Lavorare in quota in sicurezza con apprestamenti e DPI particolari

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1 Federarchitetti CORSO di AGGIORNAMENTO per COORDINATORI e RSPP Lavorare in quota in sicurezza con apprestamenti e DPI particolari Docente: Tecnico della prevenzione nell ambiente e nei luoghi di lavoro Dr. Andrea Costagli Pisa, 30 novembre /11/2012 1

2 Contenuti del modulo Sistemi di arresto caduta La prevenzione della sindrome da sospensione inerte Lavori temporanei in quota con l impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi Sistemi collettivi di protezione dei bordi Parapetti provvisori prefabbricati Reti di sicurezza 29/11/2012 2

3 Sistemi di arresto caduta 29/11/2012 3

4 RISCHI NEI LAVORI IN QUOTA 1. RISCHIO PREVALENTE DI CADUTA 2. RISCHIO CONSEGUENTE LA CADUTA: Oscillazione del corpo (effetto pendolo) Arresto del moto (sollecitazioni trasmesse dall imbracatura) Sospensione inerte del corpo (tempo di permanenza) 3. RISCHIO CONNESSO AI DPI (adattabilità, intralcio, inciampo) 4. RISCHIO DI INNESCO CADUTA (vertigini, abbagliamento/visibilità, aderenza calzatura-superficie) 5. RISCHI SPECIFICI CONNESSI ALL ATTIVITA 6. RISCHI DI NATURA ATMOSFERICA 29/11/2012 4

5 RISCHI NEI LAVORI IN QUOTA 1. RISCHIO PREVALENTE DI CADUTA 2. RISCHIO CONSEGUENTE LA CADUTA: Oscillazione del corpo (effetto pendolo) Arresto del moto (sollecitazioni trasmesse dall imbracatura) Sospensione inerte del corpo (tempo di permanenza) 3. RISCHIO CONNESSO AI DPI (adattabilità, intralcio, inciampo) 4. RISCHIO DI INNESCO CADUTA (vertigini, abbagliamento/visibilità, aderenza calzatura-superficie) 5. RISCHI SPECIFICI CONNESSI ALL ATTIVITA 6. RISCHI DI NATURA ATMOSFERICA 29/11/2012 5

6 IL FENOMENO DELLA CADUTA Tempo (s) Caduta (m) Velocità (km/h) Durante una caduta il corpo viene attratto al suolo dalla forza di gravità con un aumento progressivo della velocità. Esempio per un corpo di 100 Kg: /11/2012 6

7 IL FENOMENO DELLA CADUTA Una generica massa m, posta ad una quota h da terra, se rilasciata istantaneamente a velocità iniziale nulla, arriva a terra con la seguente velocità: v= radq(2gh) Esempio: m= 100 kg, h= 2 m v= 6.26 m/s v= 22.5 km/h La massa travasa l energia potenziale data dall altezza h di caduta in energia cinetica di movimento. L energia generata vale quindi: E= 1/2mv 2 Tale valore corrisponde all energia da dissipare all interno del sistema di arresto. 29/11/2012 7

8 IL FENOMENO DELLA CADUTA In caso di altezza di caduta h e successivo spazio di arresto s, la forza riportata sulla massa dal sistema frenante è pari a: F= E/s Esempio: m= 100 kg, h= 2 m, s= 0.10 m F= 2000 kg OSSERVAZIONE: - forza decisamente eccessiva per il corpo umano - da studi condotti in ambito paracadutistico si evince che: F > 600 kg potenziali lesioni del corpo umano 29/11/2012 8

9 IL FENOMENO DELLA CADUTA OSSERVAZIONE: da studi effettuati si è stabilito che una persona in discreto stato di salute, se indossa una adeguata imbracatura ed è inserita in un sistema arresto caduta con dissipatore, può sopportare una forza di arresto fino a 600 kg tutti i dispositivi anticaduta dedicati all arresto della caduta devono essere inseriti in un sistema con assorbitore di energia tale da ridurre la forza massima di arresto al valore di 600 kg 29/11/2012 9

10 Tipologia di caduta CADUTA LIBERA: DISTANZA DI CADUTA SUPERIORE A 60 cm (comunque sempre < di 150 cm) PRIMA CHE IL SISTEMA INIZI A PRENDERE IL CARICO Nota bene: Al fine di minimizzare la distanza di caduta libera il punto di ancoraggio deve risultare sempre al di sopra del punto di aggancio sull imbracatura e la lunghezza del cordino deve essere la minima possibile 29/11/

11 Tipologia di caduta CADUTA LIBERA LIMITATA: DISTANZA DI CADUTA INFERIORE A 60 cm PRIMA CHE IL SISTEMA INIZI A INTERVENIRE EFFICACEMENTE 29/11/

12 Tipologia di caduta CADUTA CONTENUTA: Caduta in cui si impedisce di cadere verso il vuoto e CHE HA UNA DISTANZA MASSIMA DI ARRESTO < 60 cm es. cadute lungo piani inclinati senza raggiungere lati verso il vuoto 29/11/

