Editing e revisione redazionale: Progettazione e realizzazione grafica:

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Editing e revisione redazionale: Progettazione e realizzazione grafica:"

Transcript

1 Questo manuale e' stato realizzato dal COAP Azienda Speciale della Camera di Commercio di Grosseto, su incarico dell'unioncamere Toscana nell'ambito del progetto Innovazione : Alternanza Scuola-Lavoro messa a regime del modello e sperimentazione del coinvolgimento delle Istituzioni Universitarie, finanziato a valere sul Fondo nazionale di perequazione Editing e revisione redazionale: Luca Bilotti Direttore Operativo del COAP Antonio Gallotta Consulente del gruppo di lavoro Alternanza Scuola lavoro Paola Della Santina Consulente gruppo di lavoro Alternanza Scuola Lavoro Lidia Calchetti - Consulente gruppo di lavoro Alternanza Scuola Lavoro Progettazione e realizzazione grafica: Silvia Bartalucci Responsabile grafica e comunicazione COAP Gabriele Rossi Naimagraphics Si ringrazia, per i contributi fattivi alla realizzazione del lavoro, l'unioncamere Toscana, l'ufficio Scolastico Regionale ed il Dr. Nunzio Antonio Langella Dirigente Superiore per i Servizi Ispettivi del Ministero della Pubblica Istruzione.

2 Pagina 2 di 53 Questo manuale nasce con l obiettivo di contribuire alle attività di informazione in materia di Alternanza Scuola Lavoro e supportare la diffusione di questa metodologia didattica attraverso alcune semplici istruzioni per l'uso rivolte alle scuole, alle organizzazioni e alle Camere di Commercio che intendono progettare, attivare e gestire percorsi di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro. Il manuale è stato organizzato sotto forma di ipertesto per renderlo di facile e per acquisire in modo immediato le informazioni di propio interesse. Inoltre è possibile consultare la normativa di riferimento, scaricare la modulistica utile per la progettazione e la gestione dei percorsi in Alternanza. I contenuti e le modalità operative definite in questo lavoro sono il risultato delle attività di sperimentazione realizzate in Toscana nel periodo

3 Pagina 3 di 53 La sperimentazione in Toscana Il manuale è stato realizzato nell ambito del progetto Innovazione: Alternanza Scuola-Lavoro - messa a regime di un modello e sperimentazione del coinvolgimento delle Istituzioni universitarie finanziato dall Unione Nazionale delle Camere di Commercio e realizzato, nella Regione Toscana, da Unioncamere Toscana in collaborazione con l Ufficio Scolastico Regionale e con il supporto operativo del COAP Azienda Speciale della Camera di Commercio di Grosseto. Il progetto costituisce un'ulteriore fase di sviluppo e messa a regime di una sperimentazione triennale condotta da Unioncamere Toscana a seguito dell emanazione del D.Lgs. n. 77 del 2005 Definizione delle norme generali relative all'alternanza Scuola-Lavoro, a norma dell'articolo 4 della Legge 28 marzo 2003, n. 53. Dal 2003, a seguito di un Protocollo d intesa stipulato tra il Ministero dell'istruzione, Università e Ricerca con Unioncamere (l'unione Nazionale delle Camere di Commercio), si sono diffuse sul territorio nazionale una serie di esperienze di sperimentazione di modalità didattiche formative in Alternanza Scuola Lavoro, finalizzate a favorire la collaborazione tra Istituzioni scolastiche e Camere di Commercio per la realizzazione e sperimentazione di percorsi in Alternanza Scuola- Lavoro. La sperimentazione Un modello di apprendimento in Alternanza Scuola-Lavoro, realizzata in Toscana nel periodo da Unioncamere Toscana, ha coinvolto le Camere di Commercio della Regione e un'ampia rete di soggetti: l'ufficio Scolastico Regionale, gli Uffici Scolastici Provinciali, gli Istituti scolastici, gruppi classe di allievi, docenti, tutor aziendali e numerose aziende ed organizzazioni pubbliche e private. A seguito del Protocollo d Intesa stipulato tra il Ministero dell'istruzione, Università e Ricerca ed Unioncamere Toscana, si è così realizzata nel periodo la prima attività di sperimentazione che ha coinvolto 26 scuole in 9 Province della Toscana, con 62 classi che hanno attivato percorsi in Alternanza per un numero complessivo di 632 studenti. La rete di tutoraggio, fondamentale per la riuscita della sperimentazione, è stata strutturata da 42 tutor scolastici, 271 Organizzazioni e 125 tutor aziendali. La composizione delle Organizzazioni che hanno aderito al progetto è stata piuttosto eterogenea: circa il 68% delle imprese appartengono al settore terziario, il 20% all industria e il 12% all agricoltura. Le numerose testimonianze di operatori, la partecipazione attiva dei soggetti coinvolti e le motivazioni degli studenti hanno evidenziato il successo delle esperienze di sperimentazione.

4 Pagina 4 di 53 L' Alternanza costituisce una metodologia didattica per offrire agli studenti la possibilità di fare scuola in situazione lavorativa e di apprendere facendo, alternando periodi di studio e di pratica. Una modalità di realizzazione del percorso formativo progettata e attuata dall'istituzione scolastica e formativa, in collaborazione con le organizzazioni (1), che insieme intervengono per la definizione dei fabbisogni formativi del territorio, la progettazione curriculare, l erogazione del percorso formativo e la valutazione. Si tratta di nuova visione della formazione, che nasce dal superamento della separazione tra momento formativo e momento applicativo e si basa su una concezione in cui educazione formale, informale ed esperienza di lavoro si combinano in un unico progetto formativo. Lo studente che partecipa ai percorsi in Alternanza, durante l'anno scolastico frequenta regolarmente le attività didattiche curricolari in aula e svolge attività pratiche in organizzazione durante l anno scolastico. Al termine dell anno scolastico, lo studente consegue il titolo di studio previsto dal percorso curricolare ed una o più certificazioni relative alle competenze acquisite partecipando alla formazione in Alternanza. (1) con il termine organizzazioni si intendono le aziende, le associazioni, gli enti pubblici e privati, gli studi professionali ed altri soggetti a diverso titolo coinvolti nei processi di carattere lavorativo.

5 Pagina 5 di 53 Non è uno stage L'apprendimento attraverso l'esperienza è uno dei principi su cui si basa l Alternanza Scuola-Lavoro. I percorsi in Alternanza attivano un processo formativo che, superando la concezione della classe come esclusivo luogo di apprendimento, si realizza anche in contesti lavorativi, alternando cioè momenti in aula e momenti in organizzazione. Queste due tipologie di apprendimento sono collegate sistematicamente allo scopo di raggiungere gli obiettivi formativi definiti. Nella progettazione dei percorsi di formazione in Alternanza è prevista una fase di formazione in organizzazione, introdotta e regolata dal Decreto Legislativo n 77 del 15/04/2005. Essa costituisce una vera e propria combinazione di preparazione scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro, predisposte grazie alla collaborazione tra mondo delle organizzazioni e scuola; tutto questo per mettere in grado gli studenti di individuare attitudini, acquisire conoscenze e abilità e per sviluppare la propria professionalità. Nella scuola lo stage viene tradizionalmente considerato come ideale completamento di un corso, oppure inserito nelle pause della didattica. Nell'Alternanza Scuola-Lavoro questa esperienza è un elemento costitutivo e caratterizzante della formazione. Non deve essere collocato in un momento qualsiasi di un percorso, ma al contrario va programmato e strutturato, anche in più periodi, all interno del percorso di formazione. La struttura dell'alternanza, infatti, presuppone la possibilità di passare in modo intermittente e reiterato dai periodi formazione in aula a quelli di formazione in organizzazione. Se la confrontiamo con le varie tipologie di stage, tirocini formativi, lavoro in apprendistato, l Alternanza Scuola-Lavoro presuppone un azione di conversione culturale ed organizzativa molto forte, soprattutto se consideriamo l attuale assetto dei rapporti tra mondo dell istruzione e della formazione da una parte e mondo del lavoro dall altra.

6 Pagina 6 di 53 Le finalità I percorsi di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro sono realizzati con l obiettivo di: attuare modalità di apprendimento flessibili che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l'esperienza pratica; arricchire la formazione acquisita dagli studenti nei percorsi scolastici e formativi, con l'acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro; favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali; realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro, consentendo la partecipazione attiva di tali soggetti nei processi formativi; correlare l'offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.

