COMUNE DI SAN GIOVANNI IN PERSICETO Domenica, 26 gennaio 2014

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1 COMUNE DI SAN GIOVANNI IN PERSICETO Domenica, 26 gennaio 2014

2 Il quadro celebrato (e rimosso) che racconta il romanzo di Bologna 1 Da del T02:01:00 Sport Vadese Sole Luna Casteldebole, uno spareggio che vale un anno 5 Da Il Resto del Carlino (ed. Bologna) del T05:21:00 Domenica, 26 gennaio 2014

3 La storia di una città in un' opera: nel 1974 Guttuso impose al Pci che «I funerali di Togliatti» fossero esposti qui. Il quadro celebrato (e rimosso) che racconta il romanzo di Bologna P uò essere la storia di due Renato, Guttuso e Zangheri. Di una città. Dell' arte, della politica, del buono e del cattivo del loro contaminarsi. Di percorsi e di futuri. Con apparizioni fra le più varie. Da Giorgio Morandi, nel grande anno a lui dedicato, sono 50 che è morto, e che Guttuso considerava «maestro». A Pier Paolo Pasolini. A Lucio Dalla «sovversivo». Nei 70 anni delle battaglie partigiane (Porta Lame) e dei massacri nazifascisti (Irma Bandiera, l' università, Sabbiuno, l' infermeria partigiana), nei 40 della strage dell' Italicus, nei 30 del Rapido 904: e Guttuso è il pittore moderno del sangue eroico. Fino a Renzo Imbeni, che avrebbe 70 anni ed è il sindaco di Morandi donato alla città, a Elio Vittorini, gran siciliano di padre bolognese e che molto ragionò su intellettuali e politica. Dei 60 anni del Mulino. Sconfinando verso Enrico Berlinguer, sono 30 anni che è scomparso, fino a Giuseppe Dozza, fondatore del Pci andatosene nel 1974, che onorava il calcio come Guttuso il quale molto ne dipinse e fu il sindaco mezzo secolo fa dello scudetto e del doping sconfitto. Togliendosi il cappello per altri 40 anni da una grande scomparsa: quella di Francesco Arcangeli, scrittore e critico d' arte, uno dei pilastri di una Bologna che (con Luciano Anceschi e Andrea Emiliani, Eugenio Riccomini, Roberto Roversi, Carlo Volpe, fra i padri del Dams, andatosene 20 anni fa) richiamava intelligenze da fuori e valore sui pittori di questa città; come direttore della (vecchia) Galleria d' Arte Moderna acquisì nel '64, 50 anni fa, il primo Guttuso «pubblico», il Comizio, omaggio a Di Vittorio, dopo aver acquistato i primi Morandi, quelli all' origine dell' attuale collezione al Mambo. E l' immenso Roberto Longhi, che gela Guttuso e che cita Morandi canticchiando un altro Morandi, Gianni, che in questo mosaico del 2014 compierà 70 anni l' 11 dicembre: «Non son degno di te». E il 22 marzo saranno 90 anni di Ezio Raimondi. Se Bologna si prepara, nel 2014 può molto riflettere, su se stessa e non solo, scoprendo, riscoprendo, reinventando un quadro, celebrato e discusso, famoso e rimosso: I funerali di Togliatti di Renato Guttuso. È al Mambo. Proprietà della Direzione nazionale dei Democratici di Sinistra, ultima versione dell' ex Pci. Guttuso volle, impose al Pci, che la sua opera andasse a Bologna. E qui parte il romanzo, di una città e di un Paese. Continua > 1

