II Domenica Tempo di Quaresima A 2017 (Vangelo e, di seguito, trascrizione Omelia)

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1 II Domenica Tempo di Quaresima A 2017 (Vangelo e, di seguito, trascrizione Omelia) Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 17,1-9) In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell uomo non sia risorto dai morti». Omelia (trascrizione da registrazione) Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro. Il brano della Trasfigurazione può essere affrontato da moltissimi punti di vista; noi ne prendiamo uno. In una larga parte della tradizione la Trasfigurazione è questo essere chiamati da Gesù a salire con Lui sul monte, dove si vede la Sua realtà vera e profonda per lo meno una parte della Sua realtà e, in fondo, è una grande immagine della preghiera. Ci racconta che cosa siamo chiamati a fare tutte le volte che ci mettiamo a pregare. Non un veloce recitare formulette, ma un salire sul monte per vedere Lui, per vedere il Suo volto. Nelle Letture di oggi vengono ricordati tre aspetti che fanno parte del cammino della preghiera e che dobbiamo tenere in considerazione. Sono una serie di indicazioni importanti, perché una Quaresima senza preghiera che cos è? Un bel niente; non c è nulla. Vuol dire che non stiamo facendo la Quaresima. Ovviamente, so che in questa settimana abbiamo tutti pregato benissimo, però metti caso che non sia stato proprio così, questa pagina evangelica ci ricorda che una preghiera vera, autentica è l obiettivo che dobbiamo cercare in tutti i modi. Tre elementi dicevo nelle Letture si richiamano e entrano uno nell altro: la chiamata, l ascolto e l accoglienza preceduta dalla ricerca di Lui, di Dio. Questi tre elementi sono indispensabili per avere una preghiera degna di questo nome. La chiamata: uscire da noi stessi, dal nostro mondo ordinario, dal peccato. Innanzitutto troviamo un riferimento alla chiamata; in particolare nella Prima Lettura viene narrata la chiamata di Abramo, che gli chiede di uscire dalla propria terra, di 1

2 non restare nella situazione di partenza, ma di avere il coraggio di mettersi in cammino. Ora, noi anche nella spiritualità applichiamo un criterio che usiamo in molti ambiti della vita. Lo esemplifico così: a noi piace tanto viaggiare e quindi facciamo l abbonamento a Sky per il canale che ci mostra i documentari! Nella preghiera o ti muovi o non succede niente. Non puoi restare nella posizione di partenza, ingrugnito dentro le tue cose, i tuoi problemi, le tue situazioni, senza avere il coraggio di uscire. Perché, se esci da te stesso, poi guardi le cose meglio - sia chiaro -; non devi fare finta che non ci siano i problemi, ma non puoi vivere solo di quello. Vieni fuori dal lavoro e dici: Adesso prego! e cominci a rimuginare: Signore, il mio capoufficio mi ha pestato i calli. Magari potresti arrivare a dire: Signore, perdonalo!, ma sarebbe esagerato! Di solito rimaniamo arrabbiati e negativi in quel tipo di preghiera. Altro esempio: vado a casa e trovo mia moglie; la mia preghiera diventa: Ah, Signore, ti prego fa che sia calma, tranquilla, serena e che non abbia avuto una giornata storta. Sarà anche preghiera - per carità - però non ti ha tirato fuori da te; ti ha buttato ancora più profondamente nella palude, invece di darti una mano e tirarti fuori verso la riva. Noi dobbiamo avere il coraggio, quando preghiamo, di metterci in una situazione particolare: uscire dal nostro mondo ordinario, essere disposti a lasciare il peccato, per esempio. Andiamo sul pratico. Quando noi cominciamo a pregare, una della prime cose che dovremmo fare è metterci di fronte al Signore consapevoli della fatica che stiamo facendo e anche del peccato che viviamo. La Liturgia Eucaristica ci insegna come pregare. Nella Messa, il primo atto che facciamo è porci di fronte a Dio dicendo: Signore, ho peccato; non ci sono, non sto andando nella direzione giusta. Ma mi fido di te e ho davvero intenzione di uscire da quel peccato. Entro nella preghiera perché voglio che tu mi aiuti a non ripetere più quegli errori. Poi sbaglierò ancora un milione di volte prima di venirne fuori - va bene -, ma quella è la mia intenzione. Quando inizio a pregare devo fare così. E devo esserci sul serio, sia nella preghiera personale che in quella comunitaria. La preghiera della Messa, appunto, ce lo fa già fare, anche se poi in genere ripetiamo meccanicamente: Signore pietà, Cristo pietà, Signore pietà e risulta una roba sciatta. Quando diciamo il Confesso a Dio onnipotente, chi di noi ha seriamente in testa che si sta affidando ai fratelli e alla Chiesa tutta perché lo accompagni e lo aiuti nel suo cammino? Recitiamo: Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli che ho molto peccato in pensieri, parole e in realtà stiamo pensando a dove abbiamo messo le chiavi della macchina! Allora, la prima cosa che dobbiamo fare per poter pregare, è uscire da queste situazioni, dalla vita ordinaria che ci sta in qualche modo soffocando, ma ancora più profondamente dobbiamo nutrire il desiderio di uscire dalla vita di peccato, con tutta la consapevolezza dei tanti limiti che abbiamo. 2

