STUDIO AUMENTO PRODUZIONE ACQUE E FANGHI
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1 STUDIO AUMENTO PRODUZIONE ACQUE E FANGHI PROPONENTE: SAMMONTANA S.p.A. PROGETTO: Incremento capacità di produzione di gelati e di pasticceria surgelata Sede legale: Via Tosco Romagnola, Empoli (FI) Sede impianto: Via Strà, Colognola ai Colli (VR) COMPILATORE: S.P.S. ECOLOGIA S.r.l. Via Matteotti, S. AMBROGIO DI V.LLA (VR) Coordinatore Responsabile - Dott. Chimico Alessandro Zanon Dott. in Scienze Ambientali: Sara Giacopini Verona, 8 marzo 2017 Sammontana_VIA_fanghi_0317.docx 5303/169/17 SG
2 PREMESSA Nella presente si provvede ad uno studio del possibile aumento della produzione di fanghi e di scarichi idrici produttivi a seguito dell incremento della produzione, come da richiesta del Comitato Tecnico V.I.A.. Si precisa che nella relazione di verifica di assoggettabilità a V.I.A., è stato dichiarato che, a seguito dell aumento di produzione in progetto: è previsto un aumento dei consumi di acqua proveniente dall acquedotto e utilizzata sia come materia prima che per i servizi igienico-assistenziali, la quota di acqua destinata ai lavaggi e quindi destinata all impianto di depurazione subirà un incremento non direttamente proporzionale all incremento della produzione, i restanti consumi idrici resteranno sostanzialmente invariati (es. raffreddamento, centrale termica). PREVISIONE INCREMENTO SCARICHI produttivi Anno 2014 mc/anno Alla capacità produttiva mc/anno Fanghi prodotti dal trattamento in loco di effluenti Anno 2014 kg/anno Alla capacità produttiva kg/anno In base a quanto riportato nella relazione tecnica descrittiva dell impianto, risulta che l impianto di depurazione è dimensionato per operare nelle seguenti condizioni di progetto. Dati di progetto Portata max m 3 /d 720 m 3 /ora 30 COD specifico accumulo mg/l BOD5 specifico accumulo mg/l COD specifico uscita flottatore mg/l BOD5 specifico uscita flottatore mg/l COD giornaliero accumulo Kg/d BOD5 giornaliero accumulo Kg/d COD giornaliero uscita flottatore Kg/d BOD5 giornaliero uscita flottatore Kg/d Materiali sospesi totali mg/l NTK medio mg/l 60 P medio mg/l 20 Oli e grassi medi mg/l 100 Ne consegue quindi che, considerando un operatività di 250 gg/anno, la portata massima di acque che l impianto è in grado di trattare è pari a mc/anno, ne risulta pertanto che lo stesso è adeguatamente dimensionato per la corretta gestione delle acque da depurare anche a seguito dell incremento di produzione in progetto. Allegati: Relazione tecnica SETAM impianto depurazione acque di scarico stato di fatto anno 2017 Planimetria generale depuratore e Schema di Flusso
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5 SETAM Srl Flero (BS) Via Francesco Lana n.1 Cod.Fisc. / P.IVA / R.I R.E.A Capitale sociale ,00 interamente versato Tel. 030/ Fax 030/ info@setamsrl.it Studi, progettazione, consulenza, assistenza per trattamento acque e impianti ecologici. Consulenza tecnica nel settore ambie ntale RIF relazione tecnica depuratore PAG. 1/11 SAMMONTANA S.P.A. STABILIMENTO DI COLOGNOLA AI COLLI (VR) IMPIANTO DEPURAZIONE ACQUE DI SCARICO STATO DI FATTO ANNO 2017 RELAZIONE TECNICA Flero, febbraio 2017 RIF relazione tecnica depuratore
6 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 2/11 DATI SULL INSEDIAMENTO E SULLE PRODUZIONI Nello stabilimento in esame vengono effettuate le seguenti produzioni: gelati (in coni, coppette, vaschette, ecc.); ghiaccioli; croissanterie surgelata. Le principali materie prime utilizzate nelle lavorazioni sono: latte; zucchero; uova; cioccolato (sia sotto forma di crema che per ricoperture); cialde, biscotti e granella di mandorle; aromi; oli e grassi vegetali (olio di cocco, margarina); burro; farina; creme varie per farciture; acqua; sciroppi aromatizzanti. Attualmente nello stabilimento lavorano circa 200 