LE RETI DI MONITORAGGIO DELLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE: PROPOSTE APAT DI REVISIONE E SVILUPPO
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- Gianluca Gatto
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1 LE RETI DI MONITORAGGIO DELLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE: PROPOSTE APAT DI REVISIONE E SVILUPPO Giancarlo Torri, Italia - Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici (APAT) Responsabile del Servizio controllo radiazioni ambientali Roberto Mussapi Italia - Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici (APAT) Responsabile del Servizio interdipartimentale per le emergenze ambientali Lamberto. Matteocci Italia - Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici (APAT) Responsabile del Settore pianificazione e pronto intervento Sessione: Telerilevamento e reti di monitoraggio ambientale Tema: Agenti fisici SOMMARIO Il controllo della radioattività ambientale sul territorio nazionale trae la sua origine dall esigenza di verificare che la popolazione non venga esposta a dosi ingiustificate da radiazioni ionizzanti a seguito della presenza di isotopi radioattivi nell aria, nell acqua, nel suolo, nelle varie matrici ambientali e negli alimenti. L eventuale presenza di radioattività artificiale nelle matrici ambientali rappresenta poi di per sé un indebita violazione del richiesto livello di tutela dell ambiente. La necessità di svolgere dei controlli sulla radioattività ambientale viene altresì ad essere rafforzata in condizioni di emergenza radiologica, quando acquisisce particolare rilevanza la capacità di rilevare prontamente anomali livelli di contaminazione radioattiva e di dose. Vengono di seguito descritte, con riferimento alle basi normative vigenti ed alla luce dei compiti istituzionali assegnati all APAT, le reti di monitoraggio della radioattività ambientale esistenti sul territorio nazionale, evidenziando problematiche e linee di sviluppo, anche nell ottica di una maggiore integrazione. QUADRO NORMATIVO DEI CONTROLLI DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE I principi fondamentali che regolano il controllo e lo scambio di informazioni in materia di radioattività nell ambiente, nell ambito dei paesi della Comunità Europea, sono riportati negli articoli 35 e 36 del trattato istitutivo della Comunità Europea dell Energia Atomica del 25 marzo (Trattato Euratom) che stabiliscono l impegno di ciascuno stato a svolgere in maniera permanente i relativi controlli ed a comunicarne i risultati alla Commissione su base periodica. Il testo di tali articoli, unitamente a quello di altre disposizioni normative citate nel presente paragrafo, è riportato in allegato. Tali principi sono stati recepiti nella legislazione italiana prima con il DPR 185 del 1964, e negli ultimi anni con il D.Lgs. n. 230 del 17 marzo e successive modifiche e integrazioni che disciplina le attività che possono comportare un esposizione dei lavoratori o della popolazione alle radiazioni ionizzanti. Il controllo sulla radioattività ambientale è oggetto, in particolare, dell articolo 104, nel quale vengono individuate le amministrazioni centrali e periferiche, nonché gli organi di supporto tecnico, a vario titolo coinvolti nel controllo della radioattività ambientale. In
2 particolare, il Ministero per l Ambiente e per la Tutela del Territorio e il Ministero della Salute sono le amministrazioni centrali chiamate ad esercitare il controllo rispettivamente dell ambiente e degli alimenti. Il complesso dei controlli è articolato in reti di vigilanza regionali e reti di sorveglianza nazionali. La gestione delle reti regionali è effettuata dalle singole regioni, mentre all APAT è affidato il compito di coordinamento tecnico delle reti nazionali, nonché quello di organismo di riferimento agli effetti degli artt. 35 e 36 del Trattato Euratom. In base all art. 54 dal D.Lgs 230/95 gli esercenti degli impianti sono inoltre tenuti a provvedere al controllo dell ambiente e degli alimenti nelle zone limitrofe agli impianti, ed a tal fine