COMPONENTE ATMOSFERA...3 CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA...3. Precipitazioni Temperature Bilancio idrologico... 4

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2 Sommario COMPONENTE ATMOSFERA...3 CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA...3 Precipitazioni... 3 Temperature... 4 Bilancio idrologico... 4 Classificazione climatica... 5 Regime di umidità e temperatura al suolo... 6 A1 Qualità dell'aria...6 Le sostanze inquinanti... 7 Le emissioni indotte dalle opere in progetto COMPONENTE AMBIENTE IDRICO B1 Qualità ed uso della risorsa idrica Dati idrologici Dati disponibili sulla qualità delle acque Obiettivi del PTA Dati qualitativi Rio Milanesio Campionamento del 23/11/ Campionamento del 10/1/ CONCLUSIONI Analisi chimiche COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO C1 Capacità d'uso del suolo Impatti sulla capacità di uso del suolo C2 Analisi geologica COMPONENTE VEGETAZIONE, FLORA ED ECOSISTEMI D1 Vegetazione Tipologie vegetazionali e classi di qualità ecologica Impatto sulla copertura vegetale D2 Mammalofauna Ungulati Lagomorfi Insettivori... 49

3 Roditori Carnivori Impatto sulla mammalofauna D3 Ornitofauna, erpetofauna ed entomofauna Ornitofauna Erpetofauna Anfibi potenzialmente presenti Rettili presenti Impatto su ornitofauna, entomofauna ed erpetofauna Ittiofauna Trota fario (SALMO trutta trutta) Trota marmorata (SALMO trutta marmoratus) COMPONENTE ECOSISTEMI E1 Ecosistema forestale Impatto sull'ecosistema forestale E2 Ecosistema fluviale Il Rio Milanesio e il torrente Varaita Impatti sull'ecosistema fluviale E3 Ecosistema antropico Impatto sull'ecosistema antropico COMPONENTE SALUTE PUBBLICA COMPONENTE RUMORE E VIBRAZIONI COMPONENTE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Allegati Carta della vegetazione Carta di capacità di uso del suolo Carta vincolo idrogeologico Relazione Ambientale 2

4 COMPONENTE ATMOSFERA CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA L'opera in progetto si colloca in Comune di Sampeyre sul Rio Milanesio. Per una caratterizzazione meteo climatica completa, basata sullo studio delle precipitazioni e delle temperature medie mensili si è scelto di utilizzare i dati relativi alla sola stazione di Pontechianale tratti dalla banca dati meteorologica pubblicata sula sito con dati riferiti al periodo Precipitazioni La curva della distribuzione delle precipitazioni medie mensili relative al diagramma ombrotermico del Comune di Pontechianale indica un massimo primario in corrispondenza del mese di Aprile ( mm) ed un massimo secondario nel mese di Maggio (95.4 mm) e Novembre (90.8 mm) I due minimi sono localizzati nei mesi di Gennaio (23.86 mm) e nel mese di Febbraio (25.54 mm). Il valore delle precipitazioni medie annue è di mm. Il regime pluviometrico della zona è quindi caratterizzato dal minimo principale in inverno e massimo principale primaverile. Il mese più piovoso è Aprile, nel quale si concentrano circa il 13.5% delle precipitazioni annue, al quale fanno seguito, nel medesimo periodo stagionale, Maggio (con il 12.6%) e Novembre (con il 12%), e settembre con una percentuale leggermente inferiore (10.96%). Il numero medio di giorni di pioggia varia tra 5.1 e 11.5 per mese per un totale medio annuo di 95.5 giorni; per maggiori dettagli, si rimanda alla tabella riassuntiva sottostante. Precipitazioni (mm) medie Temperature ( C) medie Giorni di pioggia medi GEN FEB MAR APR MAG GIU Relazione Ambientale 3

5 LUG AGO SET OTT NOV DIC anno Temperature La curva delle temperature medie mensili indica un valore massimo nel mese di luglio con 14.6 C ed un minimo nel mese di gennaio con -1,41 C. La temperatura media annuale è di 6.05 C; i mesi che più si avvicinano alla media annuale sono i mesi di Ottobre (6.59 C) e Maggio (8.96 C). La temperatura media del trimestre estivo (giugno, luglio ed agosto) e del trimestre invernale (dicembre, gennaio e febbraio) sono rispettivamente pari a 13.8 C e C. La differenza di temperatura tra il mese più caldo e quello più freddo è pari a 16 C, valore piuttosto alto che indica un elevato grado di continentalità. Bilancio idrologico Il climatogramma di Bagnouls-Gaussen riporta una schematizzazione della distribuzione delle precipitazioni e delle temperature. Utilizzando una scala della temperatura doppia rispetto a quella delle piogge si possono evidenziare eventuali periodi di siccità quando le due linee si intersecano. Nel caso in esame non si osservano periodi di deficit idrico. Relazione Ambientale 4

6 Temperature Precipitazioni gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Temperature ( C) Figura 1: Climatogramma Classificazione climatica Una prima classificazione è quella offerta da Thornthwaite (1948), basata sulla determinazione dell evapotraspirazione (reale e potenziale) e sul confronto con la quantità di precipitazioni, da cui il clima risulta definito dalla combinazione di 3 indici: indice di umidità globale (Im): offre un valore sintetico del grado di umidità o di aridità di una regione; evapotraspirazione potenziale (ETP): rappresenta la massima quantità di acqua, espressa in mm, che evaporerebbe e traspirerebbe in date condizioni climatiche, se le riserve idriche del suolo venissero costantemente rinnovate; indice di efficienza termica: esprime i valori di temperatura non nella forma di dati termometrici, bensì in termini di possibile efficacia delle temperature osservate nel determinare la crescita delle piante. Nel caso in esame, l'area oggetto di studio rientra nel tipo climatico umido (B4, ossia con Im compreso tra 80 e 100) con deficit idrico nullo o molto piccolo (r), sottotipo secondo mesotermico (B4C2'rb2'), ossia con un valore di evapotraspirazione discreto ed una maggiore concentrazione dell'efficienza termica estiva (56,3-61,6%). Relazione Ambientale 5