3 L ascolto. «Questi è il Figlio mio, l amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». Il secondo elemento è l ascolto. Il brano evangelico aveva come suo perno fondamentale la voce del Padre che dice: Ascoltatelo. Questo è l elemento fondamentale che ci viene regalato. Nell immagine di luce della Trasfigurazione ci viene regalata la visione del rapporto d amore tra il Padre e il Figlio - tra l Amore e l Amato - e questo invito ad ascoltare. Tutto è chiamata nella vita; qualunque cosa accada nell universo ci chiama, ci chiede di prendere una posizione, di andare da una parte o dall altra. Dire di sì a una voce piuttosto che a un altra è realtà che chiede molto discernimento, che ci chiede di impegnarci a ragionare. Certo ci sono delle sciocchezze sulle quali non hai bisogno di pensare troppo, ma le cose serie richiedono un ragionamento, che è basato, di solito, come nucleo fondamentale, sulla affidabilità della persona che ci chiede una cosa. Se ci fidiamo di chi ci sta dicendo: Facciamo in un certo modo piuttosto che in un altro, anche se magari non capiamo tutto, siccome ci fidiamo, lo seguiamo. L abbiamo fatto tante volte nel corso della vita - qualche volta c è stata la fregatura perché sembrava affidabile e poi non lo era, ma di solito questo è il nostro criterio. E meno male che è così, altrimenti per noi sarebbe una cosa complessa scegliere il cristianesimo, cioè scegliere un modo di vivere che ti dice che il vincitore di domani è lo sconfitto di oggi! Non è così semplice: ci viene annunciata la vita eterna e intanto andiamo verso la croce. Ora, normalmente, noi cambieremmo tour operator, se ci proponesse una vacanza meravigliosa affondando con la nave. E un avventura che difficilmente porteremmo avanti! Invece siamo qui, oggi, chiamati e avendo risposto sì, per metterci in gioco rispetto a un camminare che dice: Va bene, Signore, ci sto; mi fido di te. Mi stai portando verso la croce, sei lo sconfitto che va verso la croce, eppure io credo che Tu sei risorto e sarai vittorioso sul mondo. Mi fido di te e so che questa croce mi aprirà alla vita eterna. Perché mi fido di te. Infatti il Padre dice: Questi è il Figlio di Dio, l Amato: ascoltatelo, fidatevi di Lui, non continuate a stare a metà. Fidatevi di Lui, ascoltatelo!. Questo ascoltare ci mette dentro lo stesso flusso d Amore che possiamo vedere in questo brano. Il Padre che dice al Figlio: Tu sei l Amato mio, tu sei tutto quello che desidero. Capite che questo Amore noi non lo guardiamo soltanto, ma, ascoltando il Figlio, veniamo coinvolti in questo Amore, in un Amore che è essere amati - che è il modo di essere del Figlio, l Amato - e in un Amore che è ridonare Amore, fino alla croce. Allora anche per noi la preghiera ha bisogno della capacità di ascoltare. Ascoltare cosa? Ascoltare sostanzialmente la Parola di Dio. Da che cosa parte la nostra preghiera di solito? Dalla sfiga familiare. E un classico: Non mi va bene questo, ho sbagliato quello, mio figlio ha questo problema, succede questo guaio. E normale che sia così capitemi bene ; non è che uno va sulla luna quando si mette a pregare, è comunque sulla terra. Ma, se io ho il coraggio di uscire davvero da me, mi metto in ascolto. In ascolto di che cosa? Della Parola di Dio. Perché è quello l elemento fondamentale che mi permette di accogliere poi tutte le 3

