Scritto da Alessio C. Martedì 28 Settembre :22 - Ultimo aggiornamento Martedì 05 Ottobre :59

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1 Oggigiorno le potenze in gioco dei vari componenti, anche quelli di fascia media, sono molto elevate, tanto da non rappresentare un grande problema per le Performance. La stessa cosa, però, non la si può dire per il reparto dello storage, che dalla presentazione dell' interfaccia Sata II, ad esclusion fatta per la commercializzazione degli SSD, si è incentrato solamente sullo sviluppo delle capacità dei dischi, tanto da arrivare a soluzioni superiore al TeraByte, ma soprattutto sulla possibilità di fornire tali capacità a prezzi contenuti, così da renderle facilmente accessibili a molte persone. Questo ha portato ad uno squilibrio notevole nelle performance dei componenti installati su un PC, poichè un repentino aumento delle prestazioni del Hardware come CPU, VGA e memorie non è stato accompagnato da un incremento simile per quanto riguarda le periferiche per lo Storage, causando così gli inevitabili, e tanto odiati, colli di bottiglia. Qualcosa si comincia a muovere, grazie all' introduzione di periferiche Sata III e USB 3.0, che, grazie ad una banda passante elevata, non creano rallentamenti eccessivi durante l' uso del Computer, ma che restano comunque soluzioni poco diffuse, visto la bassa offerta di prodotti nel mercato, e l' obbligatorietà di possedere una scheda madre compatibile. Il modo più veloce per risolvere tale problema, e quindi di ottenere le massime prestazioni da un PC, è quello di assemblare un sistema RAID 0, soluzione facile da realizzare tanto da diventare sempre più diffusa nelle postazioni da casa. In questa recensione andremo a mostrarvi come l' ausilio del RAID 0 possa portare dei benefici alle performance del sistema, attraverso alcuni test condotti con una coppia di Kingston SSD Now V+ 128GB, disco che abbiamo già avuto modo di testare qui, ma non prima di avervi spiegato come funziona tale tecnologia, e soprattutto la differenza tra i vari tipi di RAID attualmente realizzabili. Nell'ambito server, e molto più spesso anche nell'utilizzo domestico per piattaforme ad alte prestazioni, è sempre più diffusa la tecnologia RAID, un sistema che permette di utilizzare più dischi contemporaneamente per migliorare performance e/o sicurezza dei nostri dati. Col ridursi del costo degli Hard drive, infatti, il RAID è diventato sempre più accessibile all'utenza che desidera alte prestazioni o maggior affidabilità, e nei PC enthusiast esso è diventato un must-have per permettere un alta resa prestazionale. Tuttavia chi non si è mai addentrato in questo settore potrebbe non essere a conoscenza dei benefici del RAID, non prendendolo quindi in considerazione per la propria configurazione. Vogliamo dunque, in questo breve paragrafo di chiarimento, illustrare in modo semplice di che 1 / 7

2 cosa si tratta, dell'utilizzo pratico di questa tecnologia, le sue origini e i vantaggi che essa comporta. Per la nostra spiegazione a questo supporto, iniziamo parlando del nome. L'acronimo RAID infatti significa Redundant Array of Independent Disks ovvero Insieme ridondante di dischi indipendenti. Esso indica che questa tecnologia permette l'utilizzo di più dischi per garantire la ridondanza dei dati, ossia che i dati si ripetano più di una volta in modo da evitarne la perdita. La parola Independent originariamente, e con un accezione valida tutt'ora, era Inexpensive. Essa indicava cioè il fatto che questa tecnologia risultasse poco costosa da applicare. Esistono diversi tipi di RAID utilizzabili a seconda della disponiblità di hard drives e in base a ciò che si vuole ottenere. Sono distinti da un numero, che ne identifica le peculiarità e la destinazione. Le tipologie più utilizzate nell'uso comune sono il RAID 0, RAID 1, RAID 0+1 (oppure 1+0) e RAID 5. Probabilmente la più importante (pur non essendo considerata un vero e proprio RAID, poiché non presenta la ripetitività dei dati, da cui la R di Redundant nel nome) è il RAID 0 che permette di ottenere un netto miglioramento prestazionale pur comportando un piccolo rischio di perdita dei dati. Al contrario, il RAID 1, ugualmente molto utilizzato, è la tipologia più semplice in grado di assicurare i dati dal danneggiamento causato da malfunzionamenti di un disco. Parleremo in modo dettagliato delle due tipologie fondamentali nella pagina successiva. Analizziamo ora le varie tecnologie, cercando inoltre di metterle a confronto. Partiremo dunque dalle tipologie più famose e già accennate nella pagina precedente. Il RAID 0, forse il più famoso e utilizzato nei PC Enthusiast, è caratterizzato dallo striping dei dati. Si tratta cioè di una divisione dei dati fra più dischi, in cui non sono contenute informazioni doppie. In ciascun hard drive vengono infatti divisi equamente i dati, formando un unico disco logico con maggiori prestazioni di lettura e scrittura. Infatti ciascun disco dovrà leggere o scrivere parallelamente dati diversi, aumentando così considerevolmente la velocità nell'eseguire una data operazione. Nonostante i vantaggi portati, c'è da tener conto che la perdita di una porzione dei dati in un disco comporterebbe la perdita della restante parte concatenata nel secondo disco, esponendo i file e il filesystem ad un rischio maggiore. Tuttavia la vita media di molti supporti attuali è tale da permettere un utilizzo con un buon margine di sicurezza. Il RAID 1 è il vero e proprio RAID inteso nel vero e proprio significato del termine. Esso infatti è un unione di due dischi che svolgono lo stesso lavoro. Questa funzione (che prende il nome di mirroring) permette di avere una copia esatta dei dati di un disco anche in un secondo supporto. 2 / 7

