseidone Il mare L isolotto misterioso del mare di Napoli Pasquale e il viaggio della sua vita. Pasquale e il suo sogno Gli immigrati verso il porto dell Immacolatella Un amore di mare Un viaggio fortunato Il gigante di Napoli Il Mare di Napoli: un porto di pace Il dono di Poseidone Dalla fantasia alla realtà pag. 7» 10» 17» 24» 27» 30» 34» 43» 50» 53» 56» 60» 61» 63» 66» 68» 71» 77» 83» 87» 92» 94» 98» 102 3

4 Le città sono invisibili, non perché non ci siano, ma perché nascondono sempre un qualcosa che ai nostri occhi sfugge sempre (Italo Calvino) L esperienza realizzata grazie all iniziativa proposta dall Ammiraglio Luciano Dassatti, presidente dell Autorità Portuale di Napoli, ha offerto agli allievi delle dieci scuole primarie coinvolte - in rappresentanza di ciascuna municipalità una preziosa occasione per ampliare e approfondire la conoscenza di due elementi costitutivi e caratterizzanti la nostra città: il porto e il mare, binomio indissolubile per la funzione di complementarietà e reciprocità, che svolgono nei processi di sviluppo e di scambio della nostra Regione. Il progetto Il porto di Napoli incontra le scuole ha avuto inizio con gli incontri dell Ammiraglio con gli allievi, presso le scuole interessate ed è proseguito con la visita guidata al porto, affinché le riflessioni emerse nel corso degli stessi trovassero adeguato e opportuno riscontro nella realtà. La visita al porto, trasformatosi, per l occasione, in aula decentrata, ha rappresentato un opportunità fortemente stimolante per la successiva ricerca e scoperta di tutte le attività e funzioni dello stesso e della ricchezza, anche culturale, che esso può rappresentare per la città che lo ospita. Notevole l interesse che tutti gli alunni hanno mostrato nei confronti di una tematica e di una realtà, a molti di essi poco nota, certamente determinato dal fascino esercitato dal mare e dalle sue implicazioni turistiche e commerciali, ma anche stimolato dalla profonda ed effi- 4

5 cace comunicazione diretta del Presidente, con gli stessi a cui egli ha riservato un rapporto privilegiato, coinvolgendoli emotivamente nella condivisione della sua esperienza personale /professionale. Le attività laboratoriali - coordinate dai docenti- che, nella fase successiva del progetto, si sono svolte nelle aule scolastiche in un clima di proficua cooperazione, hanno costituito per gli allievi uno spazio di dialogo e di approfondimento rispetto all esperienza vissuta e si sono concluse con la produzione di racconti e spot che, a cura dell Autorità Portuale, sono stati raccolti rispettivamente nel presente volume ed in un video. Il percorso didattico sviluppato in relazione alla conoscenza della funzione e del valore del porto ha fornito l occasione per approfondire le proprie radici culturali e per stimolare la costruzione di una autentica e aperta cultura di territorio, fondata su un approccio estensivo ai luoghi della città da parte di tutti gli allievi, oltre i confini ed i limiti del proprio vissuto casa/scuola. Assumono, infine, grande valenza due momenti correlati al percorso didattico, il giro del golfo effettuato contemporaneamente da tutti i bambini partecipanti e la manifestazione finale, previsti con lo scopo di ricomporre i singoli segmenti in un tutto unitario attraverso l incontro tra i diversi protagonisti e la conoscenza e lo scambio dei prodotti elaborati da ciascun gruppo. L esperienza è stata particolarmente significativa sia per lo sviluppo del senso di appartenenza e della capacità di rispetto dell ambiente, sia per la maturazione della consapevolezza della relazione esistente tra ambiente socio-antropologico ed ambiente fisico. Ampio riconoscimento va attestato a tutti gli operatori del porto, che a vario titolo hanno collaborato, nelle per- 5

6 sone della dott.ssa Emilia Leonetti responsabile dell ufficio stampa, della dott.ssa Barbara Casolla responsabile della promozione crocieristica, della dott.ssa Rita Silvestri segretaria del Presidente ed, inoltre, del dott. Luigi Ricciardi, responsabile della promozione commerciale, coinvolgente guida degli allievi nella scoperta del porto durante l esplorazione dello stesso e della dott.ssa Fiorinda Corradino, responsabile dell ufficio studi, che ha curato la continua e proficua collaborazione con le scuole, presupposto indispensabile per la reciproca conoscenza ed integrazione delle rispettive e diverse realtà operative. La magistrale regia che ha contraddistinto l organizzazione ha favorito il pieno successo dell iniziativa che rappresenta, per tutte le comunità scolastiche che lo hanno condiviso, un valore aggiunto che le stesse intendono coltivare e rafforzare negli allievi. È, pertanto, in questa direzione che docenti e dirigenti, nell esprimere il ringraziamento più sentito all Ammiraglio Luciano Dassatti ed al suo staff, auspicano la prosecuzione ed il consolidamento di questo cantiere di attività. A tutti i bambini, per la loro attiva partecipazione, va il nostro grazie! Le Dirigenti Scolastiche Aurora Alfano, Paola Capezzuto, Silvana Casertano, Stefania Continillo, Daniela Costa, Maria Teresa Daniele, Rossella De Feo, Elena De Gregorio, Isabella Paola, Fernanda Tuccillo 6

7 Il rimorchiatore coraggioso Era un rimorchiatore nato in una delle famiglie che facevano parte della Marina Mercantile. Non era uno di quelli d altura che si spingono in imprese eccezionali. Era un semplice rimorchiatore costiere e lavorava nel porto di Napoli. Il giorno del varo la bottiglia si ruppe e questo gli fece credere che la fortuna sarebbe stata sempre dalla sua parte. Fu battezzato con il nome Ulisse, un nome che lo fece sentire coraggioso. La prima volta che fu impegnato nelle operazioni d ingresso di una grande nave da crociera uscì in coppia con quello che poi sarebbe stato il suo compagno di lavoro. Lui ebbe il compito di mettersi davanti alla nave 7

8 8 per trainarla con i potenti cavi e il suo compagno dietro le dava la direzione. Tirò con tutta la sua stupenda forza, con i motori al massimo e i cavi tesi nesso sforzo. Lui si sentiva felice, sicuro di sé. In seguito uscì spesso con il mare in condizioni proibitive e salvò la vita a navi che erano in pericolo. In certe notti, quando non c erano imprevisti e poteva dormire tranquillo nella sua banchina, faceva spesso lo stesso sogno: con il mare agitato usciva per aiutare una nave in difficoltà. Appena fuori dal porto si trovava davanti una vecchia carretta del mare; una nave tutta arrugginita che lottava tra onde altissime. Lui si lanciava con impeto per il salvataggio e la conduceva al sicuro. Una notte stava facendo proprio questo sogno quando all improvviso fu svegliato per un emergenza. Il mare era nero come l inchiostro. Si sentiva il fracasso dei tuoni e si vedeva la luce livida dei lampi. La pioggia cominciò a cadere molto fitta. Ulisse fu subito pronto a partire e si trovò vicino ad una gigantesca nave da crociera. Le onde stavano quasi per ribaltarlo ma riuscì lo stesso ad agganciarla.