4 < Segue Nel 2014 saranno cinquant' anni che Palmiro Togliatti, il Migliore, è morto. Inevitabile sarà la riflessione nazionale, non solo a sinistra. Bologna ha da quarant' anni, dal gennaio 1974, l' opera che Paolo Mieli ha qualche mese fa tramutato in lezioni pubbliche di storia. Il dipinto è l' icona funebre del comunismo, dei suoi gruppi dirigenti italiani e mondiali, dei rapporti con gli intellettuali, attraverso un complicato gioco di inclusioni ed esclusioni alle esequie. Da Stalin ai molti Lenin, dalle metafore agli amici personali. Tempo di ricorrenze il 2014 e possibilità di andar oltre. Mino Maccari inquadrò I funerali in un calembour da comunismo consumista: «Sembrano dipinti da Alighiero Noschese». Marino Mazzacurati ne trovò la conferma del Guttuso «Tribuno illustrato». Enfasi e irrisione sono storie incrociate. Il quadro può diventare lo snodo di una serie di riflessioni. Se sopra i volti antichi si è capaci di far volare le figure e figurine della storia attuale e magari futura. Il gran collage aggiornato per il secolo XXI. Nella Bologna pubblica che in questo 2014 si vestirà di Giorgio Morandi, ma anche di Dozza, Imbeni e scudetto e dove Berlinguer cercò non a caso di lanciare per la prima volta l' eurocomunismo (1973, comizio con Georges Marchais). Guttuso donò I funerali, eseguiti nel 1972, al Pci e volle che andassero nella Bologna del suo amico Zangheri. «Non lo avrebbe visto in nessun altro posto» racconta Fabio Carapezza Guttuso, il figlio adottivo, l' erede, il presidente della Fondazione Guttuso. E che, come il fratello Marco, ha un' infanzia e una giovinezza bolognesi. Che Guttuso abbia fermamente e assolutamente voluto I Funerali a Bologna ha un valore simbolico, politico, artistico. «Nella Bologna di Zangheri, l' amico con cui discuteva, un gesto molto importante, ben oltre della Bologna del Pci», dice Carapezza. Su questo si può ragionare, su questo si può organizzare. Partendo almeno dal togliattiano «Ceti Medi ed Emilia rossa», discorso del 1946, politica rilanciata agli inizi degli anni 70 da Fanti Zangheri Vincenzo Galetti, i capi della Bologna rossa e moderata. Nel '74, sempre 40 anni fa, mentre il comunista socialdemocratico Dozza moriva, lasciarono Bologna Claudio Sabattini e Giorgio Cremaschi, fattisi sindacalisti dopo aver guidato una rossissima Suc, una famosa, operaista sezione universitaria che andò spegnendosi. Nel gennaio febbraio 1974 i Funerali furono esposti con grandi onori a Palazzo D' Accursio, Guttuso si prese una pubblica rivincita su chi due anni prima non aveva voluto il quadro appena ultimato alla mostra «Tra rivolta e rivoluzione», al Museo Civico, grande successo non precisamente ispirato ai canoni di enfasi realista. Poi nel '75 il quadro aprì la Galleria d' arte moderna di Leone Pancaldi. Guttuso a Bologna è politica e arte. Con il ricordo di un (non certo molto praticato) scatto di ribellione verso l' establishment del Pci. E di uno scontro con Togliatti. È del '48, a Bologna si tiene la Prima Mostra Internazionale d' Arte Contemporanea, dedicata al Fronte Nuovo delle Arti, costituitosi due anni prima come Nuova Secessione Artistica Italiana e appena reduce dal successo shock della Biennale di Venezia. Con Guttuso ci sono Vedova, Turcato, Birolli, Morlotti, Leoncillo, Pizzinato, Santomaso, Viani. Il pubblico fa la fila, ma a Roma Palmiro Togliatti si infuria. Su «Rinascita», firmandosi come quando fa il colto Roderigo di Castiglia, stronca la mostra. «Raccolta di cose mostruose» e di «scarabocchi». Il Migliore, nell' anno della colossale sconfitta elettorale, vuole mettere a posto gli intellettuali, richiamarli all' impegno verso le masse. Altrochè astrattismo, nella Bologna capitale del comunismo. I pittori si infuriano pure loro: gran strappo di tessere del Pci, Vedova fa volare quadri da Palazzo Re Enzo, si induriscono svolte ancora più decise verso l' astratto. Nel numero successivo di «Rinascita» una lettera collettiva del Fronte sosteneva la necessità di apertura a diverse esperienze internazionali che, con le loro peculiarità, potevano dare un apporto alle lotte della classe operaia. Era ispirata e stesa da Guttuso e si capiva. Era la volontà di salvare tutto. Il Fronte comunque si ruppe. Gli intellettuali Pci si adeguarono e furono inquadrati come compagni di strada. Guttuso con una tardiva scintilla polemica recupererà nei Funerali Elio Vittorini: lo scrittore e organizzatore culturale guarda con occhio critico un Togliatti morto con cui da Continua > 2