13 Tipologia di caduta CADUTA TOTALMENTE PREVENUTA: CONDIZIONE DI PREVENZIONE TOTALE DI RISCHIO DI CADUTA DALL ALTO 29/11/

14 Tipologia di caduta NOTA BENE: LA CLASSIFICAZIONE DELLE TIPOLOGIE DI CADUTA SERVE A DEFINIRE LA PRIORITA DEI LIVELLI DI PROTEZIONE. DOBBIAMO PRIVILEGIARE SEMPRE, IN FASE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO, LA TIPOLOGIA DI CADUTA TOTALMENTE PREVENUTA!!! 29/11/

15 Tipologia di caduta Effetto pendolo DISASSAMENTO VERTICALE TRA IL PUNTO DI CADUTA E IL PUNTO DI CERNIERA DELLA FUNE SULL ANCORAGGIO SITUAZIONE CRITICA SOLUZIONE 29/11/

16 Tipologia di caduta Effetto pendolo SITUAZIONE CRITICA: Deviazione dall ancoraggio di un angolo maggiore di 30 29/11/

17 Tipologia di caduta Effetto pendolo Problema: esecuzione di lavori in prossimità degli angoli della copertura, soggetti a cadute con effetto pendolo Soluzione: inserimento negli angoli di punti di ancoraggio singolo 29/11/

18 Tipologia di caduta 1 FATTORE DI CADUTA Si definisce fattore di caduta il rapporto fra l altezza di caduta e la lunghezza del cordino Anticaduta FC= H caduta / L cordino 2 CASO 1: Situazione peggiore; fattore di caduta =2 CASO 3: Situazione ideale; fattore di caduta =0 3 NB: EVITARE SITUAZIONI CON FATTORE DI CADUTA PROSSIMO A 2!!! 29/11/

19 Tipologia di caduta Punto di ancoraggio TIRANTE D ARIA SPAZIO LIBERO DI CADUTA IN SICUREZZA NECESSARIO A CONSENTIRE UNA CADUTA SENZA CHE IL LAVORATORE URTI CONTRO IL SUOLO O ALTRI OSTACOLI ANALOGHI TIRANTE D ARIA T= A + B+ C+ D A= lunghezza del cordino compreso l assorbitore di energia (Lmax= 2 m) B= estensione dell elemento assorbitore di energia (Δmax= 1.75 m) C= distanza attacco imbracatura piedi (1.5 m) D= altezza di sicurezza (1 m) Esempio: nel peggiore dei casi (vedi figura) cordino L= 2 m T= 6.25 m 29/11/

20 DEFINIZIONI Lavoro in quota (DLgs n 81, art. 107): attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad un altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile. Piano stabile: superficie di appoggio dove in nessun caso la forza di gravità può avere la minima incidenza anche in caso di ragionevole evento anomalo Dispositivo di Protezione Individuale (DPI): dispositivo atto ad assicurare una persona a un punto di ancoraggio sicuro in modo da prevenire o arrestare in condizioni di sicurezza la caduta dall alto. NB: L uso dei DPI per le cadute dall alto è obbligatorio qualora non vi siano le idonee misure di protezione collettiva. 29/11/

21 DEFINIZIONI Sistema di arresto caduta: DPI contro le cadute dall alto comprendente una imbracatura per il corpo e un sottosistema di collegamento; per DPI si intende un dispositivo atto ad assicurare una persona ad un punto di ancoraggio in modo da prevenire completamente o di arrestare, in condizione di sicurezza, le cadute dall alto Dispositivo di ancoraggio: elemento o serie di elementi o componenti contenente uno o più punti di ancoraggio Punto di ancoraggio: elemento a cui il DPI può essere applicato dopo l installazione del dispositivo di ancoraggio Ancoraggio strutturale: elemento o elementi fissati in modo permanente a una struttura, a cui si può applicare un dispositivo di ancoraggio o un DPI Componente: parte di un sistema venduto dal fabbricante e fornito con imballaggio, marcatura e istruzioni per uso (ad es. supporti per il corpo e cordini sono componenti) collettiva. 29/11/

22 Quadro normativo 1. D.LGS 9 APRILE 2008, N 81, Titolo I, Titolo III e Titolo IV 2. D.LGS N 475/1992: Requisiti essenziali dei DPI e categorie 3. NORME TECNICHE: UNI-EN 4. Normativa Regionale 29/11/

23 Quadro normativo D.lgs. n 81/2008, Titolo III: Uso delle attrezzature e dei dispositivi di protezione individuale CAPO II: USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Art.76: Requisiti dei DPI (conformità al d.lgs 475/92, adeguatezza alle esigenze di lavoro ed ergonomiche del lavoratore) Art.77: Obblighi del datore di lavoro (valutazione rischi e formazione e informazione dei lavoratori, cura dei DPI, ) Art.78: Obblighi dei lavoratori (devono sottoporsi ai programmi di formazione e concorrono alla cura dei DPI) 29/11/

