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2 INDICE 1)PROTEZIONE IDROGEOLOGICA DEL CAMPO IDROTERMALE DI MONTECATINI L'ATTUALE DELIMITAZIONE DELLE AREE DI RISPETTO ) L'INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IDROGEOLOGIA SUPERFICIALE DEL CAMPO IDROTERMALE DI MONTECATINI DEL ) GLI STUDI PIU RECENTI: PROPOSTA PER UNA MODIFICA DELLE AREE DI RISPETTO DEL CAMPO TERMALE DI MONTECATINI TERME ) IL BACINO IDROTERMALE DI MONSUMMANO ) GLI STUDI IN ATTO SUL CAMPO IDROTERMALE DI MONTECATINI E MONSUMMANO

3 1)PROTEZIONE IDROGEOLOGICA DEL CAMPO IDROTERMALE DI MONTECATINI L'ATTUALE DELIMITAZIONE DELLE AREE DI RISPETTO. L'attuale delimitazione del campo idrotermale di montecatini ed il regime vincolistico ad esso associato è stato proposto a seguito degli studi effettuati dall'università degli studi di Pisa (Trevisan et alii) e pubblicati nel 1967 in una monografia dal titolo: IDROGEOLOGIA DELLE TERME DI MONTECATINI. Nello studio si formula un ipotesi (già avanzata da L.Trevisan nel 1954) che è sommariamente la seguente: lungo la faglia presso la sorgente Leopoldina risale l acqua madre, ossia quella proveniente dalla circolazione profonda, con la massima salinità (residuo fisso intorno a 18 grammi per litro) e la massima temperatura (intorno a 34 ). Nella parte superiore del complesso calcari-diaspri (che costituiscono il basamento roccioso al di sotto dell area termale dove sorgono gli stabilimenti) circolano le acque poco profonde, provenienti con tutta probabilità dalla collina delle panieraie (poco a nord delle sorgenti) dove affiorano diaspri e calcari permeabili. La scaglia e il deposito lacustre del Quaternario formano il tetto impermeabile della falda artesiana; ma il deposito lacustre contiene livelli di sabbia e ciottoli, specialmente nelle aree di bordo-bacino, nei quali circolano miscele delle due acque. 2

4 Le varie sorgenti erogano acque provenienti dalle varie falde ciottolose e sabbiose del deposito lacustre, come già si trova esposto nei volumi di Savi e Fedeli (1870), con l osservazione che nei pozzi l acqua affluiva lateralmente anziché dal fondo. Fa eccezione la Leopoldina, nella quale, con i lavori di sistemazione del 1953, è stato cementato il pozzo per tutto lo spessore dei terreni quaternari e pertanto tutta l acqua proveniente direttamente dai diaspri. Probabilmente anche nella sorgente Tettuccio una parte almeno delle acque proviene dai diaspri, che vennero trovati alla profondità di 40 metri (Canavari 1923). Le miscele in varie proporzioni delle acque profonde termominerali con le acque meno profonde avvengono già nella formazione dei diaspri forse anche nei calcari sottostanti) ed infine nei livelli ciottolosi sabbiosi dei depositi lacustri. 3

5 Nel dicembre 1974, su questa nuova base conoscitiva, vengono delineati dalla Società Terme dei nuovi limiti di protezione del bacino e viene vincolata un'area più ristretta di quella stabilita dalla L. del 22/6/1913 n.702 concernente la protezione del bacino idrologico di Montecatini ed il relativo regolamento di esecuzione approvato con R.D. 8/4/1920 n.668. Rimane quindi attuale l'impostazione normativa ma su questa base ne vengono ridefiniti limiti e vincoli. Secondo tale direttiva il campo idrotermale viene delimitato in 4 aree di rispetto: Zona 1 massima estensione Comprende a Nord il nucleo calcareo affiorante presso Marliana, che è connesso idraulicamente con le sorgenti di Montecatini) e a sud un tratto di Pianura. Possono essere scavati pozzi di ogni tipo purché la profondità non superi 300 (trecento metri. Zona 2 (interna alla precedente). Possono essere scavati pozzi di ogni tipo purché la profondità non superi i metri 100(cento) Zona 3 (interna alla precedente). Comprende l abitato di Montecatini e le colline delle Panteraie. Dovranno essere vietati pozzi di ogni tipo anche emungimenti di acque non termali. Zona 4 (ristretta alla parte più a monte dell abitato di Montecatini). Ogni scavo che incida la falda freatica o le piccole falde dei livelli ciottolosi intercalati alle argille lacustri, può turbare il regime idrologico delle sorgenti. La delimitazione delle aree di rispetto definite nel 1974 dalla Soc. Terme, a seguito degli studi pubblicati nel 1967, è tutt'ora vigente e costituisce cartografia e normativa di riferimento per gli uffici dell'urtt (ex genio civile) ad oggi deputati al rilascio delle concessioni per interventi di scavo o per opere di emungimento. La competenza degli URTT sui bacini idrotermali toscani sarà efficace fino all'entrata in vigore del regolamento attuativo della recente legge regionale che conferisce tali compiti ai Comuni. 4