eserciscono le reti locali che vanno così ad integrare quelle regionali e nazionali Oltre al D. Lgs. 230/95 devono essere considerati anche:?la circolare n. 2 del 3 febbraio 1987 del Ministero della salute 3 Direttive agli organi regionali per l esecuzione di controlli sulla radioattività ambientale, nella quale sono stabilite le modalità per la realizzazione del controllo della radioattività ambientale a livello regionale.?il Decreto Legislativo n. 31 del 2 febbraio Attuazione della direttiva 98/83 CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano nella quale sono definiti, oltre che a valori di parametro per trizio e dose totale indicativa, i criteri per la realizzazione di un sistema di controlli che preveda il coinvolgimento del Ministero della salute, delle regioni, delle aziende unità sanitarie locali e delle agenzie regionali e delle province autonome per la protezione dell ambiente. Completano il quadro normativo due raccomandazioni della Commissione Europea:?La prima, la raccomandazione 2000/473/Euratom dell 8 giugno , si riferisce all applicazione dell art. 36 del trattato Euratom, riguardante il controllo del grado di radioattività nell ambiente, allo scopo di determinare l esposizione dell insieme della popolazione. La raccomandazione stabilisce i criteri generali per la realizzazione della struttura della rete, suddivide il territorio dell Unione Europea in macroregioni, definisce i tipi di campionamento, le misurazioni da effettuare e le informazioni associate alle misurazioni stesse. Sono inoltre definiti dei criteri per le minime attività rilevabili e viene sottolineata altresì la necessità di opportuni programmi di interconfronto.?la seconda, la raccomandazione 274/CE del 14 aprile , riguarda la Protezione e l informazione del pubblico per quanto riguarda l esposizione risultante dalla continua contaminazione radioattiva da cesio in taluni prodotti di raccolta spontanei a seguito dell incidente verificatosi nella centrale nucleare di Chernobyl. In essa sono indicati accorgimenti per il controllo della commercializzazione di particolari prodotti che possono, anche a distanza di anni, presentare una possibile contaminazione radioattiva. Discorso a parte merita tutta la problematica della esposizione a sorgenti naturali di radiazioni. Tale materia non è stata fino ad ora inserita in una ottica di controlli nell ambito delle reti nazionali, pur essendo non trascurabile il contributo alla dose efficace di alcune sorgenti naturali. L esposizione dei lavoratori a sorgenti naturali di radiazioni, ma anche della popolazione, è stata considerata nel D.Lgs 241/00 del 26 maggio 2000 che modifica il D.Lgs 230/95. In particolare è stata affrontata
3 l esposizione al radon nei luoghi di lavoro e l esposizione ai materiali di origine naturale. Sono state individuate alcune attività che possono presentare un rischio non trascurabile di esposizione. Resta esclusa dal quadro normativo nazionale l esposizione al radon in ambienti residenziali, per i quali, è comunque vigente la raccomandazione della Commissione Europea n. 143/EURATOM del 19 febbraio Occorre pertanto valutare per il futuro l opportunità di inserire nel sistema dei controlli anche questo tipo di fonti di esposizione. In riferimento al monitoraggio della radioattività ambientale in situazioni di emergenza radiologica, occorre citare la Decisione del Consiglio dell Unione Europea del 14 dicembre 1987 n 87/600/Euratom 8, relativa al pronto scambio d informazioni in ambito comunitario. E da tale atto di diritto comunitario che scaturisce l esigenza per ciascuno Stato Membro di dotarsi di un sistema di rilevamento di livelli anomali di radioattività sul proprio territorio e di partecipare ad un scambio continuo di dati relativi alle misure effettuate nel corso dell emergenza. Sempre con riferimento alle situazioni di emergenza occorre poi citare che l art.123 del D.Lgs. 230/1995 nel quale viene stabilito che in tali casi i vari laboratori della rete nazionale facciano pervenire i propri dati di misura al Centro di Elaborazione e