7 Pagina 7 di 53 La normativa dell Alternanza L Alternanza Scuola-Lavoro viene introdotta dall Art. 4 della Legge n. 53 del 2003 e prevede che gli studenti tra i 15 e 18 anni possano frequentare la propria formazione scolastica con le modalità dell Alternanza. Il successivo Decreto Legislativo n. 77 del 2005 (scarica il pdf) definisce l Alternanza quale modalità didattica ed individua le linee generali per organizzare i percorsi. Decreto Legislativo 15 aprile 2005 n. 77 (in GU 5 maggio 2005, n. 103) Definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro, ai sensi dell'articolo 4 della legge 28 marzo 2003 n. 53 IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 76, 87 e 117 della Costituzione; Vista la legge 28 marzo 2003, n.53, recante: "Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale" e, in particolare, l'articolo 4 che prevede l'emanazione di un apposito decreto legislativo per la definizione delle norme generali in materia di alternanza scuola-lavoro; Vista la legge 20 marzo 2000, n. 62, recante: "Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione"; Vista la legge 14 febbraio 2003, n.30, recante: "Delega al Governo in materia di occupazione e del mercato del lavoro"; Visto il decreto legislativo 10 settembre 2003, n.276; Visto il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.297 e successive modificazioni; Vista la legge 15 marzo 1997, n.59 e successive modificazioni e, in particolare, l'articolo 21; Vista la legge 24 giugno 1997, n.196, che fissa norme in materia di promozione dell'occupazione; Visto il decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n.275; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 21 maggio 2004; Sentite le Associazioni maggiormente rappresentative dei datori di lavoro; Considerato che, nella seduta del 14 ottobre 2004, la Conferenza unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 ha espresso la mancata intesa; Ritenuto necessario, al fine di dare concreta attuazione alla delega prevista dalla legge 28 marzo 2003, n.53, attivare la procedura di cui all'articolo 3, comma 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281; Vista la successiva deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione dell'11 novembre 2004; Acquisiti i pareri espressi, in data 9 febbraio 2005 dalla 5^ Commissione della Camera dei deputati e dalla 5^ Commissione del Senato della Repubblica e, in data 16 febbraio 2005 e 23 febbraio 2005, rispettivamente, dalla 7^ Commissione della Camera dei Deputati e dalla 7^ Commissione del Senato della Repubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 24 marzo 2005;

8 Pagina 8 di 53 Su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro delle attività produttive, con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, e con il Ministro per la funzione pubblica; EMANA Il seguente decreto legislativo: ART. 1 (Ambito di applicazione) 1. Il presente decreto disciplina l'alternanza scuola-lavoro, di seguito denominata "alternanza", come modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo, sia nel sistema dei licei sia nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. Gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età, salva restando la possibilità di espletamento del diritto - dovere con il contratto di apprendistato ai sensi dell'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n.276, possono presentare la richiesta di svolgere, con la predetta modalità e nei limiti delle risorse di cui all'articolo 9, comma 1, l'intera formazione dai 15 ai 18 anni o parte di essa, attraverso l'alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa. 2. I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro. Le istituzioni scolastiche e formative, nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, destinano specifiche risorse alle attività di progettazione dei percorsi in alternanza scuola-lavoro. 3. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano alle scuole, enti e istituti di formazione e istruzione militare. ART. 2 (Finalità dell'alternanza) 1. Nell'ambito del sistema dei licei e del sistema dell'istruzione e della formazione professionale, la modalità di apprendimento in alternanza, quale opzione formativa rispondente ai bisogni individuali di istruzione e formazione dei giovani, persegue le seguenti finalità: a) attuare modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l'esperienza pratica; b) arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l'acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro; c) favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali; d) realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, nei processi formativi; e) correlare l'offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. ART. 3 (Realizzazione dei percorsi in alternanza) 1. Ferme restando le competenze delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano in materia di programmazione territoriale dell'offerta formativa, le istituzioni scolastiche o formative, singolarmente o in rete, stipulano, nei limiti degli importi allo scopo annualmente assegnati nell'ambito delle risorse di cui all'articolo 9, comma 1, apposite convenzioni, a titolo gratuito, con i soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, secondo quanto previsto ai commi 2 e 3 del presente articolo. 2. Ai fini dello sviluppo, nelle diverse realtà territoriali, dei percorsi di cui all'articolo 1 che rispondano a criteri di qualità sotto il profilo educativo ed ai fini del monitoraggio e della valutazione dell'alternanza scuola lavoro, nonché ai fini di cui al comma 3, è istituito, a livello nazionale, un apposito Comitato, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro delle attività produttive, previa intesa in sede di Conferenza unificata, di cui all'articolo 8 del decreto legislativo

9 Pagina 9 di agosto 1997, n.281. Il Comitato è istituito assicurando la rappresentanza dei soggetti istituzionali interessati, delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e delle rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro. Per la valutazione dei percorsi il Comitato si coordina con l'istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione (INVALSI), di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 19 novembre 2004, n Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281, sulla base delle indicazioni del comitato di cui al comma 2, sono definiti: a) i criteri generali cui le convenzioni devono fare riferimento; b) le risorse finanziarie annualmente assegnate alla realizzazione dell'alternanza, e i criteri e le modalità di ripartizione delle stesse al fine di contenere la spesa entro i limiti delle risorse disponibili; c) i requisiti che i soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, devono possedere per contribuire a realizzare i percorsi in alternanza, con particolare riferimento all'osservanza delle norme vigenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e di ambiente ed all'apporto formativo nei confronti degli studenti ed al livello di innovazione dei processi produttivi e dei prodotti; d) le modalità per promuovere a livello nazionale il confronto fra le diverse esperienze territoriali e per assicurare il perseguimento delle finalità di cui al comma 2; e) il modello di certificazione per la spendibilità a livello nazionale delle competenze e per il riconoscimento dei crediti di cui all'articolo Le convenzioni di cui al comma 1, in relazione al progetto formativo, regolano i rapporti e le responsabilità dei diversi soggetti coinvolti nei percorsi in alternanza, ivi compresi gli aspetti relativi alla tutela della salute e della sicurezza dei partecipanti. ART. 4 (Organizzazione dei percorsi in alternanza) 1. I percorsi in alternanza hanno una struttura flessibile e si articolano in periodi di formazione in aula e in periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, che le istituzioni scolastiche e formative progettano e attuano sulla base delle convenzioni di cui all'articolo I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro fanno parte integrante dei percorsi formativi personalizzati volti alla realizzazione del profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi e degli obiettivi generali e specifici di apprendimento stabiliti a livello nazionale e regionale. 3. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono articolati secondo criteri di gradualità e progressività che rispettino lo sviluppo personale, culturale e professionale degli studenti in relazione alla loro età, e sono dimensionati tenendo conto degli obiettivi formativi dei diversi percorsi del sistema dei licei e del sistema dell'istruzione e della formazione professionale, nonché sulla base delle capacità di accoglienza dei soggetti di cui all'articolo 1, comma Nell'ambito dell'orario complessivo annuale dei piani di studio, i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, previsti nel progetto educativo personalizzato relativo al percorso scolastico o formativo, possono essere svolti anche in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni. 5. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono dimensionati, per i soggetti disabili, in modo da promuoverne l'autonomia anche ai fini dell'inserimento nel mondo del lavoro. 6. I percorsi in alternanza sono definiti e programmati all'interno del piano dell'offerta formativa e sono proposti alle famiglie e agli studenti in tempi e con modalità idonei a garantirne la piena fruizione. ART. 5 (Funzione tutoriale) 1. Nei percorsi in alternanza la funzione tutoriale è preordinata alla promozione delle competenze degli studenti e al raccordo tra l'istituzione scolastica o formativa, il mondo del lavoro e il territorio. La funzione tutoriale personalizzata per gli studenti in alternanza è svolta dal docente tutor interno di cui al comma 2 e dal tutor esterno di cui al comma Il docente tutor interno, designato dall'istituzione scolastica o formativa tra coloro che, avendone fatto richiesta, possiedono titoli documentabili e certificabili, svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza e verifica, con la collaborazione del tutor esterno di cui al comma 3, il corretto svolgimento del percorso in alternanza. 3. Il tutor formativo esterno, designato dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, disponibili ad accogliere gli studenti, favorisce l'inserimento dello studente nel contesto operativo, lo assiste nel percorso di formazione sul lavoro e fornisce all'istituzione scolastica o formativa ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e l'efficacia dei processi formativi. Lo svolgimento dei predetti compiti non deve comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