3 Se entrambi i dischi lavorano alle stesse prestazioni non ci sarà nessuna perdita prestazionale, tuttavia garantiremo che i dati restino preservati da rotture fisiche di uno dei dispositivi. I sistemi operativi multi-threading attuali inoltre permettono, tramite un sistema con dischi in RAID 1, l incremento prestazionale sul tempo di lettura. Infatti i dischi potranno eseguire la lettura di porzioni di dati differenti, poiché la copia speculare permette una lettura in parallelo. In questa pagina analizziamo invece altre tipologie RAID, meno utilizzate ma comunque indispensabili soprattutto per certi ambienti che richiedono prestazioni e velocità, pur utilizzando un numero maggiore di dischi. Abbiamo parlato precedentemente di RAID 0 e RAID 1, ma è possibile inoltre combinare le due tipologie in modo da formare il RAID 0+1 e il RAID 1+0. Sebbene richiedano un numero elevato di dischi, e quindi non siano utilizzati comunemente, questi due tipi di RAID sono il connubio tra velocità e sicurezza. Infatti vengono utilizzati simultaneamente RAID 0 e RAID 1. Tra le tipologie 0+1 e 1+0 varia solamente la disposizione dei dischi, poichè potrebbero essere utilizzate diverse coppie di dischi in RAID 1 in RAID 0 come se si trattasse singoli dischi, oppure gruppi di dischi in RAID 0 utilizzati in RAID 1. Per fare un esempio pratico, supponendo di avere quattro dischi da 200GB, sarà possibile utilizzare i dischi a coppie in RAID 0, e utilizzare ciascuna coppia in RAID 1 in modo da avere la ridondanza. Questo è il caso del RAID 0+1. Il RAID 1+0 viceversa utilizza, nel nostro esempio, 2 coppie di dischi in RAID 1 che vengono lette come un solo disco logico. Le due unità risultanti verranno quindi gestite secondo il RAID 0. Entrambi i metodi, comunque, permettono di avere la copia speculare dei dati. Un'ulteriore tecnologia molto utilizzata è quella del RAID 5 che utilizza un calcolo di parità per "ricostruire" eventuali dati persi. Questa tecnologia ha un efficienza maggiore del mirroring (RAID 1) poichè è sufficiente utilizzare solamente un disco in più rispetto a quelli richiesti (2+1, 3+1 e così via). Supponendo di avere quattro dischi, essi saranno divisi in quattro parti, di cui 3 conterranno i dati mentre uno verrà utilizzato. Il calcolo di parità, nella pratica, è un operazione molto elaborata. Tuttavia ci è sufficiente sapere che permette un buon margine di sicurezza dei dati pur mantenendo un uso "intelligente" dello spazio e dei dischi impiegati. Sebbene questa tecnologia sia stata per molto tempo destinata all'utilizzo su dischi SCSI, controller RAID economici e recenti permettono di utilizzare questa tipologia di RAID anche con dischi IDE o SATA. 3 / 7

4 Per i test ci siamo serviti della seguente piattaforma: I dischi usati sono i Kingston SSD Now V+ 128GB rappresentati nella foto sottostante. I test sono stati suddivisi in due tronconi. Inizialmente abbiamo voluto eseguire un confronto tra la soluzione Single Disk e quella Raid variando lo spazio occupato nei dischi e utilizzando il software HD Tune Pro. Questo perchè un difetto degli SSD è quello di perdere prestazioni all' aumentare della quantita di file immagazzinata al loro interno. In ultimo abbiamo voluto fare un confronto tra le due soluzioni a dischi completamente vuoti, utilizzando i software Atto Disk Benchmark e Crystal Disk Mark. 4 / 7

5 In questa pagina analizzeremo la variazione dei valori di Transfer Rate in lettura e scrittura in relazione alla quantità di file immagazinati nel disco, nella soluzione con SSD singolo. Nei seguenti tre screen sono visualizzati i risultati ottenuti rispettivamente con il disco completamente vuoto, occupato al 50% e riempito per il 100%. In questa pagina analizzeremo la variazione dei valori di Transfer Rate in lettura e scrittura in relazione alla quantità di file immagazinati nel disco, nella soluzione RAID0. 5 / 7

6 Nei seguenti tre screen sono visualizzati i risultati ottenuti rispettivamente con il disco completamente vuoto, occupato al 50% e riempito per il 100%. Nel seguente grafico sono riportati i risultati ottenuti nei test precedenti. Come si vede i valori di lettura e scrittura della soluzione Raid sono nettamente più elevati di quelli registrati con il singolo SSD. Ottima anche la stabilità mostrata dal RAID, che non presenta delle Performance oscillanti come accadeva con il singolo disco. Questo è riconducibile al controller della scheda madre, che, una volta collegati i dischi in RAID 0, svolge un lavoro molto più importante rispetto a quello condotto con singolo SSD, riuscendo a "mettere dei tappi" sulle falle del controller usato da Kingston. 6 / 7

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