Verbale n. 15 Seduta del 30 maggio 2013

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1 COMMISSIONE POLITICHE ECONOMICHE Verbale n. 15 Seduta del 30 maggio 2013 Il giorno giovedì 30 maggio 2013 alle ore si è riunita presso la sede dell Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche, convocata con nota prot. n del 24/05/2013. Partecipano alla seduta i Consiglieri: Cognome e nome Qualifica Gruppo Voto GRILLINI Franco Presidente Gruppo Misto 2 presente ALESSANDRINI Tiziano Vicepresidente Partito Democratico 5 presente CAVALLI Stefano Vicepresidente Lega Nord Padania Emilia e Romagna 3 presente AIMI Enrico Componente PDL - Popolo della Libertà 1 assente BARTOLINI Luca Componente PDL - Popolo della Libertà 2 assente BAZZONI Gianguido Componente PDL - Popolo della Libertà 5 assente CARINI Marco Componente Partito Democratico 3 presente DEFRANCESCHI Andrea Componente Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it 1 assente FAVIA Giovanni Componente Gruppo Misto 1 presente GARBI Roberto Componente Partito Democratico 3 presente MALAGUTI Mauro Componente PDL - Popolo della Libertà 3 presente MANDINI Sandro Componente Italia dei Valori - Lista Di Pietro 2 assente MANFREDINI Mauro Componente Lega Nord Padania Emilia e Romagna 1 presente MORI Roberta Componente Partito Democratico 3 presente NALDI Guido Componente Sinistra Ecologia e Libertà Idee Verdi 2 assente NOE Silvia Componente UDC - Unione di Centro 1 presente PAGANI Giuseppe Componente Partito Democratico 3 presente SCONCIAFORNI Roberto Componente Federazione della Sinistra 2 assente SERRI Luciana Componente Partito Democratico 4 presente ZOFFOLI Damiano Componente Partito Democratico 3 presente E presente il consigliere Andrea LEONI in sostituzione di BAZZONI e il consigliere Fabio FILIPPI in sostituzione di BARTOLINI. Hanno partecipato ai lavori della Commissione P. CASTELLINI (Serv. Commercio, Turismo e Qualità Aree Turistiche); C. CICOGNANI (Serv. Informazione e comunicazione istituzionale A.L.). Presiede la riunione: Franco Grillini Assiste il Segretario: Giovanni Fantozzi Resocontista: Bruna Nulli O Rinalducci Viale A. Moro, Bologna tel fax SegrCommII@regione.emilia-romagna.it Posta certificata: ALCommissioni@postacert.regione.emilia-romagna.it

2 Il presidente GRILLINI dichiara aperta la seduta alle ore Sono altresì presenti i consiglieri: Alessandrini, Carini, Cavalli, Favia, Garbi, Leoni, Malaguti, Manfredini, Pagani, Serri e Zoffoli. - Approvazione dei verbali nn. 11, 12 e 13 del 2013 La commissione approva all unanimità Progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri Malaguti, Bignami, Lombardi, Filippi, Pollastri, Bazzoni, Villani, Leoni, Aimi, Bartolini e Alberto Vecchi: "Limiti alle vendite promozionali nel settore dell'abbigliamento" ( ). Aprendo la discussione generale, il presidente GRILLINI chiede al relatore, consigliere Malaguti, di illustrare il pdl. Il consigliere MALAGUTI ricorda ai commissari che le vendite promozionali sono regolate a livello nazionale dal decreto legislativo 114 del 1998, Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59. La normativa prevede che non ci siano divieti per le vendite promozionali, tranne che nei giorni antecedenti i saldi, così come previsto in altre regioni, ad esempio la Toscana, il Piemonte, la Lombardia e il Veneto. In Lombardia è stata realizzata una sperimentazione di liberalizzazione totale ed è emerso, come rilevato anche da Il Sole 24 ore, un evidente danno per le piccole attività commerciali. Orfeo Lumina, presidente di FISMO (Federazione Italiana Settore Moda), ha dichiarato che l assenza di regole genera il ricorso esasperato alla vendita promozionale. Le promozioni troppo diffuse non portano benefici ai negozi, i consumatori ne sono disorientati e l appeal delle vendite di fine stagione ne risulta vanificato; infatti, nell 80% dei casi, i ricavi delle vendite non risultano aumentati. Secondo un indagine di Confesercenti, la spesa per l abbigliamento delle famiglie italiane è passata dall 8% del 2008 al 5,8% del Una sentenza della Corte Costituzionale, sostiene il consigliere, depone a favore del divieto di vendite promozionali nei giorni antecedenti i saldi, in quanto generano confusione, non consentendo di poter confrontare i prezzi e valutare la convenienza. La nostra Regione ha deliberato le date di inizio dei saldi: dal primo giorno feriale antecedente l Epifania e dal primo sabato del mese di luglio, per un periodo di sessanta giorni. I saldi sono uno strumento con il quale i commercianti si liberano delle scorte di magazzino, mettendole in vendita a prezzi scontati. Se, nei giorni che precedono i saldi, si realizzano vendite promozionali, il consumatore non ha la possibilità di valutare la reale convenienza, poiché non conosce il prezzo iniziale del capo. I saldi, quindi, sono vanificati, poiché non si può distinguere il passaggio da prezzo pieno a prezzo scontato. 2