addetti al giorno (dal lunedì al sabato) distribuiti su 3 turni; nel periodo di massima produzione dei gelati, lavorazione quest ultima che è soprattutto concentrata nei mesi che vanno dall inizio di aprile alla metà di agosto, il numero di addetti, comprendendo quelli stagionali, sale fino ad un massimo di 300. L approvvigionamento idrico per le esigenze di processo (acqua impiegata nelle preparazioni ed acqua utilizzata nei lavaggi), come pure quello per servizi igienici e mensa, dovendo soddisfare all ovvio requisito della potabilità, avviene tramite allacciamento al pubblico acquedotto. L acqua invece impiegata a scopo puramente tecnologico (ad esempio raffreddamenti, caldaie) è derivata da pozzi privati.
7 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 3/11 CARATTERISTICHE QUALITATIVE DELLE ACQUE DI SCARICO Per quanto appena detto, le acque di scarico derivanti dall insediamento ed in arrivo al sollevamento del depuratore sono esclusivamente quelle di processo, ovvero: impianti di lavaggio (CIP); lavaggi vari di pavimenti e superfici di lavoro. All impianto di depurazione confluiscono anche le seguenti acque tecnologiche: controlavaggi filtri ed addolcitori; spurghi centrali termiche. L organizzazione interna aziendale prevede che i prodotti fuori specifica per incidenti di produzione e quelli scaduti, in particolare le creme gelato, vengano avviati al compostaggio e non smaltiti all impianto di depurazione. Le sostanze utilizzate nelle lavorazioni e che si ritrovano poi nelle acque di scarico si possono dividere sinteticamente in: sostanze organiche (zuccheri, proteine, grassi, detergenti e additivi per la sanificazione); sostanze inorganiche (prodotti acidi e alcalini). Dal punto di vista dell inquadramento ai fini del D.lgs. 152/06 dette sostanze sono caratterizzabili con i seguenti parametri principali: ph; solidi sospesi totali; BOD 5; COD; cloruri; fosforo totale; azoto ammoniacale; azoto nitroso; azoto nitrico; grassi ed oli animali e vegetali; tensioattivi totali (anionici + cationici + non ionici).
8 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 4/11 DATI DI PROGETTO I dati di progetto assunti a base del dimensionamento dell impianto nella sua configurazione definitiva, ovvero per la realizzazione degli interventi di adeguamento succedutisi negli anni 2004 (realizzazione nuovo flottatore primario e sezione di disidratazione fanghi), 2005 (realizzazione ampliamento della fase ossidativa) e 2006 (realizzazione adeguamento della fase di sedimentazione finale e dello stoccaggio fanghi), sono riassunti nella successiva tabella, che prende in considerazione i dati di massimo carico idraulico ed organico raggiungibili nel corso della campagna gelati (ovvero nel periodo che va generalmente dall inizio di aprile alla metà di agosto). Dati di progetto Portata max m 3 /d 720 m 3 /ora 30 COD specifico accumulo mg/l BOD 5 specifico accumulo mg/l COD specifico uscita flottatore mg/l BOD 5 specifico uscita flottatore mg/l COD giornaliero accumulo Kg/d BOD 5 giornaliero accumulo Kg/d COD giornaliero uscita flottatore Kg/d BOD 5 giornaliero uscita flottatore Kg/d Materiali sospesi totali mg/l NTK medio mg/l 60 P medio mg/l 20 Oli e grassi medi mg/l 100 È possibile che, rispetto ai dati sopra esposti, si registrino COD e BOD 5 specifici più elevati con portate più ridotte, a parità comunque del carico organico giornaliero. Il fare riferimento a COD specifici più bassi comporta un dimensionamento in sicurezza della componente idraulica dell impianto (in particolare del sedimentatore), mentre non ha alcuna influenza sul dimensionamento della parte biologica, i cui volumi sono funzione dei carichi giornalieri. DEPURAZIONE DI PROGETTO L impianto è dimensionato per conseguire il continuativo rispetto dei limiti di tab. 3 del D.L. 152/06 per lo scarico in pubblica fognatura.