7 La seconda classificazione è quella proposta da Bagnouls e Gaussen (1957) che si basa sulle variazioni delle temperature e delle precipitazioni medie mensili nel corso dell'anno, ossia i fattori determinanti nel condizionare la vegetazione quali il freddo intenso e la siccità. L'area in esame ricade quindi nella regione aerico freddo, sottoregione temperato freddo. Regime di umidità e temperatura al suolo Per la classificazione del regime di umidità e temperatura del suolo, si è ricorsi al metodo proposto da Newhall (1972), il quale consente di stimare la temperatura e l umidità dei suoli effettuando un bilancio idrico finalizzato a verificare la frequenza con cui si manifestano condizioni di aridità e umidità di una porzione di suolo denominata sezione di controllo (Soil Conservation Service, 1975). Per quanto sopra, i suoli presenti nell area in esame rientrano nel regime di umidità UDIC, caratterizzato da periodi aridi di durata e frequenza limitata tali da non interferire fortemente con lo sviluppo delle colture. Il regime di temperature è CRYIC, con valori di temperatura più alti dello 0 C, ma inferiori agli 8 C. A1 Qualità dell'aria L'opera in progetto si inserisce in un contesto naturale distante dal centro abitato principale, ossia Sampeyre, e sostanzialmente distante anche dalle borgate Villaretto e Roccia, interessate marginalmente dal passaggio della condotta forzata, interrata. Per la scarsa antropizzazione dei luoghi, nell'area oggetto di studio non esistono centraline di monitoraggio delle sostanze inquinanti, facenti parte della rete di monitoraggio regionale. Le uniche informazioni dirette riferite al Comune di Sampeyre sono desumibili dall'inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA), strumento conoscitivo di fondamentale importanza che permette di individuare i settori produttivi maggiormente sensibili su cui indirizzare le misure e gli interventi per la riduzione delle emissioni inquinanti. Attualmente, è disponibile l'aggiornamento dell'inventario per l'anno 2007: le emissioni registrate in comune di Sampeyre sono riportate nella tabella sottostante. Emissioni in Comune di Sampeyre (2007) CH 4 (t) 77,14 Relazione Ambientale 6

8 Emissioni in Comune di Sampeyre (2007) CO (t) 362,57 CO 2 (kt) 11,16 N 2 O (t) 3,30 NH 3 (t) 25,68 NMVOC (t) 212,51 NO 2 (t) 28,28 PM10 (t) 18,61 SO 2 (t) 3,68 In linea generale, le emissioni a livello comunale sono relativamente basse; i valori relativamente più elevati di CH4 sono legati prevalentemente al settore dell'agricoltura, quelli di CO prevalentemente alla combustione non industriale, mentre quello di NMVOC legato ad altre sorgenti ed assorbimenti. Le sostanze inquinanti Si può definire l inquinamento atmosferico come la presenza nell'atmosfera di sostanze che causano un effetto misurabile sull essere umano, sugli animali, sulla vegetazione o sui diversi materiali; queste sostanze di solito non sono presenti nella normale composizione dell aria, oppure lo sono ad un livello di concentrazione inferiore. Gli inquinanti vengono solitamente distinti in due gruppi principali: quelli di origine antropica, cioè prodotti dall uomo, e quelli naturali. I contaminanti atmosferici possono anche essere classificati in primari cioè liberati nell'ambiente come tali (come ad esempio il biossido di zolfo ed il monossido di azoto) e secondari (come l ozono) che si formano successivamente in atmosfera attraverso reazioni chimico-fisiche. Nel valutare il grado di qualità dell'aria si fa solitamente riferimento ai seguenti inquinanti: Ossidi di zolfo: in particolare anidride solforosa ed altri ossidi che derivano principalmente da combustioni di carburanti fossili. Ossidi di azoto, come NO e NO 2, derivano da combustioni e sono estremamente attivi nel formare composti inquinanti secondari. Monossido di carbonio: derivante dalla incompleta combustione degli idrocarburi. Composti organici volatili: cioè sostanze organiche, come benzene e clorofluorocarburi, che a Relazione Ambientale 7

9 temperatura ambiente si presentano allo stato gassoso. Particolato sospeso: particelle allo stato solido o liquido che, a causa delle loro piccole dimensioni, restano sospese in atmosfera per tempi più o meno lunghi. Vengono considerate polveri vere e proprie quelle particelle con una dimensione compresa tra 0,25 e 500 micron. I PM 10 e PM 2,5 identificano particelle inferiori ai 10 e 2,5 micron. Il particolato che si deposita nel tratto superiore dell apparato respiratorio (cavità nasali, faringe e laringe) può generare vari effetti irritativi come l infiammazione e la secchezza del naso e della gola; tutti questi fenomeni sono molto più gravi se le particelle hanno assorbito sostanze acide (come il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, ecc.). Le persone più vulnerabili sono gli anziani, gli asmatici, i bambini e chi svolge un intensa attività fisica all aperto, a contatto con sorgenti inquinanti. Nei luoghi di lavoro più soggetti all inquinamento da particolato l inalazione prolungata di queste particelle può provocare reazioni fibrose croniche e necrosi dei tessuti che comportano una broncopolmonite cronica accompagnata spesso da enfisema polmonare. Dal punto di vista normativo, la legislazione italiana vigente in materia di inquinamento atmosferico è riconducibile al Decreto Legislativo 351/99 e del Decreto del Ministero dell'ambiente 60/02. Il DL 351/99 stabilisce metodi e criteri comuni sul territorio nazionale, gli obiettivi per la qualità dell'aria e come pubblicare le informazioni sulla qualità dell'aria, recependo la Direttiva 96/62/CE. Il DMA 60/02 recepisce le direttive dell'unione Europea 1999/30/CE e 2000/69/CE stabilendo limiti e modalità di rilevamento dei seguenti inquinanti: biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, particolato, piombo, benzene e monossido di carbonio. In particolare definisce: valori limite e soglie di allarme margine di tolleranza e riduzione nel tempo di tale margine criteri di raccolta dei dati sulla qualità dell'aria, i criteri e le tecniche di analisi la soglia di valutazione superiore, inferiore e criteri di verifica della classificazione modalità per l'informazione e la comunicazione dei dati. I limiti stabiliti dal DM 60/02 relativi al PM 10 sono illustrati nella seguente tabella: Relazione Ambientale 8

10 Tabella 2: Valore limite per il PM10, prima fase Tabella 1: Valore limite per il PM10, seconda fase Relazione Ambientale 9

11 Le emissioni indotte dalle opere in progetto Le opere in progetto non prevedono l'introduzione di nuove sorgenti inquinanti in atmosfera. Le uniche emissioni in atmosfera generate dall'opera in progetto sono esclusivamente legate alla fase di cantiere e pertanto di natura strettamente temporanea. La validità dell'opera risiede in particolare nella produzione di energia elettrica senza ricorrere a fonti fossili che producono un maggiore impatto ambientale, quali gli impianti con la combustione di gas o petrolio. Di seguito si presenta la quantificazione del risparmio di tonnellate di petrolio equivalente e le relative tonnellate di anidride carbonica. Produzione di energia elettrica (Kwh) Consumo equivalente in petrolio (TEP) 330 Tonnellate annue CO2 non emesse Tabella 3: emissioni equivalenti di anidride carbonica Relazione Ambientale 10