3 Il progetto di legge, essenziale nella formulazione, va in soccorso delle piccole attività commerciali, le più penalizzate dalla crisi economica. Confcommercio e Confesercenti sono favorevoli a prevedere un limite alle vendite promozionali. Nei due articoli del progetto di legge in esame si introduce il generico divieto di vendite promozionali nei 45 giorni antecedenti all effettuazione dei saldi. Altre Regioni hanno previsto un periodo di 30 giorni. Il consigliere auspica che la maggioranza dimostri la propria disponibilità ad ascoltare le proposte dell opposizione, tenendo conto che questo progetto di legge non tocca i bilanci, non comporta oneri e riscontra il parere favorevole di tutte le associazioni di categoria. Entrano i consiglieri Filippi e Mori La dott.ssa CASTELLINI esprime alcune valutazioni tecniche. Il decreto legislativo 114 del 1998 conteneva delle disposizioni rispetto alle vendite speciali, nel cui ambito erano comprese anche le vendite promozionali, e prevedeva degli adempimenti da parte delle Regioni. L Emilia-Romagna non ha previsto limitazioni perché riteneva che si trattasse di una modalità di promozione per gli esercenti, che consentiva di modulare l offerta e incrementare le vendite in periodi particolarmente difficili dal punto di vista economico. Le disposizioni del decreto legislativo 114 del 1998 sono state, in seguito, integrate dall articolo 3 della legge 248 del 2006 (conversione in legge, con modifiche, del decreto legge 223 del 2006), che prevede che non possa essere posto il divieto di effettuare vendite promozionali, tranne che nei periodi immediatamente precedenti i saldi di fine stagione. La Giunta è dell opinione di non introdurre limiti alle vendite promozionali, perché anche nella categoria le posizioni non sono omogenee. Le associazioni che rappresentano l alta moda sono favorevoli a questa misura, perché vendono capi molto costosi e preferiscono limitare le vendite promozionali. Gli esercizi di livello medio e basso, invece, ritengono siano utili per incrementare le vendite. La dott.ssa Castellini informa i commissari che hanno avuto luogo diversi incontri con le associazioni, che però non dimostrano una posizione univoca. Tecnicamente, rispetto al progetto di legge, la dottoressa pone un problema. Ora le categorie previste sono solo due, alimentare e non alimentare; l abbigliamento non esiste più. Quando si parla di abbigliamento, sorgono sempre dubbi di interpretazione, ad esempio se il settore comprende anche le calzature o la bigiotteria. Se una norma pone un divieto, chi è addetto alla vigilanza deve essere certo nella valutazione del mancato rispetto della normativa. Il consigliere ALESSANDRINI ritiene che questo tema sia borderline, qualcuno può apprezzare l imposizione di limiti alle vendite promozionali e qualcuno meno. Il parametro di riferimento non può essere l orientamento politico delle organizzazioni economiche favorevoli, oppure delle Regioni che hanno legiferato al riguardo. Il primo problema è certamente, come evidenziato dalla dott.ssa Castellini, che il progetto di legge fa riferimento alla categoria dell abbigliamento, non 3