6 Cartografia delle aree di rispetto Protezione idrogeologica del Campo Idrotermale di Montecatini. N.B. come evidenziato precedentemente in relazione i limiti di protezione del bacino stabiliti nel 1974, posti sulla base della L. del 22/6/1913 n.702 ed il relativo regolamento di esecuzione approvato con R.D. 8/4/1920 n.668, vincolano un area più ristretta di quella stabilita dalla stessa normativa. 5

7 2) L'INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IDROGEOLOGIA SUPERFICIALE DEL CAMPO IDROTERMALE DI MONTECATINI DEL 1983 Nei primi anni '80, in prosecuzione con gli studi effettuati già effettuati dall'università di Pisa, viene realizzato un approfondimento ed un aggiornamento dei dati esistenti sull'idrogeologia del Campo Termale di Montecatini, con particolare riferimento alla circolazione superficiale e medio profonda delle acque minerali e non mineralizzate. Lo studio venne realizzato da ECOGEO srl di Pistoia su incarico dell'amministrazione Comunale di Montecatini Terme a supporto di una variante generale al PRG. L'intento dell'approfondimento era anche quello di apportare una rigorosa regolamentazione degli interventi sul territorio non sufficientemente normata dalle NTA allora vigenti. In tali studi viene considerato valido il sistema di circolazione idraulica profonda ma si cerca di migliorare i modelli di circolazione superficiale e medio-profonda su cui esistono pochi dati. Vengono quindi redatte le carte isopiezometriche del territorio comunale ottenute attraverso il censimento e le misure dei pozzi esistenti, nei periodi di magra e morbida. Con i dati raccolti durante i censimenti sono state redatte le Carte di Isosalinità per individuare, ove possibile, le direttrici di dispersione delle acque termali nella pianura alluvionale. Lo studio effettuato costituisce solo un approccio preliminare ala ricostruzione della circolazione proposto per le acque superficiali e di media profondità, tuttavia fornisce delle informazioni significative sulle direttrici di drenaggio della falda freatica e sulla estensione areale del fenomeno della mineralizzazione delle acque. Di particolare interesse, in tale studio, appare anche l'esistenza di fattori di autoprotezione delle sorgenti, quale l'elevata pressione idrostatica e il probabile miscelamento con falde sotterranee non eccessivamente superficiali. La variante urbanistica non è mai stata approvata e pertanto non sono mai entrate in vigore le disposizioni ad essa associate. 6