9 In quel momento un onda anomala lo fece sbattere contro una scogliera sommersa. Prima di perdere i sensi sentì la voce di un uomo che diceva: Povero rimorchiatore, questa è stata la sua ultima impresa. Fu recuperato e attraccato nel porto ma, invece di essere buttato via, fu portato nei Cantieri del Mediterraneo dove lavorarono per trasformarlo in un peschereccio. Così cominciò la sua nuova vita da peschereccio. Un giorno si trovava al largo dell isola di Lampedusa. La giornata era bella e il sole splendeva in un cielo senza nuvole. All orizzonte apparve una nave. Era la nave del suo sogno ricorrente! La nave per qualche motivo che non comprese subito, stava per affondare. Il suo cuore di rimorchiatore lo spinse ad accorrere in aiuto della vecchia nave di disperati. Riuscì ad agganciarla fino all arrivo degli aiuti che trainarono al porto la nave. I passeggeri della nave furono felici di trovarsi al sicuro e ringraziarono il peschereccio che aveva conservato il cuore da rimorchiatore Istituto Comprensivo Circolo Didattico 1 F. Baracca 9

10 La Sirena e il guardiano del Porto Una calda sera d estate, il guardiano del porto di Napoli, un certo Gennaro Esposito, aveva il turno di notte e stava controllando che tutto fosse a posto. All improvviso, durante i suoi giri di perlustrazione, vide spuntare dal mare una grossa coda e pensò che appartenesse ad una balena o ad un orca che si era perduta. Dapprima si spaventò, poi si nascose per vedere di che cosa si trattava. La coda scomparve ed al suo posto affiorò il bellissimo volto di una ragazza che dolcemente si appoggiò con le braccia sulla banchina del porto. Il guardiano capì che si era trovato prodigiosamente di fronte ad una sirena in carne ed ossa, per così dire, ma non credeva proprio ai suoi occhi e pensava di essere entrato per incanto in una favola. Lo stupendo essere marino si accorse che l uomo era molto impaurito e lo attirò 10

11 a sé intonando una dolce melodia. Lo stupore era alle stelle... essi, però fecero subito amicizia e si raccontarono pian piano le vicende della loro vita. Fu così che il guardiano venne a sapere che la sirena si chiamava Margot, che proveniva dall oceano Atlantico e che, seguendo un banco di pesci molto birichini e giocherelloni, aveva perso l orientamento. Passarono la notte a parlare piacevolmente insieme e, alle prime luci dell alba, la sirena gli comunicò di voler andare via per non far scoprire a nessuno la sua presenza ed anche per tornare al suo amato oceano. Ma il guardiano spifferò tutto a Federico Fritzenwalden, comandante della nave Snav Campania, per evitare che la sirena fosse travolta durante le manovre di navigazione in uscita dal porto. Per trattenere ancora con sé la sua nuova ed insolita amica, le parlò di Napoli e delle sue rinomate bellezze. Anzi lui, Gennaro Esposito, detto Gennarino ai vostri comandi, si rese disponibile a farle visitare la città, portandola in giro immersa in una grossa vasca piena di acqua salata, ma la sirena lo avvisò che non ce n era bisogno, perché ogni volta che 11

12 usciva dal mare, la coda le spariva e lei diventava una donna come le altre. Fu così che la bella Margot, potè gustare il caffè dell antico Bar Gamb r i n u s, assaggiare i tipici dolci napoletani da Scaturchio e mangiare l insuperabile pizza Margherita. E poi...la visita ai castelli: Castel Nuovo, Castel dell Ovo e Castel Sant Elmo. Come una regina si aggirò nelle maestose stanze del Palazzo Reale e corse, colma di gioia, nell ampia Piazza del Plebiscito, finalmente libera e raggiante di essere più donna che sirena... Gennarino Esposito volle farle ammirare il panorama della città dal belvedere del Santuario di S. Antonio a Posillipo e da lì Margot ammirò stupefatta tutto il golfo 12

13 di Napoli e lo dominò nella sua interezza, avvertendo parimenti la nostalgia del suo oceano e l amore crescente per questa città. Il guardiano del porto volle superare se stesso offrendole un pranzetto a base di spaghetti a vongole e frittura di calamaretti in un ristorante del Borgo Marinari e lei apparve completamente a suo agio fra tutti quegli elementi marini. La sirena sentì sempre più forte il richiamo del suo mare, ma ormai il povero Gennarino era stracotto di lei. Allora tornarono al porto ed il guardiano, con uno stratagemma, fece in modo che Margot fosse attratta dalle navi da crociera ferme lì. Le presentò il comandante della nave Snav Campania, che la invitò a salire a bordo e le mostrò la sala di attesa, la reception, la sala giochi, le cabine, il ponte di comando, i gommoni di salvataggio e ogni altro angolo della nave. Margot rimase affascinata da quello che vedeva e scopriva ma sarebbe voluta tornare nel suo oceano, portando con sè anche Gennarino che si mostrò pauroso e titubante, non essendo provvisto né di coda né di branchie. Allora al guardiano venne un idea brillante: le propose di 13

14 14 fare una crociera insieme prima di prendere qualsiasi decisione definitiva. La sirena accettò di buon grado. Gennarino ebbe un gran daffare per convincere Federico Fritzewalden a farlo imbarcare insieme alla sua adorata per un tour nel mar Mediterraneo. Gli raccontò per filo e per segno l incantevole ed inconsueto incontro ed il comandante, tra l incredulo ed il sornione, finse di crederci, pensando in cuor suo che la ragazza di cui si era innamorato il guardiano, fosse una delle tante consuete conquiste. Comunque riservò per loro la cabina 128 ad un passo dalla piscina... Fu così che ebbe inizio un meraviglioso viaggio da Napoli a Marsiglia, a Barcellona, sulle coste del Marocco e della Tunisia. Margot era completamente estasiata per i posti incantevoli che via via conosceva, però, prima di fare rientro al porto di Napoli, volle far provare a Gennarino l ebbrezza di vivere come un pesce. Scorse di delfini che seguivano la nave e con un canto melodioso comunicò con loro. Essi allora, nelle loro accattivanti evoluzioni aeree, presero in groppa Gennarino che si ritrovò, in men che non si dica, nei fondali marini, a contatto con pesci