24 Quadro normativo D.lgs. n 81/2008, Titolo IV: Cantieri temporanei o mobili CAPO II: NORME PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO NELLE COSTRUZIONI E NEI LAVORI IN QUOTA Art.111: Obblighi del datore di lavoro nell'uso di attrezzature per lavori in quota (priorità misure di protezione collettiva, scelta punti di accesso in quota, uso scale, valutazione condiz. metereologiche, ) Art.115: Sistemi di protezione contro le cadute dall alto 29/11/

25 Quadro normativo Art.115: Sistemi di protezione contro le cadute dall alto: Necessario utilizzo di idonei sistemi di protezione qualora non vi siano gli idonei sistemi di protezione collettiva. I sistemi di protezione sono costituiti da: imbracature assorbitori di energia connettori dispositivi di ancoraggio dispositivi retrattili cordini dispositivi retrattili guide o linee vita flessibili guide o linee vita rigide L elemento di collegamento deve essere collegato a parti stabili. 29/11/

26 NORME UNI-EN: Quadro normativo 341: DPI contro le cadute dall alto: DISPOSITIVI DI DISCESA 353-1/2: DPI contro le cadute dall alto: DISPOSITIVI ANTICADUTA DI TIPO GUIDATO CON LINEA DI ANCORAGGIO 354: DPI contro le cadute dall alto: CORDINI 355: DPI contro le cadute dall alto: ASSORBITORI DI ENERGIA 360: DPI contro le cadute dall alto: DISPOSITIVI ANTICADUTA DI TIPO RETRATTILE 361: DPI contro le cadute dall alto: IMBRACATURE PER IL CORPO 362: DPI contro le cadute dall alto: CONNETTORI 363: DPI contro le cadute dall alto: SISTEMI DI ARRESTO CADUTA 364: DPI contro le cadute dall alto: METODI DI PROVA 365: DPI contro le cadute dall alto: REQUISITI GENERALI PER LE ISTRUZ. PER L USO E LA MARCATURA 795: Protezione contro le cadute dall alto - Dispositivi di ancoraggio requisiti e prove 29/11/

27 Sistemi di protezione I sistemi cosiddetti anti-caduta non hanno come obbiettivo quello di impedire una caduta (compito svolto da parapetto o sistema di protezione collettiva) ma hanno come obbiettivi primari: Arrestare la caduta nel minor tempo possibile (in modo da evitare che la persona, cadendo, raggiunga velocità tali da non poter più essere fermata in sicurezza); Arrestare la caduta evitando, per quanto possibile, danni alla persona; Mantenere, una volta arrestata la caduta, la persona in posizione eretta senza impedire la respirazione; Non devono limitare troppo i movimenti del lavoratore per consentirgli di effettuare il lavoro previsto. 29/11/

28 Sistemi di protezione I sistemi cosiddetti anti-caduta non hanno come obbiettivo quello di impedire una caduta (compito svolto da parapetto o sistema di protezione collettiva) ma hanno come obbiettivi primari: Arrestare la caduta nel minor tempo possibile (in modo da evitare che la persona, cadendo, raggiunga velocità tali da non poter più essere fermata in sicurezza); Arrestare la caduta evitando, per quanto possibile, danni alla persona; Mantenere, una volta arrestata la caduta, la persona in posizione eretta senza impedire la respirazione; Non devono limitare troppo i movimenti del lavoratore per consentirgli di effettuare il lavoro previsto. 29/11/

29 Sistemi di protezione NOTA BENE: I DPI che proteggono dai rischi di caduta dall alto si definiscono come parte di un sistema anticaduta perché, a differenza di altri DPI che sono in grado di proteggere l operatore nel momento stesso in cui vengano indossati (per esempio un elmetto o un paio d occhiali), i DPI che proteggono dai pericoli di caduta, presi singolarmente, NON sono in grado di fornire tale protezione. Infatti una imbracatura, da sola, non arresta la caduta, ma deve essere dotata di un cordino con un moschettone in grado di collegarsi ad un punto d ancoraggio sicuro. 29/11/

30 Sistemi di protezione IL SISTEMA ANTICADUTA È SEMPRE QUALCOSA COMPOSTO DA: Punto d ancoraggio (risponde norma UNI-EN 795) Cordino di collegamento Imbracatura o cintura 29/11/

31 Sistemi di protezione SISTEMA DI ARRESTO CADUTA DI TIPO GUIDATO CON LINEA DI ANCORAGGIO RIGIDA 1. Punto di attacco Rigida Flessibile 2. Linea di ancoraggio 3. Staffa di fissaggio 4. DPI tipo guidato 5. Cordino 6. Imbracatura 29/11/

32 Sistemi di protezione SISTEMA DI ARRESTO CADUTA DI TIPO GUIDATO CON LINEA DI ANCORAGGIO FLESSIBILE 1. Punto di ancoraggio 2. Imbracatura 3. Elemento dissipatore di energia 4. Cordino 5. Disp.anticaduta tipo guidato 6. Linea di ancoraggio flessibile 7. Fine corsa 29/11/