10 Pagina 10 di I compiti svolti dal tutor interno di cui al comma 2 sono riconosciuti nel quadro della valorizzazione della professionalità del personale docente. I compiti svolti dal tutor interno di cui comma 2 sono riconosciuti, ai fini del relativo specifico compenso, in sede di contrattazione collettiva. 5. Ai fini di un costruttivo raccordo tra l'attività di formazione svolta nella scuola e quella realizzata in azienda sono previsti interventi di formazione in servizio, anche congiunta, destinati prioritariamente al docente tutor interno ed al tutor esterno. La previsione del sistema tutoriale di cui al comma 1, relativamente alla formazione professionale, rappresenta norma di principio per la legislazione regionale. ART. 6 (Valutazione, certificazione e riconoscimento dei crediti) 1. I percorsi in alternanza sono oggetto di verifica e valutazione da parte dell'istituzione scolastica o formativa. 2. Fermo restando quanto previsto all'articolo 4 della legge 28 marzo 2003 n. 53 e dalle norme vigenti in materia, l'istituzione scolastica o formativa, tenuto conto delle indicazioni fornite dal tutor formativo esterno, valuta gli apprendimenti degli studenti in alternanza e certifica, sulla base del modello di cui all'articolo 3, comma 3, lettera e), le competenze da essi acquisite, che costituiscono crediti, sia ai fini della prosecuzione del percorso scolastico o formativo per il conseguimento del diploma o della qualifica, sia per gli eventuali passaggi tra i sistemi ivi compresa l'eventuale transizione nei percorsi di apprendistato. 3. La valutazione e la certificazione delle competenze acquisite dai disabili che frequentano i percorsi in alternanza sono effettuate a norma della legge 5 febbraio 1992, n. 104, con l'obiettivo prioritario di riconoscerne e valorizzarne il potenziale, anche ai fini dell'occupabilità. 4. Le istituzioni scolastiche o formative rilasciano, a conclusione dei percorsi in alternanza, in aggiunta alla certificazione prevista dall'articolo 3, comma 1 lett. a) della legge n.53/2003, una certificazione relativa alle competenze acquisite nei periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro. ART. 7 (Percorsi integrati) 1. Le istituzioni scolastiche, a domanda degli interessati e d'intesa con le Regioni, nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, possono collegarsi con il sistema dell'istruzione e della formazione professionale per la frequenza, negli istituti d'istruzione e formazione professionale, di corsi integrati, attuativi di piani di studio progettati d'intesa tra i due sistemi e realizzati con il concorso degli operatori di ambedue i sistemi. ART. 8 (Disposizioni particolari per le Regioni a statuto speciale e per le Province Autonome di Trento e di Bolzano) 1. Sono fatte salve le competenze delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano in conformità ai rispettivi statuti e relative norme di attuazione, nonché alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3. ART. 9 (Risorse) 1. All'onere derivante dall'attuazione degli interventi del presente decreto nel sistema dell'istruzione, nel limite massimo di 10 milioni di euro per il 2005 e di 30 milioni di euro a decorrere dal 2006, si provvede a valere sull'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 4 della legge 18 dicembre 1997, n.440, come determinata dalla tabella C allegata alla legge 30 dicembre 2004, n Nell'ambito delle risorse di cui al comma 1, per il funzionamento del Comitato per il monitoraggio e la valutazione dell'alternanza scuola-lavoro di cui all'articolo 3, comma 2, è autorizzata la spesa annua di euro. 3. Per la realizzazione degli interventi di cui al presente decreto nel sistema dell'istruzione e formazione professionale concorrono, nella percentuale stabilita nella programmazione regionale, le risorse destinate ai percorsi di formazione professionale a valere sugli stanziamenti previsti dall'articolo 68, comma 4, lettera a) della legge 17 maggio 1999, n.144 e successive modificazioni. ART. 10 (Coordinamento delle competenze) 1. Con appositi accordi in sede di Conferenza unificata ai sensi dell'articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n.281 si provvede al coordinamento delle rispettive competenze ed allo svolgimento di attività di interesse comune nella realizzazione dell'alternanza. ART. 11 (Disciplina transitoria) 1. Fino all'emanazione dei decreti legislativi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera g) della legge 28 marzo 2003, n. 53, i percorsi in alternanza di cui all'articolo 1 possono essere realizzati negli istituti di istruzione secondaria superiore secondo l'ordinamento vigente. 2. Fino all'emanazione dei decreti legislativi di cui al precedente comma, le Regioni e le Province autonome definiscono le modalità per l'attuazione di eventuali sperimentazioni di percorsi in alternanza nell'ambito del sistema di formazione professionale.

11 Pagina 11 di 53 Linee guida In questa sezione del testo sono stati raccolti ed illustrati gli strumenti e le procedure definiti e utilizzati nell'ambito della sperimentazione condotta in Toscana nel periodo La finalità è quella di mettere a disposizione i risultati conseguiti a favore delle organizzazioni, delle scuole di II grado e delle Camere di Commercio che intendono attivare percorsi di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro. Pur garantendo una visione complessiva d'insieme del modello sperimentato, per favorire un migliore utilizzo degli strumenti proposti, si è cercato di fornire, per ciascun attore, un dettaglio mirato delle istruzioni per l'uso.

12 Pagina 12 di 53 Il ruolo e le attività dell'organizzazione Con il termine organizzazioni si intendono le aziende, le associazioni, gli enti pubblici e privati, gli studi professionali ed altri soggetti a diverso titolo coinvolti nei processi di carattere lavorativo. L organizzazione svolge un ruolo importante dal punto di vista formativo nella realizzazione dei percorsi di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro; l integrazione delle attività pratiche in azienda con le conoscenze acquisite nella formazione scolastica rappresenta un elemento cardine per il raggiungimento degli obiettivi dell Alternanza. Le Organizzazioni, sia direttamente sia attraverso le loro associazioni di rappresentanza, sono chiamate a svolgere un ruolo attivo in tutte le fasi che caratterizzano l Alternanza e che hanno inizio con una progettazione integrata che mira alla individuazione delle specifiche competenze che gli studenti dovranno acquisire. La presenza delle organizzazioni permetterà allo studente di svolgere la fase attività pratiche in azienda.

13 Pagina 13 di 53 Offre / Cerca L organizzazione che intende realizzare percorsi di formazione in Alternanza Scuola- Lavoro contatta la Camera di Commercio presente nella provincia di riferimento ed in particolare lo Sportello dell Alternanza Scuola-Lavoro, ove disponibile. Presso lo Sportello, l organizzazione interessata potrà: fornire la propria disponibilità ad attivare percorsi in Alternanza ; avviare la fase di raccordo con le scuole coinvolte.

14 Pagina 14 di 53 Aderisce al partenariato Le attività necessarie per realizzare percorsi di formazione in Alternanza Scuola Lavoro devono essere: progettate attuate verificate valutate A tal fine l organizzazione aderisce ad un partenariato promosso dalla Scuola e composto dai referenti delle organizzazioni, i coordinatori del progetto in Alternanza delle varie classi della scuola, un referente della Camera di Commercio, un rappresentante dell Ufficio Scolastico Provinciale, i rappresentanti di enti pubblici e/o privati, i rappresentanti delle Province. Tutti i rappresentanti del partenariato saranno i componenti di un gruppo di lavoro o comitato tecnico che progetta, programma e verifica le attività della formazione in Alternanza.

15 Pagina 15 di 53 Individua il Tutor Per permettere la realizzazione dei percorsi in Alternanza Scuola-Lavoro e favorire l acquisizione di conoscenze e competenze da parte dei giovani, è necessario individuare all interno dell organizzazione una risorsa umana in grado di svolgere le specifiche funzioni di Tutor aziendale. L Organizzazione deve individuare, pertanto, un referente (Tutor aziendale) che seguirà le attività relative alla formazione in Alternanza. Quali sono le attività che il tutor aziendale dovrà svolgere? si coordina con il tutor d aula e con il referente della Camera di Commercio per supportare un adeguata realizzazione delle attività didattiche, degli aspetti logistici ed organizzativi programmati; partecipa alle attività di formazione; svolge un ruolo di facilitatore dell apprendimento delle competenze in azienda; accoglie ed affianca lo studente durante la sua permanenza in organizzazione; monitora costantemente i percorsi formativi degli allievi, verificandone l acquisizione delle competenze.

16 Pagina 16 di 53 Progetta Le Organizzazioni svolgono un ruolo attivo nella progettazione dei percorsi formativi in Alternanza. Il referente / tutor aziendale partecipa in qualità di componente del gruppo di lavoro alle attività di progettazione dei percorsi. La progettazione è definita integrata in quanto è necessario costruire dei modelli formativi da offrire agli studenti, che tengano conto sia delle richieste formative dell istruzione sia delle caratteristiche e delle esigenze del mondo del lavoro, che va sempre più affermandosi come centro di apprendimento. Alle attività di progettazione partecipano i componenti del gruppo di lavoro: referenti della scuola, delle organizzazioni, gli operatori della Camera di Commercio e i referenti degli altri soggetti coinvolti. Le attività di progettazione prevedono: la definizione degli obiettivi formativi da raggiungere a scuola ed in organizzazione; l individuazione delle attività da svolgere con la relativa programmazione temporale; la definizione delle fasi per l integrazione curriculum di studi e esperienza lavorativa; la definizione dei ruoli dei diversi soggetti; la definizione del modello di valutazione dei percorsi; la definizione di un modello per l individuazione, l acquisizione e la valutazione delle competenze.

17 Pagina 17 di 53 Partecipa alla formazione Per permettere la realizzazione dei percorsi in Alternanza Scuola-Lavoro e favorire l acquisizione di conoscenze e competenze da parte dei giovani, è necessario che l organizzazione individui una risorsa umana in grado svolgere le specifiche funzioni di Tutor aziendale. Il Tutor aziendale partecipa ad attività di formazione organizzate dalle Camere di Commercio, in maniera congiunta ai Tutor d aula. Gli incontri di formazione d aula hanno la finalità di: sensibilizzare gli operatori coinvolti; fornire informazioni sulla normativa e gli obiettivi in materia di Alternanza Scuola-Lavoro; definire ruoli e funzioni dei tutor d aula ed aziendali; supportare la realizzazione di una progettazione integrata; favorire la programmazione ed organizzazione delle attività di formazione in organizzazione.

18 Pagina 18 di 53 Accoglie gli allievi Lo studente che frequenta un percorso di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro, segue regolarmente le attività didattiche curricolari in aula, ma svolge anche attività pratiche in organizzazione durante l anno scolastico. I percorsi in Alternanza attivano un processo formativo che si realizza non più soltanto in classe, considerata come luogo esclusivo di apprendimento, ma anche in contesti lavorativi. Lo studente apprende, pertanto, i contenuti elaborati in classe attraverso l esperienza di lavoro. L Organizzazione che ha aderito al partenariato proposto dalla Scuola e che ha partecipato alla progettazione integrata della formazione in Alternanza, ospita presso la propria struttura gli studenti. Per programmare ed organizzare la permanenza degli studenti negli ambienti di lavoro, l Organizzazione condivide e programma con la Scuola i seguenti aspetti: le attività da svolgere in organizzazione; i tempi di permanenza in organizzazione ed i periodi; il numero degli studenti; il materiale didattico per gli studenti; gli ambiti formativi relativi alle competenze e conoscenze che gli studenti dovranno acquisire.