4 altre voci, di accogliere i segni dei tempi, di accogliere la mia storia, di accogliere tutto ciò che mi aiuta a camminare. Quante volte noi partiamo dalla Parola di Dio per pregare? Facciamo una veloce ricerca? Non succede così. Oggi abbiamo ascoltato questa Parola. Sarebbe normalissimo che la nostra preghiera della settimana fosse costruita sui brani della Parola di Dio che abbiamo ascoltato questa domenica. Se li abbiamo ascoltati, ovviamente. Perché si ascolta, ma qualche volta non si ricorda nulla. Anche in questo caso, se facessimo un quiz alla fine della Messa, chiedendo di che cosa ha parlato la Prima Lettura, che cosa ricordereste? Voglio dire, qualche volta capita anche a me che preparo la predica, quindi figuratevi! Ascoltare è un attività che ci occupa davvero tanto, è impegnativa, ma è anche quella che ci consente di uscire davvero; altrimenti, senza l ascolto, da che cosa parto? Oggi la Parola di Dio mi ha detto: Siete chiamati, tutti, alla vita e all amore ; volete che questo concetto non occupi una settimana intera di preghiera? Paolo nella Seconda Lettura dice: Egli ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non perché siamo bravi, ma solo per Sua grazia. Sai che preghiera puoi tirare fuori da un affermazione del genere! Questa consapevolezza ti fa cambiare, vivere in un modo diverso. Ma devi ascoltarla. Se non l ascoltiamo non viene fuori niente. Ascoltatelo! Per dire di sì all Amore. Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce L ultimo elemento l abbiamo già detto in realtà è che bisogna cercare e accogliere Lui. La nostra preghiera di solito funziona così: arriviamo sul santo monte, Gesù si trasfigura, appaiono Mosè ed Elia, e noi stiamo lì tre secondi e poi diciamo: Mosè, scusami un secondo. Gesù, io avrei questa menata che devo sistemare, come faccio?. Cioè, la nostra occupazione non è cercare Lui, è semplicemente usarlo, per quello che ci serve. Anche in questo caso, non è che la preghiera di domanda sia sbagliata. Anche Gesù nel Padre Nostro ci insegna ad usare la preghiera di domanda. Ma se si sovrappone a qualunque altro interesse per Lui, che cosa me ne faccio? Che preghiera è? Faccio prima ad andare davanti a uno specchio e cominciare a parlare con me stesso, perché è così la preghiera che spesso facciamo, una preghiera che non cerca Lui, ma semplicemente continua a ripetere ossessivamente me stesso, le mie cose, le mie ricerche, i mei bisogni. Cioè una roba che ti soffoca invece che liberarti. Noi abbiamo bisogno di cercare Lui. In questa Messa cosa siamo qui a fare? Perché siamo qui? Perché chiamati - ci ha detto la Lettura. Perfetto. E perché abbiamo detto sì? Se non per cercare Lui, se non per dire: Signore mostrami il Tuo volto, Signore fammi vedere chi sei? E Lui ce lo fa vedere, in mille modi diversi. Adesso si consegnerà nelle nostre mani e si darà a noi come cibo. Questo è un gesto di rivelazione del Suo volto. Ci mostra chi è. Ma se noi non siamo attenti, se non stiamo cercando questo, se la nostra sola occupazione siamo noi stessi, non ne veniamo fuori, non ci dà niente, non è più preghiera. 4

5 Una volta che abbiamo fatto tutto questo e siamo stati capaci di uscire da noi e di cercare Lui, torneremo alla nostra vita ordinaria, intanto da un altro punto di vista, che già è importante, ma in più con la grazia che viene da Lui. La sapremo affrontare in un modo nuovo, diverso, ed entrerà ancora nella nostra preghiera. E ovvio che la nostra preghiera si concluderà anche con una richiesta che dice: Signore, aiutami in questa necessità, ma dentro una grande preghiera universale, dentro una preghiera per tutti. Come fa la nostra preghiera a essere sempre io? Non è una preghiera; è un soffocarsi da soli! La preghiera è: Tu. Cerco Te, voglio Te. Dimmi chi sei? Mostrami il Tuo volto!. E questo che ci porta avanti. E difficile, sia chiaro. Non ci riusciamo sempre - va bene, non importa. Ma dobbiamo avere questo desiderio nel cuore. Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui!». Allora, questa settimana abbiamo i compiti. Innanzitutto prenderci del tempo per pregare, per quanto possiamo. Uno può avere a disposizione un ora e un altro, che magari ha due gemellini, è ovvio che ha meno tempo. Il tempo che hai, però, usalo in questo modo: esci da te, inizia la preghiera mettendoti di fronte a Dio, affidando a Lui la tua vita, chiedendo perdono per i tuoi peccati e mettendoti nell ottica di volerne uscire. Secondo punto: prendete una delle Letture di questa domenica - portate a casa i foglietti della Messa e li riusate durante la settimana; ogni giorno ne prendete un pezzettino e lo leggete con calma, lasciate che vi parli, lasciate che vi racconti qualcosa del Mistero di Dio. Proviamo a leggerlo dicendo di sì a questo Amore, a questo Dio, a questa Parola. A volte non ti dirà: Fai così, ma semplicemente staremo a guardare il volto trasfigurato di Gesù. Non va bene? Ma vi ricordate di quando è capitato di essere innamorati e guardare la persona che amavi era una roba che ti rimbambiva totalmente? Non era una cosa così drammatica! Guardare il volto del Signore vuol dire entrare nella stessa logica. Terzo impegno: non una preghiera io, io, io, ma una preghiera Tu. Cerco Te, e impegniamoci a pregare per qualcun altro. Facciamo una cosa complicata. Preghiamo per la situazione della nostra famiglia e poi ci mettiamo dentro la preghiera per un altra situazione, vicina o lontana, come volete. Cioè, costruiamo un momento di preghiera che sia una preghiera vera. Allora questa Parola ci aiuterà, ci farà camminare e ci dirà cosa fare, come farlo, ma soprattutto ci metterà di fronte a Lui. Così come adesso stiamo per fare. Adesso stiamo per accogliere Lui, nel pane e nel vino consacrati, che diventano il Suo Corpo e il Suo Sangue, la Sua presenza in mezzo a noi, il Suo donarsi per noi. E noi che siamo qui a cercarlo siamo felici di vedere questo volto, magari non è trasfigurato, ma è il Suo volto, che si mostra a noi; è Lui vivo e Risorto qui per me, per noi. 5