12 COMPONENTE AMBIENTE IDRICO B1 Qualità ed uso della risorsa idrica La descrizione del sistema acquifero superficiale viene effettuata valutando le disponibilità della risorsa idrica e la sua distribuzione annua. Le considerazioni riportate derivano dalle indagini idrologiche meglio dettagliate nel quadro progettuale e nel progetto definitivo. L'aspetto qualitativo delle acque del corso d'acqua è invece trattato facendo riferimento ai dati biologici raccolti con una apposita campagna di indagine STAR-ICMi. Ulteriori dettagli relativi alla qualità ecosistemica del sistema delle acque superficiali sono illustrati nella Componenti Ecosistemi. Per quanto attiene, invece, la componente vegetazionale si faccia riferimento alle componenti vegetazione flora e fauna. Il Rio Milanesio alla sezione di presa presenta un'area drenata di circa 11.5 kmq. Il bacino comprende la porzione di valle laterale lungo l'asta con quota massima 2753 m s.l.m. in corrispondenza della Punta delle Guglie: la sezione di presa, infatti, fa parte del sistema idrografico del Torrente Varaita, come definito nel PTA al sottobacino AI05. Il corso d'acqua presenta un regime torrentizio, con un massimo primaverile in corrispondenza dello scioglimento delle nevi. Dati idrologici I valori medi mensili stimati (anno medio) disponibili presso l opera di presa sono i seguenti: Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic Q (l/s) Tabella 4 Rio Milanesio alla presa:portate MEDIE disponibili Relazione Ambientale 11

13 Dati disponibili sulla qualità delle acque Un inquadramento dei dati qualitativi delle acque è desumibile dal Piano di Tutela delle Acque, ed in particolare dallo studio ARPA allegato al piano e dalla Rete di monitoraggio Ambientale della Regione Piemonte. Nel seguito, si riportano, in particolare, i dati di monitoraggio secondo i dettami del D.Lgs. 152/99, che comprendono indagine IBE, analisi dei parametri macrodescrittori e la classificazione dello stato ecologico ed ambientale del corso d'acqua. Le stazioni di monitoraggio chimico-fisico e biologico più prossime all'area in esame (desunta dal sito dell Agenzia Regionale per la protezione dell ambiente) risultano essere quella di Sampeyre, e quella di Melle. Per quanto riguarda il sistema delle criticità (Tav.10 Criticità quali quantitative), le aree sottese dalla derivazione in comune di Sampeyre non mostrano problematiche; per quanto concerne lo stato ambientale (Tav. 09 Stato ambientale D.Lgs. 152/99), il torrente Varaita è caratterizzato nel tratto di interesse da un livello di qualità buono sia per il sistema acquifero profondo, sia per il corpo idrico superficiale. Sempre in riferimento allo stato qualitativo del corso d'acqua, si propongono nella seguente tabella i dati relativi alle stazioni di monitoraggio delle acque superficiali disponibili per il triennio 2009/2011 e resi disponibili sul sito della Regione Piemonte Direzione e Pianificazione delle Risorse Idriche. Relazione Ambientale 12

14 Illustrazione 1: PTA Criticità quali-quantitative Illustrazione 2: PTA - Stato ambientale secondo il D.Lgs. 152/99 In tale triennio, infatti, il monitoraggio dei corsi d acqua ha subito un consistente cambiamento, dovuto all adeguamento normativo alla Direttiva Acque, rendendo le procedure di monitoraggio più complesse e complete comprendendo un numero maggiore di indicatori biologici. Si presentano di seguito i dati più recenti relativi al periodo 2009/2012: Criteri WDF Stazione Stato Chimico Melle NON BUONO BUONO BUONO BUONO Macrobenthos Sampeyre - - ELEVATO - Relazione Ambientale 13

15 Macrobenthos Melle ELEVATO - - ELEVATO Diatomee Sampeyre - - ELEVATO - Diatomee Melle ELEVATO SQA_Inquinanti specifici SQA_Inquinanti specifici Sampeyre - - BUONO Melle BUONO ELEVATO BUONO - BUONO LIM_eco Sampeyre - - ELEVATO - LIM_eco Melle ELEVATO ELEVATO ELEVATO ELEVATO Stato Ecologico Melle BUONO - Tali dati confermano uno stato biologico in linea con gli obiettivi qualitativi assegnati al corso d acqua in quanto, per il periodo 2009/2012, lo stato ecologico risulta essere buono. Relativamente allo stato chimico, dalla relazione Monitoraggio triennio , proposta di classificazione dello stato di qualità dei corpi idrici a sensi del D.M. 260/2010, pubblicata dall Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale il T. Varaita nella sezione di Melle mostra uno stato chimico non buono. Il tratto del Varaita prossimo all impianto proposto risulta esterno alla zona di criticità. Dalle tabelle all interno della relazione si evince che il principale responsabile dell inquinamento chimico è il MERCURIO, rilevato durante l anno di campionamento Relazione Ambientale 14

16 Figura 2: Stato Ecologico del torrente Varaita Figura 3: Stato chimico del torrente Varaita Relazione Ambientale 15

17 Obiettivi del PTA Il torrente Varaita risulta soggetto al raggiungimento di specifici obiettivi di qualità ambientale. Il corso d acqua viene identificato dal Piano di Tutela delle Acque come corso d acqua naturale significativo. In particolare il PTA, nelle proprie norme, all'articolo 18 impone che per i corsi d'acqua significativi, entro il 2016: sia mantenuto o raggiunto l'obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di «buono» come definito nell'allegato 1 del d.lgs. 152/1999; sia mantenuto, ove già esistente, lo stato di qualità ambientale «elevato» come definito nell'allegato 1 del d.lgs. 152/1999; sia mantenuto, ove già esistente, nei corsi d acqua naturali un valore di indice biotico esteso (IBE) oppure di livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori (LIM) corrispondente alla classe 1 come definita nell'allegato 1 del d.lgs. 152/1999. Nello stesso articolo, si prevede che, ai fini del raggiungimento degli obiettivi di cui sopra entro il 31 dicembre 2008, per ogni corpo idrico superficiale significativo deve essere conseguito almeno lo stato di qualità ambientale «sufficiente» come definito nell'allegato 1 del d.lgs. 152/1999. Nello specifico, per il torrente Varaita, gli obiettivi al 2008 ed al 2016 sono posti pari a BUONO. Figura 4: PTA identificazione corpi idrici significativi Relazione Ambientale 16