19 Pagina 19 di 53 Valuta gli allievi Il tutor aziendale nel percorso di Alternanza Scuola-Lavoro deve fornire all Istituzione Scolastica gli elementi utili a: verificare l efficacia del processo formativo; valutare le attività dello studente. L Organizzazione realizza queste fasi di valutazione e di verifica con modalità, tempi e strumenti programmati e condivisi con la Scuola. Le valutazioni fornite dall Organizzazione permetteranno all Istituzione Scolastica di fare una valutazione globale e conclusiva in merito al raggiungimento degli obiettivi formativi. La Scuola certificherà le competenze acquisite dagli studenti in formazione di Alternanza Scuola-Lavoro.

20 Pagina 20 di 53 Adempimenti amministrativi La fase di esperienza/formazione in organizzazione è molto importante per il raggiungimento degli obiettivi formativi dell Alternanza Scuola-Lavoro. Gli studenti, attraverso l esperienza in organizzazione, mirano ad acquisire le conoscenze e le competenze individuate in fase di progettazione. La finalità di questa fase è quella di "realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro nell ambito dei processi formativi e pertanto si identifica con i termini di stage/tirocinio formativo, regolamentati dall articolo 18 della Legge 196/97 (Legge Treu e successivo regolamento attuativo DM n. 142 /98 Regolamento recante norme di attuazione dei principi e dei criteri di cui all'articolo 18 della Legge 24 giugno 197, n. 196, sui tirocini formativi e di orientamento e successive integrazioni ). La fase di formazione/esperienza in organizzazione non costituisce rapporto di lavoro e non obbliga all assunzione.

21 Pagina 21 di 53 Convenzione La convenzione regola i rapporti e le responsabilità dei soggetti coinvolti (soggetto attuatore e soggetto ospitante) nei percorsi di formazione in Alternanza Scuola- Lavoro, ivi compresi gli aspetti relativi alla tutela della salute e della sicurezza dei partecipanti.(decreto legislativo 15 aprile 2005 n.77 art.3 comma 4). La convenzione, preparata e proposta dal soggetto attuatore (Istituzione Scolastica), contiene indicazioni circa: tipologia di stage (conoscitivo o applicativo); durata; orario attività; nominativo partecipante, nominativo organizzazione ospitante; mansioni attribuite (osservazione sistematica, affiancamento); diritti ed obblighi tra le parti; nominativo del tutor formativo; nominativo del tutor aziendale; firme del soggetto attuatore (Scuola) e del responsabile dell organizzazione. Il modello del documento di convenzione cui fare riferimento è quello allegato al Decreto Ministeriale n. 142 del 25 marzo 1998 Regolamento recante norme di attuazione dei principi e dei criteri di cui Art. 18 della Legge n. 24 giugno 1997 n. 196 sui tirocini formativi e di orientamento.

22 Pagina 22 di 53 Progetto formativo Alla convenzione deve essere allegato un progetto formativo che articola le attività di ciascuno studente in formazione. Il progetto formativo è preparato e definito dal soggetto attuatore (Istituzione scolastica) ed è condiviso dal soggetto ospitante (organizzazione) in relazione a: dati dell allievo; dati dell organizzazione ospitante; obiettivi e attività del tirocinante; polizze assicurative; periodo e sedi di svolgimento dell esperienza di formazione in azienda.

23 Pagina 23 di 53 Posizioni assicurative La presenza degli studenti nei luoghi di lavoro è regolata dalla osservanza di specifiche norme e coperture assicurative. Gli allievi per lo svolgimento delle attività in organizzazione devono essere assicurati: contro gli infortuni sul lavoro, presso l INAIL; per la responsabilità civile verso terzi, presso idonea compagnia assicurativa. Le assicurazioni sono stipulate dal soggetto promotore: l Istituzione Scolastica. Le organizzazioni devono possedere i requisiti relativi alla osservanza delle norme vigenti in materia di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro e di ambiente.

24 Pagina 24 di 53 Registro presenze Per ciascun allievo, il soggetto promotore predispone un registro presenze sul quale dovranno essere quotidianamente riportate le attività svolte e le ore di effettiva presenza, con la firma in calce. Il tutor aziendale firma il registro presenze e provvede alla conservazione del registro.

25 Pagina 25 di 53 Vantaggi per le Organizzazioni La fase di formazione nelle Organizzazioni, prevista dai percorsi di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro, non costituisce e non si configura come un rapporto di lavoro (Art. 1 del D.M. n. 142/98), offre però una serie di importanti vantaggi ai soggetti che decidono di dare il proprio contributo per la realizzazione di tali esperienze: contribuire all'incontro con il mondo dell'istruzione, ancora distante dalla realtà economica e produttiva e dal mercato del lavoro; investire nello sviluppo delle risorse umane ed evidenziare le proprie capacità formative, collaborando con il sistema dell'istruzione; fare parte di una rete territoriale che, grazie alla collaborazione congiunta con Scuole, Camere di Commercio ed altri Soggetti (pubblici e privati); consentire di sviluppare sinergie e collaborazioni rilevanti a livello territoriale; evidenziare ai soggetti interessati la sensibilità riguardo i principi della responsabilità sociale delle imprese; contribuire al raggiungimento dei parametri europei in materia di apprendimento lungo tutto l'arco della vita; usufruire di una deduzione dall'imposizione sul reddito d'impresa, dei costi relativi alle attività di formazione e di stage aziendali (Art. 1 D.L. n. 269 del 30 settembre 2003 e successive integrazioni, in tema di detassazione degli investimenti in stage aziendali per studenti).

26 Pagina 26 di 53 Il ruolo delle Camere di Commercio Il Sistema Camerale, formato dalle Camere di Commercio italiane e dagli Enti collegati (Aziende Speciali, Unioncamere regionali, Agenzie nazionali, Centri per l estero) è da sempre impegnato in attività finalizzate a collegare il sistema delle organizzazioni al sistema delle scuole e delle Università, con l obiettivo di sviluppare e potenziare servizi per la formazione e per l occupazione. In riferimento al mondo della scuola, la Legge 53/03, Riforma Moratti attribuisce un ruolo centrale alle Camere di Commercio in qualita di enti di raccordo tra scuola e mondo dell impresa, per la progettazione, l attuazione e la valutazione dei percorsi di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro. Le attività di sperimentazione e quelle di messa a regime hanno permesso agli operatori delle Camere di Commercio di acquisire una adeguata professionalità in materia di Alternanza Scuola-Lavoro. Per informazioni, assistenza e supporto operativo in materia di Alternanza, il sistema camerale ha promosso la creazione di una rete di Sportelli gestiti direttamente e/o con il supporto delle Aziende Speciali.

27 Pagina 27 di 53 Lo sportello Alternanza Scuola-Lavoro Il sistema camerale, grazie alla sua caratteristica peculiare di vicinanza al territorio, è in grado di offrire una serie di servizi per l Alternanza, ma anche per l orientamento, per i tirocini formativi ed altre iniziative volte a facilitare la transizione dei giovani dalla scuola al lavoro. Lo sportello attivato dalla Camera di Commercio offre un servizio per: le Organizzazioni (Aziende, Associazioni, Enti pubblici e privati, studi professionali, ecc ) interessate ad ospitare studenti in attività di formazione in Alternanza ; le Scuole che intendono avviare progetti di Alternanza Scuola Lavoro.

28 Pagina 28 di 53 Ricerca le organizzazioni Fornisce un supporto operativo nell individuazione delle organizzazioni grazie al portale P.O.L.A.R.I.S. ( un iniziativa delle Camere di Commercio che mira a favorire il collegamento tra sistemi formativi e mondo del lavoro. Grazie al portale P.O.L.A.R.I.S., le Camere di Commercio possono alimentare banche dati per l inserimento delle offerte di formazione nei luoghi di lavoro da parte delle organizzazioni. In tal senso, il sistema rappresenta un punto di contatto tra studenti, scuole, organizzazioni ed operatori camerali; una piazza virtuale in cui trovare occasioni interessanti per la formazione in Organizzazione, ma anche uno spazio dove acquisire informazioni e materiale didattico, nonché scambiarsi pareri ed esperienze. Serve agli studenti che vogliono fare un esperienza di Alternanza ; alle imprese interessate ad ospitare giovani per un periodo di formazione; alle scuole che vedono nell esperienza aziendale uno strumento per rinnovare e migliorare la propria offerta formativa.

29 Pagina 29 di 53 Accoglie le richieste delle scuole Le scuole secondarie di II grado presenti nel territorio provinciale che intendono avviare progetti di formazione in Alternanza, si rivolgono alla Camere di Commercio per costruire la rete dei soggetti che parteciperanno alla progettazione dei percorsi. In particolare, sulla base delle specifiche esigenze delle scuole (percorso di studi, localizzazione territoriale, ecc ), la Camera di Commercio individua e seleziona le disponibilità delle organizzazioni da coinvolgere nei percorsi di formazione in Alternanza.

30 Pagina 30 di 53 Progetta i percorsi di formazione in Alternanza Gli operatori della Camera di Commercio, in qualità di componenti del gruppo di lavoro, partecipano alle attività di progettazione dei percorsi. La progettazione è definita integrata in quanto è necessario costruire dei modelli formativi da offrire agli studenti e che tengano conto sia delle richieste formative dell istruzione, ma anche delle caratteristiche ed esigenze del mondo del lavoro che va sempre più affermandosi come centro di apprendimento.

31 Pagina 31 di 53 Realizza incontri di formazione La Camera di Commercio programma e realizza incontri di formazione per i referenti delle scuole e delle organizzazioni che andranno a svolgere i rispettivi ruoli di tutor d aula e tutor aziendale. Le attività di formazione si realizzano in forma congiunta con i referenti del mondo del lavoro e della scuola, con l obiettivo di diffondere informazioni in merito al tema dell Alternanza ed avviare le attività di progettazione integrata. Esempio di programma base di formazione.