15 di ogni tipo e ogni colore che lo guidarono, insieme a dei delfini e a Margot, alla scoperta di fantastici paesaggi sottomarini. Ad un certo punto, tra piante rigogliose e sconosciute, si affacciò un polpo gigante, che li invitò ad entrare nella sua tana e comunicò a Margot che le sarebbe capitato qualcosa di insolito, di molto raro, qualcosa che accadeva alle sirene una volta ogni ventimila anni. Da un cunicolo della tana, Margot e Gennarino finirono direttamente nell oceano Atlantico e lì la sirena potè riabbracciare la mamma e tutta la sua famiglia. Il tempo passava velocemente con dolcezza e armonia ma i due naviganti sottomarini furono avvertiti dai delfini che ormai si doveva tornare indietro, perché il comandante della Snav Campania era preoccupatissimo per la loro scomparsa. Fu così che aspettarono che fosse notte fonda per risalire sulla nave inosservati ed aiutati dalle acrobazie dei delfini, che li tenevano in groppa. Pian pianino si ritirarono nella loro cabina n 128: l avevano fatta franca! Stranamente Margot cominciò ad avvertire qualcosa di nuovo, un radicale ed inaspettato cambiamento... Si accorse 15

16 di amare profondamente Gennarino e di non voler più allontanarsi da lui. Spinta da un impulso irrefrenabile, volle raggiungere la piscina ed immergersi, ma... colpo di scena... non le spuntò più la coda;: era diventata una vera donna. Gennarino, che l aveva seguita, assistette al prodigioso mutamento e fu allora che le chiese di sposarlo, ricevendo un bel sì. Il matrimonio fu organizzato lì, sulla nave, proprio dal comandante della Snav, visibilmente più emozionato degli sposi e furono invitati tutti i passeggeri. Quando tornarono a Napoli, ebbero una figlia che chiamarono Ashely. E VISSERO FELICI E CONTENTI... Questa sarebbe la solita conclusione di una favola a lieto fine! Noi, invece, preferiamo terminare così: - E se capitasse anche a te un giorno di incontrare una sirena, penseresti che potrebbe davvero essere Ashely, la figlia di Gennarino e Margot? Auguri e buona pesca!!!- Istituto Comprensivo Circolo Didattico 45 R. Bonghi 16

17 Le mille magie dello smeraldo Tanto tempo fa, sulla terra arrivò una grande nave spaziale. In quell epoca, il nostro pianeta era ricoperto solo da tanta vegetazione e l uomo non aveva ancora costruito case, strade ed altro. La navicella precipitò nel mare con tanta violenza che un onda investì la costa, portò via alberi e cespugli e, al loro posto, si formò una grande insenatura, ricoperta di sabbia e pietre. Velocemente, da quella navicella uscì uno stregone: un uomo vecchio, col naso aquilino, alto e magro. Indossava una lunga tunica nera e un mantello viola con un alto colletto. Era stato allontanato dal suo pianeta per la sua malvagità e condannato a vagare nello spazio per l eternità. Per salvarsi, lo stregone prese la sua pietra di smeraldo e fece una magia. Il suo corpo lentamente si pietrificò e la marea lo portò verso la terra. 17

18 18 E il duemiladieci! Siamo a Napoli. Com è cambiato l aspetto della nostra terra! Gli uomini hanno costruito grattacieli, strade, aeroporti e porti. La vita scorre frenetica e tante persone vivono in grandi città. Dove quel lontano giorno si era formata l insenatura, oggi sorge un grande porto. Si estende per chilometri, vi sono tanti capannoni e containers, le officine per aggiustare le navi, gru e piattaforme utilizzate dagli operai. Tanta gente parte o arriva con grandissime navi da crociera ma, di tanto in tanto, sono necessari lavori di ristrutturazione. Si racconta che un giorno un operaio, con la scavatrice, ruppe una lastra di asfalto e scoprì un tunnel che arrivava fino ad una caverna sotterranea, ma non gli diede troppo peso. La sera, due bambini giocavano a pallone in un prato vicino al porto; una pallonata data un po più forte, spedì il pallone dentro il porto, proprio dove erano in corso i lavori. Gennarino e Pasqualino corsero a riprendere il pallone e videro che era caduto nel tunnel. Allora partì una sfida: - Gennarì, vuoi vedè che io so più co-

19 raggioso e te? Mo nce vado io a piglià o pallone! - E và, famme vedè! - disse Gennarino. Ma Pasqualino inciampò e scivolò nel tunnel. Gennarino, preoccupato, nonostante la paura, corse nel tunnel per soccorrere l amico. Insieme camminarono nel tunnel dandosi la mano quando, all improvviso, sentirono delle vocine. Si guardarono intorno, ma non c era nessuno. Gennarino e Pasqualino erano sempre più spaventati; ormai non pensavano neanche più al pallone. - Zitto, zitto! Senti questo rumore di passi? - era un topino che stava parlando. - Lo sento! Stiamo attenti, qui non è mai venuto nessun umano! - disse un altro topino. Gennarino e Pasqualino restarono di sasso, gli occhi spalancati e la bocca aperta. Non riuscivano più a parlare. Davanti a loro c erano dei topolini parlanti e, in fondo al tunnel, s intravedeva una luce verde. - Pasqualì, che dici, andiamo avanti? propose Gennarino. - Sì! Voglio proprio vedè che nce stà là! rispose Pasqualino. 19

20 20 I bambini proseguirono lungo il tunnel, verso la luce verde. Arrivarono nella caverna e videro lo stregone pietrificato con la luccicante pietra di smeraldo in mano. All improvviso, lo stregone parlò: non muoveva la bocca, ma le sua parole giungevano ugualmente alla mente dei bambini. Disse: - Io sono lo stregone Krinius e vengo da un altro pianeta. Mi trovo in questa caverna da millenni. Intorno a me sono avvenuti fatti ed eventi eccezionali, ma mai nessuno è riuscito ad arrivare fino a me. Voi, ragazzi coraggiosi, siete gli unici che possono liberarmi da questo incantesimo. I bambini tremavano dalla paura, nonostante tutto si avvicinarono allo stregone: - Ma noi simmo solo duie criature, che putimmo mai fa pe te? - Dovete solo cercare l altra parte dello smeraldo. Solo così potrò tornare in vita. Sta certamente nella mia navicella, in fondo al mare - rispose lo stregone. - E comme putimmo fa? - Chiedete aiuto ai topi parlanti; anche loro sono sotto l influenza della pietra