Valutazione Dati (CEVAD). Tale Centro, che è coordinato dall APAT e che si riunisce presso l Agenzia stessa, fornisce supporto tecnico scientifico al Dipartimento della Protezione Civile in merito alle eventuali contromisure da intraprendere. IL SISTEMA DELLE RETI DI MONITORAGGIO DELLA RADIOATTIVITÀ Attualmente sono presenti in Italia diverse reti Nazionali:?Rete nazionale dei laboratori regionali delle ARPA/APPA e degli istituti, enti e organismi idoneamente attrezzati?reti di allarme dell APAT (REMRAD e RETE GAMMA)?Reti di sorveglianza locale della radioattività ambientale?rete Nazionale di rilevamento della ricaduta radioattiva del Ministero dell Interno Dipartimento dei vigili del fuoco. 1) Rete nazionale dei laboratori delle ARPA/APPA e degli istituti, enti e organismi idoneamente attrezzati La rete è costituita da:?21 Agenzie per la protezione dell ambiente delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano.?Il Laboratorio centrale di Roma della Croce Rossa Italiana?L Ente per le Nuove tecnologie, l Energia e l Ambiente (ENEA)?Il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea di Ispra (Varese)?Il Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare All APAT sono affidate le funzioni di coordinamento tecnico sulla base delle direttive in materia, emanate dal Ministero della salute e dal Ministero per l ambiente e per la tutela del territorio, nonché le attività di reporting. Questa rete è altresì chiamata a contribuire in maniera significativa alla predisposizione dei dati in situazioni di emergenza ed all invio degli stessi al CEVaD. La maggior parte delle misurazioni provengono dalle attività dei laboratori delle Agenzie regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano, le quali provvedono anche alle misurazioni utili per la raccolta dei dati relativi alle reti regionali.
4 Fino al 1998 erano state regolarmente organizzate delle riunioni annuali per la presentazione e la discussione dei risultati del monitoraggio. In tale sede erano pure discusse la struttura e la funzionalità della rete con proposte di eventuali aggiornamenti e revisioni. Nell ambito dell attività di coordinamento svolta dall APAT erano stati costituiti dei gruppi di lavoro che hanno realizzato diversi prodotti su standard e procedure comuni da adottare al fine di rendere omogenei i metodi di misura adottati dai soggetti coinvolti. Dal 1999, con l avvio del progetto dei Centri Tematici Nazionali CTN da parte del Ministero per l ambiente e per la tutela del territorio, coordinato dall APAT, è stato costituito il CTN Agenti Fisici (CTN-AGF), che ha il principale compito di definire le regole per la produzione, la trasmissione e la diffusione dei dati. Il centro tematico ha in parte raccolto l eredità dei gruppi di lavoro di cui sopra. Nel primo triennio di attività ( ) sono stati prodotti diversi rapporti sulla tematica delle reti di monitoraggio, due dei quali riguardano l Assistenza all APAT per la revisione delle reti nazionali di controllo della radioattività ambientale 9 e i Criteri per l adeguamento degli insiemi di dati sulla radioattività ambientale 10. Il primo riporta un analisi critica della attuale struttura della rete nazionale in termini di efficacia del monitoraggio, con una proposta di riorganizzazione della rete stessa, mentre il secondo tratta essenzialmente le modalità di raccolta e di trasmissione dei dati prodotti, ossia gli standard informativi, sempre con un analisi critica volta alla riorganizzazione del sistema. 