RICOGNIZIONE DELLA TOMBA DI GIOVANNI BATTISTA MORGAGNI Relazione preliminare

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1 309 Fabio Zampieri - Alberto Zanatta RICOGNIZIONE DELLA TOMBA DI GIOVANNI BATTISTA MORGAGNI Relazione preliminare Padova, Chiesa di San Massimo 3 Maggio 2011, ore Presenti: Geometra Lorenzo Bareato, titolare dell impresa edile che eseguì il restauro della chiesa di San Massimo nel , e due collaboratori; Don Giovanni Brusegan, Rettore della Cappella Universitaria (chiesa di San Massimo); Dott. Girolamo Zampieri, già Direttore dei Musei Civici e Direttore Conservatore del Museo Archeologico di Padova; Dott.ssa Elda Omari, archeologa; Prof. Maurizio Rippa Bonati, docente di Storia della Medicina della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell Università di Padova; Prof. Andrea Drusini, professore straordinario di Antropologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell Università di Padova; Dott. Fabio Zampieri, storico della medicina, Università di Padova, Facoltà di Medicina, Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari - Sezione di Medicina Umanistica; Dott. Alberto Zanatta, antropologo, Università di Padova, Facoltà di Medicina, Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari - Sezione di Medicina Umanistica; Sig. Marco Pizzigolotto, tecnico audiovisivo della Sezione di Anatomia Patologica Speciale della Facoltà di Medicina dell Università di Padova. La tomba di G. B. Morgagni costituisce una delle sette fosse sepolcrali presenti nella chiesa di San Massimo, la cui lapide di copertura, a livello del pavimento della chiesa, è rivolta verso l altare di San

2 310 le chiese monumentali padovane ricognizione della tomba di giovanni battista morgagni 311 Giovanni Battista (fig. 1). La lapide si trova dunque a destra rispetto all entrata della chiesa, orientata verso Sud (fig. 2). Dopo un primo infruttuoso tentativo, avvenuto in data 18/04/2011, di sollevamento della lastra di marmo a copertura della tomba, a causa dell ossidazione dei chiodi di bronzo le cui borchie dovevano fungere da maniglie per la scoperchiatura (fig. 3), il geometra Bareato decideva di rimandare l operazione in data 03/05/2011. Il giorno prestabilito, il geometra Bareato praticava quattro fori sulla lapide, ciascuno equidistante da un angolo della lastra marmorea di copertura, in cui inseriva quattro viti a pressione con occhiello, a ciascuno dei quali assicurava un cavo d acciaio. I cavi così fissati fungevano da sostegno per un tubo d acciaio che, facendo perno su di un supporto di legno e mattoni, permetteva il sollevamento della lapide (fig. 4). Al di sotto della lastra marmorea si trovavano una guaina di materiale isolante e un ulteriore lastra di cemento, poste durante l ultimo restauro del per sigillare la tomba e proteggerla da eventuali infiltrazioni. La tomba è costituita da un ambiente quadrangolare profondo circa due metri e 25 cm, larga due metri e 10 cm da est a ovest e lunga un metro e 55 cm da nord a sud. Custodiva una congerie di crani e ossa disposte secondo lo schema in figura n. 5. Alla parete est della fossa, quella rivolta verso l altare maggiore, era addossata una serie di 14 crani disposti in 7 coppie, qui numerati progressivamente da C1 a C14 (vedi figg. 5, 6). Sono stati notati anche i resti di materiale ligneo in stato avanzato di decomposizione. Durante la ricognizione del 1900, a opera degli anatomisti Dante Bertelli e Giuseppe Sterzi, furono trovati 20 crani in un sotterraneo attiguo alla parete nord della tomba. Tali crani, dunque, non appartenevano alla tomba di Morgagni, ma derivavano probabilmente da sepolture precedenti. Questa seconda serie di crani, secondo la relazione redatta all epoca, furono posti vicino alla parete verso l altar Maggiore. 1 I crani da C1 a C14 corrispondono perciò, per posizione, ai 20 citati nella redazione del 1900, ma non per numero, mancandone 6 all appello. La parete nord, quella verso la navata centrale, ospitava una serie di 8 crani ben visibili e ben conservati, numerati progressivamente da C15 a C22 (vedi figg. 5, 7), mentre nell angolo nord-est furono ritrovati alcuni frammenti catalogati con la sigla C25 (figg. 5, 8). Questi 8 crani, insieme a due ulteriori crani custoditi in un vaso di terracotta, Fig. 1 - Lapide a copertura della tomba di Giovanni Battista Morgagni. 1 Ricognizione 1900 (cfr. Zampieri, Introduzione. La Relazione è riportata in Appendice) Fig. 2 - Pianta della chiesa di San Massimo con evidenziate le fosse sepolcrali (grigio), le relative lapidi (nero), e la tomba di Morgagni (giallo).

