Amici di Follereau GUINEA BISSAU. per i diritti degli ultimi. Le donne raccontano le lotte per i propri diritti e lo sviluppo della comunità

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1 Amici di Follereau 3 marzo 2015 per i diritti degli ultimi Anno LIV - n.3 / marzo Poste Italiane SPA, Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv.in.l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, c.1, CN/BO - Filiale di Bologna 2 since 1961 with the poorest GUINEA BISSAU Le donne raccontano le lotte per i propri diritti e lo sviluppo della comunità

2 GML 2015 Vivere è aiutare a vivere La 6 ^ Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra: un grande successo Una festa che ha coinvolto più di volontari in 800 piazze in tutta Italia Le voci delle volontarie È una giornata in cui ancora una volta qualcuno risveglia qualcun altro Ci serve per esprimere in modo concreto la solidarietà verso gli ultimi Un occasione per capire che ci sono altri che hanno bisogno di noi Siamo qui per risvegliare l attenzione delle persone che sono distratte Aifo a piazza San Pietro Esprimo la mia vicinanza a tutte le persone che soffrono per questa malattia e a chi lotta per rimuovere le cause del contagio, cioè condizioni di vita non degne dell uomo Papa Francesco, all Angelus di domenica 25 gennaio 2015

3 Editoriale Donne d Africa, donne di speranza E vai, macinando miglia, ingoiando polvere, caricando pesi, coltivando sogni e continui ad andare instancabile venditrice di speranze. (Elisa Kidané) C are amiche, cari amici, ancora una volta l 8 marzo ricorderemo le donne di tutto il mondo: anche se le donne non dovrebbero avere certo bisogno di una data per farsi ricordare. L altra metà del cielo non è ancora abbastanza considerata e rispettata in tante parti del mondo, dove non le vengono riconosciuti neanche i diritti fondamentali. Vorrei ricordare però oggi in particolare le Donne d Africa, tratteggiate da questi bellissimi versi di Elisa Kidané, le Donne d Africa, che tanto ho imparato a considerare e stimare durante il mio lungo soggiorno nei loro paesi. Sono il fulcro della famiglia, la maggior forza lavoro nella produzione agricola ed alimentare, instancabili da prima dell alba a dopo il tramonto: con i figli, con la terra, al mercato, in ospedale ed anche nella vita sociale e politica, nella difesa della pace contro la guerra e le guerriglie di anni. Sono il punto di forza dei nostri Progetti: una donna che ha capito diventa una testimone per la famiglia e per tutto il villaggio. Ma è indispensabile che le diamo una mano, è indispensabile aiutarle a valorizzarsi, a far valere i propri diritti, ma prima di tutto, a sapere e a conoscere che ha dei diritti. Il diritto ad andare a scuola quanto i suoi fratellini maschi. Il diritto ad essere rispettata come persona e non ad essere comprata o violentata. Il diritto a non morire di parto, come capita ancora con una altissima percentuale a tante, tante donne africane. Non ti stanno facendo un favore: hai proprio diritto ad essere curata, assistita, ad andare a scuola, ad essere rispettata. È per questo che i nostri Progetti si rivolgono prima di tutto alla gente, coinvolgendola, dando coscienza della loro dignità e del loro valore e della possibilità di realizzare speranze. Così possiamo dare veramente una mano a queste meravigliose donne per una vita meno faticosa e più umana, e con esse a tutto il paese. Perché qui Donna vuol dire sempre mamà, vuol dire bambino e meno malnutrizione, vuol dire scuola, vuol dire collaborazione e solidarietà con le altre donne, vuol dire diffusione di notizie (meglio che col tam tam), vuol dire alimentazione, agricoltura e mercato, vuol dire politica migliore e pace. Poi, prima che spunti il sole, riprendi il cammino anticipando l alba, generando aurora, inventando futuro. (Elisa Kidané) LE donne il punto di forza dei nostri progetti: una donna che ha capito diventa una testimone per La famiglia E per tutto il villaggio. ma è indispensabile che LE diamo una mano, è indispensabile aiutarle a valorizzarsi, a far valere i propri diritti, ma prima di tutto, a sapere E a conoscere che ha dei diritti. Anna Maria Pisano

