Pianificazione urbanistica e mitigazione del rischio idrologico. Piano di gestione del rischio alluvioni
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- Fabrizio Mura
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1 Pianificazione urbanistica e mitigazione del rischio idrologico. Piano di gestione del rischio alluvioni Centro Studi PIM, 22 novembre 2017 Nuovo rapporto tra acqua e progetto urbanistico Alessandro Alì
2 Condizioni di cambiamento per il progetto urbanistico DGC N X / 6829 del 30/06/2017 Regolamento recante criteri e metodi per il rispetto del principio dell invarianza idraulica ed idrologica LR 4/2016 Revisione della normativa regionale in materia di difesa del suolo, di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e di gestione dei corsi d'acqua. ART. 58 bis LR 11 marzo 2005, n. 12 Invarianza idraulica, invarianza idrologica e drenaggio urbano sostenibile. ART. 55 bis LR 11 marzo 2005, n. 12 Progetti strategici di sottobacino. Regolamento regionale 24 marzo 2006 n. 4 Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne. ART.45 LR 12 dicembre 2003, n. 26 Contratti di fiume e di lago - Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche. Direttiva 2000/60/CE - quadro per l'azione comunitaria in materia di acque. Direttiva 2007/60/CE - valutazione e gestione dei rischi di alluvioni.
3 Legge di Horton Andamenti della capacità di infiltrazione in presenza di sovrabbondanza di acqua sulla superficie disperdente e parametri. L infiltrazione decresce da un valore massimo iniziale f0, che è legato al tipo di suolo ed al suo stato di imbibizione all inizio dell evento, ad un valore minimo asintotico fc, che eguaglia la conduttività idraulica a saturazione Ks, la quale è legata alle caratteristiche di porosità del terreno, alla stratigrafia del sottosuolo, alla presenza e distanza dalla falda. Durante il processo di infiltrazione il suolo sia soggetto ad un progressivo fenomeno di saturazione che limita progressivamente il valore dell infiltrazione.
4 Classi di suolo con copertura erbosa Potenzialità scarsa, moderatamente bassa, moderatamente alta, molto alta. Se, quindi, sulla base dei dati sopra riportati, si considera che una pioggia intensa di elevato tempo di ritorno può raggiungere durante la fase di picco intensità anche maggiori di 200 mm/ora, si può subito come l infiltrazione, a parità di superficie investita dalla pioggia e di infiltrazione, sia atta ad disperdere al più 1/10 della punta di portata di pioggia in arrivo, per i suoli più permeabili di classe A, e al più 1/100 della punta di portata di pioggia in arrivo, per i suoli meno permeabili di classe D. Pertanto, come ordine di grandezza, data una determinata superficie impermeabile Simp, per disperdere con l infiltrazione l intera portata di pioggia di arrivo, occorre convogliare la pioggia raccolta su una superficie disperdente pari al minimo a 10 volte la superficie Simp, per i suoli più permeabili di classe A, e al minimo 100 volte la superficie Simp, per i suoli meno permeabili di classe D.
5 Da ciò emerge come le prestazioni dei terreni di origine naturale siano, generalmente, inadeguate in termini di capacità di infiltrazione delle punte massime di pioggia. Pertanto, tutti i sistemi di infiltrazione (cunette, aree di laminazione/infiltrazione, pozzi perdenti, ecc.) devono essere adeguatamente e attentamente progettati, in funzione delle caratteristiche proprie dei suoli esistenti (alle diverse profondità di progetto) e secondo le indicazioni di letteratura, in termini di progettazione degli opportuni strati filtranti. Tutto ciò implica che l infiltrazione, che, come più volte affermato, è comunque sempre auspicabile in relazione alle finalità di riequilibrio idrologico dei bacini urbanizzati, sempre che non sussistano le prima citate cause di esclusione, debba essere accompagnata nella maggioranza dei casi da opere di laminazione che consentano di accumulare temporaneamente le portate pluviali degli eventi intensi che non riescono ad essere scaricate per infiltrazione.
6 Manuale del drenaggio urbano Impatto dell impermeabilizzazione dei suoli sul ciclo idrologico
7 Ambiti a diversa criticità idraulica I limiti allo scarico devono essere diversificati in funzione delle caratteristiche delle aree di formazione e di possibile scarico delle acque meteoriche, in considerazione dei differenti effetti dell apporto di nuove acque meteoriche nei sistemi di drenaggio nelle aree urbane o extraurbane, di pianura o di collina, e della dipendenza di tali effetti dalle caratteristiche del ricettore finale, in termini di capacità idraulica dei tratti soggetti ad incremento di portata e dei tratti a valle. classe alta criticità Kmq (19% del terr. reg.) ab. (61% della pop. reg.) classe media criticità Kmq (38% del terr. reg.) ab. (25% della pop. reg.)