33 Sistemi di protezione SISTEMA DI ARRESTO CADUTA DI TIPO RETRATTILE VINCOLATO A PUNTO FISSO 1. Punto di ancoraggio 2. Arrotolatore 3. Cordino retrattile 4. Imbracatura per il corpo 29/11/

34 Sistemi di protezione SISTEMA DI ARRESTO CADUTA IMBRACATURA, ASSORBITORE, CORDINO VINCOLATO 1. Punto di ancoraggio 2. Assorbitore di energia 3. Cordino 4. Imbracatura per il corpo 29/11/

35 Sistemi di protezione Dispositivi di protezione DPI - IMBRACATURE PER IL CORPO (UNI-EN 361) 29/11/

36 Sistemi di protezione DPI CONNETTORI (UNI-EN 362) a ghiera triangolare e ovale a pinza e a grande apertura 29/11/

37 Sistemi di protezione DPI DISPOSITIVO RETRATTILE (UNI-EN 360) CONNETTORE ALLA LINEAANTICADUTA ARROTOLATORE A MOLLA GANCIO DA PREDISPORRE SULLA IMBRACATURA Lunghezze disponibili: 5m, 10m, 20m, 30m 29/11/

38 Sistemi di protezione DPI - CORDINI E ASSORBITORI DI ENERGIA (UNI-EN ) cordino regolabile CON assorbitore di energia: NB: lunghezza massima del cordino (compreso assorbitore di energia e connettori) pari a 2 m cordino regolabile SENZA assorbitore di energia ATTENZIONE: Un cordino senza un assorbitore di energia NON può essere utilizzato in o come un sistema di arresto caduta! 29/11/

39 Sistemi di protezione USO E MANUTENZIONE DEI DPI 1. UTILIZZARE I SISTEMI SOLO PER GLI USI PREVISTI (EVITARE AD ES. TRASPORTO MATERIALI) 2. PRIMA DELL UTILIZZO CONTROLLARE IL CORRETTO ASSIEMAGGIO E LE CHIUSURE DEI CONNETTORI A GHIERA 3. NEL CASO DI ARRESTO DI CADUTA PREDISPORRE IL DPI PER UNA PUNTUALE ISPEZIONE 4. UTILIZZARE I SISTEMI ANTICADUTA SOLO DA PARTE DI LAVORATORI SOTTOPOSTI AL PROGRAMMA DI ADDESTRAMENTO E FORMAZIONE 5. SOTTOPORRE I DPI AL PROGRAMMA DI MANUTENZIONE (ANNUALE) PREVISTO DAL FABBRICANTE 29/11/

40 Sistemi di protezione Dispositivi di ancoraggio NORMA DI RIFERIMENTO: UNI EN 795 Protezione contro le cadute dall alto. Dispositivi di ancoraggio. Requisiti e prove Definisce 5 classi di dispositivi di ancoraggio: 1. CLASSE A (A1, A2): dispositivi di ancoraggio singolo 2. CLASSE B: dispositivi di ancoraggio provvisori portatili 3. CLASSE C: dispositivi di ancoraggio che utilizzano linee di ancoraggio flessibili 4. CLASSE D: dispositivi di ancoraggio che utilizzano rotaie di ancoraggio rigide orizzontali 5. CLASSE E: dispositivi di ancoraggio a corpo morto NB: la norma fornisce indicazioni per la progettazione del dispositivo, (REQUISITI E PROVE) non per l impostazione di un progetto di installazione! 29/11/

41 Sistemi di protezione Dispositivi di ancoraggio ATTENZIONE!!!! L appendice A della UNI-EN 795 ha carattere puramente informativo e contiene raccomandazioni per l installazione. L installazione non è normata nella UNI-EN 795. Abbiamo dei prodotti conformi ad una norma ma di fatto non esiste una norma specifica relativa alle installazioni degli stessi 29/11/

42 Sistemi di protezione Dispositivi di ancoraggio In linea generale la resistenza degli elementi portanti deve essere almeno il doppio delle forze massime messe in gioco nel momento dell arresto della caduta 10 KN circa Kg 1000 per operatore 29/11/

43 Sistemi di protezione CLASSE A1: dispositivi di ancoraggio progettati per essere fissati a superfici con qualsiasi inclinazione piastra a muro golfare 29/11/

44 Sistemi di protezione CLASSE A2: dispositivi di ancoraggio progettatiper essere fissati a coperture Linea con sottotegola 29/11/

45 Sistemi di protezione CLASSE C: dispositivi di ancoraggio con linee di ancoraggio flessibili orizzontali Linea orizzontale su colmo 29/11/

46 Sistemi di protezione CLASSE D: dispositivi di ancoraggio con rotaie di ancoraggio rigide Binario con retrattile fissato su capriate metalliche 29/11/