2) Reti di allarme dell APAT (REMRAD e RETE GAMMA) Queste reti sono state realizzate dall APAT a seguito degli insegnamenti derivanti dall incidente di Chernobyl e costituiscono ad oggi un patrimonio ormai acquisito del sistema integrato nazionale di supporto alla gestione delle emergenze radiologiche. In caso di un evento incidentale presso installazioni nucleari straniere esse hanno l obiettivo di confermare le informazioni rese disponibili dai sistemi internazionali di pronta notifica, soprattutto in relazione alla possibilità che l eventuale contaminazione possa interessare il territorio nazionale, come di generare una pronta allerta in caso di assenza di una notifica immediata. Esse contribuiscono altresì a fornire delle misure in automatico nelle prime fasi di in evento che dovesse originarsi nel territorio italiano. Si tratta di due strutture complementari: La rete REMRAD, con compiti di pronto allarme, è composta di sette stazioni, completamente automatiche, poste in siti dell Aeronautica Militare. I siti sono stati scelti in base alla loro importanza meteorologica al fine di controllare le probabili vie d accesso nel territorio italiano della contaminazione radioattiva, che dovesse originarsi a seguito di gravi incidenti presso installazioni nucleari straniere. Il sistema è in grado di analizzare il particolato atmosferico raccolto su filtro con misure di concentrazione di radioattività naturale ed artificiale mediante spettrometria gamma e misure di radioattività alfa e beta. Le stazioni sono altresì dotate di strumentazione per la misura dei parametri meteorologici. Le prime tre stazioni sono state realizzate con il contributo finanziario del Dipartimento della Protezione Civile. La rete GAMMA è composta da 50 rivelatori di dose gamma in aria, ospitati in prevalenza in siti del Corpo Forestale dello Stato, con il compito di monitorare la diffusione della radioattività artificiale nella sua distribuzione nel territorio nazionale e di permettere di stimare in tempo reale la copertura geografica delle aree coinvolte. La strumentazione di misura adottata, composta da due rivelatori Geiger-Muller, due per basse dosi ed uno ad alte dosi, consente un intervallo di misura tale da permettere
5 l osservazione e la misura di deboli variazioni del fondo naturale. I dati della rete gamma vengono giornalmente forniti al sistema EURDEP, che rappresenta la piattaforma di scambio dei dati di radioattività ambientale nell ambito dell Unione Europea, ai sensi della Decisione del Consiglio dell Unione Europea 87/600/Euratom. Entrambe le reti sono collegate in automatico al centro di controllo sito presso la Sala Emergenza dell APAT, dalla quale è possibile effettuare una lettura dei dati forniti dalle stazioni, nonché un archiviazione ed una valutazione degli stessi. 3) Reti di sorveglianza locale della radioattività degli impianti nucleari Le reti di sorveglianza locale sono piccole reti che hanno lo scopo di controllare la radioattività ambientale all intorno degli impianti. Sono progettate in funzione della tipologia dell impianto e di possibili scenari di incidente. In accordo con quanto definito dalla legislazione, i dati sono inviati all APAT che svolge altresì attività di vigilanza sugli impianti stessi. Tali reti, in analogia con la succitata rete nazionale, concorrono alla produzione dell insieme di dati che vengono trasmessi al CEVaD nel corso di emergenze radiologiche. In tabella 2 è riportato lo stato di attuazione del monitoraggio della radioattività ambientale da parte delle reti locali esistenti attorno agli impianti nucleari italiani. Tab.2. - Stato di attuazione del monitoraggio della radioattività ambientale (reti locali esistenti attorno agli impianti nucleari italiani) al 31/12/2002 Impianto Esistenza rete Esistenza rete locale Ente locale gestore locale/arpa Centrale del Garigliano Si No Centrale di Latina Si No Centrale di Trino Si Si Centrale di Caorso Si Si Reattore AGN 201 Costanza - Università No No Palermo Impianto ITREC - C.R. Trisaia ENEA Si No Centro ENEA Casaccia: Reattore TRIGA RC-1 Reattore RSV TAPIRO Impianto Plutonio Reattore RTS 1 CISAM - No Impianto FN Bosco Marengo Si Si Impianto EUREX - C.R. Saluggia ENEA Reattore TRIGA MARK II - L.E.N.A. Università Pavia Si No Reattore ESSOR C.C.R. Ispra Si No Deposito Avogadro FIAT AVIO Si Si Si Si No Si 4) Rete Nazionale di rilevamento della ricaduta radioattiva del Ministero dell Interno La rete Nazionale di rilevamento della ricaduta radioattiva del Ministero dell Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, istituita negli anni 60 con scopi di difesa civile, concorre autonomamente al sistema di reti nazionale come disposto dall art 104 del
