Oleggio, 26/7/2015. XVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Oleggio, 26/7/2015. XVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B"

Franca Sartori
7 anni fa
Visualizzazioni

1 Letture: 2 Re 4, 42-44 Salmo 145 (144) Efesini 4, 1-6 Vangelo: Giovanni 6, 1-15 Oleggio, 26/7/2015 XVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO.

1 1 Letture: 2 Re 4, Salmo 145 (144) Efesini 4, 1-6 Vangelo: Giovanni 6, 1-15 Oleggio, 26/7/2015 XVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN! Abbiamo cantato. Aprimi gli occhi del cuore, perché voglio vederti. È proprio il tema degli incontri del Camposcuola: L essenziale è invisibile agli occhi. Si vede bene solo con gli occhi del cuore. Così si esprimeva il Piccolo Principe. Gesù dirà che la vera Eucaristia si fa nella stanza del cuore. Siamo qui convocati per l Eucaristia, ma quello che fa la differenza è il nostro cuore, perché l essenziale è invisibile. Lasciamo andare tutte le barriere, tutti i paletti, che sono i nostri giudizi e pregiudizi e apriamoci all azione di Dio, che, ancora una volta, ci sfama, così come viene letto, oggi, nel Vangelo. OMELIA Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre! Il pozzo. La fragolina. Il giardino Durante il Campo-scuola, abbiamo riflettuto su questi pensieri del Piccolo Principe : Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio. -Ciò che abbellisce il deserto- disse il Piccolo Principe - è che nasconde un pozzo in qualche luogo -

2 Questa riflessione è la versione occidentale del racconto della fragolina, dove un uomo guardato a vista da tigri dall alto e dal basso del ramo, sul quale si era rifugiato, trova ristoro in una

2 2 Questa riflessione è la versione occidentale del racconto della fragolina, dove un uomo guardato a vista da tigri dall alto e dal basso del ramo, sul quale si era rifugiato, trova ristoro in una fragolina, che spuntava lì vicino. Il momento presente ha sempre una grazia particolare: è la versione laica di quello che troviamo nel Vangelo. Nel luogo, dove Gesù viene crocifisso, c era un giardino, dove Gesù risorge. Mi piace riprendere questo particolare del Piccolo Principe, che è un racconto per quegli adulti, che hanno dimenticato di essere stati bambini. In tutte le situazioni della nostra vita, anche le più disastrose, c è sempre un giardino, dove possiamo risorgere, c è sempre un pozzo, dove possiamo attingere l acqua, che fa bene al nostro cuore, c è sempre una fragolina da mangiare. La folla segue Gesù Ringraziamo il Signore per questo invito alla speranza, alla gioia, alla felicità del momento presente, che troviamo appunto nel passo evangelico odierno, dove c è la condivisione dei pani e dei pesci e tutta la folla che va da Gesù. È bello che i verbi sono al presente. Vedendo i segni che Gesù compie sugli infermi, la gente va da Lui. La gente va all Eucaristia. In questa giornata di ferie, di caldo, noi siamo qui, all Eucaristia: riconosciamo che solo Gesù può saziare la nostra fame di felicità.

3 Lago di Galilea, lago di Tiberiade Il passo inizia con il dire che una grande folla segue Gesù, che si trova sull altra riva del lago di Galilea o di Tiberiade.

3 3 Lago di Galilea, lago di Tiberiade Il passo inizia con il dire che una grande folla segue Gesù, che si trova sull altra riva del lago di Galilea o di Tiberiade. L evangelista mette i due nomi del lago, perché gli Ebrei lo chiamavano lago di Galilea, mentre i Romani lago di Tiberiade in onore di Tiberio Cesare. Giovanni mette i due nomi, per indicare Ebrei e Pagani. L Eucaristia non è soltanto per noi Cristiani, ma per tutte le persone della Terra. L Eucaristia è l incontro con Gesù vivo, che si fa mangiare. Anche noi dovremmo farci mangiare. Quello che l evangelista evidenzia è che sul lago di Galilea/Tiberiade l Eucaristia è per tutti. Nella Chiesa, molte volte, si escludono dall Eucaristia alcune categorie di persone. Era vicina la Pasqua Giovanni evidenzia che era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. La Pasqua è liberazione. La Pasqua non è più la Pasqua del popolo: è diventata la Pasqua dei Giudei. Con Giudei si intendono le autorità, una festa di facciata, la festa di chi opprime. Come Mosè ha portato fuori le persone dall oppressione del Faraone, Gesù sta portando fuori le persone dall oppressione della religione, perché la religione, che avrebbe dovuto confortare le persone, liberarle, non fa altro che opprimerle. Gesù fa saltare le due feste di Pasqua narrate nei Vangeli. La prima volta entra nel tempio e rovescia i tavoli dei venditori, insultando i compratori.

4 In questo caso, Gesù fa saltare la festa, perché, invece di mandare la gente al tempio, la porta al di là del lago, in territorio pagano, per festeggiare questa liberazione in modo diverso.