32 Pagina 32 di 53 Realizza attività di orientamento per gli studenti La Camera di Commercio realizza e gestisce le attività di formazione/orientamento rivolte agli studenti con l obiettivo di aiutarli a preparare e rielaborare le esperienze di formazione in Alternanza svolte in organizzazione. Tali attività sono gestite da un Consulente di Orientamento esperto in materia di Alternanza Scuola Lavoro. Un possibile percorso di Orientamento all Alternanza Scuola-Lavoro prevede uno sviluppo in due sessioni per una durata complessiva per ciascun allievo di 6 ore (tre ore per sessione): prima sessione (realizzata prima della fase di formazione in organizzazione): il consulente di orientamento illustra agli studenti gli aspetti caratterizzanti dell Alternanza, spiega gli obiettivi e le attività della fase nell organizzazione, formalizza gli aspetti procedurali relativi; seconda sessione (realizzata al ritorno in aula): il consulente di orientamento supporta ciascun allievo nell analisi e nella valutazione della sua presenza nell organizzazione, formulando una rielaborazione dell esperienza realizzata. I contenuti e gli obiettivi delle attività di orientamento sono strutturati tenendo conto delle finalità della formazione in Alternanza.

33 Pagina 33 di 53 Progetta il materiale didattico Gli operatori delle Camere di Commercio progettano e realizzano il materiale didattico per la gestione dei percorsi di formazione. Le attività di sperimentazione del periodo hanno consentito alle Camere di Commercio di definire un set di strumenti didattici da utilizzare nella formazione in Alternanza Scuola-Lavoro. Al fine di garantire l istaurarsi ed il rafforzarsi di un identità comune tra i vari partecipanti ai percorsi di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro, è stato progettato e realizzato un set di lavoro ( La valigetta dell Alternanza ), che ciascun soggetto coinvolto utilizza durante lo svolgimento delle varie attività. Il materiale è organizzato su due livelli: materiale comune: (es. Gli obiettivi generali; La scheda progetto; Organigramma) ai vari utenti, inerente tematiche di interesse generale relative agli aspetti principali del modello dell alternanza; alle finalità agli obiettivi, alla programmazione delle attività; materiale personalizzato (es. schede progetto) per ciascuna tipologia di utente, strettamente legato al ruolo delle varie tipologie di attori (studenti, tutor d aula e tutor di azienda) e alle specifiche attività che ciascuno di essi dovrà svolgere nell ambito del progetto.

34 Pagina 34 di 53 Promuove Le attività previste sono finalizzate a consentire una concreta diffusione della cultura dell Alternanza, sia all interno del sistema di attori già attivato sia verso altri potenziali attori interessati. La Camera di Commercio svolge attività di promozione e disseminazione in materia di Alternanza Scuola-Lavoro, attraverso una proiezione locale (nell ambito delle varie province) e regionale, ma anche con iniziative a valenza nazionale. In questa ottica le attività sono strutturate secondo alcune linee di intervento integrate: produzione di materiale informativo/promozionale; organizzazione e partecipazione a convegni a livello provinciale e regionali attinenti alle tematiche dell Alternanza Scuola Lavoro; promozione delle iniziative e dei risultati attraverso i siti istituzionali delle Camere di Commercio coinvolte ed altri siti del sistema camerale (ad esempio P.o.l.a.r.i.s., Excelsior) promozione delle esperienze in materia di Alternanza Scuola-Lavoro attraverso mezzi di comunicazione quali televisione, quotidiani e riviste specializzate.

35 Pagina 35 di 53 Il ruolo e le attività della Scuola Gli Istituti Scolastici del secondo ciclo progettano, attuano, verificano e valutano i percorsi di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro, sulla base di apposite convenzioni stipulate con le Camere di Commercio, con le Imprese, con le rispettive Associazioni di rappresentanza o con altri Enti pubblici e privati. Pertanto, nei percorsi in Alternanza Scuola Lavoro, la Scuola svolge, in sinergia con le Organizzazioni, il ruolo di soggetto attuatore ed in particolare quello di: progettazione integrata dei percorsi, progettando con le Organizzazioni e gli altri soggetti coinvolti, i percorsi di formazione degli allievi, in coerenza con gli obiettivi definiti nella fase iniziale e nell'ottica di favorire e supportare l'acquisizione di specifiche competenze e conoscenze, coerenti con il percorso di studi intrapreso dagli studenti; attivazione del sistema tutoriale, individuando uno o più tutor/referenti tra i docenti della scuola che seguiranno gli studenti durante tutto il percorso di formazione; certificazione dell'apprendimento, valutando e certificando le competenze acquisite dagli studenti.

36 Pagina 36 di 53 Il partenariato Le attività necessarie per realizzare percorsi di formazione in Alternanza Scuola- Lavoro devono essere: progettate attuate verificate valutate Per la realizzazione di tali attività, la Scuola si rivolge alla Camera di Commercio territoriale per avviare la costituzione di un partenariato. Sono componenti del partenariato: docenti della scuola; referenti delle organizzazioni; referente della Camera di Commercio; rappresentante dell Ufficio Scolastico Provinciale; rappresentante dell Amministrazione Provinciale. La scuola è il soggetto titolare ed è responsabile del percorso di formazione in Alternanza Scuola-Lavoro. Le Organizzazioni, gli Enti pubblici e privati, le Associazioni, ecc., occupano una posizione centrale svolgendo un ruolo attivo e formativo nella realizzazione dei percorsi. Le Camere di Commercio rappresentano il collegamento tra sistema delle imprese e mondo dell istruzione. L Ufficio Scolastico Provinciale, in rappresentanza del Ministero per l Istruzione, assiste e supporta le Istituzioni scolastiche che inseriscono i percorsi di formazione in Alternanza Scuola Lavoro nel loro Piano dell Offerta Formativa (P.O.F.). L Amministrazione Provinciale rappresenta l Ente pubblico locale sul territorio di riferimento con competenze in materia di istruzione scolastica, orientamento e formazione professionale (Legge Regionale del 26 luglio 2002 n. 32 Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro ). Tutti i rappresentanti del partenariato andranno a costituire un gruppo di lavoro o Comitato Tecnico che progetta, programma e verifica le attività della formazione in Alternanza Scuola-Lavoro.

LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 artt.33,34,35,36 33. 15 aprile 2005, n. 77 34. 35. 36. all'articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n.

LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 artt.33,34,35,36 33. 15 aprile 2005, n. 77 34. 35. 36. all'articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 artt.33,34,35,36 33. Al fine di incrementare le opportunita' di lavoro e le capacita' di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza scuola lavoro di cui al decreto

Dettagli

Alternanza Scuola Lavoro. Un opportunità per valorizzare e caratterizzare i l nostro liceo

Alternanza Scuola Lavoro. Un opportunità per valorizzare e caratterizzare i l nostro liceo Alternanza Scuola Lavoro Un opportunità per valorizzare e caratterizzare i l nostro liceo Riferimenti normativi Indicazioni europee; Normativa nazionale: L.196/97, Reg.142/98, (stage e tirocini formativi)

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA)

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) PROTOCOLLO D'INTESA tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) e Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominato ADA) "Rafforzare il rapporto tra

Dettagli

PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO Alternanza scuola/lavoro l alternanza non è uno strumento formativo, ma si configura piuttosto come una metodologia formativa, una vera e propria modalità di apprendere PERCORSO INNOVATIVO DI ALTERNANZA

Dettagli

L Alternanza Scuola-Lavoro ASL. Dirigente Scolastico Prof. Paolo Pedullà

L Alternanza Scuola-Lavoro ASL. Dirigente Scolastico Prof. Paolo Pedullà L Alternanza Scuola-Lavoro ASL Dirigente Scolastico Prof. Paolo Pedullà Le norme, i decreti, le linee guida, le sperimentazioni. Legge 53/2003 art. 4 (Riforma Moratti) Decreto Legislativo 77/2005 (Alternanza

Dettagli

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

REGOLAMENTO PER GLI STAGE REGOLAMENTO PER GLI STAGE emanato con D.R. n. 5146 del 2000, successivamente modificato con D.R. n. 9 del 16 gennaio 2007 e D.R. n. 198 del 29 novembre 2011 1/5 ART. 1 Ambito di applicazione 1.1 Il presente

Dettagli

ACCORDO LA CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO

ACCORDO LA CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO ACCORDO tra il Ministro dell' istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano riguardante il primo anno

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LOMBARDIA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno scolastico 2003/2004

Dettagli

Art. 1 Finalità. Art. 2 Apprendistato.