9 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 5/11 DESCRIZIONE IMPIANTO La configurazione complessiva dell impianto risulta sinteticamente la seguente: Linea acque arrivo acque da depurare mediante tubazioni a gravità provenienti dallo stabilimento; grigliatura iniziale (1 negli allegati grafici), mediante filtrococlea di lunghezza mm circa, inclinazione sull orizzonatale 39, diametro della zona di grigliatura 400 mm, luce di passaggio 5 mm e potenza installata 0,55 KW; sollevamento iniziale (2 negli allegati grafici) mediante n 2 elettropompe sommerse. Diametro tubi prementi 4 (con inserite, mediante opportune riduzioni, valvole di ritegno a piattello 6 ) che si innestano su collettore principale 5. Nel pozzetto di sollevamento inziale è possibile dosare mediante un apposita pompa dosatrice una soluzione a base di azoto disciolto (40% di concentrazione), con cui riequilibrare il rapporto COD/N dell acqua da inviare al trattamento ed in particolare al biologico, visto che il refluo in ingresso è tipicamente in deficit di azoto ai fini delle reazioni di sintesi batterica; grigliatura automatica fine (3 negli allegati grafici) mediante staccio rotativo con luce di passaggio 1 mm; vasca di accumulo ed omogeneizzazione aerata (4 negli allegati grafici). Volume circa 500 m 3. L aria è prodotta da 2 compressori Robuschi (5 negli allegati grafici) ciascuno con motore 4 poli da 11 KW (un RVT 60 ed un ROBOX S65/2P insonorizzato), accoppiamento motore/compressore mediante cinghie e pulegge e portata d aria fornibile pari ad un massimo di 600 Nm 3 /ora. L aria stessa è insufflata sul fondo della vasca attraverso diffusori a disco del tipo a bolle grosse. Nell accumulo ed omogeneizzazione oltre ai reflui in arrivo dallo stabilimento, vengono immessi anche i fanghi di supero biologici estratti dal circuito di ricircolo dei sedimentatori, mediante apposita elettrovalvola temporizzata. La miscela dei due flussi opportunamente miscelata ed aerata viene poi alimentata al flottatore; risollevamento e regolazione portata (6 negli allegati grafici) di alimento al flottatore, mediante una pompa sommergibile asservita ad inverter sulla base delle indicazioni fornite da misuratore di portata elettromagnetico posizionato sulle tubazione di mandata della pompa stessa. Come unità di emergenza sono presenti anche due pompe monovite Bellin EG 1000 M con aspirazione soprabattente, motore da 5,5 KW cad., motovariatore che permette di variare la velocità del rotore tra 80 e 400 RPM e portata d acqua variabile nell intervallo 8 37 m 3 /ora. Regolazione portata: mediante volantino del motovariatore visualizzando la portata sul misuratore sopra citato; flottatore ad aria disciolta (8 negli allegati grafici). La flottazione consente la separazione dei solidi sospesi di densità inferiore a quella dell acqua, per i quali la risultante delle forze (peso proprio e spinta di Archimede) è diretta verso l alto, determinando così un movimento ascensionale. Il processo ad aria disciolta o DAF (dissolved air flotation) è particolarmente idoneo al caso di solidi sospesi di densità poco superiore a quella dell acqua (i fanghi e le particelle sospese organiche ne sono un tipico esempio). Si sfrutta in questo caso la capacità di tali solidi di formare insiemi fioccosi stabili con microbolle d aria con cui siano posti in contatto, in modo da acquisire una densità del fiocco inferiore a quella del liquido. La presenza delle suddette microbolle ( μm), omogeneamente