21 magica, perciò possono comunicare con gli altri animali. - Va be Pasqualì, andiamo! disse Gennarino all amico. Gennarino e Pasqualino tornarono dai topi e chiesero loro di aiutarli. Alla loro richiesta i topini risposero: - Certamente! Seguiteci e parleremo con i pesci, finchè non ne troveremo qualcuno che ha visto la pietra. Insieme attraversarono il porto e arrivarono vicino al mare. I topini chiamarono i pesci, questi accorsero al richiamo e ascoltarono la loro richiesta. Anche i pesciolini capivano il loro linguaggio proprio perché sul fondo marino c era l altra parte dello smeraldo. Le alici fecero il passaparola con le sardine, le sardine con gli sgombri, gli sgombri con i polpi e così via, finchè tutti i pesci del mare vennero a conoscenza che si doveva cercare urgentemente la pietra magica nella navicella spaziale. Fu così che due delfini scorsero al largo una luce verde, che proveniva dal fondo marino. Si tuffarono e nuotarono fino alla navicella, presero la pietra e la portarono ai bambini 21

22 22 che aspettavano con ansia sulla banchina del porto. Questi presero l altra parte della pietra ma, poiché era tardi, tornarono a casa. Non fecero parola dell accaduto con i loro genitori e così la sera successiva Gennarino e Pasqualino tornarono nella caverna, dallo stregone. Lo trovarono molto agitato perché ancora non erano arrivati ma, come li vide, disse con voce autoritaria: - Finalmente! Unite subito le pietre! Gennarino, titubante, incastrò lo smeraldo che aveva in mano con quello dello

23 stregone. Pian piano lo stregone mosse le dita, poi le braccia e, infine, tutto il corpo. Si alzò lentamente e guardò dritto nei loro occhi; così li ipnotizzò per far dimenticare loro la sua esistenza. Li abbandonò lì e scappò nel tunnel, ma urtò contro una roccia e, inavvertitamente, perse la pietra. Ne approfittarono subito i topini che, avendo capito quanto fosse malvagio, la raccolsero e la posero nelle mani dei bambini. L incantesimo si ruppe... Gennarino e Pasqualino rincorsero lo stregone nel porto, fra edifici e containers. Grazie al potere della pietra magica, lo pietrificarono di nuovo e lo spinsero nel mare per farlo dormire, questa volta, per sempre. I bambini separarono le due parti della pietra, così lo smeraldo perse il suo potere magico. Ne presero ognuno una parte e la portarono a casa, ai loro genitori. I due piccoli eroi raccontarono l avventura che avevano vissuto nel porto e da allora in poi la serenità regnò nelle loro case. Istituto Comprensivo Circolo Didattico 45 R. Bonghi 23

24 Il Pianeta Mare Mi chiamo XXP, sono un piccolo Marziano e vivo sul pianeta Gostus. Di mestiere faccio l esploratore interstellare, perciò sono un grande osservatore. Poco tempo fa sono capitato su uno strano pianeta, un mondo tondo che dallo spazio appariva tutto blu. C era poca terra su questo mondo. C era invece molta sostanza liquida chiamata Mare, perciò io l ho soprannominato Pianeta Mare. In questo pianeta vivevano tante creature dall aspetto diverso. Quelle che mi hanno affascinato molto erano gli uomini. Io li ho divisi in tre categorie. 24

25 I più comuni sono quelli che si aggirano vicino nei pressi del mare. Di solito passeggiano lungo la riva e ammirano le onde che si accovacciano sulla spiaggia. Capita che buttino in mare di tutto e non si preoccupano per niente che lui un giorno potrebbe vendicarsi uscendo dal suo spazio e allagando tutto il loro territorio. Esseri umani piccoli e carini giocano nell acqua, ridono, gridano e si divertono insieme ai loro simili. Alcuni restano per ore immobili, con in mano una lunga stecca da cui pende un filo lanciato in acqua. Bizzarro! Che faranno mai? Nelle giornate calde frotte di uomini si precipitano nella sostanza liquida, a volte fanno rumori fastidiosi e schizzano acqua da tutte le parti. 25

26 Poi ci sono gli uomini che attraversano la sostanza liquida. Sono di meno di quegli altri e si spostano con dei mezzi a forma di banana, adatti a stare in acqua. Il mare sopporta pazientemente queste persone. Loro lo amano ma non dimenticano di essere solo dei visitatori attenti, perché il mare potrebbe cacciarli via. Infine rimangono gli umani che vanno sotto il mare. Questi sono pochissimi, indossano tute aderenti che li ricoprono dalla testa ai piedi e portano sempre degli accessori che immagino servono a riuscire a scendere in profondità, perché il loro corpo non è adatto a restare tanto tempo laggiù, senz aria. Di solito fotografano le stranissime creature che vivono lì. Quello che vi ho raccontato è tutto vero. Ho capito dalle mie osservazioni che gli uomini amano il mare perché li fa sognare, fa immaginare loro un mondo silenzioso, meraviglioso, pieno di vita, di una vita diversa, molto diversa dalla loro. Circolo Didattico 78 N. Cariteo 26

27 In fondo al mare Un giorno, un pesciolino di nome Splash si sentì male. Andò in ospedale, dalla dottoressa Miriam (che era una sirena). Prima di incontrarla, dovette passare attraverso un corridoio e vide una tartaruga in coma da busta di plastica, una sardina dallo psicologo perché sfuggita ad un pescatore, un polipo che tossiva per aver inalato i gas tossici di una barca. Quando finalmente incontrò Miriam, Splash le parlò del suo mal di squame: dopo averlo curato, la dottoressa gli disse che il suo problema era probabilmente dovuto all inquinamento e che molte delle creature del mare si stavano ammalando e lei non riusciva a curarle tutte. Perciò decise di parlare con il signor Granchio e chiedergli di fare qualcosa, perché la vita nel mare diventava sempre più difficile. Il granchio si rifiutò, aveva troppa paura per uscire dall acqua. 27

28 28 Ad un tratto scese da una barca una bimba, con la tuta da sub, Miriam e Splash scapparono, ma la sirena, essendo più grande del pesciolino, era anche più veloce, così la ragazzina catturò Splash. Lo portò a casa sua e lo sistemò in una vaschetta. Spash la chiamò: - Psss! Ehi, bimba.sono Splash, il pesce che hai catturato.ti prego, devi aiutarmi! La ragazzina sussultò, ma poi si tranquillizzò: - Ciao, sono Laura, che posso fare per te? - il pesciolino le spiegò cosa stava succedendo. Laura decise di aiutarlo diffondendo la notizia.