5 < Segue vivo ebbe grande polemica sul ruolo degli intellettuali, lui che da comunista morì radicale. «Io penso che sia molta umiltà essere scrittore insegnò nel suo "Diario in pubblico". Lo vedo come fu in mio padre, ch' era maniscalco e scriveva tragedie, e non considerava il suo scrivere tragedie di più del suo ferrare cavalli». Guttuso nel 1974 sceglie Bologna come omaggio, rivincita, catarsi, onore raddoppiato. Sceglie anche la città di Giorgio Morandi. «C' è più avventura di fantasia in queste bottiglie di Morandi che in tutto il resto, forse, della pittura contemporanea italiana», dice negli «Scritti» appena usciti, con prefazione di Fabio Carapezza, vari saggi (fra cui uno di Marco Carapezza sul realismo) e uno di Massimo Onofro che accosta la testa di Togliatti nei Funerali al San Giovanni decapitato di Tiziano, fiori a formare una corona a un poeta morto e pacificato, «profezia in atto». Al Mambo i visitatori sfiorano la sala dei Funerali, guardano l' altro Guttuso, il Comizio. Riempiono la sezione il Museo di Giorgio Morandi, il maestro che il pittore di Bagheria considerava continuatore di Cézanne, «e forse il più originale e acuto insieme a Braque». «Forse», Guttuso non si smentisce nelle sue prudenze. Era l' approdo di un percorso cominciato negli anni 30 quando «insieme ad altri giovani della mia generazione eravamo in polemica rispetto a Morandi». «Ci ribellavamo», accusandolo di «intimismo», «sentimentalismo», «retorica del semplice», «falso purismo». Allora si preferiva Carrà, «errore di cui mi pento con ogni forza scrive Guttuso nel 1940 essendo convinto e credo ormai con solide ragioni che Morandi è il solo pittore Italiano Moderno, dopo Boccioni». Nel 1966 Guttuso mostrò tutto il suo debito con la mostra «Da Morandi a Milano», nella stessa galleria dove aveva esposto il maestro bolognese, e con un «scritto giustificativo». All' origine c' è una foto di John Rewald nello studio di via Fondazza con gli «oggetti che si elevano, si alzano dalla terra come edifici da una pianura». È scattata poco prima della morte di Morandi, «il pittore più vicino a Mondrian» scriverà Guttuso, narrando che fin dai primi anni 40 «nelle mie nature morte i miei contatti con Morandi sono espliciti, assieme alle contraddizioni». «Nuovi oggetti» sono le bottiglie di Morandi rispetto alle bottiglie scelte come modelle, «nuovi oggetti» sono i dipinti di Guttuso che guarda Morandi. «Se a ciò fossi riuscito avrei fatto davvero un omaggio». Guttuso chiamò Roberto Longhi, che l' aveva fatto scrivere su «Paragone», a vedere la mostra omaggio a Morandi di cui Longhi fu il più grande estimatore. Il critico segnò il suo distacco oracolare anche dall' amico siciliano citando un altro Morandi, Gianni. Se ne uscì canticchiando «Non son degno di te, non ti merito più». Il pittore della «natura violenta delle cose» sta perfettamente nelle celebrazioni anche dei 50 anni della morte del grande Morandi. Guttuso dipingeva i poveri e frequentava i potenti. Quando veniva a Bologna si presentava alla Galleria de' Foscherari per far sapere (ai colleghi del luogo e a Zangheri) che era qui, mentre en passant Massimo Onofri ha scritto saggi in cui arte e sinistra si confrontano e mescolano, come per il «suicidio del socialismo» e Pelizza da Volpedo o sui garibaldini del guttusiano Battaglia del Ponte dell' Ammiraglio. Anche nella Battaglia, come nei Funerali, arte e storia si intrecciano. La copia ora alla Galleria d' Arte Moderna di Roma (la seconda è agli Uffizi) era alle Frattocchie, dove il Pci faceva lezione ai suoi quadri. Morta la scuola, il Pci pieno di guai economici, le sue propaggini unitesi con la Margherita ma con diffidenze reciproche, quadri e immobili ex comunisti sono stati messi al sicuro in una fondazione ad hoc guidata da Ugo Sposetti, mitico tesoriere del Pci. Un difensore non solo di quattrini, antica appartenenza, ma di storia e di cultura, visto a ottobre a Bologna a celebrare la Notte Rossa delle Case del Popolo aperte. «Chi dipinge è un poeta che non è mai costretto dalle circostanze a scrivere in prosa. Ti trovo fratello proprio in questo» scriveva il bolognese friulano Pasolini a Guttuso. Il quale, in una storia di alti e bassi, non lo ha messo nei Funerali. Ma Pasolini è al Mambo di fronte al collage acquarello dell' amico: sono i funerali veri di Togliatti inseriti in «Uccellacci e uccellini». Girato nello stesso anno in cui i fratelli Taviani facevano «I sovversivi» dove Lucio Dalla urlava tutta la sua rabbia anticipatrice del '68 davanti al feretro del Migliore. E a Ravenna stanno preparando libro e mostra sulle foto scattate da Mario Carmicelli (pure Continua > 3

