Roma, 05/8/2018. Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre!

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1 1 Roma, 05/8/2018 Letture: Esodo 16, Salmo 78 (77) Efesini 4, Vangelo: Giovanni 6, XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/ B OMELIA Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre! Come accennavo all inizio della Messa, questo passo del Vangelo è la continuazione del Vangelo di domenica scorsa: La moltiplicazione/condivisione dei pani, che ha la sua origine nell Antico Testamento. La prima lettura è la mormorazione degli Ebrei contro Dio e contro Mosè. Si trovano nel deserto, scappati dalla tirannia del Faraone d Egitto, e dicono che, in fondo, si stava meglio, quando si stava peggio. È un allucinazione collettiva. Erano prigionieri, schiavi, morivano di fame, non avevano vita eppure rimpiangevano il passato. Sembra di sentire la voce di tante persone, che stanno bene, ma, purtroppo, non riuscendo a vivere il presente, pensa che si stava meglio prima. La storia è sempre la stessa, ma Dio non si offende e la sua risposta alla mormorazione degli Ebrei è il dono della manna e delle quaglie. Gli Israeliti vogliono mangiare: la manna non basta più e vogliono la carne. Il Signore provvede: al mattino c è la manna, alla sera ci sono le quaglie. Israele ha sempre letto questi eventi come un fatto straordinario, ma non c è niente di straordinario. La tamaris è la secrezione di un arbusto del deserto del Sinai. La pianta secerne questa sostanza granulosa, che si può mangiare, ma non resiste una volta staccata dalla pianta: dura soltanto un giorno. Le quaglie, sia in autunno, sia in primavera, effettuano le migrazioni tra l Africa, l Arabia, l Europa e sostano nella penisola del Sinai, stremate.

2 2 I Beduini del deserto le raccolgono e le mangiano. Non c è niente di straordinario. Gli Israeliti hanno visto tutto questo, come straordinario. Questo serve a noi, perché il Signore opera nella nostra vita sia in modo straordinario con prodigi, miracoli, segni, sia in maniera ordinaria, attraverso persone che ci portano un dono o ci offrono un lavoro. Gli Ebrei avevano la capacità di vedere l azione di Dio ovunque: questo aiuta a non sentirsi soli, abbandonati, ma a considerare questa sovraintendenza di Dio in tutte le cose. Questo viene ripreso da Gesù: quando le persone si lamentano, perché sono preoccupate di quello che mangeranno o indosseranno, Gesù dice: Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai: eppure il Padre vostro celeste li nutre. (Matteo 6, 25-34) Per gli Ebrei, i passeri erano insignificanti: per questi animali non c era la benedizione. Se il Signore nutre anche gli uccelli insignificanti, quanto più fa per l uomo! È l invito a vivere il presente. Il passato è una menzogna. Il futuro ci terrorizza. Dobbiamo vivere il presente. Adesso, si usa raccomandare la consapevolezza del momento presente: sembra che questa sia una filosofia di derivazione orientale. La Scrittura, in realtà, è un grande invito a vivere il presente. Vivere, nella lingua ebraica, è applicato solo all uomo. Noi diciamo che tutto vive. Per gli Ebrei, vivere significa stare bene, stare in salute e realizzare un progetto. Sant Ireneo dirà: L uomo vivente dà gloria a Dio. Noi diamo vera gloria a Dio, quando siamo felici, quando realizziamo il nostro progetto, quando stiamo bene; allora è il momento, in cui Dio è contento. L unica cosa che possiamo fare per Dio è star bene ed essere felici. Questa è la scommessa più grande. Nella seconda lettura, Paolo spiega chiaramente che cosa è la vera conversione. La vera conversione è cambiare mentalità. Che cosa state pensando? Vi invito a riflettere su che cosa state pensando. Quando ci succede un evento negativo, stavamo pensando ad episodi negativi. Questo è per sottolineare come il pensiero influenzi la nostra vita. San Paolo: Rinnovatevi nello spirito della vostra mente.