8 ART. 55 bis LR 11 marzo 2005, N. 12 Progetti strategici di sottobacino esistenti e programmati - DGR n. X/3902 del 24 luglio Approvazione del Progetto strategico del Sottobacino del Torrente del Lura - 27 novembre p.v. - Comitato di Coordinamento del Contratto di Fiume Seveso: o.d.g. Approvazione Progetto strategico del Sottobacino del Torrente Seveso
9 Sistemi di controllo e gestione delle acque pluviali Lo smaltimento dei volumi invasati deve avvenire secondo il seguente ordine decrescente di priorità: a) mediante il riuso dei volumi stoccati, in funzione dei vincoli di qualità e delle effettive possibilità, quali innaffiamento di giardini, acque grigie e lavaggio di pavimentazioni e auto; b) mediante infiltrazione nel suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, compatibilmente con le caratteristiche pedologiche del suolo e idrogeologiche del sottosuolo, con le normative ambientali e sanitarie e con le pertinenti indicazioni contenute nella componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio (PGT) comunale; c) scarico in corpo idrico superficiale naturale o artificiale, con i limiti di portata di cui all articolo 8; d) scarico in fognatura, con i limiti di portata di cui all articolo 8;
10 Interventi soggetti ai requisiti di invarianza idraulica e idrologica ai sensi del Regolamento a) nuova costruzione, compresi gli ampliamenti; b) demolizione, totale o parziale fino al piano terra, e ricostruzione indipendentemente dalla modifica o dal mantenimento della superficie edificata preesistente; c) ristrutturazione urbanistica comportanti un ampliamento della superficie edificata o una variazione della permeabilità rispetto alla condizione preesistente all urbanizzazione. d) interventi relativi alle infrastrutture stradali e autostradali e loro pertinenze e i parcheggi. Indipendentemente dall ubicazione territoriale, sono assoggettate ai limiti indicati nel presente regolamento per le aree A di cui al comma 3, anche le aree lombarde inserite nei PGT comunali come ambiti di trasformazione o anche come piani attuativi previsti nel piano delle regole.
11 Le misure di invarianza idraulica e idrologica sono applicabili anche all edificato e alle infrastrutture esistenti non vincolati al rispetto delle prescrizioni di cui al presente regolamento. Nei casi di cui al precedente periodo, per l accesso agli incentivi di cui all articolo 15, le misure di invarianza idraulica e idrologica devono rispettare le disposizioni di cui al presente regolamento. La riduzione della permeabilità del suolo va calcolata facendo riferimento alla permeabilità naturale originaria del sito, ovvero alla condizione preesistente all urbanizzazione, e non alla condizione urbanistica precedente l intervento eventualmente già alterata rispetto alla condizione zero, preesistente all urbanizzazione. Per gli interventi di cui al comma 3, il riferimento di cui al precedente periodo corrisponde alla condizione preesistente all impermeabilizzazione.
12 Regolamento LR 4/2016 Schemi esemplificativi interventi ai quali applicare le misure di invarianza idraulica e idrologica
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14 Lo studio comunale di gestione del rischio idraulico per i comuni ricadenti nelle aree ad alta e media criticità idraulica la definizione dell evento meteorico di riferimento per tempi di ritorno di 10, 50 e 100 anni; l individuazione dei ricettori che ricevono e smaltiscono le acque meteoriche di dilavamento, siano essi corpi idrici superficiali naturali o artificiali, quali laghi e corsi d acqua naturali o artificiali, o reti fognarie, indicandone i rispettivi gestori; la delimitazione delle aree soggette ad allagamento per effetto della conformazione morfologica del territorio e/o per insufficienza delle rete fognaria. A tal fine, il comune redige uno studio idraulico. la mappatura delle aree vulnerabili dal punto di vista idraulico (pericolosità idraulica) come indicate nella componente geologica, idrogeologica e sismica dei PGT e nelle mappe del piano di gestione del rischio di alluvioni;
15 l indicazione, comprensiva di definizione delle dimensioni di massima, delle misure strutturali, quali vasche di laminazione con o senza disperdimento in falda, vie d acqua superficiali per il drenaggio delle acque meteoriche eccezionali, e l indicazione delle misure non strutturali ai fini dell attuazione delle politiche di invarianza idraulica e idrologica a scala comunale, quali l incentivazione dell estensione delle misure di invarianza idraulica e idrologica anche sul tessuto edilizio esistente, la definizione di una corretta gestione delle aree agricole per l ottimizzazione della capacità di trattenuta delle acque da parte del terreno, nonché delle altre misure non strutturali atte al controllo e possibilmente alla riduzione delle condizioni di rischio, quali misure di protezione civile, difese passive attivabili in tempo reale nel Piano dei Servizi. l individuazione delle aree da riservare per l attuazione delle misure strutturali di invarianza idraulica e idrologica, sia per la parte già urbanizzata del territorio, sia per gli ambiti di nuova trasformazione, con l indicazione delle caratteristiche tipologiche di tali misure, nel Piano dei Servizi. A tal fine, tiene conto anche delle previsioni del piano d ambito del servizio idrico integrato;
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17 INDIRIZZI A REGOLA D ACQUA : RISULTATI ATTESI A medio- lungo termine, possono definire: la progressiva restituzione di aree impermeabilizzate (al fiume e al territorio); la diffusione della consapevolezza e della conoscenza delle problematiche connesse alla qualità delle acque e alla necessità di risparmio idrico; la diffusione di una interpretazione il più possibile comune dei temi delle acque a superamento dei confini amministrativi o delle rigide finalità degli strumenti; l applicazione del principio di invarianza idraulica ed idrologica; l attuazione di studi di approfondimento sul drenaggio urbano, funzionamento e monitoraggio dell ambito fluviale; l applicazione di criteri e buone pratiche di progettazione urbana, finalizzata a migliorare il paesaggio urbano e il drenaggio delle acque, anche avvalendosi del Manuale di drenaggio.