6 D.Lgs. 230/95 e s.m.i. Nella sua configurazione attuale la rete è progettata per monitorare l intero territorio nazionale in tempo reale e consiste in:?? 1237 stazioni di telemisura della dose gamma assorbita in aria?? 16 centri regionali di controllo raccolta ed elaborazione dati?? 1 centro nazionale di supervisione?? 1 stazione di misura del particolato atmosferico Completano la rete circa trenta sistemi per la rivelazione della radioattività presso i valichi di frontiera con lo scopo di individuare possibile contaminazione di carichi metallici in egresso nel nostro paese. ASPETTI DI CRITICITA E POSSIBILI LINEE DI SVILUPPO Alla luce dei compiti di coordinamento tecnico assegnati all APAT, sia ai fini dei controlli della radioattività ambientale in condizioni routinarie, sia per la generazione, raccolta e valutazione dati a supporto alla gestione delle emergenze radiologiche, sono in corso presso l Agenzia alcune riflessioni per identificare eventuali aspetti critici delle reti e potenziali aree di miglioramento. In primo luogo emerge la necessità di verificare se, alla luce di cambiamenti avvenuti negli ultimi anni, siano ancora rispettati gli obiettivi per i quali le reti sono state realizzate, con particolare riferimento alla capacità di:?seguire, a livello nazionale, l andamento spazio temporale delle concentrazioni di radioelementi nelle matrici ambientali, evidenziando eventuali fenomeni di accumulo;?individuare in modo rapido e monitorare nel tempo contaminazioni a seguito di incidenti nucleari e radiologici coinvolgenti vaste porzioni del territorio nazionale;?fornire le misure necessarie per la valutazione della dose alla popolazione derivante da radionuclidi presenti in matrici ambientali e alimentari;?costituire la base di dati per una corretta informazione alle istituzioni e alla popolazione. Le reti devono inoltre rispettare i requisiti stabiliti dalla succitata raccomandazione 473/2000/Euratom, relativa al controllo della radioattività ambientale e dal D.L. n. 31/01 di recepimento della direttiva 98/83/CE, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano. Per quanto riguarda la struttura della rete è possibile affermare che essa risponde bene alle raccomandazioni della Commissione. Infatti, la configurazione degli ex Centri Regionali di riferimento per la radioattività ambientale (CRR), tutti confluiti nel sistema agenziale ARPA/APPA, si adatta molto bene alla struttura suggerita dalla raccomandazione che prevede due componenti:?una rete diffusa, che fornisca misure rappresentative di aree regionali (tipicamente regioni e province autonome di Trento e Bolzano)?una rete diradata adatta a fornire dati rappresentativi per aree geografiche più estese, già definite dalla Commissione stessa (tre macroregioni corrispondenti a nord, centro e sud). Per quanto riguarda invece gli insiemi dei dati prodotti, risulta che, pur giudicando il quadro delle rilevazioni in modo sostanzialmente positivo in qualità e in quantità, non è stata finora svolta nessuna attività di adeguamento a quanto richiesto dalle citate raccomandazioni. In particolare, basti citare la carenza di dati sul trizio in acqua ed alcune carenze sulla dieta mista. Nella tabella 1 è riportato un giudizio qualitativo,
7 basato sulla copertura spaziale e sul grado di rispondenza delle misure attualmente eseguite nell ambito della rete nazionale, rispetto a quanto richiesto dalla citata raccomandazione. Tab. 1 Rispondenza delle misure effettuate dalla rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale con quanto richiesto dalla raccomandazione 473/2000/Euratom, sulla base della copertura spaziale. Rete diffusa Rete diradata Particolato Cs-137 Cs 137 atmosferico beta totale Be-7 Aria dose gamma dose gamma Cs-137 Acque superficiali Cs-137 beta residuo H-3 H-3 Acque potabili Cs-137 Cs-137 Sr-90 Sr-90 naturali naturali Cs-137 Cs-137 Latte Sr-90 Sr-90 K-40 Dieta mista Cs-137, Cs-137 Sr-90 Sr-90 C-14 In secondo luogo, le riflessioni svolte evidenziano la