29 Così si aprì un lungo dibattito dopo il quale si decise di installare dei depuratori in quel tratto di mare. Intanto Splash e Laura diventarono molto amici, quindi la separazione fu dura per entrambi. I genitori di Laura, vedendola triste, decisero di trasferirsi vicino al mare, in modo che i due amici si potevano vedere spesso. Circolo Didattico 78 N. Cariteo 29

30 Uno scomodo osservatorio: Stromboli Tre amici inseparabili che avevano in comune una immensa passione per il mare, vivevano nella splendida isola di Stromboli: una delle più belle delle isole Eolie. L isola, immersa nello splendido mare, il più bello che si possa immaginare, è dominata dall immenso vulcano. Una delle escursioni preferite dalla combriccola degli esploratori era proprio la salita al cratere. Il percorrere gli stretti sentieri, irti di ostacoli e di rocce aguzze e taglienti, a picco sul mare, con un panorama irresistibile, era così emozionante da togliere il fiato persino a loro che si arrampicavano come capre. Quella mattina, proprio dal punto più selvaggio del sentiero, notarono una imbarcazione ferma al largo. 30

31 Dai boccaporti fuoriusciva una densa schiuma di colore giallastro che ricopriva la superficie dell acqua. Si resero immediatamente conto che, sotto i loro occhi, stava avvenendo un grave crimine contro la natura e contro la legge. Il loro dovere era quello di avvertire immediatamente le autorità. Si precipitarono, perciò, giù lungo la strada appena percorsa correndo numerose volte il rischio di cadere rovinosamente e di ferirsi tra quelle rocce. Giunti finalmente all abitato raccontarono in maniera un po 31

32 32 affannosa e sconnessa agli agenti della guardia costiera quello che avevano visto. Quando riuscirono a fornire un quadro abbastanza chiaro dell avvistamento, una veloce motovedetta si diresse al largo per intercettare i malviventi. Nonostante l impegno dei militari, non si trovò traccia degli autori del misfatto. Sull acqua era rimasta, però, una immensa chiazza di quella schiuma disgustosa. I tre ragazzi non si rassegnarono, decisero di proseguire la sorveglianza il più a lungo possibile. Ogni momento di libertà veniva dedicato alla vigilanza; dall alto del loro scomodo osservatorio sul vulcano, scrutavano attentamente il mare. Dopo molti giorni sacrificati invano, proprio nello specchi d acqua sottostante il loro punto di osservazione, riconobbero dalla sagoma la nave inquinatrice, dalla quale si stavano di nuovo rilasciando in mare sostanze tossiche. Stavolta, però, non era necessario slanciarsi pericolosamente giù per il pendio: si erano astutamente attrezzati con un si-

33 stema di specchi e la segnalazione giunse quasi immediatamente alla capitaneria. Dopo pochi minuti la motovedetta solcava il mare ed era pronta ad abbordare il losco pirata. Un colpo a salve dissuase immediatamente dalla fuga i malfattori che furono arrestati. I tre amici entusiasti ebbero la soddisfazione di vederli sbarcare in manette sul piccolo molo, per subire i rigori della legge. Circolo Didattico 78 N. Cariteo 33

34 I sogni son desideri Finalmente ci siamo! Aspettavamo questo giorno con gioia e anche con po di preoccupazione. Visitare il porto della nostra città, sarà per noi un esperienza entusiasmante, unica! Nulla di strano direte voi! Di strano, invece, c è che noi, quelli della VB, quelli turbolenti, difficili e problematici (ma con una marcia in più, come ci dicono le nostre maestre!), siamo stati invitati dall Ammiraglio in persona a visitare il porto di Napoli. Quando è venuto nella nostra scuola, a febbraio, a parlarci del mare ma soprattutto del nostro porto, ci ha visti molto interessati, con le nostre infinite domande, le nostre mille curiosità. Altro che problematici! Lo abbiamo travolto con il nostro entusiasmo e la nostra voglia di sapere. Il suo invito è stato per noi, così, una vera rivincita. Ci ha detto che avrebbe messo a nostra disposizione un imbarcazione un po speciale, senza però 34

35 svelarci il mistero. Abbiamo cercato di sapere ma niente, tutti zitti! Anche la nostra Dirigente, che secondo noi sa ( perché lei sa tutto di tutti, prima di tutti!), si è divertita a tacere, facendoci stare durante questi mesi sulle spine. Per le nostre maestre, invece, basta che facciamo bella figura, tutto va bene! Ma soprattutto basta che non soffriamo il mal di mare, perché a quel punto non saprebbero che pesci pigliare, mò nce vò! E una tiepida giornata di fine maggio, una leggera brezza ci rende tutti più euforici e l impazienza cresce finalmente si parte. Durante il tragitto dalla scuola al porto, in autobus facciamo le ultime scommesse. - Saliremo su una nave da crociera! - dice Ylenia. - Nooo! Sono sicura che sarà una bella imbarcazione a vela. - risponde Naomi. - E se fosse una nave antica come quelle che abbiamo visto sul libro di storia?- ipotizza Rita (quella studia pure quando dorme!). - Credo che sia, se il mio intuito non mi tradisce, uno yacht! - afferma Simona, la 35

36 secchiona, nonché la più ricca della classe. - Ma quale yacht! Chi ci farebbe salire su una cosa così di lusso? Noi siamo sempre quelli terribili, nun t o scurdà!- sottolinea Andrea. - Macché, non avete proprio fantasia! Secondo me è na gondola e a remarla, ci sarà Salvatore con quella bella maglia a righe!- afferma romanticamente Maria. - Perché, che ha la mia maglia?- chiede Salvatore. - Noi te l avevamo detto Sasà, stamattina, che la maglia a righe ti faceva un po gondoliere!- ridacchiano Simone e Melania. - Ignoranti! Secondo voi mò arrivamm nu mument a Venezia?- risponde Enrico 36