47 Sistemi di protezione CLASSE E: ancoraggi a corpo morto da utilizzare su superfici orizzontali Il dispositivo sfrutta il peso proprio come zavorra 29/11/

48 Scelta dei sistemi di protezione Quali valutazioni? Percorso di accesso in quota Accesso (sbarco) in quota Posti di lavoro e di transito in quota 29/11/

49 Scelta dei sistemi di protezione 1. Il lavoratore deve poter lavorare a differenti altezze e muoversi con il dispositivo operante; 2. Per attivare il meccanismo di bloccaggio normalmente si necessità di una accelerazione iniziale; 3. Occorre valutare lo spazio libero di caduta; 4. Occorre valutare la compatibilità con il dispositivo di ancoraggio e con gli eventuali altri componenti formanti in dispositivo di arresto; 5. Devono essere presi in considerazione i limiti d impiego dichiarati dal fabbricante; 6. Deve essere predisposta, prima dell uso, una procedura interna che preveda il recupero della persona soggetta a caduta dall alto. 29/11/

50 Scelta dei sistemi di protezione Sistemi di montaggio in sicurezza di dispositivi di ancoraggio Il sistema di installazione più sicuro è rappresentato dall utilizzo di una piattaforma aerea all interno della quale gli installatori (agganciati alla stessa con imbracatura di sicurezza e cordino di trattenuta) possono operare senza il rischio di caduta. 29/11/

51 La prevenzione della sindrome da sospensione inerte 29/11/

52 LA SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE DURANTE LA SOSPENSIONE NELL IMBRACATURA NEL LAVORATORE INCOSCIENTE PUO SOPRAGGIUNGERE LA MORTE IN MINUTI tempo drammaticamente breve per il soccorso 29/11/

53 LA SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE SINDROME DA SOSPENSIONE: Cosa è? Condizione clinica ad evoluzione mortale in breve tempo, che associa la sospensione inerte a perdita di coscienza ed insufficienza multiviscerale. SINONIMI: SINDROME DA IMBRACO o TRAUMA DA SOSPENSIONE La sospensione di un individuo imbragato ed immobile determina un sequestro del sangue agli arti inferiori con mancato ritorno al cuore per abolizione della pompa muscolare e possibile effetto di compressione dei cosciali. Le vene devono riportare il sangue verso il cuore. Ma, a motivo della forza di gravità, le vene degli arti inferiori hanno bisogno di strutture particolari perchè il sangue possa fluire in modo corretto verso l'alto, dove è il cuore. Le grandi vene degli arti inferiori sono dotate, per questo, di valvole, chiamate a nido di rondine". 29/11/

54 LA SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE Che cosa è possibile fare? Deve essere predisposta, prima dell uso, una procedura interna che preveda il recupero della persona soggetta a caduta dall alto. Quindi: se la vittima è incosciente, deve essere rilasciato dalla sospensione, non appena è possibile I lavoratori che usano un sistema di imbracatura del corpo non devono mai agire da soli 29/11/

55 LA SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE Cosa fare: il kit di emergenza. Alcuni esempi In alternativa al paranco 29/11/

56 LA SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE Cosa fare: il kit di emergenza. 29/11/

57 LA SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE Cosa fare: il kit di emergenza. 29/11/

58 LA SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE Cosa fare: il kit di emergenza. 29/11/

59 LA SINDROME DA SOSPENSIONE INERTE È un problema concreto? Nessun lavoratore edile ha perso la vita a causa delle sindrome da sospensione inerte, nel I decennio del secolo, in Toscana. A causa della carenza di sistemi di protezione contro la caduta molti lavoratori hanno perso la vita cadendo dall alto Una adozione diffusa di sistemi di protezione contro la caduta riduce il rischio di caduta dall alto aumenta il rischio di sindrome da sospensione inerte Occorre essere pronti per affrontare questo nuovo rischio. 29/11/

60 Lavori temporanei in quota con l impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi 29/11/

61 Quadro normativo D.Lgs. 81/08 Art. 116 Obblighi dei datori di lavoro concernenti l'impiego di sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi. 29/11/

62 Sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi Il datore di lavoro che impiega sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi deve rispettare quanto segue: a) Il sistema deve comprendente almeno due funi ancorate separatamente, una per l'accesso, la discesa e il sostegno, detta fune di lavoro, e l'altra con funzione di dispositivo ausiliario, detta fune di sicurezza. E' ammesso l'uso di una fune in circostanze eccezionali in cui l'uso di una seconda fune rende il lavoro più pericoloso e se sono adottate misure adeguate per garantire la sicurezza; b) I lavoratori devono essere dotati di un'adeguata imbracatura di sostegno collegata alla fune di sicurezza; 29/11/

63 Sistemi 29/11/

64 Sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi FUNE DI LAVORO La fune di lavoro deve essere munita di meccanismi sicuri di ascesa e discesa e dotata di un sistema autobloccante volto a evitare la caduta nel caso in cui l'utilizzatore perda il controllo dei propri movimenti. FUNE DI SICUREZZA La fune di sicurezza deve essere munita di un dispositivo mobile contro le cadute che segue gli spostamenti del lavoratore; 29/11/