3 312 le chiese monumentali padovane ricognizione della tomba di giovanni battista morgagni 313 Fig. 3 - Le borchie per il sollevamento della tomba non si alzano dalla loro sede. Fig. 5 - Schema della disposizione dei resti nella tomba. La parete est è quella rivolta verso l altare centrale, la parete ovest verso l entrata della chiesa, la parete sud verso l altare di San Giovanni Battista, la parete nord verso la navata centrale (cfr. fig. 2). Fig. 4 - Il sollevamento della lapide. Fig. 6 - Doppia fila di 14 crani posti a ridosso della parete est, che è rivolta verso l altare centrale.

4 314 le chiese monumentali padovane ricognizione della tomba di giovanni battista morgagni 315 Fig. 7 - Cinque degli 8 crani ben conservati disposti lungo la parete nord. corrispondono agli 11 crani citati sia nella ricognizione del 1900 sia in quella del : essi costituiscono quindi i resti rinvenuti originariamente nella tomba di Morgagni. Nel caso della presente ricognizione, ne manca comunque uno all appello. Addossati alla parete sud e prominenti fino quasi al centro della fossa sepolcrale si trovavano numerosi frammenti ossei, evidenziati con la sigla FS in fig. 5 (per un particolare, vedi fig. 9). Per un censimento di tali resti, vedi più sotto. La parete ovest, infine, sul lato rivolto a sud, ospitava un vaso di terracotta di cm 25 d altezza per cm 24 di diametro, contenente due crani e alcuni frammenti scheletrici (fig. 10). Tale vaso era stato posto nel corso della prima ricognizione del 1868 a conservazione d un cranio e di alcune vertebre ritrovati nello stesso angolo sud-ovest. I responsabili della ricognizione giudicarono questi resti come quelli più vecchi e quindi di probabile appartenenza al Morgagni. Nel corso della ricognizione del 1900, oltre ai crani ritrovati addossati alla parete nord e ai frammenti nell angolo nord-est (C15-C22 e C25), furono trovati e ricostruiti i frammenti d un altro cranio che fu considerato appartenente a un individuo altrettanto vecchio di quello già conservato nel vaso, e in questo caso di sesso femminile, ragion per cui fu ritenuto di probabile appartenenza alla moglie dello scienziato forlivese e quindi inserito nello stesso vaso in cui, nel 1868, fu posto quel cranio che si pensava fosse di Morgagni. Una volta aperta la tomba, verificato il contenuto, eseguiti i rilievi fotografici e stabilito le procedure, il dott. Girolamo Zampieri e il prof. Andrea Drusini si calavano nella fossa per raccogliere il materiale osseo ivi contenuto (fig. 11). I crani furono disposti ciascuno in un sacco di plastica di 60x40 cm, contenitore standard per i pezzi anatomici in uso presso la sezione di Anatomia Patologica Speciale della Facoltà di Medicina dell Università di Padova, corredato da un cartellino recante la sigla progressiva stabilita (da C1 a C25). I resti scheletrici FS (fig. 5) furono anch essi raccolti nella loro integrità nei sacchi di plastica (fig. 12). Le operazioni di estrazione terminarono verso le ore Tutto il materiale, così assicurato, fu trasportato presso il vicino Museo di Anatomia Patologica della Facoltà di Medicina in via Gabelli 61, dove verrà analizzato e catalogato da antropologi, storici, medici e genetisti col fine di studiare più approfonditamente le spoglie del presunto Morgagni. Gli studi antropologici verteranno sulla catalogazione e misurazione dei resti, ciò che permetterà di individuare il numero minimo di Fig. 8 - Angolo nord-est in cui si vede, in basso a sinistra, uno degli otto crani ben conservati disposti lungo la parete nord, mentre in alto a sinistra s intravvedono frammenti di mandibole e calotte craniche; verso destra si possono notare 6 dei 14 crani disposti lungo la parete est. 2 Ricognizione 1868 (cfr. Zampieri, Introduzione. La Relazione è citata nel testo).