18 Figura 5: PTA Pressioni Prelievi e Scarichi Figura 6: PTA Pressioni- Uso del suolo- Attività antropiche Un quadro aggiornato sull attuazione del PTA può essere tratto dalla Relazione sullo stato di attuazione delle misure di tutela e risanamento previste dal Piano di Tutela della Acque adottata con ordine del giorno n. 379 del 29 settembre In particolare si propone un estratto cartografico che sintetizza il rischio di non raggiungimento degli obiettivi di qualità. Relazione Ambientale 17

19 Nel tratto di interesse per il presente studio, il Torrente Varaita viene classificato come NON A RISCHIO di non raggiungimento degli obiettivi di qualità. Dati qualitativi Rio Milanesio L analisi qualitativa del corpo idrico oggetto della derivazione è stata condotta mediante un indagine sui macroinvertebrati con applicazione del metodo STAR-ICM-i. I macroinvertebrati bentonici sono considerati buoni indicatori dello stato di qualità delle acque per numerosi motivi. I diversi gruppi presentano differenti sensibilità all inquinamento, oltre che diversi ruoli trofici. Essendo difficilmente movibili indicano con immediatezza le eventuali alterazioni dell ambiente; hanno un ciclo vitale lungo che permette di rilevare impatti minimi protratti nel tempo e sono facilmente determinabili e campionabili. Esistono numerosi metodi di bioindicazione basati sulla componente macrobentonica. La Direttiva 2000/60/CE ha introdotto una definizione dello stato di qualità dei corsi d acqua basato su composizione e abbondanza delle comunità biologiche tra cui i macroinvertebrati bentonici. È stato quindi introdotto nella normativa italiana di riferimento con il D.Lgs 152/2006 un metodo in grado di soddisfare le richieste della direttiva europea che prevede, relativamente alla comunità macrobentonica, l utilizzo del sistema di classificazione, basato sul calcolo dell indice multimetrico STAR di intercalibrazione. Relazione Ambientale 18

20 Il metodo di campionamento è di tipo multihabitat proporzionale (Buffagni et al. 2007) e prevede che Il prelievo quantitativo di macroinvertebrati venga effettuato su una superficie nota in maniera proporzionale alla percentuale di microhabitat presenti nel tratto campionato. Microhabitat Codice Descrizione Substrati limosi, anche con importante Limo/Argilla < 6 µm ARG componente organica, e/o substrati argillosi composti da materiale di granulometria molto fine Sabbia 6 µm - 2 mm SAB Sabbia fine e grossolana Ghiaia 0,2-2 cm GHI Ghiaia e sabbia molto grossolana Microlithal 2-6 cm MIC Pietre piccole Mesolithal 6-20 cm MES Pietre di medie dimensioni Macrolithal cm MAC Pietre grossolane Pietre di grosse dimensioni, massi, substrati Megalithal > 40 cm Artificiale Igropetrico MGL ART IGR rocciosi di cui viene campionata solo la superficie Calcestruzzo e tutti i substrati solidi non granulari immessi artificialmente nel fiume Sottile strato d'acqua su substrato solido, spesso ricoperto da muschi Tab.1: lista e descrizione dei microhabitat minerali (Buffagni et al.2007) Lo strumento utilizzato per il campionamento è un retino surber. La superficie di campionamento è di 0,1 m 2. Ogni campione prelevato è costituito da 10 repliche distribuite proporzionalmente tra i microhabitat e le tipologie di flusso, con una superficie totale di campionamento di 1 m 2. Sul materiale raccolto si procede in campo ad un primo riconoscimento e conteggio e la determinazione viene effettuata a livello di famiglia, in alcuni casi a livello di genere, e completata in laboratorio tramite steromicroscopio. Gli elenchi faunistici e le relative abbondanze sono elaborati secondo le indicazioni fornite dal D.M. 260/2010. Viene calcolato l indice STAR_ICM-i: un indice multimetrico composto da 6 metriche che descrivono i principali aspetti su cui la 2000/60/CE pone l attenzione (abbondanza, tolleranza/sensibilità, Relazione Ambientale 19

21 ricchezza/diversità). Tipo di informazione Tipo metrica di Nome della metrica Taa considerati nella metrica Rif. bibliografico Peso Tolleranza Indice ASPT Intera comunità (livello di famiglia) Log 10 (somma di Heptagenidae, Armitage et al ,33 3 Abbondanza/ Habitat Abbondanza Log 10 (Sel_EPTD+ 1) Ephemeridae, Leptophlebidae, Brachycentridae, Goeridae, Polycentropodidae, Limnephilidae, Odontoceridae, Dolichopodidae, Stratyomidae, Diidae, Empididae, Buffagni et al. 2004; Buffagni Erba, 2004 & 0,26 6 Athericidae e Nemouridae + 1) Abbondanza 1-GOLD 1-(Abbondanza relativa di Gastropoda, Oligochaeta e Diptera) Pinto et al ,06 7 Numero taa Numero totale famiglie di Somma di tutte le famiglie presenti nel sito Ofenböck et al ,16 7 Ricchezza/ Diversità Numero taa Numero famiglie EPT di Somma delle famiglie di Ephemeroptera, Plecoptera e Trichoptera Böhmer al et 0,08 3 Indice di Hering et al. Indice diversità diversità Shannon- di D S-W = -Σ(n i /A).ln(n i /A) 2004; Böhmer et 0,08 3 Wiener al Tab.3 : metriche che compongono lo STAR_ ICM-i e peso loro attribuito nel calcolo (Buffagni et al. 2007) Le metriche, una volta calcolate, devono essere normalizzate, ovvero, il valore osservato deve essere suddiviso per il valore della metrica che rappresenta le condizioni di riferimento (fornito dal D.M. 260/2010). Il risultato, espresso tra 0 e 1, è chiamato RQE (Rapporto di Qualità Ecologica) e deve essere moltiplicato per il peso attribuito ad ogni metrica. L indice multimetrico finale è ottenuto dalla somma delle sei metriche normalizzate e moltiplicate per il proprio peso. Dopo il calcolo della media Relazione Ambientale 20

22 ponderata, il valore risultante viene nuovamente normalizzato con il valore proposto dal decreto, ottenendo così lo STAR_ ICM-i. Con la presente analisi si intende approfondire e valutare la qualità dell ambiente idrico presente allo stato attuale sul Rio Milanesio mediante l utilizzo di tale metodo. Campionamento del 23/11/2012 Il campionamento è stato effettuato circa 200 m a monte del camping Narciso. La tipologia di monitoraggio adottata è quella operativa, con 10 repliche. Figura 7: Stazione di campionamento del 23/11/2012 Nella tabella sottostante si riporta il numero di repliche effettuate per le diverse tipologie di substrato nella stazione di analisi: Repliche effettuate sui diversi tipi di substrato per l applicazione dello STAR ICMi Relazione Ambientale 21