10 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 6/11 disperse nel liquido, è ottenuta per effetto del loro rilascio dalla massa idrica, precedentemente portata in condizioni di sovrasaturazione. In pratica una porzione dell acqua trattata in uscita dal flottatore viene pressurizzata e quindi addizionata con aria compressa, permanendo poi, per qualche minuto, in un serbatoio saturatore a 4 5 bar, onde consentire la solubilizzazione dell aria fino a concentrazioni prossime alla saturazione in tali condizioni di pressione. L acqua così pressurizzata viene successivamente reintrodotta nella vasca di flottazione, attraverso una apposita valvola di riduzione della pressione e quindi, poiché tale vasca viene mantenuta a pressione atmosferica, l aria di sovrasaturazione si libera sotto forma di microbolle, che, aderendo alle particelle sospese contenute nell acqua da trattare, ne fanno diminuire la densità apparente e ne comportano l affioramento sulla superficie del flottatore. L aggiunta di flocculanti (polielettrolita e policloruro di alluminio) favorisce il processo creando nell acqua strutture di maggiori dimensioni che più facilmente intrappolano le microbolle: ne deriva un migliore addensamento dei solidi sulla superficie del flottatore. Il ricorso alla pressurizzazione di un aliquota dell acqua trattata con ricircolo, anziché alla pressurizzazione diretta della portata da trattare, evita il passaggio dello scarico grezzo attraverso il sistema di saturazione e riduce i rischi di rottura dei fiocchi e di imbrattamento dei dispositivi di pressurizzazione. Nel caso specifico la sezione ha superficie utile 9 m 2 ed è in grado di trattare una portata massima di 30 m 3 /ora. Il flottatore è completo di tutti gli specifici accessori ed in particolare dispone di n 2 pompe di saturazione da 7,5 KW e portata 20 m 3 /ora a 5 bar (una di riserva all altra), sistema di dissoluzione aria (quest ultima fornita da apposito compressore di servizio del tipo a pistone), raschiafango superficiale e della pompa monovite di allontanamento del fango flottato da avviare alla vasca di stoccaggio fanghi. L acqua chiarificata raggiunge il primo stadio della fase ossidativa per gravità tramite tubazione inox 6. In caso di necessità (manutenzione o basso carico in arrivo) è possibile bypassare il primo stadio di ossidazione ed andare direttamente nel secondo stadio ossidativo (vasche vecchie). Sull uscita del flottatore è predisposta allo scopo una coppia di saracinesche a farfalla. Il fango separato sul flottatore è di tipo misto, in quanto somma del fango primario contenuto nell acqua in arrivo (solidi sospesi) e del fango di supero biologico immesso in accumulo, come detto in precedenza. Il rendimento di abbattimento del COD conseguibile con il flottatore è indicativamente pari al 50% di quello in ingresso (come già evidenziato nella tabella di pag. 4). dosaggio reagenti chimici a monte flottazione. Attualmente viene dosato solo polielettrolita cationico (10 negli allegati grafici). Il dosaggio (circa ppm) è effettuato tramite apposita pompa dosatrice monovite ed il reagente viene immesso direttamente nella tubazione di alimentazione del flottatore (mandata risollevamento), appena a monte del punto in cui l acqua grezza da trattare si miscela con il ricircolo di acqua chiarificata sovrassatura. La soluzione di polielettrolita da inviare al flottatore viene preparata in automatico da apposita stazione, a partire da prodotto in emulsione (concentrazione media 3,5 ). Essa si compone di pompa monovite per l alimentazione del reagente tal quale, controllata da inverter in base alle indicazioni di apposito contalitri lanciaimpulsi installato sulla rete acqua di reintegro, e da vaschette di maturazione mantenute in agitazione da miscelatori meccanici. Le vaschette sono due per poter eventualmente differenziare il polielettrolita