necessità di rafforzare l attuale livello d integrazione tra le succitate reti al fine di valorizzare al meglio le sinergie esistenti. Ad esempio tutte possono contribuire al pronto rilevamento di situazioni di contaminazione diffusa - basti ricordare la pronta rivelazione della contaminazione dovuta all incidente di Algeciras del 1998 da parte dei laboratori delle ARPA e tutte sono chiamate, in caso di una eventuale emergenza, a fornire una maggiore mole di dati per il controllo e la gestione del post-evento. Al riguardo è pertanto auspicabile per il futuro un potenziamento dei dati e delle informazioni che vengono fornite al centro di controllo della Sala Emergenza APAT. Le reti di allarme possono, per converso, contribuire ad integrare l insieme dei dati di controllo della radioattività ambientale che vengono raccolti in condizioni di routine al fine di soddisfare i requisiti di cui all Art. 104 del D.Lgs. 230/95. E necessario inoltre iniziare a considerare la possibilità di integrazione con altre reti di campionamento che insistono sul territorio. Ad esempio, ancora, durante il citato incidente di Algeciras risultò molto utile la misurazione della radioattività sul particolato atmosferico raccolto nell ambito delle reti per il monitoraggio della qualità dell aria. In terzo luogo occorre valutare l opportunità di comprendere nella rete i dati della radioattività naturale. L esposizione della popolazione e dei lavoratori a sorgenti naturali di radiazioni - radon e materiali radioattivi di origine naturale - contribuisce per una frazione rilevante alla dose efficace. A seguito dell emanazione della normativa di settore, in particolare del D.Lgs 241/95, che modifica e integra il D.Lgs. 230/95, si
8 prevede una crescita della domanda delle attività di controllo, per cui occorre fin da ora organizzare una raccolta dei risultati del monitoraggio. Due ulteriori aspetti devono essere presi in considerazione e per la loro importanza meritano una particolare attenzione:?la realizzazione di uno stabile programma di affidabilità delle misure. Tale attività è di fondamentale importanza per garantire un adeguato, elevato standard qualitativo delle misure. In passato sono state organizzate campagne di interconfronto tra laboratori. Occorre riorganizzare in modo sistematico questo indispensabile strumento con il coinvolgimento, in particolare, dell Istituto Nazionale di Metrologia delle Radiazioni Ionizzanti (INMRI) dell ENEA.?la razionalizzazione, omogeneizzazione del sistema di raccolta e di trasmissione dei dati. Attualmente i dati sono prodotti in modo differenziato dai vari laboratori, rendendo impossibile una loro lettura in modo automatico. Ciò ha reso di fatto impossibile la organizzazione di una banca dati della radioattività ambientale. In particolare, i recenti sviluppi del Sistema Informativo Nazionale Ambientale (SINA), ma anche l esigenza di rispondere in modo rapido e preciso alle richieste di trasmissione dei dati da parte delle autorità competenti (Commissione Europea, Ministeri) e di diffusione della informazione, rendono non più rimandabile un attività di standardizzazione della formazione, trasmissione e raccolta dei dati. INIZIATIVE E PROGRAMMI APAT NEL CAMPO DEL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE In considerazione di quanto sopra esposto, l APAT sta avviando, e in parte ha già avviato, una serie di iniziative atte a promuovere una razionalizzazione dell intero sistema di monitoraggio, controllo e allarme della radioattività ambientale. Con il supporto del progetto dei Centri Tematici Nazionali del Ministero per l ambiente e per la tutela del territorio, l APAT sta effettuando una ricognizione dell attuale rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale al fine di operare una revisione della organizzazione della rete stessa. La revisione dovrà tenere conto di tutta una serie di fattori al contorno quali la recente raccomandazione della Commissione europea sull applicazione dell articolo 36 del trattato Euratom, l organizzazione del Sistema Informativo Ambientale