18 LA GESTIONE DELLA RISORSA ACQUA NELLA DISCIPLINA SOVRAORDINATA Perseguire obiettivi di qualità dell'acqua e sicurezza dei territori (Direttive UE) Impegno diretto dei singoli Comuni attraverso gli strumenti di pianificazione e regolazione Incidere capillarmente nei territori e invertire tendenze consolidate nel trattamento degli spazi del fiume e in generale della gestione delle acque Piani urbanistici comunali (apparati descrittivi, obiettivi strategici, disciplina attuativa degli Ambiti di trasformazione, disciplina Tessuto urbano consolidato, ambiti agricoli, disciplina attuativa aree a servizi) Componente geologica ed idrogeologica Piano generale dei servizi in sottosuolo Valutazione Ambientale Strategica Regolamenti edilizi Regolamenti di igiene Rapporto con Regolamenti di settore (Enti gestori del servizio idrico e società di depurazione, ARPA, ASL) Piano triennale delle opere pubbliche
19 LE ACQUE TRASCURATE NELLA PRASSI URBANISTICA COMUNALE L acqua è la grande assente nei piani dei comuni del Sottobacino. L analisi degli strumenti di governo del territorio rivela una interpretazione diffusa del corridoio fluviale a margine del focus rappresentato prevalentemente dagli ambiti di concentrazione delle nuove previsioni insediative. I corsi d acqua entrano negli apparati ricognitivi e progettuali dei piani urbanistici quasi esclusivamente come generatori di fasce di vincolo per i processi di edificazione e la gestione delle acque è spesso trascurata nei regolamenti edilizi. Scarsa leggibilità delle acque all interno delle elaborazioni cartografiche Inquadramenti territoriali ritagliati esclusivamente entro i confini comunali Indifferenza delle discipline alle specificità degli ambiti fluviali Assenza di strategie orientate alla riqualificazione fluviale e alla gestione delle acque Spazi pubblici carenti di interventi e progettualità finalizzate alla riqualificazione fluviale Corsi d acqua considerati prevalentemente in termini di vincolo Settorialità nel trattamento delle acque (componente geologica e idrogeologica, quadro dei vincoli)
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22 INDIRIZZI A REGOLA D ACQUA
23 INDIRIZZI A REGOLA D ACQUA Ricadute di tipo strategico Sostenere l'importanza delle aree pubbliche per eventuali funzioni di ritenzione, dispersione e depurazione delle acque. Ridare spazio al fiume ovvero consolidare e incrementare gli spazi del corridoio fluviale e aumentare il grado di compatibilità tra il paesaggio fluviale e gli insediamenti esistenti Individuare strategie di riqualificazione di ambiti urbanizzati prossimi ai corsi d'acqua. Verificare la possibilità di definire interventi di demolizione, con eventuale spostamento di volumi, o di realizzazione di spazi pubblici Introdurre l obiettivo di invarianza idraulica e idrologica, da richiedere negli interventi all'interno di ambiti di trasformazione con consumo di suolo e con impatti significativi per dimensione e localizzazione. Valorizzare la presenza dei corsi d'acqua e degli spazi aperti contermini nella definizione degli schemi di Rete Ecologica Comunale.
24 INDIRIZZI A REGOLA D ACQUA Ricadute di tipo regolativo Favorire ove opportuno soluzioni che vanno sotto il nome di SUDS (Sustainable Urban Drainage Systems), migliorando le condizioni di permeabilità e evitando il collettamento nelle reti fognarie già sottodimensionate Prevedere all'interno dei regolamenti edilizi una casistica esemplificativa di materiali di pavimentazione e sistemazioni superficiali differenti per capacità di drenaggio. Individuare aree idonee alla realizzazione di canali di adduzione delle acque urbane di prima pioggia all'interno di aree di infiltrazione, eventuali impianti di fitodepurazione o all'interno del reticolo primario e secondario. Inserire nell'elenco delle opere rientranti nelle urbanizzazioni primarie e secondarie quelle finalizzate alla corretta gestione della risorsa idrica e alla limitazione dell'aggravio della rete fognaria e del sistema di depurazione
25 Grazie per l attenzione
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