65 Sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi Gli attrezzi ed altri accessori utilizzati dai lavoratori, devono essere agganciati alla loro imbracatura di sostegno o al sedile o ad altro strumento idoneo; 29/11/

66 Sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi PROGRAMMA DI LAVORO I lavori devono essere programmati e sorvegliati in modo adeguato, anche al fine di poter immediatamente soccorrere il lavoratore in caso di necessità. Il programma dei lavori definisce un piano di emergenza, le tipologie operative, i dispositivi di protezione individuale, le tecniche e le procedure operative, gli ancoraggi, il posizionamento degli operatori, i metodi di accesso, le squadre di lavoro e gli attrezzi di lavoro; Il programma di lavoro deve essere disponibile presso i luoghi di lavoro ai fini della verifica da parte dell'organo di vigilanza competente per territorio di compatibilità ai criteri di cui all'articolo 111, commi 1 e 2 del D.Lgs.81/08. 29/11/

67 Sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori interessati una formazione adeguata e mirata alle operazioni previste, in particolare in materia di procedure di salvataggio. La formazione ha carattere teorico-pratico e deve riguardare: a) l'apprendimento delle tecniche operative e dell'uso dei dispositivi necessari; b) l'addestramento specifico sia su strutture naturali, sia su manufatti; c) l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, le loro caratteristiche tecniche, manutenzione, durata e conservazione; d) gli elementi di primo soccorso; e) i rischi oggettivi e le misure di prevenzione e protezione; f) le procedure di salvataggio. I soggetti formatori, la durata, gli indirizzi ed i requisiti minimi di validità dei corsi sono riportati nell'allegato XXI del D.Lgs.81/08 29/11/

68 Sistemi collettivi di protezione dei bordi 29/11/

69 Sistemi collettivi di protezione dei bordi PARAPETTI PROVVISORI RETI DI PROTEZIONE SISTEMI COMBINATI (reti di sicurezza + parapetti provvisori) (Classificazione dei sistemi collettivi di protezione dei bordi per tipologia) 29/11/

70 Quadro normativo Riferimenti normativi da prendere in considerazione per definire un efficace protezione dei lavoratori che operano sulle coperture: Decreto Legislativo 81/08 e successive modifiche ed integrazioni (art.111, art.112, art.115, art.122, art. 125, art.148) Norma UNI EN 13374:2004 Sistemi temporanei di protezione dei bordi Norma UNI EN :2003 Reti di sicurezza. Requisiti di sicurezza, metodi di prova Norma UNI EN :2003 Reti di sicurezza. Requisiti per i limiti di posizionamento 29/11/

71 Sistemi collettivi di protezione dei bordi PARAPETTI PROVVISORI tradizionali PARAPETTI PROVVISORI PREFABBRICATI 29/11/

72 Sistemi collettivi di protezione dei bordi PARAPETTI PROVVISORI PREFABBRICATI Questi ultimi stanno prendendo sempre più piede grazie alla rapidità e facilità di installazione e alla flessibilità che ne consentono il montaggio su differenti tipi di supporto con vari sistemi di fissaggio. L utilizzo di questi sistemi, che vengono realizzati secondo i requisiti dettati dalla norma tecnica UNI EN 13374:2004, rispetto ai parapetti tradizionali, costituisce un migliore adempimento all art. 112 del D.Lgs. 81/08 il quale recita che le opere provvisionali devono essere allestite con buon materiale e secondo la regola dell arte. 29/11/

73 Sistemi collettivi di protezione dei bordi PARAPETTO 1 Montante Corrente principale 3 Corrente intermedio 4 Corrente inferiore 4 73

74 Sistemi collettivi di protezione dei bordi I parapetti provvisori più utilizzati (cosiddetti guardacorpo) sono costituiti da aste metalliche verticali (montante prefabbricato) ancorate al supporto con ganascia a morsa o piastra tassellata, sulle quali vengono montate le traverse orizzontali (correnti e fermapiedi). PARAPETTI PROVVISORI PREFABBRICATI Classe A Classe B Classe C 29/11/

75 Sistemi collettivi di protezione dei bordi I sistemi collettivi di protezione dei bordi si possono suddividere per classi di resistenza: Sistema di protezione bordi di classe A è quello progettato per resistere a sollecitazioni statiche o quasi statiche, sulla base della necessità di sostenere il lavoratore che si appoggi o proceda contro il sistema di protezione dei bordi. Sistema di protezione bordi di classe B è quello progettato per resistere a sollecitazioni dinamiche deboli, sulla base della necessità di sostenere il lavoratore a seguito della caduta, dello scivolamento, del rotolamento e dell urto contro il sistema di protezione dei bordi. Sistema di protezione bordi di classe C è quello progettato per resistere a sollecitazioni dinamiche forti, sulla base della necessità di sostenere il lavoratore a seguito della caduta, dello scivolamento, del rotolamento e dell urto contro il sistema di protezione dei bordi. 29/11/