5 316 le chiese monumentali padovane ricognizione della tomba di giovanni battista morgagni 317 Fig. 9 - Particolare della massa di resti scheletrici trovati addossati alla parete sud (ed evidenziati con la sigla FS in figura 5). Fig Il dott. Girolamo Zampieri e il prof. Andrea Drusini all interno della fossa sepolcrale in procinto d estrarre il materiale scheletrico. Fig Vaso di terracotta contente i resti che furono giudicati, nel corso delle ricognizioni del 1868 e del 1900, come appartenenti a Morgagni e a sua moglie. Fig Materiale scheletrico raccolto.

6 318 le chiese monumentali padovane ricognizione della tomba di giovanni battista morgagni 319 individui, gli indici di statura, d età e di sesso, i markers occupazionali e le eventuali patologie di questa che può essere considerata, di fatto, una fossa comune. Lo studio genetico sarà rivolto alla ricerca di eventuali corrispondenze fra i DNA estratti dai crani - in quanto, in base ai documenti disponibili, sembra che nella fossa fossero sepolti anche tre figli del Morgagni morti prematuramente - e fra questi e quello che eventualmente si riuscirà a estrarre dai resti dei parenti di Morgagni (i genitori o i nipoti), di cui si è alla ricerca presso la città di Forlì. Giunti presso il Museo di Anatomia Patologica, sono state condotte le seguenti operazioni preliminari. I crani integri (14 della parete est e 8 della parete nord) sono stati ripuliti e ordinati (fig. 13). Altrettanto si è fatto per i due crani custoditi all interno del vaso di terracotta; crani che, come già annotato, secondo gli autori delle precedenti ricognizioni, avrebbero potuto appartenere a Morgagni (ricognizione del 1868) e alla moglie (ricognizione del 1900) (fig. 14). Come indicato nella relazione del 1868, sono state trovate anche due vertebre cervicali. Dalla relazione del 1900, sappiamo che il cranio considerato appartenere alla moglie di Morgagni è stato in parte ricostruito. I resti trovati nell angolo nord-est, catalogati con la sigla C25, hanno rivelato i seguenti elementi (fig. 15): - 9 mandibole, probabilmente appartenenti ai crani trovati presso le pareti nord ed est; - 2 denti isolati; - 7 elementi di frontale con orbita; - 3 temporali sinistri e 6 destri; - 1 osso sfenoide. Considerando che i 7 elementi di frontale con orbita corrispondono necessariamente alla presenza di 7 individui tumulati, ciò può colmare le lacune rilevate rispetto alla ricognizione del 1900 che registrava la presenza di 31 crani (11 crani osservati anche nel 1868 e 20 crani ritrovati presso il sotterraneo attiguo alla tomba). Ma, ancora. Considerato che nel corso della presente ricognizione furono trovati in totale 24 crani completi, cioè i 14 in doppia fila lungo la parete est (figg. 5 e 6), gli 8 crani lungo la parete nord (figg. 5 e 7) e i due crani custoditi nel vaso di terracotta (fig. 5 e 10), questi nuovi 7 individui sembrerebbero completare il conto di 31 crani-individui della ricognizione del Oltre ai 24 crani (fig. 13) e ai frammenti di C25 (fig. 15), i resti scheletrici ritrovati in FS sono stati censiti, suddivisi, catalogati e segnati come riportato nella tabella seguente. Ciascun frammento - a parte le vertebre, le costole, gli elementi dello sterno, delle rotule, delle fibule, dell osso sacro, delle mani e dei piedi - è stato contras- Fig I 22 crani delle pareti est e nord del sepolcro ripuliti. Fig Crani e frammenti ossei custoditi all interno del vaso di terracotta: a destra il presunto Morgagni, a sinistra sua moglie.