6 < Segue lui nel quadro) su quei tre giorni, dal 22 al 25 agosto 1964, dal ritorno in Italia dall' Urss ai funerali in cui la salma di Togliatti fu il cuore dell' Italia. Carapezza sorride, si diverte a confrontare il quadro di suo padre con il «Sgt Pepper' s dei Beatles». «Un' epoca è tutta racchiusa in un dipinto. I Funerali servono molto più di mille conversazioni, l' analisi comparativa, quei volti bianchi raccontano un impegno, un' adesione, una simbiosi cultura politica, una diversità comunque del Pci, dell' Italia, della nostra arte. Sono il passato e possono essere il futuro». RIPRODUZIONE RISERVATA. di MARCO MAROZZI 4

7 Pagina 11 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Sport Prima categoria La Castellettese va a Sala Bolognese, il Persiceto cerca riscatto nel Modenese. Gallo Basca per la tranquillità. Vadese Sole Luna Casteldebole, uno spareggio che vale un anno Bologna IN PRIMA categoria si gioca la 18ª (14.30). Prima cat. girone D : Sala Bolognese Castellettese, Zocca Cittadella, Castelnuovo Lama 80, Gorzano Persiceto, Argelatese S. Damaso, Boiardo Maer Real Modena Montale, Maranello S.Cesario, Vignolese San Faustino. Classifica : Real Montale 37, Persiceto 34, Vignolese, Cittadella 33, Zocca 29, Maranello 27, Castelnuovo, Castellettese 26, San Faustino, Sala Bolognese 21, San Cesario 20, Lama 80 19, Gorzano 16, Boiardo Maer 14, San Damaso 13, Argelatese 4. Prima cat. girone E : Funo A. Placci Bubano, Siepelunga Bellaria Airone, Solarolo Cagliari, Vadese Sole Luna Casteldebole, Ca.Rio.Ca Castelbolognese, Castel Del Rio Ozzanese, Medicina Fossatone Pian di Setta, Tozzona Pedagna Sesto Imolese. Classifica : Vadese Sole Luna 40, Casteldebole 35, Ozzanese, Medicina Fossatone 34, Tozzona Pedagna 29, Castelbolognese 28, Cagliari 26, Sesto Imolese 23, Airone, Funo 22, Solarolo, Castel del Rio 17, Placci Bubano 15, Carioca 12, Pian di Setta 11, Siepelunga Bellaria 10. Prima cat. girone F : Consandolo Audace, Gallo Basca, Wadis Gorino Galeazza, Tresigallo Galliera, S. Carlo Gualdo Voghiera, Poggese Mesola, Bevilacquese Codigorese, Comacchio XII Morelli. Classifica : Comacchio 38, Wadis Gorino 35, Poggese 31, Gualdo, XII Morelli 28, Consandolo, Basca 25, Gallo 24, Bevilacquese 22, Mesola, Tresigallo 21, Galliera 15, Codigorese, Galeazza 14, San Carlo 13, Audace Baura 12. Leonardo Giorgio. 5