11 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 7/11 alimentato al flottatore primario da quello utilizzato per la centrifuga (al momento attuale le due vaschette sono in collegamento ed il polielettrolita è lo stesso per flottatore e centrifuga). In caso di eventuali incrementi del carico organico a monte della flottazione, esistono le predisposizioni per attivare un dosaggio di reattivo coagulante (preferibilmente un composto dell alluminio quale PAC o alluminato di sodio) e per effettuare un controllo e regolazione del ph al fine di ottimizzare la chiariflocculazione e conseguentemente il rendimento di abbattimento del trattamento primario. Il sistema è dotato delle utenze necessarie, ovvero ph-metro in linea, dosatrice soda e dosatrice coagulante (7 e 9 negli allegati grafici). Quest ultima non è al momento installata, ma può essere rapidamente reintegrata; pozzetto ripartitore della portata (13 negli allegati grafici) di alimentazione, come pure della portata di ricircolo fanghi, tra le due linee ossidative più vecchie (secondo stadio biologico), costituito da zona di calma, in cui arrivano le tubazioni di alimentazione da risollevamento o da flottatore ed il ricircolo fanghi, e da due stramazzi di sfioro identici). Per semplicità, nello schema di flusso tale pozzetto ripartitore è stato confuso con la vaschetta di ripartizione della portata tra il primo stadio ossidativo ed il secondo, in quanto la loro funzione è la stessa: suddividere i flussi in arrivo tra ossidazione vecchia n 1 ed ossidazione vecchia n 2. Nella planimetria le due vaschette/pozzetti sono invece distinti, per quanto vicini; ossidazione biologica a fanghi attivi costituita da una prima vasca di ossidazione (11 negli allegati grafici) avente volume complessivo 920 m 3, suddivisa in due comparti di uguale volume (vasca ossidazione n 3 e vasca di ossidazione n 4), e da due successive linee in parallelo (vasca di ossidazione n 1 e vasca di ossidazione n 2, 14 negli allegati grafici), aventi ciascuna volume utile pari a circa 300 m 3 che confluiscono in una vasca finale da circa 50 m 3, per una volumetria totale di m 3. La miscelazione e la fornitura di ossigeno sono assicurate: 1) per la prima vasca, suddivisa in due comparti in serie, da due compressori Robuschi insonorizzati tipo ROBOX S65/2P (12 negli allegati grafici), aventi ciascuno portata 847 Nm 3 /ora a 450 mbar e motore 2 poli da 18,5 KW. La diffusione è affidata a 8 unità di aerazione estraibili (4 nel primo comparto e 4 nel secondo) supportanti ciascuna 33 diffusori a disco in elastomero (EDPM ricoperto con uno strato Teflon) del tipo a bolle fini, salvo l ultima che ne supporta solo 22, per un totale di (33 x 7) + 22 = 253 diffusori, capaci di lavorare con una portata d aria specifica massima di 10 Nm 3 /(ora x diffusore) e di far pertanto fronte ad una portata massima d aria di 253 x 10 = Nm 3 /ora (superiore alla portata massima fornibile dai compressori = Nm 3 /ora). 2) per la seconda vasca, con le due linee in parallelo, da due compressori Robuschi (un RB90 ed un ROBOX RB-LP 90/3P insonorizzato), entrambi con motore a doppia velocità (4 e 6 poli) uno con potenze installate 21/14 KW e l altro con potenze installate 18,5/12,5 KW, accoppiamento motore/compressore mediante cinghie e pulegge e portata d aria fornibile pari a 1.000/500 Nm 3 /ora il primo e 770/420 Nm 3 /ora il secondo (15 negli allegati grafici). L aria è insufflata sul fondo delle vasche attraverso n 282 diffusori a disco con membrana in elastomero del tipo a bolle fini e della stessa tipologia di quelli in uso nella prima vasca. Se-