4 identificabile in modo certo, ma a questo si aggiunge che non viene ravvisata alcuna impellenza, nessun interesse pubblico o motivo imperativo che imponga di limitare con questa norma le vendite promozionali. Il periodo che stiamo attraversando è uno dei più difficili e imporre agli operatori un limite alle promozioni non potrebbe essere valutato in modo positivo. Si tratterebbe di un provvedimento divisivo; all interno delle stesse organizzazioni economiche del commercio esistono fazioni favorevoli e contrarie. Il consigliere ritiene pertanto che non sia necessario intervenire in maniera restrittiva e dichiara di non essere favorevole al progetto di legge. Entra la consigliera Noè Il consigliere MALAGUTI osserva che le associazioni di categoria si sono dichiarate favorevoli. Le vendite promozionali sono limitate solo per alcuni giorni antecedenti i saldi di fine stagione. I consumatori devono poter valutare quale sia il vantaggio economico di attendere i saldi per acquistare. Forse non ci sarà impellenza di intervento, ma molte le altre Regioni, le più importanti dal punto di vista dell attività commerciale, hanno già legiferato. Prima di bocciare questo progetto sarebbe utile convocare un udienza conoscitiva; a questo provvedimento, in realtà, è contraria soltanto la grande distribuzione, i piccoli e medi commercianti sono favorevoli. Si deve fare chiarezza a tutela del consumatore, altrimenti sarebbe meglio eliminare anche il limite fissato per i saldi. Secondo la consigliera NOE le differenze di valutazione nascono tra chi vende su larga scala, come le grandi catene low price e le boutique che vendono alcuni marchi selezionati. L abbigliamento ha un ciclo brevissimo, le consegne delle collezioni invernali avvengono a luglio, ai primi di dicembre iniziano le promozioni, che, ormai, avvengono informando con sms e telefonate i propri clienti, in modo non ufficiale. A gennaio è necessario partire con i saldi, a febbraio gli sconti possono superare anche il 50%. Per ricevere ogni sei mesi l approvvigionamento delle merci, i pagamenti devono avvenire in modo puntuale. Il consigliere Malaguti, sostiene la consigliera, suggerisce un provvedimento utile per una categoria che sopravvive a stento, senza prospettive. In questo periodo, anche chi ha disponibilità, preferisce mantenere un basso profilo, il made in Italy è ormai apprezzato solo dal pubblico straniero. Il settore merita una regolamentazione. Nella nostra regione, tra Reggio, Carpi, Modena e Bologna, ha luogo gran parte della produzione e della commercializzazione del made in Italy. La disciplina deve essere più chiara, quindi, anche la consigliera, suggerisce di convocare un udienza conoscitiva con le associazioni del settore. Il consigliere ALESSANDRINI chiarisce che la sentenza della Corte costituzionale sulle vendite promozionali in realtà ha ribadito che la materia non è di pertinenza delle Regioni. L unica limitazione che è possibile introdurre è quella riguardante il periodo che precede i saldi, ma certamente non è un obbligo. 4

5 Il presidente GRILLINI, a sua volta, ritiene che mettere troppi vincoli non risolva le questioni ed afferma che anche la limitazione relativa ai saldi dovrebbe essere abolita. Molti sistemi di vendita comunque sfuggono, ad esempio gli outlet che per tutto l anno vendono con prezzi scontati, oppure l e-commerce, che per alcuni settori copre l 80% delle vendite. Se poi le limitazioni possono anche essere aggirate, comunicando le promozioni in modo non ufficiale, tramite avvisi su internet o con un sms, la norma si rivelerebbe comunque inefficace. Per quanto concerne l e-commerce, qualsiasi intervento dovrebbe riguardare il commercio internazionale. Il presidente sottolinea, inoltre, che si tratterebbe di un provvedimento che si applica solo alle vendite promozionali del settore dell abbigliamento, quindi di difficile applicazione pratica e molto circoscritto. Il consigliere FAVIA, riferendosi all iter del pdl, afferma che, come disposto dall art. 29 comma 4 del Regolamento dell Assemblea, la disamina degli atti si svolge di norma in due fasi, una di presentazione e discussione generale, la seconda in cui si esamina l articolato. Le due fasi, nel caso dei progetti di legge, devono avvenire in due sedute separate, poiché si tratta di atti complessi. Il presidente GRILLINI afferma che la prassi seguita fino ad oggi, soprattutto nel caso di progetti di legge come questo, composto di due articoli soltanto, è di discutere il testo e votarlo nella stessa seduta. Il presidente legge quindi il comma 4 dell art. 29 del Regolamento: La disamina degli atti si svolge di norma in due fasi: nella prima hanno luogo la presentazione e la discussione generale; nella fase successiva si svolge l'esame dell'articolato che può proseguire anche in più sedute. Per quanto attiene la disamina degli atti complessi, piani, atti di programmazione, progetti di legge, le due fasi si svolgono in due sedute distinte. Su proposta del presidente, la commissione può sospendere, per un tempo determinato, la disamina di un atto, al fine di trattare un argomento a cui si riconosce la precedenza. Il consigliere FAVIA chiede il rispetto del Regolamento e il rinvio della discussione dell articolato ad una prossima seduta della Commissione. Il presidente GRILLINI ritiene che, se è specificato di norma, la Commissione possa stabilire altrimenti. L obbligo di svolgere le fasi in due sedute separate, a suo avviso, non sussiste. Il consigliere FAVIA ribadisce che, se c è una regola, non si può applicare una prassi contraria. Pur non volendo polemizzare sulla gestione della seduta da parte della presidenza, ritiene che non si possa derogare a quanto stabilito nel regolamento; se qualcuno ha gestito in maniera non idonea i lavori e sono arrivate indicazioni non corrette, se ne deve assumere la responsabilità. Il consigliere legge a sua volta il comma 4 per chiarire che, nel caso dei progetti di legge, le fasi di discussione e di esame si devono svolgere in due sedute distinte, quindi ritiene corretto che la Commissione si convochi nuovamente per esaminare l articolato. 5