23 Stazione sabbia - ghiaia - microlithal 1 mesolithal 4 macrolithal 3 megalithal 2 Si riporta di seguito la lista faunistica riassuntiva delle specie campionate. PLECOTTERI EFEMEROTTERI TRICOTTERI U.S TOT Leuctra 55 Nemoura 4 Dinocras 3 Dyctiogenus 1 Isoperla 1 Perlodes 16 Baetis 22 Ecdyonurus 10 Epeorus 26 Rhithrogena 4 Habroleptoides 1 HYDROPSYCHIDAE 26 PHILOPOTAMIDAE 7 RHYACOPHILIDAE 11 COLEOTTERI ELMIDAE 4 ATHERICIDAE 7 CHIRONOMIDAE 3 DITTERI LIMONIIDAE 3 SIMULIIDAE 4 LUMBRICIDAE 3 OLIGOCHETI LUMBRICULIDAE 3 Relazione Ambientale 22

24 Sono indicati i taa rinvenuti, con il numero di individui per ciascun gruppo sistematico; i dati ottenuti sono poi stati utilizzati per il calcolo dell indice e per la determinazione della relativa classe di qualità. La tabella seguente riporta i risultati derivanti dall applicazione del metodo STAR ICMi Mesohabitat: riffle Idroecoregione Origine Classe lunghez. Macrotipo Codice classificazione 04 - Alpi Meridionali ASPT grezzo ASPT - 2 LogEPTD GOLD N fam. N fam.ept Shannon STAR_ICMi Classe SS-Scorrimento superficiale Molto Piccolo (0-5 km) A2 04SS1-A2 Campionamento del 10/1/2014 Il campionamento è stato effettuato a monte dell opera in progetto. La tipologia di monitoraggio adottata è quella operativa, con 10 repliche. Relazione Ambientale 23

25 Figura 8: Stazione di campionamento del 10/1/2014 Nella tabella sottostante si riporta il numero di repliche effettuate per le diverse tipologie di substrato nella stazione di analisi: Repliche effettuate sui diversi tipi di substrato per l applicazione dello STAR ICMi Stazione sabbia - ghiaia - microlithal 1 mesolithal 1 macrolithal 3 megalithal 4 roccia 1 Relazione Ambientale 24

26 Si riporta di seguito la lista faunistica riassuntiva delle specie campionate. PLECOTTERI EFEMEROTTERI TRICOTTERI U.S TOT Leuctra 118 Nemoura 20 Protonemura 22 Dinocras 5 Dyctiogenus 9 Isoperla 63 Baetis 39 Ecdyonurus 26 Epeorus 37 Rhithrogena 12 Habroleptoides 1 HYDROPSYCHIDAE 17 PHILOPOTAMIDAE 3 LIMNEPHILIDAE 1 RHYACOPHILIDAE 12 COLEOTTERI ELMIDAE 13 ATHERICIDAE 4 CHIRONOMIDAE 62 DITTERI LIMONIIDAE 7 TIPULIDAE 1 SIMULIIDAE 13 LUMBRICIDAE 1 OLIGOCHETI LUMBRICULIDAE 4 TRICLADI DUGESIA 2 Sono indicati i taa rinvenuti, con il numero di individui per ciascun gruppo sistematico; i dati ottenuti sono poi stati utilizzati per il calcolo dell indice e per la determinazione della relativa classe di qualità. La tabella seguente riporta i risultati derivanti dall applicazione del metodo STAR ICMi Mesohabitat: riffle Idroecoregione Origine Classe lunghez. Macrotipo Codice classificazione 04 - Alpi SS-Scorrimento 1- Molto Piccolo (0-5 km) A2 04SS1-A2 Relazione Ambientale 25

27 Meridionali ASPT grezzo ASPT 2 LogEPTD GOLD N fam. N fam.ept Shannon STAR_ICMi Classe superficiale CONCLUSIONI Il campionamento macrobentonico effettuato ha evidenziato la presenza di un numero elevato di famiglie macrobentoniche pari a 17 nel primo campionamento e 21 nel campionamento a monte dell opera in progetto Il numero di famiglie EPT, Plecotteri, Efemerotteri e Tricotteri ovvero gli organismi più sensibili alle alterazioni ambientali e quindi indicativi di una elevata qualità ambientale, è pari a 10 nel primo campionamento e 11 nel secondo. La classe di qualità ottenuta dal calcolo dell indice risulta essere seconda, ovvero coerente con gli obiettivi di qualità assegnati al corso d acqua. Il corso d acqua, perciò, non sembra caratterizzato da particolari alterazioni ambientali. Analisi chimiche Nelle analisi chimiche sono analizzati i parametri previsti dal D. Lgs. 152/06 ed i parametri previsti dal D.Lgs. 152/99. Le analisi chimiche sono state svolte dal Laboratorio chimico GEM Chimica di Busca. Alcuni parametri, fortemente condizionabili dalla conservazione del campione, sono stati misurati direttamente in loco, con strumenti portatili, e sono riportati nella seguente tabella. Relazione Ambientale 26

28 Stazione 1 Parametri Temperatura Valori 5.3 C Ossigeno disciolto (mg/l) O 2 % sat. 8.5 Stazione 2 Parametri Temperatura Valori 5.1 C Ossigeno disciolto (mg/l) O 2 % sat. 12 Nitrati ed Ammoniaca L azoto, sotto forma di nitrati e ammoniaca, è alla base della vita acquatica e ripariale in quanto elemento utile alla crescita della vegetazione. Tra le principali cause antropiche di aumento nella concentrazione di nitrati ed ammoniaca vi sono gli scarichi organici di diversa natura. L azoto ammoniacale è utilizzato massicciamente in agricoltura, pertanto i corsi d acqua che attraversano aree coltivate intensamente possono manifestarne anomale concentrazioni. Ossigeno disciolto L ossigeno disciolto in acqua è legato all interfaccia atmosfera-acqua e alla produzione fotosintetica. La solubilità dell ossigeno aumenta al diminuire della temperatura e con la turbolenza della corrente, che aumenta il contatto atmosfera-acqua. La quantità di ossigeno disciolto risente anche del consumo aerobico che i microrganismi impiegano nella decomposizione biologica delle sostanze organiche, pertanto con elevati carichi organici si Relazione Ambientale 27