37 che la geografia un po la conosce. - E nu motoscafo! So sicur!- esulta Ernesto. - Siete proprio disinformati Avete dimenticato la Nina, la Pinta e la Santa Maria! Sarà una di queste tre caramelle!- dice tutta convinta Martina. - Ma pienz semp a stessa cosa?- risponde prontamente Tonia. - Secondo noi invece se questo chiasso continua pure al porto, ci mettono su una vecchia barca e ci lasciano in mezzo al mare. Ora per piacere state zitti che siamo arrivati! - ci avvertono le maestre. Scendiamo e l euforia lascia il posto ad un silenzio quasi irreale per le nostre abitudini. Ci salutano e ci conducono davanti ad un batiscafo! 37

38 38 Ci guardiamo in faccia stupefatti, ma anche terrorizzati. Così, quasi in coro, chiediamo: - Ma che cos è quel coso? - Quel coso, come dite voi, è il vostro mezzo subacqueo, col quale visiterete il fondale del porto - ci rispondono, sorridendo, due marinai. - Ci risulta- intervengono Caterina e Vittorio, quelli snob o meglio quelli con la puzza sotto il naso,-che sul fondale del porto di Napoli ci sia ben poco da vedere. Ci sono residui di sporcizia e il mare è davvero poco limpido Ci state prendendo in giro, non è vero?- - Tutt altro, basti pensare che il nome di questo batiscafo è Fantasia. Su, forza, entrate, ne vedrete delle belle!- Scendiamo attraverso il boccaporto e uno alla volta veniamo accolti dal nostro Ammiraglio, che ci saluta cordialmente e ci invita a guardarci intorno e a tenerci pronti per l avventura. Così inizia il nostro piccolo strepitoso viaggio. Vediamo pesci che ci salutano agitando cartelli di sciopero perché il mare è troppo spesso agitato.

39 Altri che reclamano rimborsi per le cure mediche perché le onde li sbattono contro gli scogli e si feriscono continuamente. Seppie burlone che spruzzano inchiostro pensando che sia sempre Carnevale. Grassi cefali magistrati che condannano pesci criminali (ma che faranno di male?). Addirittura vediamo pesci pagliaccio che aiutano i piccoli ammalati facendoli ridere a crepapelle! E poi altri che conducono spettacoli, che tengono concerti, che recitano e ballano. Incredibile!!! Ad un tratto vediamo un pesce che ha tutta l aria di essere un giornalista. Ha una specie di microfono, che a Chiara sembra proprio un cannolicchio, con su scritto: TeleinforMare - la TV del mare. Sta intervistando una vecchia tartaruga che sembra piuttosto triste. Continuiamo il nostro giro e scopriamo un fondale meraviglioso, incredibile, con mille varietà di pesci, con una rigogliosa flora marina, ma soprattutto senza bottiglie di plastica, copertoni di ruote, carcasse di motorini, lavatrici, frigoriferi e tutti ciò che noi, anzi gli adulti, gettano in mare pensando che sparisca per 39

40 40 miracolo. Che meraviglia, sembra un sogno! Il nostro pensiero però torna a quella tartaruga triste. A quel punto decidiamo di chiedere notizie all Ammiraglio. - Ragazzi - ci dice - non so per quale motivo sia così giù, ma di sicuro deve avere un problema, perciò non ci resta che sintonizzarci su TeleinforMare per saperne di più. Così sentiamo l intervista. La vecchia tartaruga dice: - Cerco un uomo che tanto tempo fa mi salvò dalla rete di un peschereccio. Gli sono grata e vorrei rivederlo prima di morire. - - Ho visto un documentario che parlava di questa specie di tartaruga - esulta Mariano - si chiama Carretta e si può anche mangiare, pare che sia pure molto sapo- rita!- - Ma sei proprio un insensibile! - lo richiama Teresa - Si chiama Caretta Caretta, e se anche si può mangiare, chi ne avrebbe il coraggio? E bellissima! - - Ue, io ho solo detto quello che ho sentito. Vuoi vedere che le ho mangiate tutte io e per questo si sono quasi estinte? -

41 - E chi lo sa? Con la fame che ti ritrovi, e con la pancia che hai - ride Vittorio. - Gennaro, visto che pure tu sei ben messo, niente niente qualche tartaruga è finita pure nel tuo piatto?- - Vitto, fai poco lo spiritoso! - si arrabbia Gennaro. - Ragazzi, zitti per piacere! - ci dice l Ammiraglio - Ho bisogno di sapere qualcosa in più su questa tartaruga. Torniamo indietro! - Così, con un abile manovra, ci avviciniamo alla testuggine che, attratta dal nostro strano mezzo, si avvicina lentamente ad uno oblò e ci osserva. Quando però si avvicina l Ammiraglio, lei si sorprende e sorride. E felice! E lui l uomo che cercava da tanto tempo! Immediatamente arriva Razza la Paparazza, che, sentendo odore di scoop, cerca di scattare una foto, ma viene prontamente fermata e messa in fuga dalla stessa tartaruga, che ci dice: - Ora posso morire in pace! Ora so che l uomo più buono del mondo è qui e può 41

42 salvare tutte noi dalla cattiveria umana. Addio, vado a riposare per sempre - - No! Non puoi morire così! Non è giusto! Aspetta!... ti prego, aspetta!- - Ehi, svegliati! Cristian, svegliati! Stavi facendo un brutto sogno, vero? Dai, sbrigati! Hai dimenticato che stamattina devi andare in gita al porto con la tua classe? Fai presto, prepara le tue cose e prima di uscire dai da mangiare alle tartarughe - Ok, mamma - Circolo Didattico 28 Giovanni XXIII 42

43 Emozioni da mare Luca saluta la mamma, mette giù il telefono e realizza che la sua vacanza è veramente terminata. Quel mese con nonno Tommaso era volato! Quando a fine luglio i suoi genitori dovevano ripartire per la città, non era stato facile convincerli a lasciarlo lì: le ansie e i timori erano tanti, soprattutto da parte di sua madre, ma poi si era convinta e la vacanza per lui era continuata. Il nonno era un tipo stravagante, ormai in pensione, viveva da solo, era un uomo in gamba ed attento, aveva un fisico asciutto, i capelli brizzolati, il volto abbronzato e due grandi passioni, suo nipote Luca e la sua barca Penelope, compagna di vita e di avventure. Amava il mare e avrebbe voluto navigare, ma questo era rimasto solo un sogno, invece aveva preso la patente nautica ed aveva collaborato con un agenzia turistica che 43

