Ric. n.255/2007 Sent.n. 780/07 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, terza Sezione,

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Cinzia Campana
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1 Ric. n.255/2007 Sent.n. 780/07 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, terza Sezione, con l intervento dei signori magistrati: Angelo De Zotti Presidente Rita De Piero Consigliere, relatore Angelo Gabbricci Consigliere ha pronunciato, nella forma semplificata di cui agli artt. 21 e 26 della legge 6 dicembre 1971, n. 1034, la seguente SENTENZA sul ricorso n. 255/2007, proposto da Valeriu Jalba, rappresentato e difeso dall avv.to Carmela Furian, con domicilio presso la Segreteria del T.A.R., ai sensi dell'art. 35 R.D. 26 giugno 1924, n. 1054; CONTRO l Amministrazione dell interno, in persona del ministro pro tempore, non costituita in giudizio; per l'annullamento del provvedimento Cat. A. 12/2006/Imm. DC, del Questore di Padova in data , e notificato il , con cui si dichiara irricevibile l istanza di rinnovo/conversione del permesso di soggiorno nr. I958842; Visto il ricorso, notificato l 1 febbraio 2007 e depositato presso la Segreteria 9 febbraio 2007, con i relativi allegati; Avviso di Deposito del a norma dell art. 55 della L. 27 aprile 1982 n. 186 Il Direttore di Sezione

2 visti gli atti tutti di causa; udito all udienza camerale del 28 febbraio 2007 (relatore il consigliere De Piero), l avv. Orlandi in sostituzione di Furian per la parte ricorrente; considerato che, nel corso dell udienza camerale fissata nel giudizio in epigrafe, il Presidente del Collegio ha comunicato alle parti presenti come, all esito, avrebbe potuto essere emessa decisione in forma semplificata, ex artt. 21, XI comma, e 26, IV e V comma, della l. 6 dicembre 1971, n. 1034, e queste non hanno espresso rilievi o riserve; che sussistono effettivamente i presupposti per pronunciare tale sentenza nei termini seguenti. considerato che 1. - il ricorrente, cittadino moldavo, rappresenta di aver svolto, nel 2004 e fino al maggio 2005, lavoro stagionale - regolarmente autorizzato - presso l Azienda Agricola Borgato in Piove di Sacco; di essere rientrato nel proprio paese e di essere tornato in Italia (previa autorizzazione) una seconda volta nel dicembre del medesimo anno, per svolgere attività lavorativa presso la stessa Azienda. Venuto a scadenza tale rapporto, nel maggio 2006 reperiva un nuovo lavoro presso la Cooperativa Trasporti Spinetensi s.c.r.l. di Spinea. Nel settembre 2006 presentava istanza di rinnovo del permesso di soggiorno allegando la prescritta documentazione. Istanza che, con l atto presentemente opposto, veniva dichiarata irricevibile per 2

3 mancata dimostrazione del possesso della quota. Contro l atto il ricorrente deduce: 1) violazione del principio di affidamento, per essere stato indotto in errore dall Amministrazione quanto alle modalità del rinnovo; 2) violazione dell art. 10-bis della L n. 241, per omessa comunicazione del preavviso di provvedimento negativo; 3) violazione dell art. 24 del D.Lg. 268/98, in quanto sussistevano, in capo all istante, tutte le condizioni previste dalla legge per la conversione del rapporto di lavoro stagionale in rapporto a tempo indeterminato L Amministrazione, pur ritualmente intimata, non si è costituita in giudizio Il ricorso è fondato. In specie, sussiste, ed è assorbente, la dedotta violazione dell art. 10-bis della L n La circostanza può considerarsi provata, non rinvenendosi in atti alcun indizio atto a dimostrare che la P.A. abbia provveduto a tale necessario adempimento (cfr. ex plurimis: Tar Lazio - Roma III quater n.10/07 e Tar Veneto, sez. III, n. 556/06), anche in considerazione della mancata costituzione in giudizio della stessa. Né può, nella specie, invocarsi l applicazione dell art. 21-octies, poiché, se la P.A. avesse tempestivamente informato il ricorrente in merito alle ragioni della reiezione (sostanziale, posto che la dichiarazione di irricevibilità dell istanza di rinnovo del permesso di soggiorno, tale è nella sostanza), lo stesso avrebbe potuto verificare la 3

4 sussistenza o meno della quota, pretesamene indimostrata. Su quale soggetto - richiedente o PA - ricada l onere di richiedere al competente Ufficio del Lavoro la sussistenza della quota, la giurisprudenza non è concorde: infatti a decisioni che affermano essere questo un onere gravante solo sull interessato (cfr. Tar Emilia- Romagna, Bologna, n. 3684/04), si contrappone la posizione secondo cui l onere è, quanto meno, ripartito. Ha infatti affermato questa Sezione - con argomentazioni che il Collegio condivide - che l art. 9 del D.P.R. 394/99 elenca gli atti che lo straniero ha l onere di produrre quando richiede il permesso di soggiorno, tra i quali non è inclusa l attestazione relativa alla quota, con la conseguenza che la disposizione non costituisce deroga alle norme comuni sul procedimento amministrativo, di cui alla L. 241/90, e in particolare a quelle di cui all art. 6 (in base alle quali il responsabile del procedimento può chiedere il rilascio di dichiarazioni e la rettifica di dichiarazioni o istanze erronee o incomplete ) e 18, III comma ( sono accertati d ufficio dal responsabile del procedimento i fatti, gli stati e le qualità che la stessa amministrazione procedente o altra pubblica amministrazione è tenuta a certificare ). Spettava dunque alla Questura di Padova - afferma la sentenza - richiedere alla competente Direzione Provinciale del Lavoro se vi fosse disponibilità del posto, ovvero - se peculiari circostanze lo avessero imposto - l Amministrazione avrebbe potuto invitare il ricorrente a procurarsi direttamente la relativa certificazione: ciò che invece certamente l Amministrazione non poteva fare (ed ha invece fatto) era di 4

5 respingere senz altro la domanda di conversione (cfr.: Tar Veneto, sez. III, n. 3914/06). In definitiva il ricorso va accolto, con conseguente obbligo della P.A. di rideterminarsi sull istanza del ricorrente alla stregua della documentazione in ordine alla sussistenza della quota che la P.A dovrà acquisire o che lo stesso ha - ora per allora - facoltà di dimettere, entro 60 giorni dalla comunicazione in via amministrativa della presente sentenza (o dalla sua notificazione, se anteriore) Condanna l Amministrazione a rifondere al ricorrente le spese e competenze di giudizio che pare equo quantificare in 1.500,00 (millecinquecento/00) al netto di IVA e c.p.a. P. Q. M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, terza sezione, definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe lo accoglie e, per l effetto, annulla il provvedimento opposto e, per l effetto, ordina all Amministrazione di ripronunciarsi - entro 60 giorni dalla comunicazione in via amministrativa della presente sentenza (o dalla sua notificazione, se anteriore) sull istanza del ricorrente, previa acquisizione della necessaria certificazione in ordine alla sussistenza della quota. Condanna l Amministrazione a rifondere al ricorrente le spese e competenze di giudizio che pare equo quantificare in 1.500,00 (millecinquecento/00) al netto di IVA e c.p.a. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. 5

6 Così deciso in Venezia, il Il Presidente L Estensore Il Segretario SENTENZA DEPOSITATA IN SEGRETERIA il.. n. (Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186) Il Direttore della Terza Sezione 6

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