4 aifo racconta GUINEA BISSAU: LE DONNE PRENDONO IN MANO LA PROPRIA SALUTE Un Progetto innovativo a sostegno dei gruppi di donne, contro la violenza e per il miglioramento delle condizioni di vita di tutta la comunità di Esther Samper e Adulai Baldé Aifo è presente in Guinea Bissau da moltissimi anni con diverse attività. Tra queste, il Programma per la difesa della salute della donna nella regione di Gabú, nella parte orientale del paese ai confini con la Guinea Conakry, è particolarmente significativo. Iniziato alcuni anni fa, sostenuto da un finanziamento dell Unione Europea, prevede numerose azioni, come la formazione e l aggiornamento del personale sanitario, la ristrutturazione dei servizi materno-infantili, la fornitura di attrezzature e medicinali. Le iniziative più innovative del Progetto sono due e corrispondono all esperienza delle due donne di cui raccontiamo la storia. La prima è la messa in opera di un Sistema di Allarme Comunitario attraverso una rete di gruppi di donne. La seconda iniziativa è il sostegno ai gruppi di autoaiuto costituiti da donne che, grazie ad un fondo di rotazione solidale, sono in grado di accrescere il benessere delle donne e della popolazione. Il Progetto è strettamente legato ad un altro, nella stessa regione di Gabú, per la riduzione della mortalità infantile. Spesso le precarie condizioni di salute delle partorienti e delle madri, la loro alimentazione insufficiente, sono causa di un elevata mortalità infantile. Si veda l Appello in quarta di Copertina. SALIMATO ASPETTA UN BIMBO Fonte: Irene Carlos Mi chiamo Salimato e sono nata in un villaggio della regione di Gabú. Come le altre bambine andavo a scuola e aiutavo a casa. Però mi piaceva giocare a fare la grande. Un giorno mi hanno portato nel Centro di salute della città, e lì ho conosciuto un infermiera. È stato allora che ho pensato: da grande curerò gli altri. I miei sogni, però, hanno cominciato presto ad andarsene. Nel villaggio le bambine a partire dai nove anni smettono di andare a scuola e devono restare a casa con le donne e aiutarle nei lavori domestici e a servire gli uomini. Dovevo imparare ad essere una donna rispettosa. Mio padre aveva già scelto il mio futuro marito. Secondo la tradizione, le figlie accettano la decisione e aspettano che venga quel giorno. E il giorno arrivò quando avevo appena compiuto 14 anni. Una notte di luna piena, venne a prendermi Bussiro, di trent anni più grande di me, era vedovo e padre della mia migliore amica. Così è iniziato il mio calvario. Non ero mai stata sola con un uomo. Adesso non avevo più voglia di diventar grande. Piangevo tutte le notti, dopo esser stata violentata più volte da quell uomo. Avevo dolori in tutte le parti del corpo, non mangiavo e non sentivo più fame, sognavo solo di fuggire. Quando chiedevo aiuto a mia madre, la risposta era sempre la stessa: Questo è il tuo destino, devi onorare la tua famiglia e tuo marito. Intanto mi ero quasi abituata alla nuova vita. Alle 5 del 4 amici di follereau n. 3 / marzo 2015