44 44 organizzava escursioni in barca nel golfo di Napoli e Salerno. Questo lavoro gli aveva dato la possibilità di vivere a contatto con il mare che amava tanto e di conoscere gente di ogni tipo. La sua casa si trovava nel borgo marinaro e si affacciava sul piccolo porticciolo. Lì la vita era abbastanza tranquilla, anche durante l estate, infatti erano poche le persone che vi si recavano per sdraiarsi al sole o per bagnarsi, c erano attraccate diverse barche e l acqua non si poteva definire propriamente pulita. Oltre la banchina c era la piazzola, in fondo alla quale si trovavano una trattoria, un bar ed un minimarket, sulla destra la strada che portava su in centro, percorribile da auto e pullman, a sinistra invece, c era la via gradinata, anch essa portava su, ma era percorribile solo a piedi: sulla terrazza, dopo la prima rampa di scalini, c era un aiuola con gerani e petunie di vari colori e una fontana, davanti un parapetto di assi di legno incrociati e una panchina sulla quale qualcuno si riposava un po prima di affrontare il resto della salita. Luca vi si

45 recava spesso per ammirare il paesaggio: faceva spaziare lo sguardo da un capo all altro del golfo e poi puntava l orizzonte, l immenso, grande, sconosciuto mare. Aveva ereditato la passione per il mare da suo nonno che gli raccontava le sue avventure, specie di quando era un baldo giovanotto, e tante altre storie di barche, di pescatori, di marinai o di qualche clandestino in cerca di fortuna. Luca lo sapeva che solo alcune erano vere, tante erano esagerate dalla fantasia del nonno ed altre erano completamente inventate, ma tutte esercitavano su di lui un estremo fascino; le ascoltava sempre con pazienza ed attenzione. A Luca, come al nonno, non piaceva la spiaggia, né stare sdraiato al sole sui lettini, perciò quasi tutte le mattine partiva per godere il sole e il mare dalla barca: una sosta al largo, una bella nuotata nell acqua limpida e poi ripartiva per una nuova meta. Penelope, sotto un cielo di un azzurro intenso, filava velocemente sull acqua, lasciandosi dietro una scia di schiuma 45

46 bianca; guidata sapientemente dal nonno, si dirigeva ora verso una baia, un giorno verso una caletta, un altro verso una grotta o in una insenatura sconosciuta. Sarebbe rimasto memorabile quel caldo pomeriggio, quando il nonno aveva deciso che dovevano fare un salto a mare per pescare qualcosa. Dopo alcuni lanci a vuoto finalmente il suo viso si illuminò: Luca vide improvvisamente il filo scivolare dal mulinello e pensò che il nonno doveva aver agganciato un pesce gigante, vista la forza che ci metteva per tenerlo; metro dopo metro guadagnava filo e distanza, infine l urlo di gioia chiuse la lotta: avevano pescato una bella spigolona. 46

47 Indimenticabile era stato il giro dell isola di Procida ed emozionante era stato entrare nella grotta del Bue Marino antistante il porticciolo della Corricella. Altrettanto incantevole era stata la gita presso il caratteristico borgo di Positano con le sue spiaggette incontaminate, che, viste dal mare, sono di una bellezza unica al mondo. Il nonno lo aveva portato lungo la costa della terra delle Sirene, gli aveva raccontato che gli scogli di fronte a Positano chiamati Li Galli, erano stati la dimora delle famose Sirene, che con il loro canto melodioso attiravano e ammaliavano i marinai di passaggio. 47

48 48 Non avrebbe mai dimenticato la vita del borgo con i suoi profumi e i suoi rumori di barche che partivano o attraccavano. Li vivevano ancora alcuni pescatori, spesso intenti a sistemare le reti o a vendere il loro pescato. In particolar modo avrebbe ricordato Peppe, un pescatore in pensione amico del nonno: lo trovava sempre sulla banchina a guardare il mare, amava raccontare della sua gioventù passata troppo in fretta, di tutte le notti buie con le reti buttate in mare sotto la fioca luce della luna, di lotte contro tempeste e onde minacciose, ma il mare era vita per la sua famiglia e non poteva resistere al suo richiamo. Il rintocco della campana del borgo lo riportò al presente, ormai si era fatto tardi, ma prima di andare a dormire, Luca volle affacciarsi alla finestra, la notte era chiara, il mare calmo luccicava sotto il cielo stellato e qua e là si vedeva il luccichio di qualche barca, la costiera era tutta illuminata e in lontananza si vedevano anche dei fuochi d artificio: che spettacolo meraviglioso!

49 Tutto ciò gli sarebbe mancato, l indomani avrebbe dovuto ripartire. Improvvisamente il pensiero andò ai suoi amici e fu preso dalla nostalgia. Si rese conto che era felice di ritornare a casa, ma questa vacanza l avrebbe conservata a lungo nel cuore, perché gli aveva regalato emozioni indimenticabili. Circolo Didattico 28 Giovanni XXIII 49

50 Un Porto nuovo per Napoli Tanto tempo fa, nell incantevole Golfo di Napoli, proprio di fronte alla città, esisteva un approdo per le navi di ogni tipo e di ogni nazione.. Ma erano così tante e così tante che spesso era necessario aspettare giorni o settimane per poter approdare e fare sbarcare merci e persone. Così,un giorno, un cittadino si recò dal Sindaco e 50

51 quando fu da lui ricevuto gli disse: Sindaco.., perché non costruiamo un Porto per la nostra città?...il Sindaco,preso, da altri problemi, si infuriò e rispose: Sono io che prendo le idee e le realizzo!..sono io il Sindaco.tu sei solo un semplice cittadino!...e ora Vattene che ho da fare!... Il cittadino deluso andò via. Pochi mesi dopo il Sindaco partì per una lunga vacanza in Cina. Quando stava per raggiungere la città di Hong Kong, davanti ai suoi occhi apparve immenso il porto. Un porto bellissimo, grandissimo, ben organizzato e dove arrivavano e partivano navi di tutti i tipi e di tutto il mondo senza sosta. Seppe pure che era il 1 porto al mondo per sbarco di merci e di passeggeri e per questo c era tanto lavoro e tanto turismo. Al suo ritorno dalla vacanza il Sindaco mandò a chiamare quel cittadino e dopo essersi scusato con lui lo invitò a realizzare il progetto per costruire il NUOVO PORTO DI NAPOLI. Il progetto fu presto realizzato. L approdo di Napoli non aveva niente da invidiare al porto di Hong Kong anche se il porto è 51