76 Sistemi collettivi di protezione dei bordi 29/11/

77 Classe A: Sistemi collettivi di protezione dei bordi Classi di resistenza e limiti di utilizzo: per coperture con inclinazione non superiore a 10 Classe B: per coperture con inclinazioni minori di 30 senza limitazioni dell altezza di caduta per coperture con inclinazioni minori di 60 se l altezza di caduta è inferiore a 2 m. Classe C: per coperture con inclinazioni comprese tra i 30 e i 45 senza limitazioni dell altezza di caduta per coperture con inclinazioni comprese tra i 45 e i 60 se l altezza di caduta è inferiore a 5 m. 29/11/

78 Sistemi collettivi di protezione dei bordi 29/11/

79 Sistemi collettivi di protezione dei bordi 29/11/

80 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Classi di resistenza e limiti di inclinazione: L inclinazione dei sistemi di protezione dei bordi di classe A non deve discostarsi dalla verticale di più di 15 L inclinazione dei sistemi di protezione dei bordi di classe B non deve scostarsi dalla linea verticale AC di più di 15 L inclinazione della protezione laterale dei bordi in classe C, deve essere compresa fra la verticale, linea AC, e la perpendicolare alla superficie, rappresentata dalla linea BC. 29/11/

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84 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Le tipologie di montanti guardacorpo si contraddistinguono per il profilo e per il tipo di ancoraggio all edificio (ai bordi delle solette, alle falde di copertura, alle pareti, ecc..); se da un lato questo tipo di parapetti, si distingue per praticità e versatilità d impiego, dall altro richiede una accurata scelta del modello (non esiste un modello universale) in relazione alle condizioni di stabilità e resistenza della struttura alla quale deve essere ancorato. In particolare nella classificazione secondo i materiali costituenti la struttura di ancoraggio, questi vengono distinti in elementi in calcestruzzo armato (ammorsato con ganascia, con piastra a perdere di tipo verticale o inclinata, universale a vite) e in elementi strutturali in legno (con fissaggio laterale o frontale). 29/11/

85 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Parapetto provvisorio per elementi strutturali in calcestruzzo armato Parapetto provvisorio ammorsato con ganascia fissa Parapetto provvisorio ammorsato con ganascia regolabile Parapetto provvisorio ammorsato con piastra verticale Parapetto provvisorio ammorsato con piastra inclinata Parapetto provvisorio universale avite 29/11/

86 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Parapetto provvisorio per elementi strutturali in legno Parapetto provvisorio per fissaggio laterale Parapetto provvisorio per fissaggio frontale 29/11/

87 Sistemi collettivi di protezione dei bordi Parapetto provvisorio prefabbricato Il sistema di montaggio/smontaggio più sicuro dei guardacorpo è rappresentato dall utilizzo di una piattaforma aerea all interno della quale gli installatori (agganciati alla stessa con imbracatura di sicurezza e cordino di trattenuta) possono operare senza il rischio di caduta. 29/11/

88 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA La normativa tecnica distingue la rete dalla rete di sicurezza. La rete è definita come connessione di maglie mentre la rete di sicurezza è la rete sostenuta da una fune sul bordo, da altri elementi di supporto o da una combinazione di questi, progettata per fermare la caduta dall alto delle persone. In definitiva la rete di sicurezza è il sistema formato dalla rete e dalla intelaiatura di sostegno. 29/11/

89 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Norma UNI EN :2003 Reti di sicurezza. Requisiti di sicurezza, metodi di prova Norma UNI EN :2003 Reti di sicurezza. Requisiti di sicurezza per il montaggio delle reti di sicurezza. Le reti vengono divise in 4 classi che differiscono per le dimensioni delle maglie e per i valori caratteristici dell energia che agisce sulla rete (A1 A2 B1 B2). Le reti di sicurezza vengono divise in 4 sistemi denominati S, T, U, V, che differiscono fra loro per l intelaiatura di sostegno dei bordi e per l uso orizzontale o verticale. Essi sono diversi per la forma che assumono una volta installati e per la tecnica di messa in opera. 29/11/

90 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Classificazione delle reti in base a resistenza e dimensione della Maglia: Tipo A1: E A = 2,3 KJ (energia minima di rottura) l M = 60 mm (dim. maglia) Tipo A2: E A = 2,3 KJ (energia minima di rottura) l M = 100 mm (dim. maglia) Tipo B1: E A = 4,4 KJ (energia minima di rottura) l M = 60 mm (dim. maglia) Tipo B2: E A = 4,4 KJ (energia minima di rottura) l M = 100 mm (dim. maglia) 29/11/

91 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Tipo S: Reti di sicurezza con fune di bordo per utilizzo orizzontale 29/11/

92 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Tipo T: Reti di sicurezza attaccata a consolle per utilizzo orizzontale 29/11/