12 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 8/11 condo le specifiche del fornitore è opportuno che ciascun diffusore operi con una portata d aria massima di 6 Nm 3 /ora: ne consegue che l attuale sistema di aerazione è in grado di sopportare una portata d aria massima di = Nm 3 /ora (più o meno quella corrispondente al funzionamento di un compressore al massimo a RPM + un compressore al minimo a 960 RPM). Nella secondo stadio di ossidazione (vasche vecchie) era originariamente presente un sistema di ossigenazione supplementare ad O 2 puro, completo di serbatoio ossigeno liquido, evaporatore e sistemi di dissoluzione (uno per ciascuna vasca di ossidazione), costituiti da pompa di ricircolo della miscela aerata ed eiettore liquido/liquido. Da diversi anni il serbatoio dell ossigeno e le attrezzature a corredo sono stati smantellati; più recentemente sono state estratti dalle vasche anche i sistemi di dissoluzione sommersi. Rimangono presenti sulle vasche, ma oramai inutilizzabili, una parte della linea di alimento dell ossigeno e le strutture metalliche di sollevamento dei dissolutori sommersi (16 negli allegati grafici). Il sistema di aerazione, anche in assenza dell ossigeno puro, è comunque idoneo a garantire il fabbisogno di ossigeno disciolto per la fase biologica anche in condizioni estive, con concentrazioni di secco in vasca dell ordine di 5 6 KgSS/m 3 ed in occasione di marcate punte di carico organico KgCOD/d. In tali condizioni i parametri operativi della sezione biologica divengono i seguenti: carico organico massimo KgCOD/d KgBOD 5/d portata giornaliera massima m 3 /d 720 volume totale ossidazione m tempo di residenza idraulico min ore 52 carico organico volumetrico KgCOD/m 3 d 1,3 Kg BOD 5/m 3 d 0,83 concentrazione del fango KgSS/m 3 5 carico organico del fango KgCOD/KgSS d 0,25 Kg BOD 5/KgSS d 0,17 ossigeno max necessario (cond. stand.) KgO 2/ora 160 ossigeno max fornibile KgO 2/ora 180 Tra il primo stadio ossidativo ed il secondo stadio è interposta una vaschetta in acciaio inox (13 negli allegati grafici), avente la funzione di ripartire tra le due vasche in pararallelo del secondo stadio (ossidazione n 1 ed ossidazione n 2) la miscela aerata proveniente dal primo stadio. Tale vaschetta è anch essa costituita come il precedente ripartitore da una zona di calma e carico in ingresso e da una coppia di stramazzi identici (in questo caso triangolari). La miscela aerata viene poi adotta alle due vasche in parallelo mediante tubazioni a gravità da 8. È possibile, in caso di necessità (manutenzione o basso carico da trattare), by-passare il secondo stadio biologico ed alimentare direttamente la sedimentazione finale dal primo stadio ossidativo. Allo scopo sono predisposti un apposito set di valvole a cuneo gommato in specifico pozzetto interrato e relative derivazioni e tubazioni di collegamento, con recapito della miscela aerata al sotto descritto pozzetto;
13 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 9/11 pozzetto di alimentazione sedimentatore finale (17 negli allegati grafici). In esso si ricongiungono i flussi di miscela aerata in uscita dalle due fasi ossidative (come detto, è possibile, per esigenze di manutenzione, by-passare a scelta uno dei due stadi ossidativi), per consentire l alimentazione dei due sedimentatori finali. Tale pozzetto caratterizzato dalla presenza di due stramazzi calibrati per inviare al nuovo sedimentatore il doppio della portata di miscela aerata che raggiunge il vecchio sedimentatore (chiudendo uno degli stramazzi è poi possibile avviare tutta la portata ad un solo sedimentatore, come accade ora con quello nuovo) ed è anche utilizzabile per l eventuale dosaggio di reagenti coagulanti/defosfatanti e flocculanti al fine di migliorare la sedimentabilità dei fanghi e la qualità dell acqua in uscita. L ipoclorito di sodio, per fronteggiare la proliferazione di batteri filamentosi nel fango attivo, quando necessario, può più opportunamente essere effettuato nel pozzetto di ricircolo fanghi del sedimentatore più grande e di più recente realizzazione; dosaggio defosfatante in uscita ossidazione. Allo scopo e nelle immediate vicinanze del