7 320 le chiese monumentali padovane ricognizione della tomba di giovanni battista morgagni 321 segnato con una sigla iniziale comune, TM, che sta per Tomba di Morgagni, con l iniziale della nomenclatura anatomica a cui si riferisce, F per Femore per esempio, con un numero progressivo da 01 in poi e con la sigla dx o sx a seconda che si tratti di un elemento anatomico del lato destro o sinistro del corpo. Abbiamo scelto di numerare quindi le scapole, le clavicole, i bacini e tutte le ossa lunghe (a parte le fibule) per la loro importanza ai fini d un adeguato studio antropometrico. ELEMENTO SCHELETRICO QUANTITÀ CLASSIFICAZIONE SCAPOLA CLAVICOLA OMERO RADIO ULNA COSTOLA STERNO VERTEBRA SACRO BACINO FEMORE TIBIA FIBULA CALCAGNO DITA 7 elementi di destra 8 elementi di sinistra 7 elementi di destra 4 elementi di sinistra 22 elementi di destra 29 elementi di sinistra 13 elementi di destra 18 elementi di sinistra 17 elementi di destra 15 elementi di sinistra 66 elementi 3 elementi 6 vertebre cervicali 1 atlante 2 epistrofeo 41 vertebre toraciche 32 vertebre lombari 5 vertebre fuse 11 elementi non identificabili 6 sacrali interi 12 frammenti 34 elementi di destra 23 elementi di sinistra 44 elementi di destra 45 elementi di sinistra 35 elementi di destra 29 elementi di sinistra 7 elementi di destra 5 elementi di sinistra 11 elementi non identificabili 19 elementi 14 elementi TMS01dx-TMS07dx TMS01dx-TMS08dx TMCL01dx-TMCL07dx TMCL01sx-TMCL04sx TMO01dx-TMO22dx TMO01sx-TMO29sx TMR01dx-TMR13dx TMR01sx-TMR18sx TMU01dx-TMU17sx TMU01sx-TMU15dx TMF001dx-TMF044dx TMF001sx-TMF045sx TMT001dx-TMT035dx TMT001sx-TMT029sx Fig Frammenti di crani e mandibole trovati in posizione C25 (vedi schema in fig. 5). Oltre ai frammenti riportati qui sopra, sono stati ritrovati, nella zona contrassegnata con FS in figura 5, i seguenti reperti: - 1 mandibola di adulto; - 1 emimandibola destra; - 1 osso frontale intero con orbite probabilmente di giovane; - 1 frammento di osso frontale con orbita sinistra; - 2 frammenti di calotta cranica (fig. 16). Il frammento n. 3, dunque, corrispondeva necessariamente alla presenza d un ulteriore soggetto, oltre ai 31 già contati, che non fu individuato nel corso delle ricognizioni precedenti, probabilmente perché nascosto al di sotto della massa di ossa in parte addossate alla parete sud e catalogate in FS. Sparsi fra i materiali ossei, sono venuti alla luce anche alcuni frammenti di chiodi e oggetti metallici (fig. 17).