3 3 Nel Battesimo, abbiamo ricevuto la veste bianca, l abito sponsale. Noi, come Chiesa, siamo la sposa di Gesù. Il rinnovamento parte proprio dalla mente, quando non pensiamo più secondo le dinamiche del mondo. La vera conversione è lasciar perdere il pensiero del mondo, per assumere quello del Vangelo. Gesù non fa eccezione per alcuno. Dice a Pietro: Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Marco 8, 33. La nostra scommessa è riuscire a pensare alla maniera divina, alla maniera del Vangelo. Il Vangelo non è un romanzo, è vita, deve diventare il nostro modello di vita. Padre Raniero Cantalamessa evidenzia che il Rinnovamento Carismatico non ha statuti, perché il suo statuto è il Vangelo. Il Vangelo di oggi rappresenta il grande fallimento di Gesù. La volta scorsa abbiamo visto la folla, che segue Gesù, incantata dalle sue parole, dal suo messaggio. Ci sono cinque pani e due pesci, che Andrea scopre in un ragazzo: con questi, Gesù riesce a sfamare tutti. Andrea e il ragazzo sono la stessa persona. Se vogliamo essere persone complete, dobbiamo iniziare dalla condivisione. A partire dal nostro talento, dal nostro carisma, dal nostro servizio, possiamo sfamare tutti. Fino a quando rimaniamo centrati su noi stessi, realizziamo poco. Gesù ci ha invitati a rinnegare noi stessi, a dimenticarci di noi stessi, perché la nostra vita è in funzione degli altri. Più rendiamo felici gli altri, più siamo felici noi stessi e cresciamo. Andrea, per la Chiesa orientale è il massimo; il ragazzo è l ultimo nella scala sociale, ma sono uniti nella condivisione dei cinque pani e due pesci. In questo passo, Gesù non parla di pesci, rimane il pane. I discepoli, infatti raccolgono dodici ceste di pane avanzato. Non è avanzato il pesce. Gesù parla di pane, non di pesce. Quale è la similitudine? Siamo nell Antico Testamento; i Vangeli non sono ancora stati scritti, non ci sono le Lettere di Paolo, di Giovanni, l Apocalisse: c è solo l Antico Testamento. Ci sono i cinque libri della Legge: il Pentateuco. I primi cinque Libri della Bibbia per gli Ebrei ortodossi sono quelli che contano di più. Gli altri sono un aggiunta da togliere. Il Pentateuco costituisce il fondamento di tutta la religione. I due pesci rappresentano i Profeti e i Libri Storici.

4 4 Per sfamarci, possiamo solo saziarci della Parola di Dio. Non di solo pane vivrà l uomo, ma di ogni Parola, che esce dalla bocca di Dio. Matteo 4, 4. Noi, che abbiamo creduto, entriamo nel riposo di Dio. Il vero riposo è dato da Dio. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Matteo 11, 28. I due pesci rappresentano la Legge e i Profeti. Quando Gesù incontra i discepoli di Emmaus, che non avevano capito niente, inizia da Mosè e continuando con tutti i profeti, interpretò loro ciò che in tutte le Scritture si riferiva a Lui. (Luca 24, 13-35) Con Gesù le cose cambiano: anche Mosè e i profeti vengono messi in secondo piano. Quando gli apostoli stanno facendo la traversata, si accorgono di aver dimenticato di prendere i pani: avevano con sé sulla barca un solo pane. (Marco 8, 14-21) Gesù fa loro capire che quel pane solo basta: quel pane è Gesù. Per affrontare la traversata della nostra vita, abbiamo bisogno solo di Gesù. Gli apostoli, che non credono, chiedono a Gesù: Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio? L opera di Dio si trova solo questa volta nel Vangelo di Giovanni; nell Antico Testamento sono le tavole dei Dieci Comandamenti. In pratica, gli apostoli chiedono quale preghiera sia meglio recitare o quale pellegrinaggio dia migliori risultati. Gesù risponde: Questa è l opera di Dio: credere in Colui che mi ha mandato. Colui che il Padre ha mandato è Gesù. L unica cosa che dobbiamo fare è credere. Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Nessun segno. Ricordiamo le parole che Gesù rivolge a Marta: Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio? Giovanni 11, 40. Nella religione ci vogliono i segni e i miracoli, per credere, ma non è così. C è chi ha ricevuto guarigioni, grazie, miracoli e se ne è andato. I miracoli, le guarigioni, le grazie non servono, per credere, ma per stare meglio. Noi crediamo, solo se scegliamo di vivere, secondo Gesù. Dobbiamo credere al buio. Nella religione si cercano i segni. Nella fede, noi stessi siamo segno, perché gli altri possano credere.

5 5 Non c è più un Dio, al quale dobbiamo ubbidire, rispettando le Leggi. C è un Padre, al quale dobbiamo somigliare nella pratica dell Amore. Credere in Gesù significa credere nel Vangelo e metterlo in pratica. Continuiamo l Eucaristia, ringraziando il Signore, perché l unica cosa che dà refrigerio al cuore è la Parola di Dio: è capace di farci entrare nella pace, che tutti cerchiamo e nessuno trova, mentre è alla portata di tutti. Amen PADRE GIUSEPPE GALLIANO M.S.C.