pozzetto di cui al punto precedente è installata una pompa dosatrice elettronica, da max 10 l/ora, con portata regolabile, che consente di dosare nella miscela aerata in uscita dall ossidazione un reagente defosfatante (tipicamente cloruro ferrico al 40%), al fine di tenere sotto controllo le concentrazioni di fosforo in uscita, conseguendo un abbattimento di P superiore a quello garantito dalle reazioni di sintesi batterica; sedimentatori finali. Al sedimentatore originario (18 negli allegati grafici) avente pianta circolare, diametro utile 8 m e superficie utile 50 m 2, si è aggiunta, nel 2006, una seconda vasca da 11,4 m di diametro e superficie utile 100 m 2 (19 negli allegati grafici), per una superficie totale di sedimentazione di 150 m 2. Entrambi i sedimentatori sono dotati di carroponte raschiafango a trazione periferica, di tramoggia centrale di raccolta dei fanghi e di dispositivo (lama paraschiuma + raschia di superficie + scum-box) per trattenere ed allontanare le sostanze galleggianti che eventualmente dovessero affiorare sulla superficie. Tali sostanze galleggianti, se presenti, vengono raccolte in un pozzetto perimetrale ed esterno al vecchio sedimentatore (21 negli allegati grafici) e avviate alla vasca di accumulo mediante apposita pompa sommergibile, unitamente alle acque di drenaggio della centrifuga fanghi, descritta più avanti trattando della disidratazione fanghi. La portata utile massima dell insieme dei due sedimentatori è stimata in 45 m 3 /ora = m 3 /d in condizioni di fango con discrete caratteristiche di sedimentabilità. Potrebbe diminuire in modo più o meno sensibile in caso di presenza di flora batterica filamentosa. In corrispondenza di una portata massima di progetto di 30 m 3 /ora = 720 m 3 /d, il carico idraulico superficiale dell insieme dei due sedimentatori risulta pari a 30 : 150 = 0,2 m/ora. Nel caso di impiegare il solo sedimentatore nuovo tale carico idraulico diviene 30 : 100 = 0,3 m/ora (valore comunque compatibile con un buon funzionamento della fase di decantazione, se il fango mantiene discrete proprietà di sedimentabilità). In effetti al momento attuale viene usato solo il sedimentatore grande, mentre quello più piccolo è stato svuotato e viene mantenuto a disposizione per eventuali future necessità. ricircolo fanghi. I fanghi raccolti al centro di ciascun sedimentatore, mediante tubazione interrata e sfruttando la spinta idrostatica, possono essere raccolti in appositi pozzetti posti in prossimità delle vasche di sedimentazione (si tratta pertanto di n 2 pozzetti in totale, negli allegati grafici 22 e 23 rispettivamente per vecchio e nuovo sedimentatore) e mediante pompe sommergibili (2 per ogni pozzetto, di cui una di riserva all altra) ed es-
14 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 10/11 ser ricircolati in testa al trattamento a fanghi attivi. Lungo lo sviluppo della tubazione di ricircolo è presente, nei pressi della vasca di accumulo, uno stacco con elettrovalvola temporizzata che permette di alimentare i fanghi biologici di supero alla vasca di accumulo (24 negli allegati grafici), per poi essere avviati alla fase di flottazione, dove vengono rimossi contestualmente ai fanghi primari; il fango misto di supero separato dal flottatore viene alimentato direttamente alla vasca di stoccaggio fanghi mediante apposita pompa monovite. Linea fanghi produzione fanghi di supero. Ai fini della verifica della fase di disidratazione meccanica, si può effettuare una valutazione della produzione massima giornaliera, facendo riferimento alle peggiori condizioni di carico organico previste in KgCOD/d in ingresso al trattamento chimico-fisico e KgCOD/d in ingresso al trattamento biologico. Il fango complessivamente prodotto è pertanto costituito da due distinti contributi: il fango primario derivante dal trattamento di chiariflocculazione a cui viene sottoposta l acqua grezza ed il fango secondario derivante dal trattamento biologico a cui è soggetta l acqua chiarificata in uscita dal flottatore. Circa le produzioni specifiche, si può assumere quanto segue: fango primario. Da prove di flocculazione effettuate in passato si può assumere che la produzione di fango per unità di COD rimosso sia pari a 0,6 KgSS/KgCOD fango secondario. I dati desunti dalla esperienza su impianti lavoranti a medio-basso carico del fango, come confermato anche da quanto riportato nella letteratura tecnica al riguardo, suggeriscono di assumere una produzione specifica cautelativa di 0,4 KgSS per ogni KgCOD alimentato ( KgCOD rimosso). Ne deriva che la produzione giornaliera massima di fango, per quanto sopra esposto, risulta KgCOD/d 0,6 KgSS/KgCOD ,4 KgSS/KgCOD = KgSS/d A seconda del tenore di secco ottenibile con il trattamento di flottazione (e quindi anche del consumo di polielettrolita), il volume di fango di supero può variare tra i seguenti valori massimo e minimo: : 40 = 50 m 3 /d se il fango in uscita dal flottatore è al 4% di sostanza secca; : 50 = 40 m 3 /d se il fango in uscita dal flottatore è al 5% di sostanza secca; : 60 = 33 m 3 /d se il fango in uscita dal flottatore è al 6% di sostanza secca. stoccaggio fanghi (25 negli allegati grafici). I fanghi misti (biologici + primari) separati dal flottatore vengono stoccati in un apposita vasca avente volume utile di circa 30 m 3, dotata di sistema di miscelazione meccanica (mixer ad asse verticale). Ad essa è stato aggiunto, con i lavori 2006, uno stoccaggio secondario da 50 m 3, che viene riempito per troppo pieno ed in cui la miscelazione è assicurata da un mixer meccanico. Il fango può poi essere rinviato allo stoccaggio principale mediante l ausilio di una specifica pompa sommergibile; disidratazione fanghi. La macchina disponibile per la fase di disidratazione meccanica è una centrifuga Pieralisi FP 600 2RS (27 negli allegati grafici), alimentata con specifica pompa monovite (26 negli allegati grafici) dotata sulla mandata di misuratore di portata. Il flocculante necessario per la disidratazione (polielettrolita in soluzione viene preparato in automatico da apposita stazione, a partire da prodotto in emulsione (concentrazione
15 RIF relazione tecnica depuratore PAG. 11/11 media 3,5 ). Come detto, sono disponibili due distinte vasche di preparazione con agitatore (una per centrifuga ed una per flottatore), che attualmente funzionano in parallelo e servono contemporaneamente i due utilizzi (stesso polielettrolita per entrambi). Il quantitativo giornaliero massimo di fango in uscita dalla centrifuga dipende anch esso dal dosaggio di polielettrolita adottato e solo in minima parte dalla concentrazione del fango estratto dal flottatore (da esso dipendono invece le ore di funzionamento della macchina che possono variare da 4 5 ore/d a ore/d). È prevedibile che le concentrazioni di secco ottenibili in uscita dalla centrifuga varino tra il 12% ed il 15% e che, pertanto, il volume di fango di supero da smaltire, nelle condizioni di produzione a massimo regime (caso peggiore), possa variare tra i seguenti valori massimo e minimo: : 120 = 17 m 3 /d se il fango in uscita dal flottatore è al 12% di sostanza secca; : 150 = 13 m 3 /d se il fango in uscita dal flottatore è al 15% di sostanza secca. Tale volume corrisponde a quello di circa 1 container standard per il trasporto dei fanghi con rimorchio. La centrifuga è completata da un sistema (coclea elevatrice + coclea orizzontale distributrice) per l alimentazione alternata del fango disidratato tra due container in parallelo (29 negli allegati grafici).
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