Nazionale (SINA), la necessario livello di fruibilità dei dati da parte delle amministrazioni competenti, la necessaria integrazione con il sistema delle reti di allarme. Per quanto concerne il monitoraggio della radioattività ambientale in condizioni di emergenza sono in corso di definizione alcune linee di consolidamento e sviluppo mirate a rafforzare nel prossimo futuro le capacità e l affidabilità del sistema. Tali linee prevedono in particolare:?un programma di adeguamento e manutenzione delle reti REMRAD E GAMMA finalizzato ad assicurare nel tempo l elevato livello di affidabilità richiesto alle stesse, dalla loro rilevanza quale sistema a supporto della gestione delle emergenze;?un ampliamento del campo dei dati e delle informazioni disponibili al sistema nazionale potenziando ed avviando specifici accordi con organizzazioni omologhe dei paesi siti in prossimità dei confini nazionali;?un potenziamento della rete GAMMA, prevedendo un estensione della copertura geografica, con la realizzazione di nuove stazioni da collocare in maniera privilegiate presso i centri urbani;
9 ?un miglioramento del sistema di trasmissione dei dati di misura al CEVaD e della metodologia di gestione ed elaborazione degli stessi, attraverso l adozione di un sistema informatizzato dedicato;?una maggiore integrazione tra le varie reti con fini di pronto allarme, mediante lo sviluppo di sistemi di rapido scambio informazioni sui dati rilevati, al fine di consentire all APAT di svolgere al meglio il proprio compito di punto di contatto nazionale per i sistemi internazionali di pronta notifica della Comunità Europea (ECURIE) e dell AIEA (EMERCON). E inoltre oggetto di valutazione l eventuale realizzazione di stazioni ad elevata sensibilità per la rilevazione a scopo di allerta di andamenti anomali del fondo naturale. L APAT ha infine avviato una collaborazione con l ENEA per l ottimizzazione della raccolta dei dati sulla radioattività ambientale prodotti dagli impianti nucleari nell ambito della gestione delle reti locali. Nel progetto è prevista anche la realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale (SIT), costruito nel rispetto degli standard del Sistema informativo Nazionale Ambientale (SINA) nel quale è previsto possano essere raccolti anche i dati prodotti dalle reti nazionali. ALLEGATO Art. 35 del Trattato Euratom Ciascuno Stato membro provvede agli impianti necessari per effettuare il controllo permanente del grado di radioattività dell'atmosfera, delle acque e del suolo, come anche al controllo sull'osservanza delle norme fondamentali. La Commissione ha il diritto di accedere agli impianti di controllo e può verificarne il funzionamento e l'efficacia Art. 36 del Trattato Euratom 1 Le informazioni relative ai controlli contemplati dall'articolo 35 sono regolarmente comunicate dalle autorità competenti alla Commissione, per renderla edotta del grado di radioattività di cui la popolazione possa eventualmente risentire Art. 104 del DLgs.230/95 Il controllo sulla radioattività ambientale e' esercitato dal Ministero per l ambiente e per la tutela del territorio; il controllo sugli alimenti e bevande per consumo umano ed animale e' esercitato dal Ministero della salute. I ministeri si danno reciproca informazione sull'esito dei controlli effettuati. Il complesso dei controlli e' articolato in reti di sorveglianza regionale e reti di sorveglianza nazionale. La gestione delle reti uniche regionali e' effettuata dalle singole regioni, secondo le direttive impartite dal Ministero della salute e dal Ministero per l ambiente e per la tutela del territorio. Le regioni, per l'effettuazione dei prelievi e delle misure, debbono avvalersi, anche attraverso forme consortili tra le regioni stesse, delle strutture pubbliche idoneamente attrezzate. Le direttive dei ministeri riguardano anche la standardizzazione e l'intercalibrazione dei metodi e delle tecniche di campionamento e misura. Le reti nazionali si avvalgono dei rilevamenti e delle misure effettuati da istituti, enti ed organismi idoneamente attrezzati.