5 aifo racconta mattino mi alzavo a pregare, poi andavo a prendere l acqua, e preparavo i pasti come piacevano a mio marito. Gli facevo trovare i vestiti sempre ben puliti, la casa perfettamente in ordine, e faticavo nel piccolo orto familiare. Un bel giorno Bussiro mi dice che ci saremmo trasferiti in città, a Gabú, per un certo tempo, perché doveva vendere nei mercati settimanali. Ero contenta, la mia vita pensavo sarebbe migliorata, anche se nel quartiere dove ci eravamo installati non c erano più comodità rispetto al villaggio. Nel frattempo, dopo tre anni di matrimonio, sono rimasta incinta, e questo mise fine all impazienza delle famiglie. Bussiro andava a vendere nei mercati della zona, mi lasciava sola e senza soldi per comprarmi da mangiare. Per fortuna le mie vicine mi portavano un po di frutta e mi invitavano a casa loro, così ero meno sola. Ma io mi sentivo sempre più debole. Quando Bussiro tornava a casa, se le vendite non erano andate bene e osavo dirgli che avevo fame, mi picchiava senza pietà. Questa violenza divenne purtroppo abituale. Per fortuna la sua storia, che raccontava alle vicine, è arrivata alle mie orecchie ricorda Aua Baldé e così ho attivato il Sistema di Allarme Comunitario, di cui faccio parte. Quando andai a casa di Salimato, aveva ancora i segni sulle braccia dell ultima aggressione. Alcuni giorni di conversazione bastarono per avere la sua fiducia e potei convincerla a parlare con il capo del quartiere, un autorità tradizionale in grado di risolvere i conflitti. Un gruppo di attiviste la proteggevano. Una di loro l accolse in casa. Due giorni dopo, quando il marito fu di ritorno, non trovò Fonte: Irene Carlos la moglie incinta. Lo avvisarono che il capo del quartiere voleva vederlo, ma non trovò il coraggio di andarci. Anche i genitori di Salimato furono avvisati. Mio padre mi riportò a casa e dichiarò il divorzio da Bussiro. Adesso sono seguita dal Centro di salute, dove mi hanno trovato una forte anemia, da cui mi sto ristabilendo. Sto aspettando che al momento di partorire un infermiera, del nuovo reparto di maternità dell Ospedale regionale di Gabú, mi curi, come avevo sognato di fare da bambina. IL SISTEMA DI ALLARME COMUNITARIO BISSAU GABÚ A Gabú, attraverso il Progetto sostenuto da Aifo, funziona il Sistema di Allarme Comunitario. Composto da una trentina di associazioni di base, prevalentemente di donne, i 330 attivisti, donne e uomini, sensibilizzano le proprie comunità su come evitare la mortalità materna e la violenza contro le donne, così quando incontrano casi di mortalità o di violenze, li comunicano alle autorità sanitarie e tentano di proteggere le vittime. Queste associazioni ricevono una formazione specifica, anche se non sono specializzate, sanno identificare situazioni di rischio e sanno come agire nelle proprie comunità. Il Progetto sta permettendo a donne e a uomini di Gabú di prendere coscienza. La forza della comunità può combattere la violenza. Fermarla è qualcosa che sta nelle loro mani. La discussione è entrata nelle case, nelle strade, nelle radio comunitarie. Il cammino per ridurre la sofferenza delle donne e delle bambine è iniziato. Insieme ad altri progetti fa parte della costituenda rete per il monitoraggio epidemiologico in una regione priva di rilevazioni e statistiche. amici di follereau n. 3 / marzo

6 aifo racconta DONNE INTRAPRENDENTI, LA STORIA DI ALARBA Vivo con mio marito in un villaggio racconta Alarba, 35 anni e madre di 5 bambini nel settore di Boé, una zona molto povera e isolata. Per noi era difficile mandare avanti la famiglia. Così sono entrata a far parte di un gruppo di donne, Djatigui Nene (Madri Amiche), dove cerchiamo di aiutarci a vicenda. Un giorno, dopo che un animatrice del Progetto Aifo ci aveva spiegato come funzionava, ricevo franchi CFA (quasi 46 ) per sostenere il mio piccolo commercio: sapone, sale e zucchero, poche cose in realtà, che mettevo tutte le mattine su tavole di legno, davanti alla porta di casa. Ho deciso allora di andare in città, a Gabú, per comprare quello che serve al gruppo e al villaggio perché qui, con la stagione delle piogge, diventa veramente difficile spostarsi. Sono partita e ho comprato mezzo sacco di zucchero, una cassa di saponi e altri prodotti. Ho continuato a vendere come prima, davanti a casa, ma adesso avevo più cose. Con mia grande felicità, prima dei tre mesi che mi erano stati dati per restituire il prestito, avevo triplicato la somma ricevuta. Come previsto ho subito restituito quanto dovuto, così un altra donna del gruppo ha potuto a INvESTIRE NELLA SALUTE DELLE DONNE Il Progetto Aifo ha identificato 75 gruppi di donne, la maggioranza in età fertile o in situazione di vulnerabilità per concedere piccoli prestiti. All inizio sono state spiegate la finalità del fondo e l importanza della dinamica di auto-aiuto; capi tradizionali e uomini sono stati coinvolti per assicurare consenso al Progetto. Si tratta di un fondo di rotazione solidale poiché il denaro è restituito con un 2% di interesse, in modo da permettere ad altri di beneficiarne. Gli uomini non possono ricevere prestiti, alcuni sono ammessi nei comitati di gestione per la loro istruzione. Ogni gruppo riceve circa 800, 500 in denaro e 300 in materiali per migliorare le attività produttive e ridurre i tempi di lavoro. Ogni gruppo è formato da donne, in totale circa 2500 donne beneficiano dei fondi. I gruppi ripartiscono il fondo al proprio interno, a singole o a un sottogruppo. Se alcune non restituiscono il denaro in tempo, il resto del gruppo deve mettere la sua parte fino a integrare il fondo. Fonte: Irene Carlos sua volta avviare un altra attività. Così funziona al nostro interno. Intanto pensavo a come utilizzare il denaro rimasto. Avevo sempre desiderato avere un mio negozietto, senza aver mai trovato i mezzi per farlo. Sono andata così avanti e indietro per procurami in città la merce più richiesta. Nel giro di un anno sono riuscita a costruire un piccolo negozietto, addosso al muro della mia casa. Ora mi posso permettere di fare credito alle donne del gruppo che comprano da me. Quando l équipe del Progetto Aifo è venuta a visitare il gruppo è rimasta sorpresa per quello che avevo saputo fare. È un esempio mi hanno detto che altre dovrebbero seguire. Non sono certo diventata ricca ma in questo modo posso mandare i miei figli a scuola, e tutte insieme possiamo far fronte alle emergenze. Ad esempio se una di noi deve partorire ed è a rischio possiamo assicurare il trasporto fino al Centro di salute o all ospedale di Gabú; lo stesso vale per i neonati o per qualunque altra emergenza per la salute. Se qualcuno di noi ha dei bisogni importanti possiamo affrontare insieme il problema e cercare di risolverlo. Noi donne del gruppo vediamo ormai le cose in modo nuovo. 6 amici di follereau n. 3 / marzo 2015