29 osservano drastici cali nella concentrazione di ossigeno. Basse concentrazioni di ossigeno deprimono la vita acquatica, portando alla morte per asfissia della fauna ittica e selezionando fortemente la popolazione invertebrata. Nei torrenti non inquinati di montagna, con elevata turbolenza e quindi con elevato scambio atmosferaliquido si osservano concentrazioni di ossigeno prossime o superiori alla saturazione. Fosforo Il fosforo è naturalmente presente nelle acque correnti, ma le elevate concentrazioni che si possono riscontrare sono da imputare all uso di fertilizzanti agricoli, a scarichi organici od industriali. Escherichia coli La concentrazione di Escherichia coli (UFC/100 ml) è parametro più comunemente utilizzato per esprimere la contaminazione batteriologica delle acque. Tra tutti i coliformi presenti nell'intestino umano Escherichia coli è infatti il più rappresentato nel materiale fecale, essendo il rapporto tra il batterio e gli altri coliformi pari a 1000:1. In relazione alla maggiore adattabilità di quest'ultimi, tale rapporto diviene 1:1 nelle acque usate e 1:10 e perfino 1:100 nell'ambiente recettore (laghi, fiumi). Le popolazioni di E. coli subiscono quindi un abbattimento una volta al di fuori dell'habitat naturale rappresentato dell'intestino umano. Le curve teoriche dedotte da lavori sperimentali che esprimono l'evoluzione in ambiente acquatico delle popolazioni microbiche evidenziano comportamenti molto diversi a seconda della specie considerata, ma tendenzialmente si può affermare le popolazioni si azzerano con tempi di ritenzione o trasporto nell ordine di pochi giorni (2-3). Si riporta di seguito il rapporto di prova per le analisi chimiche suddivise in base alle stazioni di campionamento: Relazione Ambientale 28

30 Stazione a monte del tratto sotteso Relazione Ambientale 29

31 Stazione a valle del tratto sotteso Risultati analisi parametri macrodescrittori Il LIM-eco è un descrittore utilizzato per l analisi dello stato ecologico, nella quale vengono integrati i parametri chimici quali: Ossigeno disciolto (100-% di saturazione) Azoto ammoniacale Azoto nitrico Fosforo totale Relazione Ambientale 30

32 Per il calcolo del livello di inquinamento si procede assegnando alla concentrazione misurata per ciascun singolo parametro analizzato, un punteggio che va da 0 a 1 come esplicato nella tabella seguente: Punteggi da assegnare a ciascun parametro Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 4 Livello Parametro 100-O 2 % sat > 80 N-NH 4 (mg/l) < >0.24 N-NO 3 (mg/l) Soglie < >4.8 Fosforo totale (µg/l) < >400 Una volta sommati i punteggi attribuiti, ed effettuata la media del valore ottenuto, si ottiene l indice LIMeco. Si riporta di seguito una tabella riassuntiva recante i valori ottenuti dall indagine chimica effettuata nelle due stazioni di monitoraggio. Parametro Analitico UM Valore ST1 Valore ST2 Livelli LIMeco Escherichia Coli UFC/100 ml Ossigeno disciolto (100-O 2 % sat.) Livello 1-2 Azoto ammoniacale mg/l <0.1 <0.1 Livello 3 Azoto nitrico mg/l Livello 2 Fosforo totale mg/l < 0.5 <0.5 - ph uph Nel campione analizzato, i valori rientrano nel secondo e nel terzo livello. In alcuni casi il metodo di analisi non consente una chiara attribuzione al livello corrispondente, a causa del valore limite inferiore di fondo scala. In ogni caso, oltre alle analisi dei soli macrodescrittori, si sono effettuate altre indagini chimico biologiche che evidenziano un basso carico organico con valori di E. Coli inferiori a 500 U.F.C./100 mg. La naturalità del corso d acqua ed i bassi valori riscontrati nei parametri analizzati lasciano comunque supporre uno stato complessivo del corso d acqua buono. Relazione Ambientale 31

33 Per quanto riguarda lo scarico della centrale le portate derivate sono destinate ad uso piscicolo, per fornire una portata aggiuntiva all impianto di troticoltura esistente e collocato nelle immediate vicinanze della centrale in progetto. L impianto non è caratterizzato da un utilizzo intensivo della risorsa, quindi, il carico organico potenzialmente presente allo scarico presso il Rio Milanesio non produrrà un impatto tale da creare danni consistenti allo stato qualitativo attuale del corso d acqua. Relazione Ambientale 32

34 COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO C1 Capacità d'uso del suolo La cartografia di riferimento è stata elaborata dall'i.p.l.a. Essa evidenzia le classi di capacità d'uso dei suoli secondo una classificazione a valori crescenti con le limitazioni all'utilizzo dei suoli a fini produttivi. La capacità d'uso dei suoli riferita all'area è presentata nella seguente carta. Relazione Ambientale 33

35 Nell'area vasta interessata dalla costruzione della centrale i suoli sono inseriti nelle Classi III e IV, dove le limitazioni d'uso riducono o restringono la scelta delle colture utilizzabili. Impatti sulla capacità di uso del suolo Le opere in progetto interagiscono con la capacità d'uso del suolo esclusivamente durante la fase di cantiere, con le seguenti azioni di progetto: occupazione temporanea del suolo durante le diverse fasi di cantiere: alcune aree lungo il tracciato della condotta e nei pressi delle opere fuori terra saranno destinate allo stoccaggio del materiale edile e di scavo ed alla movimentazione dei macchinari, al loro parcheggio. Tali aree verranno ripristinate al fine di riportarle nelle condizioni antecedenti i lavori, procedendo ad inerbimento e piantumazioni, anche in accordo con i proprietari dei fondi. operazioni di scavo lungo il tracciato della condotta: la condotta forzata verrà posata lungo la viabiilità esistente e terreni naturali, ed il cantiere mobile la interesserà, nel suo evolvere, per tutta la lunghezza, ed una larghezza approssimativa di 5 m. La condotta fognaria avrà invece una larghezza di occupazione più ridotta, stimata in circa 3,00 m; si rileva pertanto la sottrazione permanente e temporanea di superfici per la costruzione dell'opera di presa e della centrale (accessi compresi), pari a: Superficie occupata in Superficie occupata cantiere (m 2 ) definitivamente (m 2 ) Opera di presa Condotta forzata e fognaria Centrale Pista accesso centrale Totale 5874 m m 2 Si considera come un impatto lieve e reversibile a breve termine l'effetto indotto dal cantiere della condotta a carico della capacità di uso del suolo. Relazione Ambientale 34