8 3) GLI STUDI PIU RECENTI: PROPOSTA PER UNA MODIFICA DELLE AREE DI RISPETTO DEL CAMPO TERMALE DI MONTECATINI TERME Com è noto, l area termale di Montecatini Terme insiste presso il margine nordorientale della pianura della Valdinievole, un'ampia depressione occupata nel Quaternario antico da un bacino lacustre ed oggetto di intensa bonifica sino ai primi anni del secolo scorso. L attuale configurazione geologica del territorio in esame rappresenta la fase finale di un complesso processo di trasformazione di vasti ambienti geologici che hanno nel tempo subito una lenta e profonda trasformazione. L area considerata appartiene difatti al comprensorio geologico-strutturale dell Appennino settentrionale, rispecchiandone i caratteri salienti; sono presenti due stili tettonici sovrapposti: uno plicativo-compressivo, relativo all orogenesi appenninica, e uno rigido-distensivo relativo alla fase post-orogenica. La prima delle due fasi deformative, che ha prodotto la struttura a falde dell Appennino Settentrionale, ha causato il corrugamento della Serie Toscana e il sovrascorrimento delle Liguridi; la successiva ha originato una struttura costituita da una serie di blocchi sollevati ( horst ) e di aree depresse ( graben ) disposti parallelamente fra loro e delimitati da sistemi di faglie dirette con orientamento appenninico (NW-SE). Il territorio termale risulta incluso in un graben, esteso dal Montalbano al Monte Pisano fino alla Valdelsa, che ha accolto la sedimentazione delle formazioni neogeniche. La trasgressione marina che interessa la Toscana occidentale per quasi tutto il Messiniano (Miocene superiore) non raggiunge la zona in esame, soggetta in questo periodo a una sedimentazione lacustre, con prevalenza di argille e argille sabbiose, talora con livelli lignitiferi. Una trasgressione di entità ben più rilevante si verifica dall inizio del Pliocene in tutto il Valdarno inferiore, dalla costa fino alle pendici del Montalbano, coinvolgendo in questo caso anche il territorio dell attuale Padule di Fucecchio: si ha anche quindi la deposizione di sedimenti marini prevalentemente argillosi nelle aree più depresse, 7

9 mentre nelle fasce pedemontane predominano sabbie e depositi conglomeratici costieri. Al termine del Pliocene (Astiano), circa 2 milioni di anni fa, una rapida regressione porta al definitivo instaurarsi di un ambiente lacustre che comprende le depressioni di Fucecchio e Bientina comunicanti fra loro: si forma un grande lago esteso dai piedi dell Appennino fino alla dorsale del Monte Albano lambendo i Monti Pisani, delimitato a Sud dalle colline di età pliocenica di Cerreto Guidi. Tale bacino è interessato da una deposizione di sedimenti villafranchiani fluvio - lacustri a granulometria prevalentemente fine. Lo studio realizzato a supporto del nuovo Piano Strutturale di Montecatini Terme da parte del Dott. Chetoni ha completamento rivisto l'ipotesi di circolazione profonda delle acque termali che sono ricondotte, come genesi, all'attraversamento dei depositi salini posti in profondità ai depositi lacustri che occupano il graben che ha accolto la sedimentazione delle formazioni neogeniche e con essa la trasgressione marina dell inizio del Pliocene. Il nuovo schema di circolazione non prevede quindi l attraversamento dei depositi triassici della serie toscana con una rapida risalita lungo la faglia rilevata in corrispondenza dello stabilimento Leopoldine, bensì una circolazione più articolata che, dopo aver attraversato i depositi di trasgressione pliocenici nella parte più profonda del Graben, dove in superficie insiste il Padule di Fucecchio, risale verso l area collinare ed emerge in corrispondenza delle pareti di faglia che costeggiano il bacino paleolacustre. L acqua madre, secondo questo schema, percorre quindi quei livelli sabbiosi e ghiaiosi contenuti nei depositi lacustri e si mescola in modo estremamente complesso con le acque di origine più superficiale. Da questa nuova ricostruzione del deflusso sotterraneo delle acque termali ne deriva ovviamente una zonazione della vulnerabilità idrotermale assai differente da quella individuata nel 1974 (sulla base degli studi pubblicati nel 1967, Trevisan et Alii) che è tutt ora, cosa assai significativa, vigente. 8

10 In particolare, nella nuova cartografia si può evincere l esistenza di un corridoio di risalità delle acque termali dalle zone poste a sud del territorio comunale di Montecatini caratterizzato da un alta vulnerabilità (identificato con zona 4). Il nuovo studio idrogeologico di dettaglio ha individuato quattro zone di vulnerabilità idrotermale. Nella CARTA DELLE AREE DI RISPETTO TERMALE le aree individuate come zone a diversa vunerabilità sono: AREA 4 contraddistinta da alta vulnerabilità delle falde termali. Tale zona corrisponde al dominio dell acqua termale in senso stretto ove si presume che l acqua termale risalga da faglie profonde e trovi un corridoio conduttivo verso l area pedemontana dove affiorano le sorgenti. AREA 3 contraddistinta da una medio - alta vulnerabilità delle falde termali. Tale zona corrisponde al dominio dell acqua dolce che comprende la fascia di versante ove sono state individuate le falde di acqua dolce fredda che vanno a miscelarsi con le acque termali, costituisce gran parte del territorio comunale in cui 9