6 A conferma della sua interpretazione, il consigliere richiama l emendamento al regolamento interno presentato dal gruppo PD, che prevede appunto l abrogazione della norma sulla discussione del pdl in due fasi distinte. Il consigliere Favia chiede che della norma venga data un interpretazione formale e restrittiva perché il tema dei progetti di legge è il cuore dell Assemblea e del lavoro dei commissari; ritiene purtroppo che nella gestione delle Commissioni si seguano a volte prassi sbagliate. Il presidente GRILLINI afferma che questa prassi si applica dall inizio della legislatura e quella che propone il consigliere Favia è un interpretazione personale. Non ci sono comunque difficoltà, se i colleghi non hanno obiezioni, a rimandare l esame dell articolato e il voto alla prossima seduta. La consigliera NOE ricorda al presidente che era stata richiesta, da parte di due commissari, la convocazione di un udienza conoscitiva. Ritiene necessario stabilire, definitivamente, quali siano le regole da seguire per questo tipo di richieste. Per rispetto ai commissari, la consigliera pensa che si dovrebbe mettere ai voti la proposta, anche se, sottolinea, in altri casi si procede senza necessità di votare. Il presidente GRILLINI, preso atto della richiesta di convocazione di un udienza conoscitiva, propone alla Commissione di esprimersi con un voto. Il consigliere ALESSANDRINI, per quanto riguarda l udienza conoscitiva, ritiene che già la dott.ssa Castellini abbia chiarito che la Giunta ha già interpellato le associazioni; il consigliere, a sua volta, ha chiesto il loro parere, telefonicamente, ottenendo, però, pareri opposti rispetto a quelli ricevuti dal consigliere Malaguti. Il tema è divisivo e non si ravvisa la necessità di introdurre rigidità. Il consigliere MALAGUTI, proprio perché i pareri sentiti sono discordanti, ha avanzato la richiesta di udienza conoscitiva. Se i colleghi si ritengono depositari dei pareri delle associazioni di categoria, se ne assumano la responsabilità e boccino la proposta. Il consigliere FAVIA si scusa per il suo intervento puntiglioso ma ribadisce di avere a cuore il rispetto delle regole. Senza entrare nel merito del contenuto del progetto di legge, nessuno è obbligato a partecipare a un udienza conoscitiva, ma, considerando l interesse per il mondo del commercio, ritiene utile favorire la partecipazione. Un altro presidente di Commissione ritiene che il relatore possa decidere l iter della legge, in autonomia. Il relatore può quindi avanzare la richiesta di udienza conoscitiva, che non è mai stata negata. A quanto pare fra le varie commissioni non c è omogeneità di comportamento. Il presidente GRILLINI legge il parere del Presidente di una delle associazioni di categoria, appena pervenutogli, relativo alla materia delle vendite promozionali. In esso si ribadisce che la materia è di competenza nazionale ed è di fatto 6

7 liberalizzata. Se la Regione interviene, rischia l illegittimità. Con le liberalizzazioni è successo di tutto, di fatto metà dei commercianti è a favore e metà contraria. L argomento è delicato e di difficile applicazione, tutti dovrebbero essere invece compatti nella lotta all abusivismo. Un giudizio positivo viene espresso sulla legge relativa agli hobbisti approvata dall Assemblea. Il presidente ritiene quindi che un udienza conoscitiva sul pdl sarebbe tempo perso perché i pareri sono già stati acquisiti, e reputa opportuno evitare iniziative inutili se il risultato è noto. Il consigliere MALAGUTI afferma di non comprendere questa prassi: i presidenti di Confesercenti e Confommercio di Ferrara si sono dichiarati favorevoli. Il presidente, se vuole, può interpellarli telefonicamente. L illegittimità non sussiste perché altre Regioni hanno già legiferato in merito. Il consigliere ha richiesto un udienza conoscitiva per rispetto della categoria; dalla discussione è emerso che ci sono pareri molto diversi, che dovrebbero essere ascoltati direttamente. La consigliera NOE, dopo nove anni di frequentazione delle Commissioni, nota che qualsiasi iniziativa della minoranza viene sempre e comunque respinta, tendenzialmente si nega senza nemmeno discuterne. Il presidente GRILLINI mette ai voti la richiesta di udienza conoscitiva della consigliera Noè e del consigliere Malaguti. La Commissione respinge la richiesta. La seduta termina alle ore Approvato nella seduta del 4 luglio Il Segretario Giovanni Fantozzi Il Presidente Franco Grillini 7

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