Art. 1 Finalità. Art. 2 Apprendistato. Regione Umbria LEGGE REGIONALE 30 maggio 2007, n. 18 Disciplina dell'apprendistato. Pubblicazione: Bollettino Ufficiale n. 25 del 06/06/2007 Il Consiglio regionale ha approvato. La Presidente della Giunta

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani

PROTOCOLLO D INTESA. tra. MIUR USR Sicilia. Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia Ufficio XI Ambito Territoriale per la provincia di Trapani e Conservatorio di Musica di Stato di Trapani Antonio Scontrino PROTOCOLLO D INTESA tra MIUR USR Sicilia

Dettagli

Ministero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominate ADA)

Ministero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR) Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominate ADA) PROTOCOLLO D'INTESA tra Ministero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR) e Associazione Direttori di Albergo (di seguito denominate ADA) "Rafforzare il rapporto tra

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA tra

PROTOCOLLO D INTESA tra PROTOCOLLO D INTESA tra USR PER IL PIEMONTE REGIONE PIEMONTE - ASSESSORATO ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE UNIONE PROVINCE PIEMONTESI (UPP) ANCI PIEMONTE CITTÀ DI TORINO PROVINCIA DI TORINO UNIONCAMERE

Dettagli

degli incentivi all' occupazione e della normativa che disciplina l' INAIL, nonche' disposizioni per il riordino degli enti previdenziali"

degli incentivi all' occupazione e della normativa che disciplina l' INAIL, nonche' disposizioni per il riordino degli enti previdenziali SCHEDA SINTETICA ARTICOL0 68 - Obbligo di frequenza di attivita' formative - ARTICOLO 69 - Istruzione e formazione tecnica superiore - Legge 17 maggio 1999, n. 144 "Misure in materia di investimenti, delega

Dettagli

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR E LA SOCIETA DANTE ALIGHIERI Protocollo d'intesa Tra

Dettagli

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA

CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA CONVENZIONE PER L UTILIZZAZIONE DI STRUTTURE DA PARTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA PSICOLOGICA DELL UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI TORINO TRA La Scuola di Specializzazione in Psicologia della Salute

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE PIEMONTE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE PIEMONTE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE PIEMONTE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno scolastico 2003/2004

Dettagli

La costituzione degli Istituti Tecnici Superiori e la riorganizzazione del sistema dell IFTS

La costituzione degli Istituti Tecnici Superiori e la riorganizzazione del sistema dell IFTS Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Direzione generale per l istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni La costituzione degli

Dettagli

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Presidenza del Consiglio dei Ministri Presidenza del Consiglio dei Ministri CONFERENZA UNIFICATA (ex art. 8 del D.Lgs. 28 agosto 1997, n. 281) SEDUTA DEL 2 MARZO 2000 Repertorio Atti n. 221 del 2 marzo 2000 Oggetto: Accordo tra Governo, regioni,

Dettagli

ACCORDO. tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. e Regione Lombardia

ACCORDO. tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. e Regione Lombardia ACCORDO tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e Regione Lombardia SPERIMENTAZIONE DI PERCORSI FORMATIVI IN APPRENDISTATO PER L ESPLETAMENTO

Dettagli

Partecipare all organizzazione di convegni ed eventi

Partecipare all organizzazione di convegni ed eventi Area di Riferimento 1 Gestione POF Riscrittura del POF alla luce delle innovazioni normative e dei bisogni formativi attuali, sia interni che del territorio Monitoraggio in itinere dell attuazione del

Dettagli

ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA. con protocollo 0004232 che riconoscono alla scuola

ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA. con protocollo 0004232 che riconoscono alla scuola ACCORDO DI RETE RETE NAZIONALE SCUOLE ITALIA ORIENTA Visto il D.P.R. n. 275/1999, art. 7, che prevede la possibilità per le istituzioni Scolastiche autonome di stipulare accordi di rete per perseguire

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA

PROTOCOLLO DI INTESA PROTOCOLLO DI INTESA fra la Città di Torino e l Ufficio scolastico territoriale di Torino per lo sviluppo dei tirocini formativi e l avvicinamento all attività di alternanza scuola-lavoro L Ufficio scolastico

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE VENETO IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE VENETO IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE VENETO IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno scolastico 2003/2004

Dettagli

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999;

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999; Protocollo d intesa tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca (di seguito denominato Ministero) e Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (di seguito

Dettagli

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Oggetto: schema di decreto recante linee guida in materia di semplificazione e promozione dell istruzione tecnico professionale a norma dell articolo 52 del decreto legge 9 febbraio 2012, n.5, convertito

Dettagli

1. La disciplina di cui al presente regolamento si informa ai seguenti principi generali: - 1 -

1. La disciplina di cui al presente regolamento si informa ai seguenti principi generali: - 1 - Regolamento di disciplina dei profili formativi dell apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, ai sensi degli articoli 4, comma 1, lettera c) e 53 della legge regionale 16 novembre

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA. tra

PROTOCOLLO DI INTESA. tra Prefettura di Torino Ufficio Territoriale del Governo PROTOCOLLO DI INTESA Il Prefetto di Torino nella persona del Dott. Alberto Di Pace tra e il Dirigente dell Ufficio di Ambito Territoriale per la provincia

Dettagli

Protocollo D Intesa. Tra. L Ufficio Scolastico Regionale Per L Umbria. Il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia

Protocollo D Intesa. Tra. L Ufficio Scolastico Regionale Per L Umbria. Il Conservatorio F. Morlacchi di Perugia Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per l Umbria Direzione Regionale Protocollo D Intesa Tra L Ufficio Scolastico Regionale Per L Umbria E Il Conservatorio

Dettagli

ACCORDO TERRITORIALE TRA REGIONE DEL VENETO E UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO DIREZIONE GENERALE

ACCORDO TERRITORIALE TRA REGIONE DEL VENETO E UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO DIREZIONE GENERALE ALLEGATO 1 ACCORDO TERRITORIALE TRA REGIONE DEL VENETO E UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL VENETO DIREZIONE GENERALE per la realizzazione di un offerta sussidiaria di percorsi di istruzione e formazione

Dettagli

AVVISO PUBBLICO IL DIRETTORE GENERALE

AVVISO PUBBLICO IL DIRETTORE GENERALE Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL ISTITUZIONE SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI CATANIA TRA

PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL ISTITUZIONE SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI CATANIA TRA PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NELL ISTITUZIONE SCOLASTICA DELLA PROVINCIA DI CATANIA TRA Il Prefetto di Catania rappresentato dalla Dott.ssa Anna

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO

LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 3 AGOSTO 2001 REGIONE VENETO Norme per il diritto al lavoro delle persone disabili in attuazione della legge 12 marzo 1999, n. 68 e istituzione servizio integrazione lavorativa

Dettagli

La Regione Molise. L Ufficio scolastico Regionale per il Molise

La Regione Molise. L Ufficio scolastico Regionale per il Molise Accordo Territoriale per la realizzazione nell anno scolastico 2011/2012 di percorsi di IeFP di durata triennale,in regime di sussidiarietà,da parte degli Istituti Professionali Statali della Regione Molise,

Dettagli

CONVENZIONE QUADRO. tra. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana. Direzione Generale

CONVENZIONE QUADRO. tra. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca. Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana. Direzione Generale CONVENZIONE QUADRO tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca e il Consiglio Regionale della Toscana L', P.I. 80022410486, con sede legale in Firenze, via Mannelli n. 113, rappresentato

Dettagli

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA

REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA REGOLAMENTO PER L INTEGRAZIONE E IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI STUDENTI DISABILI DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA Emanato con D.R. n. 686 del 29 novembre 2010 Entrato in vigore il 1 dicembre

Dettagli

CONVENZIONE PER ATTIVITA DI TIROCINIO FORMATIVO E ORIENTAMENTO (D.M. 25 marzo 1998, n. 142) TRA

CONVENZIONE PER ATTIVITA DI TIROCINIO FORMATIVO E ORIENTAMENTO (D.M. 25 marzo 1998, n. 142) TRA Area Stage e Orientamento Dott.ssa Novelli Paola Tel. 0809021580 e-mail: ufficio.stage@lum.it; novelli@lum.it RIF. N.. Dott.ssa Rago Anna Maria Tel. 0809021607 e-mail: rago@lum.it CONVENZIONE PER ATTIVITA

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE MARCHE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE MARCHE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE MARCHE IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA IL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Per la realizzazione dall anno scolastico 2003/2004

Dettagli

PREMESSE ART. 1 DEFINIZIONI

PREMESSE ART. 1 DEFINIZIONI Pag 1 di 6 PREMESSE Richiamata la normativa vigente in materia di stage o tirocini formativi e d orientamento ed in particolare la Circolare del Ministero del Lavoro-Direzione generale impiego n 92 del

Dettagli

Programmi di formazione e orientamento per gli istituti superiori della provincia di Pisa

Programmi di formazione e orientamento per gli istituti superiori della provincia di Pisa Programmi di formazione e orientamento per gli istituti superiori della provincia di Pisa Catalogo 2013/2014 La Camera di Commercio di Pisa attraverso le proprie aziende speciali è da sempre impegnata

Dettagli

LICEO LINGUISTICO LICEO DELLE SCIENZE UMANE LICEO DELLE SCIENZE UMANE opzione ECONOMICO SOCIALE LICEO SCIENTIFICO opzione SCIENZE APPLICATE

LICEO LINGUISTICO LICEO DELLE SCIENZE UMANE LICEO DELLE SCIENZE UMANE opzione ECONOMICO SOCIALE LICEO SCIENTIFICO opzione SCIENZE APPLICATE LEGGE 13 luglio 2015 n. 107 Con l entrata in vigore della legge 107/15 l Istituto A. Monti attiva, a partire dalle attuali classi terze, percorsi di Alternanza Scuola Lavoro ALTERNANZA - novità L alternanza

Dettagli

DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO

DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO 1608 27/02/2014 Identificativo Atto n. 167 DIREZIONE GENERALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE E LAVORO ASSEGNAZIONE DEI CONTINGENTI DI DOTI PER LA REALIZZAZIONE DI PERCORSI DI QUALIFICA TRIENNALI DI ISTRUZIONE

Dettagli

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA

ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO. Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA ACCORDO QUADRO PER LA DIFFUSIONE E L IMPLEMENTAZIONE DI BUONE PRATICHE DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO Tra UFFICIO SCOLASTICO TERRITORIALE DI NOVARA Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Dettagli

Decreto Direttoriale MIUR 15.09.2015, prot. n. 936 Avviso Pubblico Alternanza scuola-lavoro.