11 affiorano il macigno, la scaglia, i calcari della grotta Maona e i Diaspri che dominano le Colline delle Panteraie. AREA 2 contraddistinta da una medio - bassa vulnerabilità delle falde termali. Tale zona Comprende la zona a valle della ferrovia, ad esclusione della fascia tracciata in area 4 che collega il centro dell abitato con la zona posta a valle. Occupa inoltre la fascia di territorio posta ad est di Montecatini Alto. AREA 1 contraddistinta da una bassa vulnerabilità delle falde termali. Tale zona occupa una fascia di territorio marginale al campo termale, si estende verso nord e a est occupa la collina di Poggio alla Guardia. L estratto cartografico posto in alto evidenzia con maggior dettaglio le differenze marcate di zonazione con la carta del B.I.M. posta a pagina 4. Anche dalla nuova cartografia è evidente che il dominio delle acque dolci, provenienti prevalentemente dalla Collina delle Panteraie riveste un ruolo fondamentale nell assetto idrotermale dell area. 10

12 4) IL BACINO IDROTERMALE DI MONSUMMANO Per quanto attiene il bacino idrotermale di Monsummano, ad oggi, dalle informazioni in nostro possesso, rimane valido uno schema di circolazione che prevede l attraversamento dei depositi triassici della serie toscana con una rapida risalita lungo la faglia rilevata in corrispondenza della Cava del Colle di Monsummano. Dalla carta geologica sottostante di evince l intensa tettonizzazione dell affioramento calcareo di Monsummano alto dove la faglia ha esumato i livelli calcarei mesozoici. Il sistema di fagliazione è in chiara continuità con quello rilevato ai piedi della collina delle Panteraie ed anche in questo caso assume un ruolo fondamentale nel complesso sistema di circolazione idrotermale. Dalle informazioni forniteci dal Dott. Chetoni, autore di uno studio a supporto di un Piano attuativo privato (quindi ad oggi non disponibile) per la società Grotta Giusti 11

13 spa, le acque termali risalenti lungo la faglia principale si mescolano in superficie con le acque provenienti dal Colle di Monsummano prevalentemente calcareo. Una volta in superficie le acque traboccherebbero lungo la direttrice della faglia verso le due principali stazioni Termali, Grotta Giusti e Grotta Parlanti. Secondo altri autori, la diversa salinità delle acque rispetto a quelle di Montecatini (sorgente Leopoldina) e soprattutto dei tempi più ristretti che intercorrono tra le massime precipitazioni e le massime portate delle sorgenti potrebbe essere causata proprio dal diverso schema di circolazione delle acque più superficiali. 5) GLI STUDI IN ATTO SUL CAMPO IDROTERMALE DI MONTECATINI E MONSUMMANO A seguito di un incontro con la Direzione delle Terme di Montecatini spa, relativamente agli studi effettuati o in corso sul Bacino Idrologico di Montecatini Terme, è stato formalmente richiesto tutto il materiale ed i dati disponibili delle indagini eseguite dal Dott. Chetoni a supporto del Piano Strutturale e sullo stato di efficienza di alcune fonti (es. Fonte Giulia). In tale occasione, siamo venuti a conoscenza che la Regione Toscana è in procinto di conferire un incarico al Prof. Grassi del CNR di Pisa per approfondire ulteriormente il quadro conoscitivo dell area termale di Montecatini Terme e di Monsummano Terme e valutarne le reali interazioni tra i bacini. Abbiamo quindi indirizzato la stessa richiesta di documentazione al Dott. Ermanno Bonomi, Dirigente del Servizio di Politiche di Sviluppo e di Promozione del Turismo della Regione Toscana. La Regione, attraverso il Dott. Branciforti, ci ha assicurato un costante aggiornamento e confronto delle fasi di studio che verranno effettuate nei prossimi mesi e che costituiranno un riferimento essenziale nell aggiornamento del quadro conoscitivo del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pistoia. 12

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