36 C2 Analisi geologica La relazione geologica viene riportata nella relazione specialistica allegata al Progetto Definitivo, a firma del Dott. Geol. Eraldo Viada (Allegato D del Progetto Definitivo). COMPONENTE VEGETAZIONE, FLORA ED ECOSISTEMI D1 Vegetazione L'analisi vegetazionale è stata condotta in base ad indagini di campo e con il supporto di fonti cartografiche regionali (ortofotocarte e cartografia tematica della Regione Piemonte). In particolare, si rilevano le seguenti tipologie forestali: Praterie e pascoli in corrispondenza della centrale idroelettrica e di maggior parte del tracciato della condotta; Acero Tiglio Frassineti d invasione (AF50B) in corrispondenza del tratto ai margini del conoide di deiezione del Rio Milanesio; Faggete oligotrofiche (FA60X) in un breve tratto di versante in destra idrografica lungo il tracciato della condotta fognaria. Le opere in progetto si collocano nelle strette vicinanze del Rio Milanesio nel versante orografico prima sinistro e poi destro, contraddistinto da una copertura continua a prato pascoli e seminativi che, come evidenziato nella carta forestale, colonizza tutto il settore basso vallivo. Per stimare l impatto sulla vegetazione forestale si è percorso il tracciato della condotta al fine di individuare la presenza di piante da abbattere per la realizzazione della pista di cantiere, la cui larghezza, comprensiva di scavo e riporti, è stata adottata approssimativamente pari a 5 m. Per il tracciato della condotta fognaria tale larghezza è adottata pari a 3,0 m. Tipologie vegetazionali e classi di qualità ecologica Vengono di seguito descritte nel dettaglio le diverse tipologie vegetazionali attribuendo ad ognuna una classe di qualità ecologica (variabile da I a V) che riassume il pregio naturalistico tramite gli indici di naturalità, di rarità e di stabilità. Si presentano a seguire le tabelle di riferimento per l'attribuzione dei punteggi. Relazione Ambientale 35

37 Classificazione del grado di naturalità Valore GRADO DI NATURALITA' CONDIZIONI ECOLOGICHE TIPOLOGIE 1 Naturalità nulla Vegetazione autoctona distrutta. Stadio iniziale. Nessun elemento della vegetazione potenziale. Macerie, margini di strade, bacini idrici artificiali privi di vegetazione originaria, edificato, infrastrutture. Dinamiche ricostruttive naturali assenti 2 Naturalità molto Vegetazione autoctona Campi, risaie, frutteti, vigneti, prati bassa completamente sostituita. Stadio iniziale. Nessun elemento della vegetazione potenziale. Dinamiche ricostruttive naturali assenti stabili a gestione intensiva, pioppeti, incolti di recente abbandono. 3 Naturalità debole Vegetazione autoctona degradata per forte alterazione di struttura e composizione. Stadio dinamico (a struttura anche complessa) senza flora del clima. Struttura profondamente alterata. Presenza di sporadici elementi della vegetazione naturale potenziale. Dinamiche ricostruttive naturali in atto. Boschi naturalizzati d'impianto artificiale, rimboschimenti di specie esotiche o locali ma al di fuori del loro ambiente di naturale vegetazione. Coltivi e prati abbandonati con iniziale invasione di specie legnose isolate, vegetazione spondale di specchi d'acqua artificiali, prati da fieno e pascoli permanenti ad estensione molto ridotta. 5 Naturalità media Vegetazione autoctona a struttura Pascoli, prato-pascoli, praterie semplificata. Vegetazione naturali derivate da boschi potenziale di mantenimento antropico. Presenza di elementi dominanti della vegetazione naturale potenziale. preparatori di betulla, pioppo tremolo, pino silvestre ecc... privi di sottobosco caratteristico, rimboschimenti di specie autoctone ed idonee all'ambiente, Relazione Ambientale 36

38 Valore GRADO DI NATURALITA' 7 Naturalità medio alta CONDIZIONI ECOLOGICHE Vegetazione autoctona a carattere secondario. Stadio dinamico con flora del clima. Composizione TIPOLOGIE vegetazione palustre di transizione a prateria umida. Boschi ed arbusteti secondari d'invasione già ben strutturati. Vegetazione palustre in parte floristica prossima a quella della alterata ma con possibilità di vegetazione potenziale ma struttura recupero spontaneo. 10 Naturalità prossima ad una condizione indisturbata alterata. Vegetazione autoctona matura o stabile. Composizione floristica e struttura della vegetazione Boschi o arbusteti primari (anche dopo tagli che non comportano alterazioni future della potenziale. composizione), vegetazione durevole rupicola e dei detriti, praterie d'altitudine, vegetazione acquatica e palustre ben strutturate. Classificazione del grado di rarità Valore Grado di rarità Descrizione 1 TIPO DI VEGETAZIONE Cenosi estesa localmente e ad ampia distribuzione regionale FREQUENTE 2 TIPO DI VEGETAZIONE ABBASTANZA FREQUENTE Raggruppamento localmente comune, ma espressione di caratteri stazionali tipici del comprensorio e dei suoi dintorni. Oppure, cenosi ad ampia distribuzione regionale, ma di ridotta estensione. 5 TIPO DI VEGETAZIONE POCO FREQUENTE Cenosi ad ampia distribuzione regionale, ma molto frammentate o relittuali (es. queco-carpineti planiziali, alneti). Espressioni fisionomiche particolari ma non esclusive del sito. Relazione Ambientale 37

39 Valore Grado di rarità Descrizione 7 TIPO DI VEGETAZIONE RARO Raggruppamento raro con popolamenti a caratteri tipici della stazione e dei suoi immediati dintorni, presenza anche di specie rare. 10 TIPO DI VEGETAZIONE RARISSIMO Raggruppamento molto raro, legato a particolari condizioni stazionali esclusive del sito analizzato; presenza di specie rarissime o difficilmente riscontrabili nei dintorni Classificazione del grado di stabilità della vegetazione Valore Grado di stabilità Presenza di specie avventizie Grado di rinnovazione 1 FORMAZIONE REGRESSIVA Raggruppamento con specie avventizie e/o cultivar Rinnovazione arborea autoctona assente. Individui sporadici occasionali fisionomicamente e 3 FORMAZIONE FRAGILE 5 FORMAZIONE PREPARATORIA 8 FORMAZIONE DINAMICA 10 FORMAZIONE STABILE numericamente dominanti Raggruppamento con specie avventizie e/o cultivar fisionomicamente dominanti Raggruppamento con specie avventizie superiori al 10% ma che non hanno ruolo di dominanza Raggruppamento con blanda presenza di specie avventizie (< 10%) Raggruppamento senza specie avventizie Rinnovazione arborea autoctona scarsa. Basso numero di individui presenti Rinnovazione arborea autoctona abbastanza presente. Boschi con specie pioniere, incolti con arbustive pioniere. Rinnovazione arborea autoctona frequente. Persistenza per numero di individui. Presenza di specie erbacee indicative di un fattore limitante Rinnovazione arborea autoctona abbondante. Persistenza per numero di individui e composizione specifica. Dominanza di specie erbacee stenoecie. Relazione Ambientale 38