52 molto vicino alla città.quasi ci sta dentro. Allora pensarono di organizzare meglio tutta l area portuale per permettere di separare lo sbarco delle merci e quello dei passeggeri, attraverso dei passaggi sotterranei, e aree pedonali. Trascorsero molti anni per la costruzione del Nuovo Porto e tante persone trovarono lavoro. Navi e imbarcazioni di tutto il mondo e di tutte le taglie sbarcavano ogni giorno, tanto che il Nuovo porto oggi è al secondo posto al mondo dopo quello di Hong Kong ed è lo scalo ogni anno per milioni di turisti che visitano la nostra splendida città e le bellezze del suo golfo. Circolo Didattico 84 E.A. Mario 52

53 Gli dei del mare e i delfini di Partenope Una volta, tanto tempo fa, due navi si scontrarono al largo del golfo di Napoli. I marinai e i due comandanti cominciarono a litigare furiosamente. La confusione era così tanta che improvvisamente, tra lo sgomento di tutti apparve dalle acque il dio del mare CALMO che rimproverò gli equipaggi e li ammoniva a non disturbare la quiete del mare e dei suoi abitanti. Voi siete degli ospiti qui e non è possibile che dimentichiate le buone maniere e il rispetto verso gli altri solo perché per la vostra disattenzione avete provocato un disastro.. A quelle parole i marinai e i comandanti restarono ammutoliti ma la loro confusione aveva già destato gli dei 53

54 54 BURRASCA, MOSSO e MOLTO MOSSO che, infuriati, cominciarono a sospingere con venti, e trombe d aria le imbarcazioni verso la riva. Poi, per punirli, li rinchiusero in una insenatura ostruendo l ingresso con un altissimo muro fatto di scogli e rocce e li costrinsero a riparare le navi. CALMO cercò in tutti i modi di rabbonire BURRASCA, MOSSO e MOLTO MOSSO, ma non ci fu niente da fare. Trascorsero diversi mesi durante i quali gli equipaggi delle due navi, oltre che riparare i danni, strinsero dei forti legami di amicizia e, in segno di pace issarono una bandiera che aveva i colori dell arcobaleno. Ma tutti avevano nostalgia di casa e quel muro di rocce e di scogli impediva loro di prendere il largo. I loro lamenti erano però stati ascoltati dalla sirena Partenope che una notte di luna piena con l aiuto di CALMO e di mille delfini aprì un varco nel muro e le due navi ripresero il largo. Li accompagnavano i miti cetacei che con il loro richiamo, per non svegliare gli dei BURRASCA, MOSSO e MOLTO MOSSO, coprivano il rumore delle navi che si allon-

55 tanavano dalla costa. Ecco perché, da allora, in tutto il mondo i delfini hanno l abitudine di accompagnare anche per lunghi tragitti le grandi navi che solcano il mare. Circolo Didattico 84 E.A. Mario 55

56 Chiara e la festa del mare C era una volta un cagnolino di nome Macchia che accompagnato dalla sua padroncina, una bambina di nome Chiara si recò al mare. Arrivati sulla spiaggia Chiara chiese al bagnino di poter prendere in prestito il pedalò. Chiara, infatti amava così tanto il mare che era curiosa di conoscere tutti i tipi di pesci Così, la bimba insieme al suo fidato amico Macchia prese il pedalò e mentre pedalava faceva delle soste per osservare tutti i pesci che passavano presso la sua imbarcazione, mentre Macchia, li salutava abbaiando verso di loro. Ma tra una sosta e l altra, Chiara e Macchia non si accorsero di essersi allontanati troppo dalla riva e la corrente marina impediva loro di fare ritorno sulla spiaggia, anzi li sospinse verso un insenatura misteriosa che nascondeva tra due altissimi scogli l ingesso di una grotta. A bordo del loro pedalò, Chiara e Macchia varcarono l uscio della grotta e..meraviglia!...si trovarono in 56

57 u posto incantato... Le pareti delle rocce luccicavano come un cielo costellato di stelle, il fondale della caverna brillava di una luce intensa di colore verde e nell acqua centinaia..o..forse migliaia di pesci colorati guizzavano felici.. Immaginate la felicità di Chiara e di Macchia nel vedere tanta bellezza. Così fermarono il pedalò e posti in un angolo della grotta osservarono tutto ciò che accadeva intorno a loro. Stelle marine di tutte le forme e di tutte le grandezze formarono un cerchio bellissimo e sembravano danzare. Un grosso polpo dai lunghi tentacoli volteggiava nell acqua insieme a una bellissima medusa mentre un branco di gamberetti tutti in fila ordinata 57

58 58 come un esercito iniziava una strana, ma ritmata marcia procedendo al indietro. Nascosta in un angolo Chiara con il suo cagnolino Macchia restava ammutolita davanti a tanta bellezza. All improvviso, entrò nella grotta un vecchio tonno che allarmato gridò all indirizzo dei suoi compagni: ATTENTI..ARRI- VANO GLI UMANI CON I LORO CARICHI DI VELENO E SPAZZATURA. FUGGITE PRESTO!. Di lì a poco su delle grosse imbarcazioni a motore fecero ingresso nella grotta e in un batter baleno tutte le creature che l abitavano si nascosero ben bene. Quegli umani, erano senza

59 scrupoli, gente cattiva che non amava il mare e non lo rispettava, perché cominciarono a gettare dalle barche Bidoni, Spazzatura e ogni genere di immondizia. Come potevano fare questo?.. Chiara allora, munita del suo telefonino, mandò un messaggio alla mamma che preoccupata per lei aveva, intanto, avvertito le autorità di vigilantes del mare. Questi riuscirono a localizzare la grotta e, una volta raggiunta, trovarono quegli uomini ancor intenti a inquinare il mare. Così li arrestarono, ma prima li obbligarono a ripulire tutta a grotta e raccogliere fino all ultimo briciolo di immondizia. Mentre andava via, Chiara e Macchia salutarono i loro amici che per ringraziarla la invitarono tutti gli anni d estate ad entrare nella grotta per partecipare alla Festa degli abitanti del Mare. Da allora, Chiara ogni anno, accompagnata dai Vigilantes del Mare nella grotta trascorre ore felici con i suoi nuovi amici. Solo chi ama il mare ha il privilegio di conoscerne i segreti e Chiara e il suo amico Macchia ne sono gli esempi. Circolo Didattico 84 E.A. Mario 59

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