10 Per assicurare l'omogeneità dei criteri di rilevamento e delle modalità di esecuzione dei prelievi e delle misure, relativi alle reti nazionali ai fini dell'interpretazione integrata dei dati rilevati, nonché per gli effetti dell'articolo 35 del Trattato istitutivo della CEEA, sono affidate all'apat le funzioni d coordinamento tecnico. A tal fine l'apat, sulla base delle direttive in materia, emanate dal Ministero della salute e dal Ministero per l ambiente e per la tutela del territorio: a) coordina le misure effettuate dagli istituti, enti o organismi di cui sopra, riguardanti la radioattività dell'atmosfera, delle acque, del suolo, delle sostanze alimentari e bevande e delle altre matrici rilevanti, seguendo le modalità di esecuzione e promuovendo criteri di normalizzazione e di intercalibrazione; b) promuove l'installazione di stazioni di prelevamento di campioni e l'effettuazione delle relative misure di radioattività, quando ciò sia necessario per il completamento di un'organica rete di rilevamento su scala nazionale, eventualmente contribuendo con mezzi e risorse, anche finanziarie; c) trasmette, in ottemperanza all'articolo 36 del trattato istitutivo della Commissione Europea per l Energia Atomica (trattato Euratom), le informazioni relative ai rilevamenti effettuati. Per quanto attiene alle reti nazionali, l'apat provvede inoltre alla diffusione dei risultati delle misure effettuate. 1 Legge del 14/10/1957 n Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi internazionali, firmati a Roma il 25 marzo 1957: a) Trattato che istituisce la Comunita' europea dell'energia atomica ed Atti allegati (Trattato del 25 marzo 1957); b) Trattato che istituisce la Comunita' economica europea ed Atti allegati (Trattato del 25 marzo 1957); c) Convenzione relativa ad alcune istituzioni comuni alle Comunita' europee. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 317 del 23/12/ supplemento ordinario 2 Decreto Legislativo n 230 del 17/03/199 Attuazione delle direttive Euratom 80/386, 84/467, 84/466, 89/618, 90/641 e 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti. Pubblicato su : Gazz. Uff. SO. n 136 del 13/06/ Circolare n. 2 del 3 febbraio 1987 del Ministero della Salute Direttive agli organi regionali per l esecuzione di controlli sulla radioattività ambientale 4 Decreto Legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001 Attuazione della direttiva 98/83 CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano 5 Raccomandazione 2000/473/Euratom dell 8 giugno 2000 sull'applicazione dell'articolo 36 del trattato Euratom riguardante il controllo del grado di radioattività ambientale allo scopo di determinare l'esposizione dell'insieme della popolazione. GU L 191 del Raccomandazione 2003/274/CE della Commissione, del 14 aprile 2003, sulla protezione e l'informazione del pubblico per quanto riguarda l'esposizione risultante dalla continua contaminazione radioattiva da cesio di taluni prodotti di raccolta spontanei a seguito dell'incidente verificatosi nella centrale nucleare di Chernobyl. GU L 99 del Raccomandazione della Commissione 90/143/Euratom, del 21 febbraio 1990, sulla tutela della popolazione contro l'esposizione al radon in ambienti chiusi, gazzetta ufficiale n. L 080 del 27/03/ Decisione del Consiglio 87/600/Euratom del 14 dicembre 1987 concernente le modalità comunitarie di uno scambio rapido d'informazioni in caso di emergenza radioattiva. gazzetta ufficiale n. L 371 del Assistenza all APAT per la revisione delle reti nazionali di controllo della radioattività ambientale Rapporto CTN AGF-T-RAP-01-12, Criteri per l adeguamento degli insiemi di dati sulla radioattività ambientale. APAT - Rapporto CTN AGF-T-RAP-00-04, 2000
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