Decreto Direttoriale MIUR 15.09.2015, prot. n. 936 Avviso Pubblico Alternanza scuola-lavoro. Decreto Direttoriale MIUR 15.09.2015, prot. n. 936 Avviso Pubblico Alternanza scuola-lavoro. Art. 1 - Finalità 1. L'alternanza scuola lavoro è uno strumento che offre a tutti gli studenti della scuola

Dettagli

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

Legge accesso disabili agli strumenti informatici Legge accesso disabili agli strumenti informatici da Newsletter Giuridica: Numero 81-26 gennaio 2004 Pubblicata sulla Gazzetta la Legge in materia di accesso dei disabili agli strumenti informatici, approvata

Dettagli

Linee Guida di cui all articolo 13, comma 1-quinquies del decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito dalla legge 2 aprile 2007, n.

Linee Guida di cui all articolo 13, comma 1-quinquies del decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito dalla legge 2 aprile 2007, n. Linee Guida di cui all articolo 13, comma 1-quinquies del decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito dalla legge 2 aprile 2007, n. 40 Premessa Il presente documento contiene indicazioni e orientamenti

Dettagli

ACCORDO QUADRO del 7 agosto 2012

ACCORDO QUADRO del 7 agosto 2012 Ministero dell Interno Dipartimento per le Libertà civili e l immigrazione Direzione Centrale per lo Politiche dell Immigrazione e dell Asilo Ufficio I - Pianificazione delle Politiche dell Immigrazione

Dettagli

CONVENZIONE TRA. la Giunta Regionale della Toscana con sede legale in Firenze, piazza Duomo n. 1, rappresentata da.

CONVENZIONE TRA. la Giunta Regionale della Toscana con sede legale in Firenze, piazza Duomo n. 1, rappresentata da. CONVENZIONE TRA la Giunta Regionale della Toscana con sede legale in Firenze, piazza Duomo n. 1, rappresentata da. E L'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana con sede legale in Firenze, via Mannelli

Dettagli

SCHEMA DI ACCORDO PER LA DISCIPLINA E LA DURATA DELL APPRENDISTATO PER LA QUALIFICA E PER IL DIPLOMA PROFESSIONALE NELLA REGIONE ABRUZZO

SCHEMA DI ACCORDO PER LA DISCIPLINA E LA DURATA DELL APPRENDISTATO PER LA QUALIFICA E PER IL DIPLOMA PROFESSIONALE NELLA REGIONE ABRUZZO ALLEGATO A GIUNTA REGIONALE D ABRUZZO DIREZIONE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO, FORMAZIONE ED ISTRUZIONE, POLITICHE SOCIALI REGIONE ABRUZZO GIUNTA REGIONALE D ABRUZZO DIREZIONE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

Funzione Strumentale n. 1: P.O.F. / Diffusione della cultura della qualità

Funzione Strumentale n. 1: P.O.F. / Diffusione della cultura della qualità Circolare n. 31 del 24/09/2014 Inoltro telematico a fiis00300c@istruzione.it in data 24/09/2014 Pubblicazione sul sito web (sezione Circolari / Comunicazioni DS) in data 24/09/2014 OGGETTO: Presentazione

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale.

LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE. Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale. LEGGE REGIONALE N. 36 DEL 27-11-2006 REGIONE PIEMONTE Autorizzazione ed accreditamento dei soggetti operanti nel mercato del lavoro regionale. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE PIEMONTE N. 48 del

Dettagli

Alternanza scuola lavoro: che cosa significa

Alternanza scuola lavoro: che cosa significa Alternanza scuola lavoro: che cosa significa È una modalità didattica realizzata in collaborazione fra scuole e imprese per offrire ai giovani competenze spendibili nel mercato del lavoro e favorire l

Dettagli

ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO VALTREBBIA Via al Municipio 7, 16029 TORRIGLIA (GE)

ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO VALTREBBIA Via al Municipio 7, 16029 TORRIGLIA (GE) AL COLLEGIO DEI DOCENTI E P.C. AL CONSIGLIO D ISTITUTO AI GENITORI AGLI ALUNNI AL PERSONALE ATA ATTI ALBO OGGETTO: ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca INTESA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA e LA REGIONE LOMBARDIA VISTI - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze esclusive in materia di

Dettagli

PROGETTO A SCUOLA DI DISLESSIA

PROGETTO A SCUOLA DI DISLESSIA PROGETTO A SCUOLA DI DISLESSIA Bando per la presentazione di progetti finalizzati alla realizzazione in ambito scolastico di strategie didattiche, metodologiche e valutative nei confronti degli studenti

Dettagli

REGIONE SICILIANA MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA'

REGIONE SICILIANA MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' REGIONE SICILIANA Assessorato Regionale dell' Istruzione e della Formazione Professionale Dipartimento dell' Istruzione e della Formazione Professionale MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA

Dettagli

LINEE GUIDA PER L ATTIVAZIONE DI TIROCINI FORMATIVI E DI ORIENTAMENTO ALL INTERNO DI STRUTTURE DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA

LINEE GUIDA PER L ATTIVAZIONE DI TIROCINI FORMATIVI E DI ORIENTAMENTO ALL INTERNO DI STRUTTURE DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA LINEE GUIDA PER L ATTIVAZIONE DI TIROCINI FORMATIVI E DI ORIENTAMENTO ALL INTERNO DI STRUTTURE DELL UNIVERSITA DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA Per favorire lo svolgimento di attività professionalizzanti

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA tra la Rete di scuole per la sicurezza della provincia di Treviso e gli altri soggetti del territorio

PROTOCOLLO D INTESA tra la Rete di scuole per la sicurezza della provincia di Treviso e gli altri soggetti del territorio PROTOCOLLO D INTESA tra la Rete di scuole per la sicurezza della provincia di Treviso e gli altri soggetti del territorio VISTO l accordo regionale (delibera della Giunta Regionale n. 1789/2006) stipulato

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA IN MATERIA DI APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE O CONTRATTO DI MESTIERE di cui all art.4 del D.lgs 14 settembre 2011 n 167

PROTOCOLLO D INTESA IN MATERIA DI APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE O CONTRATTO DI MESTIERE di cui all art.4 del D.lgs 14 settembre 2011 n 167 PROTOCOLLO D INTESA IN MATERIA DI APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE O CONTRATTO DI MESTIERE di cui all art.4 del D.lgs 14 settembre 2011 n 167 Tra LA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO e LE ASSOCIAZIONI DEI

Dettagli

ACCORDO TRA LA REGIONE MARCHE L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE. Visti: - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze

ACCORDO TRA LA REGIONE MARCHE L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE. Visti: - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze ACCORDO TRA LA REGIONE MARCHE E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE Visti: - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze esclusive in materia di Istruzione e Formazione Professionale

Dettagli

AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO

AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO (anno scolastico 2014-2015) anno zero AUTONOMIA SCOLASTICA e AUTOVALUTAZIONE L autovalutazione d istituto affonda le sue radici nell autonomia scolastica (dpr 275/1999) 1999-2014

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI D.P.C.M. 30 marzo 2001: ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO SUI SISTEMI DI AFFIDAMENTO DEI SERVIZI ALLA PERSONA PREVISTI DALL ART. 5 DELLA LEGGE 8 novembre 2000, n. 328 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

Protocollo d intesa Per la formazione di esperti della Sicurezza nei luoghi di lavoro Safety Manager

Protocollo d intesa Per la formazione di esperti della Sicurezza nei luoghi di lavoro Safety Manager ALLEGATO A Protocollo d intesa Per la formazione di esperti della Sicurezza nei luoghi di lavoro Safety Manager tra: Regione Toscana, INAIL Toscana, Università degli Studi di Firenze, Pisa e Siena, Confindustria

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

AVVISO PUBBLICO Progetti di stage scuola-lavoro per studenti disabili Anno 2015 IL DIRIGENTE

AVVISO PUBBLICO Progetti di stage scuola-lavoro per studenti disabili Anno 2015 IL DIRIGENTE All.A AVVISO PUBBLICO Progetti di stage scuola-lavoro per studenti disabili Anno 2015 FINANZIABILI DAL FONDO REGIONALE PER L OCCUPAZIONE DEI DISABILI ART. 14, L. 68/99 IL DIRIGENTE VISTA la legge 12 marzo

Dettagli

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO

ASSOCIAZIONE AMBIENTE E LAVORO Schema di disegno di legge recante: Delega al Governo per l emanazione di un testo unico per il riassetto normativo e la riforma della salute e sicurezza sul lavoro bozza aggiornata al 30 dicembre 2006

Dettagli

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione

Comune di Nuoro DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE. Settore AA.GG. e Personale. Ufficio Formazione Comune di Nuoro Settore AA.GG. e Personale Ufficio Formazione DISCIPLINARE PER LA FORMAZIONE DELLE RISORSE UMANE Ultimo aggiornamento settembre 2008 Art. 1 (Oggetto e finalità) 1. Le disposizioni contenute

Dettagli

Progetti di stage scuola-lavoro per studenti disabili Anno 2014

Progetti di stage scuola-lavoro per studenti disabili Anno 2014 All.A Direzione Lavoro COLLOCAMENTO MIRATO LEGGE 68/99 AVVISO PUBBLICO Progetti di stage scuola-lavoro per studenti disabili Anno 2014 FINANZIABILI DAL FONDO REGIONALE PER L OCCUPAZIONE DEI DISABILI ART.