7 since 1961 with the poorest 5X1000 Dona il tuo 5X1000 ad AIFO Destina il tuo 5 per mille ad Aifo: puoi trasformare la tua dichiarazione dei redditi in un atto di solidarietà concreta e contribuire alla realizzazione dei nostri progetti sociosanitari. Metti la tua firma nello spazio Scelta per la destinazione del 5x1000 dell Irpef nell area dedicata al Sostegno del volontariato e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale. Scrivi il nostro codice fiscale Amici di Follereau Mensile per i diritti degli ultimi, dell Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau (Aifo) Via Borselli Bologna Tel Fax redazione-adf@aifo.it Lettere alla Redazione: lettere-adf@aifo.it Direttore Responsabile Mons. Antonio Riboldi Direttore Anna Maria Pisano Redazione Luciano Ardesi (Caporedattore), Nicola Rabbi Progetto Grafico e Impaginazione Swan&Koi srl Hanno collaborato a questo numero Attilio Aleotti, Abdulai Baldé, Anna Maria Pisano, Esther Samper Fotografie Archivio fotografico di AIFO, Irene Carlos Abbonamenti - Amici di Follereau Le attività dell Associazione sono il frutto della solidarietà e della condivisione di coloro che la sostengono. Puoi contribuire anche tu, sottoscrivendo l abbonamento ad Amici di Follereau Ordinario 13 / Simpatizzante 18 / Sostenitore 30 Tiratura xxxx copie Chiuso in in tipografia il il 10/02/2015 xx/xx/xxxx Il Il numero di di Febbraio è stato spedito il 02/02/2015 il xx/xx/xxxx Stampa: SAB Trebbo di Budrio (BO) POSTALIZZAZIONE DATA MEC srl, via Speranza, San Lazzaro (BO) Associato all Unione Stampa Periodica Italiana (USPI) Autorizzazione del Tribunale di Bologna N. 2993, del 19 aprile 1962

8 APPELLo GUINEA BISSAU RAFFORZARE I DIRITTI DELLE DONNE Un sistema di allerta comunitario e gruppi di auto aiuto sostengono la salute e i diritti delle donne, e promuovono l intera comunità Per un aiuto ConCreto Formazione per la raccolta dei dati epidemiologici 150 Bicicletta per l agente di salute comunitaria 55 Formazione comunitaria ai gruppi di donne 50 Come fare la tua donazione Bollettino postale n intestato a: AIFO - Onlus, Bologna Conto Banca Popolare Etica, IBAN: IT 89 B Carta di credito: telefona al n. verde Aifo oppure su clicca: Dona Online Pagamento periodico bancario SEPA SDD (ex RID) richiedi il modulo al n. verde Aifo Le donazioni con queste modalità (non in contanti) sono fiscalmente deducibili Numero verde Aifo