40 Si individuano tre tipologie vegetazionali nell'area di interesse: Prato - pascolo Le praterie nel settore di interesse sono formazioni erbacee in condizioni di media stabilità determinata Relazione Ambientale 39

41 dalla presenza dell attività pascoliva. In alcune aree è presente rinnovazione arborea in colonizzazione. PRATI STABILI Naturalità Rarità Stabilità CLASSE DI VALORE Punteggi III Acero frassineti di invasione Rientrano in questa tipologia tutte le formazioni in evoluzione in seguito all abbandono dei pascoli, ove hanno predominanza latifoglie mesofile e pioniere quali acero di monte, frassino, maggiociondolo, sorbo. Tali formazioni si presentano principalmente nell area di fondovalle, in estensione dagli impluvi e dalle fasce fluviali. ACERO FRASSINETO Naturalità Rarità Stabilità CLASSE DI VALORE Punteggi III Faggeta oligotrofica Le faggete in questione sono quelle che colonizzano il versante orografico sinistro della media Valle Varaita, tra i 1100 e 1600 m s.l.m. e che sono costituite da popolamenti stabili, monospecifici e generalmente trattati a ceduo, spesso invecchiato per assenza di recenti utilizzazioni. FAGGETE OLIGOTROFICHE Naturalità Rarità Stabilità CLASSE DI VALORE Punteggi II I risultati ottenuti tramite gli indici di naturalità, di rarità e di stabilità evidenziano l'importanza ecologica e naturalistica della copertura forestale ed in particolare delle faggete, che sono interessate dal cantiere delle opere per il primo tratto del tracciato della condotta forzata. Impatto sulla copertura vegetale Le interferenze con le aree boscate (secondo la definizione della L.R. 4/2009) sono illustrate nella Tav.23 Interferenza con le aree boscate. I punti in cui il cantiere interferisce con le aree boscate sono: nel punto di ubicazione della vasca di carico, ove è presente un lembo di faggeta che potrebbe essere interessata dall allestimento del cantiere; Relazione Ambientale 40

42 nel tratto di lunghezza 63 m tra l apice del conoide e Villaretto con la condotta forzata posata lungo i boschi di invasione in sinistra idrografica caratterizzati da un acero frassineto di invasione; nel tratto di monte del percorso della condotta di intercettazione fognaria in cui la copertura forestale è ascrivibile ad acero frassineto di invasione e faggeta oligotrofica (Tratto G-D). Foto 1 Lembo di faggeta posta in corrispondenza dell area di cantiere della presa Relazione Ambientale 41

43 Foto 2 Acero frassineto rado compreso tra la presa e Villaretto Foto 3 Versante a faggeta in corrispondenza del tracciato della condotta fognaria (antico canale irriguo) Relazione Ambientale 42

44 Foto 4 Acero frassineto lungo il tracciato della condotta fognaria In sintesi, le superfici, le tipologie di bosco e le modalità di ripristino/compensazione sono così riassunte: TRATTO Lunghezza Larghezza Superficie (m 2 ) Tipologia di bosco Vincolo 45/89 A 15 m 10,00 m 150 m 2 Faggeta oligotrofica SI A-B 63 m 5,00 m 315 m 2 Acero-frassineto di invasione SI G-D 335 m 3,00 m 1005 m 2 Acero-frassineto di invasione NO e faggeta TOTALE 1470 m 2 TOTALE IN VINCOLO 45/ m 2 Sulla base della tabella precedente si prevede di realizzare un progetto di rimboschimento compensativo sulla superficie forestale interferita in 1470 m 2 o di miglioramento su una superficie di m 2. Allo stato attuale il proponente sta definendo, in accordo con il Comune interessato dal progetto, l ubicazione del sito di rimboschimento compensativo. Il numero di piante da abbattere è stato computato effettuando il cavallettamento totale sulla superficie di cantiere della condotta. Relazione Ambientale 43

45 La maggior parte dei tagli avviene lungo tracciato della condotta di intercettazione fognaria. Il tracciato della condotta fognaria risulta quasi sempre esterno al bosco, ad eccezione di un breve tratto a monte di Villaretto. Specie n. abbattimenti Faggio 8 Nocciolo 26 Frassino 20 Betulla 5 Acero di monte 5 Abete rosso 1 Totale 65 Tabella 5 Abbattimenti previsti per la realizzazione delle opere Figura 9 Specie da abbattere lungo il tracciato della condotta In merito alle interferenze con le superfici di scavo occorre prevedere una corretta gestione degli scavi e del cantiere mobile di posa della condotta. Particolare cura dovrà essere posta nell esecuzione dei lavori di scavo e nel trattamento del terreno di risulta: prima dell avvio dei lavori di scavo per la realizzazione dell impianto, lo strato di terreno agrario (topsoil) con caratteristiche agronomiche interessanti, verrà asportato ed accantonato temporaneamente all esterno della zona di lavorazione, in cumuli di altezza inferiore ai 2 m, con scarpate inclinate di circa 25 rispetto all orizzontale e all occorrenza inerbite. Il terreno agrario stoccato verrà ridistribuito sulla superficie delle sponde e delle aree circostanti, operando con mezzi meccanici e, dove necessario, Relazione Ambientale 44

46 manualmente. Qualora il quantitativo risultasse insufficiente, si provvederà all approvvigionamento presso fondi limitrofi in modo che il materiale risulti coerente con quello in posto in termini di reazione (ph), tessitura e contenuto di sostanza organica. Tale accorgimento consentirà di garantire il ritorno della flora batterica e degli agenti fungini di micorizzazione tipici della stazione, di particolare utilità per la riuscita degli interventi di recupero a verde. Le aree di cantiere maggiormente frequentate dai mezzi saranno sottoposte a lavorazioni profonde con attrezzi discissori allo scopo di attenuare gli effetti del compattamento e successivamente ricoperte con uno strato di terreno agrario Ai fini di un corretto inerbimento nella fascia di cantiere mobile della condotta si propone la seguente scelta di un miscuglio quale indicazione di massima: Specie Percentuale Festuca rubra 30 Festuca pratensis 15 Festuca ovina 10 Poa pratensis 10 Dactylis glomerata 5 Lolium perenne 5 Trifolium repens 5 Lotus corniculatus 5 Trifolium pratense 5 Achillea millefolium 5 Agrostis tenuis 3 Phleum pratense 2 Relazione Ambientale 45

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