8 322 le chiese monumentali padovane ricognizione della tomba di giovanni battista morgagni 323 RIPOSIZIONE DEI RESTI SCHELETRICI E CHIUSURA DELLA TOMBA Padova, Chiesa di San Massimo 16 Maggio 2012, ore Fig Frammenti individuati fra la massa di resti scheletrici addossati alla parete sud e contrassegnata con la sigla FS. In presenza dei dottori Girolamo Zampieri, Fabio Zampieri e Alberto Zanatta; del geometra Lorenzo Bareato, di due collaboratrici e di Don Giovanni Brusegan, i resti scheletrici sono stati ricollocati nella fossa sepolcrale, ora sigillata, la cui copertura in marmo è stata accuratamente restaurata. Per quanto riguarda i crani, si è deciso di mantenere lo stesso ordine in cui sono stati rinvenuti nel corso della ricognizione della tomba del Morgagni effettuata nel 1900, mentre per i resti ossei si è scelto di mantenere la suddivisione utilizzata per il loro studio antropometrico, in cui gli elementi scheletrici, suddivisi come da schema riportato nel paragrafo precedente, sono stati raccolti in sacchetti di plastica di 60x40 cm (fig. 18). Si è deciso di lasciare all interno della fossa anche una copia della relazione dell ultima ricognizione (2011) e una copia di un testo iconografico su Morgagni pubblicato in occasione delle celebrazioni morgagnane (fig. 19) 3. Per ulteriori analisi, finalizzate all esatta individuazione delle spoglie di Morgagni, si è scelto di prelevare alcuni campioni biologici. Sono stati raccolti e catalogati un dente per ciascun cranio della serie da C15 a C22, cioè quelli ritrovati nel corso delle precedenti ricognizioni, appartenenti dunque a individui, fra i quali potrebbe esserci Morgagni stesso. All interno del vaso di terracotta in cui si trovavano le pre- Fig Ricollocazione dei crani e dei resti scheletrici nella tomba di Morgagni. Fig Copie della relazione sulla ricognizione del 2011 e del volume iconografico su Morgagni.posizionati nella tomba, a fianco delle presunte spoglie dell anatomista. Fig Frammenti metallici ritrovati nella tomba. 3 Zampieri-Zanatta-Rippa Bonati 2012.

9 325 sunte spoglie di Morgagni e della moglie, si sono rinvenuti alcuni denti sparsi, e di questi si è voluto conservare un canino perché s inseriva perfettamente nell alveolo corrispondente al presunto cranio di Morgagni. Tale cranio presentava anche il terzo molare dell emiarcata destra superiore incluso, ma si è scelto di non estrarlo per non rischiare di deturpare il mascellare (fig. 20). Sulla base della relazione della prima ricognizione del 1868, inoltre, sappiamo che del presunto cranio di Morgagni furono rinvenute due vertebre, l atlante e l epistrofeo, trovate anche nella ricognizione del 2011 all interno del vaso di terracotta. Si è scelto di conservare l epistrofeo come eventuale fonte di DNA per ulteriori accertamenti (fig. 21). Questi reperti sono custoditi, in sicurezza, presso il Museo di Anatomia Patologica dell Università di Padova. Del presunto cranio di Morgagni, infine, è stato eseguito un perfetto calco in gesso dallo scultore padovano Roberto Cremesini (fig. 22). Fig Base del presunto cranio di Morgagni, in cui si può vedere il terzo molare destro incluso. Fig. 21- Epistrofeo appartenente alle presunte spoglie di Morgagni conservato per ulteriori studi. Fig Foto del calco del cranio e della mandibola del presunto Morgagni. Alberto Zanatta* STUDIO ANTROPOMETRICO DEI RESTI SCHELETRICI DELLA TOMBA DI MORGAGNI 1 Introduzione La tipologia di deposito trovata all interno della tomba ha obbligato un indagine separata degli elementi anatomici: le ossa erano appunto completamente spaiate e non in connessione anatomica. L indagine antropologica svolta su tutti gli elementi anatomici è iniziata con una prima osservazione morfologica del campione e con una successiva verifica di misure ed indici utilizzando appropriati strumenti scheletrometrici. In seguito vi è stata una stima del numero minimo di individui, dell età e del sesso, per poi prendere in considerazione la presenza di marker occupazionali e di eventuali patologie. Per poter avere una corretta stima sul numero minimo di individui e per una completa analisi di marker e patologie si sono dovuti catalogare e analizzare tutti gli elementi scheletrici presenti, per un numero complessivo di 647. Dopo il recupero dalla chiesa di San Massimo, i reperti sono stati studiati presso il Museo di Anatomia Patologica in diverse fasi che possono essere così schematizzate: 1. Inventario e pulizia. 2. Analisi morfologica e smistamento. 3. Catalogazione. 4. Analisi antropometrica. 5. Determinazione dell età e del sesso. 6. Stima della statura. 7. Calcolo del numero minimo di individui (NMI). * Università degli Studi di Padova. Facoltà di Medicina, Dipartimento di Scienze Cardiologiche, Toraciche e Vascolari. Sezione di Medicina Umanistica. 1 Colgo l occasione per ringraziare il dott. Fabio Zampieri dell assistenza avuta nell esecuzione delle misure antropometriche qui presentate.

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