REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto. (Sezione Terza) ha pronunciato la presente

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Faustina Calabrese
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1 Pubblicato il 11/10/2016 N /2016 REG.PROV.COLL. N /2016 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA ex art. 60 cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 1063 del 2016, proposto da: **, rappresentato e difeso dall'avvocato Caterina Bozzoli C.F. BZZCRN74C49G224O, con domicilio eletto presso Segreteria T.A.R. Veneto in Venezia, Cannaregio 2277/2278; contro Ministero dell'interno, in persona del legale rappresentante p.t., rappresentato e difeso dall' Avv.Ra Distrettuale dello Stato, domiciliataria per legge in Venezia, San Marco, 63;

2 per l'annullamento del provvedimento della Prefettura di Rovigo - Sportello Unico per l'immigrazione prot. N. P-RO/L/Q2015/ di revoca del contratto di soggiorno. Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio del Ministero dell'interno; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 6 ottobre 2016 la dott.ssa Oria Settesoldi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Sentite le stesse parti ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm.; Oggetto del ricorso è il provvedimento datato con cui la prefettura ha disposto la revoca del contratto di soggiorno modello Q e della richiesta di permesso di soggiorno modello 209 a suo tempo rilasciate al ricorrente all esito di una domanda di conversione del permesso di soggiorno per studio in corso di validità in permesso di soggiorno per lavoro subordinato, ai sensi degli artt. 14 comma 6 e 39 comma 9 del DPR n.394/99 e successive modifiche ed integrazioni, nell'ambito delle quote stabilite dal D.P.C.M. 11/12/2014, concernente la Programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori non comunitari per lavoro non stagionale nel territorio dello Stato per l'armo 2014.

3 La prefettura aveva ottenuto a suo tempo il parere favorevole della direzione territoriale del lavoro di Rovigo in ordine alla capacità economica del datore di lavoro e alla congruità delle condizioni di lavoro applicate e aveva quindi provveduto alla convocazione del ricorrente, unitamente al datore di lavoro, per la sottoscrizione del contratto di soggiorno modello Q per lavoro subordinato e la consegna al ricorrente della richiesta di permesso di soggiorno per lavoro subordinato modello 209 indirizzata alla questura di Rovigo. A seguito della successiva richiesta di verifica ispettiva inoltrata all Inps area vigilanza con riguardo alla posizione lavorativa del ricorrente e di altri quattro cittadini tunisini, anch essi studenti universitari, tutti titolari di conversione del permesso di soggiorno da studio a lavoro subordinato e richiesti come manovali edili dalla medesima ditta, gli ispettori Inps comunicavano che il datore di lavoro aveva ammesso di non aver mai assunto nessuno e di lavorare da solo, per cui l Inps provvedeva a disconoscere i rapporti di lavoro ufficializzati dalla ditta dal novembre 2013, rendendo nulle e inefficaci le relative trasmissioni UNI-Emens fatte all'istituto relative ai rapporti di lavoro disconosciuti e annullata la pretesa contributiva (per altro la ditta non ha mai versato alcuna contribuzione, neppure per il periodo precedente al disconoscimento)". Il ricorso risulta infondato- a prescindere da qualsiasi dubbio circa la sua ricevibilità - perché entrambi i motivi sono palesemente infondati; infatti, risulta in atti che

4 l amministrazione ha provveduto a dare tempestiva comunicazione ai sensi dell articolo 10 bis a parte ricorrente con la nota prefettizia n inviata alla residenza del ricorrente indicata in Via Eridania,222/8 a Occhiobello (RO) ritornata al mittente con la dicitura di Poste Italiane "il destinatario è sconosciuto" (all.11), così come risulta avvenuto anche per l atto impugnato (all.13). Né risulta dalla documentazione versata in atti che parte ricorrente abbia provveduto a comunicare alla Prefettura alcun diverso ed ulteriore recapito. E quindi evidente che parte ricorrente non può dolersi di non aver ricevuto la comunicazione di preavviso di revoca, non avendo provveduto a notiziare l amministrazione del suo cambio di recapito, come era invece tenuto a fare. Allo stesso modo non può dolersi di non essere stato messo a conoscenza della nota INPS, che, è bene precisarlo, non scaturisce da una nuova istruttoria svolta ex post sull istanza ma da una doverosa attività di controllo sull epilogo di detta istanza, né risulta condivisibile l assunto che la Prefettura non poteva procedere alla revoca di atti che non sarebbero stati dalla stessa emanati, in quanto è evidente che l amministrazione, preso atto di aver proceduto alla positiva istruttoria della pratica sulla base di presupposti risultati falsi, non poteva che revocare gli atti istruttori compiuti anche se di fatto perché tradottisi in attività materiali; infatti, come lo stesso ricorrente ammette, la definitiva conclusione doveva avvenire con il rilascio del permesso di soggiorno da parte della Questura, non ancora avvenuto, ma questo era stato chiesto sulla base di un

5 atto consegnatogli della Prefettura per il successivo inoltro alla Questura, in esito alla positiva conclusione di quella fase endoprocedimentale ed è quindi evidente che nessun illegittimità affligge la decisione della Prefettura di revocare tale conclusione, comprensiva della materiale consegna di un modello per la richiesta di rilascio di permesso di soggiorno ( il modello 209) che la Prefettura si era resa conto di avergli consegnato sulla base di un convincimento circa la sussistenza degli estremi per la conversione del permesso di soggiorno per studio in permesso per lavoro subordinato che si era rivelato errato in quanto basato su presupposti risultati errati ( per non dir falsi). Lo stesso discorso vale anche per la firma del contratto di soggiorno che l art 31 DPR 394/99 prevede avvenga tramite lo sportello unico. Per le considerazioni tutte che precedono il ricorso è infondato e deve essere respinto. Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come in dispositivo. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Terza) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo rigetta.

6 Condanna parte ricorrente a rifondere le spese e competenze di giudizio in favore del Ministero dell Interno che vengono liquidate in 1.000,00 + oneri di legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Venezia nella camera di consiglio del giorno 6 ottobre 2016 con l'intervento dei magistrati: Oria Settesoldi, Presidente, Estensore Marco Rinaldi, Referendario Michele Pizzi, Referendario IL PRESIDENTE, ESTENSORE Oria Settesoldi IL SEGRETARIO

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