Dettagli

*** NORMATTIVA - Stampa ***

*** NORMATTIVA - Stampa *** *** NORMATTIVA - Stampa *** Page 1 of 5 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. (10G0192) Vigente al: 11-11-2015 La Camera dei deputati

Dettagli

1 PIANO D ISTITUTO PER LA FORMAZIONE E L AGGIORNAMENTO A.S. 2012/2013

1 PIANO D ISTITUTO PER LA FORMAZIONE E L AGGIORNAMENTO A.S. 2012/2013 I s t i t u t o P r o f e s s i o n a l e d i S t a t o p e r l I n d u s t r i a e l A r t i g i a n a t o CAVOUR-MARCONI Loc. Piscille Via Assisana, 40/d-06154 PERUGIA Tel. 075/5838322 Fax 075/32371

Dettagli

SEZIONE PRIMA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L INSEGNAMENTO SECONDARIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ART. 1

SEZIONE PRIMA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L INSEGNAMENTO SECONDARIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ART. 1 SEZIONE PRIMA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L INSEGNAMENTO SECONDARIO DELL UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ART. 1 Per conseguire le finalità di cui all art. 4, secondo comma, della legge 19 novembre

Dettagli

Legge n. 170 del 08-10-2010 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. (GU n.

Legge n. 170 del 08-10-2010 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. (GU n. Legge n. 170 del 08-10-2010 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. (GU n. 244 del 18-10- 2010 ). La Camera dei deputati ed il Senato

Dettagli

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA

VIENE STIPULATO IL SEGUENTE PROTOCOLLO D INTESA PROTOCOLLO DI INTESA PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARTENARIATO PUBBLICO / PRIVATO A FAVORE DELLA MOBILITA EUROPEA GEOGRAFICA E PROFESSIONALE DEI LAVORATORI NELL AMBITO DEL PROGRAMMA COMUNITARIO EURES (EUROPEAN

Dettagli

Consiglio Regionale della Toscana

Consiglio Regionale della Toscana Consiglio Regionale della Toscana PROPOSTA DI LEGGE n. 35 Istituzione del Servizio civile regionale D iniziativa della Giunta Regionale Agosto 2005 1 Allegato A Istituzione del servizio civile regionale

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

Articolo 1. Articolo 2. (Definizione e finalità)

Articolo 1. Articolo 2. (Definizione e finalità) UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT REGOLAMENTO DEL TIROCINIO FORMATIVO E DI ORIENTAMENTO (approvato nel Consiglio di Dipartimento del 19 febbraio 2014) Articolo 1 (Definizione

Dettagli

valutata la richiesta di rinnovo di tale protocollo d intesa da parte del Centro Unesco di Torino, prot. n. 25214 del 20 maggio 2015 ;

valutata la richiesta di rinnovo di tale protocollo d intesa da parte del Centro Unesco di Torino, prot. n. 25214 del 20 maggio 2015 ; REGIONE PIEMONTE BU32 13/08/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 6 luglio 2015, n. 35-1688 Approvazione dello schema di Protocollo d'intesa annuale tra la Regione Piemonte, l'ufficio Scolastico regionale

Dettagli

PROMOZIONE DELL OFFERTA FORMATIVA RIVOLTA AI TUTOR AZIENDALI DEGLI APPRENDISTI IN APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE

PROMOZIONE DELL OFFERTA FORMATIVA RIVOLTA AI TUTOR AZIENDALI DEGLI APPRENDISTI IN APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE ALLEGATO 2 PROMOZIONE DELL OFFERTA FORMATIVA RIVOLTA AI TUTOR AZIENDALI DEGLI APPRENDISTI IN APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE I. QUADRO DI RIFERIMENTO Il presente avviso è finalizzato alla promozione

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 28 DEL 13-11-2006 REGIONE BASILICATA. Disciplina degli aspetti formativi del contratto di apprendistato.

LEGGE REGIONALE N. 28 DEL 13-11-2006 REGIONE BASILICATA. Disciplina degli aspetti formativi del contratto di apprendistato. Page 1 of 9 LEGGE REGIONALE N. 28 DEL 13-11-2006 REGIONE BASILICATA Disciplina degli aspetti formativi del contratto di apprendistato. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE BASILICATA N. 71 del 17

Dettagli

www.lavoripubblici.it

www.lavoripubblici.it RELAZIONE TECNICA Il presente decreto legislativo specifica sostanzialmente obblighi cui i datori di lavoro sono già tenuti, in base alla disciplina generale del corrispondente Titolo I del decreto legislativo

Dettagli

Protocollo per l orientamento scolastico alunni disabili Pagina 1 di 7

Protocollo per l orientamento scolastico alunni disabili Pagina 1 di 7 Protocollo per l orientamento scolastico alunni disabili Pagina 1 di 7 I Dirigenti scolastici de: Istituto Statale d Arte F. Mengaroni Pesaro Liceo Classico T. Mamiani Pesaro Liceo Scientifico G. Marconi

Dettagli

ACCORDO DI COLLABORAZIONE IN MATERIA DI TIROCINI ESTIVI DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO TRA L'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PESARO

ACCORDO DI COLLABORAZIONE IN MATERIA DI TIROCINI ESTIVI DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO TRA L'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PESARO ACCORDO DI COLLABORAZIONE IN MATERIA DI TIROCINI ESTIVI DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO TRA L'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI PESARO E L'UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE DI PESARO-URBINO E GLI ISTITUTI SCOLASTICI

Dettagli

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento

Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Disabilità: nuovi servizi e nuovi sistemi di finanziamento Area Disabilità La politica regionale lombarda in quest area è particolarmente attiva, con servizi ed interventi a carattere educativo, formativo

Dettagli

Alternanza Scuola-Lavoro Riferimenti per la compilazione delle schede di monitoraggio quantitativo

Alternanza Scuola-Lavoro Riferimenti per la compilazione delle schede di monitoraggio quantitativo Alternanza Scuola-Lavoro Riferimenti per la compilazione delle schede di monitoraggio quantitativo In questo documento sono evidenziati alcuni riferimenti utili per la compilazione delle schede relativi

Dettagli

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Direttiva n. 74 Roma, lì 15 settembre 2008 VISTA la legge 28 marzo 2003 n. 53 ed in particolare l'articolo 3 che prevede la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione ed il riordino

Dettagli

Progetti assistiti a livello nazionale e regionale (art.11, comma 1 del D.P.R. 263/12) IL PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO ALL AVVIO DEI CPIA

Progetti assistiti a livello nazionale e regionale (art.11, comma 1 del D.P.R. 263/12) IL PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO ALL AVVIO DEI CPIA Progetti assistiti a livello nazionale e regionale (art.11, comma 1 del D.P.R. 263/12) IL PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO ALL AVVIO DEI CPIA Indicazioni per la realizzazione del progetto assistito USR Sicilia

Dettagli

COMITATO TECNICO SCUOLA E UNIVERSITA

COMITATO TECNICO SCUOLA E UNIVERSITA Emilia Gangemi COMITATO TECNICO SCUOLA E UNIVERSITA Linee di indirizzo 12 dicembre 2012 Il quadro disegnato dai dati più recenti, tra cui le indagini ISTAT, in merito al mercato del lavoro nel Lazio non

Dettagli

UNIONCAMERE Unione Italiana dene Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura PROTOCOLLO D'INTESA TRA

UNIONCAMERE Unione Italiana dene Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura PROTOCOLLO D'INTESA TRA r MOD~LARIO MAF. - ex 60 ex ("'od. ~~ ~~~ 6J UNIONCAMERE Unione Italiana dene Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO DELLE ATTIVITA' PRODUTTIVE, di seguito

Dettagli

1. Premessa. 2. Caratteristiche dei percorsi formativi

1. Premessa. 2. Caratteristiche dei percorsi formativi DISCIPLINA DEI PROFILI FORMATIVI DELL'APPRENDISTATO PER IL CONSEGUIMENTO DELLA QUALIFICA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE E DEL DIPLOMA PROFESSIONALE AI SENSI DELL ART. 3 COMMA 2 DEL D.LGS 167/2011

Dettagli

CONVENZIONE DI TIROCINIO

CONVENZIONE DI TIROCINIO CONVENZIONE DI TIROCINIO tra il POLITECNICO DI MILANO, cod. fiscale n 80057930150, con sede legale in P.zza Leonardo Da Vinci 32-20133 Milano, rappresentato dal Prof. Giovanni Azzone in qualità di Rettore

Dettagli

ACCORDO GOVERNO-REGIONI-PROVINCE AUTONOME REGOLAMENTAZIONE PROFILI FORMATIVI APPRENDISTATO QUALIFICA DIPLOMA PROFESSIONALE

ACCORDO GOVERNO-REGIONI-PROVINCE AUTONOME REGOLAMENTAZIONE PROFILI FORMATIVI APPRENDISTATO QUALIFICA DIPLOMA PROFESSIONALE ACCORDO GOVERNO-REGIONI-PROVINCE AUTONOME REGOLAMENTAZIONE PROFILI FORMATIVI APPRENDISTATO QUALIFICA DIPLOMA PROFESSIONALE Gazzetta Ufficiale n.77 del 31.3.2.2012 Nell odierna seduta del 15 marzo 2012;

Dettagli

Min istero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR)

Min istero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR) MIUR.AOODGOSV.REGISTRO UFFICIALE(U).0002553.07-03-2016 PROTOCOLLO D'INTESA tra Min istero deii'istruzione, deii'universita e della Ricerca (di seguito denominate MIUR) e Federazione delle Associazioni

Dettagli