93 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Tipo U: Reti di sicurezza attaccata a intelaiatura di sostegno per utilizzo verticale 29/11/

94 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA - Tipo V: Reti di sicurezza con fune di bordo attaccata ad un sostegno di tipo a forca per utilizzo verticale 29/11/

95 Etichettatura RETI DI SICUREZZA Dalla classificazione e dalle caratteristiche reali della rete ne deriva la designazione importante per l utilizzo che se ne vuole fare. 29/11/

96 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA COSTRUZIONE E REQUISITI DI SICUREZZA: Le funi di prova, di bordo e tiranti devono resistere almeno a 30 KN (3000 kg) Quelle di accoppiamento 7.5 KN (750 kg). Tutte devono essere chiuse per non sfilacciarsi. Le reti devono avere le caratteristiche corrispondenti al tipo (es. S A2). Le intelaiature devono essere progettate in modo da essere soggetta a deformazione plastica e le singole parti non si devono staccare. 29/11/

97 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA IL MANUALE D USO DELLA UNI EN Il cuore della norma riguarda il manuale di istruzioni della rete per il quale si specifica che debba contenere: Forze di ancoraggio necessarie Altezza massima di caduta Larghezza minima di raccolta Collegamento della rete di sicurezza Distanza minima sotto la rete di sicurezza Immagazzinamento Ispezione Sostituzione 29/11/

98 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Manuale Ogni tipo di rete di sicurezza ha le proprie caratteristiche e modalità di utilizzo, specificate nelle istruzioni fornite dal fabbricante a corredo del dispositivo. In particolare si danno importanti indicazioni sulle modalità di disposizione delle reti 29/11/

99 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA La scelta di una rete di sicurezza dipende dalla altezza di caduta e dalla larghezza di raccolta definite come segue: altezza di caduta He: distanza verticale fra la rete di sicurezza ed il punto di lavoro localizzato lungo il perimetro esterno della struttura; altezza di caduta Hi: distanza verticale fra la rete di sicurezza ed il punto di lavoro localizzato lungo il bordo interno alla struttura; altezza di caduta ridotta Hr: distanza verticale tra la rete di sicurezza ed il punto di lavoro localizzato sul bordo interno della struttura a distanza non superiore a 2 m dai punti di ancoraggio: larghezza di raccolta b: distanza orizzontale fra il bordo esterno della zona di lavoro ed il bordo esterno della rete. La larghezza di raccolta è necessaria per tener conto della componente orizzontale della velocità che il lavoratore potrebbe possedere e che lo proietterebbe fuori della superficie protetta dalla rete. Questa problematica assume particolare importanza quando l altezza di caduta è elevata, specialmente in presenza di superfici inclinate. 29/11/

100 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA I valori delle grandezze sopra definite che si possono adottare sono: - altezze di caduta Hi ed He che non devono superare i 6 m; - altezza ridotta Hr, introdotta per reti di tipo S, che non supera i 3 m, perché localizzata nella zona strutturalmente più debole della rete; - distanza orizzontale tra rete e spigolo di caduta (zona vuota) più piccola possibile; - aree di lavoro inclinate fino a 20 : vanno rispettati i seguenti valori per la larghezza di raccolta b della rete He (m) 1,0 3,0 6,0 b (m) 2,0 2,5 3,0 - aree di lavoro inclinate oltre di 20 : la larghezza di raccolta b deve essere almeno 3 m mentre la distanza fra la rete ed il punto più basso della superficie inclinata deve essere non superiore a 3 m. 29/11/

101 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA - Manuale In particolare si danno importanti indicazioni sul montaggio e sul fissaggio. 29/11/

102 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Spazio libero sotto la rete di sicurezza Le reti di sicurezza devono essere messe in opera e sospese in maniera tale che, durante la fase di raccolta del lavoratore che ha subito la caduta, la stessa non tocchi altri lavoratori, ostacoli fissi od in transito sotto la rete. Nella valutazione occorre tenere conto dell abbassamento dovuto al peso proprio della rete e della deformazione che la stessa subisce dopo la raccolta del lavoratore. 29/11/

103 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Esame annuale Ogni rete di protezione nella etichetta non solo deve essere provvista del nome del costruttore, ma anche dell anno e mese di fabbricazione. L esame annuale prescritto avviene mandando uno dei fili di collaudo introdotti con anello numerato della rete cui si riferisce al costruttore o a un ufficio di collaudo dei materiali per il controllo della forza massima di trazione del filo. 29/11/

104 Sistemi collettivi di protezione dei bordi RETI DI SICUREZZA Qualora il Piano di Sicurezza e Coordinamento preveda l utilizzo di reti di sicurezza, questo dovrà contenere indicazioni che ne facilitino la scelta e la messa in opera Il Piano Operativo di Sicurezza dell impresa esecutrice dovrà recepire tali elementi ed effettuare il montaggio, l utilizzo e lo smontaggio in condizioni di sicurezza. 29/11/

105 Grazie per l attenzione 29/11/

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