Tempo fa un amico mi segnalava un articolo di Antonio Spadaro ne La civiltà cattolica (1):

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1 Come tenere insieme la carne e l infinito? Si vorrebbe d un orgasmo, di un estasi senza fine Tempo fa un amico mi segnalava un articolo di Antonio Spadaro ne La civiltà cattolica (1): Parla di Kerouac, uno com eri tu mi dice. Com ero io? Non proprio o non del tutto, però pensandoci sì, la mia vita è sempre stata un On the road alla ricerca di una risposta che solo Cristo mi poteva dare. Lui è l unica anima, l unica risposta scrive Kerouac, l unica risposta a ciò che cercavo, non solo nel mio girovagare ma anche nel mio scrivere che, come tutt oggi, e com era per il giovane Kerouac è un rispondere a un dono, a una chiamata: un impegnarsi in una personale salvezza. Risposta, impegno, salvezza che anche l amico Morrison ha cercato disperatamente lungo tutta la sua vita fatta di esperienze caotiche nel tentativo di santificare la carne. Ma è proprio impossibile conciliare la carne e lo spirito? Il corpo e l anima? Le esigenze dell uno e dell altra? Far sì che il sesso non sia considerato il nemico dell anima, il peccato? 1 / 5

2 L orgasmo non sarebbe per il corpo ciò che è l estasi per l anima? Come separare il corpo dall anima, e l anima dal corpo? Fanno tutt uno. Si salvano o si dannano insieme. L atto sessuale sublimato non diventa santo? Queste le domande che mi confidava addirittura un giovane frate. Voleva insomma santificare la carne, senza opporsi alle sue esigenze. E il tentativo di Kerouak come ho già scritto che oscillava tra il desiderio di accedere a tutti i nutrimenti terreni, e una forte tensione a ciò che è anima, eternità, soul, eternity, salvation. Si vorrebbe insomma d un orgasmo, di un estasi senza fine. Vedi mi diceva il giovane frate in cerca, nel rapimento di Teresa d Avila del Bernini in San Pietro io ci vedo un orgasmo, un estasi in cui anima e corpo fanno tutt uno. Quel giovane mi stupiva, ma capivo che potesse pensare anche così. Voleva andare oltre il piacere sessuale, e senza escluderlo santificarlo. Lo stava sperimentando. Perché opporre l uomo carnale all uomo spirituale? Potevano coesistere insieme, senza che l uno strozzasse l altro. Idea, in fondo, non così balorda come potrebbe sembrare, che tante volte ha sfiorato anche me, affascinante. Kerouac ne I pensieri del Santo (2) scrive così: Io credo che questo mondo ora non sia altro che il luogo della preparazione delle nostre anime per l altro mondo, dove finalmente prevarrà l estasi perpetua. 2 / 5

3 Poco dopo però, trovando questo mondo maligno: Io ho un bisogno immediato di estasi aggiunge. [ ] Non ho mai chiesto di essere creato e di nascere così inadatto a una simile realtà. Io chiedo solo, ora che sono consapevole, l estasi di cui la mia anima ha bisogno. So dove si trova nell altro mondo. Ci andrò quando sarà pronto per me, il che avverrà ben presto. Nonostante ciò, la natura mi ha inculcato il rifiuto della morte, che è un oscura determinazione perché questo mondo, come un calcolo biliare, pesa gravemente sulla mia pazienza e mi fa piangere, sospirare e cercare invano l estasi che giungerà molto più tardi, lo so, dopo tanto sudore e inutile brama. [ ] Perché Dio è stato così crudele nei confronti delle creature viventi? Perché questo è il solo modo che esse hanno per prepararsi all estasi del sogno eterno che verrà. Kerouac arriva persino a far sì che la carne non significhi più nulla per lui: Che importanza ha se giungo o meno alle misere soddisfazioni del pene? [ ] Che cosa sono io? Io sono ciò che vuole stupirsi senza affrontare la naturale cessazione di questo stato, in un estasi eterna. 3 / 5

4 Buoni propositi, ma ecco che torna sul suo bisogno immediato di estasi: Voglio un rapimento ininterrotto scrive. Credo che questo mi è stato rivelato dai sogni, dalla musica e dalle pagine di Dostoevskij, dai versi di Shakespeare, dalla gioia sessuale, dall ebbrezza e dallo sballo da marijuana. Sotto l effetto della marijuana ho visto la luce. Durante la mia giovinezza l ho incontrata. Quand ero bambino facevo il bagno negli squarci di luce; la desideravo ardentemente, ansioso di possederla. Voglio che un bagliore risplenda in me per sempre, in un amore universale e senza tempo. E per quale motivo dovrei pretendere di volere qualcos altro? Dopo tutto non sono un cavolo, una carota, e neppure uno stelo. Sono un occhio infuocato! Una mente di fiamma! Un girasole spezzato in due! Un uomo! Una donna! Un ANIMA. Va al diavolo tutto il resto, dico io, e PROCEDIAMO! Come capisco tutto questo. L ho vissuto, sperimentato, mi tenta ancora. Peccatori o santi, solo le anime combattute, braccate dall infinito, mi stimolano, m istruiscono, m infiammano, mi scovano nel più intimo, mi dicono chi sono. In loro mi riconosco. Estremi che da sempre mi attirano, mia salvezza e mia dannazione. Quel giovane in cerca farà la sua strada, pur sbandando, ma ciò che conta è andare avanti, e cercare, cercare, cercare. Del resto anche la mia vita è sempre stata in bilico, e come per Kerouac un continuo oscillare tra la carne e l infinito, come credo di aver già scritto. Tensione che durerà fino all ultimo respiro. *** 4 / 5

5 Giorni dopo aver scritto quanto sopra mi è venuto in mente questo passaggio ne L intima malinconia dell essere che scrivevo anni fa quand ero ancora nel mondo: Alle volte occorre tempo per scoprire certi corpi talmente l anima prorompe e s impone. E Nora aveva un corpo. Un corpo di carne e di sangue, un corpo che pure, come l anima, vuole sfogarsi, irrompere, esige la sua parte. E in fondo, quando si accarezza un corpo, se ne accarezza l anima, quando si penetra in un corpo, se ne penetra l anima. Ecco cos è l'amore. [ ] Nora era giunta a pensare che anche per amare ci voleva talento. Non c erano amori facili. Si poteva riuscire o sbagliare, come un artista nel suo operare. Andava più in là nella sua idea: l amore era giungere alla creazione suprema e per questo ci voleva talento. Questa dismisura incantava Marco: è Dio che ci sarebbe voluto a Nora per naufragare in Lui come la santa d Avila. Terribile tormento quello di bruciare d un desiderio troppo forte in cui ci si consuma, incapaci di appagarlo e senza che nulla venga mai a sedarlo. In fondo Marco si riconosceva in questo pazzo volere: tutto o niente. L assoluto o niente. Ma l amore concepito come un opera d arte, un capolavoro, ecco una concezione che lo sbalordiva. Tuttavia si chiedeva, una volta raggiunto lo scopo, compiuta l opera, che rimaneva all uomo fuori di Dio? La risposta lo spaventava, lo lasciava disarmato, perché sapeva come certi uomini fossero giunti a questa non scelta. 1) La civiltà Cattolica, 2007 I26-139: Il Dio di Jack Kerouac I diari di uno strano pazzo mistico cattolico. 2) In Un mondo battuto dal vento, Mondatori, / 5