4 4 In questo caso, Gesù fa saltare la festa, perché, invece di mandare la gente al tempio, la porta al di là del lago, in territorio pagano, per festeggiare questa liberazione in modo diverso. La gente segue Gesù ed è incurante di procurarsi da mangiare, perché è affamata di sentirlo parlare. Gesù mette alla prova Filippo. Andrea trova la soluzione È sera. Gesù mette alla prova Filippo. Nei Vangeli, coloro che sono più vicini a Gesù non capiscono il suo messaggio. Gesù vuole verificare se Filippo pensa alla maniera cristiana o alla maniera pagana. Filippo fa notare a Gesù che 200 denari di pane non bastano neppure per dare un pezzo di pane a ciascuno: questa è la mentalità del mondo. Ogni volta che c è un problema e noi siamo testimoni di questo problema, forse abbiamo la soluzione. Gesù invita i discepoli a far sdraiare le persone, a farle sentire signori e a dare loro stessi da mangiare. Chi risolve il problema è Andrea, che per gli Ortodossi è il nostro san Pietro, perché è stato il primo ad essere chiamato da Gesù. Andrea significa uomo forte, uomo virile. Andrea sblocca la situazione e fa notare che lì c è un ragazzo, ultimo nella scala sociale, che ha cinque pani d orzo e due pesci. Il pane d orzo era il pane dei poveri, perché i ricchi mangiavano il pane di frumento. Il ragazzino è ultimo nella scala sociale; ha il pane dei poveri, però lo mette a disposizione. Questo è il fulcro di tutto il Vangelo.

5 Condivisione e servizio Chi è povero, chi è ultimo nella scala sociale, per poter diventare uomo forte, come Andrea, uomo padrone di sé, deve condividere quello che ha e quello che è.

5 5 Condivisione e servizio Chi è povero, chi è ultimo nella scala sociale, per poter diventare uomo forte, come Andrea, uomo padrone di sé, deve condividere quello che ha e quello che è. Questo è il mistero del servizio e della condivisione. Condividere e servire sono i due termini, citati anche da Papa Francesco, che riassumono il messaggio di Gesù. Ai nostri giorni si moltiplicano i Corsi sull autostima. Se vogliamo diventare persone adulte, sane, forti, l unica via da seguire è quello di condividere quello che possediamo (prima Beatitudine) e quello che siamo, nel servizio. Subentrano spesso le paure, le delusioni, perché, quando lavoriamo per gli altri, saremo delusi, poiché ciascuno dà priorità alle proprie esigenze: ne segue il fallimento personale, esistenziale. Marco 9, 35: Se uno vuole essere il primo, sia l ultimo di tutti e il servo di tutti. C era molta erba in quel luogo L evangelista inserisce questo particolare dell erba, che ricorda il Salmo 23 (22), dove il Signore si definisce Pastore. Su pascoli erbosi mi fa riposare La gente vuole fare re Gesù La gente, da folla anonima, viene chiamata uomini, adulti. Il cammino del servizio non è quello di sfruttare le persone, come facevano i Giudei, ma servirle con un servizio libero e liberante. Prima dobbiamo incontrare Gesù, poi ognuno fa il cammino personale con Lui.

6 6 Si raccolgono i pezzi avanzati, ma la gente, visto il segno che Gesù aveva compiuto, lo vuole prendere, per farlo re. Gesù deve scappare sul monte, perché le persone non hanno capito il messaggio della condivisione. Vogliono ancora qualcuno che li comandi, qualcuno a cui dare obbedienza. Il Signore ci porta a questa autorità personale, dove noi non dobbiamo dipendere da nessuno, se non da Lui solo, che ci riporta a noi stessi. Continuiamo la nostra Eucaristia, ringraziando il Signore per questo messaggio, ricordando che anche noi siamo come questi ultimi, che si avvicinano a Gesù per ricevere il Pane, che poi prenderemo. Eucaristia significa ringraziamento. Gesù prende il pane e ringrazia. Ogni volta che ringraziamo, in questo ringraziamento, le cose si moltiplicano sulla nostra tavola e nella nostra vita. AMEN! Gesù spezzò i cinque pani e li distribuì a tutti, finché ne vollero. Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo. Vogliamo innalzarti un canto di ringraziamento, per ringraziarti del buon esito del Campo-scuola. Questo Grazie possa fissarsi nel nostro cuore, senza perdersi nei labirinti della mente. Ci sarà tra poco il nuovo appuntamento a La Thuile. Vogliamo, Signore, già dirti Grazie per le meraviglie, che opererai. In questo Grazie, sfama tutti noi, che ci avviciniamo a te.

7 Abbiamo ricevuto l Eucaristia: mangiato il tuo Corpo e bevuto il tuo Sangue. Uscendo da questa chiesa, siamo invitati a farci mangiare nelle varie situazioni della nostra vita.

7 7 Abbiamo ricevuto l Eucaristia: mangiato il tuo Corpo e bevuto il tuo Sangue. Uscendo da questa chiesa, siamo invitati a farci mangiare nelle varie situazioni della nostra vita. Facendoci mangiare, questa fame viene saziata completamente. Ti benediciamo, Signore, e ti affidiamo l organizzazione di questo tempo estivo, perché nel Grazie si possano moltiplicare i talenti e i carismi, che abbiamo, e possiamo sfamare noi stessi e gli altri di questa insaziabile fame di felicità. Grazie, Signore Gesù! Grazie! Grazie! PADRE GIUSEPPE GALLIANO M.S.C.

Documenti analoghi

Oleggio 30/7/2006 XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

1 Oleggio 30/7/2006 XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Secondo libro dei Re 4, 42-44 Salmo 144, 10-11.15-18 Efesini 4, 1-6 Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 1-15 Riflessioni - preghiera Ci mettiamo alla Presenza